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adone di marino vita e opera, Appunti di Letteratura

adone di marino vita e opera completa

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 10/05/2018

valentina_volpi1
valentina_volpi1 🇮🇹

3.7

(7)

15 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica adone di marino vita e opera e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! 28-02-17 ADONE --> MARINO Poemi: L'ADONE DI MARINO (pubblicata nel 1623) l'adone del cavalier Marino alla maestà cristiana di Ludovico.... L'adone è diviso in 20 canti ogni canto ha il suo titolo LA SECCHIA RAPITA DI TASSONI (pubblicata nel 1622 intitolata inizialmente solamente come secchia e venne pubblicata a Parigi poiché Tassoni non poteva pubblicarla in Italia per colpa della censura dato che il poema è preva- lentemente satirico) [scarica da internet] Epoche differenti ma che entrambe conoscono una evoluzione -->1500 epoca di Ariosto chiamata Rinascimento; -->l'epoca di Tasso chiamata Manierismo; -->l'epoca di Marino chiamata Barocco. INTRODUZIONE La letteratura del 600 ha sempre avuto una sfortuna critica. La visione è: di avere "il buono" fino all'epoca di Macchiavelli e Ariosto e finisce alla fine del 600, poi però arriva la "sfortuna" tranne per esponenti come Gallileo e Tasso. Marino è il Re del secolo, è colui che riassume tutte le caratteristiche negative del 600. Il capitolo 13 parla di Marino che è in contrapposizione con la nuova scienza, di cui ne parlano: Gallileo, Campanella, Bruno e Paolo Sarpi. Questi 4 sono perseguitati dalla chiesa poiché vanno contro la teologia per dare ragione alla Scienza; da qui si capisce che si è in un epoca soffocante dove la chiesa nega le nuove cono- scenze e nega allo stesso tempo la libertà (il sistema ecclesiastico comanda). [Epoca della controriforma + epoca del predominio spagnolo = epoca di decadenza morale e cultu- rale] la letteratura in questo momento ha un blocco e rinascerà nel '700. Settembrini definisce la letteratura del 600 come il gesuitesimo dell'arte (cioè ipocrisia/falsità). In questo periodo si ha una Letteratura disimpegnata. CROCE è un filosofo e uno storico morto nel 1952; egli scrisse nuovi saggi della letteratura italiana del 600 (storia dell'età barocca) --> A lui non piacciono i poeti del 600 poiché li ritiene di pessimo gusto. L'opinione di Croce è positiva solo per gli stranieri. I critici italiani di una volta facevano vedere gli aspetti negativi, di decadenza, se guardiamo al di fuori dal nostro paese i poeti si rifanno a quelli italiani. BRAUDEL --> scrive "Due secoli e tre Italia" i due secoli vanno dalla metà del 500 al 700, e in essi vi sono tre Italie: -->la prima si ha nella prima metà del 400 dove si ha un'Italia pacifica, vi è la grande cultura. -->La seconda italia nella prima metà del 500 è devastata dalle guerre. -->la terza Italia nella prima metà del 600 dopo il trattato di Cateau Cambresis diventa spagnola. In Italia ci sono grandi centri universitari come: Pisa, Padova, Bologna. In questo periodo inizia la "critica letteraria" in campo religioso vi è il concilio di Trento (1545) gra- zie al quale vi è un rinnovamento della chiesa, della disciplina; con il concilio si ha una riforma cat- tolica oltre a quella protestante già presente. Roma diventa un punto centrale per tutti gli artisti d'Europa. "Storia della critica italiana nel rinascimento italiano" l'artista americano si chiama ....Wingher è viene presentata anche "L'età della critica". Alla fine del 600 vi è una frattura, con il barocco si conclude il Rinascimento. 3/03/2017 Marino era considerando il rappresentante di tutta un'epoca, il re del secolo. GIOVANNI POZZI: studioso molto importante di Marino, ha pubblicato il primo editore moderno commentato nell'Ado- ne, per la Mondadori in due volumi, uno di testo e uno di commento. "Narrazione e non narrazione nell'Adone e nella Secchia rapita". In questo saggio Pozzi fa vedere i meccanismi narrativi, prende in esame queste due narrazioni e le mette a confronto con la "Gerusalemme liberata". Nella riflessione di Tasso, ci sono dei rapporti: - Il rapporto con la storia, non per il gusto di raccontare delle falsità, ma per conferire alla storia un significato ulteriore, non racconta le cose cosi come sono andate ma come dovevano andare. - Dell'unità d'azione, la favola deve essere unitaria, cioè deve raccontare una sola azione altrimenti sarebbe un' poema cavalleresco come la Gerusalemme liberata. Nel '600 tutta questa attenzione per la favola, viene a cadere perché i letterari del '600 spostano la loro attenzione sulla "lexis", l'elocuzio cioè lo stile. Vanno alla ricerca di una lingua poetica radical- mente diversa dalla lingua d'uso. La poesia del '600 è una poesia artificiosa, in cui le cose si diffe- renziano dalle parole ciò porta a una rinuncia, al realismo e alla verosimiglianza. Il discorso di Pozzi: Tasso nella Gerusalemme liberata aveva rispettato i meccanismi narrativi e aveva costruito una macchina perfettamente funzionante. Il poema di Tasso era basato sulle sim- metrie, con una costruzione di tipo armonico. Marino e Tassoni, tentano strade diverse nel '600. La storia di "Venere e Adone": Tassoni la racconta in 41 versi mentre Marino in 41'000. La storia raccontata da Tassoni: Venere e Adone si innamorano, Adone che è un guerriero muore e Venere trasforma Adone in fio- re. La storia raccontata da Marino: 1- Venere incontra Adone; 2- Celebrazione del matrimonio; 3- Intervento di forze malefiche (cioè gli oppositori); 4- Periodo di separazione, Adone è costretto a separarsi da Venere; 5- I due si rincontrano; 6- Adone grazie a Venere viene eletto re di Cipro (poi rinuncerà al trono); 7- Altro intervento di diverse forze malefiche; 8- Morte di Adone. Marino confronto a Tassoni aggiunge solo il matrimonio e Adone re di Cipro, ciò ha permesso di allungare la storia. Marino ripete la stessa storia due