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Aboliamo le prigioni, Angela Davis, Schemi e mappe concettuali di Filosofia Moderna

Riassunto del libro di Angela Davis del 2003, suddiviso per capitoli con tutti i concetti principali.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 15/03/2022

miriam-iaccheri
miriam-iaccheri 🇮🇹

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Scarica Aboliamo le prigioni, Angela Davis e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia Moderna solo su Docsity! ANGELA DAVIS: ABOLIAMO LE PRIGIONI?Contro il carcere, la discriminazione, la violenza del capitale. 1. INTRODUZIONE. RIFORMA O ABOLIZIONE DEL CARCERE? In gran parte del mondo viene dato per scontato che chi commette un reato debba andare in prigione, e in alcuni paesi la pena di morte. Anche coloro che sono favorevoli alla pena di morte riconoscono i suoi limiti e sono pochi quelli che dicono che non si possa vivere senza di essa. Il carcere è considerato come qualcosa di cui non si può fare a meno. Abolire il carcere sembra impensabile e inverosimile e gli abolizionisti vengono spessi considerati utopisti e l’attivismo rispetto al carcere sembra legarsi solo ad una riforma che migliori le condizioni di vita. Il carcere è considerato come qualcosa di NATURALE.Nel corso della vita della DAVIS, la popolazione carceraria è aumentata talmente tanto che si hanno piu probabilità di vedere un nero in prigione rispetto a un nero ben istruito.Ad oggi piu di 2 milioni di persone popolano il carcere statunitense su un totale mondiale di nove milioni.Negli anni ‘60 i carcerati erano circa 200mila, perciò la popolazione carceraria è decuplicata.Si deve anche considerare che la popolazione totale degli USA è circa il 5% di quella mondiale, mentre la sua popolazione carceraria risulta essere il 20% di quella mondiale. Eliot Currie afferma che l’incarcerazione di massa ha rappresentato il programma sociale più compiutamente attuato dei governi attuali. Le prigioni iniziarono ad essere maggiormente costruite negli anni ‘80 con il governo di Reagan, in quanto i politici iniziavano la politica del pugno di ferro con i criminali. Bisogna riconoscere che la crescita della popolazione carceraria e dei carceri non portò le società ad essere piu sicure, ma piuttosto ad ulteriori aumenti della criminalità. Ogni nuova prigione ne creava un’altra. È in questo periodo storico che si inizia a parlare di complesso carcerario-industriale. Per esempio, possiamo osservare la California dal 1852 al 1955 sorsero nove prigioni, in meno di un decennio il numero raddoppio e negli anni 90 ne furono create altre dodici. Importante è la composizione razziale di questi luoghi, dove il 35,5% sono latinoamericani, il 30% afroamericani e i detenuti bianchi sono il 29%.—> La California è l’esempio di quanto sia facile costruire un complesso carcerario e un rigido sistema detentivo. Perchè la gente ha creduto che rinchiudere una parte di popolazione avrebbe aiutato chi vive al di fuori di quei luoghi?Perchè le prigioni danno l’idea che i loro diritti e le loro libertà siano piu tutelati di quanti non lo sarebbero se il carcere non esistesse? . 1) Lo stato ha promesso ai cittadini che l’industria carceraria amerebbe aiutato la società a riprendersi, e queste promesse di miglioramento ci fanno comprendere perchè gli elettori hanno appoggiato la costruzione di nuove carceri in California. La gente voleva credere nello sviluppo economico di città oramai sperdute e l’aumento dei posti di lavoro . Si dà per scontato il carcere, ma allo stesso tempo si ha paura a pensare a quello che succede al suo interno, tanto che il carcere è presente nella nostra vita ma ne è allo stesso tempo Lo diamo per scontato ma non vogliamo affrontarlo. Cosi pensiamo al carcere come un luogo riservato a quei malfattori (tipicamente in Usa afroamericani) che si meritano di essere allontanati dalla società. Il carcere ci solleva dalla responsabilità di pensare alle reali problematiche che affliggono le comunità da cui i detenuti provengono in numeri cosi spropositati prodotti da razzismo e capitalismo. . Il carcere è definito da Gilmore “ una soluzione geografica a problemi socioeconomici”: a causa delle dinamiche capitaliste iniziate negli anni 80 della migrazione di corporation alla ricerca di un costo del lavoro più basso, le persone perdono il lavoro e ogni prospettiva di impiego futuro, ciò si unisce alla distruzione dell’istruzioni e altri sistemi sociali, perciò coloro che vivono questa realtà sono dei candidati perfetti per poter essere inseriti nei carceri. NELLE PRIGIONI VENGONO DEPOSITATI I DETRITI DEL CAPITALISMO CONTEMPORANEO. . Le corporation dell’industria penitenziaria mietono profitti e quindi sono interessanti all’aumento della popolazione carceraria: l’incarcerazione di massa genera profitti e divora il patrimonio pubblico. . 