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Dispense economia e gestione della banca primo parziale, Appunti di Gestione della Qualità

Appunti integrati con spiegazione di economia e gestione della banca Voto 30/30

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 25/03/2023

giulianosenzo
giulianosenzo 🇮🇹

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Scarica Dispense economia e gestione della banca primo parziale e più Appunti in PDF di Gestione della Qualità solo su Docsity! ECONOMIA E GESTIONE DELLA BANCA Il sistema economico è l’insieme dei soggetti che svolgono attività atte a procurarsi beni e servizi funzionali al soddisfacimento dei propri bisogni all’interno di un framework regolamentativo. Se ne possono identificare due metà: un sistema che concerne l’economia reale, e un sistema puramente finanziario. Ad oggi sono entrambe necessarie e strettamente correlate. • Sistema reale: è un insieme di persone, beni/servizi e forza lavoro che gli individui inter scambiano per soddisfare bisogni propri. • Sistema finanziario: si tratta dell’insieme dei flussi e scambi finanziari alle spalle del sistema reale, quindi i mezzi di pagamento, il trasferimento di moneta… Sistema reale e finanziario sono strettamente interdipendenti, e soltanto un loro contemporaneo equilibrio permette quello economico complessivo. La teoria economica suggerisce la necessità di equilibrio tra i due sistemi: 𝑷𝑸 = 𝑴𝑽. L’economia reale è rappresentata dal complesso di beni e servizi prodotti (Q) moltiplicato per i relativi prezzi (P) e deve essere in equilibrio con il quantitativo di moneta (M) presente sul mercato e dotata di una sua specifica velocità di circolazione (V). Analizzando i singoli elementi che compongono la relazione: Q: quantità di beni prodotti. P: prezzi ai quali Q viene scambiata. PQ = benessere dell’economia reale, PIL. M: moneta in circolazione. V: velocità di circolazione della moneta, ovvero il numero di volte in cui un euro viene scambiato in unità di tempo. Questa dipende in proporzione diretta dalla propensione al consumo. Esiste anche la propensione al risparmio; in questo caso al suo aumentare, diminuisce la velocità. Quando la relazione è in disequilibrio, uno o più delle variabili si devono modificare per ristabilirlo. La capacità di farlo non è omogenea per tutte le variabili. Vediamo come restaurare l’equilibrio nelle seguenti ipotesi. • Aumento prezzi (inflazione): - ∆↓ 𝑸: Nel sistema reale si dovrebbe scambiare meno. Non è un’opzione plausibile perché le curve di breve e medio dei paesi sono difficilmente modificabili. - ∆↑ 𝑽: Si potrebbero stimolare i consumi nel breve termine, in modo tale che la velocità cresca. - ∆↑ 𝑴: Si potrebbe iniettare moneta nel sistema. Non si fa direttamente, ma si passa per intermediari finanziari. È questa la variabile più efficacie. • Aumento delle quantità di beni prodotti: - ∆↓ 𝑷: Diminuzione dei prezzi, dato generalmente da un aumento dell’offerta. - ∆↑ 𝑽: Aumento della velocità di circolazione della moneta. - ∆↑ 𝑴: Aumento della moneta in circolazione. • Aumento di moneta sul mercato: - ∆↓ 𝑽: Si potrebbe diminuire la velocità. - ∆↑ 𝑷/ ∆↑ 𝑸: Si aumentano i prezzi o le quantità o entrambi. Variabile più efficacie (implicazioni macro). • Aumento della velocità di circolazione della moneta: - ∆↑ 𝑷: I prezzi aumentano. - ∆↑ 𝑸: Si sprona a produrre di più - ∆↓ 𝑴: diminuzione della quantità di moneta nel sistema. Se lo squilibrio persiste? In questo caso si verifica una crisi sull’economia reale o una bolla speculativa nel sistema finanziario. Un esempio è quello fornito dalle bolle speculative - Se S<I il saldo finanziario è negativo, e quindi quei soggetti sono in deficit. - Se S=I il saldo finanziario è nullo, e quindi si investe tutto quello che si guadagna. Per il complesso dell’economia nazionale il saldo del conto del capitale identifica la posizione del paese nei confronti del resto del mondo. La maggior parte dei settori è caratterizzato da uno specifico saldo finanziario: - Le imprese sono tipicamente soggetti in deficit. Hanno bisogno di finanziamenti per portare avanti R&D ed effettuare investimenti: spendono più di quello che hanno per sfruttare la leva finanziaria. - Le famiglie sono solitamente un settore in avanzo. - La pubblica amministrazione è un settore in disavanzo. - L’estero non ha un saldo caratteristico, dipende dai casi. Esempio di paese in surplus è il Giappone, in deficit gli USA. Le istituzioni finanziarie sono chiamate a raccogliere, trasformare e impiegare le disponibilità finanziarie degli operatori in surplus per finanziare quelli in deficit. Agevolano lo scambio e mettono in contatto deficit e surplus. Attività e passività La composizione di attività e passività finanziarie dei settori istituzionali dipende da: • Scelte di investimento e finanziamento dei diversi settori nel tempo: si crea un mismatch tra lato domanda e lato offerta perché i due lati hanno obiettivi temporali diversi. • Trasformazioni strutturali del sistema finanziario (ad es. crescita dei circuiti diretti). • Modelli di sviluppo economico perseguiti (welfare state): le scelte di finanziamento possono dipendere dalla pressione fiscale e dalle aliquote. • Fattori demografici e di educazione finanziaria: è sempre meno vero che i fattori demografici influenzano le decisioni d’investimento. È invece vero che la propensione al rischio è diversa per genere ed età. L’educazione finanziaria incide poi molto sulle scelte d’investimento (imp), insieme al contesto economico. Effetto gregge: si creano correnti (momentuum) di acquisto (vendita) massivo sui mercati. Tutti investono su uno strumento che ha scarsa analisi fondamentale. Si parla poi di panic selling, per descrivere momenti poco razionali di vendita massiva. Vedere i grafici sulle slide per farsi un’idea della composizione di attività e passività dei diversi settori istituzionali. Segni dei saldi e trends sono indicativi dei fabbisogni di trasferimento di risorse finanziarie tra diversi settori, realizzato dal sistema finanziario Il fabbisogno di trasferimento dipende da: • Capacità di risparmio delle famiglie • Capacità di auto-finanziamento e di investimento delle imprese • Gestione del deficit delle amministrazioni pubbliche e investimenti pubblici • Interscambio con l’estero Ricchezza Si possono utilizzare più definizioni per rappresentare e definire la ricchezza: • Ricchezza finanziaria netta: attività finanziarie (AF) – passività finanziarie (PF) • Ricchezza totale lorda: attività finanziarie (AF) – attività reali (AR) • Ricchezza totale netta: ricchezza totale lorda – passività finanziarie (PF). Quindi il patrimonio netto (PN). I soggetti in surplus e quelli in deficit devono essere messi in condizione di trasferire risorse all’interno del sistema economico. Affinché ciò sia possibile, è necessario un certo grado di finanziarizzazione dell’economia: è necessario che i risparmi delle famiglie non rimangano sotto il materasso, e quindi che i redditi non consumati o la ricchezza accumulata debbano poter essere incorporati in contratti che rappresentano investimenti per i detentori e finanziamenti per gli utilizzatori. In altre parole, è necessario che il surplus di risorse finanziarie possa essere iscritto