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Anatomia del Cuore: Strutture e Funzionamento, Sintesi del corso di Anatomia

La struttura e il funzionamento del cuore umano, inclusi i suoi componenti principali come arterie, vene, camere, valvole e il sistema circolatorio. Vengono inoltre spiegati i processi di ossigenazione del sangue e il ruolo del cuore nella circolazione sanguigna.

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 06/02/2022

asmaa.alfa
asmaa.alfa 🇮🇹

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Scarica Anatomia del Cuore: Strutture e Funzionamento e più Sintesi del corso in PDF di Anatomia solo su Docsity! APPARATO CARDIO – CIRCOLATORIO Il sangue scorre unicamente in una direzione. Non può tornare indietro. Esistono dei dispositivi valvolari che fanno si che il reflusso del sangue sia completamente impedito. Le arterie portano il sangue dal cuore verso la periferia; le vene riportano il sangue dalla periferia verso il cuore. Il grande circolo fa si che il sangue ossigenato vada in tutti i distretti del corpo. Il piccolo circolo fa si che il cuore spinga il sangue verso i polmoni che devono ossigenare il sangue: le arterie polmonari portano sangue refluo; al contrario ci sono delle vene polmonari che tornano al cuore portando sangue ossigenano. IL CUORE È un organo cavo come i vasi; ha la forma di un cono appiattito con una base rivolta verso l’alto e una punta rivolta in basso verso sinistra e anteriormente (non ha una forma simmetrica). Presenta un margine acuto (a destra) e un margine ottuso ( a sinistra). Si trova sopra il diaframma, quindi nella cavità toracica, dietro lo sterno e davanti alla colonna: precisamente tra il II e V spazio intercostale. Si trova tra le due cavità pleuriche all’interno di uno spazio che si chiama mediastino; il mediastino a differenza delle due cavità pleuriche è uno spazio connettivale. Più precisamente il cuore si trova nel mediastino anteriore. Il cuore si trova quindi in uno spazio connettivale ma comunque è rivestito da una sierosa (facilita il movimento) essendo che il cuore si deve muovere (si contrae). Il polmone sinistro ha un incavo dove viene alloggiato il cuore. La sierosa che avvolge il cuore è il pericardio; è una membrana fibrosi erosa: ha come le altre sierose una sierosa parietale viscerale e una parietale. La parietale è adesa a uno strato fibroso più esterno: si ha un pericardio fibroso esterno, un pericardio sieroso parietale e il pericardio sieroso viscerale (o epicardio). Guardando la parete del cuore il pericardio sieroso viscerale costituisce l’avventizia dell’organo. Nel cuore si ha un endocardio (interno), un miocardio (parete muscolare del cuore), epicardio (parete che avvolge il cuore nel suo strato viscerale). La parte destra del cuore è la parte venosa, la parte sinistra è la parte arteriosa. Quindi il sangue nella parte destra sarà sangue venoso, quindi sangue refluo non ossigenato; il sangue a sinistra sarà ossigenato. Il cuore è diviso in 4 camere: le due camere superiori si chiamano atri (atrio destro e atrio sinistro), le due camere inferiori si chiamano ventricoli (ventricolo destro e ventricolo sinistro). I due atri sono separati da un setto interatriale; i due ventricoli sono separati da un setto intraventricolare. L’atrio destro però è in comunicazione con il ventricolo destro grazie alla presenza di una valvola che è formata da tre diverse cuspidi valvola tricuspide. L’atrio sinistro comunica con il ventricolo sinistro attraverso un’altra valvola che ha due cuspidi valvola bicuspide (o valvola mitrale). Queste due comunicazioni sono le uniche due permesse nel cuore. Guardando la superficie esterna del cuore si trovano dei solchi in cui decorrono dei vasi circondati da tessuto adiposo. C’è il solco che separa l’atrio dal ventricolo ( solco atrio-ventricolare o coronario) e un solco che separa i due ventricoli esternamente ( solco intraventricolare anteriore e posteriore). La faccia diaframmatica è la parte che si appoggia sul diaframma. Guardando il cuore da sopra (quindi la sua basa) si notano gli sbocchi dei grandi vasi: le quattro vene polmonari, le due vene polmonari, le due arterie polmonari, la vena cava inferiore, superiore e l’aorta. Ci sono delle piccole propaggini presenti a livello degli atri. Queste sporgenze sono chiamate auricole. I setti devono essere perfettamente integri per evitare che il sangue refluo si mischi con il sangue ossigenato e si abbasserebbe la % di ossigeno presente nel sangue. Guardando il setto si vede una piccola depressione tondeggiante: fossa ovale e corrisponde ad un residuo presente in questo foro in epoca fetale: nel feto c’è questo foro che mette in diretta comunicazione l’atrio destro con l’atrio sinistro. Alla nascita con il primo respiro questo foro si chiude e inizia la normale circolazione. La componente muscolare