Scarica Anatomia e Funzionamento del Sistema Circolatorio: Arterie, Capillari, Vene e Cuore e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Biologia solo su Docsity! Apparato cardiovascolare Che cos'è l'apparato cardiovascolare? > L'apparato cardiovascolare è l’insieme degli organi che hanno la funzione di consentire la circolazione del sangue nel nostro organismo. > La funzione del sangue è quella di fomire ossigeno e nutrienti alle cellule e al tempo stesso eliminare l'anidride carbonica e altri prodotti di scarto. Il sangue si muove sempre all’interno dei vasi sanguigni e non viene mai a contatto diretto con il fluido interstiziale. Gli scambi tra il sangue e il liquido interstiziale avvengono solo attraverso le pareti dei vasi più sottili (i capillari), che filtrano ciò che esce e ciò che entra. Qual è la funzione dell’apparato cardiocircolatorio? > La finzione principale dell’apparato cardiocircolatorio, come detto, è quella di distribuire ossigeno e nutrienti ai veri organi associata a quella di eliminare l’anidride carbonica e le sostanze di scarto dall’organismo. > Un'altra funzione è quella di distribuire, attraverso la fitta rete costituita dai vasi sanguigni, i globuli bianchi, componenti fondamentali del sistema immunitario, e altre molecole come gli ormoni che svolgono varie funzioni nell’organismo. Com'è strutturato l’apparato cardiocircolatorio? > L’apparato cardiovascolare è formato dai vasi sanguigni, strutture tubolari in cui scorre il sangue che viene pompato dal cuore. I vasi sanguigni si suddividono in: > arterie, che ricevono il sangue dal cuore e lo conducono, attraverso il capillari, in tutte le parti del corpo > capillari, molto sottili, che ricevono il sangue dalle arterie e lo convogliano nelle venule, piccoli vasi che convergono a formare le vene 2 vene, che hanno la funzione di riportare il sangue verso il cuore. L’intero sistema è composto da due componenti principali: il circolo sistemico e il circolo polmonare. > la circolazione polmonare, che ha lo scopo di ossigenare il sangue ed eliminare il diossido di carbonio; > la circolazione sistemica, che invece distribuisce l’ossigeno, i nutrienti e le sostanze utili a tutti i tessuti del corpo e preleva il diossido Il cuore è diviso in quattro camere distinte: due atri e due ventricoli. L’atrio e il ventricolo sulla parte destra del nostro corpo corrispondono al cuore destro, l’atrio e il ventricolo sulla parte sinistra costituiscono il cuore sinistro. > Il cuore destro non è in comunicazione con il cuore sinistro,esso riceve il sangue deossigenato dalla circolazione sistemica e lo spinge verso il circuito polmonare, mentre è il cuore sinistro riceve sangue ossigenato dai polmoni e lo spinge nel circuito sistemico. > Nel cuore destro quindi scorre solo sangue deossigenato, mentre nel cuore sinistro passa solo sangue ossigenato. ANATOMIA DEL CUORE La parete del cuore è costituita da tre strati: > l’endocardio: è il sottile strato epiteliale che riveste le cavità interne e forma le valvole; > il miocardio: è lo strato muscolare, forma la struttura vera e propria della parete ed è rinforzato internamente da connettivo fibroso denso; > l’epicardio: è una sottile membrana sierosa che lo riveste esternamente. > Esternamente all’epicardio si trova un’altra membrana sierosa che collega il cuore allo sterno e al diaframma, mantenendolo in posizione nel torace. Questa membrana sierosa esterna insieme l'epicardio costituiscono il pericardio. Tra queste membrane c’è un sottile strato di liquido che funziona da lubrificante. > Lo strato del miocardio è più sottile negli atri rispetto ai ventricoli, perché questi ultimi devono fornire al sangue la spinta per muoversi nelle arterie. Inoltre, le pareti del ventricolo sinistro sono più spesse di quelle del ventricolo destro: il ventricolo sinistro deve, infatti, spingere il sangue attraverso un percorso di molti più kilometri di vasi sanguigni rispetto al ventricolo destro, e deve quindi esercitare una pressione maggiore. > Il miocardio riceve nutrimento e ossigeno dalle arterie coronarie, che derivano da una ramificazione dell’aorta. Le coronarie corrono sulla superficie del cuore e formano un sistema di vasi. IL CUORE Figura 2.3 Non si può partire dal centro perché parte destra e parte sinistra non