Scarica adolf loos, la civiltà dell'abitare e più Dispense in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! ADOLF LOOS: LA CIVILTA’ DELL’ABITARE prof. Anna Bruna Menghini 28/11/2013 Politecnico di Bari – Facoltà di Architettura- CdL in A – AA. 2013-2014 Prof. Claudio D’Amato Guerrieri STORIA DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA (III) Temi e problemi progettuali dell’architettura ‘contemporanea’ (1800-1970) LOOS E IL SUO TEMPO “Adolf Loos, l’architetto e l’uomo, è rivoluzionario davanti allo spirito retrogrado, reazionario davanti allo spirito di distruzione.” (Franz Glück, 1931) Ins Leere gesprochen, Editions Crès, Paris-Zürich 1921, volume che raccoglie gli scritti di Loos dal 1897 al 1900. Tr. it.: Parole nel vuoto Trotzdem, Brenner Verlag, Innsbruk 1931, raccolta degli scritti di Loos dal 1900 al 1930. Tr. it.: Nonostante tutto Traduzione italiana in: - Parole nel vuoto, Adelphi, Milano 1972 (a cura di S. Gessner) - Adolf Loos. La civiltà occidentale. “Das Andere” e altri scritti, Zanichelli, Bologna 1981. ARCHITETTURA E ARTI APPLICATE Cfr. Il mastro sellaio, in “Das Andere”, 1903 Noi abbiamo bisogno di una civiltà da falegnami. Se gli artisti delle arti applicate si rimettessero a dipingere quadri o scopassero le strade, l’avremmo. Da I superflui (Deutscher Werkbund), 1908 Adolf Loos ed io, lui alla lettera, io verbalmente, non abbiamo fatto altro che mostrare che c’è una differenza tra l’urna e il vaso da notte, e che con questa differenza gioca la cultura. Gli altri invece, i difensori dei valori positivi, si dividono in due gruppi: quelli che prendono l’urna per un vaso da notte e quelli che prendono un vaso da notte per un’urna. Karl Kraus, 1918 IL MESTIERE DELL’ARCHITETTO L’architetto è un muratore che ha studiato il latino. Ma gli architetti moderni sembrano piuttosto degli esperantisti. Da Ornamento ed educazione, 1924 (…) Sappiamo dunque che l’architetto del futuro dovrà avere un’impronta e una formazione classiche. (…) Ma per venire incontro alle esigenze del suo tempo, l’architetto dovrà essere anche un uomo moderno. Non solo dovrà conoscere esattamente le esigenze culturali del suo tempo, ma anzi porsi all’avanguardia. Da Vecchi e nuovi orientamenti nell’architettura, 1898 L’architettura è scaduta a arte grafica per colpa degli architetti. (…) Per gli antichi maestri invece il disegno era soltanto un mezzo per farsi capire dall’artigiano esecutore. Da Architettura, 1910 Invece del genere di architettura che si insegna nelle nostre università e che consiste in parte nell’adattare gli stili architettonici del passato alle esigenze della vita attuale, in parte nella ricerca di un nuovo stile, io voglio impostare il mio insegnamento sulla tradizione. (…) Tre cose venivano insegnate: il costruire dall’interno all’esterno, la storia dell’arte e la conoscenza dei materiali. Da La mia scuola di architettura, 1913 L’ORNAMENTO … L’evoluzione della civiltà è sinonimo dell’eliminazione dell’ornamento dall’oggetto d’uso…. Dato che l’ornamento non ha più alcun rapporto organico con la nostra civiltà, esso non ne è neppur più l’espressione … Continuare a ornare gi oggetti che grazie al progresso si sono sottratti all’ornamentazione, vuol dire forza lavoro e materiali sprecati. Da Ornamento e delitto, 1908 L’uomo moderno, l’uomo che possiede una sensibilità moderna, non ha bisogno dell’ornamento, al contrario gli ripugna. Tutti quegli oggetti che noi chiamiamo moderni sono privi di ornamenti (…) Il singolo individuo non ha facoltà di creare una forma, quindi nemmeno l’architetto. (…) La forma e l’ornamento sono il risultato dell’inconscia opera comune degli uomini che appartengono a un certo cerchio di civiltà. Tutto il resto è arte. L’arte è la volontà ostinata del genio. (…) Da Ornamento ed educazione, 1924 MODERNITA’,TRADIZIONE E PROGRESSO Ciò che è decisivo si compie nonostante tutto. F. Nietzsche Appartamento Haberfeld, Vienna 1899 Appartamento Langer, Vienna 1903 Prospettiva d’interno, 1899-1900 ca.