2) Le persone sono abituate a familiarizzare con le immagini del carcere nei media, nei film, serie tv e documentari anche se le realtà del carcere sono celate a tuti coloro che fortunatamente non vi sono reclusi. La storia delle immagini e tali collegate al carcere contribuisce a rafforzare l’istituzione carceraria come una parte naturalizzata del nostro paesaggio sociale. Intervistando 3 donne, la Davis si accorge che prima di entrare in carcere, al loro idea collegata a quel luogo si basava sulle immagini viste nei film ecc. Dieci anni prima rispetto a quando la Davis scrive nasce il carcere di massima sicurezza, che ha portato ad un incremento del dibattito. Nel 1990 viene fatto uno studio sulla popolazione detenuta, in libertà vigilata o rilasciata per cauzione e si conclude notando che un nero su quattro tra i 20 e il 29 anni rientra in queste categorie. Cinque anni dopo uno su tre.Il gruppo carcerario che ultimamente sta conoscendo la crescita maggiore è quello delle donne nere, la cui carcerazione è cresciuta del 78%. Per quanto siano importanti le riforme per rendere le vite nei carceri migliori, queste hanno il limite di non pensare che possa esistere qualcosa di diverso. LA GRANDE SFIDA OGGI È QUELLA DI ESPLORARE NUOVI TERRITORI DELLA GIUSTIZIA, NEI QUALI LE PRIGIONI NON FUNGANO PIÙ DA NOSTRO PRINCIPALE PUNTO FERMI. 2. LA SCHIAVITÙ, I DIRITTI CIVILI E IL PUNTO DI VISTA DEGLI ABOLIZIONISTI SUL CARCERE. Se si considera la storia degli Stati Uniti, si pensa subito alla schiavitù. Ci volle quasi un secolo per eliminare la schiavitù: gli abolizionisti bianchi erano considerati estremisti e fanatici. I bianchi sostenevano che era Se questa è la difficile situazione in cui ci troviamo oggi, cosa potrebbe riservarci il futuro se il sistema carcerario dovesse essere ancora piu presente nella nostra società? Nel XIX secolo, i sostenitori della causa antischiavista insistevano che, fintanto che fosse esistita, il futuro della democrazia sarebbe stato davvero tetro. Nel XXI secolo, gli attivisti contro il carcere vedono nell’abolizione del sistema detentivo un requisito fondamentale per rivitalizzare la democrazia. 3. IL CARCERE E LA SUA RIFORMA Il carcere è stato creato per ottenere un sistema punitivo migliore; è legato alla rivoluzione americana.I riformatori europei e americani si adoperarono per porre fine a pene corporali come la fustigazione, marchiatura, e amputazioni. Prima della carcerazione punitiva, queste pene avevano l’obiettivo di spaventare la folla, che assisteva alla punizione che veniva svolta in piazza e comprendevano l'esilio, il lavoro forzato nelle galere, la deportazione e il sequestro dei beni dell'accusato. John Howard e altri riformatori sostennero che la pena scontata in isolamento, tra le mura del carcere avrebbe smesso di essere una vendetta e avrebbe portato al ravvedimento di quelli che avevano infranto la legge; sarebbe stata una pene più umana rispetto a quelle corporali. Con l’ascesa della borghesia, l’individuo fu considerato detentore di libertà e diritti, così la carcerazione divenne la pena, che è l’annullamento di questi dopo la loro affermazioni con le rivoluzioni francese e americana. Prima che venisse accettata l'inviolabilità dei diritti, la carcerazione non poteva essere intesa come una pena. Se l'individuo non possedeva diritti e libertà, l'alienazione di quei diritti e libertà mediante l'allontanamento dalla società e la segregazione non avevano senso. John Award nel 1777 pubblicò The State of Prison nel quale progettava la carcerazione come un’occasione di riflessione e ravvedimento, le sue idee e quelle di Bentham furono inserite nel Penitentiary Act che spianò la strada al carcere moderno.Bentham mostra i vantaggi di un’architettura in cui gli spazi sono pensati in maniera di permettere il controllo simultaneo di più soggetti e si tratta del Panocticon; il panocticon è uno spazio in cui da un unico punto centrale è possibile osservare contemporaneamente più soggetti. Nella descrizione la forma delle strutture doveva adattarsi all'esigenza del controllo, per cui alla periferia ci sarà una costruzione ad anello e al centro una torretta con delle finestre che si aprono verso la facciata esterna dell'anello. La costruzione semi circolare è divisa in celle che sono provviste di due finestre, una che si apre verso l'esterno e l'altra sulla torretta cosi da poter controllare il soggetto con il gioco di luce. Il meccanismo della sorveglianza continua ad essere applicato ad ogni situazione. La condanna in carcere inizia ad essere calcolata in termini di tempo e questo evoca l’ascesa della scienza e un parallelismo con il mondo del lavoro il quale iniziò ad essere calcolato tramite il tempo e compensato con denaro. Punizione come tempo rispecchia il ruolo dell’orario