volte. Nel poema di Marino ci sono due separazioni: una temporanea e una definitiva che si conclude con la Morte dell'Adone. QUESTIONE DI TITOLI: Tassoni nei “Pensieri” (10 libri) a proposito del titolo dell’Orlando Furioso dice che Ariosto avrebbe dovuto darle il titolo dell’argomento centrale del poema --> perché secondo la sua logica si deve intitolare il poema sulla favola principale. Pensiamo al titolo: LA SECCHIA RAPITA --> cade sulla favola principale, ma solo sui primi canti non sulla fine. Quindi il titolo cade sull’inizio della storia e sottolinea la “non mobilità”. LE DIVERSE MACCHINE NARRATIVE: Per concludere Pozzi dice che Tasso era colui che aveva costruito la macchina narrativa perfetta. Marino costruisce una macchina che “gira a vuoto” in cui tutte le rotelle girano ma non producono qualcosa. Tassoni fa un macchina che impazzisce e produce effetti contrari a quelli desiderati. Secondo lui quindi all’inizio del 600 siamo davanti ad una crisi della narratività. BIOGRAFIA DI GIAN BATTISTA MARINO: 1. 1569-1600: NAPOLI della sua formazione letteraria sappiamo poco, certamente sa bene il latino ma non il greco. Suo padre è un praticante di tribunali e lui cerca di far studiare legge al figlio. 2. 1600-1606: ROMA 3. 1606-1609: RAVENNATI 4. 1609-1615: TORINO 5. 1615-1623: PARIGI 6. 1623-1624: ROMA 7. 1624-1625:NAPOLI——> MUORE 1.Il padre lo caccia di casa e quindi ha bisogno di finanziatori. Marino per tutta la vita sarà un ap- passionato di pittura. I poeti descrivono a parole le opere di pittura. I pittori d’altro canto prendono i soggetti dai poeti. Gian Battista Manso—> è il suo protettore. Aveva ospitato a casa sua Tasso ed è sicuro che Mari- no giovane ha conosciuto Tasso anziano. 2. Marino abbandona Napoli per Roma perché è finito in carcere (2 volte, la prima è riuscito a ri- solvere ed era stato incarcerato x una storia irrisolta) per documenti falsi: era intervenuto in favore di un amico che era stato condannato a morte producendo documenti falsi—> quindi il passaggio da Napoli a Roma era una fuga. (era passare da uno stato all’altro in quell’epoca). A Roma nel giro di poco tempo è riuscito ad avere dei protettori tra cui Pietro Aldobandini ( è nipote del papa, se- gretario di Stato). lì a Roma nel 1602 pubblica la prima opera: ovvero un volume di rime divise in due libri, stampati a Venezia (Venezia era la città più importante per uno scrittore perché si stam- pava molto). 3. Lo spostamento a Ravenna avviene perché c’è un capovolgimento della struttura di Marino: muore il papa, e il suo protettore (Pietro cade in disgrazia. Scipione Borghese è il nemico di Aldo- brandini. Pietro Aldobrandini quindi decide di trasferirsi nella sua diocesi di Ravenna e Marino lo segue. A Ravenna non ci vuole rimanere, ma è proprio lì che fa alcune letture fondamentali per il suo percorso. Claudicano è la sua grandissima scoperta. 4. Marino dunque compie diversi viaggi per trovare sistemazioni: Egli viene invitato a Torino dove c’è il duca di Savoia che sposa le sue figlie e da subito decide che li vuole rimanere e lo fa scri- vendo due testi per ciascuno dei due matrimoni (come regalo di nozze). Ma la mossa decisiva av- viene qualche mese dopo con “Ritratto del Serenissimo Don Carlo Emanuello duca di Savoia” e questo gli vale la nomina di cavaliere. A Torino c’erano molti poeti di corte, quello più stipendiato era Gasparo Mortola. Marino lo bersaglia con delle rime satiriche, Gasparo risponde con delle rime che vanno sotto il nome di “Fischiate e risate”(stampate postume)——> Mortola spara dei colpi di archibugio a Mari- no, ma non lo colpisce. Con questo avvenimento egli è finito, quindi Marino ha via libera. L’8 DICEMBRE 1609 si trasferisce a Torino perché aveva una denuncia presso il Sacro Uffizio (che non aveva pubblicato, ma che giravano) per componimenti osceni e testi eretici (quindi scher- zava con la religione). in Anni precedenti c’era stata un altra denuncia per Marino, ma il suo protet- tore l’aveva salvato. Adesso la situazione era diversa quindi questa causa arriva al punto che vie- ne emanato un ordine di arresto emesso dal papa. Ravenna, fa parte dello stato pontificio quindi il potere del papa è diretto (ed ecco perché va via da Torino), altra cosa avviene se l’ordine c’è nel momento in cui tu sei in un altro stato. In sostanza, finché sta a Torino Marino è protetto da questo pericolo. Nei primi tempi le cose vanno bene, ma anche a Torino egli finisce in carcere (Aprile 1611 ci sta x un anno) e in contemporanea gli vengono sequestrati i manoscritti. A Torino nel 1614 pub- blica due opere: tutte raccolte ne “La lira” sono tre libri e poi sempre nello stesso anno, pubblica le dicerie sacre. Maria de Medici è italiana ed è sul trono di Francia, Marino diventa poeta di Corte di Francia. Nel 1617 c’è un terremoto politico in Francia, perché Luigi XIII si scoccia di essere alle dipendenze della madre e allora fa un colpo di stato —-> esilia la madre e diventa il nuovo re. Concino Concini viene fatto assassinare e prende il posto come primo ministro un francese. Per Marino questa è una situazione difficile, ma nel giro di poco tempo riesce a farsi apprezzare anche dalla nuova cor- te.. con un manoscritto anti Ugonotti. Nel 1619 “la galleria” stampata a Venezia è una raccolta di liriche ciascuna delle quali descrive un’opera d’arte. Nel 1620 stampa a Parigi la “Sampogna” cioè il flauto di Pan che è lo strumento che suonano i pastori, componimenti brevi divisi in due parti. Poi finalmente riesce a stampare l’Adone, lo stampa in forma lussuosa (dedicato a Luigi XIII, ma in realtà fa una dedica al sovrano e una a se stesso). Nel 1623 Marino se ne torna in Italia. Promuove un’associazione culturale di moralizzazione della poesia, che si divide in due punti: 1. Avversione alla mitologia 2. non esagerare a parlare d’amori e sopratutto con un linguaggio casto. Marino non rientrava in nessuno dei due punti. La cosa che assolutamente non si poteva fare era mischiare religione pagana e cristina (marino nell’Adone aveva fatto esattamente questa cosa). OPERE DI MARINO: 1. Primi anni del'600, postumo tra gli scritti Mariniani: "La strage degli innocenti" 2. 