Scarica Discipline Demoetnoantropologiche - Paniere Aggiornato e corretto con tutte le risposte - e più Panieri in PDF di Antropologia solo su Docsity! Set Domande DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario Generato il N° Domande Aperte N° Domande Chiuse 20/03/2023 18:41:25 106 230 Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 4/55 Lezione 001 01. Antropologia significa Studio sulle cose Studio sull'uomo Studio sui materiali Studio sull'animale 02. La ricerca antropologica italiana fino agli anni Settanta si è occupata principalmente Della cultura degli indios Della cultura contadina Della cultura nella fabbriche Della cultura terroristica 03. Cosa cercavano i demologi dalla cultura contadina? La ricerca di progresso La ricerca del selvaggio La ricerca della tecnologia La ricerca di autenticità 04. Nell'Ottocento gli antropologi come venivano chiamati? Antropologi da poltrona Antropologi regionalisti Antropologi casalinghi Antropologi nazionalisti 05. Le informazioni inviate agli antropologi alla fine dell'Ottocento da commercianti, evangelizzatori e soldati che limite aveva? Limiti nella comprensione della lingua dello scrivente Il limite era la perdita dell'oggettività perché era presenta già il punto di vista di chi scriveva Solo limiti nei tempi di trasmissione Nessun limite 06. Con “Armchiar” identifichiamo Una casa d'aste Gli antropologi da “poltrona” Un tipo di fabbrica Un negozio di design 07. Il punto di vista nelle relazioni di evangelizzatori, soldati e commercianti era Quello di chi si riteneva uguale agli altri uomini Nessuna delle risposte è esatta Quello dell'uomo bianco che si riteneva superiore Quello di chi si riteneva inferiore agli altri uomini Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 7/55 Lezione 003 01. Henry Morgan divide le società in Tre periodi etnici: Troglodita-Sciocco-Grande Tre periodi etnici: Barbaro-Semi Barbaro-Acculturato Tre periodi etnici: Selvaggio-Barbaro-Civilizzato Tre periodi etnici: Selvaggio-Semi Selvaggio-Semi Civilizzato 02. Il maggio esponente del Darwinismo sociale è Edward Tylor Claude Lévi-Strauss Henry Morgan Arjun Appadurai 03. Henry Morgan divide i tre periodi etnici in Inferiore Basso-Inferiore Medio-Inferiore Alto Inferiore-Medio-Superiore Alto-Medio-Basso Inferiore-Semi Inferiore-Inferiore Superiore 04. Il Darwinismo sociale riteneva Che l'evoluzione delle diverse specie, compresa quella umana, restava un mistero Che nell'evoluzione delle diverse specie, compresa quella umana, la più debole vinceva Che nell'evoluzione delle diverse specie, compresa quella umana, la più forte vinceva Che nell'evoluzione delle diverse specie, compresa quella umana, ci si adattava all'ambiente 05. Il pensiero di Darwin sarà stravolto dalla corrente chiamata Tutte le risposte sono esatte Darwinismo culturale Darwinismo sociale Darwinismo reale 06. Per Darwin gli esseri viventi attuali sono Il frutto dell'adattamento Create da Dio così come le vediamo oggi Il frutto di una catastrofe naturale Frutto della vittoria della specie più forte su quella più debole 07. Chretien Cuvier pensava che L'evoluzione si era bloccata 10000 anni fa L'evoluzione è un caso L'evoluzione non esisteva L'evoluzione fosse dovuta a delle catastrofi naturali 08. Cosa è il Darwinismo sociale? 09. Parlare del pensiero di Charles Darwin Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 8/55 10. Quale era il pensiero dei predecessori di Darwin Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 9/55 Lezione 004 01. Il frate Bernardino de Sahagun cercò Di prendere le parti degli indios attraverso il testo: Historia General de las cosa de Nueva Espana Di aiutare i conquistadores nella pulizia etnica degli indios Di restare neutro nelle questioni tra indios e conquistadores Tutte le risposte sono sbagliate 02. Il 2 giugno del 1537 viene emanata La Bolla papale che sostiene che gli indio non vanno trattati come “animali muti La Bolla papale Veritas Ipsa La Bolla papale Sublimis Deus Tutte le risposte sono vere 03. Il vescovo domenicano Bartolomeo de Las Casas Prese a cuore la condizione degli indios Si occupò della questione degli schiavi africani Fu un feroce inquisitore degli indios Non si occupò della questione degli indios 04. Il Congo Belga prima del 1908 era un possedimento Dell'Italia Della Francia Del re Leopoldo II Del Belgio 05. La scoperta dell'America in realtà è Un tipo di ricerca sulle fonti Una svista Una conquista Una riscoperta 06. L'Imperatore Mutsuito prende il nome dinastico “Meiji” che vuol dire Governo della Tigre Governo dei Samurai Governo illuminato Governo del Drago 07. Il colonialismo: come nasce e come si sviluppa 08. Il razzismo: di cosa si tratta 09. Commentare la Sublimis Deus 10. Parlare di cosa è l'eugenetica e come si sviluppa e dove trova terreno fertile Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 12/55 Lezione 007 01. Bronislaw Kasper Malinowski continua i suoi studi in Canada Australia Inghilterra Stati Uniti 02. I dettami della teoria di ricerca sul campo di Malinowski sono Un campo prolungato la scrittura di un diario di campo e la restituzione attraverso una monografia dei risultati alla comunità scientifica Tutte le rispote sono esatte l'osservazione partecipante 03. La ricerca più famosa di Malinowski si svolge nelle Isole Marchesi Isole Egadi Isole Trobriand Isole delle Filippine 04. Il testo di Malinowski più importante è Argonauti del Pacifico Occidentale Teseo e gli Argonauti Ulisse, Perseo e Teseo e gli Argonauti Argonauti del Pacifico Orientale 05. Esporre i dettami del metodo etnografico 06. Parlare del metodo di ricerca di Bronislaw Malinowski Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 13/55 Lezione 008 01. L'abitudine al ricercatore è una parte fondamentale nella ricerca di Ruth Benedict Bronisalw Malinowski Franz Boas Margaret Mead 02. Un buon ricercatore per Malinowski ha Riesce a mimetizzarsi con gli indigeni Pazienza, sensibilità e riesce a far sì che gli indigeni si fidino di lui La capacità di capire la propria superiorità La comprensione dei fatti sociali attraverso l'uso dei più moderni software 03. Va preso in esame per Malinowski durante la ricerca Lo spaesamento del ricercatore La conoscenza della lingua degli oggetti di studio del ricecatore La capacità intellettuale del ricercatore La capacità fisica del ricercatore 04. La stesura dei risultati per Malinowski deve essere imparziale e sincera Diretta e congrua Falsa e falsificabile Attendibile e ragionata 05. Delineare il processo teorico della ricerca sul campo 06. Bronislaw Malinowski e l'osservazione partecipante Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 14/55 Lezione 009 01. L'eredità culturale per Malinowski è L'insieme dei miti, riti, tecniche di costruzioni, saperi e tradizoni trasmesse da una generazione all'altra Per Malinowski non esiste l'eredità culturale L'insieme dei geni trasmessi con il DNA L'insieme dei racconti dei vissuti delle persone al gruppo 02. Bronislaw Malinowski critica il pensiero di Sigmund Freud sulla teoria Funzionale simbolica Strutturale Edipica 03. La genealogia Per Malinowski è Una descrizione superficiale dei genitori La sola descrizione degli zii materni Una tavola dove si descrivono le relazioni parentali collegate La descrizione su una tavole delle relazioni non parentali 04. Per Malinowski per studiare le relazioni parentali bisogna sviluppare delle registrazioni visive delle diverse famiglie Bisogna non studiare le famiglie ma concentrarsi sulla religione Bisogna sviluppare delle tavole genealogiche Bisonga analizzare solo la famiglai nucleare 05. Lo studio della parentela di Bronislaw Malinowsi Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 17/55 Lezione 012 01. Per i Nativi Americani Kuakiutl il Potlatch Rappresenta un competizione positiva che permette una relazione sociale Rappresenta una capacità della comunità di redistribuire i beni Tutte le risposte sono esatte Serve come mezzo di stratificazione sociale 02. Il Potlatch è un rito di Condivisione Investimento Tutte le risposte sono esatte Ostentazione 03. George Hunt era L'informatore e aiutante di Claude Lévi-Strauss L'informatore e aiutante di Margaret Mead L'informatore e aiutante di Bronislaw Malinowski L'informatore e aiutante di Franz Boas 04. Franz Boas studia in profondità Gli Zuni Tutte le risposte sono valide I Cheyenne I Kwakiutl 05. Parlare del rito del Potlatch 06. Che cosa è il particolarismo storico 07. Franz Boas e il Potlatch Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 18/55 Lezione 013 01. Il rito ha sempre Un operatore rituale in uno spazio sacro Nessuna delle risspote è esatta Una zona neutra Uno spazio comune 02. Per Angelo Brelich il rito Attualizza la realtà Non rappresenta una questione importante Attualizza il mito Rappresenta una fabula 03. Per Angelo Brelich il mito Fonda il rito Rappresenta una questione secondaria nella cultura umana Fonda la realtà Rappresenta una storia falsa 04. Il Trickster è Un creatore per gioco Un briccone Un turlupinatore a volte turlupinato Tutte le definizioni sono esatte 05. Il rito apotropaico è in rito Divinatorio Di passaggio Contro le forze del male Propiziatorio 06. cosa è il rito? 07. Cosa è il Trickster? 08. Cosa è il mito? 09. Il rito e il mito 10. Parlare del pesiero di Angelo Brelich Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 19/55 Lezione 014 01. Arnold Van Gennep scrive nel 1909 I riti propiziatori I riti di passaggio I riti consolatori i riti apotropaici 02. La prima fase dei riti di passaggio è La soglia Tutte le definizioni sono esatte L'aggregazione Il distacco 03. La seconda fase dei riti di passaggio è Il margine La soglia Tutte le definizioni sono esatte Il limen 04. La terza fase dei riti di passaggio è La soglia Il margine Il distacco L'aggregazione 05. Van Gennep pensa ai riti di passaggio Un qualcosa solo della fase puberale Un qualcosa di temporaneo Come qualcosa che vivono continuamente nella loro esistenza Un qualcosa solo della fase adulta 06. Commentare le tre fasi dei riti di passaggio di Arnold Van Gennep 07. Parlare dei riti di passaggio Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 22/55 Lezione 017 01. Per Clifford Geertz il suo traduttore è Un semplice oggetto di supporto Un professionista della traduzione Un traduttore, nulla di più Un esperto della propria cultura 02. Clifford Geertz studio a Princeton Harward Oxford Yale 03. Clifford Geertz Fu influenzato da Kant e Marcuse Platone e Socrate Weber e Wittgenstein Avicenna e Averroè 04. Analizzare le culture con al teoria interpretativa vuole dire spiegare i fatti sociali attraverso le statistiche spiegare i fatti sociali attraverso l'interpretazione dei sogni spiegare i fatti sociali attraverso l'analisi qualitativa spiegare i fatti sociali attraverso l'interpretazione dei significati profondi 05. Per Geertz le culture vanno analizzate con le statistiche Rappresentate con dei grafici studiate con dei mezzi audiovisivi Lette e interpretate con al descrizione densa 06. La descrizione densa è Una forma più sottile e argomentata di relativismo culturale Il mezzo per andare in profondità nell'interpretazione delle culture per cogliere i significati profondi Il mezzo cercare di capire le strutture parentali e niente altro Il mezzo per cercare di capire la religione e niente altroi 07. Per comprendere un segno e un simbolo dobbiamo comprendere i modelli tridimensionali elaborati con un software Le cornici di comportamento Le capacità lessicali Le analisi testuali 08. Che cosa è la descrizione densa? 