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Appunti di Prodotti cosmetici, Appunti di Farmacia

Appunti dettagliati di prodotti cosmetici, inclusi di immagini e spiegazioni

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 22/12/2021

bomber_
bomber_ 🇮🇹

3.8

(32)

54 documenti

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Scarica Appunti di Prodotti cosmetici e più Appunti in PDF di Farmacia solo su Docsity! PRODOTTI COSMETICI IV anno COSMESI ECONOMIA (non chiesto all’esame) | dati di cosmesi economia sono presi da: rapporto cosmetica Italia relativo ai dati del 2019 e l’altro è di cosmetics Europe del 2019. Queste due associazioni industriali di produttori, sono la Confindustria del settore cosmetico. Cosmetica Italia è detta anche Unipro, ed Cosmetics Europe è anche detta Unipa. | due report dicono che i prodotti cosmetici sono ridotti avvertiti dai consumatori, non come beni di lusso ma percepiti come beni necessari. Gli acquirenti consumatori consumano come 3° posto i prodotti cosmetici come “cura per se”. | cosmetici non hanno impatto solo su benessere, autostima e umore ma anche sulla salute come i prodotti solari (prevenzione ai tumori cutanei) o dentifrici ( prevenzione alla carie). L’europa è il più grande venditore di cosmetici ma è anche il principale consumatore. Come primo consumatore vi è la Germania e la Francia ma sono anche i due paesi che producono di più, poi ci sono regno unito e Italia. Si consumano sopratutto prodotti per il corpo e per l’igiene. attra densi Da cosmetics Europe si deduce che in europa vi sono piccole medie imprese (PMI = SME), i primi due paesi come numero di piccole medie imprese vi sono Francia e Italia. Il report sottolinea. Che il turismo di benessere è in crescita. L'industria cosmetica comprendendo agli indotti di attività indiretta e diretta sostiene più di 2 milioni di posti in Europa, di cui il 63% è occupato da donne Il fattore globale è il valore della produzione: fatturato interno mu "6 "Rei 2 i n (cifre dei prodotti fatti ed usati nel mercato italiano) + export = Es 12 mila milioni di euro con +1,5% dell’anno precedente (2019). Suddivisione dei fatturati: abbiamo due canali tradizionali di vendita ovvero farmacia o profumeria, vendite porta a porta per corrispondenza ed e-commerce. | canali professionali sono separati da quelli tradizionali, questi sono saloni di bellezza e parrucchieri. Si segnalano un +12% sulle vendite porta a porta corrispondenza ed e-commerce ma quest’ultimo è ciò che fa aumentare il numero essendo aumentato del +27%. | canali professionali sono in crisi dal 2008 ma per la prima volta nel 2019 abbiamo degli aumenti grazie ai centri termali e benefici. Vi sono peculiarità tra materie prime e macchinari per quanto riguarda il rapporto export/ produzione ciò vuol dure che i macchinari italiani sono molto apprezzati dall’estero e perciò importati all’esterno. La domanda di cosmetici in Italia ovvero il consumo, parliamo di consumo interno e import quindi che importiamo da altri mercati (Francia e Germania) sulla domanda interna incide molto l'export da estero. L’e-commerce è cresciuto del +27%, durante il covid abbiamo potuto osservare picchi del +59% del consumo di prodotti per la disinfezione delle mani, invece le vendite dirette porta a porta registrato un decremento del -0,5%. Il discorso e-commerce è da considerare nel caso si voglia avviare delle piccole opportunità produttive. Abbiamo lo spostamento su canali e fasce di prezzo più economiche. Effetto clessidra: fasce di prezzo più economiche e prodotti premium, perciò i consumatori si mantengono su fasce di prezzo e canali economici ma non disdegnano prodotti costosi venduti prevalentemente in farmacia e profumeria. Le farmace rafforzano l’investimento nel prodotto cosmetico e nella specializzazione degli addetti alle vendite. Più che in altri canali le politiche di promozione ed assistenza al cliente premiano la fedeltà dei consumatori. Requisiti - costomer satisfaction: - Efficacia —> funzionalità generale e particolari. L'industria cosmetica si è attrezzata per verificare l'efficacia del prodotto cosmetico facendo dei test, basati su funzionalità generali e particolare (es: sapone ha funzionalità generale di detergere e particolare anti forfora) - Stabilità —> proprietà chimiche fisiche e microbiologiche che si mantengono costanti per tutto il tempo di vita, ovvero il PAO (period after opening: periodo in cui il prodotto deve mantenere queste proprietà) - Ipotossicità e ipoallergenicità —> non atossico e anallergico perché non è possibile ottenerlo a causa di sensibilità personale, deve essere garantita la ipotossicità/allergenicità perché un prodotto cosmetico è a base di un uso quotidiano e ripetuto - Gradevolezza —> deve avere caratteristiche che lo rendono gradevole: aspetto, odore, sensazione e aspetto durante e dopo l’uso. - Prezzo —> il prezzo è importante perché incide moltissimo il packaging, la scelta del canale di produzione (es: farmacia posso aumentare il prezzo, se invece è verso la grand edistribuzione deve essere contenuto), gli ingredienti incidono pochissimo 5-10% del prezzo finito, - Naturale ( imillenians desiderano prodotti naturali e bio) Definizione di cosmetico Regolamento 1223/2009, art.2 comma 1 “...... qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l'aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei”. 1) Finalità non terapeutica—> NO “cura, prevenzione, diagnosi di malattie” o “ modifica di funzioni fisiologiche”; NO applicazione su cute lesa o patologica (—> farmaco o PMC); SI concetto di EUDERMIA (—>mantenimento in buono stato) —> applicazione su cute sana e integra. Il comsetico può essere detto coadiuvante ovvero che non cura la patologia ma viene usato con concomitanza con farmaci, mantenne distinte le due categorie. Il cosmetico è una formulazione che nel suo insieme e formulazione concorre in un concetto cosmetico. 2) Funzioni consentite —> igienica (detersione, deodorazione, profumazione); estetica (Make-up, colorazione e acconciatura capelli); protettiva o di mantenimento di buono stato (Eudermia) —> “prevenzione” e protezione 8) Sito di applicazione: superficie esterne (epidermide, sistema pilifero, capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni, denti, mucose orali)—> NO: nutricosmetici (catalogabile come integratori alimentari con finalità di migliorare l'aspetto esteriore della persona parcendo dall’intento, andando a correggere eventuali stati di subcarenze di nutrienti); NO: papriche dermatologiche (dermatologia estetica: chirurgia estetica, filler, peeling, laserterapia ..). Prodotti ad uso topico (stesso sito di applicazione come ad esempio le mucose): = preparati dermatologici = farmaco: AP, AIC, vigilanza, applicazione su cute lesa o patologica. - Presidi medico chirurgici= dispositivi medici: autorizzazione dal ministero della sanità, CE, vigilanza = Prodotti cosmetici: vigilanza e controllo repressivo, applicazione su cute sana ed integra. Una crema, lozione, tonico, shampoo possono ricadere in uno di questi 3 ambiti, nel mercato europeo queste 3 categorie fanno capo a normativi molto diverse. Mercato giapponese: hair coloring, depilatori, antiforfora, solari ecc sono quasi drugs. In Giappone esistono cosmeceutici ( o quasi drug) ad esempio il benzoile perossido usato per trattare cute con acne, sono farmaci da banco in Europa e usa ma in Giappone sono cosmetici. Mercato USA: anti traspiranti, stampo antiforfora, solari ecc sono drugs. The 1938 Food, Drug and Cosmetic Act (FDCA): the beginning of trouble: Cosmetic: “article intended to be rubber, poured, sprinkled, spryed on, introduced into, or applied to the human body or any part thereof cleasing beautifying, promoting attractiveness or altering the appearence...” Drug: “article intended for use in the diagnosis, cure, treatment, or prevention of desese in man or animals; and article intended to affect the structure or any function of the body”. 5 La base della legge sui prodotti cosmetici in America è il FDCA, scritto nel 1988 a seguito di 38 casi di cecità dati da un mascara che conteneva anilina. Le due definizioni creano problemi, qualsiasi sostanza che applichiamo alla pelle va ad alterare la funzione della cute stessa, banalmente l’acqua applicata diverse volte va ad alterare la barriera cutanea della pelle e a disidratarla. Intended —> non importano gli ingredienti intrinseci ma importano i CLAIMS ovvero etichette e avvertenze che ci sono sul prodotto indipendente dal farmaco e cosmetico, in base alla interpretazione del claims si definisce cosmetico e farmaco, ciò viene fatto per evitare costi elevati e tempi prolungati. Cosmetic Drug FDA ha dovuto emanare materiale informativo, opuscoli ro sunsereen spiegando e mostrando le terminologie per far ricadere un TR rn prodotto in ambito cosmetico o un ambito farmaceutico. Rea antidandrati | deodoranti camuffano i cattivi odori, antitraspiranti inibiscono Toofipaste aniicaries tovilpaste la fuoriuscita di sudore alterando un meccanismo fisiologico. skin exfoliant skin peel moutinvasti Ere Shampoo detergono banalmente, ma se vado ad agire sulla forfora vado ad inibire il lievito che produce la forfora. hair bulking hair growth haid'acne FA FDA valuta caso per caso e i claims se un prodotto è visto come farmaco o cosmetico. antibacterial deodoranti | antibacterial anti-infective soap soap moisturizer wrinkle ramovedr lip softener chapped lips In europa è abbastanza chiara la legislazione per distinguere un prodotto cosmetico da un farmaco, già sulla base degli ingredienti. Resta una zona di confine nei prodotti border-line, un prodotto che arriva in farmacia si sa già se è farmaco o cosmetico, i prodotti border line sono prodotti che presentano carattere di ambiguità, sono prodotti applicati sulla pelle per determinate categorie di problemi, in genere forfora, acne, cellulite ma non solo sono problematiche cutanee che possono essere gestite come malattia, perciò il produttore decide di come etichettare il prodotto per farlo cadere in un ambito piuttosto che nell’altro. Se si considera acne una patologia allora sarà anti anche (farmaco) e dermopurificante (cosmetico) non sono sinonimi. Il temine anti cellulite è appannaggio di farmaco. Sui prodotti cosmetici è detto coadiuvanti anticellulite. Cicatrizzante presuppone che la cute sia lesa quindi appannaggio di ambito farmacologico, il termine riepitelizzante vuol dire che la cute è leggermente abrasa quindi va nell ambito cosmetico. Decongestionante e disarrosanete presuppone che la cute è arrossa Ata (farmaco), in cosmesi è detto rinfrescante. Differenze tra farmaco topico e cosmetico Farmaco ad uso topico *. Principio attivo singolo *. Monofunzionalità * Eccipiente funzione di supporto e distribuzione * Assorbimento e livelli d'azione profondi * Uso saltuario Prodotto cosmetico * Principi attivi multipli * Plurifunzionalità * Eccipiente è parte integrante dell'efficacia (funzionalità globale del sistema) * Azione cutanea *. Uso prolungato e continuativo COSMECEUTICI È un neologismo degli anni 70, è stato coniato da un dermatologo klingam, inizialmente indicava cosmetici ideati e prescritti da un dermatologo e prodotti da un farmacista in farmacia, la valenza del termine si è persa. Ora si affilia il significato a dei “turbo cosmetici”, ovvero la cui funzione è basata sulla loro composizione di sostanze cosi attive che sono in grado di funzionare molto bene nell’ambito cosmetico. Sono cosmetici fisiologicamente attivi o cosmetici curativi. Ora in farmacia sono detti dermo-cosmetici. Il contesto del temrine cosmeceutico devono essere considerati come prodotto cosmetico e non ulteriore categoria commerceologica, i prodotti cosmeceutici per il nostro regolamento ricadono nei prodotti cosmeticima Comunque è un termine molto usato an che accettato dalla FDA che li definisce come prodotti con valenza simile ma non uguale ai farmaci, quindi danno benefici simili ai farmaci. È possibile allestire prodotti cosmetici tecnologicamente all'avanguardia con sostanze particolarmente attive, le sostanze ammesse e particolarmente attive (AHA (alfa idrossi acidi), DMAE, acido lipoico, urea, retinolo ecc) sono sostanze con comprovata attività. Non può essere inserito nei cosmeceutici tutto ciò che è farmaco (Minoxidil usato come lozione negli uomini per l’aiuto nella crescita di capelli, antibiotici, L-tiroxina, acido retinoico, digitale, belladonna,) quei prodotti che contengono farmaci sono detti preparati dermatologici, tutte le sostanze sono riportate nell’allegato 2 (sostanze vietate all'uso cosmetico). A volte i cosmeceutici sono prodotti tecnologicamente all'avanguardia (veicoli alternativi come liposomi, sostituenti aumentanti l'assorbimento come tensioattivi che scompaginano i lipidi della barriera e favorire l’assorbimento..). la differenza tra cosmetico, cosmeceutico e farmaco è la quantità: in un cosmetico ho quantità minori, maggiori nel cosmeceutico e soglie limite che riguardano il farmaco. Claims: Cosmetic terms Cosmeceutical terms Moisturizes, rehydrates, protects Prevents signs of aging, antiaging Beautifies, —1conceals, 1ighlights, Reduces the appearence of fine lines and enhances wrinkles Softens, conditions, lubricates Regenerates damaged skin Smoothes rough skin Fims Absorbes excess skin oils Heals, stimulates skin repair Cleanses, tones, refreshes, clarifies Penetrates into the skin to act Deodorizes Fades hyperpigmentation spots A volte i termini si spingono troppo in la, instaurando traversie legali. A volte è anche il packaging che richiama quello dei farmaci, il cosmeceutico assume l’aspetto di farmaco, spesso i cosmeceutici hanno anche costo elevato. Dimetil-ammino etanolo sostanza liftante in ambito cosmetico in soluzioni di 3%, viene usata anche in ambito farmaceutico essendo precursore acetilcolina usato per rinforzare la memoria. Nei cosmeceutici si ritrova abbastanza spesso, perché è un liftante e aumenta la produzione di collagene, il suo costo determina la sua vendita esclusiva in farmacia. Es: sono prodotti anti-cellulite (es: somatoline) farmaco a sx e prodotti cosmetici e cosmeceutici a dx. Differenze: a sx ho un prodottovenduto in farmacia (somatoline) è un farmaco contiene la |- tiroxina (stesso principio di eutirox) e anche escina (attrita lipolitica) che riduce la cellulite, perciò ho un effetto terapeutico. La I-tiroxina è in allegato 2 perciò somatoline è farmaco e vendibile solo in farmacia. A dx erbolario (claim: aiuta a ridurre gli inestetismi della cellulite) al centro ho un cosmeceutico a base di caffeina ed escina, quindi molecole chimicamente definita che in turn over; patologie come la psoriasi, il controllo determinato dai fattori normalmente presenti viene a meno e lo strato basale va incontro ad attività mitotica/proliferativa eccessiva e l'epidermide si inspessisce, aumenta la velocità di desquamazione, soffrendo di secchezza cutanea, ed è una pelle che non protegge; età, il turn over rallenta, le lamella si impaccano tra loro con ipercheratinizzazione e più sottile; le zone sottoposte a sfregamento sono zone in cui il turnover è più veloce; cicli ormonali, per esempio il rinnovamento della pelle è più veloce durante la notte; UV percepita come aggressione perciò la pelle aumenta la velocità di differenziazione cellulare. In una pelle sana affinché la cellula risalga in vari strati e assuma le varie caratteristiche sono necessarie 14 giorni e 14 giorni prima di desquamare. Le cellule si staccano per un processo di corneo-dermolisi dove i corneociti avitali si staccano, ogni giorno perdiamo nei vestiti 3/4g di corneociti singoli. Tempo di rinnovamento che va dai 27 ai 28 giorni e rallenta nell’anziano fino a raddoppiare come tempo. Passando dallo strato basale al corneo, l’idratazione delle cellule diminuisce daun 70% a un 10% perdendo tutto il citosol. Cheratinogenesi La cute ha il compito di specializzarsi producendo cheratina. Esistono diversi tipi di cheratine: cheratine dure (capelli) e quelle molli ( pelle). La cheratina è una proteina altamente specializzata, resistente ad acidi, alcali ed proteasi. E caratteristica di pelle, capelli, unghie e peli. Costituisce anche nella natura corazze, zoccoli, corna ecc. La cheratina ha una ultra struttura compatta data dalla presenza di: cheratina fibrosa e una amorfa—> a più alto contenuto di amminoacidi solforati, ponti disolfuro e si trova a riempire gli spazi all'intento della componente filamentosa o meglio la cheratina filamentosa, la resistenza elevata e le proprietà fisiche di tenuta, resistenza e proprietà meccaniche del capello è data dalla stretta interazione tra le due cheratine). Queste due cheratine hanno proprietà diverse, quella dura tende a non desquamare e invece la cheratine molle desquama. La sintesi inizia dallo strato basale e termina in quello corneo, cambiando la composizione amminoacidi, portata a maturazione con presenza di cheratina. La fibrosa si costituisce attraverso assembramento di catene in primis piccole e poi grandi: 3 alfa eliche formate da amminoacidi si assemblano a formare protofibrilla, che a loro volta si assembrano a numero di 9 + 2 che vanno a formare una microfibrilla, centinaia di microfibrille vanno a formare le macrofibrille. In questo modo ottengo una struttura con una elevata stabilità meccanica : ® Differenza tra cheratina amorfa e fibrosa—> cheratine dure (capello) e cheratina molle (pelle), la differenza risiede nel tipo di legame che si instaura tra le due tipologie di cheratina amorfa e fibrosa. Nel capello abbiamo una struttura che è molto più resistente perché tra i fasci di fibrosa la amorfa colloca con ulteriori legami come ponti di solfuro con le fibrosa, formando una struttura più compatta e resistente. Le due componenti si differenziano sulla base della lunghezza delle fibre: la fibrosa viene a proseguire l’assembramento in fasci di macrofibrille, essendo sempre alfa eliche ci si producono (catene di AA) sono le stese ma è l’assembramento ne determina che siano fibrose o amorfe. STRATO CORNEO È definito anche stato desquamante (perde corneociti), è uno strato epiteliale di rivestimento formato da un numero variabile di strati di cellule epiteliali, nella pelle più sottile ho circa 15 strati di corneociti e si arriva fino a 150 strati. | corneociti sono: avitali, sono anucleate, sottili, squamose, le struutre citoplasmatiche non esistono, sono quasi completamente ripieni di cheratina e filaggrina che aiuta la costituzione di fibre di cheratina (fa da supporto) e deriva da cheratojalina (strato sottostante), hanno una membrana cellulare inspessita. Negli spazi tra due corneocita troviamo cemento intercorneocitario, questo formato da lipidi e in parte da una componente detta ceramidi. 10 L’insieme di corneociti e cemento intercorneocitario viene definiti “modello brinks and mortar” (cemento e mattoni), questo costituisce la nostra barriera cutanea. Il fatto che i corneociti stiano legati grazie al materiale lipidico garantisce impermeabilità alla pelle. Composizione strato corneo - acqua—> poca tra 8 e 15%, questo contenuto è influenzato da cause ambientali (freddo, caldo, umidità, condizioni patologiche, età, cosmetici sbagliati o uso di sostanza emollienti) - Corneociti —> circa 70%, fatti quasi solo di cheratine, particolarmente resistente anche al calore. - Lipidi —> circa 15%, li troviamo stratificati a livello extracellulare fuori dai corneociti, sintetizzati dalle cellule stesse mentre maturano, per esocitosi si riversano negli spazi. Questi sono: le ceramidi (sfingolipidi); colesterolo, acidi grassi liberi, poche altre tipologie che sono presenti stratificati. Negli strati esterni dello strato corneo ci sono lipidi anche derivanti dalle ghiandole sebacee (trigliceridi, esteri delle cere e squalene). Questi lipidi sono circa 20% ceramidi, steroli liberi, acidi grassi saturi a catena lunga (15%). Ciò che importa è che la composizione dei lipidi determina lo stato di salute della barriera cutanea, la diminuzione in % di questi lipidi compromette l’integrità della barriera cutanea e lo vediamo in alcune patologie come dermatiti atomica, psoriasi (cuti secche e fragili) o con invecchiamento, sono situazioni dove ho una diminuzione di aleune ceramidi perciò la cute diventa troppo permeabile, quindi tende ad essere particolare disidratata. Le ceramidi dal punto di vista chimico sono sfingolipidi dove però ho l’unione di una testa polare (amminoacol) unito ad un AG. Come ultimo fenomeno correlato alla differenziazione dei cheratinociti in corneociti abbiamo che le ceramidi che arrivano negli strati più superficiali, sono scisse dalla ceramidasi che scinde la testa polare dal AG quindi libera amminoalcol che detto fito-sfingosina (sfingosina), queste due molecole funziona come messaggio a feed back per lo strato basale, messaggio trasmesso è quello di aumentare il turno over cellulare per carenza di ceramidi perciò hanno effetto ristrutturante stimando la loro proliferazione. (Le ceramidi sono ingredienti cosmetici usate per le pelli vecchie e disidratate, sfingosina e fitosfingosina hanno capacità penetrante maggiore e stimolano il turn over) Le ceramidi sono una famiglia di componenti, sono lipidi polari (testa polare di amminoacol con insaturazione) parenti dei fosfolipidi ma al post del glicerolo ho l’amminoacol. In passato erano poco usate perché la prima fonte era la pelle di maiale (quindi poco approvvigionamento), oggi ottenute per via biotecnologica (maggiore quantità e basso costo). Ci sono ingredienti di natura sia animale che vegetale: cera, lanolina, olio di giogioba e carnauba. Inserire le ceramidi chimicamente definite nell’etichettatura vuol dire aver maggiore concentrazione che nel tenore naturale. In cuti particolarmente secche e patologiche, l’alterazione delle ceramidi è compensata con l’applicazione di prodotti cosmetici. Su cuti giovani dove la presenza di lipidi è normale, le ceramidi risultano pesanti. Vi sono prodotti in farmacia che si propongono come prodotti atti a riparare la barriera cutanea rispristinando la normale barriera cutanea. La barriera è di natura prevalentemente lipidica. Questa barriera è soggetta ad alterazione date da diversi fattori: età, sesso (donne hanno la cute meno lipidica), stagione (in