1602: RIME 3. 1605: “Il tebro festante”—-> è il Tevere 4. 1608: “Il ritratto” 5. 1608-09: “Murtoldeide” 6. 1614: Lira III “Dicerie sacre”——> intesi come discorsi sacri 7. 1617: La sferza 8. 1620: La Sampogna 9. 1623: L’Adone 10. 1615: Il tempio 11. Frammenti di poema epico che viene prima dell'Adone (non aveva ancora in mente l'Adone aveva solo qualche idea), scrisse il 7° canto della GERUSALEMME DISTRUTTA, Marino puntava a un confronto diretto con Tasso, scrivere un poema lungo voleva mettersi a confronto con Tasso. La prima idea di Marino è quella di attaccare direttamente Tasso. Il titolo del poema è la distruzio- ne di Gerusalemme nel 70 a.c. Di Tito. Per Marino Gerusalemme distrutta vuole anche dire di- struggere la Gerusalemme liberata. Scrive solo il 7° canto non oltre il 1714, poi abbandona il pro- getto e inizia a scrivere l'Adone che comincia a crescere a dismisura. Se Marino avesse scritto la Gerusalemme distrutta sarebbe stato uno degli epitoti di Tasso, sicuramente il migliore. Scrivendo l'Adone fa una scelta diversa, opposta agli antipodi. Ma l'Adone ha molto a che fare con la Gerusa- lemme liberata. 10-03-17 Canto 9° riassunto: LA FONTANA D'APOLLO Nella persona di Fileno, nome dell'amore, il poeta descrive se stessi con gran parte degli avvenimenti della sua vita. Fileno sta pescando l'anguilla poiché vuole donarla alla sua amata. (Ma l'animale signifi- cava un'altra parte atomica quindi non era un buon dono, sfondo sessuale) L'adone è un poema di tipo INCLUSIVO , ed è un poema di pace. Marino prende elementi amorosi come le catene e le lacrime e li unisce alla sua fase da neonato (esempio, ho avvertito subito l'amore). Marino sostiene che il suo unico maestro è L'AMORE quindi non è un poeta di guerra così come Adone. Nell'ottava 80 Fallito attentato di Gasperi contro marino. Nell'Ottava 82 marino sostiene che Murtola è diventato famoso cercando di attentare la sua vita. Marino puntava ad un confronto diretto con Tasso (marino attacca fin dall'inizio Tasso con la Gerusalemme distrutta volendo distruggere la Liberata) Se marino avesse distrutto la liberata avrebbe superato Tasso per lo stile e la stesura, oggi viene ricordato per l'Adone (poema mitologico)che ha molto a che fare con la Gerusalem- me liberata. Marino racconta la sua biografia sotto le spoglie di un personaggio il pescatore cileno. Nel 9 canto Venere accompagna adone alla fontana dei poeti. Siamo su Cipro, isola greca in mezzo al mare, sull'isola c'è un lago e in mezzo al lago c'è un isola (sede dei poeti), "isola nell'isola". In mezzo a questi cigni nel lago ci sono i cigni poeti. Tra loro c'è Fileno, alterego di Adone, vestito in maniera povera; adone lo invita a raccontare la sua storia (sono una trentina di strofe, molto interessante alcune cose sono raccontate in modo fedele altre no). 9° canto: LA FONTANA D'APOLLO (ogni canto ha un titolo autonomo e una propria allegoria/ premessa al canto). 8° 48-59 Nell'Adone ci sono vari argomenti e varietà di generi letterari e toni dai più bassi ai più elevati. Fileno sta pescando un'anguilla, vuole fare un dono alla sua amata, pesce che simbolicamente nel '500 veniva usato come un particolare anatomico. Che vomita in mano perle lucenti, la lunga coda, testa grossa,.... finisce con se tu smetterai di essere sdegnosa io te la regalerò. (Contiene il comico e la letteratura burlesca). Dell'anguilla parlava a metà 500 Berni in un suo capitolo. Adone sia comico che sacro. Definiva l'adone l'enciclopedia di tipo inclusivo. 61 dell'arte. Quindi essendo l'adone un poema di nuovo tipo (di pace) non è tenuto a seguire le regole di Aristotele di tipo Bellico. Ci sono due realtà: - La guerra - L'amore Non si conciliano, non possono andare insieme. In quanto è poema di pace non ci sono eventi bel- lici. Ci sono tre "sostituiti" della guerra: Versione sublimata della guerra: Guerra con gli scacchi --> evento simbolico descritto per filo e per segno (guerra sublimata) Rissa tra due bande di briganti (raccontata nel 14 canto) Il vero sostituto della guerra nell'adone ---> è la CACCIA, infatti adone è un cacciatore che viene amato da Venere e che per tutto il poema mantiene questa duplice potenzialità amante/cacciatore. La sua morte si vedrà nel momento in cui lui tornerà a caccia nonostante tutti i divieti di Venere. (SEMBRA AMARE PIU' LA DEA DELLA CACCIA DIANA CHE VENERE). La sua ultima caccia infatti gli sarà fatale. Adone non riesce ad essere fedele a Venere, cede e va a caccia.L’Adone nella sua prima edizione ha una prefazione che sostiene essere un poema epico di pace e non di guerra, questo perché l’Adone non è un poema aristotelico che segue le regole e questo ci dice che sono passati decenni rispetto alla Gerusalemme liberata e ad altri poemi di fine 500 però ancora all’altezza del 1620 e dintorni un poeta che compone un poema senza seguire le regole aristoteliche rischia di essere fortemente criticato, quindi per coprirsi le spalle sceglie un per fattore per introdurre l’argomento e si giustifica dicendo che le regole aristoteliche vengono seguite solo nei poemi che parlano di guerra. [Shaplen invece sostiene che l'Adone parla di guerra e non di pace] ADONE COMPOSIZIONE E GENESI L'adone è il poema più lungo della storia della letteratura italiana. Ma paradossalmente il più lungo è il mito di Adone e Venere che OVIDIO lo racconta in 41 versi mentre Marino lo racconta in 41000. Nel 15° canto 118-130 descrizione precisa della regola degli scacchi (ciò non accelera il ritmo narrativo) 8 caselle per lato, 64 in tutto di color diverso bianco e nero. Poi pezzo per pezzo marino spiega come muovono gli scacchi. Non è il primo che lo fa nel '800 viene scritto un poemetto che racconta tutte le regole. (Esattamente in 160 versi) Nel 17° canto Dalla 65 alla 82 descrizione della toilette di Venere che la mattina si trucca. I poeti che preferisce sono del IV e del V secolo: Il poeta latino che preferisce è Claudiano (egiziano) e il poeta greco nonno di Panopoli (luogo di nascita, Egitto) È cosi lungo perché ha una storia compositiva estremamente lunga e durante la lunga composi- zione Marino opera una lunga aggiunta di materiali vari magari che erano stati pensati per una de- stinazione diversa che per qualche motivo ha trapiantato questi inserti che dovevano essere indi- rizzati per altro nell'adone. (Poema composito). 