09. Esporre il pensiero di Clifford Geertz Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 23/55 Lezione 018 01. Nell'esposizione del 1911 Lamberto Loria mette in mostra La cultura italiana con l'ambivalenza dei manichini e delle persone vere in mostra La cultura italiana con l'ambivalenza della cultura egemone e di quelal subalterna La cultura italiana con l'ambivalenza della finzione e della autenticità La cultura italiana con l'ambivalenza del sacro e del profano 02. Lamberto Loria è Il fondatore del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma Il fondatore del Museo della Civiltà Romana di Roma Il fondatore del Museo Etnografico Pigorinii di Roma Il fondatore del Museo delle Culture di Milano 03. Lamberto Loria fece ricerca in Tutte le risposte sono esatte Lapponia e nelle Isole Trobriand Eritrea Turkestan 04. Il cinquantenario dell'Unità d'Italia si è celebrato nel 1950 1911 1920 1998 05. L'Esposizione Universale del 1911 Raccoglie delle manifestazioni itineranti per tutta Italia Tutte le risposte sono sbagliate Raccoglie i padiglioni di diversi paesi del mondo. Quello Giapponese sorgeva dove ora c'è la facoltà di architettura della Sapienza di Roma Raccoglie gli oggetti dei diversi paesi del mondo presso il museo di Arte Moderna e Contemporanea 06. Lamberto Loria e l'esposizione universale del 1911 Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 24/55 Lezione 019 01. Ernesto De Martino si Laurea con una tesi in Filosofia della religione Antropologia sociale Antropologia culturale Etnologia 02. Benedetto Croce fu Allievo di Ernesto De Martino Maestro di Vinigio Grottanelli Maestro di Vittorio Lanternari Maestro di Ernesto De Martino 03. Ernesto De Martino cerca con le sue ricerche Cerca di far carriera nel mondo universitario Cerca di analizzare la cultura Trobriandese Di dare voce e dignità al Sud Italia Cerca di sviluppare una analisi quantitativa sullo stato della nazione italiana 04. Il pianto rituale serve A far superare ad un individuo il prezzo economico del funerale A far superare ad una comunità il momento di crisi dovuto alla perdita di un suo appartenente A far superare ad un individuo la questione sanitaria A far comprender la finalità della vita 05. La perdita della presenza è L'incapacità dell'essere umano di vivere e agire il mondo fenomenico con le proprie categorie storiche, sociali e psicologiche L'incapacità dell'essere umano di vivere e agire il mondo fenomenico senza l'ausilio dei Social Network L'incapacità dell'essere umano di vivere le istituzioni come scuola o famiglia con la propria presenza fisica L'incapacità dell'essere umano di vivere e agire una relazione sentimentale senza essere affetto dal complesso di Edipo 06. La jettatura sopravvive nel Sud Italia Perché l'illuminismo non prese piede nel Sud Italia per l'assenza di una borghesia consolidata Perché il Sud Italia è figlio di tradizioni arabe e Ostrogote Perché è nella natura della gente del Sud Italia Perché la jettatura esiste 07. La crisi della presenza e la natura opprimente nel pensiero di De Martino 08. Parlare del pensiero di Ernesto De Martino Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 27/55 Lezione 021 01. I Tabù sono Regole che non possono essere infrante Forme di cultura materiale Sono espressioni di una mentalità primitiva Sono pura superstizione 02. Etico per Marvin Harris significa Guardare i fatti sociali attraverso le rappresentazioni del mondo dal punto di vista del soggetto studiato Guardare i fatti sociali con l'ausilio dei media Guardare i fatti sociali dal punto di vista del ricercatore Guardare i fatti sociali con un pregiudizio iniziale 03. Marvin Harris è uno dei maggiori esponenti del Materialismo storico Funzionalismo Strutturalismo Marxismo-leninismo 04. Emico per Marvin Harris significa Guardare ai fatti sociali che prendono in esame solo le teorie giuridiche Guardare i fatti sociali dal punto di vista del ricercatore Guardare i fatti sociali attraverso le rappresentazioni del mondo dal punto di vista del soggetto studiato Guardare i fatti sociali con la lente degli studi economici 05. Marvin Harris e il materialismo culturale Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 28/55 Lezione 022 01. La persona transgender migrante Si trova escluso dal gruppo di appartenenza e dal gruppo del paese di approdo è perfettamente integrato Si trova escluso solo dal gruppo di appartenenza Si trova escluso solo dal gruppo del paese di approdo 02. L'identità sessuale e l'identità di genere Sono due percorsi simili Sono la stessa cosa Sono due percorsi differenti Tutte le risposte sono sbagliate 03. Il primo autore che si occupò di fenomeno transessuale fu Magnus Hirschfeld Clifford Geertz James Clifford Lamberto Loria 04. FTM significa Chi transita dal genere maschile a quello femminile Chi ha un indirizzo sessuale diverso dal genere Chi sviluppa l'interesse per la letteratura di genere Chi transita dal genere femminile al genere maschile 05. MTF significa Chi transita dal genere maschile a quello femminile Chi transita dal genere femminile al genere maschile chi si definisce omosessuale Chi ha un indirizzo sessuale diverso dal genere 06. Parlare del fenomeno transessuale 07. Decostruire l'identità sessuale e di genere Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 29/55 Lezione 023 01. Appadurai elabora La categoria di mimesi due panorami culturali Quattro panorami culturali Cinque panorami culturali 02. Per Etnorama intendiamo Il panorama dei media e delle rappresentazioni dello spettacolo come Bollywood Il movimento di persone, volontario o meno, che danno vita a diaspore o turismo con nuovi tipi di relazioni Il panorama della finanza globale sempre connessa Il panorama delle ideologie politiche che si reificano in modo diverso da paese apaese 03. La deterritorializzazione rappresenta Uno dei presupposti della diaspora La forma primordiale di cataclisma La conquista dello spazio vitale L'intreccio di culture 04. Arjun Appadurai rielabora Il concetto di mimesi Il concetto di cultura La categoria di struttura Il concetto di sovra-struttura 05. Arjun Appadurai è uno dei massimi esponenti della corrente degli studi funzionalisti Post-coloniali Struttural-Funzionalisti Strutturalisti 06. Arjun Appadurai antropologo post-coloniale 07. Arjun Appadurai 08. Commentare i panorami culturali di Arjun Appadurai Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 32/55 Lezione 026 01. Un modo per reperire informazioni in una ricerca sul campo è Quello di leggere solo la letteratura di riferimento Quello di restare ad aspettare che i soggetti vengano a parlare con il ricercatore Quello di ascoltare i telegiornali Quello di raccogliere le fonti scritte dei soggetti come diari, lettere e fotografie 02. Nei colloqui cerchiamo di Raccogliere notizie sulla vita scolastica dell'intervistato Raccogliere i brandelli di vita delle persone Raccogliere solo dati tassonomici farci raccontare solo la loro vita familiare 03. I colloqui sul campo hanno per Olivier de Sardan Due assi portanti: consulenza e racconto Due assi portanti: analisi e sintesi Due assi portanti: concordanza e svilppo Due assi portanti: condivisione e sviluppo 04. I colloqui li possiamo chiamare Situazione comune Situazione intervista Situazione azione Situazione relazionale 05. I colloqui nella politica del campo di Olivier de Sardan Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 33/55 Lezione 027 01. Ammalarsi di esotismo significa Tutte le risposte sono esatte Restituire un'analisi dei dati distorta Perdere l'oggettività Ritenere la cultura altra che si studia la migliore che c'è 02. Definiamo saturi i nostri dati quando quando risultano evidenti degli errori nella raccolta dati Non esiste saturazione Quando cominciamo a raccogliere gli stessi dati Quando le persone con cui parliamo si non stancate di risponderci 03. Lo studio di caso è L'analisi di un fenomeno sociale circoscritto in un dato tempo intorno ad una situazione particolare L'analisi di un fenomeno sociale circoscritto in un dato spazio intorno ad una situazione particolare L'analisi di un fenomeno sociale circoscritto in un dato tempo e in un dato spazio intorno ad una situazione generale L'analisi di un fenomeno sociale circoscritto in un dato tempo e in un dato spazio intorno ad una situazione particolare 04. Un tipo di raccordo dei dati è Lo sviluppo di una matrice dei dati L'analisi dei dati con SPSS L'analisi con un software per le concordanze lessicali Lo studio di caso 05. La combinazione dei dati nella politica del campo di Olivier de Sardan Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 34/55 Lezione 028 01. L'etnografia contemporanea pone l'accento su Attivismo Impegno Tutte le definizioni sono esatte Etica 02. George E. Marcus ha una formazione Nel campo dell'economia e del diritto Medica e psichiatrica Archeologica e biologica Filosofica e storica 03. Per George E. Marcus le ansie metodologiche sono I limiti di una ricerca in un solo campo e dell'etnografia Solo una questione accademica I limiti della capacità umana Tutte le risposte sono sbagliate 04. I campi di interesse di George E. Marcus si indirizzano Sulla parentela e sulla genealogia Sul sistema globale e sul sistema politico capitalista Sulla religione e sulla secolarizzazione Sul concetto di razza e anti-razza 05. Commentare le ansie metodologiche nella ricerca multisituata 06. George E. Marcus e la ricerca multisituata Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 37/55 Lezione 031 01. La repatriation è La richiesta di alcune culture, come gli aborigeni australiani o i mahori neo zelandesi, della restituzione dei loro oggetti o parti di corpi conservati nei musei sparsi nel mondo La richiesta di alcune culture, come gli aborigeni australiani o i mahori neo zelandesi, della restituzione dei beni economici sparsi in alcune banche del mondo La richiesta di alcune culture, come gli aborigeni australiani o i mahori neo zelandesi, del ritorno dei migranti dei loro gruppi dispersi nella diaspora La richiesta di alcune culture, come gli aborigeni australiani o i mahori neo zelandesi, della restituzione delle oper d'arte di Picasso di loro proprietà 02. Giovanni Pinna chiama le culture che richiedono la repatriation Victim countries Fall countries Kill countries Thief countries 03. La dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni delle Nazioni Unite all'art. 13 comma 1 Sottolinea la possibilità dei popoli indigeni di utilizzare e sviluppare la propria cultura Sottolinea la possibilità dei popoli indigeni di rivitalizzare la propria cultura Tutte le definizioni sono esatte Sottolinea la possibilità dei popoli indigeni di trasmettere la propria cultura 04. La dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni delle Nazioni Unite all'art. 13 comma 2 La possibilità di essere partecipi delle decisioni politiche La possibilità di essere partecipi delle decisioni sulle politiche finanziarie La possibilità di essere partecipi delle decisioni sulle politiche scolastiche La possibilità di essere compresi nei procedimenti politici e giuridici e quando necessario la possibilità di utilizzare un interprete o altri mezzi adeguati 05. Cosa è la repatriation? Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 38/55 Lezione 032 01. L'antropologia permette alle professioni L'aumento delle competenze culturale L'aumento della conoscenza della storia dell'antropologia Il depauperamento delle conoscenze Lo sviluppo dell'empatia 02. L'intervento dell'antropologia significa Mettere da parte le professioni legali Utilizzare le competenze dell'antropologia e dell'antropologo per risolvere un problema o rispondere ad un bisogno della comunità Utilizzare le competenze dell'antropologia e dell'antropologo per comprendere Supportare solo le forze di polizia 03. L'antropologia può essere utile all'assistente sociale per il superamento Della propria autonomia professionale Dei pregiudizi Delle sicurezze della propria professione Degli stereotipi culturali 04. L'antropologia può essere utile all'assistente sociale per perdere l'etnocentrismo Nessuna delle risposte è esatta L'etnocentrismo e l'egocentrismo nel comprendere gli altri L'egocentrismo 05. Antropologia e servizio sociale Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 39/55 Lezione 033 01. La religione è Uno sfogo della società Un bisogno della società Una struttura della società Un culto esistente per ragioni politiche 02. Bisogna mettere a conoscenza una comunità della nostra volontà di studiarla? No, perché così si fa prima sia nella raccolta dati che nell'analisi No, perché non bisogna condividere tutto di una ricerca Sì, per avere uno scambio franco e leale Si, però senza condividere informazioni 03. I risultati di una ricerca vanno condivisi. Perché? Perché siano motivo di scontro Perché siano motivo di ricerca di fondi per altre ricerche Perché siano motivo di autoesaltazione Perché siano motivo di dibattito e confronto 04. Non nuocere alla cultura/comunità che si studia significa Semplicemente cercare di finire tutto il prima possibile e non condividere i risultati Evitare di parlare con i responsabili per non entrare in beghe politiche Non chiedergli fondi per continuare la ricerca Portare avanti uno studio senza recar danni a