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antropologia, estetica ed arte a cura di alberto Caoci, Appunti di Storia Dell'arte

espressione dell' estetica moderna occidentale sotto un punto di vista antropologico

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 10/03/2019

V.Ors
V.Ors 🇮🇹

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Scarica antropologia, estetica ed arte a cura di alberto Caoci e più Appunti in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! A cura di Alberto caoci ANTROPOLOGIA, ESTETICA E ARTE 1. Dibattito del 1993 L’estetica è una categoria interculturale? Di James F. Weiner, Howard Morphy, Joanna Overing, Jeremy Coote, Perter Gow 1.1.Introduzione James F. Weiner E’ innegabile che le scienze sociali e l’ antropologia abbiano recentemente manifestato interesse verso l’ estetica. Credo che le ragioni siano connesse alle riflessioni sulla modernità e il modernismo. Tre fenomeni connessi l’ uno all’ altro sono emersi: - in primo luogo la diffusione dei mass media globalizzati come forme visive quali la televisione, i video e il cinema. - In secondo luogo, poiché i sistemi di comunicazione globale istantanea stanno annullando gli intervalli di tempo tra svolgimento degli avvenimenti e la loro comunicazione e visione, stiamo vivendo una soppressione del tempo. Questa trasformazione nelle nostre pratiche rappresentative ha influenzato anche l’ antropologia. Howard Morphy avanza la mozione richiamando le due trattazioni kantiane del concetto di estetica. Morphy sostiene che l’ estetica riguardi la modalità attraverso cui la capacità sensoriale umana interpreta e dà forma agli stimoli, Metre Joanna Overing parla di estetica tale, e la considera un fenomeno del modernismo europeo e non applicabile in modo automatico alle società non occidentali. Peter Gow , sostenitore della mozione, stabilisce una relazione più stretta tra le due nozioni kantiane di estetica, rifacendosi, sulla scia di Bourdieu, al concetto di distinzione o discriminazione. Le categorie dell’ intuizione e della cognizione si combinano per consentire agli esseri umani di effettuare delle distinzioni tra gli oggetti, dall’ altro, la storia e la teoria dell’ arte e dell’ estetica forniscono agli occidentali la prassi e il lessico per formulare giudizi che danno luogo alle distinzioni sociali e di classe. Grow deduce da ciò che la nostra pratica estetica è caratterizzata dal fatto di creare distinzioni, di formulare giudizi. La Overing, si oppone all’ estetica modernista poiché quest’ ultima mira a rimuovere l’ oggetto d’ arte dal suo essere collocato nel mondo. L’ autrice sostiene che che l’ antropologia dell’ arte trava “ripugnate l’ idea di utilità quotidiana degli oggetti d’arte”. 1.2.Parte: le presentazioni 1.2.1 A favore della mozione (1) Howard Morphy In primo luogo, cosa intendiamo per categoria interculturale? • Il lavoro antropologico Partiamo dal definire l’ antropologia come disciplina che effettua la traduzione degli eventi e dei comportamenti di una cultura per consentire ai membri di un’ altra di comprenderli nei termini del valore che hanno valore nella cultura di origine. Il lavoro antropologico come traduzione interculturale ha portato allo sviluppo di un metalinguaggio del discorso. Gli antropologi devono essere sempre consapevoli del rischio di imporre significati esterni al fenomeno indagato; i concetti devono essere usati in modo flessibile nel processo di traduzione culturale. Il lavoro antropologico si fonda sul riconoscimento della diversità culturale. I concetti universali che sopravvivono svelano qualcosa sia delle capacità degli esseri umani, sia della possibili caratteristiche delle loro società. E’ all’ interno di questo contesto che collochiamo il concetto antropologico di “estetica”. • Estetica _L’ estetica occupa un posto ben definito nella