funzione della stagione i lipidi cambiano la loro apapxcità di restare fluidi e con il freddo cristallizzano), uso di detergenti aggressivi ( possono rimuoverli); UVB; stress meccanici; patologie (dermatiti atipiche, psoriasi, ictiosi) Quando la barriera cutanea si altera si avrà una cute che si disidrata più facilmente, i lipidi non tengono bene lo strato difensivo e le sostanze entrano più facilmente e l’acqua esce più facilmente, aumenta trans-epidermal-water-loss (TEWL) ovvero traspirazione cutanea (acqua libera di uscire dalla pelle). Quello che fanno i riparatori della barriera cutanea è di ripristinarla, gli ingredienti che vengono usati sono: - lipidi fisiologici (soluzione dermi-compatibile, hanno effetto lungo termine) - Petrolato (non viene visto molto bene in cosmesi, perché derivato del petrolio. Spesso presente nei prodotti riparanti perché ottime rimedio immediato, creando un film occlusivo che nel breve tempo riduce la perdita di acqua) - AHA ( aumenta il turn over cellulare, detti alfa idrossi acidi) - Vitamina B3 - Retinoidi (aumentano lo spessore della pelle) 11 ORGANO MALPIGHIANO E costituito da cheratinociti (cellule destinate ad essere corneociti). La differenziazione avviene dal basale fino al corneo. STRATO BASALE, o germinativo, ho un unico stato di cellule trofiche/basali piene di citosol che vanno incontro a mitosi. Nel basale ho sia cellule staminali che non. Sempre nel basale abbiamo anche i melanociti. Sotto al basale abbiamo la lamina grana dermoepidermica (membrana basale) determinate per gli scambi nutritivi. . ata Do La cellula dello strato basale che entra in ee * mitosi vede spingere negli strati successivi le cellule nuove che si formano. Quello successivo è lo strato spinoso detto così perché tra le cellule che si stanno differenziando, abbiamo le cellule policoniche con punte attraverso cui prendono punti di contatto (desmososmi) con quelle vicine. Sono cellule dove si sta esercitando una notevole attiva sintetica perciò hanno sto contenuto di rRNA. Successivamente vengono spinte nello strato granuloso detto così per la presenza di forme sferoidali nel citoplasma, sono di due tipi: granuli rifrangenti di chertojalina che nel corneo diventa fillagrina (palmi e piante dei piedi); l’altre forme sono organuli lamellari detti corpi di Odland (o cheratinosomi), sono estremamente importanti, sono formazioni ripiene di lipidi. Man mano che il cheratinocita matura, lamembrana dei copri di Odland si fonde con la membrana cellulare del cheratinocita e i lipidi sono rilasciati all’esterno per esocitosi, stratificandosi tra le cellule poi successivamente dello strato corneo. Sono lipidi lamellari impilati uno sull’altro. Questi corpi di Odland contengono dei sfingolipidi (glicosil-ceramidi) detti crebrosidi, steroli liberi ed ezimi idrolitici. Una volta che i lipidi sono liberati, la porzione zuccherina viene tagliata, da glicosil- ceramidi ottengo ceramide vera e propria. Perciò le ceramidi sono contenute nei corpi di Odland. Una volta spinte nello spazio extracellulare gli enzimi idrolitici tagliano la porzione zuccherina, i lipidi salgano e vanno nello strato corneocitariol. MELANOGENESI A livello dello strato basale abbiamo la presenza di melanociti, sono cellule altamente specializzata come delle ghiandole unicellulari, sono al sede biolgocia deputata alla sintesi di melanina (pigmento cutaneo), sono circa in rapporto 1 a 10 con le cellule basali, e il loro numero decresce con l’età. Con l’avanzara dell’età abbiamo il fenomeno dell’incanutimento (capelli bianchi e anche la cute subisce modificazioni di pigmentazione come discromie o macchie della senescenza). Al V I melanociti hanno propaggini dendrocitiche al’interno delle quali si spostano delle vescicole dette melanosomi, che partono vuote per poi riempiersi di melanina, una volta a livello periferiche le vescicole sono rilasciate nei cheratinociti. Ogni melanocita rifornisce di melanina un buon numero di cheratinociti. 12 La sintesi avviene all’interno del fibroblasto, al suo interno sono prodotte le catene polipeptidiche che si assemblano, in particolare 3 catene avvolte ad alfa elica per formare protocollagene che a sua volta è inserito nei vacuoli e poi viene trasferito nell'ambiente extracellulare. Una volta nell’ambiente extra un enzima detto collagenasi va a tagliare la porzione NC-terminale e iniziale del protoollagene trasformandolo in tropocollagene, questa molecole detta anche collegane solubile, è il mattone di base cross-linkato per andare a formare le fibrilla di collage ( più piccole di unità di collagene) più fibrilla unite danno macrofibrille, più macrofibrille danno le fibre poi i fasci di collagene che non restano tali, l'enzima collagenasi mi garantisce un continuo turnover, la velocità di questo processo cala con l’asta e lo spessore delle fibre aumenta, la tenuta tensile viene a meno. Il collagene è stato usato come ingrediente in passato ma essendo una macro molecola non era assorbitile, ma dagli anni 70 si usa tropocollagene (collagene nativo) inserito in emulsione ed essendoli molto piccole passa e contribuisce alla formazione di nuovi fasci di collagene. Collagene in crema crea un film protettivo e nient'altro. Se voglio migliorare lo stato di salute del derma devo usare tropocollagene che è solubile. La seconda componente fibrosa del nostro derma è l’elastina, una proteina sempre costituente del tessuto connettivo, proteina elastica, però conferisce elasticità ai nostri tessuti consentendo alla pelle post stress di tornare in forma originale. Se il derma è secco rappresenta solo il 2%. Il processo di assemblamento dell’elastina è molto simile al processo di assemblamento del collagene: sintetizzata dai fibroblasti, altrettanto per l’elastica dai fibroblasti è estrusa una unità di base detta tropoelastina, questa unità di base è reticolata ed insolubile, assemblata in fasci. Il turn over è garantito dall’enzima elastasi, il turn over è estremamente basso che arriva ad un emività che è l’eta dell'organismo. Se l’elastina viene danneggiata non viene sostituita. La elastina ma anche il collagene devengono degradati dall’esposizione alla luce solare, mentre il collagene riesce ad essere autoriparato, i danni all’elastica possono essere drammatici (foto-ageening: cute più fibrosa e meno elastica, righe). GAG o mucopolisaccaridi, gel che avvolge i fasci di elastica e di collagene, formato da mucopolisaccaridi anche detti glicosamminoglicani. Questi sono delle lunghe catene zuccherine formate da unità disaccaridiche, uno di questi due zuccheri è un amminozucchero (glucosammina e isosammine) e acido glucoronico, si dividono in solforati e asolforati, a seconda della presenza di SO2, il più noto è l’acido ialuronico. Anche i GAG sono sintetizzati dai fibroblasti. Esiste un enzima anche per i GAG detto ialuronidasi che garantisce il turn over dei GAG. | GAG nel derma si trovano in forma ionizzata, presenti come gel in grado di legare H2O e sali, sono lunghi Acido ialuronico Condroitina ° . Ù 1 ” " qujmon cuposo-ns] - Cheratansolfato polimeri con alto PM, sono in grado di immagazzinare rispetto ngff > AT al loro peso volumi di acqua decisamente maggiori. Formano dig "Agugy una sorta di gel dove i GAG sono la fase dispersa e l’acqua la * eh "Nine ] fase disperdente, formando quindi questo reticolo in grado di dare turgore e idratazione al derma. La struttura è molto più complessa, a livello del derma, questi GAG già sono molecole rigide che tendono ad occupare un volume più ampio rispetto al loro PM, in aggiunta assumono conformazioni molto distese. I GAG in aggiunta al fatto di essere poco pieghevoli, si vanno a connettere a proteine presenti, eccetto l’acido ialuronico, si legano ad una proteina detta proteina del nocciolo (proteina filamentosa o core proteico) formando i proteoglicani, tanti di questi si connettono ad un filamento di acido ialuronico. Questi aggregati si legano al collagene. Formando un gel mucopolisaccaridico. Condroitin-4-solfato Condroitin-6-solfato Dermatan solfato 15 Questo gel è responsabile del turgore cutaneo. proteina del nocciolo L’acido ialuronico e i GAG sono quasi solo a \ livello del derma, questi svoglino diverse funzioni: - effetto lubrificante: facilitano lo scorrimento dei fasci collagene ed elastici sugli altri = Shock adsorber: impedendo che gli urti mi danneggino eccessivamente (smorzamento idraulico) = Filtrante: filtra le sostanze in ingresso = Attività cicatrizzante: acido ialuronico è in K \ ] glucosamminoglicani N dispositivi medici per la riparazione di ferite. ACIDO IALURONICO = Turgore cutaneo: es: guancia piene dei bambine è data dalla maggior presenza di GAG PROTEOGLICANO come acido ialuronico (presente in concentrazioni altissime anche nell’embrione e comincia a calare una volta che l'organismo cresce fino a ridursi in età adulta e senescenza) Composizione del derma: H20 63% Collagene 32% < Elastina 1,6% L'acido ialuronico è un ingrediente imprescindibile Altri protidi 0,2% in prodotti cosmetici. ac jaluronico 1,3% Con l’età i fibroblasti diminuiscono la loro attività e perciò anche la produzione di acido ialuronico, perciò abbiamo l’insorgenza di rughe. L'acido ialuronico è una molecola determinate per mantenere la pelle in particolare il derma pieno, perciò è un volumizzante. 19 di acido ialuronico è in grado di trattenere H2O fino a 80 volte di più del suo volume iniziale. Viene anche detto skin- plumper. Non è usato solo in ambito farmaceutico, cosmesi ma anche in ambito chirurgico come nei filler non permanenti: sono preparazioni iniettate dai dermatologi nella pelle, per andare ad appianare la ruga spingendola verso l’alto. Usato anche come gonfiare le labbra (silicone è filler permanente perché non abbiamo gli enzimi per degradarlo) il filler delle labbra è formato da collagene e acido ialuronico che possiamo degradare grazie al corredo enzimatico. La cosmesi ha tratto ispirazione da questi filler. La fonte di acido ialuronico può essere di diversa origine: la biotecnoglia mi permette dalla fermentazione di batteri lattici la produzione di acido ialuronico, oppure ottenerlo anche dalle alghe (fonte marina). E importante notare come nei prodotti formulati bene, l’acido ialuronico non venga messo a caso nel vasetto ma è importante che l’acido ialuronico ad alto PM sia associato a quello a basso PM, quindi in farmacia spesso vediamo pubblicizzata qesya associazione, bisogna mettere insieme queste due tipologie perché l’acido ialuronico tale quale ad alto PM perché non penetra nella pelle essendo una molecola molto grossa (molecole idrofile e troppo grosse non passano), quindi resta in superficie e determina un filmogeno molto idratante e l’acqua riesce a far rigonfiare lo strato corneo che rigonfia e l’acido ialuronico a basso PM riesce a passare lo strato corneo. Una buona formulazione cosmetica tiene conto di questo aspetto e associa i due ingredienti. E a livello del derma dove ottengo l’azione riempitiva. IPODERMA È lo strato più profondo ovvero il pannicolo adiposo sottocutaneo, strato adiposo e come tale fornisce un isolamento nei confronti della dispersione termica avendo un bassa conducibilità termica ci protegge dalle temperature esterne e impedisce la dispersione del nostro calore corporeo. È uno strato che ci permette anche di isolarci meccanicamente dall’esterno, i GAG insieme all’ipoderma ci permette di proteggerci dagli urti. E il grasso che stocchiamo a livello del ipoderma un materiale di riserva, andiamo a stoccare il grasso come materiale di riserva negli adipociti. L'ipoderma ha un’importanza plastica e lo vediamo quando nella senescenza, le diminuzione di pannicolo adiposo sottocutaneo che si riduce di spessore provocano uno svuotamento delle guance. Lo spessore dell’ipoderma varia in base all’età, sesso (donne 3 volte più spesso di quello maschile), la distribuzione varia anche nel sesso (donne lo accumulano a livello di seno, coscia, glutei e fianchi, mentre gli uomini a livello della regione gastrica e nel 16 deltoide), la distribuzione è influenzata da fattori genetici, nutrizionale e anche ormonali. Le uniche zone prive del pannicolo sottocutaneo sono palpebre, lobi e orecchie. L’ipoderma costituito da adipociti che a loro volta sono occupati da una goccia di grasso, gli adipociti sono circondati da fasci collagene che formano delle cavità (capsule) riempite dagli adipociti, sono presenti nell’ipoderma anche ghiandole, follicoli, fibre muscolari e terminazioni nervose (che compresse nella patologie della cellulite danno dolore e fastidio). Anche il grasso stoccato negli adipociti è soggetto a turnover e viene metabolizzato e sostituito, la tipologia di AG dei trigliceridi rispecchia la tipologia di alimentazione, ritroviamo come acido oleico e palmitico in rapporto all’alimentazione, ci sono 0,2-4% di fosfolipidi e un 5% di acqua extracellulare. A livello costituito nella pelle abbiamo anche macro e micro elementi, sono costituenti ma anche ingredienti di formulazioni cosmetico e finiscono nei nutricosmetici. Macro elementi abbiamo: - elettroliti: sodio, cloro e potassio (importanti nell’equilibrio dei volumi die fluidi) ma anche magnesio (rientra come attivatore in numerosi sistemi enzimatici e la sua importanza si manifesta nella carenza di magnesio che si manifesta come irritazione e alopecia) Microelementi: = zolfo lo troviamo negli AA solforati (cisterna e metionina) sono AA implementati, dati a chiha problemi di cheratinizzazione (e capelli fragili) - Ferro, è un colatore in alcune reazioni come idrossilazione di propina e lisina. La sua carenza si manifesta in glossite, stomatiti, alopecia = lodio (ormoni tiroidei che permettono la lipolisi = Zinco abbiamo un centinaio di metallo enzimi, la carenza di zinco porta a problemi di cheratinizzazione quindi avremo manifestazione di lichineficazione (inspessimento di strato corneo, che diventa grigio, e secchezza cutanea, e alopecia) = Rame (senza il rame ho difetti nella pigmentazione di cute e capelli) = Selenio ( importante nella lotta ai ROS e stress ossidativo, entra com ecofattore nella glutatione perossidi) - Silicio ( indispensabile per la salute della pelle, ha azione trofica, inibisce la collagenasi mantenendo uno stato di eudermia, importante anche nel processo di idratazione della cute) INCI è la lingua cosmetica Vitamine liposolubili: sono componenti costituitivi della nostra cute. Sono una classe di ingredienti ubiquitaria. Liposolubili: = VIT A(retinolo)—> indispensabile per diversi aspetti: entra nella differenziazione e crescita di tessuti epiteliali, regola: la secrezione di sebo, i processi di cheratinizzazione, lo spessore ed elasticità della pelle (usato con ipercheratosi, atrofia ghiandolare, cute secca e ipercheratinizzazione). La vitamina A esiste in 3 forme: come alcol ovvero retinolo, come aldeide ovvero retinale (implicato nei fenomeni visivi), come acido trans retinico (RA, è la forma attiva). In INCI lo troviamo come: Retynol, Retinyl acetate, Retinyl palmitate ovvero gli esteri, le forme esterificata stabilizzano la vitamina A. La molecola attiva è RA, sia il retinolo che esteri sono precursori retinoidi, in vivo, una volta applicato il prodotto, per via enzimatica sono trasformati in RA per svolgere le attività. La vit A nella forma acida è cosi attiva che la cosmesi non può usarla, la troviamo perciò nell'allegato 2 (sostanze vietate) ma è usato nei preparati dermatologici. RA (tretinoina) —> l’acido retinoico è l’unico prodotto indicato per diminuire rughe, k iperpigmentazione e ruvidità (miglioramenti dopo 4-6 mesi, ma dopo 6 mesi non si hanno ulteriori benefici ma si mantengono se si continua l’uso). RA agisce anche sulla differenziazione del sebocità andando ad inibire (concentrazione bassa 0,01%) la differenziazione del sebocita portando ad una diminuzione di secrezioni sebacee nelle cuti iper- seborroiche; è un antirughe nelle cuti fotoinvhecchiate, previene la formazione di cicatrici ipertrofiche, si usa nelle ipercheratosi (forfora), va ad aumentare il turn over cellulare migliorando la produzione di collagene. Essendo molto attiva ce il risvolto negativo, causa foto- sensibilità, secchezza cutanea, prurito e desquamazione. Non può essere usato in gravidanza essendo un teratogeno (malformazioni a livello fetale). La tretinoina è in grado di agire sulla pelle in maniera incisiva perché va ad interagire con dei recettori nucleari detti RA receptors e 17 hanno struttura tubolare più semplice si collegano al 3° superiore del follicolo pilifero, sfogliando verso la superficie vicino alla ghiandola sebacea, e l’apocrifa però più in alto, sono più grandi dell’ecrine; sono collocate in certi distretti corporei quindi non sono ubiquitari, nelle donne sono di maggiore % ma di minore diametro invece negli uomini sono più grandi, il loro ruolo è quello filogenetico ovvero formazione dell’odore caratteristico dell’individuo (negli animali il sudore apocrine, rappresenta anche un punto importante nella sfera sessuale per la presenza di ferormoni), il sudore apocrifo ha un ph più basico, è un sudore lattiginoso perché ha alte dosi di componenti solubilzzati come colesterolo ei suoi esteri, proteine, zuccheri, 'APOCRÌNE ECCRÌNE ioni ferro e ammonio, è un sudore ricco di nutrienti di cui i microrganismi possono cibarsi (apra ee vo sucoriaro dando adito alla formazione del cattivo odore, hAscelle, =Ubiquitarie (palmi, queste secrezioni apocrine sono sotto stretto prramamnaai Piante, tonta; È . ‘addome centrale, avambracci) controllo ormonale sopratutto quelli sessuali, ‘ano-genitali, orecchio| È i i i lest, naso =Sudore pH4-6.5 non è una secrezione continua ma pulsoria e Pera one fica non è regolata dalla temperatura; Clorati, Urea, ac. - i ii iÙ Di *Sudore Urico, NH3, eccrine —> sono ghiandole più piccole, pH», lattiginoso ac. Lattico, ac sfociano direttamente sulla superficie cutanea H:0, Colesterolo, Piruvico, ac. gr i î i i i proteine, glucidi, catena corta, tramite il poro, sono ubiquitarie (ra 2e5 Fe, NH nicotina] milioni) sono più concentrate nelle mani, piedi, ferormoni CI, Fe, I, Br, Mg), È IRPI È Vit idro (B-C) fronte, avam bracci. Il sudore è più acido, ph tra | sà 4 e 6,5, principalmente composto da acqua Non regolata da t" 99% nella quale sono solubilizzati elettroliti e sostanze organiche; più la sudorazione aumenta, più aumenta la molarita di NaCI, inoltre vi è la presenza di acido lattico è presente come lattato (funziona in modo opposto ad NaCl, perciò più il sudore aumenta più diminuisce l’acido lattico), è uno scarto dal lavoro muscolare ma è anche indispensabile per la superficie cutanea (aiuta a mantener il ph); abbiamo sostanze azotata eomc urea e acido urico; AA, proteine, AG a catena corta, l’ammoniaca viene prodotta dal metabolismo batterico quindi aumenta nonostante sia già nel sudore, con il sudore vengono eliminate molte sostanze come farmacia, agli ecc; il volume prodotto di sudore varie da individuo ad individuo, a seconda della temperatura si passa dai 2 ai 20 ml al minuito ma quando la temperatura sale allora saranno da 4 a 6 L all’ora di sudore. Queste due tipologie di ghiandole sono regolate in maniera differente: Apocrine —> sono sotto stretto controllo ormonale, rimangono inattive fino al momento della pubertà poi ho la tempesta ormonale, le ghiandole apocrine iniziano a lavorare costantemente. Queste ghiandole sono maggiori nelle donne e sono influenzate da diversi fattori: ghiandole molto attive nel momento prima la mestruazione, il loro secreto è ridotto durante la gravidanza dove abbiamo estrogeni circolanti oppure durante la menopausa, e nell’infanzia. Negli uomini, le ghiandole sono più grandi e anche più attive negli uomini per una maggiore flora batterica cutanea e perciò viene anche degradato con più facilità, per questo motivo abbiamo formazione di odore sgradevoli in tempi più veloci. La secrezione apocrifa è coinvolta in un fenomeno detto Bromidrosi: è una condizioni caratterizzata da una sudorazioni abbondante e cattivo odore, ciò che cambia è che aumenta la decomposizione del secreto apocrino quindi la flora cutanea opera una maggiore decomposizione del secreto generando un odore sgradevole. Il disturbo è legato alle ghiandole apocrine può essere caratteristico solo di aleune zone del corpo in genere piedi, mani e la bromidrosi interessa individui in fase post puberale, non è associata a iperidrosi, esiste anche bromidrosi eccrina, in questo caso le secrezioni eccrine quasi sempre inodore assumono odore invasivo data dalla degradazione della cheratina cutanea data da un sudore eccessivo. Eccrine —> sudorazione riflessa se la temperatura sale oltre i 30°C, sotto alla temperatura critica si osservano al microscopio, piccole gocce che vanno sulla superficie cutanea ma che evaporano subito ma solo per alcune ghiandole sudoripare. Questo tipo di sudorazione è detta TEWL (trans epidermal water loss), man mano che aumenta la temperatura o lo sforzo fisico, il numero di ghiandole attiva aumenta e anche la quantità di sudore prodotta. In funzione della innervazione abbiamo oltre al controllo ormonale, abbiamo anche il controllo nervoso, l’innervazione che avvolge le ghiandole è di diverso tipo. 20 Per quanto riguarda il controllo nervoso possiamo distinguere: = reazione termica—> coinvolge in modo ubiquitario le ghiandole, man mano che aumenta la temperatura sono chiamate in causa un numero maggiore di ghiandole e quindi aumenta anche la produzione di sudore. | palmi di mani e piedi rispondono più tardi e peggio. Si associa a vasodilatazione questo tipo di sudorazione, per facilitare la termoregolazione. Il sudore da solo non è capace a raffreddare il corpo ma affinché si abbia termodispersione è necessario che le goccioline evaporino. In condizioni di umidità l’evaporazione viene ostacolata. - Reazione emotiva —> determinata da stimoli sensoriali, mentali, la risposta è soggettiva, generalmente collocata in alcuni distretti come ascelle, palmo delle mani. A questa sudorazione si associa a vasocostrizione dei vasi sudoripari/ pless o capillare superficiale(sudare freddo) = Reazione gustativa —> associata all’uso di alcuni farmaci ma anche con l’alimentazione come aceto che è in grado di innescare sudorazione a livello del volto come affetti e fronte. Ghiandole