quelle persone 05. Etica nella ricerca sociale Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 42/55 Lezione 036 01. La diaspora è una forma sociale perché Rappresenta il vissuto di un popolo Rappresenta il vissuto di un popolo durante il tempo, in senso negativo e traumatico Non rappresenta un gruppo ma tutta l'umanità è la rappresentazione simbolica e non reale di un trauma 02. La diaspora è anche per Vertovec La connessione solo con i diasporici Solo un viaggio senza implicazioni sociali e culturali Una modalità di produzione e riproduzione di fenomeni culturali e sociali La visione di un mondo senza patria 03. Steven Vertovec spiega il concetto di diaspora Con la sola sociologia Con diverse discipline scientifiche e accademiche Con la sola antropologia Con la sola psicologia 04. Avere coscienza della diaspora significa anche Essere contemporaneamente “a casa e lontani da casa” tutte le risposte sono esatte Essere contemporaneamente “qui e là” Abitare qui ed essere qui assume delle connessioni con l'altrove 05. La diaspora: analizzare il termine e descrivere le diversi teorie 06. La diaspora secondo Steven Vertovec Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 43/55 Lezione 037 01. Fanon eredita da Lacan L'idea di relazione di comprensione e di intenzionalità L'idea di archetipo e modello L'idea di ambivalenza e gerarchia L'idea di impulso e pulsione 02. L'autore preferito da Fanon è Jung Lacan Freud Reich 03. Frantz Fanon lavorerà principalmente nel manicomio di Parigi Lione Blida Port au Prince 04. La sindrome Nord Africana per Fanon è Una tara ereditaria Una malattia sociale Una sindrome causata da virus Una patologia cronica 05. Frantz Fanon nasce In Belgio In Francia Nella Martinica francese Nella Guiana francese 06. Per Fanon la lingua imposta a lui come ad altri è Nulla che un tipo di linguaggio Una forma di colonialismo Un mezzo di integrazione Un mezzo di esclusione 07. Frantz Fanon 08. Franz Fanon e Lacan Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 44/55 Lezione 038 01. Fanon critica il Prof. Porot per le affermazioni Sull'apparato medico dell'epoca Sugli algerini poco inclini a farsi curare Sui musulmani che sono quasi dei primitivi Sulla condizione della classe medica dell'epoca 02. Con la critica al Prof. Porot Fanon critica L'università La classe medica dell'epoca Lo Stato francese Tutta la teoria etnopsichaitrica dell'epoca 03. Per Fanon bisogna utilizzare la psichiatria e La pediatria La sociologia La psicologia L'antropologia e la fenomenologia 04. Il fallimento del test TAT sulle donne musulmane per Fanon è dovuto A non capire che i modelli di domande sono tarate per gli occidentali e quindi non nell'universo di senso delle donne musulmane La vita immaginaria non può essere slegata da quella reale Tutte le definizioni sono esatte A non capire che ci sono implicazioni religiose, indicate sul corano, che le bloccano 05. Per Fanon il lavoro competente con un'altra cultura significa Ignorarla Studiarla ma non praticare la sua conoscenza Sapere poco per non farsi influenzare Conoscerla 06. La critica post-coloniale di Frantz Fanon Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 47/55 Lezione 041 01. Negli anni Settanta dello scorso secolo i Sud America si fa largo un movimento chiamato La teologia marxista-leninista La teologia marxista La teologia socialista La teologia della Liberazione 02. La pedagogia critica ha come punto fondamentale La de-instituzionalizzazione La de-scolarizzazione La de-compatercipazione La de-costruzione 03. Paulo Freire è stato profondamente influenzato dalla Sua voglia di migliorarsi Sua fede musulmana Sua forte capacità deduttiva Sua fede cristiana 04. Per Freire pedagogia significa Verità Carità Libertà Potere 05. I movimenti di alfabetizzazione in Brasile all'epoca di Paulo Freire Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 48/55 Lezione 042 01. Per i teologi della liberazione c'è bisogno di Una educazione diffusa una cittadinanza attiva formata dall'alfabetizzazione creare un uomo solidale e creativo Tutte le definizioni sono esatte 02. La teologia della liberazione tutte le definizioni sono errate Prende in considerazione la salvezza dell’essere umano con il supporto del marxismo leninismo Prende in considerazione l'educazione dell'essere umano con strumenti pedagogici moderni Prende in considerazione la salvezza dell’essere umano dal punto di vista cristiano e della sua dignità attraverso la rivendicazione della democrazia 03. La teologia della liberazione è Una rivoluzione sociale Una questione interna alla Chiesa Poco importante nel pensiero di Freire Uno dei tanti esempi di teologia morale 04. Nella teologia della liberazione la povertà Rappresenta un peccato mortale è colpa degli individui Non è un peccato sociale dell'uomo Non interessa 05. La democrazia è fondamentale Per far arricchire le persone Per far restare le persone attive Per l'educazione delle persone Per far lavorare le persone 06. La coscientizzazione significa Essere capaci di intendere e volere Avere la coscienza libera e in ordine Essere soggetti liberi, consapevoli e risvegliati essere cittadini che votano 07. La teologia della liberazione 08. L'evoluzione del pensiero di Paulo Freire Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 49/55 Lezione 043 01. Durante l'epoca coloniale l'educazione in Brasile era in mano Ai francescani Ai carmelitani Ai domenicani Ai gesuiti 02. Le prime missioni in Brasile si formano grazie a Il vescovo Bartolomeo de las Casa Frate Bernardino da Sahagun Frate Agostino Gemelli Padre Manuel de Nobrega 03. La cacciata dei Gesuiti dal Brasile si deve a Herman Cortez Amerigo Vespucci Marchese di Pombal Francisco Pizarro 04. I Gesuiti vengono scacciati dal Brasile nel 1759 1739 1769 1749 05. La cultura pedagogica brasiliana Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 52/55 Lezione 046 01. Il Potlatch è un momento Un momento che oggi non ha valore Centrale per la comunità Un momento non importante per la comunità Un evidente retaggio del passato 02. La collezione Potlatch è divisa tra Museo Pigorini, British Museum e Quay Branly museè Museo di Boston, Museo delle Tradizioni Popolari di Roma e Museo di Antropologia di Madrid Museo di Washington, Museo di Berlino e Museo di Vienna Museo di New York, Ottawa e Toronto 03. Possiamo parlare di collezione Potlatch Da quando Franz Boas studia con George Hunt questo rito e ne fa delle fotografie Da quando presso la casa d'aste Sotherbys nel 1990 mete in vendita diversi oggetti dei Nativi Americani Kuakiutl Da quando nel 1921 l'agente indiano William Holliday li sequestra e li mette in mostra a pagamento Non esistono oggetti Potlatch 04. La richiesta di restituzione da parte dei Nativi Kuakiutl degli oggetti del Potlatch avviene Nel 1951 Tutte le definizioni sono esatte Con la modifica dell'Indian Act Grazie a una presa di coscienza dei gruppi Nativi Americani canadesi e con il New Museum Act 05. I beni immateriali Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 53/55 Lezione 047 01. La discriminazione è Un comportamento che cosniste nell'accettare le differenze e limare le diseguaglianze Un comportamento che consiste nel recepire i dettami della legge internzaionale in materia di xenofobia Un comportamento che consiste nel trattare allo stesso modo persone o gruppi in relazione alla razza, al sesso, alle caratteristiche fisiche e cultruali Un comportamento che consiste nel non trattare allo stesso modo persone o gruppi in relazione a razza, sesso, caratteristiche fisiche e culturali 02. L'etnocentrismo è Ritenere se stessi e la propria cultura uguale agli gruppi etnici. Rappresentazioen grafica delle dislocazioni geograficeh dei popoli della Terra Pensare al mondo unito da diversi centri etnici, da qui etnocentrismo Ritenere se stessi e la propria cultura unici e superiori. È una condizioni di tutte le culture 03. L'etnicizzazione è L'idea che alcuni contrasti possono essere spiegati in chiave razziale e non con altre chiavi di lettura come quella economica o sociale tutte le definizioni sono errate L'idea che alcuni contrasti possono essere spiegati in chiave etnica e non con altre chiavi di lettura come quella economica o sociale L'idea che alcuni contrasti possono essere spiegati in chiave omofobica e non con altre chiavi di lettura come quella economica o sociale 04. La cinesica studia I pregiudizi Il movimento di un corpo nello spazio Le religioni Lo spazio 05. Parlare dell'Etnia, dell'Etnicizzazione ed dell'Etnico facendo anche degli esempi 06. Parlare dell'Acculturazione e dell'Assimilazione facendo anche degli esempi 07. Parlare del pregiudizio facendo degli esempi 08. Razza, Razzializzazione e Razzialismo 09. Razzismo e razzializzazione 10. Parlare delle razze. Esistono? E se sì o no argomentare la risposta 11. Parlare delal Cinesica e della Prossemica facendo anche degli esempi Set Domande: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Pesce Mario PANIERE DI DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE - 54/55 Lezione 048 01. La moralità americana è in pericolo da Tutte le definizioni sono esatte L'invasione degli italiani L'invasione degli irlandesi L'invasione dei polacchi 02. Il report dell'ispettorato per l'immigrazione al congresso degli Stati Uniti nel 1919 sostiene che Gli italiani puzzano, rubano, vivono in almeno 10 in ogni casa e sono dediti al furto e all'elemosina Gli italiani sono brava gente ed è un mito quello della loro disonestà Gli italiani sono brava gente Gli italiani non sono più delinquenti degli altri gruppi di immigrati negli Stati Uniti 03. Richard Nixon sosteneva che Non si trovava un comunista onesto Non si trovava un democratico onesto Non si trovava un italiano onesto Non si trovava un repubblicano onesto 04. Richard Nixon è stato Presidente (repubblicano) degli Stati Uniti dal 1969 al 1974 Segretario di Stato (repubblicano) degli Stati Uniti dal 1969 al 1974 Vice Presidente (repubblicano) degli Stati Uniti dal 1969 al 1974 Governatore dello Stato della Florida 05. Pensare all'utilizzo delle categorie di Fanon oggi 06. Quali sono i malintesi dell'etnopsichiatria secondo Roberto Beneduce 07. Fanon e le radici dell'etnopsichiatria 08. La violenza in Fanon/Beneduce: esporre la questione coloniale tra Francia e Algeria 09. Cosa intende Roberto Beneduce con la categoria corpo razziale? 10. La libertà in Freire e la libertà in Fanon 11. Comparare Il pensiero di Freire e di Fanon 12. La follia e il magrebino: analisi post-coloniale di Frantz Fanon 13. Fallimento della terapia occidentale sui pazienti arabi: il caso del test TAT 14. Commentare la sindrome Nord-Africana nella critica di Fanon 15. Parlare della critica di Fanon al Prof. Porot e a tutta l'etnopsichiatria dell'epoca 16. La libertà e la democrazia nel pensiero di Freire 17. La critica alla pedagogia degli oppressi di Freire 6) Esporre il pensiero di Edward Tylor L’epoca in cui E. Tylor nacque (età vittoriana) fu caratterizzante del suo pensiero di superiorità bianca e inglese sulle altre popolazioni mondiali, da lui definite “bloccate”. Nella sua ideologia si notano termini e concetti prettamente occidentali, con i quali egli giustifica la presunta superiorità bianca e il suo sguardo verso se stesso. Tylor fu uno dei massimi esponenti dell’antropologia che ha come principi l’evoluzione delle specie di tipo unilaterale: da società meno sviluppate e primitive a civiltà più sviluppate definite complesse. Da qui il suo concetto di cultura “statica”, bloccata come fosse una scatola in cui inserire oggetti. Non vi è alcuna relazione tra culture superiori (occidentale, bianca) e culture inferiori (negre, rosse, gialle). LEZIONE 3 8) Cos’è il Darwinismo sociale? Il darwinismo sociale è una teoria nata circa nel 1870/80, secondo cui ogni comunità funziona in base alle leggi naturali di Charles Darwin della sua teoria sull’evoluzione: il più forte ha la meglio sul più debole. Dal momento in cui scoppiarono conflitti e rivalità fra Stati nazionali, l’imperialismo (colonialismo) prese spunto da questa lotta tra forti e deboli, basando la vittoria degli stati più forti come una legittimazione biologistica. 