si incontrano mai, il sangue resta dalla parte destra e quello della parte sinistra non si incontrano mai. Atrio destro: Cosa riceve? Il sangue che riceve viene dalla vena cava superiore, che porta il sangue proveniente da tutte le parti del nostro corpo, quello della circolazione sistemica, e dalla vena cava inferiore (il corpo è diviso in due metà, superiore che va dal cuore in su, e quella inferiore che va dal cuore in giù) quindi dalla testa, le braccia, il collo ecc.... arriva tutto il sangue nella vena cava superiore, mentre dalle gambe, stomaco, intestino ecc. arriva tutto il sangue non ossigenato nella vena cava inferiore fino all’atrio destro. (sangue povero di ossigeno) Quindi tutto il corpo porta il sangue povero di ossigeno fino al cuore, sia parte inferiore che superiore. Il sangue che ha prelevato tutta l’anidride carbonica, le sostanze di rifiuto va al cuore. Ciò lo fa attraverso due vene principali, che sono la vena cava superiore e la vena cava inferiore. Dalla vena cava superiore arriva tutto il sangue della parte superiore al cuore e va nell’atrio destro, la vena cava inferiore arriva tutto il sangue dalla parte inferiore del corpo e arriva sempre al cuore, atrio destro. Dall’atrio destro il sangue dove va? Il sangue passa per una valvola, chiamata tricuspide (tri= tre; cuspide=punta), essa arriva nel ventricolo destro. Questo ventricolo pompa il sangue alle arterie polmonari, quindi ai polmoni, e inizia la circolazione polmonare. A livello polmonare c’è lo scambio, il sangue l’ascia l’anidride carbonica e preleva l’ossigeno. Ora il sangue dove va una volta avvenuto lo scambio? Il sangue ora ossigenato, finita la circolazione polmonare, torna al cuore, nell’atrio sinistro. Ora va nel ventricolo sinistro attraverso una valvola, chiamata bicuspide. A questo punto dal ventricolo sinistro il sangue va nell’aorta e qui sempre dalla vena aorta viene spinto in tutto il corpo, nella circolazione sistemica. Tutto il corpo cioè alle cellule lascerà l’ossigeno e prenderà l’anidride carbonica e ricomincerà il giro. ANATOMIA DEL CUORE pr.2 Il cuore come struttura, come rivestimento e non divisione interna, è formato da tre tessuti molto importanti, sono l’endocardio (Endo= si parla di strato epiteliale interno del cuore), il miocardio (Mio=si parla del tessuto muscolare del cuore, il famoso muscolo striato) e l’epicardio (Epi= si parla del tessuto esterno di rivestimento del cuore, molto importante che lo riveste e lo protegge), ogni volta che c’è cardio significa che si riferisce al cuore. Fuori l'epicardio si trova un’altra membrana detta pericardio, ha una funzione di lubrificare, perché il cuore pompa continuamente e deve essere protetto ovviamente dalla gabbia toracica, tra il pericardio e l’epicardio c’è un liquido che serve proprio per lo scorrimento. Il cuore pulsando deve scivolare attraverso queste due membrane altrimenti ci sarebbe un attrito. Ex: le ossa quando sono unite, tipo nelle dita, c’è la cartilagine e quando si scrocchiano le dita all’interno c’è un liquido, chiamato liquido sinoviale, che permette la lubrificazione di questa articolazione, se non ci fosse sentiremmo un forte dolore alle mani, perché le ossa farebbero attrito l’una con l’altra. Tipo l’artrite. La stessa cosa tra l’epicardio e il pericardio, c’è questo liquido che permette al cuore di muoversi, di pulsare. Il miocardio è nutrito da quelle che vengono chiamate arterie coronarie, sono delle importanti arterie, danno il sangue al cuore. Il cuore pompa il sangue a tutto il corpo, ma chi porta il sangue al cuore? Anche il cuore si deve ossigenare. Come ogni organo del nostro corpo deve essere rivestito da capillari, in questo caso si chiamano coronarie. Ex: quando questi capillari si ostruiscono o si rompono, si ha l’infarto. Non è che il cuore smette di battere dall’interno, ma è quando le coronarie, cioè questi capillari si ostruiscono e non portano più il sangue al cuore stesso. Si chiama infatti infarto delle coronarie o blocco delle coronarie. La pressione è divisa in due: - Pressione massima (sistolica, cioè quando il cuore è nel massimo sforzo); - Pressione minima (diastolica). La pressione sanguigna è molto importante perché supera o scende determinati valori, ci possono essere delle patologie, soprattutto se supera valori