Scarica Povertà e Povertà Educativa in Italia: Statistiche e Contesto e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia dell'Educazione solo su Docsity! 1 SAVE THE CHILDREN – POVERTÀ EDUCATIVA, STUDENTI SVANTAGGIATI E DISUGUAGLIANZE IN ISTRUZIONE Tema povertà materiale. Povertà assoluta Tema povertà economica. Povertà relativa Si è aggiunto il tema della povertà educativa. Dati del 2016 di Save the children. Save the children è una di quelle organizzazione che, insieme ad alcune università, negli ultimi anni si è più occupata di povertà educativa. Se ne è occupata per prima. Adesso è subentrata l’impresa sociale con i bambini che raccoglie i fondi che a livello ministeriale vengono devoluti alle associazioni del Sud per finanziare le scuole e poter accedere ai finanziamenti per progettare sulla povertà educativa. Nei dati del 2016 vengono mostrate quante famiglie e quanti bambini si trovano i posizioni di povertà assoluta, cioè non accedono a quel paniere di beni necessari per la sopravvivenza. In Italia più di 1 bambino su 10 e quasi 1 famiglia con bambini su 10, si trovano in povertà assoluta. Il fenomeno riguarda tutte le regioni, tutte le aree (Nord, Centro, Sud) con rilevanza diversa. I bambini 0-18 anni vengono toccati dalla povertà assoluta. C’è una maggiore incidenza al Sud anche se è un fenomeno esteso a tutta Italia e riguarda soprattutto i bambini nella fascia 4-6 anni. Il problema riguarda famiglie di origine immigrata e famiglie italiane e famiglie miste. Il tema della povertà materiale e quindi della povertà assoluta è in crescita in Italia. L’ 11% delle famiglie italiane nel 2016 era in povertà assoluta. POVERTÀ EDUCATIVA: si parla di povertà educativa ragionando e affrontando il tema della povertà con un’ottica multidimensionale e quindi considerando la povertà di un minore come frutto del contesto economico, sanitario, familiare e abitativo. È frutto della disponibilità più o meno di spazi accessibili, di servizi di cura e di tutela dell’infanzia. Ragionare in termini di povertà del minore non solo pensando alle disponibilità economiche, ma anche alla povertà di relazioni, isolamento, la cattiva alimentazione e la scarsa cura della salute, carenza dei servizi e anche in termini di opportunità educative e di apprendimento non formale. Parlare di povertà educativa minorile significa soprattutto puntare l’attenzione sulla presenza o meno di opportunità educative, di apprendimento non formale. Significa considerarla collegata alla situazione più generale del minore. In questi studi viene mostrato come la povertà educativa sia insidiosa più di quella economica, perché prima bambini e adolescenti della possibilità di apprendere e sperimentare, scoprendo le proprie capacità, sviluppando competenze e talenti, allargando le proprie aspirazioni. La povertà educativa può portare ad uno sviluppo precoce nel mercato del lavoro, all’abbandono, alla dispersione scolastica e a fenomeni di bullismo. 2 www.conibambini.org Save the children povertà educativa privazione della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti, aspirazioni. Si cerca di capire chi è in situazione di povertà educativa. Vengono ripresi i dati OCSE-PISA. Mostrano i dati che riguardano i 15enni che non raggiungono le competenze minime in matematica e lettura, per livello socio-economico e culturale della famiglia. I dati sono divisi in 4 quartigli che riguardano il livello socio-economico naturale della famiglia. Il primo quartile è quello del livello socio-economico-culturale più basso. Gli studenti con risultati insufficienti in italiano sono coloro che hanno uno status economico e sociale basso o medio-basso. Questa percentuale è particolarmente elevata nel sud e nelle isole. LA POVERTÀ EDUCATIVA IN ITALIA (IPE Save the children): IPE: Indice Povertà Educativa 1. Percentuale bambini 0-2 anni senza accesso ai nidi e servizi integrativi pubblici per la prima infanzia. 2. Percentuale classi scuola primaria senza a tempo pieno. 3. Percentuale classi secondarie di I grado senza tempo pieno. 4. Percentuale alunni che non usufruisce del servizio mensa. 5 TREND DI CRESCITA SCUOLE PLURALI: cni: Cittadinanza Non Italiana Crescente incidenza degli alunni nati in Italia nei vari ordini di scuola: 60,9 % alunni nati in Italia sul totale alunni cni. Diminuiscono gli alunni neo-arrivati: 3,7 % degli alunni cni (8,1 % nel 2008/2009). Crescente incidenza di alunni cni negli ordini scolastici superiori (sec. II grado e università). 