9) Parlare del pensiero di Charles Dawin Grazie alla teoria dell’evoluzionismo, basata su selezione naturale, si rivoluzionò la concezione tradizionale dell’origine delle specie viventi. Tra i vari individui vi è una continua lotta per la sopravvivenza, e in essa prevalgono i più adatti alle condizioni di vita in cui sono, trasmettendo i loro caratteri ai discendenti. L’ideologia di Darwin si rifà a due teorie: - La prima è la lotta per l’esistenza: in natura non vi è posto né risorse naturali a sufficienza per tutti. Gli individui devono quindi sostenere una guerra gli uni contro gli altri per guadagnarsi uno spazio vitale e i mezzi necessari per la sopravvivenza. - La seconda riguarda la selezione naturale: nella lotta per la vita solo i più adatti sopravvivono, trasmettono ereditariamente le qualità acquisite. Così si tramandano solo le specie più resistenti, quelle, invece, con particolarità inadatte a reggere la lotta sono destinate a scomparire. 10) Quale era il pensiero dei predecessori di Darwin? Tra la fine del 1700 e inizio del 1800 i predecessori di Darwin come Lamarck e Chretien Cuvier giungono a comprendere, con dubbi ed errori, che l’uomo è frutto di un’evoluzione. Lamarck svilupperà la teoria degli organismi, attraverso l’adattamento all’ambiente (l’uso/non uso di un determinato arto o organo lo svilupperà/farà scomparire) e Cuvier riterrà che la Terra avesse vissuto delle catastrofi e quindi le specie presenti tuttora sarebbero quelle sopravvissute ad esse. LEZIONE 4 7) Il colonialismo: come nasce e come si sviluppa Il colonialismo viene definito come l’estensione della sovranità di una nazione sui territori e popolo all’esterno dei suoi confini. Esso indica anche il dominio coloniale tenuto dai diversi stati europei su altri territori extraeuropei, durante l’epoca moderna e periodo delle esplorazioni geografiche (fine XX secolo). Le scoperte geografiche ebbero conseguenze enormi: furono il passo decisivo verso l’unificazione del mondo. I primi imperi coloniali furono Portogallo e Spagna: il Portogallo sviluppò una rete commerciale in Africa e in Asia mentre la Spagna diede vita ad un impero amministrato da un governo centralizzato in America Centrale, con una struttura burocratica e un esercito. 8) Il razzismo: di cosa si tratta? Il razzismo è una dottrina che porta alla concezione di superiorità di una razza sulle altre. La scienza nega la superiorità o l’inferiorità intellettuale di una razza rispetto ad un’altra poiché nessuna razza è rimasta con le caratteristiche originarie. Il razzismo è creato dal colore della pelle. Dalla religione, da minoranze etniche e dall’emigrazione. Fanno parte del razzismo passato la tratta dei negri e le persecuzioni degli ebrei. Il nuovo razzismo esplode nelle aree dell’Europa occidentale, dovuto a migrazioni da est e da sud del mondo ma anche grazie al nazionalismo. Un particolare tipo di razzismo è l’antisemitismo: il razzismo verso gli ebrei. 9) Commentare la Sublimis Deus La Veritas Ipsa è una bolla papale scritta dal Papa Paolo III del 1537. Conosciuta anche col nome di Excelsus Deus. In questa bolla il Papa condanna le tesi razziste, riconosce ai nativi americani, cristiani e non, la dignità di una persona umana, vieta di ridurli in schiavitù e giudica nullo ogni contratto redatto in tal senso. Così il pontefice pone fine a tutte le dispute tra teologi e università, circa l’umanità degl’Indios d’America e sulla possibilità di renderli schiavi. Egli inoltre emanò il verdetto “Indios veros homines esse”. 10) Parlare di cos’è l’eugenetica e come si sviluppa e dove trova terreno fertile. L’eugenetica è una disciplina con l’obiettivo il miglioramento della specie umana giovandosi delle leggi dell’ereditarietà genetica. Nell’immaginario collettivo la si pone cronologicamente e localmente alla Germania Nazista, con esperimenti effettuati nei cambi di concentramento. Purtroppo il fenomeno dell’eugenetica nasce molto prima, con una localizzazione più estesa. L’eugenetica si è poi trasformata, nelle diverse parti del mondo, per favorire la riproduzione di soggetti socialmente desiderabili e di prevenire la nascita di quelli indesiderabili. LEZIONE 5 5) Cesare Lombroso e l’antropologia criminale. Cesare Lombroso (1835-1909) fu uno studioso poliedrico e fondò l’antropologia criminale, molti infatti lo reputano il padre della criminologia. L’antropologia criminale è l’applicazione della fisionomica e della frenologia alla criminologia, compiuta a partire dagli anni ’80 dell’Ottocento da Lombroso. Il medico di origini veronesi, figlio di un secolo dettato da profondo scientismo, diventa esponente della scuola positiva e un promotore del determinismo biologico. Lombroso era convinto che la criminalità fosse dovuto a cause patologiche. Vi sono determinate caratteristiche psicofisiche degli autori di reato: il delinquente (tale perché ha subito un arresto nello sviluppo ontogenetico, ordunque istinti degli uomini primitivi) è fatalmente spinto al delitto dalla sua natura arretrata e ferina. Essendo una tendenza congenita, Lombroso parla di delinquente nato. LEZIONE 6 6) Commentare il Manifesto della Razza Il Manifesto della Razza (5 ago 1938), è la risposta italiana alla Germania antisemita, fattore che fluiva in tutta Europa. Il Manifesto venne redatto e firmato anche da Lidio Cipriani, capo redattore della rivista “La difesa della razza”. Questo testo mostra la posizione politica italiana nel panorama del razzismo fisiologico. Recita “L’Italia è fieramente razzista”, sottolineando l’esistenza, quindi, delle diverse razze umane e che la scienza ne è la prova. È necessario quindi mantenere una razza “pura”, far sì che le differenti etnie non si mischino tra loro. LEZIONE 7 5) Esporre i dettami del metodo etnografico La monografia etnografica è uno studio esclusivo: si pone come obiettivo quello di fornire un quadro esaustivo di tutti gli aspetti di una determinata cultura. La monografia è quindi da valutare con un punto d’appoggio per sviluppare successivi lavori e non come un qualcosa di conclusivo. Infatti da qui il pensiero che il lavoro dell’antropologo non si ferma alla ricerca sul campo ma continua con l’elaborazione teorica e con l’approfondimento di ciò che è stato osservato. 6) Parlare del metodo di ricerca di Bronislaw Malinowski Malinowski fu l’iniziatore di un nuovo genere dell’antropologia che si impose come un modello a cui tutti gli antropologi si rifaranno, ossia la monografia etnografica. Egli pubblicò un testo “Argonauti del Pacifico Occidentale” nel quale approfondisce una serie di aspetti della cultura degli abitanti delle isole Trobriand. LEZIONE 11 8) Esporre il pensiero di Franz Boas Franz Boas (1856-1942) è considerato il caposcuola dell’antropologia americana. Egli aveva origini tedesche, studiò in Germania e in seguito ad una spedizione in Canada si avvicinò alle scienze umane. A fine 800 si trasferì negli USA dove studio particolarmente i Pueblòs, gli indiani della costa Nord- Ovest. Boas operò in merito alle lingue dei nativi, ne parlava molte, e raccolse per poi pubblicare delle regole grammaticali di circa una decina di popolazioni. Boas è il rappresentate del metodo induttivo. Le sue ricerche erano ispirate a quelle delle scienze naturali attraverso tre punti fondamentali: - Osservazione diretta di fatti concreti; - Raccolta e analisi dei dati; - Elaborazione di teorie e leggi. Boas studiò le società dell’America Nord-ovest: identificò nel Potlatch (cerimonia tipica) significati sia economici sia sociali. Secondo Boas ogni cultura possiede caratteristiche proprie che non possono essere sintetizzate nei vari stati evolutivi. Questa visione è detta particolarismo culturale, un punto di vista secondo cui ogni cultura deve essere considerata singolarmente e studiata in base all’ambiente nel quale si sviluppa, e alle esigenze da affrontare. Da questa concezione, definita particolarista culturale, subentra il “relativismo culturale”. LEZIONE 12 5) Parlare del rito del Potlatch Nel testo “L’organizzazione sociale e le società segrete degli indiani Kwakiutl” la monografia racconta l’etnografia del rito Potlatch. Sono rituali comuni tra la Columbia Britannica e l’isola di Vancouver (Canada) e vengono definiti come rituali di “ostentazione” con la condivisione di diversi oggetti e beni considerati di grande prestigio e non di uso comune. Un individuo condivide un oggetto o un bene e chi riceve, per non risultare un debito (dominato da chi fa il dono), deve restituire. È una sfida tra individui dello stesso rango sociale. Così uno dei partecipanti acquista un livello sociale superiore perché l’altro non può restituire, o riacquista il proprio status perduto in precedenza, oppure afferma il proprio rango pubblicamente davanti alla tribù. Questo rito genera una “competizione positiva”, in quanto possiede una funziona sociale per la vita comunitaria dei Kwakiutl. 6) Che cosa è il particolarismo storico? Il particolarismo storico fu concepito dall’antropologo tedesco Franz Boas, deciso oppositore dell’evoluzionismo. Secondo lui ogni cultura ha una sua storia unica e una sua ben definita durata; per comprendere una civiltà è indispensabile ricostruirne l’iter storico e particolare. Al particolarismo è collegata anche la convinzione che non esistano forme più o meno elevate di cultura. 7) Franz Boas e il Potlatch Boas studiò le società dell’America Nord-ovest: identificò nel Potlatch (cerimonia tipica) significati sia economici sia sociali. Secondo Boas ogni cultura possiede caratteristiche proprie che non possono essere sintetizzate nei vari stati evolutivi. Questa visione è detta particolarismo culturale, un punto di vista secondo cui ogni cultura deve essere considerata singolarmente e studiata in base all’ambiente nel quale si sviluppa, e alle esigenze da affrontare. Da questa concezione, definita particolarista culturale, subentra il “relativismo culturale”. LEZIONE 13 6) Cosa è il rito? Il rito attualizza la realtà perché se gli esseri umani vogliono che il mondo continui a esistere e gli uomini a vivere, c’è bisogno di un “dispositivo culturale” (sinonimo di rito) che permetta al mondo e alle donne e agli uomini di continuare la loro esistenza. 7) Cosa è il Trickster? Il trickster è una figura appartenente alle storie sacre (studiato anche da Freud e Jung). Si potrebbe definire come un “creatore per gioco”, un briccone, turlupinatore a volte turlupinato (un truffatore che viene truffato). Uno che può indicarti la via o fartela perdere, né buono né cattivo. Nella cultura musulmana e rappresentato con la figura del Corano chiamata Jinn, ossia un essere tra gli angeli e gli uomini, creati “da un fuoco di vento bruciante”. 8) Cosa è il mito? Il mito, o storia sacra, fonda la realtà ovvero il mondo come lo conosciamo. È formato in un certo modo perché una divinità, un’entità extra-umana, essere supremo, signore o signora degli animali: un dio unico ha creato un tipo di realtà o ha creato l’essere umano o ha dato vita agli animali con cui gli esseri umani si cibano. 9) Il rito e il mito. Rito e mito sembrano non avere niente in comune, ma nella realtà si caratterizzano per essere due prodotti culturali che presentano analogie. Entrambi questi elementi fondano la realtà, tendono a spiegare aspetti del reale in modo continuo, attraverso racconti o formule che si ripetono. Rito e mito coinvolgono la collettività, rivolti ad un’intera comunità che diventa protagonista di episodi e azioni che la riguardano specificatamente. Il mito sembrerebbe essere rivolto al passato remoto, ma in realtà si tratta di un passato attualizzato, che colloca il frutto degli eventi in un corso continuo e rappresenta un esempio valido anche nel presente e al di là di ogni limite temporale. 