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Adolf Loos, brevi nozioni sulla vita e approfondimenti sui progetti, Appunti di Storia Dell'architettura Contemporanea

Adolf Loos, progetti per; la Looshaus, l'American Bar, le ville private (Ville Steiner, Moller, Muller, Karma, villa Rufer, Casa di Tristan Tzara, Maison Backer) il Werkbundsiedlung e la Chicago Tribune.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/01/2021

jinjin444
jinjin444 🇮🇹

4.3

(15)

11 documenti

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Scarica Adolf Loos, brevi nozioni sulla vita e approfondimenti sui progetti e più Appunti in PDF di Storia Dell'architettura Contemporanea solo su Docsity! Venerdì 23 ottobre 2020 Corso di Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica LA VIENNA TRA L’OTTOCENTO E IL NOVECENTO Vienna in questo periodo era una delle città più all’avanguardia, sia dal punto di vista artistico che culturale (vivevano in quegli anni figure di rilievo come Schiele e Freud). Dopo lo smembramento dell’Impero asburgico, il comune socialista varò un grandioso programma di costruzione di case popolari , anche allo scopo di combattere la disoccupazione dovuta alla Grande Depressione (il ventennio di crisi agraria e industriale e della deflazione). Gli architetti viennesi discutevano sull'opportunità di costruire piuttosto le Siedlung , di edifici bassi e unifamiliari dotate di orti, oppure i grandi complessi a progettazione unitaria, gli Hof. A favore delle prime era schierato Adolf Loos, dei secondi l'architetto tedesco Peter Behrens, da poco insegnante a Vienna. Prevalse la seconda posizione e la maggior parte degli interventi fu di grande dimensione, con una forte caratterizzazione e talvolta un voluto distacco dal tessuto urbano esistente. ADOLF LOOS (1870 - 1933) Intro: Per Loos l'architettura non è una forma d'arte perché, diversamente dall'arte, ha un'esigenza concreta da soddisfare: il benessere dell’uomo. La forma e l'estetica di un edificio, perciò, devono essere determinate solo da necessità funzionali, senza decorazioni aggiuntive. Il suo primo progetto importante è del 1903 ed è la ristrutturazione di Villa Karma, a Montreux, in Svizzera. Attingendo all’esperienza acquisita nella bottega di famiglia, riveste gli interni con lastre di marmo. Le qualità di questo materiale vengono esaltate dall'assenza di decori, i volumi sembrano scavati nella materia. Tra il 1910 e il 1912 Loos realizza a Vienna numerose case private tra cui Villa Steiner e la casa del poeta Otto Stössel. Nel 1913 è la volta di Casa Scheu: tra i primi esempi di casa moderna con copertura piana a terrazza. Le linee spoglie degli edifici di Loos incontrano la resistenza dei viennesi, che faticano ad abituarsi a facciate prive di decorazioni. Il disadorno edificio progettato per la sartoria viennese Goldman & Salatsch, situato di fronte al Palazzo imperiale, viene interpretato come una provocazione. Ma per Loos la casa è innanzitutto un riparo, una tana che protegge l'intimità dell'uomo. È questa idea che lo induce a elaborare il metodo del Raumplan. Letteralmente “progettazione dello spazio”, il Raumplan è un nuovo modo di concepire gli ambienti della casa. I locali non sono separati da pareti. Posti a livelli diversi, sono divisi solo da pochi gradini e dall'arredo che, con librerie, armadi e scaffali, crea rigorose geometrie. Tutto ciò consente lo sfruttamento di tutta la superficie e dell’illuminazione. Nel 1924 si trasferisce a Parigi dove, però, riesce a realizzare solo pochi progetti. Tra questi la casa del poeta dadaista Tristan Tzara a Montmartre. L'idea del Raumplan vede la sua più compiuta applicazione nella villa Moller di Vienna e nella villa Müller a Praga, i capolavori della maturità di Loos. Loos fu un architetto austriaco nato a Brno (Moravia -regione dell'Europa centrale che in questi anni appartiene all'Impero Austro-Ungarico) nel 1870 e morto a Vienna nel 1933. La sua opera ha lasciato un’impronta decisiva nella formazione del razionalismo europeo e, in genere del gusto architettonico moderno. Distinto ed elegante, di una certa presenza scenica e figlio di uno scultore, cresce nel laboratorio del padre tra blocchi di marmo e scalpelli. Compie studi discontinui: tra cui quelli al politecnico di Dresda. Nel 1893 si trasferisce