sebacee Sono ghiandole tubulo acinose ramificate dove ho alveoli che producono il secreto che sale tramite dotto escretore, si sviluppano a livello del derma medio, si ritrovano associate al follicolo pilifero costituendo unità pilo-sebacea. A livello del fallico hi anche la ghiandola sudoripara. Esistono anche ghiandole sebacee libere, poche e localizzate in labbra, genitali, condotto uditivo e palpebre. Sono presenti circa 2/5 milioni di ghiandole sebacee con una densità massima 400/900 cm quadrato a livello delle zone sebborroiche zona T del viso: fronte, naso e mento, ma anche cuoio capelluto e torace ma non sono su palmi di mani e piante del piede (zone che si seccano più facilmente). Attività: le ghiandole sebacee sono attive nella vita intra uterine, la secrezione forma una sorta di camicia o vernice caseosa lipidica che impedisce la macerazione della pelle del feto all’interno della placenta. Dopo il parto la produzione di sebo decresce rapidamente e rimane latente fino alla pubertà (nei bimbi non sono attivi, cute del bambino poco lipidica), con la pubertà sotto spinta ormonale le ghiandole tornano ad essere attiva con attività massimo attorno ai 15 anni per poi decrescere nella vecchiaia sopratutto per le donne, cute diventa secca. I livelli disecrezione sono maggiori nell'uomo rispetto che la donna, ci sono anche differenze nella attività per quanto riguarda le diverse razze: gli orientali hanno ghiandole più piccole e cute che si secca più velocemente contrario i neri. La produzione del sebo unitamente al sudore, aumenta con l'aumento della T, quando la T esterna o corporea aumenta, all’intento dell’unità pilo sebacee si forma una emulsione tra sebo e sudore caratterizzata dall’emulsione con maggiore fluidità, perciò se sale la temperatura sarà più fluido e fuoriuscire in superficie dando aspetto oleoso alla pelle. La secrezione di sebo è influenzata anche da fattori genetici, la pelle grassa fattore diffuso geneticamente. Ulteriore fattore (impo!) E il fattore ormonale, lo stimolo più impor è rappresentato dagli ormoni androgeni ovvero testosterone e andro-stenidione, questi due ormoni circolanti arrivano a livello locale nella ghiandola sebacea dove è presente un enzima detto 5-alfa reduttasi, un enzima chiave per la cosmesi perché trasforma gli androgeni circolanti in di-idrotestosterone metabolita attiva, rappresenta uno stimolo più forte dei loro precursori di 5/6 volte per la secrezione di sebo. Un’altro aspetto è la feed back theory, ovvero che la quantità di sebo presente sulla pelle è predeterminata per ciascuno di noi come tasso fisiologico, la produzione cala o si alza a seconda degli stimoli che intervengono: detenzione va a rimuovere il film lipidico in superficie e rappresenta uno stimolo per la produzione di nuovo materiali lipidico, perché la cute percepisce l'assenza del normale tenore lipidico in superficie e va con un meccanismo a feedback a stimolarne di nuovo; la detersione troppo aggressiva su cuti lipidiche scatena effetto rebound la cute produce molto sebo, perché privata dal normale caso fisiologico. Composizione sebo: - Trigliceridi—-> 50% —> quindi è un olio, questo è consolidata e addensato da una presenza di cere - Cere —> 20% - Squalene —> 10% —> questa è una molecola usata come ingrediente cosmetico, è idrocarburo tripertenoide 80C con ben 6 doppi legami che lo rendono molto sensibile all’ox, l'ex dei lipidi coinvolge come punto di attacco principale l’insaturazione. E una molecola altamente ossidabile, in vivo ciò significa che la presenza di squalene va a garantire che essendo superficiale la ox della molecola va a tutelare gli altri componenti lipidi della mia cute come le membrana cellulari, si ox velocemente impedendo l’ox di altre componenti. In tutti i distretti 21 corporei, lo squalene è precursore di steroidi. È accumulato solo nel sebo. Essendo un lipide riveste anche ruolo di emolliente, da morbidezza alla pelle - Esteri degli steroli e colesterolo —> 5% - Acidi grassi liberi —> 5% - Altri componenti tra cui paraffina —> 10% (idrocarburi) Ruolo del sebo importante, viene visto anche on modo negativo nelle cuti sebacee, ma in se ha altri ruoli: - Protegge - Impermeabilizza a diversi tipi di sostanze sopratutto idrofile e all'acqua stessa. - Lubrifica perciò impedisce che si screpoli = Termoregolazione impedendo la dispersione termica - Emulsionandosi al sudore ha un ph acido garantendo una protezione verso i microrganismi - Sul capello il sebo serve per donare lucentezza e morbidezza | lipidi che troviamo sulla pelle sono quindi Tab, 1-5 Caratterizzazione dei lipidi della pelle negli adulti di due tipi: - ce i le Lipidi - lipidi superficiale SEI] Sr - Lipidi di origine epidermica dati dalla ra maturazione dei cheratinociti in [Squalene i. no nz 0 ra i liniali : Esteri dello sterolo ... <1 2.5 corneociti, sono quei lipidi che abbiamo Steroli, non esterificati o 15 visto essere contenuti nei corpi di Odland TR = - = Sebo son i lipidi di origine sebacea —— De e 2 È Se guardiamo le %: lo squalene nel sebo è ialiedre fosfolipidi o ° on identificati 5 4 12% e più o meno resta nella stessa % nei lipidi sup; steroli in particolare colesterolo cè nel molto poco nel sebo e un 20% nell’epidermide, colesterolo è derivante dal processo di cheratinizzazione delle cellule epidermiche; esteri cerosi che sono rappresentati solo nel sebo; trigliceridi circa 60%, derivano solo dal sebo, la % cala da 60 a 25 nei lipidi superficiali perché i batteri presenti sulla pelle (microrganismi simbionti) si cibano di questi trigliceridi con enzimi lipolitici degnandoli liberando AG liberi che vanno poi ulteriormente rotti diventando a basso PM, questi AG liberi hanno un ruolo impo: auto-limitazione nella ulteriore produzione di AG, arrivati ad una certa % di ASG si ferma la crescita di microrganismi e il metabolismo, perché gli AG sono ostacolo/inibiscono la crescita di microrganismi ( AG inseriti nei deodoranti), ostacolano anche la presenza di patogeni; ceramidi di origine epidermica, derivano dalla maturazione dei corneociti che in superfici vengono degradati dalla ceramidasi. La lipolisi di questi trigliceridi con liberazione di AG rappresenta il cardine della patogenesi dell’ACNE —> Patologia infiammatoria a carattere cronico dell’unità pilo-sebacea. Sono 3 i colatori necessari per l'instaurarsi di acne. A monte vi è un aumentata secrezione da parte delle ghiandole sebacee (jperseborrea) in genere innescata da un forte stimolo ormonale, in concomitanza vi è cheratinizzazione nello sbocco follicolare (infundibulo), infine deve esserci un’anomalia della flora batterica, uno dei maggiori microrganismi responsabili è il Propionibacterium acnes è un organismo che possiede il corredo enzimatico adatto al danno, ha lipasi che si cibano dei trigliceridi producendo AG a catena corta irritanti nel caso non escano dal foro pilifero creando un tappo di cheratina irritando la cute, in più ha enzimi proteoliti i quali sono in grado di ledere le pareti del fallico così che gli AG si diffondano nel derma dando una infiammazione più impo. Questa infiammazione può acquistare carattere di pus, quindi infiammazione detta flogosi formazione di pus. La iperseborrea è l'anticamera dell’acne ma non è l’unico fattore necessario, è necessario che vi siano tutti e 3 questi componenti. L’acne può comparire a qualsiasi età ma preferisce l’età adolescenziali per i bruschi cambiamenti degli ormoni sessuali. Si può manifestare nell’età adulta una associazione di assunzione di determinati farmaci come cortisone, o alterazioni ormonali (cisti ovariche, gravidanza, menopausa). L'uso di cosmetici scadenti, o non adatti al proprio tipo di pelle può comportare alla formazione di comedoni da contatto —> sono un aspetto diverso rispetto all’acne e possono riguardare anche l’uso di cosmetici che contengono idrocarburi piuttosto che altri ingredienti detti comedogeni come l’anulina stessa, vaselina o derivati del petrolio, la formazione di comedoni è favorita dall'esposizione al sole che tende a far aumentare lo spessore dello strato corneo bloccano gli sbocchi follicolari determinando cosi comedoni da contatto. 22 eliche superavvolte tra di loro rinforzate da ponti di solfuro tra catene che corrono parallelamente. Le catene sono rese stabili da ponti di solfuro ma anche da ponti deboli (legami salini e ponti H), queste diverse differenze di legami consentono le pieghe che si ottengono dal parrucchiere (messa in piega fa si che le eliche si svolgano in strutture a foglietto) con il gioco acqua e vapore. Ci sono serie di pratiche che rompono i ponti di solfuro ovvero la permanente e contro- permanente a differenza della messa in piega che altera solo i legami a H ed elettrostatici, questa agisce sui legami covalenti di solfuro (struttura chimica) prevede ch sin un primo step si rompano i pronti di solfuro che caratterizza la struttura del capello (riccio o liscio) permettendo la formazione di legami in altri punti ottenendo il risultato, per fare ciò si usano sostanze molto aggressive possono dare dermatiti, problemi a causa di inalazione. 1) Nel 1° step siusano sostanze alcaline con ph fino a 9,5 (liquido ondulante, sostanze con ammoniaca) che apre le squame della cuticola permeabilizzando il fusto, dando cosi la possibilità di agire negli strati sottostanti della cuticola, contemporaneamente si applicano composti riducenti che scindono i ponti di solfuro (es: tiogliconato di ammonio, o acido * Permanente a freddo + REDOX tioglicolico). | prodotti ad uso domestico si riducono al 1/3 si O VSS rispetto ai prodotti professionali, al posto di tiogliconato si usa =. in presenza di ammonia: bisolfito di sodio andando a ph di 8. In presenza di ph alcalino e (= Sanmoo © “II riduzione si libera H nascente che permette di ottenere gruppi tiolici dai ponti di solfuro. Si avvolge il capello attorno a bigodini 2) OX a pH acido: liquico di fissaggio: H:0», a se si vuole ottenere la struttura arricciata i no i rina 2) Si ricrea la struttura per il capello, si effettua una ox a ph acido, tre il ph acido chiude le cuticole del capello, molti prodotti che sono in commercio destinati alla cure del capello hanno ph acido perché aiuta a pettinare le cuticole chiudendole. Si usa NB: PASTE DEPILATORIE: riduzione a pH alcalno una sostanza ox ovvero il perossido di idrogeno (H202) a bassi volumi che libera ossigeno nascente, liberando cosi acqua ottenendo l’ossidazione dei gruppi tiolici a ponti di solfuro. | principi chimici sono gli stessi sia nella stiratura che nella permanente. Sono le stesse sostanze che uso nelle paste depilatorie, applicando lo step del punto uno ottenendo una denaturazione/rottura della cheratina. Crescita del capello I cicli di crescita del capello nell'uomo la maggior 2 re " ) iN NUOVO AnacEN parte dei peli ha una lunghezza peculiare all’area del eroi ; (Ep corpo e dell’età, i peli non crescono sempre ma [ f hanno periodi di riposo, tipicamente riconosciamo 3 5YIA Sa fasi sul ciclo di vita: Efeso e, A 1) fase di crescita (fase anagenica): durata e Va he 4 Le geneticamente determinata (2/3 anni nell'uomo e di) fl nnt cl // n 4/6 nella donna) con una crescita fino a 0,3 a 0,4 mm al giorno 2) Fase di involuzione (fase catagenica): inizia una regressione del capello (variazioni morfologiche), si arresta la produzione di melanina e si formano dei vacuoli autofagi che mangiano le fibre che ancorano il capello al suo follicolo, demolendo le fibre collage e il bulbo assume un aspetto a clava. È una fase che dura poco dai 7 ai 21 giorni. | capelli sono rimossi meccanicamente. 3) Fasediriposo (fase telogenica): il follicolo è in uno stato inattivo quasi embrionale, dura 2/4 mesi ma con l’età tende ad aumentare. Tutto questo ciclo avviene in maniera asincrona, ma 80/90% si trova in fase 1 e un 20% nelle altre due fasi. La crescita del capello è influenzata da numerosi fattori di cui dobbiamo tenere conto: - cicli stagionali—> in primavera/autunno si ha la caduta di più capelli essendo che i follicoli entrano in riposo - Cicli circadiani—> rinnovamento cellulare dei capelli e crescita avviene di notte - Controllo ormonale sistemico —> ormoni tiroidei, prolattina e androgeni controllano il ciclo del capello. Alopecia androgenetica c’è un aumento locale della conversione del testosterone in di- idrotestosterone tramite la 5-alfa reduttasi, è lo stesso corredo enzimato per le ghiandole 25 sebacee, spesso vi è associazione tra alopecia androgenetica e iper-seborrea, in particolare il di-idrotestosterone va a diminuire i livelli di AMPciclico presenti a livelli del follicolo pilifero determinando una diminuzione a cascata di processi metabolici, determinando l’arresto della crescita del capello a livello locale. Non è il livello di androgeni circolanti ma la ricezione locale. Nella donna l’androstenedione può causare anche acne che irsutismo (crescita di peli in parti insolite, e virilizzazione della donna. Gli estrogeni al contrario diminuiscono la perdita di capelli e l’attività sebacea. Ance l’ipotiroidismo è accompagnato da ipertricosi, la tiroxina è l'ormone coinvolto. Gli androgeni possono stimolare l'accrescimento di peli sessuali. - Più corredo enzimatico del singolo follicolo - Controllo locale —> fattori di crescita EGF o sulla papilla dermica - Fattori nutrizionali —> amminoacidi solforati integrati in caso di problemi dei capelli e anche B5 e B8 Nell’integrazione alimentare per favorire la crescita dei capelli vi sono gli oligoelementi come: - ferro —> 4-12 mg/g che favorisce la cheratinizzazione - Mg —> 30-45 mg/g, in carenza di magnesio si manifesta alopecia - zinco—> 150-180 mg/g influenza l’attività delle cellule di matrice - Rame —> 16-50 mg/g influenza la formazione di melanina ma anche la formazione di ponti di solfuro - Selenio —> impiegato nella lotta all’ossidazione Ma anche vitamine: A, E, B5, B6 ma anche la PP, e la B8 Problematiche del cuoio capelluto Le alterazioni a cui il coro capelluto sono diverse: forfora, seborrea, alopecia costituiscono un gruppo diffuso di problematiche. Possono anche essere presenti contemporaneamente ma non sono necessariamente in rapporto tra loro. 1) CALVIZIE —>riscontrato sui maschi, quando la caduta dei capelli da fisiologica (30 capelli al giorno) passa a 100 capelli al giorno siamo in una situazione detta calvizie o alopecia. Grossi stress emotivi acuti o cronici possono causare una caduta momentanea o repentina e di parla di telogen o fluvium (cadute repentine e improvvise di un numero cospicuo di capelli). Le cause di calvizia sono molte. L’alopecia la possiamo dividere in due tipologie: telogenica (cadute circoscritte o generalizzate, a seguito di un forte stress fisico o psicologico, può interessare entrambi i sessi, ed è reversibile, causata da infezioni microbiche, valori sballati nutrizionali) e androgenica ( interessa principalmente un fattore ormonale, ne sono più compiti gli uomini). Calvizia androgenetica (sinonimi: comune, ereditaria, precoce, seborroica perché in genere si associa ad un eccesso di sebo e forfora) è detta comune perché ne sono soggetti molti individui over 60, è una tipologia che inizi precocemente anche a 20 anni, parte da una perdita di capelli all’apice della testa, sono riconosciute diverse fasi nell'uomo e un numero minore nella donna, parte dall’apice fino a sopra alla zona delle orecchie (i calvi vivono meno). Il termine perdere i capelli non è del tutto corretto perché i follicoli piliferi, pur seguendo un processo di involuzione, presentano all’intento un capello che progressivamente diventa sempre più sottile e meno pigmentato tanto da essere simile al vello del neonato (sottili, morbidi e depigmentati, cambia la quantità ), perciò è una involuzione sistematica dei follicoli che tornano allo stato embrionale e i capelli tornano allo stato miniaturizzato. Ad ogni ciclo di crescita la dimensione del follicolo nanogenico è sempre più piccola fino ad arrivare ad una dimensione simile a quella del vello del neonato. In seguito i follicoli presentano anche dei periodi di riposo più lunghi, varia il rapporto di anagen e telogen. L’alopecia androgenica è un’alopecia irreversibile. Sull’eziologia dell’alopecia ci sono molto ipotesi, ma non si è individuata esattamente una causa: nei follicoli dei soggetti sotto posti alla problematica, si acculano delle sostanze iniziatrici al ciclo vitale del capello, queste sostanze aumentano i cicli vitali del capello, quindi questa sostanza può esser prodotta durante l’anagen implicando un rapido passaggio da fase anatema telogen cosi che il capello non vada a maturazione rendendo il capello sempre più fragile; Second d’ipotesi si presuppone che alla base vi sia un processo infiammatoria ai bulbi, si formano degli autoanticorpi (autoimmune) che bloccano l’attività della matrice e quindi arrestano la crescita del capello, la produzione dei anticorpi è su base genetica. E stato osservato in passato che la trasformazione dei follicoli a livello delle calvizie non si presente nei eunuchi (uomini castrati prima della libertà) ciò significa che la componente ormonale e la conversione di testosterone a di-idrotestosterone incide, non varia tanto dai livelli dall’ormone circolante ma cambia la diversa metabolizzazione a livello locale. 26 2) La calvizie è una condizione detta parafisiologica e può essere curata ma non guarita, qualsiasi cura o trattamento deve essere continuato nel tempo per essere efficace. Terapia farmacologica: impedire agli ormoni androgeni di esercitare effetto sul follicolo pilifero e al contempo stimolarlo a produrre capelli più grossi e più lunghi—>1) inibire l'enzima della trasformazione del testosterone, usiamo la finasteride (molecola alzo-tiroidea che inibisce la 5 alfa reduttasi, è un farmaco usato nel trattamento di alopecia) è diffusa tanto che è detta pillola della calvizie 1mg al giorno ad uso orale, comporta la riduzione della Libia, un aumento di incidenza del tumore al seno dell’uomo, causa infertilità; un’alternativa a questo farmaco sono i fitosteroli in ambito cosmetico; 2) inibire il legame con il recettore del di- idrotestosterone usando degli anti-androgeni recettoriali topici (farmaci come spironolattone, viene usato per via orale sopratutto nella donna, progesterone, ciproterone acetato si utilizza anche per tumori alla prostata) tra gli effetti collaterali quali: ginecomastia (crescita seno), galattorrea (produzione di latte), problemi minori come ittero, epatite, acne, osteoporosi. Gli antiandrogeni recettoriali sono usati nella donna per iper-tricosi per attività ormonale in questo caso è opportuno unire una terapia anticoncezionale per possibili anomali nel feto maschio; 83) minoxidil —> farmaco usato per ipertensione perché potente vasodilatatore, come effetto collaterale nei soggetti maschi si assisteva a una crescita notevole di peli e capelli, quindi ne è stato fatto un uso topico e orale contro alopecia androgenetica, si usa una soluzione alcolica dal 2 al 5% usata con costanza 2 volte al giorno, trattamento solo per maschi e precoce efficace <40 anni, esso allunga e attiva la fase anagen per 2 tipologie di azioni: tiene più lunga la fase anagen migliorando la circolazione locale. Vi sono degli studi che evidenziano un azione immunosopressiva sui linfociti T. Si può preparare anche come galenico in farmacia per costi minori e maggior stabilità. E un farmaco quindi lo troviamo nell’allegato 2 al regolamento 1223, presenta effetti collaterali come ipotensione ma anche acne e desquamazioni. Aminexil —> è cosmetico con stessa attività di minoxidil, brevettata da l’oreal, esso allunga la fase anagen combattuto la irrigidifazione del collagene (irrigidimento o meglio fibrosi del collagene è ciò che succede a livello del follicolo pilifero cioè la rigidità delle guaina connettivale si manifesta con l'invecchiamento del capello e nella calvizie, la fibrosi del collagene causa una difficoltà nel follicolo pilifero ad andare in profondità, follicoli miniaturizzati sono sempre più superficiali. Ci sono dei fattori di crescita ovvero VEGF e il ILGF (insulina Gray low Factor) promuove la differenziazione e la proliferazione cellulare e si traduce in un rientro nella fase anagen; si possono usare anche tripeptidi per l'aumento nella permanenze in anagen am anche il rame, e fattori naturali come auxine tricogene (farfara + achillea + china) migliorano il ciclo follicolare. 4) agire contro i radicali liberi —> combattono lo stato infiammatorio, quindi sono anti-infimmatorio migliorando la progressione dell’alopecia. Posso agire contro i rad liberi che generano una situazione problematica alle fibre collagene. 