10) Parlare del pensiero di Angelo Brelich Angelo Brelich mette in contrapposizione due termini greci: il primo è mythos (discorso o narrazione), utilizzato ai tempi di Omero e successivamente dai filosofi greci per indicare un “discorso fantastico” o “falso” e il secondo è logos (discorso). Nella seconda metà del secolo scorso c’era chi, come Tyler, pensava che i miti rappresentassero rozzi tentativi di spiegare i fatti della natura o vita umana. Più anticamente, i filosofi si posero domande sul senso dei miti: le due soluzioni da loro trovate erano l’allegorismo (i miti, sottoforma velata, conterrebbero verità naturali o morali) e l’evemerismo (i miti conserverebbero ricordi di vicende antiche, esagerati e deformati dai posteri). Brelich sostiene che non si possa comprendere i miti senza prima conoscere i dettagli delle istituzioni, dei costumi e in generale della cultura dei singoli popoli che li raccontano. Come anche non sia possibile comprendere un singolo mito se non è inserito nell’intera mitologia del popolo. Ogni mito si svolge nel passato, ma non in un passato qualsiasi bensì in un tempo diverso da quello presente. Ma non è la distanza cronologica a fare del mito la sua caratteristica, ma proprio la sua diversità rispetto al tempo attuale. Il mito racconta l’origine di ciò che è ritenuto importante. Solo nelle civiltà “superiori” si cominciò a scrivere il mito quando prima la trasmissione avveniva solo oralmente. I miti variano e non solo perché la trasmissione orale non può conservarsi costante e uguale, ma anche perché i vari narratori vi apportano modifiche ritenute da loro opportune. LEZIONE 14 6) Commentare le tre fasi dei riti di passaggio di Arnolds Van Gennep Lo studioso belga ritiene che i riti si compongano di tre fasi: 1- Il distacco o separazione (riti preliminari) dalla comunità di appartenenza, da stato sociale o condizione propria; 2- Stazionare sulla “soglia” o margine (riti liminari), né di qua né di là, una sorta di limbo. A questo punto l’attore sociale decide se superare la soglia oppure restare dove si trova. 3- Se supera, allora si avrà la fase dell’aggregazione o ri-aggregazione (riti postliminari). 7) Parlare dei riti di passaggio Il rito, in antropologia, è un atto compiuto secondo una determinata procedura in un dato momento e luogo, con intrinseco profondi valori simbolici per una popolazione. Se non vi è un significato simbolico, l’azione diventa semplicemente un’abitudine. I riti di passaggio definiscono l’accesso ad un nuovo ruolo nel mondo: dalla giovinezza all’età adulta mettendo, ad esempio, alla prova il proprio coraggio e la capacità di sopportare sofferenze. È stato riscontrato un alto numero di riti di passaggio violenti e dolorosi per i giovani adulti nelle popolazioni amazzoniche, africane o della Nuova Guinea. Nelle società contemporanee difficilmente vi sono veri e propri riti. LEZIONE 19 7) La crisi della presenza e la natura opprimente nel pensiero di De Martino Secondo De Martino, la presenza in senso antropologico, è la capacità di conservare nella coscienza le memorie e le esperienze necessarie per rispondere adeguatamente ad una certa situazione storica, partecipandovi attivamente attraverso l’iniziativa personale e andandovi oltre attraverso l’azione. Significa quindi esserci come persone dotate di senso in un contesto dotato di senso. Il rito aiuta l’uomo a sopportare una sorta di “crisi della presenza” avvertita di fronte alla natura, sentendosi minacciato. I comportamenti stereotipati dei riti offrono rassicurazioni, costruendo modelli che verrà poi chiamata “tradizione”. 8) Parlare del pensiero di Ernesto De Martino De Martino si rifà alla filosofia Benedetto Croce da cui ereditò l’indirizzo storicista. Egli pensa non sia possibile ridurre l’esperienza umana ad un’indagine scientifica: se le scienze sono “pseudo- conoscenze” destinate ad avere semplici applicazioni pratiche ed utilitaristiche, la vera conoscenza è solo storica ossia una conquista di livelli di autoconsapevolezza sempre maggiori. De Martino estende la filosofia crociana alla religione e all’etnologia, diventa più critico nei confronti del naturalismo dell’antropologia francese e britannica: esse sono incapaci di rendere l’idea della dimensione storica dei fenomeni culturali tipici dei popoli primitivi. Il filosofo e antropologo si discosta dal progetto di Croce: si rende conto che una realtà storica come quella del mondo magico non può essere compresa “dall’esterno e dall’alto” ma solo “dall’interno”. È quindi centrale, per comprendere l’universo magico, analizzare la costruzione della realtà magica la quale ruota intorno al concetto di presenza: “esserci nel mondo”, stato da cui l’uomo fugge per l’insopportabilità del non-esserci. La crisi della presenza ed il riscatto dalla crisi si supera attraverso il rituale magico-religioso. LEZIONE 20 10) Parlare del pensiero di Claude Lévi-Strauss Secondo Strauss l’organizzazione della vita sociale è un insieme di sistemi a carattere linguistico, basati su livelli di attuazione dei processi si scambio. Per lui il compito della sociologia è indagare i codici sulla base di quelli si costruiscono delle norme sociali. Strauss diede il suo più grande contributo antropologico nella concezione dei rapporti di parentela. Ritenne necessario costruire sulla base dello scambio matrimoniale la trama essenziale del tessuto che dà forma alla società che rappresenta il principio fondamentale grazie a cui è possibile comprendere il funzionamento di molti sistemi di parentela. Questi sistemi infatti possono essere interpretati come il risultato di combinazioni differenti di alcuni ben definiti modelli elementari destinati a regolare la comunicazione fra i vari gruppi. 11) Parlare della parentela e dell’atomo di parentela nel pensiero di Lévi-Strauss L’atomo di parentela viene definito dall’antropologo come l’insieme dei legami di “affinità” (vincoli conseguenti al matrimonio), dei legami naturali di “filiazione” (tra genitori e figli) e di “consanguineità” (tra fratelli). Questo concetto viene coniato da Lévi-Strauss nell’opera “Le strutture elementari della parentela” (1949) quando definisce la distinzione tra uomini e animali. 12) Parlare della famiglia e delle strutture parentali La famiglia è uno dei temi principali trattati nelle scienze sociali, sotto diversi punti di vista. Claude Lévi-Strauss scrive un testo da cui si ricava un brano intitolato “Famiglia e società”: l’autore critica la tesi secondo cui la famiglia coniugale sarebbe l’elemento costitutivo di ogni società. Contrariamente a questa concezione, essa sarebbe per Strauss il frutto di un processo storico. L’unico requisito “naturale” della famiglia umana è la regola dell’esogamia, ossia che essa nasce dall’unione tra persona originariamente provenienti da famiglie diverse. LEZIONE 21 5) Marvin Harris e il materialismo culturale Marvin Harris nacque negli Stati Uniti e fu antropologo. Fu anche il principale esponente del materialismo culturale, corrente di pensiero secondo cui ogni cultura si sviluppa e può essere comparata alle altre sulla base di tre strutture: tecnologico, sociale e ideologico. Esse agiscono come meccanismi regolatori del sistema. Harris ereditò il concetto di materialismo culturale a partire da fondamenti teorici ed economici da Karl Marx e Engels, concentrandosi su pratiche come la produzione e riproduzione che stanno alla base della struttura politica. L’antropologo considerava, quindi, le diverse culture come sistemi che si sono sviluppati, caratterizzati e organizzati in risposta al loro modo di rispondere alle disponibilità delle risorse disponibili, nella perenne ricerca di un possibile equilibrio. A seguito di questo adattamento le diverse culture avrebbero assunto la loro forma peculiare. LEZIONE 22 6) Parlare del fenomeno transessuale Il termine “transessualità” indica la condizione di chi, pur essendo nato con un sesso anatomicamente certo, si considera apparentemente dell’altro sesso e vuole assumerne le caratteristiche fisiche tramite terapie ormonali e chirurgia. Vi è una distinzione da fare tra due termini: l’identità di genere si riferisce alla percezione si sé che ha la persona, mentre l’orientamento sessuale si riferisce all’attrazione verso uno, l’altro o entrambi i sessi. Il termine “transgender” viene attribuito agli individui che non si sente nel sesso giusto, e non riesce, solitamente, ad identificarsi nel binarismo classico “maschile” e/o “femminile”. Dagli anni 70 si pose sotto processo l’assolutezza dell’esistenza di solo due generi: la ricostruzione analitica conduce al concetto che il genere sia una costruzione culturale. I trans, non appartenendo ad un genere preciso, sono portatori di stigma sociali e perciò creano un elemento di disturbo nella popolazione. L’individuo transessuale non è accettato dalla sua società di provenienza e questo provoca un rifiuto anche dalla società del paese di approdo, dal gruppo di appartenenza. Così la persona è in completa solitudine, doppia esclusione. 7) Decostruire l’identità sessuale e di genere L’identità di genere non va confusa con l’orientamento sessuale: la prima infatti si riferisce esclusivamente alla percezione di sé che ha la persona, mentre il secondo si riferisce all’attrazione verso uno, l’altro o entrambi i sessi. Il termine transgender include invece tutte quelle persone che hanno un’identità di genere diversa rispetto al proprio sesso biologico e in generale chi non riesce a identificarsi nel classico binarismo “maschile” e “femminile”. Il fenomeno delle persone transgender rientra nella problematica del genere. Per natura si pensava solo a due generi definiti. La realtà psicologica e sociale ha presentato anche altre ipotesi. LEZIONE 23 6) Arjun Appadurai antropologo post-coloniale 7) Arjun Appadurai Arjun Appadurai nasce a Bombay il 4 febbraio del 1949, era un antropologo di origine indiana (India), di religione musulmana, ha studiato in Inghilterra e attualmente vive e insegna all'Università di New York. Fu uno dei massimi esponenti, degli studi Post-Coloniali. Lui, e molti altri, sono nati nel momento del passaggio dal giogo coloniale all'indipendenza, 1947 per l'India, anno simbolo della decolonizzazione, e 1974 per il Bangladesh. Per questo era sempre attento a dar voce a chi di solito non può parlare perché escluso o nel dare una possibilità economica alle più escluse dell'India: le donne vedove rappresenta la vera innovazione dell'antropologia che studia il mondo globale nella contemporaneità. Gli scambi e gli intrecci culturali portano a ciò che Appadurai chiama “deterritorializzazione”. La deterritorializzazione ovvero l’abbandono del territorio, la migrazione e la diaspora, porta le persone che viaggiano a ricostruire e rinegoziare l'identità che si trasforma in nuove identità. Si più avere anche una trasformazione delle diverse identità dovute a flussi “virtuali, come ad esempio la perdita delle proprie tradizioni dovute ai mass media. 8) Commentare i panorami culturali di Arjun Appadurai L’antropologo sistematizza cinque Panorami Culturali: a) Panorama etnico: o etnorama, è dato dal movimento delle persone sia volontario che obbligato; b) Panorama tecnologico: tecnorama, la configurazione globale della tecnologia; c) Panorama finanziario: finanziorama, riguarda l’economia, ovvero i flussi di denaro e compravendita; d) Panorama mediatico: mediorama, costruito dai mass media classici è la loro accessibilità; e) Panorama ideologico: ideotama, è il panorama dov’è politica, ideologia e potere si uniscono elementi di cultura locale diventano forme fonda, e tali di questo cambiamento. LEZIONE 28 5) Commentare le ansie metodologiche nella ricerca multisituata La forma di etnografia multisituata può portare alle Ansie Metodologiche (Marcus le chiama così): - limiti dell’etnografia (studia la formazione che si produce in varie località e con una prospettiva macro) - limiti e ridimensionamento del lavoro sul campo (è un’ipotesi fittizia) - perdita del subalterno (perdita dell’idea del Buon selvaggio). 