e incorporato in un contratto finanziario, in quanto domanda e offerta devono incontrarsi, e non possono farlo liberamente. Il contratto finanziario è la forma d’investimento per chi è in surplus e la forma di finanziamento per chi è in deficit. Inoltre, devono essere ben definite le scadenze, l’importo, gli interessi e il rimborso: i contratti devono essere standardizzati. Il contatto tra domanda e offerta Esistono almeno 3 modi per mettere in contatto Deficit e Surplus: • Scambi diretti autonomi: i datori di fondi e i prenditori di fondi si incontrano senza che alcun intermediario assuma una propria posizione negli scambi, a credito o a debito; si ricercano soggetti direttamente sul mercato. Questi tipi di scambi non trovano posto nei sistemi finanziari ed economici che siamo abituati a conoscere. • Scambio diretto assistito: i soggetti di domanda e di offerta rimangono controparti dirette dello scambio, ma l’intermediario svolge una funzione di ricerca e selezione della controparte, al fine di rendere compatibili le differenti esigenze dei soggetti di domanda e di offerta; Si verifica nel momento in cui un soggetto in surplus e uno in deficit vengono messi in contatto da una terza parte che agisce da broker. Il broker può essere una banca, una SIM o anche il mercato, che può facilitare questo tipo di scambio. Il broker non si sostituisce nello scambio finanziario, ma di fondo c’è sempre un contratto tra i due soggetti. La sua funzione è solamente quella di assistere la ricerca di soggetti con necessità coerenti tra loro. Anche la banca può agire come un broker. • Scambio intermediato/indiretto: l’intermediario si interpone tra le due categorie di soggetti assumendo una propria posizione, a credito nei confronti del prenditore di fondi e a debito verso il datore di fondi. Questo tipo di scambio prevede due contratti: Il primo tra il soggetto in surplus e l’intermediario, il secondo tra l’intermediario e il soggetto in deficit. Un esempio è l’immobilizzazione della liquidità tramite contratto con la banca, che concede nel contempo credito, garantendo un interesse al cliente. Ad oggi si ritrovano tutte queste tipologie di scambi sul mercato. Fractional reserve system: il sistema bancario opera in regime di riserva frazionata, ovvero ogni qualvolta che si deposita, la liquidità non rimane integralmente interna alla banca, ma ne rimane solo una frazione. Il deposito viene chiamato ‘a vista’, perché si può ritirare quando si vuole, ma la banca è libera di concedere finanziamenti con l’insieme dei depositi. In altre parole, la banca prende in pool tutte le riserve e le dà ai clienti ‘grandi’ che richiedono finanziamenti. Questa, trasforma le scadenze in modo da accordare le esigenze dei due soggetti. Questo meccanismo funziona solo in periodi di tranquillità finanziaria, perché se si generasse una corsa agli sportelli causata da una situazione macroeconomica critica, la banca si troverebbe sicuramente in difficoltà. L’EFFICIENZA NEGLI SCAMBI Il trasferimento delle risorse si svolge attraverso accordi e prestazioni differite nel tempo, che comportano il rischio per il creditore relativo al buon fine della controprestazione futura. Prima caratteristica del credito bancario è che sia differito nel tempo: il flusso finanziario esce a tempo 0, e rientra al tempo 1. La banca si imbatte in numerosi rischi, ma sicuramente quello più importante è il rischio di controparte, ovvero che alla fine del periodo il debitore non sia in grado di restituire in tutto o in parte il credito. Il sistema finanziario cerca di rendere efficiente il trasferimento di risorse attraverso 3 fattori: Liquidità/negoziabilità Si definisce liquido un asset facilmente trasformabile in moneta senza perdite. Non esistono asset liquidi, ma esistono titoli altamente negoziabili, ovvero altamente scambiabili sul mercato secondario. Affinché gli strumenti abbiano una controparte sempre pronta ad acquistarli (siano negoziabili), è necessario che siano standardizzati. Ad esempio, i derivati hanno bassa standardizzazione, le obbligazioni media standardizzazione e i titoli statali (es. BOT) hanno alta standardizzazione. Trasformazione del rischio Innanzitutto, esistono due grandi tipi di rischi I rischi puri sono rischi non diversificabili che riguardano le persone e il loro patrimonio. Alcuni esempi possono essere la morte o la perdita di lavoro. Sono gestiti dagli intermediari assicurativi e non possono essere neutralizzati (non posso evitare questi accadimenti), ma si può stipulare un contratto per proteggersi nel momento in cui questi avvenimenti accadono, trasferendo il FUNZIONE MONETARIA La funzione monetaria si occupa essenzialmente della creazione e circolazione dei mezzi di pagamento e della gestione del sistema dei pagamenti. È funzione fondamentale e strategica. Tutti gli Stati membri dell’UE fanno parte dell’Unione economica e monetaria (UEM) e coordinano le loro politiche economiche al fine di sostenere gli obiettivi economici dell’UE. Tuttavia, un certo numero di Stati membri hanno compiuto un ulteriore passo avanti e sostituito le loro monete nazionali con l'euro, la moneta unica. Questi Stati membri formano l’Eurozona. L'Unione Economica e Monetaria dell'Unione Europea è un termine ampio che include l'insieme delle politiche fiscali, valutarie, concorrenziali e monetarie messe in coordinamento dal luglio 1988 con lo scopo di avvicinare le rispettive economie dell'Unione Europea. Poiché l’unione monetaria europea richiede che i paesi aderenti abbiano situazioni economico-finanziarie compatibili e i firmatari ad oggi mantengono autonomia politica e fiscale, il Trattato di Maastricht ha previsto alcune condizioni per l’adesione all’Unione e il rispetto da parte degli aderenti di due obblighi di convergenza - Stabilità dei prezzi, quindi un requisito inflattivo: l’inflazione deve essere stabile e intorno al 2% annuo. - Deficit/PIL < 3% e debito pubblico/PIL<60% Questo perché è difficile, da parte della BCE, agire in modo efficacie in paesi con politiche diverse. Mega trend: fenomeni economici-sociali che spostano il mercato in modo omogeneo verso una situazione di benessere o di crisi. All’interno della UEM, il sistema finanziario si occupa di: - creazione e circolazione dei mezzi di pagamento. - garantire il funzionamento del sistema dei pagamenti. La funzione monetaria è svolta fondamentalmente da uno specifico comparto del sistema finanziario: il sistema bancario. A questo si uniscono IMEL (istituto moneta elettronica) e IP (istituto di pagamento), autorizzati dalla Banca d’Italia a creare mezzi di pagamento. Sono infatti la Banca Centrale e le banche i soggetti principali che hanno la prerogativa di poter fornire agli operatori economici dei mezzi di pagamento attraverso la creazione di proprie passività, dotate del requisito di accettabilità e che dunque vengono universalmente accettate come mezzo di pagamento. All’interno dell’UEM ci deve essere un livello specifico di quantità di moneta, dettata dalla politica monetaria della BC. MONETA La moneta è qualsiasi dispositivo personalizzato e/o insieme di procedure concordate tra l’utilizzatore e il prestatore di servizi di pagamento. Quando si parla di moneta bisogna distinguerle per tipologia e per