specifici che possono essere intorno ai 120 di massima (pressione sistolica) e 70 di minima (pressione diastolica). Se una persona si misura la pressione e ha 130 o di più, non è una patologia a meno che non se la misura costantemente e a questa persona risulta alta sempre. Quindi bisognerebbe misurare la pressione regolarmente, oppure chi ha una certa età dovrebbe misurarla costantemente per vedere se i suoi valori di pressione non sono troppo alti, quando questo accade si parla di una caratteristica patologica chiamata ipertensione, cioè pressione sistolica molto alta. Al contrario invece quando si parla di pressione bassa non è una patologia vera e propria perché non si muore, al massimo si sviene; mentre l’ipertensione arteriosa porta la morte (ictus, infarti, aneurismi). La pressione bassa e alta dipendono dalla forza che il cuore ha nel pompare il sangue nelle arterie. Se è troppo bassa, il cuore pompa regolarmente; se è troppo alta è perché si ha uno stile di vita sbagliato, tipo le persone che hanno una vita piena di zuccheri o fumano; possono imobustire le pareti del cuore, ostruire le arterie e non far defluire il sangue (e le arterie si rompono). Prima si alza la pressione e poi si ha la rottura dei vasi. Una della causa principale della patologia dell’ipertensione è lo stress, facendo avvenire l’adrenalina che fa aumentare il battito cardiaco e che a sua volta, con l’aumento del battito cardiaco, molto spesso si alza la pressione. Il battito cardiaco regolarmente è intorno ai 70 battiti al minuto, però ovviamente può variare a seconda della persona, ad esempio se una persona ha corso è normale che il battito è di 120/150 battiti al minuto, oppure se una persona sta dormendo i suoi battiti sono regolarmente inferiori. Per questo si dice che la media è di 70 battiti a riposo. Ci sono persone che a riposo hanno battiti molto più accelerati e questo è il caso degli sportivi agonistici che sono così tanto in allenamento che poi alla fine hanno un battito cardiaco inferiore rispetto alla media. C37. In realtà il battito cardiaco non riguarda il TUM TUM, ma riguarda chi fa battere il cuore. Studiando i tessuti, abbiamo visto che il tessuto cardiaco è un tessuto involontario, cioè non siamo noi a decidere se il cuore deve battere oppure no. Chi dà l’impulso al cuore per battere? Il suo è un impulso elettrico, tanto è vero che quando questo impulso non funziona viene messo una macchinetta con delle batterie che danno elettricità al cuore. Il muscolo cardiaco è in grado di contrarsi autonomamente grazie ad alcune particolarità di struttura che lo contraddistinguono. - In primo luogo le cellule del muscolo cardiaco sono in contatto l’una con l’altra attraverso le “giunzioni serrate” che sono quelle che tengono insieme le cellule muscolari, epidermiche ecc. Questo consente allo stimolo che determina la contrazione di diffondersi velocemente da cellula a cellula, per questo sono attaccate (in modo che quando passa l’impulso é in automatico che va da una cellula all’altra). La contrazione è coordinata e indispensabile per pompare il sangue in modo efficace. - Secondo luogo: alcune cellule muscolari cardiache, chiamate “cellule pacemaker” possono dare origine al battito cardiaco senza l’assunzione proveniente dal sistema nervoso, cioè: questo gruppo di cellule che è posto sulla parete del cuore (perché è una modificazione delle cellule cardiache spesse che si sono modificate nel corso dell’evoluzione) danno l’impulso al cuore a battere anche se il cuore non è collegato al sistema nervoso. Queste cellule pacemaker sono suddivise in due categorie: 1. Primarie, quelle principali, che sono chiamate “nodo seno atriale” perché si trova in seno (sopra) all’atrio, più precisamente sopra all’atrio destro (è da qui che si origina il battito cardiaco). Questo si propaga successivamente a tutto il resto del cuore, quindi abbiamo il “nodo seno atriale” che è chiamato pacemaker, e poi il “nodo atrio ventricolare”; LIBRO: Il pacemaker primario del cuore è un nodo di cellule muscolari cardiache che vengono modificate, chiamate “seno atriale”, localizzato tra la vena cava superiore e l’atrio destro. Questo sistema è in gado di generare impulsi elettrici che si propagano in modo ordinato: prima agli atri e poi ai ventricoli, grazie alla