5) uso di oligoelementi e vitamine; 6) generici coadiuvanti nella salute del capello—> sostanze che richiamano sangue alla papilla (benzil-nicotinato aumenta la circolazione a livello della papilla, si usa anche nei prodotti anti-cellulite, ma anche cinturi di capsico di canfora un pò troppo forte però), uso di sostanze anti-seborroiche (vit B6 e zolfo), cheratolitici (acido salicilico), o antibatterici (tensioattivo benzalconio cloruro), antinfiammatorio (acido glicerretico, mentolo). FORFORA —> ha un nome anche la malattia ovvero “Ptiriasis simplex capitis”, è una patologia che colpisce il 3% della popolazione. Predomina nei maschi, con un picco di età tra 20 e 409 anni. È una manifestazione che può essere estemporanea ma può persistere per anni. Ci sono fenomeni stagionali per la sua manifestazione come l’inverno dove ho un massimo di casi piuttosto che in estate dove la situazione meteorologica è più favorevole. Accompagnata da prurirò e raramente da eritema. La forza è divisa in: fisiologica (generata da problemi interni dell'organismo) e occasionale ( dovuta a una permanenza di microrganismi, abituati e trattamenti errati su cuoio capelluto, lacche che occludono i follicoli piliferi sopratutto quelle che contengono PVP, o lacche vecchie, oppure un abuso di colorazione per capelli; dovuta anche a fenomeni ambientali come sole e vento o un uso eccessivo del phone). Nella forfora ciò che succede è che il turnover cellulare di cellule epiteliali è eccessivo, le cellule sono spinte ancora immature negli strati sovrastanti, formando ammassi cellulari+squame cheratiniche che decumano continuamente e in larga scala dallo strato corneo, una cute di questo tipo l’effetto giunzione tra i corneociti non funziona molto bene e queste cuti sono estremamente sensibili e permeabili, sono anche cuti che si disidratavano facilmente. Riconosciamo 2 tipologie di forfora: Ptiriasi Sicca (forfora secca o semplice, caratterizzata da prurito, eritema e una iper-proliferazione di cellule di epidermide che hanno meno adesione tra di loro, sono squame più piccole e secche, le situazioni climatiche, sostanze sgrassanti rendono questi capelli molto secchi e sono capelli che tendono a 27 UNGHIE Le unghie sono produzione altamente cornificate (cheratina dura), poste sulla faccia dorsale dell’ultima falange di dita di mani e pied. Sono formazioni dell’invaginazione dell'epidermide quale si trova la radice dell'unghia. Sono placche protettive dal punto di vista fisiologico, ci garantiscono maggior sensibilità tattile, maggior presa. La lamina o corpo ungueale è composta da cellule cheratinizzate e impaccate da cheratina dure altamente coese e non decumano, all'estremità prossimale (più vicina a noi) si assottiglia alla radice. La lamina adagiata sul letto ungueale di epidermide stratificata molto spessa. La lamina è prodotta insieme sia da radice che letto ungueale. La lamina aderisce meno al letto ungueale a livello della lunula dove abbiamo la cuticola, una struttura cornea con funzione di impedire che entrino agenti chimici e microrganismi alla radice dell'unghia. L’ipunichio è la Unghie drei = Cheratina Lett uguale (ag Durezza, elasticità e resistenza della lamina ungueale dipendono dal contenuto in cheratine dure, aminoacidi solforati e soprattutto in cys. Acido glutammico e arginina sono sono gli aminoacidi non solforati piu' rappresentati che, insieme agli oligoelementi Fe, Zn, Cu, Ca e alle vitamine B6, A, C, E e Biotina, costituiscono le sostanze piu' importanti per una corretta crescita più veloce per le dita della mano (3 mm al mese) rispato all dita del piede (1-1.5 mm al mese), zona che è al margine distale dell'unghia, è una zona dove la parte del letto ungueale si ricongiunge con l'epidermide del polpastrello, questa zona è visibile solo in chi soffre di onicofagia. La lamina è una struttura coesa e cheratinizzata ma anche estremamente porosa, dove il flusso di acqua è 10 volte maggiore rispetto la pelle, quindi passa l’acqua sia in entrata che in uscita, di questo flusso dobbiamo tenere conto da tenere cosa si applica nella lamina. In questo prodotti troviamo sostanze cancerogene, mutagene per la riproduzione. La durezza non è dovuta alla calcificazione di queste strutture ma è dovuta agli AA solforati. Posso introdurre: cisteina, oligoelementi e vitamine. La crescita dell'unghia è più veloce alle dita dellamano (3mm al mese) rispetto al piede. Malformazioni dell’unghia: - variazioni nella colorazione —> È Alterazioni ! deformazioni) (colorazioni, i Possibili cause facilmente associata a onicomicosi. Per il nero può essere anche un Colore nero o marrone Onicomicosi, ematomi, melanomi (non varia posizione), nei ematoma. Ma anche melanomi a livello del letto ungueale e man mano cresce Colore verde Infezioni batteriche o micotiche lunghi il melanoma non cambia Colore giallo Onicomicosi, psoriasi, onicodistrofie, fumo posizione a differenza dell'ematoma. Distacco letto ungueale Onicomicosi, psoriasi, carenza Fe - Deformazioni —> si associa a onicodistrofie. Si può staccare il letto Inspessimento unghia Onicomicosi e psoriasi ungueale (dovute a micosi o patologie Dolore Traumi, tumori sottoungueali come psoriasi ma anche carenza di nutrienti), un’ispessimento di unghia Sfaldamento Carenze nutrizionali, malattie sistemiche o dermatologiche, anemie anche. cita VR Dead: scibezz,solane 7 cd mante lvcorichia < proteine: striature longitudinali ria: = PMI <In tes (o aner ( letto ungueale pallido sfaldamento 30 FLORA MICROBICA I microrganismi che abitano nella nostra pelle sono simbiosi o saprofiti, loro trovano cibo e spazio dove cresce e noi protezione dall’attecchimento di agenti patogeni. La flora microbica varia a secondo dei distretti corporei. ; Batteri commensali i io simbionti o i isaprofiti Prevalgono a livello della nostra pelle i microrganismi G+ e aerobi, nelle zone più G+, AEROBI, strato lipidiche (naso, guance) desquamante sono anaerobi e sono nei follicoli piliferi. Un effetto interessante che Zone + lipidiche > m.0. ANAEROBI (Propionibacterium la d'emergenza esercita sui acnes) microrganismi, a seguito delle pratiche di pulizia i Dopoil bagno } m.o microrganismi vengono non patogeni rimossi ma nel giro di 2/3 ore i mirerganimi commensali ricompiono di nuovo la pelle ricolonizzazione, messi più in profondità dai follicoli piliferi e zone sottostanti lo strato corneo ritornano sulla superficie. Ci sono zone più soggette alla presenza microbica come naso, ascelle, inguine, pianta del piede e schiena. Alcune di queste sono particolarmente lipidiche, ma sono zone dove i microrganismi proliferano bene: umiltà maggiore (inguine 286), in alcune zone si hanno ph maggiori (ascella > 6), in al cui casi la temperatura corporea, presenza di sebo, anche la scarsa aerazione, presenza di peli (superficie su cui i microrganismi possono espandersi. La nostra cute è altamente colonizzata, su ogni squama cornea che noi perdiamo ci sono 4/5 microcolonie di microrganismi. Tutti questi microrganismi devono essere un minimo contenuti, meccanismi: - secchezza del corneo —> ostacola la crescita microbica (a livello dello strato corneo abbiamo un 8/10% di acqua) - Scarsità di elementai nutritivi —> vi sono pochi nutrienti sulla pelle, è arida - Acidità —> ph tra 4,5 e 5,5 a seconda delle zone (ph neutro della pelle è 5,5), è determinante, il manenimento duna corretta acidità determina la mancata colonizzazione da patogeni. Un ph alterato può dare l'insorgenza di candidosi. Nel diabete mellito invece dell’acido lattico (serve per mantenere il ph, ed cè il maggiore responsabile di acidità cutanea) si produce acetone e predispone a sepsi cutanee - Lipolisi da batteri anaerobici —> attività microbica porta a se la produzione di AG con attività antifungina e antibatterica come l’acido undecilenico (si usa an che in cosmesi per l’igiene intima per candida e dermatofiti) - Desquamazione continua—> da ogni scaglia partono 4/5 colone - Alta concentrazione di sali —> tramite il sudore arrivano una serie di elettroliti in superficie, la superficie cutanea è osmoticamente una superficie difficile. - Antagonismo dei commensali —> la presenza di una microflora già esistente fa da antagonista alla proliferazione. Condizioni in cui non ho un mantenimento della classica flora batterica della cute: - In condizioni di umidità, assenza di aerazione e blocco perspiratos insensibilis —> se aumenta l'umidità della pelle, se la pelle in assenza di aerazione e blocco della PI, Los trato corneo si rigonfia e trattiene già acqua consentendo la proliferazione di batteri e funghi (es pannolini, scarpa da ginnastica) - Cute lesa —> è una situazione dove i sistemi non funzionano, dove i simbionti possono generare infezioni 31 - Uso eccessivo deodoranti-antisettici —> contrastano i microrganismi residenti, determinando una diminuzione di g-, e i g+ attecchiscono Demodex folliculorum —> viso, acne rosacea È un acaro, che si localizza nel viso dell’adulto ed è diffuso nei soggetti che soffrono di rosacea. L’acne rosacea è dermatite infiammatoria del viso, dove i demodex aumentano di concentrazione entrando nei follicoli generando infiammazione. La freccia continua: stimolo Sienna smizioni RI Tratteggiata: inibizione st pagine Troviamo una serie di ormoni che provocano guce purea sapa fog cere determinati effetti sulla cute: i | J Sa LI È - glicocorticoidi vanno a inibire i fibrillasti * Poet 2 st È limitando il turnover re | enne | men - Ormonetireotropo va a stimolare la salute del derma, stimola la rimozione del grasso ma anche i fibroblasti quindi biogenesi di collagene e mucopolisaccaridi - Estrogeni effetto inibitore su ghiandole sebacee e sudoripare, altrettanto i progestinici - Ormoni tiroidei hanno effetto inibitorio sulla salute dei peli - andrognei stimolano la crescita di peli sessuali, ma inibiscono la crescita di capelli - Estrogeni hanno ruolo positivo sia su capelli che sessuali IDRATAZIONE CUTANEA Se si parla di idratazione cutanea intendiamo il contenuto dell’acqua nella cute in 3 dipartimenti: - derma —> è un’acqua legata ai GAG, rappresenta circa tra 70 e 80% del derma ed è poco soggetta ai flussi esterni. - Epidermide vitale —> acqua intracellulare e un’acqua extracellulare. - Strato corneo —> ha due componenti: acqua legata alle proteine come cheratina o ai lividi lamellari (lipidi polari con testa polare che consente un certo legame con acqua). Con i trattamenti topici si può intervenire sull’idratazione dello strato corneo, ma possiamo anche trovare modo di arrivare agli strai più profondi. L’acqua nel corneo porta morbidezza, plasticità e flessibilità al nostro strato correo, l’idratazione è quindi fondamentai affinché non si squami facilmente, non si irrigidisca facilmente con l’inverno, le condizioni esterne agiscono facilmente sullo strato corneo che diverto si screpola anche fino a sanguinamento perché l’acqua diminuisce e i lipidi presenti cristallizzano. L'acqua può diminuire anche fino ad un 8%, può diminuire per cause ambientali, uso di detergenti delipidizzanti che rimuovono i lipidi e la cute non trattiene più acqua di traspirazione, ma anche da patologie (dermatiti, ittiosi e psoriasi). 32 estremamente labile con la detenzione lo eliminiamo, perciò dopo la detergente è importante integrare, in parte il nostro turn over cellulare lo ristabilisce. La bava di lumaca: scoperto anni fa, in chi allevava le lumache immergevano le mani dentro le bacinelle, le Mucopolisaccaridi di lumaca (presenti mani risultavano molto idratate e morbide. Attualmente vi nella “bava 0 secrezione") di cui la è anche fervore sul metodo di estrazione (eticità). AS Pia pio) pe cene ESSI ° È io. contengono in forma naturale © Contiene: muco polisaccaridi simili ai GAG + alfa biodisponibile : ACIDO idrossiacidi (acido lattico, in particolare contiene il più piccolo e attivo acido gliconico) + ALLANTOINA (diureide con attrita simile all’urea, idratante cheratolitico, usato anche per la riparazione di ferite, inserito in dentifrici perché ha azione di protezione sulle gengive, estratto anche dal mondo vegetale di borraginacee) + L proteine (collagene, elastica) + vitamine. n_N Hoisturizing, keratolyi, cel proiforant,wound healing Assorbimento percutaneo La nostra cute costituisce una barriera, ostacolo ingresso e fuoriuscita di sostanze, la penetrazione assorbimento della nostra pelle è regolata da diversi aspetti tra cui anche l’integrità della pelle, spessore, idratazione. | cosmetici nella maggior parte dei casi, si vuole che il ridotto agisca in superficie come ad esempio il solare perché si deve esecutare di contrastare l’effetto dell’UV perciò azione superficiale come anche i deodoranti. Si può volere di arrivare al derma, come la problematica di microcircolo cutaneo a livello dermico. In pochi casi voglio arrivare in strati profondi come l’ipoderma come nel problema della cellulite. Nel caso dei prodotti cosmetici non si desidera mai che il prodotto vada in circolo. Vie di assorbimento e passaggio tramite la pelle: 1) penetrazione tra le cellule o INTERCELLULARE —> è la via che si percorre il cemento interconreocitario matrice prettamente lipidica, ey passano meglio molecole a basso PM che non sono ionizzate e a <> molecole liposolubili. Sa 27 2) Penetrazione attraverso le cellule o TRANS CELLULARE —> passaggio in maniera ripetuta tra matrice lipidica e strati di proteine. a b e Quindi dobbiamo avere sostanze che possano essere un po affini ad entrambe le fasi: sostanze anfifile (affini sia a fase liofila che idrofila) molecole anche piccole perché devono permeare bene. 8) Penetrazione attraverso i follicoli piliferi, ghiandole sudoripare o sebaceee o VIA PILOSEBACEA —> è una via poco rappresentata, perchè i peli ricoprono meno dello 0,1% della superficie corporea. Ma il cuoio capelluto è una via importante perché i follicoli sono più grande. L’apparato pilo-sebaceo è una via rapida di assorbimento per molecole grandi con PM > 300 KDa e per molecole liposolubili (ad esempio gli steroidi). E più rapida ma di modesta entità tranne nel cuoio capelluto. A seconda del tipo di ghiandola (libera o non) dove prevale la componenti sudoripare prevale 01% [Fe n capelutost la componente idrofila, dove invece abbiamo una e 7a PM>300, molecole. ghiandola sebacea passano meglio molecole lipofile. Tar Ea ET CIELI Non sono viste come vie alternative, una molecola può a) iniziare con una determinata via per poi prenderne i) Soipesein nie © un’altra. La scelta della via preferenziale dipende da ni alcuni fattori come: struttura chimica della sostanza, PM quindi le dimensioni, dalla polarità. Il corneo è una struttura pluristratificata e alterna strati lipidici con strati più idrofili, perciò a seconda delle stratificazioni dobbiamo tenere conto delle due vie da prendere se intercellulare o trans cellulare. 35 Sulla dx vediamo la via trans- follicolari ovvero tramite i follicoli, Tabella { - MECCANISMO DELL'ASSORBIMENTO PERCUTANEO abbiamo una ghiandola sudoripare em more | | TRANSEFIDERI OO, [ana SRESTAlE ici dogane: | [ara ale con poro superficiale e pelo con = | [eni cani ghiandola sebacea. Tramite gli Cassani] elettriche annessi cutanei, se abbiamo una [a] Tin — I componente prevalentemente sese aa ; I 7 etieb sebacee, si solubilizzano le “E i ta 7 ite sostanze liposolubile. Se la a i sesto gun | epidemia molecola riesce ad entrare tramite Li Leni | | celle | permeibilità; dita l’unità polo sebacea salta la barriera epidermica, perciò è già nel derma e l'assorbimento è molto veloce. attrazione dei caicni Nella via trans- dermica (sx), la . rune e] | [ ruizion sostanza incontra il film idrolipidico Vea leo 3]d 7]| storte che offre una scarsa resistenza alle sostanze essendo sia lipidico che idrofilo, successivamentela ||| = _|oootoneo eee sostanza incontra la cheratina che lega acqua e sostanze polari alla propria struttura, oltre alla cheratina nello strato corneo ho lipidi che interagiscono con le sostanze liposolubili quindi a livello di questo ho un blocco o anche detto reservoir che rallenta il passaggio delle sostanze, man mano la sostanza passa tramite i vari strati per poi essere assorbita. A livello rpdoofno ho una zona elettro-negtaiva, le sostanze polarizzate passano peggio tramite i vari strati perché quelli intermedi sono impermeabili agli elettroliti, gli anioni vengono repulsi e i cationi sono attratti. Le sostanze indissociate passano meglio. penetrazione zona denta di cletroni Fattori di permeabilità: 1) la nostra cute può essere vista come una membrana con una sua permeabilità e da _ R' Ds A Cv diciamo che Higuchi ha ideato una legge di di À Fick secondo la pelle. Equazione he dice Cv= concentrazione della sostanza funzionale nel veicolo; come una molecola diffonde passivamente R= coefficiente di ripartizione della sostanza; tramite membrana. Sia che la sostanza sia Ds= coefficiente di diffusione della sostanza attraverso l'epidermide lipidica che idrofila, le molecole diffondono A= superficie interessata all'assorbimento attraverso la cura, la diffusione è h= spessore comneo attraversato proporzionale al gradiente di concentrazione. La velocità di assorbimento ovvero il flusso di una sostanza che deve passare da un lato all’altro è direttamente proporzionale ai fattori numeratore, Cv = concentrazione della sostanza funzionale nel veicolo, maggiore è la concertazione della sostanza funzionale nel prodotto maggiore sarà l'assorbimento. Forza che spinge la sostanza da un lato all’altro. La velocità di assorbimento è anche direttamente proporzionale alla superficie di applicazione (A), maggiore è la superficie maggiore è il passaggio. Il coefficiente di ripartizione (Ds) e quello di diffusione, la sostanza deve avere una buona capacità di ripartirsi tra starti liofili e idrofili e una buona capacità di diffondersi tra le varie fasi: in primis corneocita, fasi lipidiche e tramite ogni fase si deve ripartire all’interfaccia poi diffondersi (ripartirsi con le fasi lipidiche, diffondersi tramite le lipidiche poi ripartirsi nelle idrofile e diffondersi nelle idrofile e così via). Non dovrà essere quindi ne eccessivamente lipidica ne idrofila. La solubilità nel veicolo (Ds), se una sostanza è troppo solubile nel determinato veicolo farà fatica ad allontanarsi e verrà meno assorbita dalla pelle es: filtri solari, sono sostanze prevalentemente lipidiche quindi stanno molto bene all’interno di fasi lipofile, quindi si inseriscono bene in prodotti cosmetici di natura prevalentemente lipidica per trattenere l’ingrediente. Se voglio spingere la sostanza a passare la pelle, la solubilità del veicolo deve essere mantenuta minima. A denominatore vi è lo spessore dello strato corneo (h) minore è lo spessore maggiore è la velocità di assorbimento, ci sono zone con strato corneo sottile, sono zone caratterizzate da un maggiore assorbimento (es: oculare), zone ipercheratinizzate assorbono meno lo sostanze. 36 2) Natura della sostanza stessa—> passano meglio sostanza con coefficiente di ripartizione equilibrato con valore intorno a 1. Il grado di ionizzazione, le sostanze ionizzate passano peggio, è meglio usare molecole non ionizzate. Un veicolo acido migliora l'assorbimento di PA con caratteristiche acide (ES: alfa idrossiacidi formulati con ph tra 3,5 e 4,5, il fatto che agiscono dipende dal ph della formulazione, quindi la forma risulta indissociata e peentra meglio tramite la pelle. Il PM, sostanze piccole permeano meglio attraverso la cute. Additivi—> tensioattivi danno la possibilità di accelerare la penetrazione tramite lo strato corneo, perché riescono a rigonfiare le cheratine, le denaturano, emulsionano il sebo e perciò aumentano la permeabilità delle sostanze attive. Componenti che vanno ad idratare lo strato corneo, ne aumentano il volume perciò ho maggiore assorbimento. Absorption enhancer: alcuni solventi come etanolo vanno a migliorare l'assorbimento tramite la pelle, Ci sono molecole che alterano le cheratine migliorando il passaggio di sostanze funzionali (urea, allontoina). 4) Natura del veicolo —> possono essere di 2 tipi: adesivo/ bagnante formulazione a prevalentemente carattere acquoso; oppure di carattere lipidico detto idratante/ occlusivo, va ad aumentare la idratazione dello stato ir) OCELUS Ivo corneo, se io metto uno strato occlusivo, come un olio, impedisce all’acqua di traspirazione di fuoriuscire attraverso il corneo, non potendo uscire rimarrà nello strato corneo iper-idratandolo traducendosi in un aumento di permeabilità. Un lipide è idratante per la cute si fa ORATAZIONE] riferimento al suo effetto occlusivo. 5) Condizione della cute —> lesioni, patologie, macerazione e dilatazione dei pori ed infine variazioni dello spessore vanno a migliorare l'assorbimento della cute stessa, fare uno scrub prima di applicare una crema cosmetica aumenterà l'assorbimento. 6) Temperatura corporea —> un aumento della temperatura corporea si associa ad una vasodilatazione superficiale perciò le sostanze applicate alla pelle si assorbono meglio. In estate tutto ciò che applico alla pelle può tendere a dare problemi di irritazione perché ho maggior permeazzione. Il caldo da anche dilatazione dei prof, l’emulsione di sebo e sudore nei follicoli, con il caldo diventa più fluido, perciò le sostanze che penetrano saranno maggiormente diffusi. 