funzione. Tipologia • Moneta legale (banconote): sono emesse e create dalle autorità monetarie e da un soggetto pubblico, ovvero la Banca Centrale. La loro accettazione è imposta per legge e non può essere rifiutata dal creditore. La sua funzione è quella di estinguere le obbligazioni monetarie a carico del debitore. • Moneta bancaria: si tratta dell’insieme degli strumenti e delle procedure di pagamento alternativi alla circolazione della moneta legale. Gli strumenti di pagamento sono un sostituto temporaneo della moneta che permette di ritardare l’esborso monetario ad un momento successivo alla conclusione dello scambio. Le procedure di pagamento invece rappresentano i sistemi di trasferimento della titolarità della moneta (bonifici, giroconti, procedure di incasso e pagamento ecc.) che poggiano sul sistema dei pagamenti. • Moneta elettronica • Cripto-Moneta Funzioni della moneta FIAT • Mezzo di regolamento degli scambi: mezzo di scambio che libera l’acquirente di un bene o servizio da ogni obbligo nei confronti del venditore • Unità di conto: misura il valore intrinseco dei beni e dei servizi all’interno di un determinato contesto sociale, in quanto si attribuisce il valore ad un bene solo attraverso il suo prezzo. • Scorta di liquidità: ha funzione di riserva, in quanto il valore nominale della moneta non cambia mai. Sistema dei pagamenti Il sistema dei pagamenti europeo è costituito da una serie di elementi: - Strumenti (tradizionali, e-payement, m-payment, ...) - Norme (Payment System Directive) - Procedure (TARGET, TARGET 2) - Produttori (banche, IMEL, IP) - Autorità di controllo (BCE e BCN) L’attività delle autorità di controllo è atta ad assicurare efficienza e affidabilità dei trasferimenti di fondi tra gli operatori economici. Il sistema dei pagamenti che gestisce fisicamente il passaggio di moneta è la SEPA (Single Euro Payments Area). La SEPA è l'area in cui i cittadini, le imprese, le pubbliche amministrazioni e gli altri operatori economici possono effettuare e ricevere pagamenti in euro, sia all'interno dei confini nazionali che fra i paesi che ne fanno parte, secondo condizioni di base, diritti ed obblighi uniformi, indipendentemente dalla loro ubicazione all'interno della SEPA. Lo scopo della SEPA è quello di creare un mercato dei pagamenti armonizzato che offra degli strumenti di pagamento comuni (bonifici, addebiti diretti e carte di pagamento), che possono essere utilizzati con la stessa facilità e sicurezza su cui si può contare nel proprio contesto nazionale. Un punto principale dei sistemi di pagamento è la direttiva PSD2 sui servizi di pagamento, tesa ad ordinare in un singolo quadro normativo l'intera materia dei pagamenti. La grande differenza con la PSD1, è che ha aperto il sistema dei pagamenti a soggetti terzi rispetto alle banche, che ora possono creare moneta elettronica. Si sono creati nuovi nodi, i cosiddetti PISP, ovvero circuiti alternativi come Satispay; Gli AISP, che si occupano della parte informativa della transazione; Infine, i CISP, che pur non essendo soggetti bancari, possono emettere carte. Tra questi ultimi si ritrovano i FAAMG, macro-aziende che possono aprire una linea di credito, soprattutto in altri paesi (Applepay, Amazon). Fintech Con il termine “Fintech” viene generalmente indicata l'innovazione finanziaria resa possibile dall'innovazione tecnologica, che può tradursi in nuovi modelli di business, processi o prodotti, ed anche nuovi operatori di mercato. Fintech è dunque l’acronimo che unisce l’ambito finanziario al campo tecnologico. Se ne parla la prima volta nel 2009, quando viene creata la prima criptovaluta (BTC). Quando questi target non rispondono come dovrebbero cosa succede? Nell’esempio di prima succede il credit crunch: le banche diminuiscono fortemente il credito perché troppo rischioso. Avviene in un momento di crisi perché la posizione dei soggetti in deficit è troppo rischiosa e la banca non può permettersi di utilizzare la sua liquidità in queste operazioni. • Target finali: sono i prezzi al consumo, il tasso di cambio, il reddito e l’inflazione. I target finali vengono analizzati per vedere se la politica è stata attuata correttamente. Strumenti di politica monetaria Nell’area dell’euro la decisione di politica monetaria più importante della Banca Centrale Europea è solitamente quella sui tassi di interesse di riferimento. Qualsiasi modifica dei tassi di riferimento incide, a sua volta, sui tassi di interesse che le banche commerciali applicano ai prestiti concessi alla clientela. Perciò, le decisioni di politica monetaria influiscono sulla spesa dei consumatori e sugli investimenti delle imprese, perché vengono trasmesse dagli intermediari bancari. In periodi prolungati di bassa inflazione e tassi di interesse contenuti, la Banca Centrale può anche adottare misure non convenzionali di politica monetaria (e.g. Quantitative easing). Come fa la BCE a stimolare l’economia o a raffreddarla? La BCE amplia o brucia base monetaria attraverso l’imposizione di tassi d’interesse segnaletici (di riferimento). Riusciamo a vedere il cambiamento nel sistema reale perché le banche commerciali applicano tassi differenti alla loro attività creditizia. Se la BCE abbassa i tassi, agli intermediari è concesso prendere a prestito liquidità a tassi agevolati. Con questa liquidità potranno concedere credito ai clienti a tassi proporzionalmente bassi. I mutui a basso costo invogliano le persone a richiedere credito, comprando beni di consumo che creano in seconda battuta un boost produttivo. Nel paese aumenteranno la produttività e assumeranno più persone per far fronte a questo aumento. Questo processo, d’altra parte, stimola l’aumento dei prezzi perché i costi per le imprese salgono. Così facendo si incrementa il tasso di inflazione rispetto a quello stabilito. A questo punto, la BCE rialza i tassi segnaletici riportando la produzione a livello ‘normali’. Questo mismatch che si viene a creare è il credit crunch, ovvero la stretta di credito causata da un rialzo dei tassi, che rende meno conveniente e allettante la concessione/richiesta di credito. Quali sono gli strumenti che la BCE realizza per modificare le dinamiche? Sono principalmente 4 (i primi due hanno effetti a breve termine, la RB ha effetti più strategici) • Operazioni di mercato aperto: si tratta di operazioni svolte dalla BCE con l’aiuto delle BCN, alle quali possono partecipare tutte le banche commerciali dell’eurozona. Sono acquisti e vendite di titoli presso gli operatori di mercato che determinano rispettivamente l’aumento (creazione) e la diminuzione (distruzione) di base monetaria e quindi di liquidità del sistema bancario. Sono operazioni fondamentali perché influenzano i tassi di interesse di mercato, segnalano l’orientamento di politica monetaria e gestiscono condizioni subottimali di liquidità sui mercati. Le operazioni di mercato aperto sono principalmente 4 Operazioni di rifinanziamento principale: operazioni segnaletiche temporanee di immissione di liquidità. Sono pronti contro termine effettuati ogni settimana, con scadenza a 7 giorni. Ci danno segnale delle politiche monetarie poste in essere dalla BCE. Operazioni di rifinanziamento a più lunga scadenza: sono pronti contro termine con scadenza a 3 