6) George E. Marcus e la ricerca multisituata George E. Marcus è un antropologo americano di formazione filosofica e storica. I suoi studi sul campo e la sua teorizzazione di nuove forme metodologiche hanno permesso all'antropologia americana, e a quella mondiale, di fare passi avanti dopo un periodo di stasi dovuto da una riflessione profonda sulla disciplina negli anni '70 e ’80. Marcus indirizza la sue ricerche etnografiche, fin dagli anni '80, su due direttrici di ricerca nel sistema globale e della politica economica capitalista: una ricerca su un solo sito, o campo, diretta a far emergere i metodi di resistenza e adattamento dei soggetti studiati elaborando analisi che facessero emergere i “ritratti sociali” degli individui. Il nucleo di tale analisi è nella comprensione e sviluppo di forme culturali nuove che si distaccano e si contrappongono alle forme di subalternità coloniale presenti ancora in diversi paesi del mondo. La seconda direttrice prende in esame non un solo campo o luogo e mette in relazioni “oggetti, identità, significati culturali in uno spazio-tempo più ampio.” È una etnografia mobile (Etnografia Multisituata) che mette in relazioni vari siti e vari campi per sviluppare associazioni e collegamenti tra di loro e alle trasformazioni delle produzioni culturali. Proprio perché i campi di studio non sono così delineati permettono un tipo di ricerca che tocca varie forme e sistemi. Ciò significa avere dei “discontinui e multisituati oggetti di studio”. La novità metodologica dell'etnografia contemporanea è l'accento che poniamo sull'Etica, l'Impegno e l'Attivismo. LEZIONE 29 5) I soggetti di studio e le arene disciplinari nella ricerca mutisituata Con il termine “arene disciplinari” identifichiamo gli studi e le correnti teoriche non riconducibili direttamente all’antropologia ma che per diverse ragioni concettuali possono essere di interesse etnografico. Tre sono gli ambiti in cui antropologo americano ritiene che le ricerche multi-situate abbiano la possibilità di dialogare con diversi metodi e con altri ambiti disciplinari: - Lo studio dei media, le ricerche sulla televisione e sul cinema ed in particolare sulla loro produzione e sulla ricezione di tale produzione rappresentano un tipo di studi sui media. - Lo studio culturale e sociale della scienza e della tecnologia, il lavoro dell’antropologo va a investigare i campi diversi della tecnologia le questioni biomediche o le biotecnologie e i trapianti. - I nuovi studi dello sviluppo, ripensare lo sviluppo significa comprendere i movimenti sociali e capire i vecchi modelli di sviluppo per come attivarne di nuovi. LEZIONE 30 5) Come si costruisce una ricerca multisituata? La ricerca multi-situata e disegnata intorno a: catene, percorsi, filoni, congiunzioni, giustapposizioni di luoghi particolari. Le etnografia multi situate rappresentano i loro oggetti di studio per mezzo di diverse tecniche o modalità. Le tecniche sono un avere propria costruzione dell’oggetto di studio per mezzo di “movimento” con il fine di seguire un certo fenomeno culturale complesso. Le tecniche sono: ▪ Seguire la gente: rappresenta il modo per partecipare ai riti quotidiani sentire discussioni seguire rotte migratorie, osservarli nella preparazione; ▪ Seguire la cosa: significa seguire la circolazione di un certo tipo di oggetto materiale. ▪ Seguire la metafora: significa seguire i segni, i simboli e le metafore, seguire le forme metaforiche e simboliche di discorsi o modi di pensare, un esempio può essere comprendere i modi di dire; ▪ Seguire la trama la storia o l’allegoria: è un tipo di ricerca che segue la cosiddetta “memoria sociale“ delle persone delle comunità; ▪ Seguire la vita o biografia: significa seguire la vita o biografia di una persona raccogliendo storie di vita, il suo vissuto e narrazioni; ▪ Seguire il conflitto: è un tipo di modalità che si utilizza principalmente perché sono di tipo medico o questioni giuridiche. LEZIONE 31 5) Cosa è la repatriation? La questione, di rilevanza internazionale, della destituzione di resti umani e delle culture che ne fanno richiesta è entrata prepotentemente nel dibattito scientifico italiano dopo l’istanza di riconsegna avanzata dal governo australiano di alcuni resti umani conservati in un museo di Firenze. Il primo punto afferma che i resti scheletrici sono parte integrante di una “testimonianza culturale“ che ormai è patrimonio del Comune che li ha in possesso. Il problema, delle indicazioni del documento, è l’intenzione degli antropologi fisici, di portare appello su un campo interdisciplinare coinvolgendo anche antropologi culturali e in particolare coloro che si occupano delle collezioni etnografiche italiane nei musei. L’idea che vorrebbero far passare è che se si inizia restituire i resti alle culture altre che ne fanno richiesta si effettuerà una svuotamento dei musei etnografici e antropologici con grave danno per le generazioni future. Ma questa richiesta non ho ancora avuto risposta dalla comunità scientifica. D’altra parte alcuni antropologi sono dell’avviso che tali resti umani, come degli oggetti rituali, di proprietà delle culture che ne fanno richiesta e che ne possono fare l’uso che ritengono più adatto. La questione della restituzione prevede alcuni aspetti che devono essere collegati ad un rapporto di pacificazione con le popolazioni che ritengano di essere state depredate dal “colonialismo bianco“. La proposta di pacificazione potrebbe passare per una restituzione simbolica della collezione. Restrizione simbolica che contempla una modalità che vede coinvolte le comunità che richiedono la riconsegna dei resti scheletrici, le istituzioni museali ed estate poi vengono fatte richieste. Patrimonio comune significa rendere accessibile condiviso un “tessuto“ che permette l’interazione sociale, che si attiva nelle nuove generazioni con la conoscenza dei tratti culturali altri presenti nelle collezioni museali di etnografici. LEZIONE 32 5) Antropologia e servizio sociale Si sono individuati quattro aspetti che possono essere ricondotti al servizio sociale. Il primo parte dal concetto di conoscenza, in quanto permette l’acquisizione di saperi che possono rendere migliore il lavoro dell’assistente sociale. Il secondo parte dalle considerazioni fatte da Tullio Tentori nell’articolo apparso sulla Rivista del servizio sociale nel 1962; egli sostiene che l’aiuto dell’antropologia al servizio sociale comprende anche il superamento di stereotipi culturali, la comprensione dei valori. Il terzo aspetto riguarda, da parte degli assistenti sociali, il cosiddetto aumento delle competenze culturali. Il termine è stato proposto da diversi autori per sottolineare la necessità di accrescere le conoscenze antropologiche relative alle diverse rappresentazioni della persona, del legame sociale e della morte relativa alle società altre. L’ultimo aspetto è l’intervento dell’antropologia, di cui si può parlare quando le conoscenze di questa disciplina vengono utilizzate per “un problema” o rispondere ai bisogni di una comunità. A questo fine si può elaborare e pianificare una strategia d’intervento che s’ispira a un modello concettuale antropologico, a una conoscenza etnografica di una comunità, a un’identificazione degli obiettivi e ad una pianificazione del processo di intervento. LEZIONE 33 5) Etica nella ricerca sociale L'antropologia, o meglio lo studio dell'uomo e dell'emersione dei fatti sociali e dei simboli che l'uomo assegna agli eventi, dipende da una etica che le fornisce l'apparato epistemologico che gli permette di attivarsi. Attivazione o comprensione che dipende da un'etica consapevole. I sistemi simbolici si muovono in apparati strutturali, una tra tutte le forme religiose, che storicizzate vengono interpretate dagli essere umani attraverso i simboli e i riti. Cambiando il sistema simbolico si cambi l'idea di uomo, anthropos, e l'interpretazione del suo vivere ed agire si instaura in una diversa tipologia di etica. Etica che vede l'uomo al centro della vita come protagonista attento al proprio vissuto ma, anche, attento ai cambiamenti che avvengono in un’ottica multiculturale e comunicativa. Multiculturale nel senso di comprensione dei cambiamenti globali futuri di eventi storici; comunicativa nel senso di capacità di relazione tra gli individui e tra individui e gruppi. LEZIONE 34 6) Commentare le tre fasi del termine Diaspora La diaspora si riferisce a una popolazione che condivide il proprio patrimonio culturale e i propri tratti culturali in modo comune con altri suoi membri in diverse parti del mondo. La prima fase vede l’uso classico del termine principalmente limitato allo studio dell’esperienza ebraica. Escludendo alcuni riferimenti casuali precedenti, il significato classico è stato sistematicamente esteso. Retrospettivamente e senza consenso completo, i palestinesi sono stati successivamente aggiunti a questo gruppo. Nella seconda fase, dagli anni 80 in poi, William Safran, sosteneva che la diaspora si potesse spiegare come una “struttura metaforica“, che disegna un qualcosa di metaforico che si rivolge a diversi simboli, riti, visioni del mondo. LEZIONE 37 7) Frantz Fanon Nasce nel 1925 a Fort-de-France in Martinica, colonia francese considerata oltre mare fino all’inizio del 1600. Lalingua ufficiale è il francese misto creolo, ossia francese mischiato a dialetti africani. Studiò nella capitale fino allo scoppio della seconda guerra mondiale e cominciò a comprendere come si trasforma e si dilaga il razzismo. Cerca di fuggire per arruolarsi con le forze francesi ma dovette attendere per poter partecipare alla guerra sotto la bandiera francese. Quando tornò dalla battaglia si iscrisse alla scuola superiore per conseguire il diploma e continuare con gli studi universitari. Si laureerò prima in odontoiatria e poi in medicina nel ’51. Seguì con molto interesse la scienza psichiatrica; torna in Martinica dove inizia la professione di medico. Comprende che i mali dei suoi compatrioti, neri, non sono malattie di origine biologica ma di ordine psicologico e sociale. Torna in Francia e si specializza in psichiatria. Durante i suoi studi, pubblica molti articoli scientifici (sindrome Nord Africana) dove esprime un’accusa profonda di razzismo nelle istituzioni manicomiali francesi e che le malattie delle persone provenienti dal Nord Africa sono vere e proprie malattie sociali e Sindrome psicosomatiche (non dovuti a malfunzionamenti del cervello, ma iscritte nelle forme più profonde di razzismo e oppressione coloniale). Morirà all’età di 36 anni nel 1961, per un male incurabile. 8) Frantz Fanon e Lacan Frantz Fanon discusse la sua tesi dottorale a Lione il 29 novembre 1951 e trattò di disturbi mentali e disturbi neurologici ma prende in esame le diverse teorie psicologiche di diversi autori. L’autore che lui predilige è Jacques Lacan, definito come un “logico della follia”. Due questioni importanti sono centrali per Lacan: le relazioni di comprensione (eredita da Jaspers) e l’intenzionalità. L’intenzionalità è la capacità umana di sviluppare delle manifestazioni, delle attività nella realtà; la relazione o le relazioni di comprensione sono criteri per comprendere la patologia dell’individuo. Per Franz e Lacan il mancato appagamento del desiderio provoca conflitti. I conflitti portano attenzione sociale della personalità. In Lacan si possono individuare tre caratteri fondamentali: un significato umanamente comprensibile delle potenzialità dialettiche di sviluppo e di guarigione (forma di catarsi); la partecipazione dell’individuo (partecipazione sociale); comprensione della dialettica (linguistica) dell’individuo. La follia, per Lacan, è un disordine di quella certa persona nel mondo; ci sono due modalità per uscire da questa rottura fra interno ed esterno: o una forma di violenza verso l’esterno o è lui stesso a colpirsi per effetto del contraccolpo sociale. LEZIONE 38 6) La critica post-coloniale di Frantz Fanon Uno dei saggi scritti nell’epoca in cui Fanon è psichiatra in Algeria, prende in esame l’idea di etnopsichiatria del professor Porot (francese). Egli analizza la malattia mentale degli uomini musulmani, dando indicazioni profonde su quella che è una concezione razzistica che è presente ancora negli anni ’30 e ’40 del 900. Si sostiene che la malattia mentale musulmana è sviluppata da un concetto di immaturità dell’individuo formata da un tipo di primitivismo psichiatrico che è una condizione sociale giunta perché l’individuo non riesce ad evolversi. La critica di Fanon è prima di tutto sulla radice scientifica di questo pensiero e soprattutto sulla concezione di pigrizia mentale dell’africano e del musulmano che riporta il pensiero psichiatrico scientifico a forme di razzismo biologico in auge a inizio secolo scorso. Un altro punto che caratterizza il lavoro di Fanon è lo studio fatto su donne musulmane con test per immagini (TAT) i quali risultati erano discordanti con quelli ottenuti dalle donne occidentali. Questo è spiegato dal fatto che il solo lavoro quantitativo psichiatrico non ha valore se non è supportato da questioni antropologiche e fenomenologiche: il test quindi non funziona con le donne musulmane perché la vita immaginaria non può essere isolata da quella reale. Essendo individui non appartenenti alla cultura occidentale, non possono conoscere tratti da loro mai visualizzati. LEZIONE 39 5) Definire la malattia sociale nel pensiero di Frantz Fanon Quello che per alcune culture è follia per altri potrebbe essere di identificazione da una relazione molto forte con entità extra umana o con una divinità. La questione importante è la dignità e la centralità dell’essere umano. Fanon sostiene che bisogna avere rispetto del cosiddetto folle