all’estero, prima negli Stati Uniti e poi a Londra. Nel 1896 fa ritorno in patria e si stabilisce a Vienna. Nei primi anni si dedica soprattutto all'architettura teorica e scrive numerosi articoli in cui enuncia le linee guida del suo pensiero. La sua prima opera fu una rivista di architettura , della quale però uscirono solamente due numeri. Una delle pubblicità che campeggia sulla copertina è quella della casa sartoriale di Goldman & Salatsch, con la quale Loos creerà un sodalizio che lo porterà a progettare una delle sue architetture più celebri. Loos stringe rapporti di amicizia con alcuni protagonisti delle A vanguardie artistiche europee (Berg, Schoenberg, Kokoschka), ma contemporaneamente entra in polemica con la Secessione, da lui considerata la rappresentazione di un gusto ormai superato e avulso della realtà contemporanea. Das Andere (rivista) A Vienna, tra fine Ottocento e inizio Novecento andava per la maggiore un’architettura come quella di Otto Wagner ¹ (contraddistinta da una forte decorazione delle facciate, piena di fregi, colore e decorazioni), totalmente diversa dall’architettura sobria di Loos. ¹Otto Wagner , architetto e urbanista austriaco (Vienna 1841-1918) promosse la semplificazione della composizione architettonica, sottolineata da un analogo uso delle soluzioni strutturali e dei materiali da costruzione, dove anche la decorazione diviene funzionale alla definizione delle volumetrie. Principi evidenti in opere quali la chiesa di St. Leopold (1905-07), e la Postsparkasse (1903-12) a Vienna. Il primo carattere distintivo di Loos è quello di proporsi alla città con sobrietà verso l'esterno . Secondo Loos questa massima sobrietà esteriore in realtà corrisponde alla più American Bar, Vienna, 1901 Tutt’ora aperto al pubblico, anche nell’American Bar si ripete l’idea di scrigno prezioso: da fuori si ha una percezione piuttosto anomala dell’architettura mentre quando si entra si viene investiti dall opulenza dei materiali: ● intarsi di marmi, ● legni pregiati, ● giochi di specchi (applicati nella fascia superiore per dare un’idea di moltiplicazione dello spazio) e ● volte cassettonate in legno (chiara citazione classica dei lacunari del Pantheon a Roma). Loos crea una scansione spaziale grazie ai rivestimenti per risolvere la pianta semplice. All’idea di illusione ottica partecipano anche i pavimenti a scacchiera (richiamo classico, citazione di Leon Battista Alberti nella chiesa di Mantova). LE VILLE PRIVATE (Loos progetta poco per il pubblico) “il padrone di casa ha tutta la vita davanti a sé per crescere dentro e assieme alla casa e deve aver posto per sistemarvi tutte le cose gli piaceranno, che converranno al suo divenire. L’architetto deve fare il vuoto dentro la casa, al suo interno.” (Massimo Cacciari, Adolf Loos privato, in Dallo Steinhof. Prospettive viennesi del Primo Novecento) Fino a quel momento le case dei più ricchi erano piene di decori, piante, statue di gusto vittoriano, dunque stracolmi di oggetti. Loos invece vuole iniziare a “liberare” le case e creare spazi più vuoti. Villa Karma, sulle rive del lago di Ginevra a Montreux, Svizzera (1904-1906) Del 1903 è il suo primo edificio, la villa Karma a Montreux, caratterizzata dall’estrema semplificazione delle superfici e dal rigoroso studio volumetrico. E’ un progetto di restauro e ampliamento dell'esistente che non fu però concluso da Loos per discrepanze con il committente Theodor Beer. Loos marca l’ingresso nel privato con colonne doriche e crea all’interno una hall in doppia altezza caratterizzata da una luce proveniente dall’alto. Anche qui ritornano i motivi di Loos: il pavimento in scacchiera e l’uso dei marmi. Il vero nucleo della casa è la biblioteca decorata da mobili intarsiati e pareti/libreria. Casa Steiner, Vienna, 1910 Progettata per la pittrice Lily Steiner, la villa si caratterizza per la grande finestra della facciata principale, manifestazione voluta dalla committente per segnare la presenza dello studio anche all’esterno. A Vienna il piano regolatore dettava regole rigide e una di queste restrizioni imponeva in quest’area la costruzione di edifici che a livello strada avessero un solo piano e un unico lucernario, perciò l'architetto escogitò l'espediente di un tetto di lamiera ricurvo a un quarto di cerchio dalla quale riuscì a ricavare 3 