mesi effettuati ogni mese. In questo caso non si impone alcun tasso, ma una quantità di liquidità pronta ad essere erogata al tasso richiesto dalle banche con meccanismo d’asta. Quest’operazione non è segnaletica, perché si pone come rate-taker. Fine tuning: sono operazioni eseguite eccezionalmente dalla BCN e dalla BCE, che mirano a controllare squilibri temporanei di tassi e liquidità. Operazioni strutturali: sono sempre pronti contro termine senza cadenza fissa, con la differenza che cambiano in modo definitivo la liquidità a lungo termine presente sul mercato. Modificano la quantità di moneta per poi attuare una variazione di tassi, in modo da accentuare l’effetto netto. Sono attuate dalla BCE, ma operativamente le decisioni sono lasciate alla BCN. Altri esempi di queste operazioni possono essere l’emissione di certificati di debito del SEBC, swap in valuta e raccolta di depositi. • Operazioni attivabili su iniziativa delle controparti Sono operazioni attuate dalle singole banche, che chiedono il deposito di eccessi di liquidità sui conti della BCE, oppure finanziamenti. I depositi vengono remunerati ad uno specifico tasso detto tasso di deposito marginale. Operazioni di deposito presso la BC: si tratta di depositi overnight, ai quali in condizioni normali non sono previsti limiti quantitativi. Il tasso d’interesse garantito è al minimo in tutto il mercato overnight. Overnight significa breve, in particolare per operazioni che durano una sola notte, da quando il mercato chiude a quando riapre. Il tasso è basso perché si vuole disincentivare il possesso di tanta liquidità, altrimenti vorrebbe dire rinunciare alla funzione creditizia. Operazione di rifinanziamento marginale: si tratta di finanziamenti overnight forniti a fronte di specifiche garanzie dette collateral (eligible assets -crisi). In condizioni normali non sono previsti limiti quantitativi e il tasso d’interesse richiesto è il massimo nel mercato overnight. Le garanzie sopracitate sono richieste sotto forma di asset negoziabili per rifarsi (eventualmente) della perdita. Più sono negoziabili gli asset che richiede in garanzia, più è difficile che le banche commerciali li abbiano. Esempio: obbligazioni statali. La qualità di asset richiesta varia nel tempo, in base all’elenco degli eligible assets. Gli scopi di questi finanziamenti sono quelli di prestatore di ultima istanza. Il tasso non cambia in funzione del rischio, perché in ogni caso si richiede una garanzia. C’è da considerare però che le banche commerciali hanno molte fonti di liquidità alternative, ad esempio i correntisti. Se si richiede un prestito, significa che la situazione non è gestita nel migliore dei modi. Prima di chiedere alla BCE, che richiede il tasso più alto sul mercato, si chiede ad altre banche peer se hanno disponibilità a tassi più vantaggiosi (mercato interbancario aperto). I possibili tassi d’interesse sono due: - Eonia (europe overnight interest average): tasso medio a cui le banche si scambiano liquidità. L’eonia rappresenta la media dei tassi effettivamente adottati tra le banche. - Euribor (euro interbank offered rate): tasso offerto dalle banche sul mercato interbancario overnight. L’euribor fornisce una media dei tassi offerti. Il secondo sarà più alto del primo, perché tiene conto di tutte le offerte. I tassi ufficiali delle operazioni dell'Eurosistema sono fissati dal Consiglio direttivo della BCE. Essi comprendono il tasso di interesse sulle operazioni di: - Rifinanziamento principale - Rifinanziamento marginale (overnight) - Deposito overnight presso la banca centrale. Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale segnala, in condizioni normali, l'orientamento di politica monetaria. Gli altri due tassi si applicano alle operazioni attivabili su iniziativa delle controparti. Essi costituiscono di norma i limiti massimo e minimo per il tasso di interesse overnight (cd. corridoio dei tassi). Guardando allo storico dei tassi, ad oggi sono addirittura negativi: le banche pagano per depositare presso la BC. È la prima volta nella storia che i tassi sono scesi sotto lo 0. Questo è stato fatto per evitare il deposito di prestiti garantiti dalla BCE presso la BCE stessa, guadagnando interessi overnight a rischio 0. Misure non convenzionali: oltre a tutte queste manovre ci sono misure non convenzionali. Soprattutto in momenti di crisi endemica, la BCE ha messo in atto manovre non convenzionali come il quantitative easing, ovvero un acquisto massivo di titoli di stato dalle banche commerciali da parte della Banca Centrale. • Riserva obbligatoria: è il deposito liquido che le banche devono versare presso la BCN in proporzione alla consistenza della raccolta diretta (depositi della clientela); è generalmente remunerato al tasso delle operazioni di rifinanziamento principali dell'Eurosistema. La riserva è costituita da asset altamente negoziabili. Le singole banche devono detenere queste riserve presso i conti delle rispettive banche nazionali. Sono due i principali asset ‘da riserva’ - A: tutti i depositi e strumenti del mercato monetario, aventi scadenza di breve termine (sotto i 2 anni). Si sceglie il mercato monetario perché include quei titoli con scadenza sotto i 18 mesi. - B: asset di durata superiore a due anni, quindi depositi o pronti contro termine. - C: tutte le passività verso altre istituzioni di credito, BCE e BCN (escluse). STRUMENTI FINANZIARI All’interno del sistema finanziario formale lo scambio di fondi avviene attraverso particolari contratti aventi ad oggetto diritti e prestazioni di origine finanziaria, che scambiano potere di acquisto attuale (risparmio) contro potere d’acquisto futuro (con interessi). Tali strumenti contrattuali sono usualmente identificati come “attività finanziarie”, quali i depositi bancari, le obbligazioni, i titoli di Stato, i prestiti bancari, ecc. La ricchezza reale, sotto forma di strumenti finanziari, ha un grado di liquidità e di trasferibilità molto più elevato. Attività finanziaria: è un rapporto contrattuale nel quale le prestazioni delle controparti sono denominate in moneta e scadono in tempi diversi. Un’attività finanziaria prevede un trasferimento di potere di acquisto contro una o più prestazioni future di segno opposto. Le attività finanziarie possono avere la natura di: - Contratti bilaterali (OTC): sono contratti le cui informazioni sono riservate a investitori istituzionali. Possono essere ad esempio tra grandi banche d’affari, ma non tra singoli investitori. - Contratti di mercato: sono contratti che hanno come controparte le famiglie e gli investitori retail, dunque le informazioni sono pubbliche. ELEMENTI DEFINITORI Informazioni: La valutazione delle varie tipologie di rischio nel corso della vita dell’attività finanziaria dipende dalle informazioni disponibili alle parti in causa. L’informazione è allo stesso tempo input e output dell’attività degli intermediari e dei mercati finanziari. È input in quanto i processi decisionali degli operatori si basano su informazioni (ad es. definizione del contratto, decisione di finanziamento/investimento). È anche output perché il prezzo di ciascuna attività finanziaria incorpora informazioni rilevanti relative all’emittente di quello strumento (chi lo crea e chi lo