presenza del sistema di conduzione che riesce a coordinare la contrazione del muscolo cardiaco. Spiegazione della figura del libro 2.5: nella prima figura c’è il cuore a riposo, cioè a diastole, e nel cuore a riposo non esiste nessuna contrazione. Dopodiché inizia ad avere la contrazione e abbiamo detto che la contrazione è quella atriale (della sistole atriale), quindi l'impulso (le frecce) partono proprio dal nodo seno atriale. È un impulso elettrico (nodo seno atriale) e si diffonde in tutti e due gli atri (chi si contrae sono gli atri). Successivamente avviene la contrazione del ventricolo: dal nodo seno atriale (le frecce vanno verso il ventricolo sinistro) lo stimolo è passato al nodo atrio ventricolare, che si trova tra il cuore destro e il cuore sinistro. Da qui, è come se il nodo ha ricevuto una scarica elettrica arrivata dal pacemaker e si è svegliato dando anche lui l’impulso elettrico. L’impulso lo ha dato alle fibre che sono fibre nervose collegate al tessuto muscolare, e il nodo atrio ventricolare ha fatto sì che il muscolo dei due ventricoli si contraessero e avvenisse la seconda contrazione che è la contrazione ventricolare. Ricapitolando: con il cuore a riposo non c’è nessuna attività elettrica, poi inizia l’impulso elettrico dal pacemaker che fa contrarre gli atri ma che al tempo stesso con la contrazione degli atri, dà lo stimolo anche al nodo atrio ventricolare. Dal nodo atrio ventricolare arriva lo stimo elettrico e parte un altro stimolo che va verso tutte le fibre e fa si che i ventricoli si contraggono a loro volta, e quindi prima si ha la contrazione ventricolare e poi il rilassamento: sistole atriale, sistole ventricolare, diastole. Come si chiamano questi fasci? - Si chiamano fasci di His che sono costituite da fibre di cellule muscolari cardiache modificate, che non si contraggono, ma che trasmettono molto rapidamente gli impulsi elettrici (quindi sono fibre che servono alla propagazione dell’impulso elettrico pur essendo esse stesse fibre muscolari). Queste fibre corrono tra atri e ventricoli, dividendosi in due branche (arancioni in foto) destra e sinistra, dirette agli apici dei ventricoli. - Poi abbiamo le fibre di Purkinje che si diramano dal fascio di His attraverso la massa muscolare del ventricolo. Un normale battito cardiaco ha origine con l’impulso prodotto nel nodo seno atriale, quindi il battito cardiaco inizia dal nodo seno atriale, cioè dal pacemaker. Questo impulso si diffonde velocemente attraverso le cellule degli atri grazie alle giunzioni serrate, causandone la contrazione degli atri. Poiché non esistono giunzioni serrate tra le cellule degli atri e quelle dei ventricoli, gli impulsi elettrici non diffondono direttamente ai ventricoli, quindi è simultaneo. All’interno dei capillari, mentre il sangue fluisce, alcune sostanze diffondono. Di conseguenza il sangue che entra in un capillare modifica gradualmente la sua composizione. Nella circolazione sistemica, per esempio, il sangue entra a una estremità del capillare ricco di 02 e privo di CO2 ed esce all’estremità opposta, privo di 02 e ricco di CO2. La situazione opposta si verifica nei capillari della circolazione polmonare. Questi scambi sono permessi dal fatto che i capillari presentano un endotelio molto sottile. Le venule e le vene raccolgono il sangue che confluisce dai capillari e lo riportano verso il cuore, ma per svolgere questo compito devono risolvere alcuni problemi. Prima di tutto la pressione del sangue che fluisce dai capillari alle venule è estremamente bassa, ed è insufficiente a spingere il sangue verso il cuore. Inoltre le pareti delle vene sono più sottili e meno dilatabili di quelle delle arterie, per cui il sangue tende ad accumularsi nelle vene Il flusso sanguigno attraverso le vene che si trovano sopra il livello del cuore è favorito dalla gravità. Sotto il livello del cuore,invece, il ritorno venoso avviene contro gravità La forza che spinge il sangue da queste regioni al cuore è la compressione delle vene dovuta alle contrazioni dei muscoli scheletrici che le circondano. Quando i muscoli si contraggono, i vasi vengono compressi e il sangue è spinto attraverso di essi. Il flusso di sangue può essere temporaneamente bloccato durante una prolungata contrazione muscolare, ma quando il muscolo si