piani. All’interno l’articolazione degli spazi è molto studiata: il modo che Loos di impostare gli interni delle abitazioni viene chiamato Raumplan . Letteralmente, “progetto di spazio” , è il termine tedesco comunemente usato per descrivere i principi compositivi basati sull’incastro di volumi di dimensioni diverse e piani a diverse altezze, utilizzati inizialmente nei progetti di abitazioni da Adolf Loos e divenuti comuni in molte opere del Movimento moderno. Casa Rufer, 1922 Ci troviamo nella Vienna di Freud: in questo periodo si sviluppa un interesse per tutto ciò che c’è di recondito, poco chiaro, di tutto quello che è nascosto nella mente umana e queste architetture in qualche modo rispecchiano l’idea del tempo: infatti presentano delle facciate che si mostrano al pubblico abbastanza anonimamente mentre all’interno si scatenano in un modo intricato e complesso. Da qui l’idea delle facciate meno appariscenti e l’interno che “esplode” . Anche qui vige il massimo silenzio all’esterno, l’unico decoro è il fregio. Il Raumplan si fa ancora più evidente, pur tenendo una geometria sempre molto definita. In casa Rufer troviamo un incastro di piani collegati da una serie di scalette. Joseph Binder per il Werkbundsiedlung, 1932 A Vienna vennero chiamati una serie di Architetti per progettare delle case con un budget ridotto cercando comunque di dare il massimo comfort agli abitanti. Un progetto che al giorno d’oggi si potrebbe dire di housing sociale – dunque che voglia dare un alloggio per agevolare la vita del popolo meno abbiente con servizi in condivisione come lavanderie, librerie e spazi verdi esterni in un nuovo quartiere. In questi anni si fa strada l’idea di architettura come portatrice di salubrità all'interno dei centri storici. L’architettura moderna deve rispondere a delle nuove esigenze e cercare di portare dei benefit che l'architettura del passato faceva fatica a offrire. Werkbundsiedlung Duplex, Vienna 1930-32 Adolf Loos viene chiamato a progettare 4 case che crea con un collaboratore. Vengono richiesti dei modelli abitativi per un ceto operaio e qui Loos propone il suo tema Raumplan anche per la massa (nonostante fosse indicato per un ceto più alto). Interessante è vedere come in un piano di 4 metri di altezza l’architetto riesca a dividere lo spazio in due posizionando sotto, il tavolo da pranzo e sopra, una scrivania, (in entrambi i luoghi si sta seduti, dunque Loos sfrutta adeguatamente lo spazio). L’abitazione misura 47 mq, che Loos riesce a portare a 90 mq giocando con le altezze e le sezioni. Dona spazi più ampi e alti per le zone condivise e meno per gli spazi più privati. Il contesto degli interni è più modesto: non ci sono più i marmi o la radica ma rimane comunque una dignità spaziale. Progetto per il concorso del Chicago Tribune, 1922 Il concorso era stato indetto dalla città di Chicago per rifare la propria sede tribunale in seguito al grande incendio che nel 1871 aveva raso al suolo la città. E’ proprio a Chicago che, grazie alle nuove tecnologie, si svilupparono i primi grattacieli della storia, simbolo di potenza economica ma anche soluzioni più economiche e funzionali per le nuove città moderne. Gli altri progetti per la torre sono molto distanti dal linguaggio compositivo di Loos, alcuni riprendono lo stile gotico delle cattedrali francesi, altri creano progetti più modernisti. Loos perde: il suo progetto propone una torre che sembra una grande colonna dorica abitata. Alla base propone di mettere la sede con gli uffici e la parte pubblica, sopra invece gli appartamenti per i privati e in cima una grande terrazza. Loos sembra voler provocare offrendo il simbolo di una tradizione greca e romana, nonché della cultura occidentale che negli Stati uniti non è mai arrivata. Loos è stato anche scrittore: In Parole nel vuoto, Loos definisce l’architettura: “ se in un bosco incontriamo un tumulo, lungo 6 piedi e largo 3 disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi -qui è sepolto qualcuno- . Questa è architettura.” Detto in parole povere: se anche pochissimi segni sul terreno mi riportano ad un significato e scatenano in me un pensiero, allora sono davanti ad una architettura. Un’altro testo molto importante su Adolf Loos è Adolf Loos e il suo angelo di Massimo Cacciari. http://www.ovovideo.com/adolf-loos/