di lavoro come base per la valutazione di beni capitalisti. Inoltre questo processo era relegato agli uomini bianchi che aveva diritti legali politici ed economici, non le donne che non li possedevano già in partenza. Successivamente al Penitentiary Act si andarono a creare due modelli di carcere basati sull’idea della carcerazione come un castigo, occasione di penitenza e ravvedimento: Modello Pennylvania: isolamento totale in cui mangiavano, lavoravano, leggevano la bibbia, meditavano e si pentivano. Un carcere che applicava questo modello è Easter State Penitetiary. Modello Auburn: celle singole, ma lavoro in comune senza interazione. Oggi l'isolamento accanto alla tortura, o come forma di tortura è considerato la pena peggiore che si possa immaginare, seconda solo alla morte.Alexis de Tocqueville e Gustave de Beaumont eranoconvinti che una simile pena avrebbe prodotto un rinnovamento morale e trasformato i reclusi in cittadini migliori. L'attuale costruzione ed espansione di supercarceri di massima sicurezza ricorda molto la descrizione dell’Easter state. Infatti una descrizione delle supercarceri di massima sicurezza in un rapporto di Human Rights Watch datato 1997 è spaventosamente simile alla descrizione dell'Eastern State Penitentiary fatta da Dickens, ma con la differenza che è scomparso ogni riferimento alla riabilitazione individuale. Le nuove strutture di massima sicurezza utilizzano tecnologie all'avanguardia per monitorare e controllare la condotta e ogni spostamento dei detenuti, utilizzando, per esempio, telecamere e porte elettroniche comandate a distanza. “Queste prigioni rappresentano l'applicazione di tecnologie moderne e sofisticate con l'unico fine del controllo sociale; isolano, regolano e sorvegliano in modo molto più efficace di qualunque struttura precedente”.Ciò che prima era considerato progressista ora è un connubio di tecnologia e arretratezza politica. Bender analizza il rapporto tra romanzo e penitenziario e sottolinea come le basi filosofiche della riforma carceraria siano state il materialismo e l’utilitarismo inglese. I nuovi penitenziari puntavano all’ordine della forza lavoro e alla salvezza dell’anima. Nel XVIII è contemporanea l’ascesa del romanze e del penitenziario e come allora la letteratura ha un suo ruolo nelle campagne riguardanti il carcere. La Davis riflette sul ruolo dell’educazione in carcere tramite l’esempio di Malcom X che rese la sua esperienza in carcere un’esperienza trasformatrice, anche se per istruirsi aveva dovuto lottare; come anche adesso che i programmi didattici dentro le sbarre, fortemente riabilitativi, vengono vietati. 4. IN CHE MODO IL SESSO DEI DETENUTI CONDIZIONA IL SISTEMA CARCERARIO Se si vuole capire la differenza sessista nella percezione dei detenuti bisogna tenere presente che quando emerse la prigione, si sviluppò come principale forma di punizione pubblica, le donne continuarono a essere sottoposte a forme di castigo che non erano riconosciute.La pena riservata agli uomini era collegata alla penitenza e alla riabilitazione. La pena era legata al sesso del condannato. Le donne erano spesso punite nell'ambiente domestico. Quando emerse il sistema carcerario, i condannati puniti con la reclusione erano in prevalenza maschi. Ciò rifletteva la struttura dei diritti legali, politici ed economici, che erano condizionati sessualmente. Poiché le donne non avevano diritti, non potevano essere punite privandole di tali diritti con la carcerazione. Ciò valeva in particolare per le donne sposate, che non erano tenute in alcun conto dalla legge. Secondo il diritto consuetudinario inglese, dal matrimonio derivava uno stato di “morte civile”. Quindi le donne non avendo diritti erano irrevocabilmente perdute.I riformatori sostenevano che potevano essere salvate attraverso strutture separate e con un approccio tipicamente femminile alla punizione. Con “tipicamente femminile” si intende che le prigioni dovevano essere trasformate in villette, le celle in camere e il tutto doveva assomigliare alle stanze domestiche. Questo modello fu applicato nel carcere di Alderson in cui le donne “criminali” diventavano esperte di cucina e cucito, questo serviva a produrre delle mogli e madri migliori per le donne bianche della classe media e domestiche per le donne povere e di colore. Le donne sono solo il 5% della popolazione carceraria mondiale, tuttavia con i cambiamenti politici ed economici a partire dagli anni ’80 il settore femminile è quello che sta crescendo più in fretta. Le donne inoltre sono state rinchiuse più spesso negli istituti psichiatrici che in carcere. Delle ricerche dimostrano che le donne avevano più probabilità di finire in manicomio rispetto agli uomini; mentre prigioni e penitenziari sono sempre stati le istituzioni dominanti per il controllo degli uomini, gli ospedali psichiatrici sono serviti a controllare le donne. Insomma, i devianti maschi erano concepiti come criminali, mentre le devianti femmine erano considerate pazze.Gli scritti delle donne detenute, hanno fatto emergere aspetti importanti sull’organizzazione penale che sarebbero rimasti nascosti. In primis l’uso massivo dei medicinali e psicofarmaci per controllarle. Le memorie di Assata Shakur, mostrano il razzismo e il predominio maschile.La sua descrizione della perquisizione integrale, incentrata sull'esame interno di tutti gli orifizi. Le donne lo chiamano «beccarsi il dito» o, più volgarmente, « un ditalino ».