perché egli, malgrado, tutto rimane un uomo e la sua follia è parte della sua rappresentazione del mondo. Rappresentazione del mondo dei musulmani nordafricani che per gli psichiatri aveva un nome: sindrome nordafricana. Sottolinea come queste persone abbiano “fame di umanità” proprio perché trattati in modo disumano. Quello che dicevano e sostenevano i vecchi manuale di psichiatria sul Nord africano erano forme di colonialismo medico. Te le volte questa sindrome era considerata come forma di pigrizia, un modo per non lavorare e cercare di sottrarsi a quelli che sono pesanti. Il dolore vedendo l’africano è giudicato in consistente sostiene fa quello che dicevano e sostenevano i vecchi manuale di psichiatria sul nord africano erano forme di colonialismo Hijo. Te le volte questa sindrome era considerata come forma di pigrizia, un modo per non lavorare e cercare di sottrarsi a quelli che sono pesanti. Il dolore vedendo l’africano è giudicato inconsistente sostiene Fanon. E ancora tutte le sue azioni saranno giudicate a partire dagli a priori ovvero che è nordafricano è che finge. Un’altra forma di palese razzismo nel dare del tuo amato in classe con lei che si utilizza per le persone accidentali e europee. Fanon sostiene che se si continua a non considerare le variabili culturali, religiose, geografiche, linguistica, di genere sessuale e dei nostri pazienti, noi vogliamo come psichiatri come scienziati ma soprattutto come uomini. A questo punto saremo noi a creare una terapia ad hoc. Vent’anni dopo la morte di Fanon sarà la base del pensiero di Franco Basaglia ovvero cercare di umanizzare la terapia e di dare dignità ai pazienti. LEZIONE 40 5) Frantz Fanon e la terapia sociale Qual è la sua idea di terapia e quali sono le difficoltà metodologiche? Il servizio per persone che hanno bisogno di un supporto psichiatrico ma soprattutto del supporto psichiatrico di tipo etnico, deve essere pensato e lavorato in modalità assolutamente personale e identificativa del gruppo etnico di appartenenza. Fanon sottolinea come la psicoterapia di gruppo si riveli difficile per i musulmani, o quando i successi rapidi si trasformano i miei successi nella terapia psichiatrica. Questi sono dati anche e soprattutto da personale infermieristico o medico non formato delle questioni etniche. Sostiene che è necessario un atteggiamento rivoluzionario perché bisogna superare i pregiudizi occidentali e comprendere in profondità la cultura del paziente. A questo punto l’idea di un day- hospital è ottimale. Alcune malattie o dissociazioni sono frutto dello shock culturale dello scontro con la cultura bianca occidentale e a questo punto bisogna sviluppare un tipo di terapia che rimette insieme la tradizione e la modernità. Un musulmano nordafricano non riconosce la giustizia occidentale perché riconoscerla significherebbe approcciare un tipo di cultura non sua a questo punto la divisione tra gruppi e totali. Anche idea della lingua il significato che è una lingua è una cultura importante, sostiene che l’imposizione coloniale di una lingua, è una forma di colonialismo. LEZIONE 41 5) I movimenti di alfabetizzazione in Brasile all’epoca di Paulo Freire Lo sviluppo del pensiero pedagogico di Paul Freire è stato influenzato da diverse questioni storiche, sociali, culturali e biografiche. Una parte fondamentale del pensiero di Freire è il suo profondo rapporto con il cristianesimo: l’essere umano non può essere neutrale e la sua neutralità significa già prendere una posizione, questa neutralità viene messa in discussione da Freire e da quella che viene chiamata la teologia della liberazione. Proprio ne “La pedagogo degli oppressi”, l’autore ha un fondamentale rapporto con il cristianesimo e quindi con l’amore universale e questioni che accomuna l’individui. L’appartenenza di fatto ha un pensiero critico che ha come esempio principale quella della scolarizzazione o autogestione, e si propongono quindi forme di educazione sperimentale, completamente diverso orientamento dogmatico della pedagogia brasiliana degli anni 40’-60’. L’opera viene alla luce a metà degli anni ’70, nel momento di cambiamento del pensiero mondiale dovuto a diversi fattori culturali, sociali ed economici. In tutta l’America latina si sviluppò un tipo di pensiero chiamato teologia della liberazione, pensiero che viene osteggiata dalla Santa sede e principalmente da Papa Giovanni Paolo II che nega la possibilità di accumulare Cristo come rivoluzionario e al cardinale. Joseph Ratzinger ritiene incompatibile la teoria marxista e la teologia della liberazione come dottrina sociale della Chiesa. Nella realtà il Sudamerica vive una condizione di povertà e subalternità politica a regimi militari o a democrazie di cartone che non permettono quello che possiamo definire il centro dell’unità. La rivendicazione della democrazie fondamentale per trasformare il sistema. È una pedagogia politica perché il soggetto è portato a sviluppare una coscienza non solo sociale ma anche sulla questione Polis. Ciò che si vuole sviluppare nel soggetto è una forma di curiosità, che significa fare domande e soprattutto continuare a rimanere curioso per tutta la durata della sua vita. Freire considera la curiosità come un momento altamente pedagogico e un sentimento che permette a quella persona di sviluppare emozioni che lo porteranno a razionalizzare quella che è la sua presa di coscienza. L’educazione è così concepita come una forma di umanizzazione e soprattutto una forma dialogica ovvero improntata sul dialogo. I punti fondamentali dell’educazione dialogica sono appunto le curiosità, il confronto fra quello che è il mondo reale e il mondo delle letture delle idee delle persone, lo sviluppo di un criterio di verità improntato alla solidarietà. La solidarietà permette l’inclusione sempre dell’altro quindi la pedagogia degli oppressi è anche una pedagogia che esprime un mezzo di rifiuto di quella che è la forma pedagogica brasiliana dell’epoca che Freire chiama educazione bancaria. Lui utilizza la metafora della banca e del conto in banca, per indicare come la pedagogia brasiliana sia in realtà una forma burocratizzata di operazioni di deposito di informazioni, come un deposito bancario e dove l’allievo non fa altro che avere un tipo di educazione strutturata in senso gerarchico e unidirezionale. Non c’è confronto in questo tipo di pedagogia, non c’è dialogo e si verificano i meccanismi della società ovvero una società antidemocratica. A questo punto la riforma pedagogica con il metodo di Freire permette una presa di coscienza dell’individuo adulto “produttore di cultura”. LEZIONE 45 6) Analizzare la pedagogia degli oppressi in relazione alla vita di Paulo Freire Quindi la pedagogia degli oppressi è anche la pedagogia che esprime un mezzo di rifiuto di quella che è la forma pedagogica brasiliana del libro che Paulo Freire chiama educazione bancaria. Lui utilizza la metafora della banca per indicare come la pedagogia brasiliana sia in realtà una forma di burocrazia di operazioni di deposito di informazioni, dove l’allievo non fa altro che avere un tipo di educazione è strutturato in senso gerarchico e unidirezionale. Non c’è confronto in questo tipo di pedagogia, non c’è dialogo e si reificano i meccanismi della società. A questo punto la riforma pedagogica con il metodo Freire permette una presa di coscienza dell’individuo adulto “produttore di cultura“. Un altro punto fondamentale è la convinzione che i saperi tradizionali chiamati anche superstizione, sono partito cattivo e il bagaglio culturale di una persona e sono soprattutto è fonte di dialogo tra maestri. L’educazione è qualcosa che deve essere fatta con le persone e non sulle persone. In definitiva il pedagogista brasiliano mette in discussione quello che è l’autoritarismo e la educazione tradizionale, inserisce la possibilità di insegnare alle persone a fare domande, modalità per rendere dinamica la relazione tra docente e discendente. Per Freire, infine la sua pedagogia è un atto politico. LEZIONE 46 5) I beni immateriali Il fine del presente contributo è quello di integrare concetti come beni immateriali e territorio, analizzando i beni patrimoniali intangibili, la prospettiva comunitaria, l’ambito delle feste e tradizioni, come cioè nella postmodernità consumistica tali concetti possano rappresentare crescita e sviluppo locale. Descrivere la relazione tra beni immateriali e territorio in una prospettiva sociologica rimanda alla tutela stessa dei patrimoni e lo sviluppo delle economie locali. L’idea di promozione e valorizzazione di un bene territoriale nasce dall’ottica proposta da Magnaghi di un “ritorno al territorio”, ossia una necessaria ricostruzione delle basi materiali e delle relazioni sociali necessarie a produrre una nuova civilizzazione. L’Unesco, in una convenzione internazionale tenutasi a Parigi nel 2003 definisce come “patrimonio culturale immateriale” le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how ma anche gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi (comunità) riconoscono come parte del loro patrimonio culturale. I beni immateriali donano senso di identità e di continuità alle popolazioni, promuovendo il rispetto per la diversità culturale immateriale unicamente nella misura in cui è compatibile con gli strumenti esistenti in materia di diritti umani e con le esigenze di rispetto reciproco fra comunità, gruppi e individui nonché in un’ottica di sviluppo sostenibile. Gli obiettivi principali del programma sono stati individuati nella promozione delle eredità orali e immateriali e della loro salvaguardia, così come nell’incoraggiamento dei giovani aderenti e prendere misure legali, tecniche, amministrative e finanziarie perché s’istituiscano dei dipartimenti per la documentazione del loro patrimonio culturale immateriale e affinché quest’ultimo sia reso più accessibile. Patrimonio immateriale o intangibile è inoltre una categoria entrata nel discorso delle politiche culturali e delle discipline scientifiche. Saperi, performance, forme espressive tramandate dalla tradizione orale e legate esclusivamente alla memoria, alle pratiche, al linguaggio di “portatori” viventi. LEZIONE 47 5) Parlare dell’Etnia, dell’Etnicizzazione e dell’Etnico facendo anche degli esempi. Etnia: (dal greco città-stato e popolo) è un raggruppamento di popolazione in cui manca qualcosa di decisivo in rapporto alla società di cui appartiene l’osservatore, ossia colui che ha il potere di nominare e definire gli altri. Diventa centrale come termine nel XXI secolo. Etnicizzazione: tendenza a interpretare in chiave etnica tensioni, conflitti e in generale eventi che sono spiegabili su altre basi. Etnico: il termine si riferisce a una pluralità di referenti; può essere utilizzato per menzionare la diversità in modo politicamente più corretto e meno valutativo di razza o tribù. 6) Parlare dell’Acculturazione e dell’Assimilazione facendo anche degli esempi Acculturazione: termine usato dagli antropologi per indicare una situazione di contatto tra culture diverse dotate di diverso potere, con i cambiamenti che ne derivano e che consistono generalmente nel fatto che la cultura meno potente è socializzata ai tratti culturali di quella dominante. Assimilazione: tripodi mutamento culturale che si verifica nel contatto tra culture dotate di diverso potere, dove la cultura dominante si impone nella sua interezza, mirando a cancellare gli elementi di diversità culturale. 7) Parlare del pregiudizio facendo degli esempi Pregiudizio: atteggiamento basato su assunzioni non fondate nella conoscenza e nella relazione, spesso con base irrazionale verso un gruppo diverso dal proprio o un membro del gruppo. Può causare conflitto, esitamento e ostacolare la comunicazione. Può produrre discriminazione. 8) Razza, Razzializzazione e Razzialismo Razza: raggruppamento umano le cui caratteristiche fisiche risultano visibili a occhio nudo, è un concetto la cui scientificità è stata messa in discussione dai moderni studi sul menoma, che riconoscono il patrimonio genetico umano come meticcio. Razzializzazione: rappresentazione delle differenze tra i gruppi umani come derivanti da fattori biologici. Biologizzazione delle interazioni sociali. Razzialismo: razzismo-ideologia, che non coincide necessariamente col razzismo come comportamento di disprezzo, esclusione, espulsione. Ha la sua connotazione in Europa tra la metà del XVIII secolo e la metà del XX secolo. Si basa su cinque proposizioni fondamentali. 