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Appartamento per Alfred Kraus, 1905
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Appartamento Hirsch, Pizen 1907
Appartamento Khuner, Vienna 1907 Appartamento Josef Halban e Selma Kurz, Vienna 1913 Negozio Knize & Co, Vienna, 1910-13 Café Museum, Vienna, 1899 ui
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Karntner Bar, Vienna, 1908
IL PALAZZO URBANO Sull’architettura viennese di questo secolo aleggia lo spirito di Potëmkin. Da La città alla Potëmkin, 1898 Quando finalmente mi toccò il compito di costruire una casa, mi dissi: l’esterno della casa può essersi trasformato al massimo come il frac. Dunque non molto. E vedevo come avevano costruito gli antichi, e vedevo come essi, di secolo in secolo, di anno in anno, si erano emancipati dall’ornamento. Io dovevo perciò agganciarmi al punto in cui la catena dello sviluppo si era spezzata. (…) La casa non deve dar nell’occhio. Da Architettura, 1910 Una volta si rinunciava a dare alle case, nelle cui vicinanze c’era un edificio monumentale, uno stile e un aspetto intonati a quel monumento. Erano case di cittadini, semplici e disadorne. In una parola, erano silenziose, non alzavano la testa. Ma adesso tutti questi boriosi edifici gridano in coro e nessuno sente niente. (…) In che stile è la casa? Nello stile viennese dell’anno 1910. Ma se i viennesi osservano con attenzione, vedrebbero che fra lo stile di questa casa e lo stile della Michaelerkirche non c’è poi tanta differenza. Ho tentato di armonizzare l’edificio con l’Hofburg, la piazza e la città. Da La casa in Michaelerplatz, 1911 FASADE =. Mrmrancasse. /0499 MICNAZIERPLATA. a Pai MEMLMARAT
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LA CASA / L’OPERA D’ARTE La casa deve piacere a tutti. A differenza dell’opera d’arte, che non ha bisogno di piacere a nessuno. L’opera d’arte è una faccenda privata dell’artista. La casa no. L’opera d’arte viene messa al mondo senza che ce ne sia bisogno. La casa invece soddisfa un bisogno. L’opera d’arte non è responsabile verso nessuno, la casa verso tutti. L’opera d’arte vuol strappare gli uomini dai loro comodi. La casa è al servizio della comodità. L’opera d’arte è rivoluzionaria, la casa è conservatrice. (…) Dunque la casa non avrebbe niente a che vedere con l’arte, e l’architettura non sarebbe da annoverare tra le arti? Proprio così. Soltanto una piccolissima parte dell’architettura appartiene all’arte: il sepolcro e il monumento. Il resto, tutto ciò che è al servizio di uno scopo, deve essere escluso dal regno dell’arte. Da Architettura, 1910 JOSEF HOFFMANN, Palazzo Stoclet, Bruxelles 1905-10 i
CASA, TRADIZIONE, LUOGO … perché tutti gli architetti, buoni o cattivi, finiscono per deturpare il lago? Il contadino non lo fa. Neppure l’ingegnere che costruisce sulle sue rive una ferrovia o traccia con il suo battello solchi profondi nel chiaro specchio del lago. (…) L’architetto, come quasi ogni abitante della città, non ha civiltà. Gli manca la sicurezza del contadino, che possiede invece una sua civiltà. L’abitante della città è uno sradicato. Intendo per civiltà quell’equilibrio interiore ed esteriore dell’uomo garantito soltanto dal pensiero e dall’azione razionali. Da Architettura, 1910
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Casa Steiner, Vienna 1910