«. La «perquisizione interna» fu umiliante e disgustosa proprio come sembrava. Te ne stai seduta sul bordo del tavolo e l'infermiera ti tiene le gambe aperte e t'infila un dito nella vagina e ti tasta. Indossa un guanto di plastica. Alcune cercano di infilarti contemporaneamente un dito nella vagina e un altro nel retto.” Durante la schiavitù le pene per le donne di colore erano diverse dagli uomini e fortemente sessualizzate, come costringere a rapporti sessuali con il padrone, questo è stato trasportato nelle carceri nelle quali le donne sono stuprate frequentemente dai secondini. All'inizio del XXI secolo, le carceri femminili hanno cominciato ad assomigliare maggiormente a quelle maschili, in particolare le strutture costruite nell'attuale era del complesso carcerario industriale. Con l'ampliarsi del coinvolgimento delle corporation in modi inimmaginabili soltanto due decenni fa, l'obiettivo presunto della riabilitazione è stato totalmente rimpiazzato dall'interdizione come scopo principale della reclusione. Negli anni Ottanta l'autrice, Tekia Miller, perorava un cambiamento di politiche all'interno del sistema carcerario del Michigan affinché le donne detenute fossero trattate allo stesso modo degli uomini. La posizione della Miller era che alle guardie si sarebbe dovuto ordinare di sparare alle donne così come dovevano fare con gli uomini.Paradossalmente, le richieste di parità con le prigioni maschili, anziché creare maggiori opportunità d’istruzione, di formazione professionale e di assistenza medica per le detenute, spesso hanno portato a condizioni più repressive per le donne. Secondo un rapporto del 1996 di Human Rights Watch relativo agli abusi sessuali sulle donne nelle prigioni orme del sistema carcerario. Non dobbiamo cercare sostituti del carcere che gli assomiglino, dobbiamo cercare piu iniziative che potrebbero portare alla fine della carcerazione: 1) Demilitarizzazione delle scuole2) Rivitalizzazione dell’istruzione a tutti i livelli 3) Sistema sanitario che fornisca cure mediche psicofisiche gratuite a tutti4) Sistema giudiziario basato sulla riparazione e la riconciliazione anziché sul castigo e sulla vendetta—> Serie di alternative che richiederebbero una trasformazione radicale di molti aspetti della nostra società. Per esempio per quanto riguarda la guerra alla droga ci dovrebbe essere una depenalizzazione che permetta la costruzione di programmi gratuiti per cercare di allontanare le persone dalla problematica della droga. Esistono già dei programmi del genere che però ad oggi sono accessibili solamente alle persone ricche. La campagna per depenalizzare l’uso della droga è in corso in tutto il mondo e significherebbe l’aborgazione di quelle leggi he puniscono chi ne fa uso; anche campagne per la depenalizzazione della prostituzione o difesa dei diritti degli immigrati ad ora incarcerati in centri di detenzione o in carcere poiché privi di documenti. L’obiettivo è quello di arrivare ad una decarcerazione che vedrebbe sparire l’uso del carcere come modalità di punizione più diffusa. Negli Stati Uniti sta nascendo anche un’associazione che vuole arrivare ad assolvere giuridicamente una donna che uccide il marito violenti (sindrome della donna maltrattata. La violenza contro le donne è un problema sociale diffuso e andrebbero create delle strategie per ridurla al minimo. Anche aggiungere piani per l’impiego, il salario minimo garantito, attività ricreativi nella comunità, programmi assistenziali che potrebbero minimizzare l’impatto dell’industria carcere con il mondo. Bisogna considerare che il castigo non è la conseguenza logica del delitto, ma è legata ai programmi politici e di profitto e chiedersi perchè i criminali sono indicati come una classe di persone che non hanno diritti civili e umani accordati agli altri. La categoria di trasgressori è molto lontana da quella di criminali, perchè tutti prima o poi nella vita trasgrediscono o una legge, anche Bill Clinton lo ha ammesso, perciò molte persone sono in carcere per il fatto di essere nero, vietnamita, nativo americano, povero. Queste persone vengono mandate in carcere perchè le loro comunità vengono criminalizzate. Infine c’è la questione di come trattare quelli che attentano ai diritti e all’incolumità altrui: bisogna parlare di giustizia riparatrice e non penale; esempi empirici dimostrano come hanno un impatto positivo sulle vittime e sui “debitori”. INTERVISTE Possiamo riassumere a grandi linee il suo pensiero: . 