9) Razzismo e Razzializzazione Razzismo: Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la 'purezza' e il predominio della 'razza superiore'. Razzializzazione: rappresentazione delle differenze tra i gruppi umani come derivanti da fattori biologici. Biologizzazione delle interazioni sociali. 10) Parlare delle razze. Esistono? E se sì o no, argomenta la risposta Le razze non esistono. Non sono stati trovati mutamenti del DNA riguardo ai diversi soggetti presi in esame. Si può parlare di etnie, ma non di razze. 11) Parlare della Cinesica e della Prossemica facendo anche degli esempi La cinesica (dal greco kinesis, movimento) è la scienza che studia il linguaggio del corpo. Il termine cinesica venne ideato dall'antropologo americano Ray Birdwhistell negli anni cinquanta del XX secolo. La prossemica è la disciplina semiologica che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all'interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale. [Diagramma di Edward T. Hall con i raggi espressi in piedi e metri.] Il termine, derivato dall'inglese prox(imity) «prossimità», probabilmente composto col suffisso -emics come per phonemics «fonemica» e simili, è stato introdotto e coniato dall'antropologo Edward T. Hall nel 1963 per indicare lo studio delle relazioni di vicinanza nella comunicazione. 9) Cosa intende Roberto Beneduce con la categoria corpo razziale? Nel suo saggio “Decolonizzazione la follia” Beneduce introduce alcuni scritti e articoli brevi di Frantz Fanon. Per “corpo razziale”, Beneduce, intende lo stato di “twoness”, dilaniamento tra ciò che si è e ciò che non si è propria degli individui che vivono una condizione di oppressione e inferiorità. Il cosiddetto “uomo nero” (di pelle nera) o i nordafricani “dannati della terra” sono costretti a cercare un equilibrio tra la loro cultura e quella degli oppressori: un equilibrio fittizio, sempre in bilico, che non permetterà mai una reale ridefinizione dell’identità. Negli anni in cui Fanon scrive e vive la realtà della Martinica francese e dell’Algeria, nessun equilibrio potrà mai essere raggiunto: i colonizzatori impongono con l’esercizio del potere e con la violenza (si ricordino le torture nei carceri algerini negli anni ‘50) le loro leggi e la loro cultura “superiore” e gli oppressi sperimentano una scissione interiore che li destabilizza e li fa percepire, fin dalla nascita, un problema e la causa stessa dei propri mali (il sé razzializzato). Si ha, allora, una condizione di estrema fragilità che spesso conduce a manifestazioni cliniche che vanno da disturbi generalizzati (dolori e fastidi diffusi) a episodi psichiatrici di maggior entità. Ed è proprio qui che sorge la necessità, per Fanon sulla scia di Lacan, di un’etnopsichiatria che non si dedichi alla cura del sintomo con metodologie occidentali e farmacologiche, ma che “curi l’uomo” in senso antropologico. 10) La libertà in Freire e la libertà in Fanon Queste due figure sono vissute in due paesi del cosiddetto Terzo Mondo e ambedue rapidamente svilupparono una teoria della liberazione dall’oppressione, Freire in campo educativo, Fanon in campo psicologico. Per Freire la libertà consisteva nella conoscenza e l’istruzione mentre per Fanon ci incentrava tutto sull’uguaglianza e la non discriminazione. 11) Comparare il pensiero di Freire e di Fanon Vissuti in due paesi del cosiddetto Terzo Mondo, ambedue rapidamente svilupparono una teoria della liberazione dall’oppressione, Freire in campo educativo, Fanon in campo psicologico. Ambedue saranno militanti impegnati e schierati con i diseredati, i poveri, gli oppressi, cioè con i «dannati della terra». Pure nelle differenze di percorsi vi sono diversi punti di contatto; Freire studia filosofia e pratica la pedagogia critica nel suo paese, il Brasile, poi in molti paesi dell’America latina, mentre Fanon studia medicina, arriva alla psichiatria mediata dalla riflessione filosofica e dall’impegno politico, facendolo nel contesto coloniale dell’Algeria ancora occupata dai francesi. Entrambi si concentrano sui meccanismi dell’oppressione e sull’alienazione degli oppressi dipendenti in modo ambiguo e contraddittorio dai loro oppressori. Freire nella dialettica educativa tra educatore e educando e Fanon nella dialettica tra medico e paziente vedono il nocciolo del processo di alienazione; che sia nella relazione educativa o nella relazione terapeutica quello che tentano di evidenziare è proprio il meccanismo della dominazione, solo possibile se in qualche modo l’oppresso finisce per identificarsi con chi lo disumanizza, e anche la possibile emancipazione dalla struttura di dominio. Riprendendo quasi testualmente le analisi di Fanon, il pedagogista brasiliano parla della dualità esistenziale degli oppressi che accolgono dentro di loro l’oppressore e che, in questo modo, sono insieme sé stessi e un altro. Frantz Fanon studiando la sofferenza psichica sottolinea come la relazione trasformata in rapporto di dominio diventa il fattore preponderante della costruzione del complesso d’inferiorità e della dipendenza anche emozionale dell’oppresso dall’oppressore, del malato dallo psichiatra. 12) La follia e il magrebino: analisi post-coloniale di Frantz Fanon Viene detto che l’individuo malato non sembra sempre che approfitti della sua condizione di malato, per liberarsi da responsabilità di comportamento e altro. Viene poi interpellata la madre del malato che nonostante la condizione del figlio non gli attribuisce competenze e nonostante tutto rimane dalla sua parte. Viene poi definito che il malato mentale non è responsabile delle sua azioni in quanto il gene della follia lo ha intaccato. Viene poi nominata la “malattia-genio”, in questo caso si tratta di una malattia accidentale, più o meno duratura; al momento della guarigione il soggetto riprenderà il suo posto nella società. Si conclude col fatto che nel Magreb esiste una così definita “assistenza psichiatrica” che però cura in modo parziale il soggetto, senza una “resa” soddisfacente, dall’altro lato l’uomo viene trattato come tale, e non come malato; c’è il rispetto del folle in quanto uomo. In alcune regioni questa condizione viene vista come intervento divino e che la famiglia cerca di strutturare a suo guadagno. 13) Fallimento della terapia occidentale sui pazienti arabi: il caso del test TAT Un altro aspetto importante di quella che è la questione dialogica nel lavoro di Fanon è quella in relazione a un tipo di test per immagini, il TAT, che sulle donne musulmane, a Blida per la precisione, non dava gli stessi risultati che dava con le donne occidentali. Quello che emerge nel lavoro intellettuale sul tipo di test psichiatrico è che il solo utilizzo del lavoro quantitativo psichiatrico non ha valore se non supportato da questioni antropologiche e fenomenologiche. Il metodo del test non funziona con i pazienti musulmani e principalmente con le donne musulmane perché la vita immaginaria non può essere isolata da quella reale. Quindi nel dialogo tra psichiatra e paziente le figure che vengono mostrate nel test devono essere coerenti con la vita sociale e quotidiana delle donne. L’accusa che si fa alle donne musulmane di non avere fantasia e assolutamente falsa nella misura in cui esse non possono immaginare i tratti culturali che loro non conoscono. Se il test è tarato per donne occidentali le immagini che vengono visualizzate sono riconosciute culturalmente dalle donne occidentali ma non dalle donne musulmane che sotto l’aspetto religioso hanno anche le questioni e le esigenze molto precise della prospettiva di significato date dal Corano. Ancora la vita immaginaria non può essere isolata da quella reale, dal mondo concreto. Il mondo oggettivo può nutrire contestualmente e permettere di legittimare e fondare l’immaginario. In questo senso l’immaginazione e l’immaginario sono possibili solo nella misura in cui il reale ci appartiene e quindi nelle figure che non appartengono al nostro mondo culturale queste rimangono aliene e non possono essere rappresentate nella narrazione, nel dialogo. A questo punto Fanon sottolinea che il modo culturalmente competente di lavorare con le persone di altre culture deve essere sviluppato attraverso una conoscenza di quella cultura e di conseguenza con parole, simbolo e significati propri a quella cultura e immediatamente riconoscibile. 14) Commentare la sindrome Nord-Africana nella critica di Fanon Riguardo alla sindrome sono esposte delle tesi poi spiegate nel dettaglio: ▪ Tesi I: che il comportamento del nordafricano provoca spesso nel personale un atteggiamento di diffidenza verso la realtà della sua malattia; ▪ Tesi II: che l’atteggiamento del personale medico è spesso aprioristico. Il nordafricano non si presenta con un contenuto comune alla propria razza, ma su un contenuto costruito dall’europeo. In altri termini il nordafricano, sin dalla prima comparsa, entra spontaneamente in un quadro preesistente. ▪ Tesi III: che le volontà migliori, le intenzioni più pure, devono essere chiarite. Della necessità di effettuare una diagnosi situazionale 15) Parlare della critica di Fanon al Prof. Porot e a tutta l’etnopsichiatria dell’epoca Lo psichiatra Porot prese in esame la malattia mentale degli uomini musulmani dando indicazione profondi su quello che è una concezione razzistica che è ancora presente negli anni 30 e 40 del scorso secolo. Sostiene che la questione della malattia mentale musulmana è sviluppata da un concetto di immaturità dell’individuo formate da un tipo di primitivismo psichiatrico che è una condizione sociale giunta perché l’individuo non riesce ad evolversi. La critica che Fanon che fa a questo punto di vista è prima di tutto sulla radice scientifica di tale pensiero e sulla concezione di pigrizia mentale che riporta il pensiero psichiatrico scientifico forma di razzismo biologico in angue all’inizio del secolo. Un altro aspetto importante di quella è la questione dialogica nel lavoro di Fanon è quella in relazione a un tipo di test per immagini sulle donne musulmane, non dava gli stessi risultati che dava con le donne occidentali. Quello che emerge nel lavoro intellettuale sul tipo di test psichiatrico e che il sorriso del lavoro quantitativo psichiatrico non ha valore se non supportato da questioni antropologiche e fenomenologiche. Il metodo del test non funziona con pazienti musulmani e donne musulmane. Quindi nel dialogo tra psichiatra e paziente le figure che vengono mostrate nel testo devono essere coerenti con la vita sociale e quotidiana delle donne. Se il test è tarato per donne occidentali le immagini che vengono visualizzati e sono riconosciute culturalmente dalle donne occidentali che sotto l’aspetto religioso hanno anche le questioni di esigenze molto precise. Ancora la vita immaginaria non può essere isolata da quella reale, del mondo concreto. L’immaginazione è possibile solo nella misura in cui il reale ci appartiene quindi nelle figure che non appartengono al nostro mondo culturale queste rimangono aliene e non possono essere presentate nella narrazione. 16) La libertà e la democrazia nel pensiero di Freire La rivendicazione della democrazia è fondamentale per trasformare il sistema, per Freire la sua idea di pedagogia è libertà, ovvero una forma di rivoluzione sociale improntata principalmente sulla possibilità di cambiare se stessi e migliorarsi. 17) La critica alla pedagogia degli oppressi di Freire La pedagogia degli oppressi è la pedagogia che esprime un mezzo di rifiuto di quella che è la forma pedagogica brasiliana del libro che Paulo Freire chiama educazione bancaria. Lui utilizza la metafora della banca per indicare come la pedagogia brasiliana sia in realtà una forma di burocrazia di operazioni di deposito di informazioni, dove l’allievo non fa altro che avere un tipo di educazione è strutturato in senso gerarchico e unidirezionale. Non c’è confronto in questo tipo di pedagogia, non c’è dialogo e si reificano i meccanismi della società. A questo punto la riforma pedagogica con il metodo Freire permette una presa di coscienza dell’individuo adulto “produttore di cultura“. Un altro punto fondamentale è la convinzione che i saperi tradizionali chiamati anche superstizione, sono partito cattivo e il bagaglio culturale di una persona e sono soprattutto è fonte di dialogo tra maestri. L’educazione è qualcosa che deve essere fatta con le persone e non