del cuore si inserisce su uno scheletro fibroso dove si inseriscono anche le cuspidi delle valvole. Tutto questo sistema è rivestito dall’endocardio (membrana più interna che riveste il cuore). La superficie interna degli atri è diversa da quella dei ventricoli: gli atri sono lisci (ma non a livello delle auricole dove sono trabecolati); la superficie interna dei ventricoli è increspata perché ci sono le trabecole carne (sono dei rilievi muscolari); quando queste sono particolarmente sporgenti si parla di muscoli papillari. In questi muscoli si inseriscono le corde tendinee delle valvole cardiache: le tre cuspidi terminano con delle corde tendinee che si inseriscono in questi muscoli papillari. Questo sistema di ancoraggio è importante perché fa si che la valvola rimanga perfettamente chiusa quando serve cioè quando arriva del sangue nell’atrio riempendolo e quindi per la pressione tenderà a scendere nel ventricolo che si riempirà di sangue. Per le capacità estrinseche del cuore di contrarsi, la parete del ventricolo si contrarrà e il sangue verrà spinto fuori: il sangue (che è unidirezionale) dal ventricolo destro prenderà la via del tronco polmonare. Può prendere solo questa strada perché la valvola chiude la comunicazione con l’atrio di destra (stessa cosa avviene a sinistra). Il ventricolo sinistro è molto più sviluppato rispetto al ventricolo destro perché dal sinistro nasce l’aorta. L’aorta è il vaso che distribuisce il sangue a tutto il corpo. Dal ventricolo destro nasce il tronco polmonare che da vita all’arteria polmonare destra e arteria polmonare sinistra: questi sono i vasi che portano il sangue che deve essere ossigenato. La pressione che devono sviluppare i due ventricoli è diversa perché il tragitto che fa il sangue dal cuore ai polmoni è brevissimo mentre dal cuore alla testa e a tutto il resto del corpo la distanza è molto più alta e in alcuni casi si va contro la forza di gravità. I capillari polmonari sono molto fragili per cui se gli arriva il sangue con un’eccessiva pressione si rischia di danneggiali. Ci sono anche le valvole semilunari che regolano il passaggio dai vasi verso il cuore o viceversa con sempre lo scopo di chiudersi per impedire il reflusso del sangue. AORTA: nasce dal ventricolo sinistro. ha un tratto rivolto verso l’alto, sale, forma un arco, si piega e scende posteriormente. Quindi avremo un’aorta ascendente, un arco aortico e un’aorta discendente. Nell’aorta discendente c’è un tratto toracico, sopra il diaframma ma poi lo attraversa e si porta nella cavità addominale e da toracica diventa addominale e prosegue fino a biforcarsi a livello della pelvi. Da ciascuno di questi tre tratti nascono diversi vasi: - dalla discendente nascono le due coronarie - dall’arco aortico nascono tre vasi: andando da dx verso sx si trova l’arteria anonima, la carotide sinistra e la succlavia di sinistra. L’arteria anonima (o brachio-cefalica) dopo poco si biforca e da la carotide di destra e la succlavia di destra. Le carotidi vanno verso la testa e salendo si biforcano in carotide interna e carotide esterna. I vasi interni vascolarizzano i visceri; i vasi esterni vascolarizzano la parete. La carotide interna vascolarizza l’encefalo; la carotide esterna vascolarizza il volto. La succlavia va verso l’arto superiore; ha un importante collaterale: l’arteria vertebrale che va verso l’encefalo e lo vascolarizza. Le arterie vertebrali passano all’interno dei processi trasversi dalla 6 vertebra cervicale e salgono verso l’encefalo. La succlavia va nell’arto superiore e si inserisce tra la clavicola e la I costa e diventa arteria ascellare che scende e diventa arteria brachiale ( a livello del braccio); questa a livello del gomito si biforca dove c’è un osso si ha un vaso, dove si sono due ossa ci sono due ossa. Si biforca in arteria radiale (superficiale a livello del polso) e arteria ulnare. Nella mano si formano delle arcate anastomotiche: se comprimo una parte della mano comunque il sangue arriva grazie ai punti di comunicazione che ci sono. Eccezione: i reni sono vascolarizzati dalle arterie renali che sono arterie che partono lateralmente e sono dirette sia ai reni che alle ghiandole surrenali. Dall’aorta toracica partono le arterie bronchiali che vascolarizzano i polmoni. Dall’aorta addominale anteriormente partono tre vasi: 1. tripode celiaco: è un grosso vaso che si divide subito in tre rami: arteria gastrica di sx, arteria epatica comune e arteria splenica ognuno di questi 3 vasi vascolarizza fegato, stomaco, pancreas e milza 2. arteria mesenterica superiore 3. arteria mesenterica inferiore Le due mesenteriche vascolarizzano intestino tenue e crasso; anche qui sono presenti delle arcata anastomotiche. L’aorta addominale scendendo si divide in due arterie iliache (destra e sinistra): entrambe le arterie iliache si biforcano in due rami iliaca interna (vascolarizza gli organi della cavità pelvica) e iliaca esterna; l’esterna va verso l’arto inferiore e diventa arteria femorale emergendo dal canale inguinale (dal triangolo di scarpa). Lesioni a questo livello possono lacerare l’arteria femorale. A livello del ginocchio diventa arteria poplitea e poi si biforca in due rami: ramo tibiale anteriore (vascolarizza il dorso del piede) e ramo tibiale posteriore (vascolarizza la pianta del piede). La forza perché il sangue possa risalire è data dalla contrazione dei muscoli. Aneurisma: difetto congenito per cui ci sono dei punti della parete di un vaso (di solito l’aorta) che sono più deboli quindi si dilata. Questa condizione di perse non è pericolosa però il vaso si può danneggiare. A livello dell’encefalo ci sono moltissimi vasi; l’ultimo circolo anastomotico dell’encefalo è l’ultimo punto in cui c’è comunicazione tra i vasi; tutto ciò che nasce dopo è un vaso terminale poligono di Willis. Sia la carotide che la succlavia vanno verso l’encefalo. In particolare le arterie vertebrali si fondono e fondono l’arteria basilare che sale e si biforca e forma la base del poligono: sono le due arterie cerebrali posteriori. Le carotidi che salgono danno gli altri lati del poligono: danno le cerebrali anteriori e danno dei rami che si collegano con le cerebrali posteriori. Questo poligono che vascolarizza l’encefalo riceve rami sia dalla carotide che dall’arteria vertebrale (vascolarizzazione multipla). Cosa succede nel feto? Nel feto ci sono delle modifiche dovute al fatto che il feto non respira: i polmoni non sono funzionanti quindi il circolo polmonare fetale deve essere bypassato. Il sangue ossigenato arriva al feto grazie al sangue ossigenato materno attraverso la placenta; passa grazie alla presenza nel cordone ombelicale di tre vasi: due arterie ombelicali e una vena ombelicale. In particolare il sangue ossigenato viene portato dalla vena ombelicale e poi il sangue refluo torna alla placenta attraverso le arterie ombelicali. La vena ombelicale deve entrare dal cordone ombelicale nel feto a livello epatico dove c’è un dotto venoso: collegamento tra la vena ombelicale e la vena cava inferiore del bambino dotto di Aranzio. Il legamento venoso nel fegato è il residuo del dotto di Aranzio; il legamento rotondo è il residuo della vena ombelicale. Il sangue dalla vena cava inferiore arriva all’atrio destro del cuore dove si trova il foro di Botallo che in epoca fetale è aperta (nell’adulto è una fossa ovale chiusa) e da cui passa il sangue che va direttamente nell’atrio sinistro e poi nel ventricolo sinistro e poi aorta: si esclude così il circolo polmonare. In realtà una piccola parte di sangue va nel ventricolo destro e intraprende la via del tronco polmonare ma a questo punto c’è un altro dotto, in questo caso arterioso (dotto di Botallo), che fa si che il sangue dal tronco polmonare venga deviato in aorta (alla base dell’arco aortico). In questo modo il sangue non arriva ai polmoni. Nel momento in cui il bambino fa il primo respiro cambia l’equilibrio pressorio di questo sistema e i polmoni si espandono, la resistenza polmonare crolla e quindi il sangue inizia a circolare anche nei polmoni. CIRCOLO VENOSO In genere è parallelo e corrispondente al circolo arterioso: se c’è un’arteria epatica ci sarà una vena epatica … questo non vale negli arti e nel collo perché qui c’è anche un circolo superficiale che però è in collegamento con il circolo profondo. Nel collo non ci saranno le vene carotidi ma le giugulari. Alla fine si formano due grossi vasi: una vena vaca superiore e una vena cava inferiore che vanno verso l’atrio destro. La vena porta è il vaso che trasporta i nutrienti assorbiti dall’intestino e trasporta il sangue nella milza verso il fegato. Ci sono dei punti di contatto tra la vena porta e la vena cava inferiore aumentando le resistenze a livello epatico. Negli arti inferiori il circolo superficiali è rappresentato dalla vena safena: lunghissimo vaso presente lungo tutto l’arto inferiore; c’è una piccola safena a livello della gamba. Grande e piccola safena convergono nella vena femorale. Il circolo superficiale è sfruttato in alcune circostanze: se fa molto caldo si devia il flusso verso il circolo superficiale e al contrario se fa freddo è privilegiato il circolo inferiore. Nel circolo superficiale possono essere presenti le vene varicose: c’è un ristagno di sangue e quindi ci sono dei disturbi circolatori e si indebolisce la parete dei vasi. Circolo refluo della testa: il sangue refluo è drenato fuori dalla testa da dei seni venosi cioè dei vasi molto grandi. Tutti i seni convergono nel seno sigmoideo che è il seno da cui nasce la vena giugulare quindi tutto il sangue refluo dell’encefalo scende dalla vena giugulare interna; il sangue refluo del volto scende attraverso la vena giugulare esterna (è più superficiale).