1) La negazione del diritto di voto: secondo la Davis una delle funzioni del complesso carcerario industriale è quella di impedire alle persone di colore di votare . 2) La sottrazione di capitali: la Davis afferma che spesso la carcerazione viene utilizzata per sottrarre ricchezza agli afroamericani in due modalità: sfruttando il loro lavoro e espropriando il loro patrimonio . 3) Il marchio d’infamia: una volta che un nero americano è stato in prigione, è segnato a vita. . 4) Il contratto razziale: nell’accezione della Davis, il contratto razziale si riferisce alla realtà sociale, politica, culturale ed economica in cui è piu vantaggioso essere bianchi piuttosto che di colore perchè tutte le norme sono, di fatto, per i bianchi. . 5) La violenza rituale: la violenza rituale serve a purificare e riscattare l’ordine sociale, i criminali neri sono in prigione perchè criminali, sono criminali perchè sono neri e se sono in prigione se lo meritano. . 6) La coercizione sessuale: la Davis torna ripetutamente sul fatto che il carcere si serve dell’abuso a sfondo sessuale per il controllo sociale. Cosi, il sistema carcerario diventa un regime fondato sulla violenza sessuale che è al tempo stesso estremamente razzializzata. . 7) L’eccesso di repressione: la Davis critica il modo in cui nella mente dei cittadini ci sia l’idea che la prigione sia tanto inevitabile quanto desiderabile: un modo logico e ovvio di affrontare il crimine. . 8) Sistemi interconnessi: lavorando alle tematiche carcerarie, la Davis si concentra spesso sull’insidioso rapporto tra il complesso carcerario-industriale e il complesso multare- industriale. Primo passo necessario per abolire il sistema vigente. Perchè possa nascere una vera democrazia, bisogna attuare la democrazia dell’abolizione, finchè tutto rimarrà cosi, la democrazia americana rimarrà una falsa democrazia.—> Le interviste seguenti sono le risposte di una donna che da ex nemica dello stato è diventata una delle piu eminenti intellettuali pubbliche. DOMANDE POSTE ALLA DAVIS: 1. LA POLITICA E IL CARCERE Lei è una delle 5 donne nere piu importanti d’America e ha scritto la sua autobiografia, come vede quest’opera a 30 anni di distanza?All’inizio non voleva scrivere un’autobiografia perchè non pensava che le sue esperienze fossero cosi meritevoli di interesse, e soprattutto perché la sua importanza aveva ben poco a che fare con la sua individualità, perchè riguardava il massiccio movimento globale grazie al quale era stata liberata. Ha scritto cosi un’autobiografia che analizzasse il modo in cui i movimenti e le campagne delle comunità di lotta avevano fatto di lei ciò che era. In che modo la biografia politica nera ha un ruolo in questa tradizione letteraria americana? Il campo letterario può un essere un tipo di lotta per i cambiamenti e le trasformazioni sociali. Pensa che i suoi scritti abbiano a che fare con una tradizione filosofica? Ha sempre trovato molto difficile riflettere criticamente sul carcere mentre era detenuta, a differenza di altri scrittori che hanno scritto delle loro esperienze ad un livello filosofico piu concreto. In qualsiasi caso quando era in prigione ha scritto degli articoli che l’hanno aiutata a formulare dei punti che ha poi ripreso una volta uscita. Solamente dopo il rilascio ha potuto riflettere con sufficiente distacco sull’istituzione del carcere. Pensa che la filosofia possa avere un ruolo nella cultura politica degli Stati Uniti? Sicuramente si, attinge proprio dalla sua cultura filosofica quando si pone delle domande sulla realtà che altrimenti sarebbero inespresse.La filosofia offre una posizione privilegiata dalla quale sollevare interrogativi nell’ambito di un discorso socio-scientifico con l’obiettivo di conoscere la nostra realtà sociale. In che modo immaginiamo un mondo migliore e solleviamo le questioni che ci permettono di guardare al di là di quello esistente? Si considera una teorica critica? Ha tratto esperienza dalla teoria critica, riconoscendo che la filosofia da sola non può sempre generare le risposte alle domande che ci poniamo. Diamo vita a migliori risultati se intrecciamo la filosofia con altre discipline. Quale ruolo può avere oggi il comunismo? Si considera ancora comunista, e crede nella possibilità di poter sconfiggere il capitalismo per dar vita ad un futuro socialista, ed è questo che la spinge a proseguire il suo lavoro politico.Il capitalismo è incapace di sviluppare senza esacerbare lo sfruttamento degli esseri umani. Il comunismo può ancora aiutare a creare versioni nuove della democrazia. Il movimento