filosofia europea: il concetto denota una particolare capacità di risorsa e una forma di azione nel mondo, che sono parte integrante della nostra concezione della natura dell’ essere umano. “Gli esseri umani hanno la capacità di risposta estetica.” _ Le questioni di cui si occupa l’ indagine interculturale nel campo dell’ estetica: l’ estetica si occupa dell’ effetto qualitativo che gli stimoli producono sui sensi. Gli stimoli possono essere di tipo materiale, percepibili attraverso i sensi; oppure dalla comprensione di un’ idea. Tali stimoli vengono integrati all’ interno dei sistemi culturali e possono essere interpretati a diversi livelli. _ L’ estetica si occupa della capacità unmana di attribuire valori qualitativi alle proprietà del mondo materiale. _ L’estetica si occupa dell’ intero processo di socializzazione dei sensi attraverso la valutazione delle proprietà e delle cose. _ Lì estetica è parte integrante dello studio dei consumi, dell’ esperienza religiosa e dell’ autorità politica, oltre che, in modo evidente, dell’ antropologia dell’ arte e della cultura materiale. 1.2.2 Contro la mozione (1) Joanna Overing -Affermazione dell’ estetica L’ affermazione che l’ estetica è una categoria interculturale può essere contestata per una ragione molto valida: la categoria dell’ estetica appartiene all’ era modernista e pertanto è caratteristica di una specifica coscienza dell’ arte. L’ estetica nacque come studio filosofico dell’ arte a fine del diciottesimo secolo, il termine fu coniato da Baumgarten, così il significato di estetica è intrinsecamente storico. Due questioni vengono affrontate: _In primo luogo la peculiarità di questa categoria, poiché la concezione occidentale del bello e dell’ attività artistica costituiscono l’ eccezione. Un concetto bizzarro è quello che definisce come “ belle arti”, considerate un’ area distinta di attività, nettamente separate da tutti gli altri ambiti dell’ esperienza. Kant decretò la diversità del giudizio estetico rispetto al giudizio morale o scientifico. _ In secondo luogo l’ incongruenza di una sifatta nozione “depurata” dell’ oggetto d’ arte dall’ uso o persino dal desiderio, rispetto alla concezione del bello. L’ arte e la bellezza non sono così decontestualizzate in altre culture. -Culto dell’ Oggetto d’ Arte estetica occidentale è fondamentalmente discriminatoria rispetto sia all’ oggetto che al soggetto dell’ esperienza. • Estetica occidentale e antropologia L’ estetica occidentale semplicemente discrimina, e qualsiasi appello ad essa invita al giudizio. Nell’ estetica occidentale, la comparazione incoraggia la discriminazione. L’ antropologia paragona e confronta, ma non giudica. E’ questa caratteristica distintiva dell’ antropologia, il suo rifiuto di giudicare le culture che compara e mette a confronto, che la pone in netto contrasto col progetto dell’ estetica moderna occidentale. La cultura occidentale ha già una lunga tradizione di “comparazione e confronto” dell’ estetica occidentale con l’ estetica di altre culture. Si tratta del progetto dell’ “arte primitiva”. • Estetica modernista contro l’ antropologia L’ antropologia spiega l’ esotico come quotidiano. L’ estetica modernista non desidera affatto questo tipo di spiegazione, vuole che questi oggetti rimangano esotici. La specifica estetica modernista del Primitivismo non vuole che gli antropologi spieghino “l’ arte primitiva”. L’ autore ha sostenuto che è impossibile considerare l’ estetica come categoria interculturale e che la questione non è di pertinenza dell’ antropologia. Ma in che modo gli antropologi dovrebbero dunque affrontare l’ estetica? Levi- Strauss è quello che si è più costantemente occupato dell’ estetica occidentale moderna; egli ha usato la propria concezione estetica non per confrontarla con le estetica di altre culture, ma come prospettiva sulle altre culture. Lèvi-Strauss conclude da antropologo, il cui obiettivo non è quello di impegnarsi in un’ operazione di estetica non discriminante, ma di aprire una prospettiva dell’ estetica stessa, che è cosa completamente diversa. Lèvi-Strauss compara, confronta e infine giudica. Maciò che giudica è la stessa tradizione estetica occidentale. La giudica e la trova carente. Verrà promosso il progetto antropologico non cercando di dimostrare che l’ estetica è una categoria interculturale, ma facendo una riflessione critica sui nostri stessi progetti inerenti l’ estetica. 