1623 --> 1° pubblicazione 1596 --> la prima testimonianza che abbiamo di Camilo Pellegrino che manda una lettera in cui dichiara che Marino sta scrivendo l'Adone. Ante 1600 --> 1° testimonianza di Marino, che descrive in un poemetto di "sospiri di Ergasto" (cac- ciatore) che parla di una faretra (vicenda mitologica). CARINO primo nome pastorale prima di Fileno (vezzeggiativi di Marino). Queste due testimonianze si riferiscono a un idillio ( breve componimento in versi che racconta un avvenimento mitologico o un poemetto di ambientazione pastorale, ne sono stati scritti altri di idilli sulla vicenda di adone, almeno 3 scritto nel 500 e altri nel primo 600). Prima lettera di marino 1605 --> a un pittore, dichiara che è diviso in tre libri quindi non può essere un idillio. Tre libri: Innamoramento Amori Caccia e della morte 1614 --> marino pubblica la terza parte della Lira, firmata da tale Onorato Claretti (firmata da un altro ma scritta da lui, cosi poteva scrivere ciò che voleva). Descrizione dettagliata delle opere che Marino ha in corso di produzione ma che non ha ancora pubblicato. È avvisa che è arrivato a poco meno di 1000 stanze (ottave) e dice che è diviso in 4 libri: 1 gli amori 2 i trastulli (divertimenti amorosi) 3 dipartita (partenza di Venere da Cipro che lascia adone da solo) 4 la morte Siamo partiti da un idillio e siamo arrivati a 4 libri. Continue testimonianze di cambiamenti. Gerusalemme distrutta --> poema anti tassiamo, perché allude all'argomento del poema che parla dell'esercito romano guidato da tito. Poema che parla dell'assedio di Gerusalemme. Poema che parla di una guerra (poema epico, storico). Con questo progetto Marino vuole stare il più vicino possibile alla Gerusalemme liberata con l'intento di confrontarsi con essa. 1614 si rende conto che ce qualcuno e più avanti di lui ---> Tommaso Stigliani (Il quale ha in corso un poema epico "il mondo nuovo"). Quindi inizia a scrivere l'Adone. Adone cresce anche per assorbimento di organismi poetici che erano stati pensati per altri proget- ti; che vengono inseriti nell'Adone. Marino ha scritto due poemi: La Gerusalemme distrutta; Le trasformazioni --> è stato inserito nell'Adone (i pezzi dal 6° all' 11° canto). 12° canto: LA FUGA Ottava 198 Monologo 198-207 in cui la maga Farsirena sta vivendo un' esperienza nuova, si innamora. Marino queste ottave le aveva scritte prima ancora di inserirle nell'Adone, erano per un altro pro- getto infatti erano già stampate quindi lui le inserisce nell'Adone. (Questo è il motivo del perché l'Adone cresce e ha una struttura disorganica, è un aggregato)--> NATURA DISORGANICA, que- sto si pensa possa essere un difetto. 1627, STIGLIANI PUBBLICA "L'OCCHIALE" --> opera volta a distruggere e criticare Marino (già morto). Nel testo scrive cose che si sostiene che abbia detto Marino. "Che sia o no di Marino". -l'adone è come un libro di disegni anatomici non unitario, non c'è la figura umana intera ma ci sono particolari (mano,testa,piede), l'Adone è fatto cosi. Stigliani sostiene che Marino vuole che la sua opera si legga pezzo per pezzo. -L'adone non è come il palazzo vaticano, unico agglomerato, ma come i palazzi Parmesi(più omo- genei). Stigliani lo critica in quanto secondo lui un poema deve avere una struttura armonica e or- dinata. -Secondo lui la "Gerusalemme liberata" --> "è una pianta con foglie e rami", mentre Adone ---> è una pianta di fico d'india con foglie che crescono le une sulle altre su un tronco. -"L'adone sono come le Cicladi che sono sparse intorno all'arcipelago". L'adone è come una luce che "sfarfalla", dobbiamo guardare ovunque. Juan Andres ---> 1808, dice che l'adone è come una galleria di quadri (gallerie dell'800 colme di quadri attaccati ovunque fino al soffitto). Francesco Flora (italiano) --> 1940 parla di Marino come un poeta "CENTRIFUGO" e sostiene che l'Adone è un poema dividere nei suoi frammenti. Giovanni Pozzi --> 1976 il quale sostiene che l'Adone ha una struttura "ACENTRICA" (acentrica o policentrica è la stessa cosa). Marino scrive l'Adone: -Descrizione a scapito della narrazione -Struttura per accrescimento disordinato Gli scrittori del 500 sono legati alla fabula (contenuto narrativo), es. Tasso. Nel 600 l'attenzione si poggia sulle elocuzioni (stile). Nel 600 si scrivono piu trattati, Matteo Pelle- grino scrive un trattato "Delle acutezze" (concetti). 