7) Metodo di applicazione —> se sto a massaggiare a lungo le sostanze ottengo una maggiore penetrazione perché: aumento la temperatura a livello superficiale, con il massaggio riesco a far penetrare più in profonda le molecole applicate in superficie 8) Età —> strato corneo più sottile che porta a PE capacità di assorbimento maggiore sia «Se ino gr i rn — a nell’anziano che nel bambino (poche DI 3 secrezioni ghiandolari). | prodotti per queste cuti sono valutate diversamente essendo la permeabilità diversa. Schema: seguendo le frecce. Ho una diminuzione [ dell’assorbimento a sx e un aumento a dx, in mezzo i vari parametri. - atrofia dell'apparato pilo sebaceo : diminuzione di assorbimento = Danno strato corneo: assorbimento aumenta - Umidità aumenta l'assorbimento = Veicoli più lipidici o idrofili porta ad aumento o diminuzione di assorbimento. = Presenza di emulsionanti. CNEINIAMOSSVI TNT DINI DIMINUZIONE DELL'ASSORMIMENTO __ 6) Renzione globale (P) Attività componenti a livello europeo sono: parlamento europeo— > il lavoro si articola in commissioni, la commissione che si occupa di prodotti cosmetici è la SCCS è la. Commission europea che si occupa della sicurezza dei prodotti di consumo, si occupa di tutti i prodotti no food e no drug, fino al 2009 è stata SCCP (commissione scientifica dei prodotti di consumo), ora il nome attuale è SCCS che va ad occuparsi a scrivere le leggi sui prodotti cosmetici. Circolare del ministero della sanità 11.8.1980 n 66 È una circolare abbastanza vecchia, del 1980, numero 66, è una circolare abbastanza obsoleta ma con certo valore quando si instaurano dei contenziosi a livello legale per pubblicità. Contiene 3 allegati che parlano di termini considerati accettabili, o che necessitano di una connotazione in senso cosmetico o quelli ritenuti inaccettabili per i prodotti cosmetici. Elenco esemplificativo dei termini ed espressioni accettabili per prodotti cosmetici abbronzante senza sole Riferi- to a preparati in grado di favorire l'abbronzatura dell'epidermide. Abrasivo Riferito a prodotto atto a ridurre con azione meccanica le asperità dell'epidermide e Abbronzante delle unghie 0 callosità Acidificante o riacidificante di superficie Rifc- rito a prodotto che tende a mantenere o a ripri- stinare l'acidità fisiologica di superficie della pelle. Ammorbidente Riferito a prodotto atto a ren- dere più soffice e pieghevole al tatto l'epidermide Ammorbidente per capelli Riferito a prodotto atto a conferire maggiore sofficità alla capigliatu- ra, facilitando la pettinatura. Antiforfora Riferito a prodotto con appropria- ta azione di allontanamento e riduzione della de- squamazione forforacea. Antilucido Riferito a prodotto atto a modificare l’aspetto dell'epidermide rendendola più opaca. Antirughe (e «contro le zampe d'oca») Riferito a prodotto atto a mantenere in buono stato l’a- spetto estetico (levigatezza) dell'epidermide e a ritardarne o attenuare la rugosi Antisolare o solare Riferito do di consentire gli effetti delle radiazioni ultra- violette, con relativa pigmentazione, attenuando i fenomeni reattivi conseguenti a troppo intense 0 prolungate esposizioni a esse. Astringente Brillantante Riferito a prodotto idoneo a con- ferire all'epidermide, alle unghie e ai capelli, aspetto lucente. Coprente Decolorante Riferito a prodotto per gli annessi piliferi cutanci (peli, capelli, barba), idoneo a de- colorare 0 a rimuovere coloranti precedente- mente applicati. Deforforante Deodorante Riferito a prodotto per l'igiene personale tendente a correggere gli odori corpo- rei. Depilante o epilante Dermoprotettivo Detergente Emolliente ammorbidimento degli annessi cornei cutanci preparato in gra- Riferito a prodotto atto a produrre Riflessante Riferito a prodotto idoneo a confe- rire maggiore luminosità alla superficie dei ca- pelli e delle unghie, nonché un riflesso colorato ai capelli, Rinforzante Riferito a prodotto in grado di conferire maggiore resistenza meccanica ai ca- pelli e alle unghie. Rinfrescante Riferito a prodotto in grado di conferire sensazione di gradevole freschezza del- l'epidermide e delle mucose. Schiarente Riferito a prodotto capace di confe- rire un aspetto più chiaro ai capelli o all'epider- (peli, capelli, barba) dell'epidermide e delle lab- bra aride e desquamenti. Eudermico Termine generico riferito a prodot- to idoneo a provocare una sensazione di benes- sere sull’epidermide. Eutrofico Riferito a prodotto idoneo a favorire lo stato nutritivo dell'epidermide. Evanescente Riferito a prodotti ai quali è attri- buita la caratteristica di evanescenza durante l'uso. Filmogeno Riferito a prodotto che genera un film superficiale dopo l'applicazione. Filtrante UV Riferito a prodotto in grado di as- sorbire le radiazioni eritematogene ultraviolette. Fissante o fissatore Riferito a prodotti stabiliz- zanti della capigliatura in determinato ordine. Idratante o idrorestitutivo Idrorepellente Riferito a prodotto capace di impedire l'idratazione degli strati superficiali della cute e dei suoi ai fl Indurente unghie Riferito a prodotto capace di rendere più dure e resistenti le unghie. Lepismatico inte delle unghie Lucidante Neutralizzante Riferito solo a preparato ido- neo a inibire per via chimica l’attività di altra so- stanza precedentemente applicata. Nutriente cutaneo Riferito a prodotto idoneo a favorire lo stato nutritivo dell'epidermide Opacizzante Ortodermico Riferito a prodotto che tende a mantenere l'epidermide in condizioni di norma- lità fisiologica. Ossigenante dei capelli Riferito a prodotto ido- neo a far reagire l'ossigeno con le sostanze dei capelli, a scopo di trattamento estetico. Perlante o perlescente rito a prodotto per il trucco atto a conferire aspetto perlaceo, iride- scente 0 opalescente. Plissante per capelli Riferito a prodotto atto a mantenere la modificazione della forma della ca- pigliatura. Protettivo cutaneo Riferito soltanto a prodotto idoneo a proteggere l'epidermide e i suoi annessi contro l'eventualità di danni tissutali derivanti da fattori ambientali. igliorare l’aspetto antiestetico delle macchie pigmentarie. Sebosimile Termine tecnico che indica la pre- senza di sostanza avente composizione chimica simile a quelle del sebo. Struccante Tonificante Riferito a prodotto in grado di con- ferire una sensazione di tono, sodezza e freschez- za all'epidermide. Umettante Riferito a prodotto in grado di umi- dificare la superficie cutanea. Umidificante ALLEGATO A —> termini considerati accettabili. Troviamo le terminologie ritenute accettabili nell’ottica della cosmesi. ammorbidente: prodotto destinato a rendere soffice e pieghevole l'epidermide. - sebo-simile: indica la presenza nel prodotto cosmetico di sostanze o lipidi con composizione simili al sebo. -eudermico: benessere epidermide - ortodermico: permette di mantenere l’integrità fisiologica della pelle. - anti rughe: la ruga viene considerata una condizione fisiologica non patologica. Anti rughe o contro zampe di galline, è prodotto attuo a mantenere buono stato l’aspetto dell'epidermide e postillare nel tempo la loro comparsa. Non significa che va a togliere righe già profonde e formate ma ne previene la formazione. “Astringente: azione sulle ghiandole sudorali e sabacee, -Epismatico -Schiarente capillare: migliorare aspetto estetico delle macchie pigmentarie e attribuisce un aspetto più chiaro ai capelli. 40 Elenco esemplificativo di termini ed espressioni che possono dar luogo a equivo- ci e che, pertanto, possono essere usati per prodotti cosmetici solo se accompa- gnati da idonee specificazioni che ne chiariscono l'eccezione in campo cosmetico Allunga-ciglia Soltanto se viene chiarito che l’azione è di tipo meccanico 0 non biologico. Antiarrossamento Soltanto se chiarito con espressioni del tipo “atto a prevenire l’arrossa- mento della pelle provocato da agenti esterni”. Anticellulite Il termine è improprio e comun- que sconsigliabile. Se utilizzato, deve essere ade- guatamente caratterizzato in senso cosmetico. Antiocchiaie Soltanto se risulta chiaramente dal contesto che il termine è riferito a prodotto cosmetico adatto a coprire o attenuare l’aspetto inestetico conseguente alle cosiddette occhiaie. Antismagliature Soltanto se dal contesto risul- ta chiaro che il prodotto non si propone la fina- lità di eliminare le smagliature formatesi nella pelle, ma quella di coprirle o, tutt'al più, di con- tribuire al contrastare la formazione di ulteriori smagliature. Antisudorale Soltanto se riferito chiaramente agli effetti sgradevoli di una sudorazione ecces- siva. Coadiuvante nella prevenzione della caduta dei capelli Soltanto se dal contesto risulta chiaro Che l'espressione è riferita a prodotto che agisce attraverso opportuna azione detergente 0 co- munque igienico-cosmetica, atta a ostacolare al- cune condizioni che favoriscono la caduta di ca- pelli. Contribuisce a prevenire la carie Soltanto se dal contesto risulta chiaro che l’espressione è ri- ferita a prodotto cosmetico che agisce attraverso opportuna zione igienica, atta a ostacolare alcu- ne condizioni che favoriscono l'insorgenza della carie. Depurante Da usarsi esclusivamente nel senso di «purificante». Elasticizzante Soltanto se riferito a prodotto in grado di giovare al mantenimento della normale elasticità della pelle. Equilibrante Soltanto se specificata l’azione del prodotto e non si fa riferimento a funzioni organiche. Lenitivo Soltanto se viene specificato che trat- tasi di prodotto atto ad attenuare sensazioni fa- stidiose, non dovute a cause patologiche, della cute 0 delle mucose. Modellante Soltanto se riferito all’acconciatura dei capelli. Normalizzante Soltanto se chiaramente riferi- to a un'azione tendente a migliorare 0 riportare a norma situazioni non patologiche dell’epider- mide. Previene gli arrossamenti, le irritazioni e le sere- polature della pelle Soltanto se usato con la specificazione «provocati da agenti esterni» e si- mili. Purificante Soltanto se usato nel senso di atto a favorire la rimozione e detersione delle impurità della pelle dei suoi annessi. Rassodante Soltanto se riferito a prodotto ido- neo a conferire sodezza e tonicità all'epidermide. Reintegrante e restitutivo Termini utilizzabili ALLEGATO B —> terminologie che possono dare luogo ad equivoci, perciò usate nei prodotti cosmetici solo se accompagnate da idonee specificazioni ovvero asterischi che rimanda a una migliore specificazione della terminologia. callunga ciglia: l’azione deve essere chiarita a livello di CLAIM è di tipo meccanico e non biologico, allungamento di ciglia per interazione meccanica delle particelle del mascara. Ma il mascara non va ad allungare le ciglia. -Anti-occhiaie: prodotto cosmetico che copre o attenua ma non elimina l’occhiaia. -—Elasticizzante: prodotto in grado di giovare al mantenimento dell’elasticità della cute, quindi la mantiene in salute una cute già sana. - Normalizzante: prodotto che riporta a norma situazioni non patologiche . . a . - Rassodante: riferito solo a un prodotto che può dare un po di tono all’epidermide quindi solo gli strati superficiali c o n c. - Sebo-equilibranti o restituito o sulgrassante: utilizzare per indicare a eliminare o dare untuosità ad epidermide ed annessi cutanei senza interferire sulle funzioni organiche. - Anti-arrossamento: il cosmetico agisce solo su rossori prodotti da eventi climatici ma non per problematiche patologiche. . . . - Anti-cellulite: detto anche coadiuvante nel trattamento della cellulite per quanto riguarda i cosmetici. . . . . o Ì - Anti-smagliatura: situazione in cui cute è danneggiata, il prodotto non si propone di eliminare la smagliatura ma di coprire o contribuire a contrastare la formazione. - Lenitivo: se è una cute che deve essere leniti è una cute irritata, prodotto che va ad attenuare la situazione ma non cura. . . . - Coadiuvante nella prevenzione di caduta di capelli: prodotto che agisce attraverso un opportuna azione detergente attua ad ostacolare un’opportuna caduta di capelli. o - Contribuisce a prevenire la carie: la carie essendo patologia, quindi è un’espressione riferita ad un cosmetico attuo a contrastare la prevenzione della formazione della carie. Un dentifricio cosmetico non è anticarie. 41 Termini ed espressioni ritenati inaccettabili per prodotti cosmetici o perchè privi di significato pertinente al campo cosmetico o perché riferentest a efferti terapew- tici o medicamentosi o tali, comunque, da generare equivoci nel consumatore Adlipo Cimeticn Analiengene » Anualtorgica (Il sermine è itaccettubile cen cv sendo sentinze vcaramente no alirpihe tutti 1 soggenti Aatiarse } Antialteorgion Anticarie | Anticupperena « anticmperme (1 sermite is Atotbefetbti stitul non è cometa. Va so com altra de ) coprente « pci l'inpue priemmentiazione di tipe elet") Aabbermenisoro Aatifungimo 0 sentieri N termite cipuivoca. Via re Lc coppia a quale “pre porno » trattamento comme 2 atto a miglior © atetmane l'anpaeito untacutetao dl e Atatinagadi Ambeburrico ruoo Rinttamte Ricostitutivo ) Riducente del vweno Ricpitelizzamie Rubefacente Rivitalizzante Sovrani - Bioattivatore follicolare mia Boocrerpetire Borstimolinte (almste Ocarizziate senno aprure sopportuno cue. specificato che il prodotti soctolicameni smtrcilato, sum ha ao dasrgsi sai allerme ve us dine rminanto marnero di senggctii) Tore padrino pi i Medien Crm Urtno vitamina Ovugemante dele celle Umipenanee della pelle (È aqui a una perte del cmpo. dal momento d Go può agire sa sull'oguulerazite Repuia è motabelione dell'acqua Mer ira Stimola te papilie pilfore Sviluppante Terapeuti Vasocostrittore Vasomulrice ALLEGATO C —> termini inaccettabili: perché privi di significato riferiti al campo cosmetico o riferiti ad aspetti farmaceutici e medicamentosi. canti-acne: essendo amen patologia infiammatoria. cAnti-carie “ Azione anti-cupparosica: Condizione di cute copparosica, il termine deve essere sostituito con preparato coprente o trattamento cosmetico attuo a modificare l'aspetto estetico che si presente come corposa. - Anti-macchia: termine sostituito con preparato o trattamento cosmetico attuo a migliorare o attenuare l’aspetto della pelle. - Anti-ragadi: ragadi non integrità dello strato corneo cAnti-seborroico: posso dire che maschera temporaneamente l’untuosità della pelle, esempio delle polveri e temporaneamente migliorano l’aspetto. - Rassodante del seno/ riducente del seno: il rassodamento sarà limitato solo negli strati superficiali -Cicatrizzante: vuol dire che la cute è lesa, esiste il termine riepitelizzante, dove il cosmetico agisce da riepitelizzante -Curativo -Decongestionante -Disarrossante -Estrogenico -Terapeutico -Vaso costrittore -Vitaminizzante - Anallergico, imo-allergico e anti-allergico: si va a presupporre che la cute non stia bene e abbia una manifestazione allergica, quello che si trova sono espressioni più blande, prodotto cosmetico destinato a pelli sensibili. Anallergico no perché si presuppone che ci sarà sempre un cliente che possa manifestare manifestazioni allergiche essendo su base prettamente personale. - Anti-settico e disinfettante: queste due tipi di termini sono dell'ambito farmaceutico, in alcuni prodotti cosmetici sono presenti ingredienti in grado di interagire con i microrganismi, sono ingredienti proposti come conservanti del prodotto cosmetico, impedendo che nel prodotto si sviluppino batteri ecc. una volta che gli ingredienti sono sulla pelle agiscono Comunque un po di attività anti-settica, quindi vanno ad avere una azione sui microrganismi sulla cute. A volte sono gli stessi ingredienti che trovo in farmaci, queste sostanze battericidi in farmaco sono 42 o correggere gli odori corporei; [.] d. «fabbricante»: una persona fisica o giuridica che fabbrica un prodotto cosmetico oppure lo fa progettare o fabbricare e lo commercializza apponendovi il suo nome o marchio; e. «distributore»: una persona fisica o giuridica nella catena della fornitura, diversa dal fabbricante o dall’importatore, che mette a disposizione un prodotto cosmetico sul mercato comunitario; NB: il farmacista rientra nella categoria dei distributori f. «utilizzatore finale»: un consumatore o un professionista (estetisti, parrucchieri) che utilizza il prodotto cosmetico; h. «immissione sul mercato»: la prima messa a disposizione di un prodotto cosmetico sul mercato comunitario; i. «importatore»: una persona fisica o giuridica la quale sia stabilita nella Comunità e immetta sul mercato comunitario un prodotto cosmetico originario di un paese terzo; se si prende un cosmetico da un paese terzo (che non appartiene) alla comunità europea ci si prefigura come importatore. [.] 2. Ai fini del paragrafo 1, lettera a), una sostanza o miscela destinata ad essere ingerita, inalata, iniettata o impiantata nel corpo umano non è considerata prodotto cosmetico. CAPO Il SICUREZZA, RESPONSABILITÀ, LIBERA CIRCOLAZIONE Articolo 3 Sicurezza | prodotti cosmetici messi a disposizione sul mercato sono sicuri per la salute umana se utilizzati in condizioni d’uso normali o ragionevolmente prevedibili, tenuto conto in particolare di quanto segue: a. presentazione, compresa la conformità alla direttiva87/357/CEE, (= prodotti con aspetto diverso da quello che sono: es food alike: prodotti che sembrano cibo ma non lo sono ad es una saponetta fatta a caramella: rappresentano un pericolo per i bambini) b. etichettatura, c. istruzioni per l’uso e l'eliminazione, d. qualsiasi altra indicazione o informazione da parte della persona responsabile definita dall’articolo 4. La presenza di avvertenze non dispensa le persone definite agli articoli 2 e 4 dal rispetto degli altri obblighi previsti dal presente regolamento. Articolo 4 Persona responsabile 1. Sono immessi sul mercato soltanto i prodotti cosmetici peri quali una persona fisica o giuridica è stata designata come «persona responsabile» all’interno della Comunità europea. È la figura che deve rispondere del prodotto cosmetico, perciò deve risiedere all’interno della comunità europea. 2. Per ogni prodotto cosmetico immesso sul mercato, la persona responsabile ne garantisce il rispetto degli obblighi pertinenti stabiliti dal presente regolamento. 3. Per i prodotti cosmetici fabbricati all’interno della Comunità e successivamente non esportati e reimportati nella Comunità, il fabbricante stabilito all’interno della Comunità è la persona responsabile. Il fabbricante può designare tramite mandato scritto una persona stabilita all’interno della Comunità (unico requisito richiesto per la PR= persona responsabile) quale persona responsabile, che accetta per iscritto. 4. Se il fabbricante di un prodotto cosmetico fabbricato all’interno della Comunità e successivamente non esportato e reimportato nella Comunità è stabilito all’esterno della Comunità, esso designa tramite mandato scritto una persona stabilita all’interno della Comunità quale persona responsabile, che accetta per iscritto. 5. Per i prodotti cosmetici importati il rispettivo importatore è la persona responsabile del prodotto cosmetico specifico che immette sul mercato. L’importatore può designare tramite mandato 45 scritto una persona stabilita all’interno della Comunità quale persona responsabile, che accetta per iscritto. 6. Il distributore (anche il farmacista) è la persona responsabile quando immette un prodotto cosmetico sul mercato con il suo nome o con il suo marchio o modifica un prodotto già immesso sul mercato in modo tale che possa essere compromessa la conformità con i requisiti applicabili. La traduzione delle informazioni relative a un prodotto cosmetico già immesso sul mercato non è Distributori e ediighi - Ari. 6 Si evidenzia che il ruolo di persona responsabile può anche colncidere con Ùì distributore del prodotto (ossìa con chi fornisce il prodotto sul mercato comunitario per il consumo e l'uso, nel como di un'altività commarciale, a titolo grasulto 0 oneroso), in cui può includersi anche la farmacia. qualora Immietta ùl prodetto sut mercato con il proprio nome marchio 0 modifichi un prodotto già immesso sul marcato in modo tale che parsa essare compenmassa la cenfommità con | ritiene opportuno evidenziare cne nei casi ia cui la farmacia si limiti ad apporre ll proprio marchio su un prodotte cosmetico fabbricato da altri, per evitare di essere considerata “persona responsabile” in base al citato articolo 6 n di essere netioposla, conseguentemente, a tutti gli obblighi che rivana, sarà necessario: loserivere com d ferziata che matermaimente produce i? cosmetico utt apposita contratto dal quale risulti ciiavo che è quest’ultimo ha “persona responsabile ” e che presso quest'ultimo è conservato il Pif * verificare che sulla confezione sia presente 1 nome 0 ta ragione sociale è l'indirizzo del lerzista che assumerà H ruolo dI Tale riguardo si urgnala cha da contati svui con Uno l'Associazione le delle aziende produttrici di cosreetici, è stato confermalo che i principali procuttori di cosmatici “per cento” dalle farmacie si stanno attivando per predaporre tac lo da sottoscriversi con le lanmacie client. n ti ci responsabilità, al fini del presente Rogotumanto. SÌ invitano le farmacie che rientrano ia tale casistica a prendere contatto con le rispettive aziende fornitrici per definire tali aspetti, in tempo utile, prima dell"11 luglio 2013. Al Gi tuori dell'ipotesi sopra considerata, è tuttavia. oncessario sottolineare Che tutle le farmacie ce si limitano a vendere cosmetici, fabbricati da altri, s0n0 considerate distributori, è quindi sono tesute, in disse all'articolo 6, prisma Gi porre la vendita | prodoiti, al rispetto dei seguenti tblighi 1, verificare che sull'etichetta sia presente l'indicazione del fabbricante, dal rumero di letto è ta lista degl ingradiant, 2. verificare che stro rispettati / requisiti linguistici (ossia che l'etichettatura sia redatta in limqua Raliana) 3, verificare che non sin decoro l farmine ci durata minna, taddove applicabile. | cistrutori garantiscone. inclre, rispetto delle condizioni di conservazione dei progetti. 1 cistutori sono poi chiamati a svelare un ructo attive sul tema della sicurezza cei prodotti cosmenei in quanto, in base 0 6, quallorà ilengano che ll prodotto non sia cenfonse del presente regelamento no lo resdono disponibile finché mea viene reso conforme a tali requisiti e, qualora il prodotto presenti aa rischio per ia salute, laformano immediatamente la persona responsabile e le autorità nazionali. considerata modifica di tale prodotto di natura tale da poter compromettere la conformità coni requisiti applicabili del presente regolamento. TERZISTI o produzione conto terzi: ditte che formulano e fabbricano i prodotti cosmetici per un committente. Hanno il know-how in termini di formulistica, macchinari, strutture, contatti, conoscenze legali... La legge dunque specifica chi può essere incaricato come persona responsabile, individuando quattro diverse figure: -il produttore, cioè chi fabbrica o chi si avvale di un terzista a cui demanda in outsourcing l’intera produzione e confezionamento del prodotto, sul quale applica poi il proprio marchio -l'importatore, cioè il soggetto che importa da paesi al di fuori dell'UE -il distributore, cioè la persona fisica o giuridica diversa dal fabbricante e dall’im portatore, solo se immette il prodotto sul mercato apportando modifiche sostanziali, che potrebbero rendere il prodotto non più conforme alle regole di sicurezza “una persona fisica o giuridica esterna, incaricata con mandato scritto dal fabbricante, dall’importatore o dal distributore (SOCIETA’ DI CONSULENZA). Se io farmacista volessi allestire un corner cosmetico, la soluzione più semplice è che il farmacista si affidi a terzisti che vanno a fabbricare prodotti cosmetici per un co-mittente. Se un terzista fa un prodotto cosmetico, bisogna stabilire tramite documento chi è il responsabile. In italia ma anche altrove c’è stato un affluire di società di consulenza, l’importatore, distributore e altri se non si sentono di prendersi l’incarico di responsabile può firmare e incaricare queste società come persone responsabili, quindi sono figure esterne incaricate con mandato come figure responsabili, si occupano anche della sfera legale. 