1.3.II Parte: Il dibattito MORPHY e COOTE : aderiscono alla tradizionale concezione secondo la quale nasciamo dotati di alcuni universali cognitivi, ai quali si aggiungono successivamente le differenze di matrice culturale. JAMES WEINER: Osservazione sull’estetica descritta negli scritti di Kant. Da una parte abbiamo l’ estetica pura della Critica del giudizio. Dall’ altra abbiamo l’ estetica trascendente della Critica della ragion pura, nella quale Kant identifica il mondo in cui il nostro meccanismo percettivo ci permette di riconoscere la forma come tale, cioè quali siano gli elementi in cui è strutturato il nostro quadro percettivo . Tali elementi sono le categorie dell’ intuizione. JOANNA OVERING: I nostri avversari, ci hanno effettivamente fornito una definizione più generale di estetica, ma pur facendo ciò non sono sfuggiti al paradigma modernista. Il loro obiettivo è di sviluppare un metalinguaggio dell’ estetica per poter realizzare una traduzione interculturale. Imponendo le nostre categorie e le nostre interpretazioni di fatto ostacoliamo la contestualizzazione del loro concetto di bellezza e la comprensione del suo ruolo nella loro esistenza. Il sistema dei valori modernisti vi si infiltra sempre di più. Contesto l’ uso del termine “estetica” come strumento di traduzione, o come mezzo per sviluppare categorie analitiche che abbiamo la pretesa di spiegare, ad un livello diverso e più profondo, cosa accade nelle menti, nella sfera emotiva e nella cultura degli indigeni. JEREMY COOTE: Quello che dovremmo fare è utilizzare i nostri studi sull’ estetica e sulle categorie estetiche di altre culture per riflettere sulle categorie della nostra cultura. E forse, in questo modo, potremmo provare a superare le nostre presupposizioni moderniste. PETERO GOW:Non possiamo spogliarci dell’ estetica occidentale. Morphy ha parlato della creazione di un metalinguaggio del discorso a fini di traduzione, grazie al quale potremmo confrontare i sistemi estetici, incluso il nostro. 2. La tecnologia dell’ incanto e l’ incanto della tecnologia Di Alfred Gell 1.4.Introduzione: filisteismo metodologico -L’arte trascurata Ci si lamenta frequentemente del fatto che l’ arte sia un argomento trascurato dall’ odierna antropologia sociale. Ma quale può essere il motivo? Credo si tratti di qualcosa di più di un semplice cambiamento di tendenze. L’ antropologia sociale è essenzialmente e per sua natura contro l’ arte. Quando si afferma che l’ antropologia sociale è contro l’ arte si intende dire che l’atteggiamento degli estimatori dell’ arte verso i contenuti è un atteggiamento inevitabilmente etnocentrico, per quanto laddove da tutti gli altri punti di vista. • Studio antropologico dell’ arte e della religione Si vuole tentare di chiarire, in quale misura, le conseguenze dell’ atteggiamento di apprezzamento estetico universale per lo studio dell’ arte primitiva tracciando una serie di analogie tra lo studio antropologico dell’ arte e lo studio antropologico della religione. Mentre con lo sviluppo del funzionalismo strutturale l’ arte è sostanzialmente scomparsa dai temi di interesse dell’ antropologia, lo stesso non è avvenuto per lo studio dei riti e delle credenze religiose. Qual’ è il motivo di questa sorte differente? Esso risiede