1654 Emanuele Tesauro "il cannocchiale aristo- telico", trattato di retorica che contiene delle riflessioni es. spiega come si realizzano e come si usano le metafore. Al poeta barocco non interessa cosa dire, ma come dirlo. (Non interessa il contenuto ma solo la forma, aspetto stilistico). Marino scrive un poema di 41000 versi senza dire niente, se fosse vero vorrebbe dire che l'Adone è come una canzone napoletana, dopo ci sono parole armoniose. (Secondo il profe non è vero). L'Adone ha un significato di fondo, non è come la Gerusalemme liberata che ha un messaggio ideologico forte (poema cristiano). L'adone non ha un messaggio ideologico forte, non ci dice cosa vuole che pensiamo o diciamo. Che cos'è l'adone? È un poema lungo, mitologico che raconta un mito classico; in realtà contiene tanti generi letterari diversi, es. la poesia pastorale (nel 1°canto, Adone sbarca Cipro e la prima persona che incontra è un pastore che gli racconta un lungo elogio della vita pastorale, esso è la controfigura poetica di un personaggio reale -Gianvincenzo Imperiali- che aveva scritto "lo stato rustico", quindi marino fa un omaggio a questo ricco arisocratico genovese). Nel 5° canto c'è il racconto di una messa in scena di una tragedia all'intendo del palazzo di Venere a Cipro, viene messa in scena una tragedia per Adone e Venere, il capo regista è Mercurio. La sua storia è tragica il mito di Atteone, durante una battuta di caccia vede Diana che fa il bagno nuda in una fonte, la spia e quando se ne accorge, Diana trasforma Atteone in cervo e quando i cani di At- teone lo vedono lo sbranano. Tragedia priva di finale, serve per mettere in atto Adone dai pericoli a cui va in contro. Nell'adone c'è la "lirica amorosa" --> Fileno dice di essere un poeta d'amore. Nel 7° canto ce .... inoltre viene letto un componimento di tipo satirico di tono eroicomico. Nel 9° c'è l'apitalamio (canto nuziale) Ci sono anche i racconti di guerre del Piemonte, di Francia, della repubblica di Venezia. 14° canto: gli errori, racconta la storia di inseguimenti e battaglie come se fosse un poema cavalle- resco. Tutti questi sono generi letterari inseriti nell'Adone, una sorta di enciclopedia. L'adone in se è un poema "sacro" non solo perché parla di divinità classiche (dei), ma Adone porta su di se dei tratti "cristologici" --> storia svolta a Cipro ma adone proviene dalla Palestina. La ferita del cinghiale che infligge all'Adone, marino la definisce "la piaga nel costato" , ciò rimanda alle pia- ghe della passione di cristo. Le FONTI dell'adone: Ha un infinità di fonti, la scoperta delle fonti dell'adone è uno dei punti più toccati della critica. Volevano accusarlo di FURTO LETTERARIO, DI PLAGIO come per es. Tommaso Stigliani ("il cannocchiale"). Non avevano torto, Marino rispondeva facendo vedere quanto gli altri avevano ru- bato a lui. La mentalità pre romantica 500/600, l'idea è quella che un opera poetica vale di più se è molto elaborata e se contiene molte citazioni degli altri autori. Mentre oggi nell'epoca moderna vogliamo creare delle opere nuove, diverse. La bravura sta nell'utilizzare quello che hanno già detto gli altri per dirlo in modo nuovo, più moderno. Nel '600 il grande impegno è quello della ricerca dei concetti e metafore che passano da un poeta all'altro in maniera continua, non sappiamo nemmeno dire "chi l'ha presa da chi" in quanto vengono sempre modificati. Stigliani era molto interessato alle fonti dell'adone per screditare il suo nemico Marino. Altro periodo di ricerca delle fonti, "la scuola storica", periodo di Carducci. Volevano trovare il dato concreto. La terza epoca alla ricerca delle fonti dell'adone è dall'edizione di Pozzi compresa quindi dagli anni 70 fino ad oggi. Ci sono le fonti degli autori classici, latini e greci. I greci, Marino li può leggere in lingua latina (c'era la traduzione). Tra le fonti classiche Marino ha una preferenza sulle fonti classiche tarde di età Alessandrina,come Nonno, Claudiano Greco e Latino. Poi ci sono le fonti moderne italiane e Francesi, infine ci sono le fonti extra-letterarie (scientifiche....). 28-03-2017 Marino poeta di un'epoca terminale, è orientato verso epoche che condividono questa caratteristi- ca decadente. Condivisione spirituale: - letteratura ellenistica (argentea) - letteratura del 600 - decadentismo, fine 800 = D'Annunzio apprezza la poesia di Marino. Guglielmo Felice Damiani parla di Marino, ne capisce lo spirito in quanto permeato lui stesso di decadentismo. Marino ha fonti CLASSICHE (in particolare latine che non agiscono sul dettaglio ma sull'organizza- zione del poema, come Tasso), MODERNE, EXTRA LETTERARIE (trattati scientifici) In Francia legge opere in francese. Pozzi afferma che per Marino esistono due categorie di fonti: 1. Fonti riconosciute dal lettore 2. Fonti che non devono essere riconosciute (Non dominava il criterio dell'originalità ma quello del- la ARTIFICIALITÀ) Marino stesso afferma in una lettera che non vuole, che alcune citazioni siano riconosciute e con la quale risponde ad alcune accuse di furto (plagio). Lui non ha rubato ma semplicemente ha detto che esistono 3 AZIONI DIVERSE: - Traduzione - Imitazione - Rubare Si tratta di uno zibaldone privato dove annota tratti (pezzi di opere) che gli piacciono. Parla anche di MORALITÀ di RIUSO = I materiali provenienti da altri testi sono estetici in quanto hanno una funzione di tipo ORNAMENTALE. La Gerusalemme non è fonte ornamentale ma STRUTTURALE. Fonti che devono rimanere nascoste: Marino afferma in una lettera "voi non mi scoprirete anche se RUBO (altissima conoscenza, bagaglio culturale), perché nel mare dove pesco non venite a man- giare. CANTO XVIII = " la morte di Adone" (confronto con il canto XII della Gerusalemme) L'Adone è poema di Morte e Amore ed una delle fonti più antiche sono i "sospiri di Ergasto" ossia una composizione che Marino scrive, e dove è presente il personaggio di Ergasto che ha una fare- tra, sulla quale è incisa la storia di Adone riassunta in 4 ottave che poi sarà scritta da Marino nel poema. La 1 OTTAVA parla degli amori mentre nelle altre ottave si parla della partenza di Venere e della morte di Adone. La morte più importante nella Gerusalemme è quella di CLORINDA, in cui fra l'altro c'entra Amo- re. Addome muore in un contesto completamente diverso , ossia a CACCIA, colpito a morte da un animale (cinghiale) e questo risale a due FONTI SICURE: 1. Piccola ode attribuita a Teocrito "sull'Adone morto" 2. Idillio del 500 "Adone di Messer Giovanni Tarcagnota" Descrizione di un altro oggetto istoriato: il cane di Adone ossia Saetta, ha sul collare istoriata la storia di Cefalo e Procri, ossia una cacciatore chi uccide la sua amata e colei che ha tessuto il col- lare fu Venere (IRONIA TRAGICA), che poi lo regalò ad Adone e ciò è