46 Articolo 5 Obblighi delle persone responsabili 1. Le persone responsabili garantiscono il rispetto degli articoli 3, 8, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, dell’articolo 19, paragrafi 1, 2 e 5, nonché degli articoli 20, 21, 23 e 24. «Persona Responsabile» garantisce: - sicurezza (art.3): detenzione e mantenimento dei documenti di sicurezza previsti dal nuovo Regolamento: * Documentazione informativa-PIF (art.11), * Relazione sulla Sicurezza (Allegato 1), * Valutazione di Sicurezza/Safety Assessment (Articolo 10) - realizzazione del prodotto secondo NBP (GMP: ISO 22716:2008) (art.8) - requisiti campionamento e analisi (art. 12) - gestione delle operazioni di notifica della immissione sul mercato alla Commissione UE e della relativa catena di fornitura (art.13) - rispetto restrizioni applicabili alle sostanze (art.14-15-16-17) - rispetto regole sperimentazione animale (art.18) - rispetto regole etichettatura basilari (art.19.1/2/5) - rispetto regole presentazione, pubblicità, sostenibilità dei claims e delle rivendicazioni sul prodotto (art.20) - accesso pubblico alle informazioni (art.21) - gestione e organizzazione della Cosmetovigilanza (art.7-23-24-25) NB: i suoi dati vanno riportati in etichetta 2. Le persone responsabili che ritengono o hanno motivo di credere che un prodotto cosmetico che esse hanno immesso sul mercato non sia conforme al presente regolamento adotta o no immediatamente le misure correttive necessarie per rendere conforme tale prodotto, ritirarlo o richiamarlo, se del caso. Inoltre, qualora il prodotto cosmetico presenti un rischio per la salute umana, le persone responsabili ne informano immediatamente le competenti autorità nazionali degli Stati membri in cui hanno reso disponibile il prodotto e dello Stato membro nel quale la documentazione informativa è immediatamente disponibile, indicando in particolare i dettagli relativi alla mancata conformità e le misure correttive adottate. 3. Le persone responsabili cooperano con tali autorità, su richiesta di queste ultime, per qualsiasi azione intesa ad evitare i rischi presentati dai prodotti cosmetici che esse hanno reso disponibili sul mercato. In particolare, le persone responsabili, a seguito di una richiesta motivata di un'autorità nazionale competente, forniscono a quest'ultima tutte le informazioni e la documentazione prodotto, in una lingua che può essere facilmente compresa da tale autorità. Articolo 6 Obblighi dei distributori 1. Nel contesto delle loro attività, i distributori, quando rendono disponibile sul mercato un prodotto cosmetico, agiscono con la dovuta attenzione in relazione alle prescrizioni applicabili. 2. Prima di rendere un prodotto cosmetico disponibile sul mercato, i distributori (quindi anche il farmacista) verificano che: — l’etichetta contenga le informazioni previste dall’articolo 19, paragrafo 1, lettere a), e)e g)e dall’articolo 19, paragrafi 3e 4; — siano rispettati i requisiti linguistici di cui all’articolo 19, paragrafo 5; — non sia decorso il termine di durata minima specificato, ove applicabile, all’art. 19, paragrafo 1. (= verifica formale del prodotto, vedere se esternamente i prodotti non abbaino errori grossolani, dobbiamo verificare che l'etichetta abbia informazioni obbligatorie per legge, se mancano queste informazioni non può essere messo in vendita) 3. Qualora i distributori ritengano o abbiano motivo di ritenere che: — un prodotto cosmetico non è conforme ai requisiti stabiliti nel presente regolamento, non rendono disponibile il prodotto sul mercato finché non è reso conforme ai requisiti applicabili; — un prodotto cosmetico che hanno reso disponibile sul mercato non è conforme al presente regolamento, verificano che siano adottate le misure correttive necessarie per rendere conforme tale prodotto, ritirarlo o richiamarlo, se del caso. Inoltre, qualora il prodotto cosmetico presenti un rischio per la salute umana, i distributori ne 47 3. Gli studi non clinici sulla sicurezza eseguiti nell’ambito della valutazione della sicurezza di cui al paragrafo 1, realizzati dopo il30 giugno 1988 per valutare la sicurezza di un prodotto cosmetico, rispettano la legislazione comunitaria sui principi di buona prassi di laboratorio, nella versione applicabile al periodo di realizzazione dello studio, o altre norme internazionali riconosciute equivalenti dalla Commissione o dall’ECHA. Articolo 11 (domanda d’esame: cosa contiene il documento PIF? Punto 2) Documentazione informativa sul prodotto (PIF= product information file) 1. Quando un prodotto cosmetico è immesso sul mercato, la persona responsabile tiene una documentazione informativa su di esso. La documentazione informativa sul prodotto è conservata per un periodo di dieci anni dopo la data in cui l’ultimo lotto del prodotto cosmetico è stato immesso sul mercato. 2. La documentazione informativa contiene le seguenti informazioni ed i seguenti dati da aggiornare ove necessario: a) una descrizione (quali quantitativa) del prodotto cosmetico che consenta di collegare chiaramente la documentazione informativa sul prodotto al prodotto cosmetico stesso; b) la relazione sulla sicurezza del prodotto cosmetico di cui all’articolo 10, paragrafo 1; c) una descrizione del metodo di fabbricazione ed una dichiarazione relativa all'osservanza delle buone pratiche di fabbricazione di cui all’articolo 8; d) qualora la natura degli effetti o del prodotto lo giustifichi, le prove degli effetti attribuiti al prodotto cosmetico; e) i dati concernenti le sperimentazioni animali effettuate dal fabbricante, dai suoi agenti o dai suoi fornitori relativamente allo sviluppo o alla valutazione della sicurezza del prodotto cosmetico o dei suoi ingredienti, inclusi gli esperimenti sugli animali effettuati per soddisfare i requisiti legislativi o regolamentari di paesi terzi. Nel PIF anche i dati esistenti sugli effetti indesiderabili per la salute umana provocati dal cosmetico in seguito alla sua utilizzazione 3. La persona responsabile tiene la documentazione informativa sul prodotto ad immediata disposizione delle autorità competenti dello Stato membro in cui tale documentazione viene tenuta, in formato elettronico o di altro tipo presso il proprio indirizzo indicato sull’etichetta. Le informazioni contenute nella documentazione informativa sul prodotto sono disponibili in una lingua facilmente comprensibile per le autorità competenti dello Stato membro. L’indirizzo indicato in etichetta con riguardo al PIF può non essere il luogo fisico dove si trovano i documenti ma può essere il “punto di accesso” alle informazioni che possono essere rese immediatamente accessibili alle autorità, anche su supporto elettronico. Il PIF contiene tutte le informazioni che permettono alla Persona Responsabile di rispondere a molte delle domande delle autorità competenti e di dimostrare che il prodotto ottempera alle norme del Regolamento. PIF Formula quali e quantitativa —> che consente di identificare gli ingredienti e le loro percentuali im piegate nel cosmetico, Per ogni ingredienti: note, lotto di acquisto, costo al kg, % dell’ingrediente nella formula, quantità di grammi, costo; Metodo di fabbricazione, che deve essere conforme alle norme di buona fabbricazione o GMP (Good Manufacturing Practice) —> a che temperatura viene lavorata l’emulsione, con che strumentazione. Specifiche chimico-fisiche e microbiologiche di tutti gli ingredienti usati e del prodotto finito—> ph, aspetto, colore, stato fisico, viscosità, HPLC, UV, UVR; Per ogni materia prima: - SCHEDA TECNICA (denominazione, contenuto, aspetto, caratteristiche organolettiche, limitazioni, consigli di prudenza processo di lavorazione, imballo, conservazione), - CERTIFICATO DI ANALISI (identità, contaminanti, analisi chimico-fisiche, microbiologiche), - SCHEDA DI SICUREZZA (SDS) è la scheda che riporta le etichette di pericolo, frasi di rischio CPSR1,2,3,4 sono tutte le varie parti obbligatorie dell’allegato 1, tutte queste parti devono essere compilate, sono i dati che riguardano la sicurezza. 50 Articolo 13 Notifica 1. Prima di immettere sul mercato il prodotto cosmetico, la persona responsabile trasmette alla Commissione le seguenti informazioni in formato elettronico: a) la categoria del prodotto cosmetico e il nome o i nomi che consentono la sua identificazione specifica; b) il nome e l’indirizzo della persona responsabile presso la quale viene tenuta ad immediata disposizione la documentazione informativa sul prodotto; c) il paese di origine in caso di importazione; d) lo Stato membro in cui deve essere immesso sul mercato il prodotto cosmetico; e) le informazioni che consentano di contattare una persona fisica in caso di necessità; f) la presenza di sostanze sotto forma di nanomateriali e: la loro identificazione compresa la denominazione chimica (IUPAC) e altri descrittori come specificato al punto 2 del preambolo agli allegati da Il a VI del presente regolamento; le condizioni di esposizione ragionevolmente prevedibili; g) ilnome e il numero Chemical Abstracts Service (CAS) o il numero CE di sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (CMR), di categoria 1A 01B, ai sensi dell’allegato VI, parte 3 del regolamento (CE)n. 1272/2008; h) la formulazione quadro (vedi per la definizione del termine Art. 2 Definizioni- lettera s) «formulazione quadro»: una formulazione che elenca la categoria o la funzione di ingredienti e la loro concentrazione massima nel prodotto cosmetico o fornisce le pertinenti informazioni quantitative e qualitative ogniqualvolta un prodotto cosmetico non sia coperto da tale formulazione o lo sia solo parzialmente. La Commissione fornisce indicazioni per predisporre la formulazione quadro e le adegua regolarmente al progresso tecnico-scientifico) che consenta di effettuare un trattamento medico pronto ed adeguato in caso di alterazione della salute. 2. Quando il prodotto cosmetico è immesso sul mercato, la persona responsabile notifica alla Commissione l’etichetta originale e, qualora ragionevolmente comprensibile, una fotografia del relativo contenitore. 3. A decorrere dal 11 gennaio 2013, un distributore che rende disponibile in uno Stato membro un prodotto cosmetico già immesso sul mercato di un altro Stato membro e traduce, di propria iniziativa, un qualsiasi elemento dell’etichetta del prodotto in questione al fine di rispettare il diritto nazionale, trasmette alla Commissione le seguenti informazioni in formato elettronico: a) la categoria del prodotto cosmetico, il suo nome nello Stato membro di spedizione e il suo nome nello Stato membro in cui il prodotto è stato messo a disposizione, al fine di consentire la sua identificazione specifica; b) lo Stato membro in cui il prodotto cosmetico è messo a disposizione; c) ilsuo nome e indirizzo; d) il nome e l’indirizzo della persona responsabile presso la quale è tenuta ad immediata disposizione la documentazione informativa sul prodotto. [...] 5. La Commissione mette immediatamente a disposizione informato elettronico le informazioni di cui al paragrafo 1, lettere da a) a g), e ai paragrafi 2 e 3 a tutte le autorità competenti. Tali informazioni possono essere utilizzate esclusivamente dalle autorità competenti a fini di sorveglianza del mercato, dell’analisi del mercato, della valutazione e delle informazioni per i consumatori nell’ambito degli articoli 25, 26 e 27. 6. La Commissione mette immediatamente a disposizione informato elettronico le informazioni di cui ai paragrafi 1, 2 e 3 ai centri antiveleno o organismi analoghi, qualora tali centri o organismi siano stati istituiti dagli Stati membri. Le suddette informazioni possono essere utilizzate esclusivamente da tali organismi a fini di trattamento medico. 7. Qualora le informazioni di cui ai paragrafi 1, 3 e 4 subiscano modifiche, la persona responsabile o il distributore forniscono quanto prima il relativo aggiornamento. 8. La Commissione, tenendo conto del progresso tecnico-scientifico e delle specifiche esigenze di sorveglianza del mercato, può modificare i paragrafi da 1 a 7 aggiungendovi altri requisiti. La notifica viene fatta su un portale che è stato creato e gestito dalla comunità europea, è denominato portale di notifica dei prodotti cosmetici (CPNP), è un sistema di notifica online, creato per l'attuazione del regolamento 1223/2009. Attraverso il CPNP talune delle suddette informazioni vengono messe a disposizione in forma elettronica alle autorità competenti (ai fini della sorveglianza del mercato, dell’analisi del mercato, della valutazione e dell’informazione die consumatori) e ai centri antiveleno, o organismi simili istituiti dagli stati membri 8ai fini del 51 trattamento medico), contiene informazioni dell’articolo 13. A chi è accessibile: persone responsabili, alle autorità competenti, ai centri antiveleno e distributore. Necessitano persone di contatto, per ogni notifica la persona responsabile deve indicare le informazioni relative ad una persona fisica da contatta in caso di necessità. Nel modulo di notifica il sistema proporrà l’elenco di tutte le persone di contatto collegate alla persona responsabile. Viene chiesto se il prodotto contenga sostanze CMR delle categorie 1A e 1B, per contiene nanomateriale; sapere se è un prodotto da risciacquo o da lasciare sulla cute/in posa; voglio sapere la via d'esposizione se cutanea, orale, inalatoria; identificazione, nome INCI, nome IUPA, CAS, EINEX ecc del nanomateriale; identificare il ridotto cosmetico in maniera precisa a diversi livelli (se destinato alla pelle, se per la pulizia della pelle quindi ulteriore dettaglio, ulteriormente cosa quindi magari sapone, forma fisica, nome della formulazione ecc). Si può procedere co la notifica in 8 modi diversi: posso scegliere di caricare la concentrazione esatta; la formula quali-quantitativa esatta, se esiste una formulazione quadro posso utilizzarla; inserire e creare una formulazione quadro fai da te inserendo gli intervalli di concentrazione. Mi chiedono contenitore originale e una foto. CAPO IV RESTRIZIONI APPLICABILI ADETERMINATE SOSTANZE Articolo 14 Restrizioni applicabili alle sostanze elencate negli allegati 1. Fatto salvo l’articolo 3, i prodotti cosmetici non possono contenere: a) sostanze vietate: - sostanze vietate di cui all’allegato Il; b) sostanze soggette a restrizioni: - sostanze soggette a restrizioni non impiegate conformemente alle restrizioni indicate nell’allegato III; c) coloranti: i) coloranti diversi da quelli elencati nell’allegato IV e coloranti ivi elencati ma non impiegati conformemente alle condizioni indicate nel suddetto allegato, ad eccezione dei prodotti per la colorazione dei capelli di cui al paragrafo 2; ii) fatte salve la lettera b), la lettera d), punto i) e la lettera e), punto i), sostanze elencate nell’allegato IV ma non destinate ad essere impiegate come coloranti, e non impiegate conformemente alle condizioni indicate nel suddetto allegato. d) conservanti: i) conservanti diversi da quelli elencati nell’allegato V e conservanti ivi elencati ma non impiegati conformemente alle condizioni indicate nel suddetto allegato; ii) fatte salve la lettera b, la lettera c), punto i) e la lettera e), punto i), sostanze elencate nell’allegato V ma non destinate ad essere impiegate come conservanti, e non impiegate conformemente alle condizioni indicate nel suddetto allegato. ©) filtri UV: i) Filtri UV diversi da quelli elencati nell'Allegato VI e filtri UV ivi elencati ma non impiegati conformemente alle condizioni indicate nel suddetto allegato; ii) fatte salve la lettera b), la lettera c), punto i), e la lettera d), punto i), sostanze elencate nell’allegato VI ma non destinate ad essere impiegate come filtri UV, e non impiegate conformemente alle condizioni indicate nel suddetto allegato. 2. In seguito ad una decisione della Commissione relativa all'estensione dell'ambito d’applicazione dell'allegato IV ai prodotti per la colorazione dei capelli, tali prodotti non possono contenere coloranti destinati a colorare i capelli diversi da quelli elencati nell’allegato IV e coloranti destinati a colorare i capelli che sono elencati in tale allegato ma non vengono impiegati in modo conforme alle condizioni ivi indicate. [.] Articolo 15 Sostanze classificate come sostanze CMR (Cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione) 1. L'utilizzo, nei prodotti cosmetici, di sostanze classificate come sostanze CMR di categoria 2, ai sensi dell’allegato VI, parte 3 del regolamento (CE) n. 1272/2008 è vietato. Tuttavia, una sostanza classificata nella categoria 2 può essere utilizzata nei prodotti cosmetici se è stata sottoposta alla valutazione del CSSC e dichiarata sicura per l'utilizzo nei prodotti 52 dell'immissione sul mercato, tranne quando detti prodotti sono già stati immessi sul mercato dalla medesima persona responsabile prima del 11 gennaio 2013. (= prende il nome di NANONOTIFICA) In quest’ultimo caso, i prodotti cosmetici contenenti nanomateriali immessi sul mercato sono notificati dalla persona responsabile alla Commissione in formato elettronico tra il 11 gennaio 2013 e il 11 luglio 2013, in aggiunta alla notifica di cui all'articolo 13. Il primo e il secondo comma non si applicano ai prodotti cosmetici contenenti nanomateriali in conformità ai requisiti di cui all'allegato III. Le informazioni notificate alla Commissione includono quanto meno i punti seguenti: a) l’identificazione del nanomateriale compresi la denominazione chimica (IUPAC) e altri descrittori come specificato al punto 2 del preambolo agli allegati da Il a VI; b) la descrizione del nanomateriale comprese la dimensione delle particelle e le proprietà fisiche e chimiche; c) una stima della quantità di nanomateriale contenuto nei prodotti cosmetici che si prevede di immettere sul mercato per anno; d) il profilo tossicologico del nanomateriale; e) i dati sulla sicurezza del nanomateriale relativi alla categoria del prodotto cosmetico in cui detto nanomateriale è usato; f) le condizioni di esposizione ragionevolmente prevedibili. La persona responsabile può designare tramite mandato scritto un’altra persona fisica o giuridica per la notifica dei nanomateriali e ne informa la Commissione. La Commissione fornisce un numero di riferimento per la presentazione del profilo tossicologico, che può sostituire l'informazione da notificare ai sensi della lettera d). 4. Nel caso in cui nutra preoccupazioni riguardo alla sicurezza di un nanomateriale, la Commissione chiede immediatamente al CSSC di esprimere un parere concernente la sicurezza di tali nanomateriali per l’uso nelle pertinenti categorie di prodotti cosmetici e le condizioni di esposizione ragionevolmente prevedibili. La Commissione rende pubbliche tali informazioni. Il CSSC formula il suo parere entro sei mesi dalla richiesta della Commissione. Qualora il CSSC riscontri che mancano dati necessari, la Commissione chiede alla persona responsabile di fornire tali dati entro un termine ragionevole esplicitamente indicato, non prorogabile. Il CSSC formula il suo parere finale entro sei mesi dalla presentazione dei dati aggiuntivi. Il parere del CSSC è messo a disposizione del pubblico. 5. Qualora nutra qualsiasi preoccupazione riguardo alla sicurezza, la Commissione può invocare in qualsiasi momento la procedura di cui al paragrafo 4, ad esempio in seguito a nuove informazioni fornite da terzi. 6. Tenendo conto del parere del CSSC e qualora sussistano rischi potenziali per la salute umana, inclusi i casi in cui i dati sono insufficienti, la Commissione può modificare gli allegati Il e III. 7.La Commissione, tenendo conto del progresso tecnico-scientifico, può modificare il paragrafo 8 aggiungendovi altri requisiti. 10. Le seguenti informazioni sono rese disponibili dalla Commissione: a) Entro il 11 gennaio 2014, la Commissione mette a disposizione un catalogo di tutti i nanomateriali utilizzati nei prodotti cosmetici immessi sul mercato, compresi quelli utilizzati come coloranti, filtri UV e conservanti in una sezione separata, indicando le categorie dei prodotti cosmetici e le condizioni di esposizione ragionevolmente prevedibili. In seguito detto catalogo è regolarmente aggiornato e messo a disposizione del pubblico. b) La Commissione trasmette al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione di verifica annuale, recante informazioni sull’evoluzione dell’utilizzazione di nanomateriali nei prodotti cosmetici nella Comunità, compresi quelli usati come coloranti, filtri UV e conservanti in una sezione separata. La prima relazione è presentata entro il 11 luglio 2014. L'aggiornamento della relazione riepiloga, in particolare, i nuovi nanomateriali nelle nuove categorie di prodotti cosmetici, il numero di notifiche, i progressi compiuti nella messa a punto di metodi di valutazione specifici per i nanomateriali e di guide alla valutazione della sicurezza, nonché informazioni sui programmi di cooperazione internazionale. 11.La Commissione riesamina periodicamente alla luce dei progressi scientifici le disposizioni del presente regolamento relative ai nanomateriali e, se del caso, propone modifiche appropriate di tali disposizioni. La prima revisione è effettuata entro il 11 luglio 2018. 55 Articolo 17 Tracce di sostanze vietate La presenza involontaria di una quantità ridotta di una sostanza vietata, derivante da impurezze degli ingredienti naturali o sintetici, dal procedimento di fabbricazione, dall’immagazzinamento, dalla migrazione dall’imballaggio e che è tecnicamente inevitabile nonostante l'osservanza di buone pratiche di fabbricazione, è consentita a condizione che tale presenza sia in conformità dell'articolo 3. Nel cosmetico come ingredienti si può usare qualsiasi tipo di ingrediente a condizione che non sia presente nell’allegato 2 (un elenco aggiuntivo negativo) e anche le CMR 1A, 1B e 2 che fanno riferimento all’articolo 15. Si può usare tutto affinché non violino la disposizione negli elenchi, rispetto le concentrazione, tipologie di cosmetici in cui può essere aggiunto e sopratutto non rechi danni alla cute umana. Per coloranti, conservanti e filtri UV ci sono elenchi positivi aggiuntivi. N.B. : le sostanze dell’Allegato Il sono vietate nel prodotto finito, ma si possono usare nel processo produttivo (cfr Art. 17: possono residuare nel prodotto) CAPOV SPERIMENTAZIONE ANIMALE Articolo 18 Sperimentazione animale —> nella comunità europea possono essere venduti solo prodotti cosmetici NON testati su animali e anche i loro singoli ingredienti non possono essere testati su animali, itest eseguiti sono tramite metodi alternativi 1. Fatti salvi gli obblighi generali derivanti dall’articolo 3, è vietato quanto segue: a) l’immissione sul mercato dei prodotti cosmetici la cui formulazione finale sia stata oggetto, allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento, di una sperimentazione animale con un metodo diverso da un metodo alternativo dopo che un tale metodo alternativo sia stato convalidato e adottato a livello comunitario, tenendo debitamente conto dello sviluppo della convalida in seno all’OCSE; b) l'immissione sul mercato dei prodotti cosmetici contenenti ingredienti o combinazioni di ingredienti che siano stati oggetto, allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento, di una sperimentazione animale con un metodo diverso da un metodo alternativo dopo che un tale metodo alternativo sia stato convalidato e adottato a livello comunitario, tenendo debitamente conto dello sviluppo della convalida in seno all’OCSE; c) la realizzazione, all’interno della Comunità, di sperimentazioni animali relative a prodotti cosmetici finiti, allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento; d) la realizzazione, all’interno della Comunità, di sperimentazioni animali relative a ingredienti o combinazioni di ingredienti allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento, dopo la data in cui dette sperimentazioni vanno sostituite da uno o più metodi alternativi convalidati che figurano nel regolamento (CE) n. 440/2008 della Commissione, del 30 maggio 2008, che istituisce dei metodi di prova ai sensi del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH- GU L 142 del 31.5.2008), o nell’allegato VIII del presente regolamento. 