nella fondamentale differenza nell’ atteggiamento degli intellettuali del tempo verso la religione e verso l’arte. La dimostrazione di connessioni tra le idee religiose e la struttura dei gruppi comparativi delle gerarchie sociali e così via. L’ equivalente dell’ ateismo metodologico nel campo della religione sarebbe, nel campo dell’ arte, il filisteismo metodologico: consiste nell’ adottare un atteggiamento di risoluta indifferenza verso il valore estetico dell’ opera d’ arte- il valore estetico che hanno o da un punto di vista indigeno o da quello del senso estetico universale. Il primo passo da compiere per definire un’ antropologia dell’ arte è proprio quello di rompere con l’ estetica. Cos’ come l’ antropologia della religione parte dall’ esplicita o implicita negazione delle pretese della religione verso i fedeli, così l’ antropologia dell’ arte deve negare le pretese degli oggetti d’arte sia sulle persone che ne subiscono il fascino che su noi stessi. 1.5. arte come sistema tecnico • L’ oggetti d’ arte bello In questo saggio, Gell sostiene che l’ antropologia dell’ arte possa fare ciò solo considerando l’ arte una componente della tecnologia. Riconosciamo le opere d’ arte come categoria in quanto rappresentano il risultato di un processo tecnico. Una grave carenza dell’ approccio estetico è rappresentata dal fatto che gli oggetti d’ arte non sono gli unici oggetti di valore estetico intorno a noi, ma gli oggetti artistici sono gli unici ad essere creati in modo bello o ad essere creati belli. Consideriamo le vere arte, pittura, scultura, musica, poesia, narrativa e così via, come componenti di un vasto,, spesso ignorato sistema tecnico, la tecnologia dell’ incanto. -L’arte e la tecnologia dell’ incanto “Incanto”: nel chiamare l’ arte la tecnologia dell’ incanto, rimane una componente essenziale di una teoria antropologica dell’ arte dal punto di vista del filisteismo metodologico. L’ intuizione teoretica secondo cui l’ arte fornisce uni degli strumenti tecnici attraverso il quale gli individui persuadono della necessità e auspicabilità dell’ ordine sociale in cui sono inseriti, non porta più vicini all’ oggetto d’ arte in quanto tale. L’ arte, intesa come sistema tecnico, ha come obiettivo la produzione di quegli effetti sociali che derivano dalla creazione di questi oggetti. La tecnologia dell’ incanto si basa sull’ incanto della tecnologia. 1.6.Guerra psicologica ed efficacia magica • Strumento di guerra psicologica Qualche volta gli oggetti d’ arte hanno un’ esplicita funzione di strumenti di guerra psicologica: come nel caso della tavola di prua della canoa tipica delle isole Trobriand. Si ritiene che le prue abbaglino e indeboliscano il potere di autocontrollo di chi li osserva. Perché la vista di certi oggetti e forme dovrebbe provocare un effetto di smarrimento su chicchessia? L’ ambito della teologia fa riferimento cioè alla predisposizione innata che tutte le specie hanno a rispondere a particolari stimoli percettivi in modi predeterminati. L’ esistenza di questa sensibilità innata può essere dimostrata sperimentalmente sia nella prima infanzia che nel repertorio comportamentale delle scimmie e di altri mammiferi. Nel corpus dell’ arte primitiva esistono innumerevoli esempi di forme che si può ritenere sfruttino le tendenze caratteristiche della percezione visiva dell’ uomo in modo da costringerci a reazioni involontarie. Si può dire che l’ arte esercita la sua influenza attraverso una sorta di ipnosi? No , ma non perché questi disturbi non siano reali fenomeni psicologici, infatti, perché non esiste nessuna prova empirica dell’ idea che le tavole della canoa, o simili tipi di oggetti d’ arte, ottengano di fatto il loro effetto creando confusione a livello visivo o cognitivo. -Potere magico: prua della canoa trobriandese La tavola della canoa è una potente arma psicologica, queste interferenze, in sé lievi, sono interpretate come prova del potere magico proveniente dalla tavola. Ed è questo potere magico che può privare lo spettatore della sua capacità di ragionare. Senza le idee magiche ad essa associata, la tavola perderebbe la sua fascinazione. 