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LA RICERCA SPAZIALE E FORMALE: IL RAUMPLAN L’architettura, arte dello spazio e delle forme (contro l’opinione di coloro che la pongono tra le arti grafiche), è stata influenzata soprattutto dalla scultura. Da Vecchi e nuovi orientamenti nell’architettura, 1898 … l’architetto, nell’organizzare lo spazio, deve soprattutto pensare al cubo. Da La casa in Michaelerplatz, 1911 Questa rappresenta una grande rivoluzione nel campo dell’architettura. La soluzione di una pianta nello spazio! (…) E come un giorno l’uomo riuscirà a giocare a scacchi su un cubo, così anche gli altri architetti risolveranno il problema della pianta nello spazio. Da Josef Veillich, 1929 Qui, come nell’opera di un grande scultore, vedo una concezione tridimensionale immediata, non ottenuta per sommatoria (...). Qui tutto è pensato, inventato, composto, plasmato in termini di spazio senza alcun espediente, senza l’ausilio di superfici, disegni, spaccati; direttamente, come se tutti i corpi fossero trasparenti; allo stesso modo in cui l’occhio spirituale ha dinanzi a sé lo spazio in tutte le sue parti e al tempo stesso come totalità. Da A. Schönberg, Adolf Loos zum 60, 1930 In generale fino ad ora la principale preoccupazione degli architetti era la costruzione delle facciate e la disposizione dei pilastri interni. La pianta veniva risolta piano per piano proiettato su una superficie, quello che casualmente rimaneva tra i pilastri lo si chiamava spazio. Da sempre si aveva la volontà di mettere in relazione gli spazi tra di loro, ma nessuno aveva mai pensato di farlo in un’altra direzione. Accade così che nelle abitazioni ci sia una sequenza di spazi collegati. A teatro troviamo gallerie o annessi dell’altezza di un piano collocati uno sopra l’altro, che comunicano apertamente con uno spazio principale e ampio. Loos capì come l’angustia del palco fosse sopportabile soltanto perché si poteva guardare nel grande spazio principale, così che il collegamento di uno spazio principale più alto con una nicchia più bassa offre la possibilità di risparmiare spazio e applicò questa intuizione all’architettura residenziale. Attraverso Loos venne alla luce un nuovo e superiore concetto di spazio: la libertà di pensiero nelle tre dimensioni, la progettazione di spazi collocati a livelli differenti, senza il vincolo di piani tutti alla stessa altezza, la composizione degli spazi idealmente connessi in una totalità armonica e indivisibile e una struttura che pianifica l’economia dello spazio. Da H. Kulka, Adolf Loos,1931 Davvero nelle mie case non esiste nè piano terra né piano superiore né cantina: esistono solo spazi collegati, vestiboli, terrazze. (…)si devono collegare tra loro gli ambienti in maniera che il passaggio dall’uno all’altro appaia naturale e indivisibile, ma anche funzionale. Casa per Tristan Tzara, Parigi, 1925-27
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A. Loos, H. Kulka, Casa Khuner (Alpenhof), Payerbach (Austria), 1930 LA CASA PER TUTTI Chi vuole vivere in una Siedlung deve cambiare mentalità. Deve lasciarsi alle spalle il sistema delle case d’affitto urbane. Se vogliamo vivere in campagna, dobbiamo andare a scuola dai contadini e guardare come fanno loro. Dobbiamo imparare ad abitare. Da Imparare ad abitare, 1921
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Progetto per la Siedlung am Heuberg, Vienna, 1922-23 Progetto di un gruppo di venti ville terrazzate in Costa Azzurra, 1923 N)
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