6 Nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria prevalgono gli alunni nati in Italia su quelli nati all’estero, mentre nelle secondarie di I e II grado la situazione si ribalta, mostrando la prevalenza di alunni nati all’estero rispetto a quelli nati in Italia. SCUOLE AD ALTA CONCENTRAZIONE: nel 2016/2017 le scuole con il 30 % e più di alunni stranieri sono 3.171, cioè il 5,6%. Dieci anni fa erano l’1 %. Se si escludono gli alunni nati in Italia, le classi con oltre il 30 % di alunni stranieri si riducono allo 0,7 %. Le scuole non toccate dalle migrazioni sono il 20 %. SCUOLE ALUNNI STRANIERI % ANNO 1 % 30 % e 30 %+ 10 anni fa 3.171 5,6 % 30 % e 30 %+ 2016/2017 (no nati Italia) 0,7 % 30 %+ (no immigrazione) 20 % 7 Dal punto di vista delle analisi sociologiche ma anche dal punto di vista delle analisi internazionali, si vede che il legame migrazione - educazione è un legame ambivalente. Ciò perché c’è la presenza di due fattori: 1. SVANTAGGIO STRUTTURALE: delinea gli effetti negativi della migrazione sull’apprendimento; evidenzia i rischi di marginalità e l’esclusione. Indagini internazionali svantaggi alunni immigrati: ESL (doppio dei tassi di abbandono precoce) PISA (punteggi più bassi) NEET (sovra-rappresentati) UNIVERSITÀ (sotto-rappresentati)
| ITALIANI STRANIERI STRANIERI NATI IN STRANIERI NATI
ITALIA ALL'ESTERO
Tasso di Neet di 15-29 anni per cittadinanza (%). Anno 2013
#9
805 43 44
TOTALE
mi natiin italia
m% natiall'estero
“3
WI
us SI 353 39
93 91 s
UT 8 240 "
| | | | | Î | |
d $ 28 è Podere d
DA LIIGUI AIA I
10
Abbandono nella sec. Il grado (%).
11 RISULTATI INVALSI: Punteggio medio in Italiano e Matematica per livello scolastico e cittadinanza. A.s. 2014/2015 ITALIANO MATEMATICA TUTTI NATIVI I GEN. II GEN. TUTTI NATIVI I GEN. II GEN. II Primaria 200 201 178 184 200 202 182 185 V Primaria 200 201 183 183 200 201 184 186 III Sec. I grado 200 201 184 195 200 201 189 198 II Sec. II grado 200 203 175 189 200 201 185 195 Nido e scuola dell’infanzia sono correlate alla riuscita gli alunni di prima generazione, se inseriti precocemente, possono diminuire il learning gap. DISUGUAGLIANZE CHE PERMANGONO: 1. RITARDO SCOLASTICO 2. RIPETENZE: forti differenze tra italiani e stranieri 3. ESITI INFERIORI per gli studenti stranieri rispetto agli studenti italiani. Difficoltà soprattutto per la prima generazione. Le seconde generazioni si avvicinano agli autoctoni. Maggior sbilanciamento della distribuzione di alunni immigrati nei livelli di status basso e medio-basso. Il vissuto migratorio è cruciale. SUCCESSI E TRAGUARDI: Stranieri in crescita nei licei (27,8%) Scarse differenze nelle prove INVALSI in matematica fra italiani e stranieri. Studenti resilienti in percentuale maggiore fra le G2. 12 “SOCIOLOGIZZARE LA RESILIENZA”: Sottolinea l’origine relazionale di questa capacità individuale (resilienza), collegando il successo scolastico alla natura collaborativa di un processo educativo che coinvolge famiglie, insegnanti, compagni, associazioni, istituzioni intermedie. Ragionare sulle responsabilità individuali e collettive e considerare le esperienze personali come questioni sociali: il progetto Su.Per. si basa su questo assunto. INTEGRAZIONE (+): Ottica assimilazionistica: intesa come assimilazione dei valori e degli atteggiamenti della società ospitante. Ottica differenzialista e multiculturalista: prevede la tolleranza delle diversità ma senza un reale scambio. Una tolleranza che porta ognuno a rimanere all’interno del proprio mondo culturale. Accetta le altre culture. Ottica del dialogo interculturale: l’integrazione è basata sull’esperienza diretta. LA SCUOLA COMUNE: Quattro principi generali a cui si sono ispirate le migliori pratiche realizzate in questi anni: 1. Universalismo, che riconosce il diritto di ogni bambino all’istruzione e all’uguaglianza di opportunità. 2. Scuola comune, come orientamento a inserire gli alunni di cittadinanza non italiana nella scuola di tutti e nelle normali classi scolastiche. 3. Centralità della persona in relazione, che valorizza la persona con il suo contesto di vita e la sua biografia personale e familiare. 4. Intercultura, come promozione del dialogo e del confronto tra le culture, in un’ottica di apertura alle differenze e di condivisione di valori comuni. 1. Pratiche di accoglienza (protocolli d’accoglienza per la definizione di procedure condivise, le Commissioni accoglienza d’istituto, la modulistica ed i materiali informativi plurilingue). 2. Azioni per l’apprendimento/insegnamento dell’italiano (disparità locali, L1, recente sperimentazione con Romania). 3. Azioni rivolte ai rapporti con le famiglie. 4. Azioni di formazione dei dirigenti.