1.7. Tecnica • Divenire piuttosto che essere L’ autore pensa che l’ efficacia degli oggetti d’ arte in qualità di componenti della tecnologia dell’ incanto derivi a sua volta dall’ incanto della canoa,dal fatto che i processi tecnici, come l’ intaglio delle tavole della canoa, vengano interpretati in senso magico. La tavola della canoa non è affascinante ma è come una manifestazione di un’ abilità artistica spiegabile unicamente in termini magici. • Incontro tra tecnologia dell’ incanto e incanto della tecnologia Qui la tecnologia dell’ incanto e l’ incanto della tecnologia si incontrano. Il modellino costruito con i fiammiferi, (della cattedrale di Salisbury) è parte di una tecnologia dell’ incanto ma ottiene il suo effetto attraverso l’ incanto creato dai suoi strumenti tecnici. occasioni in cui il potere politico viene legittimato dall’ associazione con varie forze soprannaturali. Nel secondo, gli oggetti d’ arte sono prodotti nel contesto dello scambio cerimoniale e commerciale. • L’ intaglio trobriandese. Il tipo di sofisticazione tecnica è impiegato non è la tecnologia dell’ illusionismo, ma la tecnologia della trasformazione dei materiali, il valore è determinato dalla difficoltà di trasformazione delle materie prime nel prodotto finito. L’ abilità di interiorizzare lo stile di intaglio, di immaginare le forme appropriate, sia concepita come l’ acquisizione di un tipo competenza tecnica inseparabile da quella necessaria per poter realizzare sul legno tali forme. La magia dell’ arte dell’ intaglio trobriandese è la magia della competenza tecnica. Il significato magico dell’ arte e la stretta relazione tra questo significato magico e le sue caratteristiche tecniche. Queste tavole sono posizionate sulle canoe Kula con lo scopo di indurre i partner Kula dei trobriandesi a cedere i loro gioielli più preziosi, senza tenerne nessuno per sé. Campbell ha argomentato in modo convincente che la sinuosità, la rapidità di movimento e una qualità definita come “saggezza” sono le caratteristiche degli animali reali e fantastici rappresentati nell’ iconografia della canoa. Per esempio un animale saggio è il falco pescatore. Altri animali, come farfalle e i pipistrelli “ferro di cavallo” evocano concetti come il movimento veloce e la leggerezza. Bordieu chiama “scheme transfers”, tra il processo di superamento degli ostacoli tecnici per giungere ad una perfetta “esecuzione” dell’ intaglio della tavola ed il processo di superamento degli ostacoli tecnici, psichici quanto fisici, che si frappongono al buon esito di una spedizione Kula. Non sono i disegni a forma d’ occhio o l’ instabilità percettiva ad incantare, ma il fatto che l’ artista abbia il potere di creare cose che producono questi effetti straordinari. L’ attività tecnica coinvolta nel processo di produzione di una tavola di canoa sia la fonte della sua efficacia nel campo delle relazioni sociali. 2.7 L’ incanto della tecnologia: magia ed efficacia tecnica • Rapporto tra arte e magia Dall’ omologia tra l’ aspetto tecnico della produzione artistica e la produzione delle relazioni sociale che possiamo meglio comprendere il rapporto tra arte e magia. La natura del pensiero magico e il suo rapporto con l’ attività tecnica, ivi inclusa l’ attività tecnica coinvolta nella produzione delle opere d’ arte. Ma cosa intendiamo per relazioni sociali? Sono le relazioni generate dai processi tecnici e che sfruttano la società, i processi tecnici propri della produzione di beni di prima necessità e di altri beni, e la dalla produzione degli esseri umani tramite la loro procreazione ed educazione. Concepire la magia come un qualcosa che si associa all’ incertezza non significa che essa sia contrapposta alla conoscenza, cioè che dove c’è conoscenza non c’è incertezza e quindi neanche magia. Al contrario, ciò che è incerto non è il mondo ma la conoscenza che abbiamo di esso. L’ atteggiamento magico è di conseguenza del perseguimento razionale di obietti tecnici attraverso l’ utilizzo di mezzi tecnici. 