antiglobalizzazione può essere paragonato al proletariato di Marx? Possiamo dire “militanti antiglobalizzazione di tutto il mondo unitevi?”Ovviamente, l’economia di tutto il mondo è molto piu complessa rispetto a quella che descriveva Marx, e la merce, bisogna ammetterlo, ha oramai pervaso ogni aspetto dell’esistenza umana in . ogni parte del mondo. Per questo, la transizione proposta nella domanda, è una transizione troppo semplicistica.Le fabbriche sfruttatrici del mondoLe fabbriche sfruttatrici globali. E la sfida, come sosteneva Marx tempo fa, è quella di scoprire i rapporti sociali incarnati e nascosti al contempo da queste merci. Una grande tradizione del pensiero afroamericano è basato sul comunismo, lei in che relazione si pone a proposito della tensione tra nazionalismo e integralismo?La Davis è interessata a ciò che rimane fuori dalle Giustissimo, è interessante il fatto che si pensi che sia logico togliere il diritto di voto ai detenuti, ma in realtà anche questo è un atteggiamento che si fonda sulla schiavitù.Era ovvio che gli schiavi non potessero votare, non erano cittadini a tutti gli effetti, e quindi è ovvio che anche i detenuti non possano farlo. Su cosa si fondano i rapporti tra il complesso carcerario-industriale e il complesso militare- industriale? L’industria della punizione interessa moltissime corporation per le potenzialità dei detenuti come consumatori e manodopera a basso costo. Nesso molto ovvio: molti giovani per scappare dalla tossicodipendenza e dalla povertà che li porterebbe in prigione si arruolano nell’esercito.Ci sono anche prigionieri che costruiscono armi e aiutano cosi il governo. Lei sostiene che non ci sia nesso tra criminalità e incarcerazione, allora perché ci sono cosi tanti detenuti?La gente comune pensa che il delitto produca il castigo. In realtà però la detenzione è la soluzione punitiva di tutta una serie di problemi sociali che non vengono affrontati da quelle istituzioni sociali che potrebbero aiutare le persone a condurre un’esistenza migliore, piu gratificante. La prigione diventa un luogo per far sparire le persone nell’assurda speranza di far sparire i problemi sociali che esse rappresentano. Questo è collegato anche al Welfare reform e all’aumento delle donne detenute? Di fatto le donne continuano a rappresentare il settore della popolazione carceraria che cresce di piu. Se visitiamo un carcere femminile, ci sono tantissime persone detenute per reati connessi alla droga. Sembra che costruire delle prigioni renda piu sicura la gente, com’è possibile? Ha ragione a chiedere come mai la gente si sente piu sicura. Le rappresentazioni del nemico sono molteplici, ma quella del detenuto è molto forte, viene vista come colui che mette in pericolo la società.Dietro le sbarre ci sono 2 milioni di persone che sono considerate l’incarnazione del nemico. Questo senso di panico è costruito ad arte o ha un qualche fondamento? Il mito dello stupratore nero era una componente chiave di una strategia ideologica volta a riformulare i problemi derivanti dalla necessità di gestire i neri appena affrancati. La psicosi della criminalità non è legata a un aumento della delinquenza, ma piuttosto al problema di gestire vasti settori della popolazione, resi superflui dal sistema del capitalismo globale. Problema della guerra alla droga Non può essere risolto fino a che le case farmaceutiche vendono delle medicine sotto prescrizione medica che permettono di essere rilassati e felici.Campagne pubblicitarie di medicinali che aiutano in ogni ambiti non possono fare altro che peggiorare la guerra alla droga. Guerra al terrorismo La popolazione musulmana e araba sta vivendo e soffrendo terribilmente negli Stati Uniti e in Europa. L’occupazione statunitense dell’Iraq e dell’Afghanistan sta avendo conseguenze spaventose e inimmaginabili. Nella storia degli USA c’era già stata per esempio la lotta dell’anticomunismo, che nel tempo si è evoluta facendo entrare nuovi nemici in patria. Nuovo libero su cui sta lavorando la Davis Spera che incoraggi la gente a pensare al tipo di democrazia che le carceri vogliono istituire e approvare. Bisogna pensare a nuove democrazie: democrazie future, democrazie fondate sul socialismo, democrazie in cui i problemi sociali siano riconosciuti e affrontati. 