2. La Commissione, previa consultazione del CSSC e del Centro europeo per la convalida dei metodi alternativi (ECVAM) e tenendo debitamente conto dello sviluppo della convalida in seno all’OCSE ( è un ente che supporto ECVAM e CSSC a livello internazionale nel far conoscere questi metodi alternativi a livello internazionale, perché al di fuori della CE i metodi di sperimentazione su animali sono ancora utilizzati), ha stabilito calendari per l'attuazione delle disposizioni di cui al paragrafo 1, lettere a), b) e d), comprese le scadenze per la graduale soppressione dei vari esperimenti. | calendari sono stati messi a disposizione del pubblico il 10 ottobre 2004 e sono stati trasmessi al Parlamento europeo e al Consiglio. Il periodo di attuazione è stato limitato all’11 marzo 2009 in relazione al paragrafo 1, lettere a), b) e d). Per quanto riguarda gli esperimenti concernenti la tossicità da uso ripetuto, la tossicità riproduttiva e la tossicocinetica, per i quali non sono ancora allo studio metodi alternativi, il periodo di attuazione è limitato all’11 marzo 2013 in relazione al paragrafo 1, lettere a) e b). [....] In circostanze eccezionali, qualora sorgano gravi preoccupazioni riguardo alla sicurezza di un 56 ingrediente cosmetico esistente, uno Stato membro può chiedere alla Commissione di accordare una deroga al paragrafo 1. La richiesta contiene una valutazione della situazione e indica le misure necessarie. Su tale base la Commissione, previa consultazione del CSSC, può autorizzare con una decisione motivata la deroga. Tale autorizzazione stabilisce le condizioni di tale deroga per quanto riguarda gli obiettivi specifici, la durata e la relazione sui risultati. Una deroga può essere accordata soltanto se: a) l'ingrediente è ampiamente utilizzato e non può essere sostituito con un altro ingrediente atto a svolgere una funzione analoga; b) il problema specifico riguardante la salute umana è dimostrato e la necessità di effettuare esperimenti sugli animali è giustificata e supportata da un protocollo di ricerca dettagliato proposto come base per la valutazione. La decisione di autorizzazione, le relative condizioni e il risultato finale raggiunto formano parte integrante della relazione annuale presentata dalla Commissione conformemente all'articolo 35. 3. Ai fini del presente articolo e dell’articolo 20: a) «prodotto cosmetico finito» indica il prodotto cosmetico nella sua formulazione finale quale immesso sul mercato e messo a disposizione dell’utilizzatore finale, ovvero il suo prototipo; b) «prototipo» indica il primo modello o progetto che non è stato prodotto in lotti e dal quale è stato copiato o sviluppato il prodotto cosmetico finito. Effetti sulla saluta umana da valutare Sono 11 in totale: - Acute toxicity; = skin irritation and corrosion; - eye irritation; = skin sensitisation; - skin absorption and penetration; - subacute and subchronic toxicity; - genotoxicity and mutagenicity = UV-induced toxic effects; = toxicokinetics and metabolism; - carcinogenicity; - and reproductive and developmental toxicity. | test regolatori sono a carico del fabbricante. Per ognuna di queste categorie non vi è un solo test ma più test, per ogni ingredienti vi sono test più puntuali: esempio ingredienti che vanno sulla cute si valutano i parametri di corrosione sulla cute. Test su animali: - tossicità acuta (LD50)—>test che misurano gli effetti di alte d’osi in un determinato animale = irritazione e corrosione della cute (cute glabra di coniglio, cane...). Si va a dare una quantità di dosi crescenti a una serie di animali e si va a vedere la dose letale per il 50% delle cavie trattate. - irritazione oculare —> test di DRAIZE su occhio coniglio, si fa sulla cute glabra e anche abrasa per simulare la situazione di alterazione della cute (coniglio ma anche bigol), per l'occhio esiste il test di Draize oculare su occhio di coniglio vivo, applicato ad esempio mancare all’occhio del consiglio per vedere se causa irritazione o corrosione della cornea. - sensibilizzazione cutanea - assorbimento cutaneo e penetrazione—> la sostanza è assorbita dalla pelle, quindi si tratta l’animale con il prodotto finito sacrificando l’animale vedendo se la sostanza è stata assorbita in determinati organi. Si somministrano a piccole dosi l’ingrediente all'animale e si guarda cosa succede ai suoi organi. - tossicità subacuta e subcronica - genotossicità e mutagenicità—> si valuta la capacità della sostanza di far mutare geni, quindi dare danni al materiale genetico - effettitossici UV-indotti; =. tossicocinetica ; - metabolismo; - carcinogenicità; 57 solo a condizione che il fabbricante e i suoi fornitori non abbiano effettuato o commissionato sperimentazioni animali sul prodotto cosmetico finito, sul suo prototipo, né su alcun suo ingrediente e che non abbiano usato ingredienti sottoposti da terzi a sperimentazioni animali al fine di ottenere nuovi prodotti cosmetici. Non si trova più il marchio di animal Friendly Humane Cosmetics Standard The Humane Cosmetics Standard (HCS) is the world's only international criteria for cosmetic or toiletry products that essendo che in Europa è vietata l'esecuzione di test are ‘Not Tested on Animals. The MCS was launched în 1998 su animali, ma è possibile trovare il coniglio qua a Pe a Cron a Nere Aden sinistra, che fa simbolo ad uno standard including the European Coalition to End Animal Experiments i i “ ici » + Dal 2004 accordo LAV (Lega Anti Vivisezione) - ICEA (Istituto internazionale Humane cosmetici standard , ICEA 4x7 pera certiicazione Etico © Ambientale) che garantirà la (ente certificatore italiani) questo simbolo viene L è conformità delle aziende ai principi dello Standard Non riconosciuto anche in America, quindi se il — Mm. Testato su Animali produttore commercializza in America può essere AGERTIFICAZIONELAVICEA Li) un’informazione in più. ufficiale, si rifiorisce al prodotto finito ed indica che il Stop aiTestsuAnimali Controllatodal.C.E.A.(IstitutoperlaCertificazione£ti caeAmbientale) (www.icea.info) Dermatologicamente testato —> non ha valore PerLAV(LegaAntiVivisezione)(www.infolav.org) n.000 prodotto è stato oggetto di test dermatologici alla presenza di un dermatologo, per valutarne gli effetti sulla pelle; può essere considerata sinonimo di “clinicamente testato”; anche tesato su cellule in coltura o cute ricostituita. Clinicamente testato —> non ha valore ufficiale, si riferisce al prodotto finito ed indica che il prodotto è stato oggetto di test su volontari in presenza di personale medico. ETICHETTATURA Cosa trovo in un prodotto cosmetico: 1) 2) 8) 4) 5) Imballaggio primario o confezionamento o condizionamento primario: è il packaging a diretto contatto con il prodotto cosmetico Imballaggio secondario: scatola o astuccio che raccoglie l'imballaggio primario e lo protegge. Può esserci ma anche no Etichetta: applicata su recipiente o imballaggio Foglio di istruzioni: informazioni sul corretto uso del prodotto Fascetta o cartellino: allegati al prodotto se impossibile riportare tutte le indicazioni sul primario. Il packaging garantisce: stabilità, conservazione e trasporto. Possiamo avere anche prodotto cosmetici sfusi, in vicinanza di queste vi deve essere un cartello degli ingredienti contenuti all’interno ETICHETTATURA: l’insieme delle menzioni, indicazioni, marchi di fabbrica o di commercio, immagini o simboli che si riferiscono al prodotto e che figurano direttamente sull’imballaggio, etichetta, dispositivo di chiusura, cartelli, anelli, fascette legati al prodotto. L’etichetta rappresenta quindi la carta d’identità di un prodotto che dà al consumatore le informazioni indispensabili per acquistare e consumare in modo consapevole i prodotti. L'etichetta, inoltre, è destinata ad assicurare trasparenza e correttezza nei rapporti commerciali, garantendo in tal modo la leale concorrenza tra produttori. L’etichetta rappresenta quindi la carta d’identità di un prodotto he da al consumatore le informazioni indispensabili per acquistare e consumare in modo consapevole. L’etichetta inoltre, è destinata ad assicurare trasparenza e correttezza nei rapporti commerciali, garantendo in tal modo la leale concorrenza tra produttori. Tutela della saluta e del portafoglio!! 60 Materiali per il condizionamento (o confezione): 1) carta (simbolo CA) 2) Vetro (simbolo VE): è il migliore, ma si rompe ed è pesante. Trasparenza, inerzia chimica e biologica, perfetta barriera per liquida e gas (assenza di porosità), assenza di odore, sterilizzabilità, riutilizzabili, riciclabilità, igienici, se colorato protezione UV 8) Plastica (simbolo in base al polimero): ha soppiantato il vetro meno costosa, non si rompe ed è più elastica (urti) e più leggera: PVC; PE; PET; PEP. Se ho il simbolo 7, allora sono plastiche non riciclabili. 4) Polistirolo (PS) 5) Alluminio (AL) 6) Acciaio (AC) 7) Materiali poliaccoppaiti (PI) Pittogrammi: Alcuni sono pittogrammi, immagini @® obbligatorie per legge altre facoltativi. Contributo peril riciclaggio & Ì Sono obbligatori sulla base del nostro regolamento, altri obbligatori per riciclaggio e smaltimento dei contenitori: È Punto verde: simbolo molto usato nel nord Europa, indica che la ditta NN aderisce ad un sistema di raccolta di rifiuti gestita dall’industria, contributo per il riciclaggio. Diffuso nel nord, prodotti commercializzati nei paesi del nord, ma in Italia ha un significato di minor entità. - Nastro di Moebius: l'imballaggio è riciclabile o parzialmente riciclato. Il numero all’intento da indicazione al materiale utilizzato (04= polietilene low Es) i density; 41=alluminio; 70= vetro; [9] 3 dea 50=legno) - Richiami generici: inviti al riciclo, simboli di tutela dell'ambiente. Uno particolare è fiore con dodici stelle con E di Europa al centro: simbolo che fa riferimento al marchio “Ecolabel”, indica che il prodotto è stato ottenuto con un ridotto impatto ambientale in ogni fase del suo ciclo di vita (produzione, imballaggio, distribuzione, utilizzo, smaltimento). . marchio europeo di qualità ecologica (saponi, shampoo, balsami) in Italia viene qualificato dall’agenzia nazionale per l’ambiente. Possono voler dire due cose: che l'imballaggio è riciclabile ma non necessariamente riciclato, oppure che parte del materiale è riciclato. Pertanto, senza ulteriori specificazioni, questi marchi’ sono ambigui ECOLABEL: indica che il prodotto è stato ottenuto con un ridotto impatto ambientale in ogni fase del suo ciclo di vita (produzione, imballaggio, distribuzione, utilizzo, smaltimento). Marchio europeo di qualitàecologica. Saponi,shampoo, balsami (2008). Inviti alla > Agenzia Nazionale per l'Ambiente CAPO VI INFORMAZIONE DEL CONSUMATORE Articolo 19 Etichettatura 1. Fatte salve le altre disposizioni del presente articolo, i prodotti cosmetici sono messi a disposizione sul mercato solamente se il recipiente e l'imballaggio dei prodotti cosmetici recano le seguenti indicazioni, in caratteri indelebili, facilmente leggibili e visibili: a) ilnome o la ragione sociale e l’indirizzo della persona responsabile. Tali indicazioni possono essere abbreviate, purché l'abbreviazione permetta di identificare tale persona e il suo indirizzo. Qualora vengano indicati più indirizzi, quello presso cui la persona responsabile tiene ad immediata disposizione la documentazione informativa sul prodotto è messo in evidenza. Per i prodotti cosmetici importati è specificato il paese di origine; (Etichetta aggiuntiva , es Made in CHINA, Made in Switzerland, Importato da Bianchi srl...); b) il contenuto nominale al momento del confezionamento, espresso in peso o in volume, fatta eccezione per gli imballaggi con un contenuto inferiore a 5 g o a 5 ml, i campioni gratuiti e le monodosi; per quanto riguarda gli imballaggi preconfezionati, che vengono solitamente commercializzati per insieme di pezzi e per i quali l’indicazione del peso o del volume non ha 61 alcun rilievo, il contenuto può non essere indicato, purché sull’imballaggio venga menzionato il numero di pezzi. Questa indicazione non è necessaria qualora il numero di pezzi sia facile da determinare dall’esterno o qualora il prodotto venga solitamente commercializzato solo ad unità; fl oz= once fluide e (CAPACITA?) scarto max + 10% (prove) Controllo Metrologico UE: imballaggi di tipo CE Le once fluide sono unità di misura usati in America, diverse da quelle inglesi. e”= indica la capacità del contenitore, e si affianca al contenuto in peso o volume e indica l'avvenuto controllo metrorologico, secondo le norme della CE. c) la data fino alla quale il prodotto cosmetico, stoccato in condizioni adeguate, continuerà a svolgere la sua funzione iniziale e, in particolare, resterà conforme all’articolo 8 («data di durata minima»). La data stessa oppure le indicazioni relative alla sua localizzazione sull’imballaggio sono precedute dal simbolo indicato al punto 3 dell’allegato VII oppure dalla dicitura: «Usare preferibilmente entro». La data di durata minima è indicata in modo chiaro e si compone, nell'ordine, del mese e dell’anno oppure del giorno, del mese e dell’anno. Se necessario, tale indicazione è completata precisando anche le condizioni da rispettare per garantire la durata indicata. L’indicazione della data di durata minima non è obbligatoria per i prodotti cosmetici che abbiano una durata minima superiore ai trenta mesi. Per tali prodotti è riportata un’indicazione relativa al periodo di tempo in cui il prodotto, una volta aperto, è sicuro e può essere utilizzato senza effetti nocivi per il consumatore. Tale informazione è indicata, tranne nei casi in cui il concetto di conservazione dopo l’apertura non è rilevante, tramite il simbolo indicato al punto 2 dell'allegato VII, seguito dal periodo (espresso in mesi e/o anni); Se la durata minima è minore di 80 mesi, il prodotto che uso si conserva meno di 30 mesi, la legge dice che è obbligatori la data di scadenza Se il prodotto che uso dura più di 30 mesi posso omettere la data di scadenza ma è obbligatorio il PAO —> PERIOD AFTER OPENING. Questi 30 mesi sono stati stabiliti come tempo di permanenza medio sulla rete di distribuzione. II PAO non è obbligatorio: = prodotti monodose = Per prodotti confezionati in modo tale da evitare il contatto tra cosmetico e ambiente circostante - Per prodotti per i quali il produttore certifichi che la formula è tale da impedire qualsiasi rischio di deterioramento d) le precauzioni particolari per l’impiego, almeno quelle indicate negli allegati da Ill a VI, nonché le eventuali indicazioni concernenti precauzioni particolari da osservare per i prodotti cosmetici di uso professionale; Negli allegati ci sono, relative a determinate sostanze, INDICAZIONI PREVISTE DAGLI ALLEGATI delle avvertenze da indicare obbligatoriamente in Devono essere riportate esattamente come indicato sotto etichetta. la colonna “modalità d'impiego e avvertenze” e) il numero del lotto di fabbricazione o il riferimento i nr che permetta di identificare il prodotto cosmetico. In caso di impossibilità pratica, dovuta alle modeste 3 nese dimensioni dei cosmetici, questa indicazione può figurare solamente sull’imballaggio; Il disolfiuro di selenio può essere utilizzato Soltanto negli shampi antiforfora, < 1%, con l'avvertenza in etichetta “contiene disolfuro di selenio. Evitare il contatto con gli occhi e la pelle lesa”. Allegato II, n. 51. 62 - UMETTANTE—> Assorbe e conserva l'umidità Denominazione INCI (International nomenclature cosmetic ingredients) Si tratta della nomenclatura comune impiegata per indicare gli ingredienti sulla confezione dei cosmetici.+Decisione 257/2006 prevede che: * Per le sostanze coloranti destinate all’impiego cosmetico ai fini dell’etichettatura vanno impiegati il numero di Colour Index (numero Cl) o la denominazione dell’allegato IV. Per tali ingredienti il numero CI diviene dunque la denominazione INCI. * Nomi latini per sostanze naturali non modificate chimicamente: nome botanico di Linneo, Farmacopea Europea. “Aqua”, “Mel”, il latte “Lac”, il lievito “Faex”, .... * | derivati naturali che non hanno subito altri trattamenti oltre all'estrazione hanno il nome botanico latino della pianta d’origine: Butirospermum parkjj= karite, Persea gratissima= olio di avocado * Nomi inglesi INCI | derivati naturali che hanno subito una trasformazione chimica sono in inglese: Hydrogenated Lanolin (Lanolina idrogenata), emulsionante; Hydrogenated Castor Oil (Olio di Ricino idrogenato), solubizzante. Quarta dimensione del Packaging: QR code da statici a dinamici - Stealth Code - Packaging come strumento digitale - Implementare la comunicazione off-line - Rimandare a info supplementari (video, social, app...): info commerciali, info d’uso, allergeni, info su stile di vita... - Comunicazione a due canali - Rendere più efficiente tracciabilità del prodotto Codice a barre (Codice EAN) A livello pratico, sull’etichetta abbiamo anche il codice a barre, che serve ad effettuare in modo automatico le operazioni di inventario, scarico e carico della merce. Il codice a barre più usato a livello europeo è il codice EAN, ma non è l’unico, in Italia esiste anche: EAN 13, EAN 8, codice 128, codice 89, codice 32, 2/5 ecc. l’EAN è formato da una trentina di barre di spessore diverso e da 13 cifre riportate sotto, queste sono collegate ad un significato: = le prime 3 cifre costituiscono il Flag o GS1 che è associato al paese di origine. Es: 800-839 Italia. = Le ulteriori 4 cifre indicano il prodotto o fornitore Queste prime 7 cifre costituiscono il GLN= global location number ovvero un numero che mi identifica paese e produttore. = le altre 5 cifre: mi indicano precisamente il prodotto - L'ultima cifra è quella di controllo Mi permettono di leggere velocemente, cosa è il prodotto e il suo prezzo. QR CODE È un ulteriore modo per gestire informazioni sul cosmetico, vediamo il progredire della scienza dal QR code statico ad uno dinamico ovvero una quarta dimensione del Packaging cioè il QRmi permette di trasformare il banale packaging in uno strumento digitale, facendo accedere al consumatore a informazioni digitali. Si implementa la comunicazione off-line, quindi il consumatore è rimandato a informazioni supplementari che possono essere: video, social, oppure applicazioni, info commerciali, info d’uso, allergeni, info su stile di vita ecc. È perciò una comunicazione a due canali, quindi si instaura una certa comunicazione, non limitando a una lettura ma possibile ottenere un feedback da consumatore a produttore. Serve anche per migliorare la tracciabilità ovvero Track and Traced. Si parla anche di Stealth Code l'evoluzione ultima del QR code, prevede che se in alcuni contenitore non entri il QR code, si sviluppano questi stealth code ovvero codici trasparenti, invisibili che sono collegabili ad informazioni online. Articolo 20 Dichiarazioni relative al prodotto (CLAIMS) 1. In sede di etichettatura, di messa a disposizione sul mercato e di pubblicità dei prodotti cosmetici non vanno impiegati diciture, denominazioni, marchi, immagini o altri segni, figurativi o meno, che attribuiscano ai prodotti stessi caratteristiche o funzioni che non possiedono. 2. La Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, stabilisce un piano d’azione riguardante 65 le dichiarazioni utilizzate e fissa le priorità per determinare criteri comuni che giustificano l’utilizzo di una dichiarazione. Dopo aver consultato il CSSC o altre autorità pertinenti, la Commissione adotta un elenco di criteri comuni per le dichiarazioni che possono essere utilizzate riguardo ai prodotti cosmetici, secondo la procedura di regolamentazione con controllo di cui all'articolo 32, paragrafo 3 del presente regolamento, tenendo conto delle disposizioni della direttiva 2005/29/CE. Entro il 11 luglio 2016, la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione concernente l’uso delle dichiarazioni sulla base dei criteri comuni adottati ai sensi del secondo comma. Se la relazione conclude che le dichiarazioni utilizzate relativamente ai prodotti cosmetici non sono conformi ai criteri comuni, la Commissione adotta misure adeguate per assicurare la conformità in cooperazione con gli Stati membri. Luglio 2013 Re CRITERI COMUNI (Annesso 1) AE A EIA IAT CRISI EEE IRSA ICAO BI i SINIS SAAS on devono eccedere l'evidenza, no speciale o unico MAO RANE I IRA CIARA IE TESTA RT) CISCO RR AE OA CI Questo regolamento riguarda le linee guida su criteri comuni nei vari prodotti cosmetici. Articolo 21 Accesso del pubblico alle informazioni Fatta salva la tutela, in particolare, della segretezza commerciale e dei diritti di proprietà intellettuale, la persona responsabile garantisce che le informazioni relative alla composizione qualitativa e quantitativa del prodotto cosmetico e, per i composti odoranti e aromatici, il nome e il numero di codice del composto e l’identità del fornitore, nonché le informazioni esistenti in merito agli effetti indesiderabili e agli effetti indesiderabili gravi derivanti dall’uso del prodotto cosmetico siano rese facilmente accessibili al pubblico con ogni mezzo idoneo. Le informazioni quantitative relative alla composizione del prodotto cosmetico che devono essere messe a disposizione del pubblico, sono limitate alle sostanze pericolose ai sensi dell'articolo 3 del regolamento (CE) n. 1272/2008. CAPO VII SORVEGLIANZA DEL MERCATO Articolo 22 Controllo all’interno del mercato Gli Stati membri vigilano sul rispetto del presente regolamento attraverso controlli all’interno del mercato dei prodotti cosmetici messi a disposizione sul mercato. Essi eseguono i dovuti controlli su scala adeguata dei prodotti cosmetici e degli operatori economici, tramite la documentazione informativa del prodotto e, se del caso, mediante test fisici e di laboratorio sulla base di campioni adeguati. Gli Stati membri vigilano altresì sul rispetto dei principi delle buone pratiche di fabbricazione. Gli Stati membri conferiscono alle autorità di vigilanza del mercato le competenze, le risorse e le conoscenze necessarie per consentire a tali autorità di espletare i loro compiti in modo adeguato. Gli Stati membri riesaminano e valutano periodicamente il funzionamento delle loro attività di vigilanza. Tali riesami e valutazioni hanno una periodicità almeno quadriennale e i loro risultati sono comunicati agli altri Stati membri e alla Commissione e sono messi a disposizione del pubblico mediante comunicazione elettronica e, ove opportuno, con altri mezzi. 