8. La Magia come tecnologia ideale • Processo tecnico e magia Il rapporto tra i processi tecnici e la magia non si istaurano solo perché il risultato degli sforzi tecnici è incerto e dipende dall’ azione di forze naturali che ci sono poco o per nulla note. Il lavoro stesso è il costo soggettivo che sosteniamo nell’ attivazione del processo tecnico. Tutte le attività produttive sono misurate rispetto al modello della magia, alla possibilità di ottenere lo stesso prodotto senza sforzo; l’ efficacia relativa delle tecniche dipende da quanto si avvicinano al modello magico di ottenimento del prodotto senza sforzo. Partendo da questa tesi, possiamo osservare che la nozione di magia, come mezzo per ottenere un prodotto senza il costo del lavoro richiesto dai comuni mezzi tecnici, è di fatto incorporata nel criterio di valutazione che si usa per stabilire l’ efficacia delle tecniche e per calcolare il valore del prodotto. Proprio come il denaro è il mezzo di scambio ideale, la magia è il mezzo di produzione tecnica ideale. Se ritorniamo al concetto espresso precedentemente secondo cui essi tendono a trascendere gli schemi di riferimento tecnici dello spettatore, allora possiamo notare una convergenza tra le caratteristiche degli oggetti prodotti tramite la tecnologia incantata dalla magia che di fatto queste categorie tendono a coincidere. La posizione ambigua ricoperta dall’ artista, per metà tecnico e per metà mistagogo, lo pone in una condizione di svantaggio in società come la nostra, dominate dalle fredde leggi del mercato. Ma questi svantaggi non si pongono nelle società come quella trobriandese. 9. arte collettiva La compenetrazione di tecnica produttiva, magia e arte è meravigliosamente documentata da Malinowski che descrive la straordinaria precisione con cui i giardini trobriandesi sono accuratamente divisi in appezzamenti quadrati, con particolari strutture chiamate “ prismi magici” che mirano a trascendere la produzione tecnica e a farla convergere con la produzione magica. Il giardino è di fatto una grande opera d’ arte collettiva. Perciò, il giardino trobriandese è allo stesso tempo sia il prodotto di un certo sistema di conoscenza tecnica che un’ opera d’ arte collettiva che produce ignami per magia. 3. Una nuova teoria dell’ arte. A proposito di “ Art and Agency” di Alfred Gell Di Maurice Bloch Alfred Gell propone un approccio all’ arte rivoluzionario. Invita a pensare all’ arte non in termini di bellezza, ma di differenti “agencies” o intenzionalità. 1.10. Estetica • La teoria di Gell Gell poiché egli ricerca una teoria che si possa applicare sia a tutti gli oggetti che, in epoche e luoghi differenti. Chiaramente una teoria che non si basa sulla nozione di estetica mette in discussione l’ utilità della stessa in quanto strumento di analisi. Gell attacca l’ efficacia stessa del criterio di bellezza. Va dunque al di là degli approcci più tradizionali dell’ arte e delle abituali controversie degli antropologi sull’ arte etnografica. Ci sono due schieramenti ben definiti. Da una parte musei e mercati, ma anche qualche antropologo vorrebbe che si apprezzino gli oggetti delle culture non occidentali secondo i criteri universali di bellezza. Tale atteggiamento implica che colui che guarda gli oggetti, per apprezzarli, non ha necessità di conoscere il contesto di appartenenza degli individui che li hanno prodotti. Dall’ altra, c’è