quota). Natura del contratto sottostante: In una attività finanziaria le prestazioni delle due parti in causa sono rette da un contratto che può appartenere a tipologie diverse, con implicazioni economico-giuridiche diverse. Occorre innanzitutto distinguere tra attività finanziarie che esprimono: - Rapporto di credito: obbligazioni, titoli di stato, depositi bancari - Rapporto di partecipazione: azioni, con le quali non si diventa creditori ma soci. - Rapporto assicurativo: sotto forma di polizze (sulla vita, morte, danni) - Rapporto derivato: tutti gli strumenti che non hanno valore intrinseco in sé, ma che derivano il valore dall’asset sottostante (azioni, futures, swaps, forward…). - Rapporti misti: si creano combinando le 4 tipologie appena enunciate. Tempo: identifica la durata del contratto finanziario. Viene suddivisa in 3 holding period: breve (12-18 mesi), medio (2-10 anni), lungo (oltre 10 anni-perpetuo). Strumenti finanziari secondo natura del diritto • Di indebitamento: a fronte della rinuncia a qualunque forma di ingerenza nella gestione, è sancito il diritto alla remunerazione e, sulla base delle risorse esistenti, alla restituzione del capitale alla scadenza o al momento della liquidazione della società (titoli obbligazionari e strumenti di finanziamento); Non si ha voce in capitolo su come il denaro viene utilizzato, ma si è certi che esso verrà restituito e remunerato alla scadenza. Esistono delle clausole CACs (clausole azione collettiva), inserite nei titoli che prevedono che in momenti di difficoltà lo stato possa saltare pagamenti intermedi o li possa posticipare, o addirittura posticipare restituzione o restituire solo in parte il capitale prestato. Anche all’interno di questa categoria ci possono quindi essere rischi. Ci sono diversi gradi di seniority di questi strumenti che danno garanzie diverse a creditori diversi in termini di restituzione del capitale. • Di partecipazione: per effetto dell’elevato grado di coinvolgimento del detentore nella gestione aziendale, comportano la rinuncia a un rendimento certo, in termini sia di remunerazione periodica sia di rimborso del capitale, a fronte del diritto alla distribuzione eventuale dei risultati periodici e alla restituzione del capitale residuale dopo aver soddisfatto tutti gli altri portatori di interesse (residual claimant). Danno un ruolo più attivo al socio nella gestione aziendale, chiaramente solo se si è azionisti di influenza o di controllo. Nessuno garantisce la scadenza e la remunerazione attraverso dividendi, che appunto si garantiscono solo dopo aver soddisfatto gli altri stakeholders. • Di assicurazione: consentono al contraente, dietro pagamento di un premio, di tutelarsi contro l’eventuale manifestazione di un evento avverso attinente alla vita umana o ad altri danni, al cui verificarsi matura il diritto a incassare un indennizzo. Prevedono quindi la copertura da un rischio puro. • Derivati: incorporano diritti od obblighi che insistono su elementi tipici di altri strumenti finanziari ai quali si riferiscono per effetto del manifestarsi di eventi contingenti (forwards, futures, swaps, opzioni). Un’opzione non ha valore in sé, ma garantisce possibilità di acquistare uno strumento finanziario ad un certo valore futuro. Ad esempio: pago 1$ per avere la possibilità tra 10 giorni di pagare un’azione 5$. Se in 10 giorni il valore si accresce, ho un guadagno, altrimenti no. • Composti: nascono dalla combinazione di strumenti di base per soddisfare le varie e mutevoli esigenze dei datori e dei prenditori di fondi (obbligazioni strutturate). Caratteristiche delle attività finanziarie - Tipo di rapporto contrattuale sottostante - Natura dell’emittente (sovereign-statale, corporate-aziendale) - Valuta di denominazione - Durata contrattuale - Negoziabilità - Trattamento fiscale - Rischio - Rendimento Il rendimento delle Attività Finanziarie Il rendimento è la remunerazione percentuale per chi cede potere di acquisto e richiede un compenso sia per la rinuncia al potere di acquisto, sia per il rischio sopportato. Il rendimento di un’attività finanziaria è quantificato dal tasso di interesse: possono essere nominali, reali, fissi, variabili (indicizzazione monetaria, finanziaria, reale) Il tasso può essere determinato da: • Cedole: rappresentano la possibile remunerazione periodica di contratti di indebitamento. • Dividendi: rappresentano la possibile remunerazione di contratti di partecipazione (ad es. azioni). • Variazioni di prezzo delle attività finanziarie • Variazioni dei tassi di cambio • Variazioni del tasso di inflazione Il rischio delle Attività Finanziarie Esiste sempre una probabilità non nulla che alla scadenza i contratti finanziari non vengano onorati o che, comunque, durante la vita dell’investimento si verifichino fenomeni che non possono essere perfettamente previsti e che modificano la situazione economica del creditore e del debitore. Questa probabilità è il rischio di un’attività finanziaria. Le tipologie di rischio a cui si espone l’investitore sono di tipo: • Finanziario (insolvenza, prezzo, tassi di cambio e interesse, liquidità) • Non finanziario (frode, malfunzionamenti tecnologici, catastrofi naturali, ecc.) Ai sensi del TUF ART.1, C. 2 (TESTO UNICO DELLA FINANZA - D.LGS 58/1998) per "strumenti finanziari" si intendono: • Azioni e titoli rappresentativi di capitale di rischio • Obbligazioni; • Titoli di stato; • Strumenti del mercato dei capitali; • Quote di un organismo di investimento collettivo del risparmio; • Contratti derivati (futures swap opzioni forward). I mezzi di pagamento non costituiscono strumenti finanziari Le attività finanziare in ordine crescente di rischio e rendimento Per costruirla, si devono conoscere: - La scadenza anagrafica o duration - Il rendimento: TRES per ogni scadenza temporale - Un grafico cartesiano, in cui i tasi di interesse sono sull'asse verticale e la scadenza sull'asse orizzontale. I tassi di breve termine riflettono la percezione degli investitori degli eventi nel breve periodo. Quando scendono, riflettono il desiderio dell'investitore di essere liquido e sentirsi al sicuro. I dati di lungo periodo riflettono la visione dell'investitore di un futuro più distante. Quando salgono i tassi di lungo periodo si riflette la paura dell'incertezza e la pressione inflativa. Quali sono le limitazioni? - Fornisce una rappresentazione “pulita” della relazione scadenza/tassi (ma i tassi potrebbero essere non quotati per tutte le scadenze) - Interferenze rischio di default, problemi di illiquidità, basso trading Curva flat: tutti i titoli presentano lo stesso rendimento indipendentemente dalla scadenza. Il tasso non sconta il valore monetario del tempo, perciò è meno conveniente investire nel medio-lungo termine, perché il rendimento ripagato è sempre lo stesso. Curva ascending: il rendimento dei titoli a medio-lungo termine è superiore al rendimento dei titoli a breve termine. Questa è la curva fisiologica, perché i tassi a breve sono meno rischiosi dei tassi a lungo. Curva descending: il rendimento dei titoli a medio-lungo termine è inferiore a quello di titoli a breve termine. È una curva innaturale perché evidenzia che i tassi a breve sono più rischiosi dei tassi a lungo. Curva hunped: “gobba” perché il tratto iniziale è crescente e poi successivamente decresce, perciò i tassi a breve- medio termine subiscono un aumento, per poi ridiscendere nel medio lungo termine. Cosa significa? Che c’è una forte incertezza nel breve periodo ma, superato questo, si prevede che l’emittente tornerà ad avere una situazione stabile [ex obbligazioni soverain paesi che stanno negoziando per entrare in un trattato][ex crisi piccoli paesi esportatori solo di una materia prima quando entrano nel mercato altri concorrenti] DERIVATI I derivati sono strumenti finanziari il cui valore dipende ("deriva") dal valore di un'altra attività finanziaria o reale (attività sottostante/underlying asset). Hanno come controparte due soggetti, che decidono le caratteristiche che lo strumento deve avere. Le attività sottostanti possono avere natura finanziaria (come ad esempio i titoli azionari, i tassi di interesse e di cambio, gli indici) o reale (come ad esempio il caffè, il cacao, l'oro, il petrolio, ecc). I principali sono futures, opzioni, warrants, covered warrants, ETF/ETC, swap e forward. I derivati possono essere standard (scambiati su mercati regolamentati), oppure frutto di contratti bilaterale, scambiabili solo OTC (over the counter). Le principali finalità associate alla negoziazione di strumenti finanziari derivati sono: - Copertura di posizioni (hedging): proteggere il valore di una posizione da variazioni indesiderate nei prezzi di mercato. L'utilizzo dello strumento derivato consente di neutralizzare l'andamento avverso del mercato, bilanciando le perdite/guadagni sulla posizione da coprire con i guadagni/perdite sul mercato dei derivati. Quando ho una posizione di acquisto, posso acquistare uno strumento sintetico di segno opposto (derivato). Questo prende valore, mentre l’asset contenuto in portafoglio lo perde, e viceversa. La funzione di copertura funziona quando c’è incertezza sul valore. Quindi si acquista una copertura derivata su una porzione d’investimento per minimizzare le perdite attese. - Speculazione: strategie finalizzate a realizzare un profitto basato sull'evoluzione attesa del prezzo dell'attività sottostante; si punta alla massimizzazione del rendimento. Derivati negoziati sui mercati regolamentati: sono contratti con caratteristiche standardizzate e definite dall’autorità del mercato su cui vengono negoziati; tali caratteristiche riguardano l’attività sottostante, la durata, il taglio minimo di negoziazione, le modalità di liquidazione, ecc. In Italia il mercato regolamentato degli strumenti derivati è denominato IDEM ed è gestito da Borsa Italiana SpA. Sul mercato regolamentato circolano strumenti quali futures, opzioni, warrants, covered warrants e ETF. Derivati over-the-counter (OTC): contratti negoziati bilateralmente (direttamente tra le due parti) fuori dai mercati regolamentati; in questo caso i contraenti possono liberamente stabilire tutte le caratteristiche dello strumento; generalmente questi sono swap e forward. Tipologie più semplici di derivati Opzioni Le opzioni sono contratti derivati che attribuiscono al compratore il diritto di acquistare o vendere un'attività sottostante a (oppure entro) una certa data a un prezzo prefissato contrattualmente. Le opzioni che conferiscono al possessore la facoltà di acquistare il sottostante, vengono denominate opzioni call. Le opzioni che invece conferiscono al possessore la facoltà di vendere il sottostante, sono denominate opzioni put. Il soggetto che acquista un’opzione assume una posizione lunga (long), mentre la controparte, che vende l'opzione, assume una posizione corta (short). Dato che le opzioni conferiscono al loro possessore una facoltà e non un obbligo, potranno assumere un valore positivo (nel caso in cui risulti conveniente esercitare la facoltà) o, al massimo, nullo. Il guadagno derivante da questi tipi di contratti è potenzialmente esponenziale. Future I future sono contratti standardizzati a termine, con il quale le parti si impegnano a scambiare una certa attività (finanziaria o reale) a un prezzo prefissato e con liquidazione differita a una data futura. È un contratto simmetrico, in quanto entrambi i contraenti sono obbligati a effettuare una prestazione a scadenza: l'operatore che acquista il future (che si impegna, cioè, ad «acquistare» a scadenza il sottostante) assume una posizione lunga (long), mentre l'operatore che vende il future assume una posizione corta (short). Posso comprare un future su una materia prima. In futuro io compro una materia prima ad un prezzo concordato: se si apprezza ho un guadagno immediato rivendendolo sul mercato. Per questo, nella maggior parte dei casi i future non si concludono con la consegna fisica del bene sottostante. In Italia i future sono negoziati sul mercato IDEM. Al fine di ridurre i rischi di insolvenza, la Clearing House (che in Italia è la Cassa di Compensazione e Garanzia) obbliga i contraenti a liquidare quotidianamente le posizioni aperte in future attraverso il meccanismo del marking-to-market. Per diminuire il rischio di controparte non si aspetta fine mese per scambiare l’ammontare cumulato. C’è un meccanismo di settlement giornaliero, ovvero ad esempio lo scambio del valore dell’euribor ogni giorno contro il 5%, per evitare che la controparte che accumula perdite certe, scappi via. Differenza tra forward e future. I primi sono regolamentati, i secondi sono OTC. Fondo comune di investimento Il fondo comune d’investimento è un “patrimonio autonomo, suddiviso in quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti e gestito in monte”. Il patrimonio deve essere autonomo: distinto a tutti gli effetti dal patrimonio personale dei singoli partecipanti e da quello del gestore; la separazione patrimoniale salvaguarda i diritti degli investitori in caso di insolvenza del gestore o degli altri partecipanti al fondo. Se mai la società che gestisce il fondo dovesse fallire, gli investitori sono tutelati dalla possibile aggressione, da parte dei creditori della società, di quel patrimonio. Il fondo comune non è soltanto uno strumento finanziario, in quanto fa parte degli OICR, ovvero organismi con forma giuridica variabile che investono in strumenti finanziari o altre attività somme di denaro raccolte tra il pubblico di risparmiatori, operando secondo il principio della ripartizione dei rischi. Si può definire come intermediario piuttosto che come uno strumento. Si tratta di un insieme di strumenti diversificati. Quando si acquista una quota del fondo, si ha il rendimento riconducibile al rendimento totale del fondo. Tipologie di fondi comuni: - Flessibili: non hanno vincoli di asset allocation. - Azionari: almeno il 70% degli asset sono azioni, suddivise per settore o per ambito geografico. - Obbligazionari: quelli puri non possono investire in azioni, quelli misti fino al 20% in azionario. - Bilanciati: possono investire in azioni dal 10 al 90% del portafoglio. - Monetari: investono in strumenti di brevissimo termine nel mercato monetario. Ulteriore distinzione da fare è quella tra mercati monetari e mercati di capitali. Il primo incorpora le compravendite di breve periodo (<18 mesi), la seconda per investimenti di medio-lungo periodo. • Mercati monetari: consentono il trasferimento di