Scarica Appunti Ciro di Pers & Giacomo Lubrano e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! CIRO DI PERS 1599 – 1663 & GIACOMO LUBRANO 1619 – 1693 Il libro di Sant’Agata riprende un altro tema significativo del Barocco, quello degli orologi (il tempo). “OROLOGI A METAFORA” si basa sul tema dell’orologio, il quale riguarda il “memento mori” (ricordarsi che dobbiamo morire). L’orologio è lo strumento con il quale si misura lo scorrere del tempo, è una macchina ingegnosa che si va perfezionando. Il rapporto tra Barocco e novità scientifiche è assai ambiguo, quest’ambiguità si ripercuote nella mente umana come elementi inquietanti, dando un senso di incertezza ed instabilità, come una realtà in continua metamorfosi. Comporta il passaggio dal vivente al non-vivente. Il tema del tempo che passa è colto attraverso la serie di Lubrano e Ciro di Pers, i quali sono due poeti che vivono in zone diverse dell’Italia, Di Pers a nord in Friuli e Lubrano a sud, a Napoli. Sono rappresentativi di tutto il secolo. Gli orologi sono tutti diversi, sono descritti moltissimi tipi differenti, come per esempio quello di Ciro è meccanico, mentre quello di Lubrano è una clessidra. Ciro di Pers è un nobile di provincia che, dopo gli studi a Bologna e un soggiorno a Malta come cavaliere dell'Ordine gerosolimitano, aveva trascorso una vita appartata nel suo feudo. Scrisse poesie che furono edite postume nel 1666. È probabile che il sonetto risalga alla fine degli anni Venti o ai primi del decennio successivo. Giacomo Lubrano, famoso predicatore gesuita, le cui Scintille poetiche uscirono a stampa nel 1690 sotto o pseudonimo di Paolo Brinacio. Il sonetto dovrebbe risalire alla piena maturità del poeta. I due lirici si collocano dunque a due estremi geografici e i loro testi agli estremi cronologici dentro i quali è compresa la parte più consistente e più tipica della produzione barocca. Santagata: OROLOGI A METAFORA - OROLOGIO A RUOTE, CIRO DI PERS (Friulano) Mobile ordigno di dentate rote lacera il giorno e lo divide in ore, ed ha scritto di fuor con fosche note a chi legger le sa: Sempre si more. Mentre il metallo concavo percuote, voce funesta mi risuona al core; né del fato spiegar meglio si puote che con voce di bronzo il rio tenore. Perch’io non speri mai riposo o pace, questo, che sembra in un timpano e tromba, mi sfida ognor contro all’età vorace. E con que’ colpi onde ’l metal rimbomba, affretta il corso al secolo fugace, e perché s’apra, ognor picchia alla tomba. Meccanismo mobile costituito da rotelle dentate divide violentemente il giorno e lo suddivide in ore e porta scritto esternamente sul quadrante in cupi caratteri per chi sa ben leggere: SEMPRE SI MUORE Mentre percuote campana con il suo martello, una voce infausta mi riecheggia nel cuore, né si può spiegare la ria natura del fato meglio che con questa voce profonda del bronzo. Affinché io non possa aspirare mai a un vero riposo o a una vera pace, questo che pare insieme un timpano e una tromba mi pone continuamente a contrasto. E con quei colpi per cui il metallo risuona cupamente, accelera la corsa al tempo già per conto suo fugace e picchia continuamente sulla pietra tombale perché essa si apra Dietro la descrizione dell’orologio è presente l’idea del tema del tempo che “mangia”, vorace (metafora). I denti degli ingranaggi diventano denti con il quale il tempo addenta la sua vita: idea dell’orologio che mangia il tempo ed il tempo che mangia la nostra vita. I denti dell’orologio spezzano il giorno e lo dividono in re, come se fosse un pezzo di cibo. Dobbiamo essere noi che, guardando l’orologio, sappiamo che è come se ci fosse scritto che ogni attimo che viviamo siamo sempre più vicini alla morte. Questo evoca un immaginario comune al tempo. È un orologio ad ingranaggi, rilascia un suono prodotto dal metallo, che pare una voce funesta che risuona nel cuore; questa voce è una portatrice di morte. Non c’è voce migliore di questa per darci il senso che il nostro destino è funesto: il destino è scritto, andiamo verso la morte. Questo suono del passare del tempo tiene viva l’idea che non si può essere tranquilli, perché gli rammenta lo scorrere continuo del tempo, ma il poeta vorrebbe opporsi. “sembra in un timpano e tromba”: - il suono del timpano rispecchia il passare del tempo - il suono della tromba equivale ad un annuncio Questi due elementi combinati fanno riferimento ad un annuncio di morte, la scansione ritmica del tempo che annuncia la fine. L’orologio vuole spingerci in avanti, affrettando la nostra morte: sensazione di angoscia. La metafora finale riguarda il suono dell’orologio che sembra bussare sulla nostra tomba affinché si apra. L’osservatore della poesia fa delle riflessioni riguardo l’orologio, che gli mostra il significato metaforico e le considerazioni del tempo. ORIUOLO AD ACQUA, GIACOMO LUBRANO (Napoletano): È un sonetto più forte e difficile da seguire, in quando comprende sentimenti più complesso. È maggiormente predicatorio, il poeta si rivolge a noi mortali e vuole dare un insegnamento sul tema del passare del tempo, cioè dell’avvicinarsi alla morte. Si insinua l’idea che richiama alla vanità di tutte le cose, si non sopravvalutare ciò che possediamo, noi siamo nulla ed il nostro destino è di porre dine al nulla che siamo. Tutto va a finire in nulla: riflessioni che fanno parte di un modo di atteggiarsi di questo periodo (età della Controriforma), idea di essere e valere poco fin dall’inizio. A che sognar con temerarii vanti secoli ne l’Età mezzo sparita, se bastan sole ad annegar la vita minutissime gocciole d’istanti? Metafora: bastano delle goccioline di sabbia che passano nella clessidra per distruggere tutto quello che abbiamo creato. Perché darsi da fare quando si sa che si muore? Il tempo è metaforizzato in maniera forte nelle gocce d’acqua Voi talpe di Ragion delusi Amanti, a ravvedervi in picciole urne invita meccanico Cristal; e in sé vi addita, quasi stille del Tempo, i giorni erranti. Il poeta sgrida gli uomini chiamandoli “talpe di ragion” (ciechi perché non abbiamo il lume della ragione) e “delusi Amanti” (amanti della vita destinati ad essere delusi). La clessidra come se ci facesse una lezione di morale: riconoscerci nelle piccole urne si cristallo trasparenti (clessidra). Le prediche che ci vengono fatte provengono anche dalla clessidra. L’urna ha una doppia valenza: funebre (raccoglie le ceneri) e come clessidra (ragionamento angoscioso) Quanto è, quanto sarà s’imprime in acque, cifra di fughe; e in fluido feretro naufraga sepellito il ‘Fu’ che piacque Le gocce che cadono sono gocce di tempo che passano: “stillicidio” è il cadere goccia a goccia. Viene ripresa l’idea del tempo che sfugge, tutto ciò