2. LA COERCIZIONE SESSUALE, IL CARCERE È LA RISPOSTA FEMMINISTA Qual è la sua posizione in merito alle torture inflitte dagli Stati Uniti ai detenuti eh vengono portati in altri stati? Le torture riservate a quei detenuti non sono anomalie, sono tecniche punitive profondamente radicate nella storia dell’istituzione carceraria. Che razza di democrazia è quella disposta a trattare gli esseri umani come dei rifiuti? Le immagini che ha scattato Abu Ghraib, ci hanno resi consapevoli di tutto ciò, ma non ci indigna il fatto che se non ci fosse stato lui, ad oggi non sapremmo delle torture attuate da parte dell’America?Le immagini che raffigurano le torture sono state inviate ad ambienti che credono nell’egemonia della democrazia statunitense, tanto da analizzarle con la convinzione di abbinarle al concetto di democrazia. La preoccupazione di salvare la democrazia statunitense ha spinto in secondo piano le sofferenze dei detenuti. È nato l’impulso della giustificazione piu che quello dell’indignazione. È importante considerare il sistema particolare nell’ambito del quale le immagini vengono prodotte e consumate. “Vedete, possiamo mostrarvi queste cose perché siamo una democrazia”, può approfondire meglio il concetto? Le reazioni dominanti sostenevano che fossero stati i singoli soggetti a compiere certe azioni, che non potevano essere attribuite all’America come stato. Questi atti di tortura e violenza sessuale sono concepibili solo come l’opera di individui aberranti. I media dominanti si sono comportati come se le risposte agli interrogativi sollevati dalle fotografie fossero già note. È giusto il confronto tra queste immagini e quelle dei linciaggi dell’800 e 900? Il linciaggio era uno dei modi in cui si ribadiva l’impossibilità dell’uguaglianza, soprattutto se si considera il rapporto tra il linciaggio e l’apparato giudiziario. I linciaggi favorirono il consolidamento delle leggi segregazioniste, ma contribuirono anche a omologare la pena capitale, che era al centro di notevoli discussioni fin dal periodo rivoluzionario. Il linciaggio era pubblico, oggi invece la tortura è nascosta dietro i numeri delle prigioni.La cancellazione del linciaggio ha lasciato il posto a forme occulte di violenza.L’iniezione letale è rappresentata come rampica, umana e indolore, l’ironia, ovviamente, ed che l’occultamento della pena ha consentito la proliferazione delle peggiori forme di brutalità e violenza. Il corpo, sia nel linciaggio che nelle violenze attuali è ridotto a oggetto. Si può parlare di un nuovo contratto razziale? È restia a considerare il contratto razziale contro i neri come primario sotto tutti i punti di vista. Qui negli Stati Uniti hanno imparato a parlare di razza in termini derivanti dalla lotta per l’uguaglianza dei neri.È di notevole importanza riconoscere L’ alterabilità delle strutture del razzismo. Non ci si può chiedere chi sia il piu oppresso. È importante considerare quanto il razzismo sia influenzato dalla guerra al terrorismo. Prende di mira persone mediorientali. La guerra al terrorismo di Bush prende di mira una religione, è uno scontro di civiltà.Le varietà di razzismo che caratterizzano il nostro presente sono così profondamente radicate nelle strutture istituzionali e cosi mediate da apparire indipendenti dalle persone che danneggiano con loro la violenza. Le torture implicano una concezione della cultura che sminuisce la cultura stessa da cui le torture provengono. Inoltre spiegare le torture all’interno di una concezione pseudoculturale equivale a definire le persone torturate come già inferiori, con la consapevolezza che i metodi statunitensi ci dicono molto di piu sugli Stati Uniti che sulle persone che subiscono le torture. Viviamo in una società che implica che una persona possa subire una tortura per il semplice fatto di appartenere ad una determinata cultura.Le vittime della tortura sono state rappresentate come un problema che i cittadini statunitensi progressisti devono cercare di risolvere. Per molti aspetti, mi ricorda la storia controversa delle lotte contro il razzismo nei confronti dei neri negli Stati Uniti. Tramite le foto di Ghraib veniamo a conoscenza del fatto che il nostro governo ha violato il divieto di non torturare, perciò significa che alcune torture sono legittime e altre no?Come possiamo rompere lo schema di ciò che è tortura e di ciò che non è? Alcuni memorandum scrivevano che non si dovessero etichettare come torture particolari forme di violenza, come essere privati del sonno, essere costretti a stare in piedi molto a lungo, e simili. Indicavano i palesi sforzi di evitare definizioni di tortura internazionalmente accettate e perfino i tentativi di eludere la normativa statunitense. La tortura è straordinaria e facilmente distinguibile da altri regimi punitivi. Ma se consideriamo le varie forme di violenza legate alla pratica della carcerazione iniziamo a capire che straordinario e ordinario non sono poi cosi distinti. Potrebbe essere utile considerare i nessi fa la violenza quotidiana in carcere e la tortura.La condotta delle guardie carcerarie può trasformarsi nel tipo di tortura che viola gli standard internazionali, soprattutto sotto una storia lunga e brutale oltre le frontiere nazionali. Questo nuovo imperialismo significa che il capitale è penetrato negli spazi piu intimi, trasformando non solo l’attività economica delle