un tragico augurio. E questa storia viene associata a Tancredi e Clorinda poiché nella lettera Marino dice che Ariosto e Tasso si rifanno ai miti antichi e che la storia di Clorinda e Tancredi ricorda quella di Cefalo e Pro- cri. PARAGONE DI OTTAVE GERUSALEMME (Capitolo XII) ▪ Ottave 58/59 = assomiglia nella sintassi e nel lessico alle Ottave 124/125 dell'Adone ▪ Ottava 64 = AL capitolo XVII, ottava 66 dell'Adone in quanto entrambe parlano di un fato da cui non si può scappare ▪ Ottava 76 dove Tancredi dopo aver ucciso Clorinda, chiama se stesso mostro viene paragonata all'ottava 81 dell'Adone ADONE (Capitolo XVII - XVIII) Il TITOLO del XVII capitolo è DIPARTITA ciò la partenza di Venere che è costretta ad andare da Cipro a Citerea in quanto c'è una festa in suo onore. Prima di partire dice ad Adone di non andare a caccia. Sulla strada mentre va a Citerea incontra PROTEO (Dio dei mari) che predice a Venere la morte di Adone rimproverandola di averlo abbandonato. Il cinghiale è tratto come un vero PERSONAGGIO, spesso viene usato l'appellativo di mostro con aggettivi che rimandano alla sua ferocia. Ottava 81 = definisce il Cinghiale inumano Ottava 85 = Il Cinghiale si accende di una passione umana, ossia l'amore ▪ Ottava 84 = Il Cinghiale viene colpito da una feccia e viene travolto da due passioni : AMORE e IRA (Personificate) ▪ Ottava 84 dell'Adone Paragone con la Gerusalemme sulla personificazione di Amore ed Ira perché più volte viene af- fermato che in Armida convivono Sdegno e Amore. Già nell'idillio del Tarcagnota, il fatto della veste che si alza è presente ma in questo il verbo "SCOPRIRE" è al presente mentre nell'Adone è al PASSATO REMOTO, ed è strano perché Ma- rino nel resto dell'ottava sta usando il Presente. Ciò rimanda all'ottava 67 della Gerusalemme, dove Tancredi toglie l'elmo a Clorinda ed Usa il ver- bo "SCOPRIRE" al passato remoto. (IPOTESI DI CORRADINI) Viene fatto emergere nell'Adone il contenuto, il vero senso della scena che invece nella Gerusa- lemme è solo simbolico. ▪ Ottava 98 dell'Adone = Lui è ferito a morte dal bacio dell'amante (cinghiale) E questo viene pa- ragonato all'ottava 69 della Gerusalemme per il rimando alla morte imminente. La narrazione si concentra sul cinghiale che si è nascosto nella sua tana e poi si sposta su Venere e qui c'è un PARAGONE tra Ottava 101 dell'Adone e ottava 51 della Gerusalemme. In queste ottave è presente una SIMILITUDINE VIRGILIANA (lupo con pecore) in quanto compare nell'Eneide XV e in un idillio 500 di Girolamo Parabasco. Pozzi scrive: nell'Adone simile al lupo è il cinghiale, come nella Gerusalemme paragonata al lupo è Clorinda e questo paragone NON FUNZIONA perché Clorinda dovrebbe essere la vittima come Adone, poiché muoiono ma Clorinda è paragona al lupo PRIMA, cioè quando ha ucciso un guer- riero cristiano perché l'Adone è un POEMA DI PACE quindi chiunque sparge del sangue è un lupo. RIGUARDA LE FONTI 2 LETTERE CONTEMPORANEE: 1. Lettera a Girolamo Preti 2. Lettera a Antonio Bruni All'uscita di queste due lettere l'Adone è già stato pubblicato e Marino è già in Italia. Un piccolo autore di una PREFAZIONE, afferma che tutti a Roma aspettavano l'Adone e chi lo ha letto assicura che è migliore della Gerusalemme. Però Preti e Bruni smentiscono ciò, in quanto il giudizio era troppo affrettato: non potevano dire né che era migliore né che era peggiore , in quanto amici di Marino L'Adone e la Gerusalemme inoltre sono troppo diversi per essere paragonati. Marino si arrabbia perché secondo lui i due poemi si possono paragonare. PARAGONI CHE MARINO DESCRIVE NELLA LETTERA ▪ Mago Ismeno (Gerusalemme) e il Mago Falsiterna (Adone) in quanto entrambi mandano un ma- leficio. ▪ Discorso di Clizio (canto 1 dell'Adone) che ricorda il canto VII della Gerusalemme dove troviamo un canto pastorale (pastori che cantano) Da questo si capisce che a Marino interessa il paragone e quindi suggerisce questi due ma ce ne sono altri 100/1000. Nell'adone questo idillio simbiotico non può durare, ma non se ne può. Neanche uscire con un processo di crescita. La regressione allo stato infantile non può regredire e non può seguire la strada di Rinaldo ??? L'unica strada per adone è di conseguenza la morte. Epitalamio: VENERE PRONUBIA (ruffiana) --> testo di quando parla dell'amore e della guerra. per marino l'istinto non è altro che : Affetti, passioni, istinti. 1649 trattato di Cartesio --> le passioni dell'anno. Con Cartesio siamo in ambito laico e razionali- sta. Nei decenni precedenti sono stati scritti molti trattati in prevalenza dei domenicani e gesuiti. Es. Nicola Caussin 1638, "l'impero della ragione sulla passione" (scritto in francese) --> la ragione deve dominare sulle passioni. Questo contesto è inserito anche nella "Gerusalemme liberata" che veniva letta al tempo come un vero e proprio repertorio di affetti, veniva letta sia dai letterati che dai pittori. Quando i pittori vole- vano rappresentare gli affetti consultavano il testo di tasso. Esistono degli affetti : letterari, pittorici, musicali. Questo discorso sugli affetti viene dal Concilio di Trento (perchè mette in atto un processo di edu- cazione della società e anche un educazione sentimentale e affettiva). Concilio di Trento anteriore alla Gerusalemme liberata È il catechismo per i parroci (scritto in latino)--> parla degli affetti Bisogna sapere che la CONCUPISCENZA (sinonimo di desiderio) è una mozione dell'animo spinta dalla casuale gli uomini desiderano le cose piacevoli che non hanno. Come gli altri nostri morti dell'animo non sono sempre male (malvagi) questa forza concupiscenze non è sempre un vizio del male, dipende da come si usa, dipende se è controllata o meno dalla volontà razionale. (Se la controlla la ragione la indirizza verso il bene). Il concilio di Trento parla anche del'IRA, anche l'ira oltre alla concupiscenza può essere molto peri- colosa. Adone poema già concluso allo stesso tempo