rilassa, il sangue è nuovamente libero di fuire. Per impedire che la contrazione muscolare spinga il sangue nella direzione sbagliata, molte grandi vene degli arti inferiori contengono valvole a nido di rondine, costituite da lembi di tessuto che dalle pareti sporgono all’interno del vaso. Le valvole si aprono a senso unico e impediscono il refusso del sangue. Perciò, ogni volta che una vena viene compressa, il sangue viene spinto in avanti in direzione del cuore. Per gli arti inferiori questi accorgimenti sono essenziali: grazie alle valvole presenti nelle vene delle gambe, le contrazioni dei muscoli agiscono come pompe vascolari ausiliarie quando camminiamo o corriamo. Se invece si resta immobili a lungo nella stessa posizione, la gravità causa l’accumulo del sangue nelle vene della parte inferiore del corpo ed esercita ‘una pressione retrograda sui letti capillari. Tale pressione causa la fuoriuscita di fluidi verso lo spazio intercellulare. Gli scambi di sostanze fra liquido interstiziale e sangue Nei capillari (figura 2.8) hanno luogo gli scambi tra sangue e liquidi interstiziali secondo modalità differenti. La maggior parte delle sostanze si muove attraversando la membrana plasmatica delle cellule endoteliali che riveste i capillari. Le sostanze liposolubili e molte piccole molecole passano per diffusione (un tipo di trasporto passivo), muovendosi da un’area dove si trovano a una concentrazione maggiore verso una a concentrazione inferiore; alcuni ioni e piccole molecole polari possono attraversare le membrane all’interno di vescicole, per endocitosi o esocitosi (trasporto attivo). Piccole molecole entrano o escono attraverso le fessure intercellulari oi pori dei capillari fenestrati. I capillari che si trovano nei differenti tessuti, comunque, sono diversamente selettivi. Tutti i capillari sono permeabili all’ossigeno, al diossido di carbonio, al glucosio e a piccoli ioni come sodio (Na+) e cloro (Cl-). Per quanto riguarda altre sostanze vi sono significative differenze da tessuto a tessuto: i capillari del cervello, per esempio, lasciano passare poche sostanze, mentre i capillari del tratto digerente (dove i nutrienti vengono assorbiti) e dei reni (dove gli elementi di scarto vengono filtrati) sono meno selettivi Le arteriole I meccanismi di scambio descritti richiedono un preciso controllo del flusso sanguigno. Un primo livello di controllo si attua a livello locale variando la quantità di sangue che fluisce attraverso un letto capillare in relazione alle esigenze del momento. Ciò è possibile per due ragioni: innanzitutto la rete capillare nel suo complesso è molto vasta e viene utilizzata in condizioni di riposo solo in minima parte. Si può quindi aumentare e ridurre l'afflusso di sangue aumentando o riducendo il numero di capillari impegnati. In secondo luogo, le arteriole che alimentano un letto capillare sono dotate di «anelli» di muscolatura liscia, chiamati sfinteri precapillari, posti all’esterno del vaso proprio nel punto di passaggio fra arteriola e capillare. Se gli sfinteri precapillari sono contratti limitano il rifornimento del sangue al letto capillare, se invece sono rilassati e l’arteriola è completamente aperta, la pressione sanguigna arteriosa spinge il sangue nei capillari. Contrazione e rilassamento avvengono in risposta a precisi stimoli chimici. Se in un tessuto la concentrazione di 02 Bassa e quella di CO2 è troppo elevata, gli sfinteri si rilassano aumentando, quindi, il rifornimento di sangue. In questo modo il tessuto riceve una maggior quantità di 02 ed elimina più CO2 questa risposta è conosciuta come iperemia. In generale, tutte le attività che aumentano il metabolismo di un tessuto inducono anche iperemia. I meccanismi di autoregolazione locale descritti hanno anche effetti più generali, perché influenzano la pressione e la composizione del sangue arterioso. Se molte arterie improvvisamente si dilatano, il sangue può fluire attraverso molti più letti capillari e la pressione arteriosa scende. Se tutti questi letti capillari appena riempiti forniscono CO2 concentrazione di CO2 al sangue contemporaneamente, la nel sangue che torna al cuore aumenta in modo considerevole. Il sistema nervoso e quello endocrino rispondono a questo cambiamento variando la velocità della respirazione, la