persone, ma anche i loro sogni per il futuro. La psicologia di estremo disprezzo, il disinteresse, la disumanizzazione, la presunzione infinita, l’etica dell’impunità e l’illegalità non sono forse tutti aspetti dell’impero come modo di vivere?La Davis insiste sul riconoscimento del fatto che lo so po punitivo di questo progetto imperiale è quello di garantire il predominio della democrazia. L’idea della democrazia è stata trasformata in qualcosa di simile a una merce, che si può esportare, vendere o imporre a intere popolazioni. L’imperialismo statunitense diventa ancora piu minaccioso in quanto limita sempre piu la nostra capacità di immaginare come potrebbe essere un’autentica democrazia. Questa concezione limitata di democrazia preclude concezioni fondate sulla giustizia, sull’uguaglianza economica, razziale, sessuale e di genere. L’arroganza di Bush non è forse segno di questo dominio imperiale? In effetti ci sono stati presidenti più umili, come Clinton quando andò a chiedere scusa all’America latina per degli esperimenti. Il problema di Clinton è quello di aver spianato la strada a Bush e alla sua presidenza. Soprattutto, fu proprio sotto l’amministrazione Clinton che iniziò a consolidarsi il complesso carcerario- industriale. Perchè gli americani hanno rieletto Bush? Non rientra sempre nella psicologia imperiale? L’11 settembre e il conseguente spettro del terrorismo hanno generato una psicosi che pone la sicurezza al centro di ogni dibattito. Bush è stato rieletto proprio a causa del panico scatenato dagli attacchi dell’11 settembre e dalla facilità con cui ci siamo lasciati tutti incantare dalle immagini e dalla retorica del nazionalismo che accompagna l’orgoglio di essere cittadini statunitensi. Subito dopo l’11 settembre la nazione è stata presentata come modalità primaria di solidarietà. La gente è stata invitata a rinchiudersi nel proprio americanesimo anzichè ad aprirsi con L resto del mondo. Questo ha portato ad escludere quanti, dentro e fuori, non erano cittadini a rigor di legge. Se vogliamo sperare in un mondo migliore dobbiamo essere capaci di immaginarci come cittadini di un nuovo ordine globale che potrebbe tranquillamente includere l’accettazione della leadership degli iracheni e di altri impegnati nelle lotte in prima linea. Una delle maggiori sfide che ci troviamo di fronte è quella di elaborare un’idea nuova di sicurezza. Come possiamo contribuire a mettere il mondo al sicuro dai saccheggi del capitalismo globale? Bush è stato rieletto per la paura del terrorismo ma anche per la paura del crollo della superiorità globale americana. Vorrei fare una domanda sul rapporto tra la produzione di leggi e la violazione di leggi, perchè ci troviamo in un paradosso per il quale ci si appella alla legge per fare eccezioni alla legge.Il vocabolario di Bush fa mostra di esprimere idee complesse di termini piu semplici ed elementari, è seducente e spaventoso al tempo stesso. È seducente perchè la sua comprensione non richiede alcuno sforzo, ma è pericoloso perché cancella tutto ciò che è veramente importante. Proprio come è dato per scontato il significato di “combattente nemico”, lo è anche il significato di libertà e democrazia. Queste due parole vengono svuotate di significato e contenuto. Quali sono le conseguenze di questo buco nero legale per gli attivisti per i diritti umani di tutto il mondo? Dobbiamo trovare un modo per contestare l’autorità assoluta della legge. In che modo si può utilizzare la legge come veicolo di cambiamento progressista, sottolineando al tempo stesso l’importanza di riconoscere i limiti della legge, sia nazionale che internazionale? La legge può essere adoperata in maniera strategica, in modo da consentire movimenti e campagne popolari. Il movimento dei diritti civili mirava ad attuare cambiamenti nella legge che già esistevano. Per quanto riguarda il complesso carcerario-industriale, direi che proprio per l’incapacità della legge di prendere in considerazione quelle condizioni sociali che rendono certe comunità molto piu soggette alla carcerazione di altre, il meccanismo del giusto processo formale giustifica il carattere razzista e classista della popolazione carceraria. Alla legge non importa se questo individuo ha accesso a una buona istruzione o no, se vive in miseria. La legge non si cura delle condizioni che avviano alcune comunità su una strada che rende inevitabile la prigione. Gli strumenti relativi ai diritti umani possono essere strategici nella lotta per la giustizia globale. Infatti, organizzazioni che un tempo si battevano principalmente per i diritti umani dei singoli individui, stanno ora estendendo il loro operato a intere popolazioni e comunità. Ciò richiede una duplice strategia: utilizzare la legge e riconoscerne i limiti per occuparsi di ciò che la legge non è in grado di comprendere.