Tasso scrive una breve prosa proponendo una alle- goria del suo poema. Lui aveva paura che coloro che la stavano leggendo gli contestassero l'ec- cessiva presenza degli amori e l'eccessiva presenza degli elementi meravigliosi (fantastici), se io dimostro che tutto quanto ha una visione allegorica , io mi proteggo. Alla fine sembra quasi che tasso sposi questa interpretazione allegorica. Tasso non è il primo ad interpretare i poemi allegoricamente, nel corso del 500 viene applicata spesso all'Orlando furioso, non da Ariosto, es. nell'isola di Locistilla (7/8° canto), in cui tutti i poemi diventano simbolici acquistano un altro significato. Anche Marino lo farà, ogni canto dell'adone ha premessa un allegoria in prosa. Ma nel suo caso non aggiungono niente sono solo un tentativo non riuscito di marino. Tasso scrive parlando del suo poema: Nell'esercito crociato i soldati semplici rappresentano il corpo, mentre i principi presentano l'anima. Platone 4° libro in cui parla Socrate e spiega a un interlocutore come è formata l'ANIMA, è triparti- ta: una componente: razionale (l'intelletto) ---> filosofi irascibile (voglia di seguire un oggetto) ---> i soldati, guerrieri e concupiscibile (il desiderio) ---> lavoratori, produttori di beni Dunque la società ideala per Platone è quella dov'è esiste una società ideale con ognuno un com- pito diverso, comandata dai filosofi. Anima razionale: GOFFREDO(filosofi) Anima irascibile: RINALDO (guerrieri) Anima concupiscibile: TANCREDI (lavoratori) Di questi due aspetti marino riprende in discorso sulla ripartizione dell'anima, mentre non gli inte- ressa la divisione della classe sociale. Questo discorso platonico sulla ripartizione dell'anima viene ripreso dai cristiani, lo troviamo pari pari sulla summa di san Tommaso. La Gerusalemme liberata può essere interpretata allegoricamente, adone no. Ciò nonostante vediamo che questo discorso dell'anima Marino lo consce bene. Marino nelle dicerie sacre scrive: la concupiscibile, l'irascibile e la virtù ragionevole. Queste due ancelle che troviamo nel canto 12° ottava 209-210 Hanno due nomi parlanti: SOFROSINA e IDONIA IDONIA: nome costruito su Edonè --> piacere; è la rappresentante della virtù concupiscibile del desiderio. SOFROSINA: rappresentata la virtù ragionevole. Ottava 222 Contiene i discorsi delle due ancelle. Come per Es. nel 6° canto: Onore e amore che parlano nel cuore di Erminia (stessa situazione di personificazione). Falsirena: fata dalla magia nera (strega) in contatto con Demagorgone (il capo delle streghe, sata- na). A marino interessa molto la rappresentazione degli affetti cosi come aveva fatto Tasso, ma con- temporaneamente possiamo dire che a marino non interessa una visione di tipo morale degli affet- ti. Falsirena quando viene abbandonata da Orlando assomiglia a Erminia. Canto 18° prime ottave del canto Son due fiaccole ardenti Amore e Sdegno 1°ottava che’nfiamman l’alme di penosa arsura; stanno nel core e turbano l’ingegno, né da lor la Ragion vive secura. Son d’egual forza ed emuli nel regno, ma contrari d’effetto e di natura: l’uno è dolce trastullo e dolce affetto, l’altro produce solo odio e dispetto. Quando talor questi aversari fieri 2ª ottava pugnan tra lor, l’uom ne languisce e geme e’l cor, ch’è picciol campo a duo guerrieri e seggio angusto a duo signori insieme, da conflitto mortal, d’aspri pensieri combattuto delpar, sospira e freme. Quinci fervida schiuma e quindi intanto versa doglioso ed angoscioso pianto. L’anima afflitta in sì crudel battaglia 3ª ottava mentre a prova con quel questo contende, sicome libra (bilancia che continua a pendere) le cui lance agguaglia doppio peso conforme, in dubbio pende; ed al gemino spron che la travaglia or di desire, or di furor s’accende; quando di là, quando di quà la gira alternamente o l’appetito o l’ira. (Non c'è più un giudizio morale, non c'è più l'amore o lo sdegno) Nela guerra però che quella e questa 4ª ottava passion discordante a gara fanno, vincitor le più volte alfin ne resta e ne trionfa il lusinghier tiranno che’l gran competitor preme e calpesta, onde la rabbia poi diventa affanno, e là dove pur dianzi era reina serve di cote ov’ei gli strali affina. (Reina affina --> la ritroviamo anche nella Gerusalemme liberata nel 16° canto, ottava 41. È il mo- mento in cui Rinaldo sta partendo e Armida arriva di corsa alla spiaggia e cerca di trattenerlo. Tro- viamo nuovamente Reina affina in un contesto simile ma con un significato capovolto. "Là guaglio- ne deve essere reina dei sensi", la ragione è impotente e l'uomo è in balia delle proprie passioni. Cit. Tasso). Prima ottava del 5° canto dell'adone --> è un elogio della lingua sia in senso fisico che in senso umano. 7/4 Tasso è molto preciso riguardo al ruolo della ragione sulle passioni; Marino invece rifiuta il governo della ragione. Es. 1: maga Falsirena che tiene prigioniero Adone, ma si innamora di lui. 2: il cinghiale visto come belva molto feroce che però si innamora e addirittura cerca di accoppiarsi con Adone uccidendolo. 