disponibilità liquide dai fornitori di fondi agli utilizzatori, per brevi periodi di tempo, a costi/rischi contenuti. Le transazioni di mercato monetario possono essere anche di taglio elevato e, data la loro breve scadenza, caratterizzate da rischi contenuti. Esempi di scambi che si verificano su questo mercato sono depositi interbancari o pronti contro termine. • Mercati di capitali: in questi mercati avviene il trasferimento di fondi a medio-lungo termine fra le unità in surplus e in deficit. Sono transazioni di mercato dei capitali quelle in azioni e in titoli di debito a medio-lungo termine (che possono avvenire su mercati regolamentati o non regolamentati). Il termine mercato dei capitali, tuttavia, è a volte utilizzato in un'accezione più ampia come sinonimo di mercato finanziario. Si distinguono poi mercati regolamentati e mercati over the counter. • Mercati regolamentati: Mercati disciplinati da specifiche norme generali e di vigilanza, vedi Testo unico della finanza, (Tuf), D.lgs 58/1998) • Mercati over the counter: Letteralmente “sopra il bancone” Mercato mobiliare non soggetto ad alcuna regolamentazione specifica relativa all’organizzazione e al funzionamento del mercato stesso. In Italia, CONSOB gestisce l'elenco dei Sistemi di Scambi Organizzati. Infine, si distinguono mercati all’ingrosso e mercati al dettaglio • Mercati all’ingrosso: mercato sul quale operano investitori professionali e istituzionali che effettuano operazioni di controvalore unitario elevato. • Mercato al dettaglio: mercato caratterizzato da un elevato numero di operazioni di importo contenuto, sul quale possono operare sia investitori privati che istituzionali. EFFICIENZA DEI MERCATI Quando un mercato opera bene, si dice essere efficiente. Esistono 3 tipi di efficienza: • Informativa: misura la velocità con la quale le informazioni di un emittente vengono incorporate nel prezzo. In altre parole, è la misura della velocità con la quale il mercato sconta le info. A seconda delle informazioni di cui si parla, si identificano 3 forme di efficienza: Debole se sconta tutte le info storiche relative all’emittente. Semi-forte quando il prezzo incorpora tutta l’informazione pubblica. Forte se sconta tutta l’info pubblica e privata dell’emittente. Non ci può essere questa efficienza perché non si può scontare l’info privata. Se si hanno info private negative o positive e si prende una decisione d’investimento in merito, si parla di insider trading, reato penale. Un mercato buono può al massimo aspirare ad un’efficienza semi-forte. • Allocativa: implica che tutti gli operatori agiscano in maniera razionale. Scegliendo le opportunità di investimento/finanziamento che consentono di massimizzare la loro utilità attesa. • Tecnico-operativa: è la capacità dei mercati di minimizzare i costi di transazione, ovvero l’insieme degli oneri che il soggetto sostiene per effettuare e gestire un investimento. - costo di ricerca - costo di valutazione - costi di esecuzione dello scambio - costi di gestione dell’investimento I mercati oggi sono piuttosto efficienti sotto questo punto di vista. Vanno valutati 3 indicatori per definire un mercato efficiente dal punto di vista tecnico-operativo: Ampiezza: un mercato si dice ampio se ha grande numero di scambi al suo interno. Spessore: un mercato è spesso quando la distanza tra prezzo di offerta di acquisto e prezzo di offerta di vendita è molto piccolo. Si chiama Bid-ask spread. Quando la distanza è molto piccola, indica che nel breve ci sarà uno scambio. Un mercato (secondario) si dice spesso quando su di esso sono presenti numerosi ordini sia di acquisto che di vendita a prezzi prossimi tra loro. Su tale mercato il manifestarsi di uno sbilancio temporaneo tra bid (prezzi offerti da potenziali compratori) e ask (prezzi richiesti da potenziali venditori) non provoca una variazione eccessiva del prezzo in quanto mancano i presupposti per il verificarsi di un "vuoto" tra la domanda e l'offerta potenziali. Elasticità: misura il tempo che ci vuole al prezzo per adeguarsi alle nuove informazioni. Price discovery: si fa riferimento alla capacità del prezzo di incorporare nuove informazioni. Si parla di price discovery quando si ha un sottostante finanziario solido. Gli intermediari finanziari Specialist: opera per un determinato periodo su un determinato titolo formulando sia proposte d’acquisto che di vendita e compilando una lista di tutti i movimenti effettuati. È importante per il primo collocamento di un titolo azionario. Necessario per le prime settimane, quando c’è un overshooting dei prezzi (salita che non rispecchia il fair-value), seguito da un down-size. Lo specialist è incarico di attenuare questi movimenti. Broker: senza assumersi alcun rischio, compra e vende titoli di varia natura per conto dei propri clienti. Operano esclusivamente per conto terzi facilitando la ricerca delle controparti degli scambi e rendendo possibile l’incrocio tra domanda ed offerta. Possono offrire servizi informativi. Dealers: operano per conto proprio ed assolvono la funzione di rendere liquido il mercato di particolari attività finanziarie, assicurando la continuità degli scambi. Essi detengono un proprio portafoglio di attività finanziarie che utilizzano per rispondere prontamente alle esigenze di negoziazione manifestate da altri operatori, esprimendo prezzi di acquisto (denaro-bid) e prezzi di vendita (lettera-ask). Market makers: sono operatori che agiscono per conto proprio e che si sono impegnati a rendere pubbliche le condizioni di prezzo a cui sono disposti a negoziare, quotando i prezzi a cui intendono acquistare (prezzi denaro) e vendere (prezzi lettera) i lotti minimi delle attività finanziarie di cui si sono impegnati a “fare mercato” nei mercati regolamentati. Fattori d’imperfezione dei mercati La divergenza di preferenze degli attori • Maturity, Size, Liquidity and risk transformation I costi di transazione • Economie di scala e di scopo La razionalità limitata • Attività di consulenza L’asimmetria informativa (adverse selection e moral hazard) • Intermediari (banche in particolare) sono in possesso di informazioni più accurate per la valutazione delle imprese e economie di scala su costi di monitoring. Queste imperfezioni di mercato sono la ragion d’essere degli intermediari, necessari in quanto sfumano i fattori d’imperfezione tipici dei mercati. Non sono tanto regolamentate e di conseguenza stabili, almeno fino a quando non raggiungono un vasto portafoglio clienti che permette una buona diversificazione. Ad’oggi, le grandi società di credito al consumo riescono anche ad offrire tassi in linea con quelli bancari. - Finanziarie di partecipazione: società che esercitano esclusivamente la gestione di partecipazioni. Sono diventate importanti grazie all’attività di nudging (spinta gentile), occupandosi di persuasione delle aziende all’interno delle quali hanno pacchetti rilevanti, ad adottare caratteristiche ESG. SIM Società di Intermediazione Mobiliare. Sono imprese diverse dalle banche autorizzate a svolgere servizi o attività di investimento, aventi sede legale e direzione generale in Italia. Sono disciplinate dal TUF (Artt. 13-15) e registrate in un albo tenuto da Consob. I servizi che propongono riguardano: - Esecuzione