la maggior parte degli antropologi, i quali sostengono che il fruitore può crearsi un’ opinione sull’ estetica degli oggetti attraverso la conoscenza del loro contesto e dei criteri di bellezza di chi li ha prodotti. “ Che cosa è bello per X o per Y?” Gell sostiene dunque che l’ estetica non possa essere la base di una teoria generale degli oggetti d’ arte. Dai tempi più remoti gli uomini hanno prodotto degli oggetti che ci sembrano artistici e che consideriamo qui e ora “belli”? E’ evidente che gli oggetti senza funzione pratica ci hanno sempre affascinato e possiedono un certo potere. Come spiegarlo? 1.11. Arte e intenzionalità • La risposta di Gell La risposta di Gell è la seguente: ciò che chiamiamo oggetto d’ arte, così come tanti altri oggetti che non necessariamente inquadreremmo con questo termine, possiede una forza o un potere di affascinarci in quanto lo consideriamo come un indicatore di ciò che era nella mente delle persone che lo ha prodotto o utilizzato. Per lui, in tutti gli oggetti d’ arte si incontrano in diverse reti di intenzionalità che differiscono considerevolmente secondo casi, e ciò spiega come queste possano avere poco in comune fra loro. Se numerose intenzionalità si incontrano in uno stesso oggetto, ciò non significa che lo facciano nello stesso momento. I feticci venivano realizzati dopo un indispensabile sacrificio; creazione che implicavano evidentemente delle reti di intenzionalità. Gell afferma che ogni nuovo chiodo aggiungeva delle nuove intenzionalità. Le opere d’ arte sono quindi implicate in un processo di creazione continua. • Feticci e chiodo del congo Possiamo usare l’ esempio del feticcio a chiodo per spiegare un altro aspetto della teoria di Gell: l’ intenzionalità. Gell sostiene che esse dotano l’ oggetto di un’ intenzionalità quaso umana. In effetti, le persone che vedono il feticcio immaginano che possa agire su di loro; il feticcio diventa quindi un anello della catena che collega i membri di una società. L’ intenzione di mettere un punto d’ arresto a ulteriori accrescimenti e porre così fine alla vita artistica dell’ opera. 1.12. Ancorare l’ arte ad una teoria della conoscenza • Ricerca di una teoria antropologica Lo scopo di Gell è quello di spostare la base epistemologica dello studio dell’ arte. Tentativo di ricerca di una teoria veramente antropologia. La prima più importante, è che vuole spiegare l’ arte, e ciò che le è associato, in relazione agli elementi comuni che caratterizzano i membri della specie Homo sapiens sapiens ; la seconda è che questa teoria si fonda sul fatto che gli esseri umani si comprendono tra loro, e sono quindi capaci di vivere in società, condizione che per Gell costituisce una loro caratteristica fondamentale. Ciò che è significativo nella nozione di intenzionalità non è tanto la capacità degli esseri umani di organizzare la loro condotta in relazione con le loro credenze e i desideri degli altri al fine di potersi comportare in maniera appropriata nei loro confronti. La teoria dell’ arte di Gell è cognitiva, perché vede l’ arte come un aspetto secondario, come un’ aggiunta, non necessaria ma frequente, della capacità cognitiva universale degli esseri umani, nomali hanno, e devono avere, una facoltà estremamente sviluppata di immaginare ciò che accade nella mente degli altri. Secondo Gell, questi usi secondari delle nostre facoltà cognitive sono numerosi e anche l’ arte ne permette l’ espressione. Quella data da Levi- Strauss è che tutti questi fenomeni sono manifestazioni non universali di una caratteristica umana universale: il bisogno di classificare. Questo bisogno spiega la ricorrenza dei fenomeni di tipo totemico. Levi. Strauss ha perciò spiegato ciò che significa totenismo, pur negando la validità del termine in quanto strumento d’ analisi. Vuole far risaltare la categoria arte in qualcosa