3: il cinghiale si comporta secondo la sua natura difatti è umanizzato. Entrano in gioco amore e ira e la ragione non ha più un ruolo. L'adone propone di seguire la NATURA, possiamo definirlo NATURALISMO EPICO; l'amore e lo sdegno (visto come ira). Non sono sullo stesso piano e nel proemio la musa è Venere che simbo- leggia la pace e l'amore. L'uomo è sopraffatto dai suoi stessi desideri (passa dall'uno all'altro) ed è molto simile alla logica dell'orlando furioso --> nell'adone c'è ancora meno ragione. Questo pensiero appartiene al barocco che è un secolo irrazionale. Tasso vuole eccitare il pathos del lettore, con un livello stilistico alto non scivolando nel comico, tutto ciò è consapevole. "Commuovere e rapire gli animi": ovvero muovere l'affetto. Una delle tecniche più usate è l'intervento diretto del narratore per commentare le situazioni es. QUAL'è IL FALLO DI ADONE? Nel V canto vengono riportati una serie di racconti mitologici raccontati da Mercurio --> egli rac- conta per insegnare qualcosa ad Adone. Vuole metterlo in guardia dalla caccia. Es. storie di NARCISO --> amato da Eco, ma non ricambia in quanto preferisce la caccia. Ciparisco --> amato da Apollo ma preferisce il suo bianco cervo, termina con lui che uccide l'animale che ama cosi tanto. Attis --> amato da Cibele, ricambia ma non si mantiene fedele. Una storia mercurio mette in scena una tragedia nel palazzo di Venere: la tragedia DI ATTEONE --> cacciatore che spia Diana nuda al bagno durante una battuta di cac- cia, Diana si accorge e gli spruzza l'acqua trasformandolo in cervo, ma egli scappando viene sbranato dai suoi stessi cani. Questa tragedia viene raccontata bene nel V canto, è esemplare per adone questa storia, perché la cosa che adone crede è che atteone spia diana, e lui pensa che invece lui ama Venere. Ma il senso che mercurio voleva dare è che atteone finisce male perché non deve tornare a cacciare, non di guardare le dee nude. Durante il corso del poema ci sono molti indizi che spiegano la fine di Adone. Ottava 108-110 Sta parlando a Venere disse: se mai dovesse succedere che io torni a caccia, se mai tornerò a questo istinto naturale sviando il tuo amore non ti rammaricare; per me è un piacere, fattene una ragione è un naturale istinto che non si può vincere. Natura = istinto. Io non mi stancherò mai del tuo amore, se è destino che sia cosi tu non puoi fare altro di volere ciò che vuole il celo (la tragedia classica è dominata dal desiderio del destino, alcuni personaggi cercando di sfuggire come nella storia di Edipo). Ottava 113 Adone: io amerò sempre te, possa io essere superbo di un cinghiale. Quando Venere si allontana da adone egli torna a cacciare proprio un cinghiale. " dove mostro crudel mi squarci in fianco" --> il personaggio non è consapevole di ciò che accadrà, ma avverrà e ciò il lettore lo capisce benis- simo. Pozzi commenta l'ottavo canto Adone rimane fedele a Venere, ma secondo Pozzi ciò non si avvera. Ma Adone resta fedele a Venere solo sul punto di vista sessuale. Ma torna ad amare la caccia quindi lo tradisce. Galimede --> esempio opposto --> inizialmente è un cacciatore ma viene rapito da Giove tra- sformato in aquila, viene portato via dalla caccia e non torna più da essa. Ila --> non è un cacciatore, è il giovinetto amato da Ercole, che durante una sosta a una forma viene rapito dalle ninfe della fonte e Ercole si dispera. Questa storia viene raccontata da marino con un finale infelice sia per ila che per Ercole, ila conosce questa fine negativa perche fa da scu- diero per Ercole (porta su di se le armi), logica di fondo dell'adone --> l'amore è incompatibile con la guerra. Adone muore perché invece torna alla caccia, in assenza di Venere. Non è un caso che adone sia un cacciatore (ottava 44, 1° canto) --> prima presentazione di Ado- ne: adone è un cacciatore che anche mentre caccia sembra amore da quanto è bello, tranne per il velo (intorno agli occhi) e per il volo. Questa presentazione assomiglia molto a Rinaldo nella Gerusalemme liberata. (1° canto). La differenza è che Rinaldo assomigliava a Marte quando combatteva e senza armi assomigliava ad amore. Adone invece non può essere assomigliato a Marte perchè non combatte, assomiglia solo ad amore. Rinaldo era un guerriero amoroso, anche adone è potenzialmente amante (era bel- lissimo) ma era anche un cacciatore (è qualcosa che fa parte della sua essenza di personaggio, non è un accessorio). Quando tornano insieme adone è Venere dopo la prima separazione (quando viene rapito da falsi- rena) adone manifesta sintomi di noia, infatti Venere per divertirlo è costretta ad inventarsi degli svaghi. Torna alla caccia perché l'amore di Venere non riesce a pagarlo completamente. Mercurio l'ha messo in guardia dalle armi, ma lui le prende e se le porta via. La domanda è : è LUI CHE E' INTEMPERANTE O E' L'INTEMPERANZA DEL DESIDERIO CHE RIGUARDA TUTTO IL GENERE UMANO? La risposta è la seconda. La 4° epistole " Res inmoderata cupido est"" (ov, E P. IV 15) Sono le lettere dall'esilio che Ovidio manda perché vuole tornare a Roma, il suo desiderio è una cosa immoderata. Il suo piacere è di sua natura immoderato, non è mai soddisfatto. Va alla ricer- ca del desideri. Se il desiderio umano di sua natura è illimitato, l'unica soluzione per contenerlo sarebbe sotto- mettere il desiderio alla ragione (discorso Tassiano nella Gerusalemme liberata, e del 600; è un discorso di tipo etico). La vita umana termina in doglie perché termina con la morte. Questo è il significato tragico dell'adone. Adone muore perché è un uomo e tutti gli uomini devono morire. Marino non mostra di avere una fede di tipo religioso, (Nonno fonte rara e colta dell'adone, egizia- no di lingua greca, non si sa nulla se non che ha scritto le "dionisiache" poema mitologico lun- ghissimo. Ha scritto un opera pagana e una cristiana. Un poeta di quel secolo può credere in ambe due le cose, nella salvezza di cristo e nella fede di Dioniso). Marino che prende come riferimento Nonno non può avere una fede in Dioniso, ma egli non ce l'ha nemmeno nella fede cristiana. Egli ha fede nella poesia, nella parola poetica. Può consolare la salvezza umana, ma non può sal- varla. L'adone ha un significato tragico di fondo ma non è una tragedia perchè marino non ha inserito nessun componimento teatrale. Ha scritto solo un prologo su "pastor fido" e su un altro ma per commissione. A lui interessa la parola scritta non interpretata sul palco scenico. Questo suo scarso apprezzamento per la tragedia si vede anche nel 5 canto con la tragedia di atteone. La tragedia per i greci era un tentativo per dare un senso al limite della vita umana. Marino nell'a- done riprende solo il contenuto tragico ma non la formalizzazione in tragedia. L'ADONE E' UNA LUNGHISSIMA ELEGIA (UN CANTO FUNEBRE PER ADONE).