frequenza del battito cardiaco e la distribuzione del sangue, per adeguarsi ai bisogni metabolici dell’organismo. Il controllo nervoso e ormonale Il sistema nervoso autonomo controlla la frequenza cardiaca e la costrizione dei vasi sanguigni grazie a un centro di controllo cardiovascolare situato nel midollo allungato, nella zona che raccorda il midollo spinale all’encefalo. Il centro di controllo riceve informazioni da appositi recettori, che segnalano i cambiamenti della pressione e della composizione del sangue. I recettori per la pressione, barocettori, sono situati nelle pareti delle grosse arterie che portano il sangue al cervello: l’arco aortico e le arterie carotidee. Il meccanismo di risposta alle variazioni di pressione del sistema è un esempio di feedback negativo. Quando i recettori segnalano un aumento della pressione, il centro di controllo rallenta il battito cardiaco e determina una vasodilatazione a livello delle arteriole periferiche. Se invece la pressione nelle grandi arterie scende, l’attività dei recettori di tensione diminuisce e il centro di controllo stimola la vasocostrizione delle arteriole e l’aumento della frequenza del battito cardiaco. Un’altra informazione che induce il centro di controllo cardiovascolare ad aumentare il battito cardiaco e la pressione sanguigna proviene dai chemocettori del midollo allungato,dell’arco aortico e delle arterie carotidee. Inoltre, la coagulazione operata dalle piastrine porta anche un processo fondamentale, ovvero la secrezione di sostanze che stimolano la produzione dell’enzima trombina. La trombina è un enzima fondamentale per il nostro organismo, la cui funzione consiste nella trasformazione del fibrinogeno in fibrina (ovvero nella trasformazione di una sostanza solubile in insolubile). Inoltre, le molecole di fibrina formano un intreccio che impedisce al sangue di fuoriuscire, quindi previene l'emorragia e favorisce e semplifica la cicatrizzazione. Il plasma è la porzione liquida del sangue. Contiene ioni, gas respiratori, proteine, ormoni, vitamine e i prodotti di scarto del metabolismo cellulare. Le proteine circolanti nel plasma svolgono diverse funzioni: ormoni proteici, anticorpi, molecole segnale e di trasporto, fattori della coagulazione e fibrinogeno. Tra le proteine plasmatiche troviamo anche l’albumina, che contribuisce a determinare la pressione osmotica del sangue e impedisce la dispersione di acqua nei tessuti. L’EMOPOIESI L’emopoiesi si svolge principalmente nel midollo osseo, dove sono presenti cellule staminali multipotenti chiamate emocitoblasti. Ognuna di esse può generare tutti gli elementi figurati, ma la produzione avviene in quantità diverse per ciascun tipo di elemento in relazione alle esigenze dell’organismo. Ciò è possibile perché l’emopoiesi avviene per tappe e la proliferazione delle cellule intermedie è regolata da specifici fattori di crescita e ormoni (come l’eritropoietina). Le Emocitoblasto può dare origine a due diverse serie di cellule staminali: le cellule mieloidi e le cellule linfoidi. Le cellule linfoidi producono i linfociti B, che maturano nel midollo osseo e vengono poi trasferiti al sistema linfatico, i linfociti T che maturano e diventano funzionali nel timo e i linfociti NK. Le staminali mieloidi danno origine agli eritrociti, alle piastrine, ai monociti, granulociti e altre cellule immunitarie. Inizialmente gli eritrociti immaturi sono nucleati, producono emoglobina e si dividono molte volte. Quando il contenuto di emoglobina di un eritrocita si avvicina a circa il 30%, il nucleo, il reticolo endoplasmatico, l’apparato di Golgi e i mitocondri della cellula cominciano a degradarsi. Al termine di questo processo, l’eritrocita si insinua tra le cellule endoteliali dei vasi sanguigni nel midollo osseo ed entra nella circolazione. In condizioni normali, il midollo osseo produce circa 2 milioni di eritrociti al secondo: la produzione è controllata da un ormone, chiamato eritropoietina, rilasciato dalle cellule dei reni in risposta a un'insufficienza di 02 (una condizione detta ipossia). Dalle staminali mieloidi derivano anche i megacariociti: grosse cellule che rimangono nel midollo osseo e da cui si staccano continuamente frammenti cellulari che vengono rivestiti da una membrana, dando così origine alle piastrine.