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Adolf Loos, Appunti di Storia Dell'architettura

La figura di Adolf Loos, architetto austriaco del Novecento, e la sua teoria dell'architettura. Si analizzano le sue opere più importanti, tra cui l'edificio Goldman & Salatsch e la Villa Steiner, e si approfondisce il concetto di raumplan, ovvero lo spazio a livelli sfalsati. Il testo si concentra anche sugli interni di caffè, pub e luoghi di svago realizzati da Loos, caratterizzati dalla riduzione dell'ornamento e dalla semplificazione degli elementi decorativi.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 26/01/2022

camilla.martino
camilla.martino 🇮🇹

4.5

(10)

34 documenti

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Scarica Adolf Loos e più Appunti in PDF di Storia Dell'architettura solo su Docsity! ADOLF LOOS (1870-1933) Adolf Loos, dopo gli studi tecnici e le prime esperienze lavorative in ambito viennese, visita gli Stati Uniti tra il 1893 e il 1896 conoscendo le opere della Scuola di Chicago e delle Arts and Crafts: si tratta di un momento di formazione e maturazione, personale e professionale. Dopo un tirocinio non particolarmente fortunato in uno studio di architettura statunitense, Loos torna a Vienna dove lavora come saggista: si trova in una posizione contrario rispetto all’Art Nouveau e allo storicismo della Ringstrasse della sua città. • Ornamento e delitto (1908): l’ornamento è un retaggio da rinnegare, abiurare e dimenticare • Degenerazione culturale (1908): contro il Deutscher Werkbund (corporazione di architetti e altre figure) • Architektur (1910): l’architettura deve essere affrontata con grande rigore sia progettuale che teorico, in particolare “La casa soddisfa un bisogno. L’opera d’arte non è responsabile verso nessuno, la casa verso tutti. L’opera d’arte vuole strappare gli uomini dai propri comodi. La casa è al servizio delle comodità. L’opera d’arte è rivoluzionaria, la casa conservatrice (mantiene una serie di comportamenti insiti e innati dell’uomo).” Loos sottolinea come, rispetto all’autonomia dell’opera d’arte, l’architettura abbia delle responsabilità nei confronti del committente, fruitore del suo progetto, e della società. INTERNI DI CAFFÈ, PUB, LUOGHI DI SVAGO Al suo ritorno dagli Stati Uniti, Adolf Loos si occupa della realizzazione di alcuni interni di caffè, pub e altri luoghi di ritrovo e svago. La decorazione naturalistica e floreale si riduce al minimo, fino ad essere confinata nei motivi geometrici dei pavimenti e delle cassettonature dei soffitti EDIFICIO GOLDMAN & SALATSCH (1909-1911, VIENNA) Nel primo decennio del Novecento, Adolf Loos si occupa delle sue prime realizzazioni. Tra il 1909 e il 1911 porta avanti parallelamente due progetti: l’edificio Goldman & Salatsch e la la Villa Steiner. Loos conferisce una particolare attenzione al sito di inserimento dei suoi progetti e al contesto circostante, poiché da essi possono scaturire diverse valutazioni: l’opera deve armonizzarsi con il contesto, una nuova architettura deve sembrare parte integrante di esso da sempre. L’edificio Goldman & Salatsch presenta una particolare complessità a livello funzionale, dovuta alla sua duplice funzione: al piano terra spazi commerciali, nei piani superiori camere in affitto. Si tratta di due ambiti giustapposti in un unico complesso architettonico, esplicitati in modo chiaro da un diverso linguaggio architettonico: • Piano commerciale. Il primo livello viene caratterizzato dall’impiego di materiali pregiati e dalla ripresa dell’ordine (nella sua semplificazione estrema). Infatti, l’ingresso, affacciato sulla piazza, viene mediato da grandi colonne che, al piano superiore, inquadrano i bow windows, elemento con intelaiatura in ferro e tamponamento in vetro che fungono da interazione tra la maglificenza del livello inferiore e la serialità di quello superiore. • Piani superiori. I piani superiori subiscono un’operazione di estrema semplificazione: intonacatura bianca e serialità nello sviluppo verticale. Queste scelte creano grande scandalo: la comunità conservatrice e la popolazione viennese non comprendono come un edificio così semplice e anonimo possa affacciarsi sulla piazza principale della città. In realtà la semplicità del prospetto rispecchia la funzione interna: l’architettura in relazione alla funzione. VILLA STEINER (1910) Contemporaneamente alla realizzazione dell’edificio Goldman & Salatsch, Loos realizza un altro edificio nella periferia di Vienna: Villa Steiner. La realizzazione della villa parte da un vincolo edilizio: il fronte affacciato sulla strada principale doveva avere un solo piano fuori terra. Lo spazio di un solo piano però non era sufficiente a soddisfare le esigenze di una residenza. La soluzione adottata da Loos consiste nel dare ai due prospetti (fronte strada e giardino) due altezze differenti, collegate da una copertura in piombo ad arco di cerchio. In questo modo il fronte strada rispettava il vincolo di un unico piano imposto dal regolamento edilizio, mentre il prospetto affacciato sul giardino privato si presentava con un’altezza pari a quattro piani. Questa nuova condizione dà il via all’elaborazione di un nuovo modello, di una dinamica dello sviluppo degli interni che caratterizzerà l’architettura di Loos negli anni avvenire. Egli, infatti, crede che ogni spazio o ambiente debba avere una propria dimensione, in relazione alla funzione che va a ricoprire. La villa diventa dunque la giustapposizione di una serie di ambienti con diverse dimensioni, raccordati tra di loro. L’articolazione interna disomogenea si rispecchia anche nei prospetti, in particolar modo nella disposizione delle finestre e delle aperture dei fronti laterali, semplificati ai minimi termini. CASA RUFER (1922, VIENNA) L’idea elaborata per Villa Steiner viene sviluppata ulteriormente fino a diventare una vera e propria teoria: il raumplan, cioè lo spazio a livelli sfalsati. Gli ambienti e gli spazi assumono dimensioni proprie in relazione alla funzione che assumono per poi essere incastrati all’interno del volume principale dell’edificio e raccordati mediante scale o rampe. La teoria di Loos diventa quindi un montaggio di diversi ambienti all’interno di la scatola, ovvero la residenza, che elimina gli sprechi di spazio e la monotonia del corridoio e dei piani omogenei. Tale sviluppo della teoria viene applicato a Casa Rufer, situata a Vienna e realizzata tra il 1912 e il 1922. Esternamente si configura come un volume compatto ed omogeneo, se non per l’irregolarità della disposizione delle finestre sui prospetti, dovuta appunto al posizionamento degli ambienti ad altezze differenti, raccordati da rampe. CASA TRISTAN TZARA (1925, PARIGI) A Parigi, tra il 1924 e il 1928 Loos conosce l’artista dadaista Tristan Tzara, il quale gli commissiona la realizzazione della sua residenza privata. In tale residenza si ha la fusione di due aspetti: • Diversificazione dei livelli: la parte inferiore con un ingresso monumentale, la parte superiore semplificata e rientrante • Raumplan: ambienti interni di diverse dimensioni, disposti a livelli sfalsati