di ordini per conto dei clienti: possono essere puri broker oppure dealer (vendono direttamente loro, per conto proprio). - Gestione di sistemi multilaterali di negoziazione: si parla di mercati privati. Alcune grandi banche hanno luoghi di negoziazione interni, in cui gestiscono domande e offerta all’interno dei loro clienti. Questo funziona bene per il mercato immobiliare (Unicredit), dove riescono a matchare domanda e offerta di immobili direttamente all’interno della piattaforma. È stato fatto anche per le attività mobiliari, creando un ‘mini mercato di borsa italiana’ privato. - Ricezione e trasmissione di ordini - Sottoscrizione e/o collocamento (quando si emettono nuovi titoli, la controparte è sempre formata da banche o consorzi di collocamento) con o senza assunzione a fermo e di garanzia nei confronti dell'emittente - Sottoscrivere il collocamento: proporre a tutti i clienti le azioni di nuova emissione. La banca non acquista i titoli, ma si impegna a farle acquistare ai clienti. - Garanzia di assunzione a fermo: la banca garantisce di comprare i titoli se questi non si vendono. Si sfrutta però il potere contrattuale per patteggiare un prezzo minore rispetto a quello che andrà sul mercato. - Con garanzia: la banca compra direttamente la propria quota di azioni, e in un secondo momento si occupa (eventualmente) di venderle ai clienti o cartolarizzarle. Questa tipologia è gestita dalle SIM. - Gestione di portafogli: le SIM possono svolgere attività di consulenza e gestione di portafoglio. Generalmente i retail si affidano alle banche, ma le imprese possono avere proprie SIM di riferimento. - Servizi accessori: possono riguarda dalla custodia al brokeraggio. Le SIM sono vigilate direttamente da Consob. La SIM è solitamente è il passaggio intermedio per società finanziarie che vogliono diventare SGR o addirittura banche. GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIO La gestione collettiva del risparmio è l’unica Attività Finanziaria che le banche non possono svolgere. Servizio che si realizza attraverso la promozione e organizzazione di fondi comuni di investimento, l’amministrazione dei rapporti con i partecipanti e la gestione del patrimonio di OICR (sicav e sicaf), mediante investimenti aventi ad oggetto strumenti finanziari, crediti, beni immobili o mobili. La gestione collettiva del risparmio, permette - Diversificare i propri investimenti, cosa altrimenti impossibile a causa dei tagli minimi dei titoli negoziati sul mercato e dei costi connessi all’acquisto di titoli quotati. - Consente agli investitori di delegare ad un operatore professionale specializzato le proprie scelte in materia di strumenti finanziari (maggiore professionalità del servizio reso); - Permette un risparmio sui costi associati alle singole transazioni (economie di scala nei costi di negoziazione via acquisto di blocchi). Bisogna lasciare une commission fee, generalmente del 2/2,5%, più costi d’entrata e d’uscita. Con un ETF i costi potrebbero essere ancora minori. La gestione collettiva del risparmio è svolta attraverso gli OICR, che si identificano in fondi comuni d’investimento, SICAV, SICAF. Fondi comuni d’investimento “Patrimonio autonomo, suddiviso in quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti e gestito in monte”. Il patrimonio è rappresentato dalle attività in cui è investito il fondo, il cui ammontare muta nel tempo in relazione alla redditività e alla rivalutazione delle stesse per effetto della gestione. Il patrimonio deve essere autonomo, ovvero distinto a tutti gli effetti dal patrimonio dei singoli partecipanti e da quello del gestore. La separazione patrimoniale salvaguarda i diritti degli investitori in caso di insolvenza del gestore o degli altri partecipanti al fondo (i.e. sul patrimonio in gestione non sono ammesse azioni dei creditori di altri investitori o della SGR). Il patrimonio si forma con i conferimenti dei singoli partecipanti (pooling delle risorse), che, per effetto della sottoscrizione, acquistano delle quote di partecipazione al fondo, in proporzione al conferimento effettuato. Gli investitori delegano le quote alla gestione del fondo, dunque non hanno diritto di ingerenza nella gestione (gestione in monte). Gestione in monte: il patrimonio, conferito da una pluralità di investitori, viene gestito unitariamente da una SGR, secondo regole predefinite e unicamente volte al conseguimento dell’interesse dei partecipanti sulla base di una predeterminata politica di investimento. Il partecipante, con la propria adesione al fondo, investe il gestore di tutti i poteri di effettuare le scelte di investimento, senza necessità di raccogliere il preventivo assenso rispetto alle decisioni d’investimento prese. La quota può essere acquistata o venduta quando si vuole, bisogna però aspettare la chiusura di giornata. Il valore non è calcolato immediatamente ed in maniera precisa, ma viene usato il NAV: net asset value. Questo è il valore quota parte di quanto vale la quota rispetto al resto del patrimonio. SICAV e SICAF (società di intermediazione a capitale variabile/fisso) Le sicav e sicaf sono società di investimento, previste dal TUF e iscritte in un albo tenuto da Banca d’Italia. Sono S.p.A con sede legale e direzionale in Italia, avente per oggetto esclusivo l’investimento del patrimonio raccolto mediante l’offerta al pubblico di proprie azioni. Raccolgono denaro solo tramite l’emissione di proprie azioni che vengono collocate presso i risparmiatori e il suo unico scopo è quello di investire le risorse raccolte in strumenti finanziari. Funzionano in maniera identica al fondo d’investimento, ma c’è assenza di separazione tra società di gestione e capitale investito. In altre parole, le sorti della società influenzano il capitale e l’affidabilità. Divento un azionista delle società, per cui non devo essere per forza rimborsato. È vero, di conseguenza, che gli azionisti di maggioranza hanno ingerenza sulla gestione. Differenza tra le due è che la sicav può essere venduta e comprata quotidianamente (capitale azionario relativamente piccolo), per le sicaf, invece, non possono essere rivendute se non in periodi convenzionalmente predeterminati contrattualmente (es ogni 9 mesi…). SGR Le SGR sono intermediari deputati in via esclusiva all’istituzione e gestione dei fondi comuni di investimento per conto della collettività degli aderenti. Si tratta di S.p.A. iscritte a un albo tenuto da Banca d’Italia. Sono autorizzate da Banca d’Italia a: - Gestire fondi comuni di propria istituzione e patrimoni di SICAV/F - Prestare il servizio di gestione di portafogli - Prestare il servizio di consulenza in materia di investimenti - Prestare il servizio di ricezione e trasmissione di ordini, qualora autorizzate a prestare il servizio di gestione di Fondi di investimento alternativi (FIA) La banca non può gestire un fondo comune (perché non gode di quell’autonomia di cui sopra), semplicemente colloca presso gli investitori i fondi gestiti dalle SGR. Tuttavia, la maggior parte delle SGR appartengono a gruppi bancari. Oltre a gestire i fondi comuni di investimento, le SGR possono istituire e gestire fondi pensione, svolgere attività di gestione individuale di portafogli nonché attività connesse e strumentali.