66 Articolo 23 Informazioni sugli effetti indesiderabili gravi Dall’ Art 2 Definizioni lettera 0) «effetto indesiderabile»: una reazione avversa per la salute umana derivante dall’uso normale o ragionevolmente prevedibile di un prodotto cosmetico; p) «effetto indesiderabile grave»: un effetto indesiderabile che induce incapacità funzionale temporanea o permanente, disabilità, ospedalizzazione, anomalie congenite, rischi mortali immediati o decesso; 1. In caso di effetti indesiderabili gravi, la persona responsabile e i distributori notificano quanto prima alle autorità competenti dello Stato membro nel quale sono stati riscontrati effetti indesiderabili gravi: a) tutti gli effetti indesiderabili gravi a lei noti o che si possono ragionevolmente presumere a lei noti; b) il nome del prodotto cosmetico in questione, che ne permetta l’identificazione specifica; c) le eventuali misure correttive da lei adottate. 2. Qualora la persona responsabile notifichi effetti indesiderabili gravi alle autorità competenti dello Stato membro in cui gli effetti sono stati riscontrati, tali autorità competenti trasmettono immediatamente le informazioni di cui al paragrafo 1 alle autorità competenti degli altri Stati membri. 3. Qualora i distributori notifichino effetti indesiderabili gravi alle autorità competenti dello Stato membro in cui gli effetti sono stati riscontrati, tali autorità competenti trasmettono immediatamente le informazioni di cui al paragrafo 1 alle autorità competenti degli altri Stati membri e alla persona responsabile. 4. Qualora utilizzatori finali o professionisti del settore sanitario notifichino effetti indesiderabili gravi alle autorità competenti dello Stato membro in cui gli effetti sono stati riscontrati, tali autorità competenti trasmettono immediatamente le informazioni sul prodotto cosmetico in questione alle autorità competenti degli altri Stati membri e alla persona responsabile. . CAPOVIII NON CONFORMITÀ, CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA Articolo 25 Non conformità da parte della persona responsabile 1. Fatto salvo il paragrafo 4, le autorità competenti chiedono alla persona responsabile di adottare tutti i provvedimenti adeguati, incluse le misure correttive volte a rendere conforme il prodotto cosmetico, a ritirarlo dal mercato o a renderlo oggetto di richiamo entro un limite di tempo espressamente indicato, in proporzione alla natura del rischio, qualora il prodotto non risulti conforme ad anche uno solo dei seguenti elementi: buona pratica di fabbricazione di cui all'articolo 8; valutazione della sicurezza di cui all’articolo 10; prescrizioni relative alla documentazione informativa sul prodotto di cui all’art. 11; d) disposizioni su campionamento e analisi di cui all’articolo 12, prescrizioni relative alla notifica di cui agli articoli 13 e 16; restrizioni applicabili a determinate sostanze, di cui agli articoli 14,15 e 17; prescrizioni relative alla sperimentazione animale di cui all’articolo 18; prescrizioni relative all’etichettatura di cui all’articolo 19, paragrafi 1, 2, 5 e 6; prescrizioni relative alle dichiarazioni sul prodotto di cui all’articolo 20; accesso del pubblico alle informazioni di cui all'articolo 21; informazioni sugli effetti indesiderabili gravi di cui all'articolo 23; obblighi di informazione sulle sostanze di cui all’articolo 24. [.] Se il prodotto non risulta conforme alle specifiche indicate o alle norme vigenti nello stato di commercializzazione puo’ essere soggetto a: Art 2-Definizioni: - «ritiro»: qualsiasi provvedimento volto ad impedire la messa a disposizione sul mercato di un prodotto cosmetico nella catena della fornitura; - «richiamo»: qualsiasi provvedimento volto ad ottenere la restituzione di un prodotto cosmetico che è già stato reso disponibile all'utilizzatore finale; 67 Una volta trasmessa la segnalazione il Form A subisce dei passaggi, dichiarati negli articoli di legge. Il flusso della segnalazione, il tempo ragionevole a cui si fa riferimento sono 20 gg, entro 20 gg il Form Ava inviato. Il caso più frequente che la persona responsabile viene a sapere dallutilizzatore finale o operatore sanitario della SUE e trasmette il Form A entro 20 gg all’autorità competente. Vi è uno scambio di info non strettamente obbligatorio. Il Form A una volta trasmesso all’autorità competente viene compilato dall’autorità e ritrasmesso alla persona diretta ma anche alle altre autorità, per informare che vi è un cosmetico sospetto di aver generato una reazione di una certa durata. OSTICO Distributore ESTRAE DO (P.R) (DI) Autorità Nazionale Competente IENE E Ere IC] (A.N.C.) La scheda servirà anche per il follow-up e per le conclusioni finali DIMARO e A TI) U.NT tir Afet, E 1(i( Ore) Ve: CIR] COCOS III AI a RAPEX= (Community rapid alert system for non-food consumer products) sistema di scambio rapido di informazioni a livello comunitario per prodotti non alimentari e non farmaceutici che rappresentano rischio per la salute (www.ec.europa.eu/rapex), serve per scambiarsi info tra gli stati membri, difficilmente gli utilizzatori finali conoscono il sito, ci sono non solo cosmetici ma anche vestiti, giocattoli. Su questo portale troviamo prodotti non a norma di legge Sorveglianza: irregolarità più riscontrate - Mancata notifica dell’avvio delle attività di inizio produzione, commercializzazione ed importazione - Conformità agli allegati - Etichettatura. - Confondibilità della presentazione del cosmetico con prodotti di altro genere, - Data di scadenza - Produzione e confezionamento irregolare * Indicazioni terapeutiche ALLEGATI AL REGOLAMENTO 1223/2009 Allegato I RELAZIONE SULLA SICUREZZA DEL PRODOTTO COSMETICO (=Cosmetic Product Safety Report= CPSR, documento che quantifica i pericoli). Prima dell'immissione nel commercio, prima che venga registrato sul portale di notifica, va fatta una relazione molto approfondita su quella che è la sicurezza del prodotto cosmetico formulato. L'allegato 1 contiene questa relazione di sicurezza. La relazione sulla sicurezza dei prodotti cosmetici contiene, almeno, gli elementi seguenti: PARTE A - Informazioni sulla sicurezza del prodotto cosmetico (valutazione quali- quantitativa): 1. Composizione quantitativa e qualitativa dei prodotti cosmetici La composizione qualitativa e quantitativa del prodotto cosmetico, inclusa l’identità chimica delle sostanze (incl. denominazione chimica, INCI, CAS, EINECS/ELINCS, ove possibile) e la loro 70 funzione prevista. Per i composti odoranti e aromatici, nome e numero di codice del composto nonché identità del fornitore. 2. Caratteristiche fisiche/chimiche e stabilità del prodotto cosmetico Le caratteristiche fisiche e chimiche delle sostanze o delle miscele, nonché del prodotto cosmetico. La stabilità del prodotto cosmetico in condizioni di stoccaggio ragionevolmente prevedibili. Servono per valutare tra le altre cose il PAO/Data di durata minima 3. Qualità microbiologica Le specifiche microbiologiche della sostanza o miscela e del prodotto cosmetico. Va prestata particolare attenzione ai prodotti cosmetici da impiegare nella zona perioculare, sulle membrane mucose in generale, sulla cute lesa, su bambini di età inferiore a tre anni, su persone anziane e persone che evidenziano deficit del sistema immunitario. Risultati del challenge test per la verifica della capacità di conservazione. 4. Impurezze, tracce, informazioni sul materiale d’imballaggio La purezza delle sostanze e delle miscele. Qualora siano presenti tracce di sostanze vietate, prova della loro inevitabilità tecnica. Le caratteristiche pertinenti del materiale da imballaggio, in particolare purezza e stabilità. 5. Uso normale e ragionevolmente prevedibile L’uso normale e ragionevolmente prevedibile del prodotto. In tale ambito vanno fornite motivazioni tenendo presenti in particolare le avvertenze ed altre spiegazioni sull’etichettatura del prodotto. Identificazione dello scenario espositivo: 6. Esposizione al prodotto cosmetico Dati sull’esposizione al prodotto cosmetico, che tengano conto dei risultati di cui alla sezione 5 riguardanti * la sede di applicazione; * l'estensione della superficie di applicazione; * la quantità di prodotto applicata; * la durata e la frequenza d’uso; * le vie di esposizione normali e ragionevolmente prevedibili; * la popolazione target (o esposta). Va tenuto conto anche dell’esposizione potenziale di una determinata popolazione. (es: bambini al di sotto dei 3 anni sono valutati diversamente ) Nel calcolo dell’esposizione va tenuto conto anche degli effetti tossicologici da considerare (ad es. potrebbe essere necessario calcolare l'esposizione per unità di superficie cutanea o per unità di peso corporeo). Sarebbe opportuno tenere conto anche dell'eventuale esposizione secondaria attraverso vie diverse da quelle conseguenti all'applicazione diretta (ad es. inalazione involontaria di spray, ingestione involontaria di prodotti da applicare sulle labbra, ecc.). Va tenuto conto in particolare anche degli eventuali effetti sull’esposizione dovuti alle dimensioni delle particelle. 7. Esposizione alle sostanze Dati sull’esposizione alle sostanze contenute nel prodotto cosmetico per le soglie tossicologiche pertinenti, tenendo conto delle informazioni di cui alla sezione 6. 8. Profilo tossicologico delle sostanze Fatto salvo l’articolo 18, il profilo tossicologico della sostanza contenuta nel prodotto cosmetico per tutte le soglie tossicologiche pertinenti. Va dedicata particolare attenzione alla valutazione della tossicità locale (irritazione cutanea ed oculare), alla sensibilizzazione cutanea e, nel caso dell’assorbimento di radiazioni UV, va esaminata anche la tossicità foto-indotta. Tutte le vie di assorbimento tossicologiche significative vanno considerate, così come gli effetti sistemici, e va calcolato il margine di sicurezza (MOS) in base al livello al quale non si osservano effetti nocivi (NOAEL - no-observed-adverse-effect level). L'assenza di tali informazioni va debitamente motivata. Va tenuto conto in particolare anche degli eventuali effetti sul profilo tossicologico dovuti a: - dimensioni delle particelle, compresi i nanomateriali; - impurezze delle sostanze e delle materie prime utilizzate; - interazione tra sostanze. L'eventuale applicazione del metodo «read-across» va debitamente documentata e motivata. Le fonti d’informazione vanno identificate chiaramente. 71 Possibili fonti di informazione * Dati del fornitore e Opinions di SCCS (NOAEL da opinion più recente) e NOAEL utilizzate in opinions di altri comitati scientifici, purchè le conclusioni siano applicabili all'uso atteso (dati più recenti) * . Datireperibili in database tossicologici * Classificazione ai sensi del CLP (Reg 1272/2008) * Studi effettuati dal produttore del cosmetico * Previsioni in silico (QSAR) —> vede se si incastrano det sostanze con sistemi proteici o biologici per valutare un potenziale allergenico * Principi ponte (di assimilazione) —> se ho dei dati su una sostanza e ne uso una simile, posso presumere una similitudine * Valutazioni effettuate per usi diversi da quello cosmetico, per completare il profilo tossicologico * CSR/Robust study summary di registrazioni REACH 9. Effetti indesiderabili ed effetti indesiderabili gravi Tutti i dati disponibili sugli effetti indesiderabili e sugli effetti indesiderabili gravi connessi al prodotto cosmetico 0, se del caso, ad altri prodotti cosmetici. Essa comprende dati statistici. 10. Informazioni sul prodotto cosmetico Altre informazioni pertinenti, ad esempio studi disponibili, effettuati su volontari, o i risultati debitamente confermati e comprovati delle valutazioni dei rischi effettuate in altri ambiti pertinenti. * Questotest, effettuato su un numero congruo di flontari ‘almeno 20) consente di valutare sell prodotto finito, applicato con modalità occlusive (| ) Uto ‘sulla cute, determina l'insorgenza di fenomeni irritativi visibili (eritema e/o condizioni di esposizione sono volutamente esasperate e molto diverse dall'uso Teaio ‘del prodotto. Al termine dell'esposizione si valutano le condizioni della cute, assegnando un punteggio da 0 (nessuna reazione avversa) a 4 (reazione grave). * Questotest consente di evidenziare gli individui con cute sensibile, in virtù della sensazione di pizzicore/bruciore (stinging) che questi soggetti mostrano dopo applicazione di un batuffolo di cotone impregnato di una soluzione di acido lattico al 10% lungo il solco che corre tra naso e labbro superiore. Gli individui così selezionati possono quindi essere Sottopostia unt test di tollerabilità cutanea, per verificare l'idoneità di un prodotto per soggetti con cute sen: * Testditollerabilità d'uso * Gli studi così condotti consentono di verificare la tollerabilità del prodotto nelle reali condizioni di impiego. | volontarisono chiamati a utilizzare il prodotto quotidianamente per almeno 4 settimane, sottoponendosia un controllo medico preliminare, uno intermedio e uno finale. * Lealtreverifiche sul prodottofinito * |prodotti Vengono sottoposti a tutta un’ rara se serie di verifiche, che ne valutano le caratteristiche distabiltà chimica e microbiologica. Per la stabilità chimica, sisottopone il prodotto a condizioni di temperatura che ne pot lrebbero alterare le caratteristiche visibili (odore, colore, ecc.) o chimiche (ad esempio pH e viscosità), verificando a intervalli di tempo regolare (ad esempio, un volta al mese per 3 mesi) le condizioni del prodotto. Per la stabilità microbiologica si ‘soltopone il prodotto a E iqunamento artificiale, inoculandovi direttamente dosi note di alcuni microorganismi rappresentativie verificandone la riduzione a specifici intervalli di tempo (il cosiddetto challenge test) PARTE B - Valutazione della sicurezza dei prodotti cosmetici 1.Conclusioni della valutazione Dichiarazione sulla sicurezza del prodotto cosmetico in relazione all’articolo 3. 2. Avvertenze ed istruzioni per l'uso riportate sull’etichetta Dichiarazione relativa alla necessità di indicare sull'etichetta tutte le avvertenze e le istruzioni per l’uso particolari, a norma dell’articolo 19, paragrafo 1, lettera d). 3. Motivazione Spiegazione della motivazione scientifica alla base delle conclusioni della valutazione di cui alla sezione 1 e della dichiarazione di cui alla sezione 2. La spiegazione deve fondarsi sulle descrizioni 72 Esempio standard di COSMEBIO Label “e Eco naturels ou d' naturels ou d'origine naturelle. TI] naturelle. SIT n * Min :95% des ingrédients sm * Min : 50% des ingrédients végétaux sont issus de végétaux sont issus de iu l’Agriculture Biologique ten l’Agriculture Biologique Min : 10% de l'ensemble des ingrédients sontissus 3 * Min :5% de l'ensemble des ingrédients sontissus de l'Agriculture de l'Agriculture $Biologique î Biologique x Ì ! pr * Les produits cosmétiques co * Les produits cosmetiques comportent souvent 50 à a i r comportent souvent 50 è 80% d'eau par définition 80% d'eau par définition non certifiable . non certifiable Immagine 1: la cosmebio è un ente certificatole Francesco (uno dei primi). Sul totale degli ingredienti, il 5% al massimo può essere ingredienti di sintesi, il restate 95% sono ingredienti naturali compresi acqua e minerali che però per certificazione non sono coltivabili (perché quelli coltivabili sono coltivabili con criteri) quindi non detti biologici. Escludendo acqua e minerali, ciò che resta è materiale vegetale che è certificatile, di questa % certificabile almeno il 95% deve essere certificato biologico. La cosmebio ha due marchi: questo come esempio è quello più restrittivo che prevede solo un 10% non bio certificato. Immagine 2: è la seconda tipologia di marchio registrata dalla cosmebio, detto ECO e non BIO che richiede un 5% In Italia, l'associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (AIAB), nata nel 1982 come “Commissione nazionale cos'è biologico”, ha finalizzato per prima il disciplinare per la BioEcoCosmesinel 2002. Il capitolato prevede un unico livello di certificazione indipendente dalla percentuale di bio in formula e definisce classi di sostanze che non possono essere utilizzate nelle preparazioni ed altresì gruppi di materie prime che possono costituire degna alternativa alle sostanze non ammesse. ICEA, il principale organismo italiano di certificazione del Biologico e il primo che ha introdotto in Italia la certificazione dei cosmetici biologici secondo lo standard della Bio-eco-cosmesi, messo a punto da AIAB (Associazione italiana agricoltura biologica) insieme ad un gruppo di produttori. DISCIPLINARE AIAB 2. SCOPO AIAB e le parti in causa sopraindicate, attraverso questo disciplinare perseguono i seguenti obiettivi: a) Permettere anche nel campo della cura del corpo di utilizzare prodotti a basso impatto ambientale ed in grado di esprimere la massima tutela possibile per la salute del consumatore, oltre che di soddisfarne le aspettative tramite una definizione corretta, trasparente e completa di BioEcoCosmesi. b) Definire i requisiti minimi per i prodotti di "BioEcoCosmesi”, a cui concedere il marchio c) Promuovere: * l' utilizzo di materie prime da agricoltura biologica o da raccolta spontanea * l'assenza di materiali discutibili dal pt di vista ecologico, nel prodotto e nell’imballaggio * l'assenza di materie prime non vegetali considerate “a rischio”, ovvero allergizzanti, irritanti o con evidenze di probabili danni per la salute dell’uomo * la riduzione dell'im patto ambientale dovuto agli imballaggi superflui (confezioni singole) o non riciclabili (si promuovono imballaggi da materie prime rinnovabili, materiali riciclabili o collegati ad un sistema di restituzione dei vuoti) * la produzione tramite le più moderne tecniche eco-compatibili * il consumo di cosmesi naturale e biologica, permettendo al consumatore il facile e immediato riconoscimento dei cosmetici veramente naturali 75 * la creazione di una banca dati che consenta il reperimento di materie prime biologiche o da raccolta spontanea sul territorio nazionale. 3. PRINCIPI Fattori prioritari nella scelta delle materie prime da inserire nella lista delle sostanze da non utilizzare per ottenere la certificazione ICEA a marchio BioEcoCosmesi AIAB (ALLEG. 1): * scarsa dermocompatibilità * tossicità e effetti indesiderati sull'uomo * scarsa eco-compatibilità * origine sintetica Nella lista delle sostanze da NON utilizzare si sono considerate ed incluse alcune classi di sostanze: * PEG, PPG derivati (tensioattivi, solubilizzanti, emollienti, solventi, etc.); * composti etossilati (tensioattivi, emulsionanti, solubilizzanti, etc.); * tensioattivi notoriamente aggressivi e poco dermocompatibili; * sostanze che possono provocare danni ambientali ed ecologici; * composti che possono dare origine a nitrosammine (sostanze cancerogene); * derivati animali come collagene, sego, placenta, ecc.; * siliconi e derivati siliconici; * polimeri acrilici (emulsionanti, modificatori reologici, filmanti, agenti antistatici, etc.); * conservanti come la formaldeide ed i suoi cessori, tiazolinoni, derivati del fenilmecurio, carbanilidi, borati, fenoli alogenati, cresoli alogenati; * coloranti di origine sintetica; * derivati dell’alluminio e del silicio di origine sintetica; 6.3 Materie prime animali Non possono essere utilizzati materie prime da animali quando questo ne comporti la soppressione. Sono ammesse materie prime da fermentazione batterica. E’ vietato l’uso della glicerina di origine animale. E’ vietato l’uso di collagene, cheratina, chitosano, chitina, ceramidi, elastina, eparina, acido ialuronico, acidi nucleici ed enzimi (e i loro derivati) di origine animale. 6.5 Materie prime chimiche Le materie prime prodotte tramite processi chimici sono ammesse soltanto nei casi in cui non esistono valide alternative e devono soddisfare i seguenti criteri: - non è ammessa |’ etossilazione della materia prima. - non è ammesso l’utilizzo di filtri solari chimici. - non sono ammesse le materie incluse nelle classi di sostanze di cui al punto 2 ed indicate negli allegati (lista delle sostanze da non utilizzare per ottenere la certificazione) - ai fini del completamento della linea cosmetica certificata di volta in volta la Commissione di Certificazione dell’Organismo di Controllo potrà ammettere l'utilizzo di ‘capryIyI glycol’ come conservante del prodotto cosmetico per una concentrazione massima pari all’1% o di ‘etidronic acid’ solo nel caso di prodotti cosmetici a base di oleati basici (saponi solidi) per una concentrazione massima pari allo 0,15% o l’utilizzo di ‘guar hydroxypropyitrimonium chloride’ per una concentrazione massima pari allo 0,1%. 6.6 OGM E' vietato l'utilizzo di ingredienti geneticamente modificati. L'organismo di controllo dovrà espletare particolari verifiche di filiera al riguardo dell’uso di ingredienti derivanti da materie prime come mais, patate e soia ed altri fortemente a rischio di contaminazione da OGM. 6.7 Irradiazione E' vietata l'irradiazione del prodotto finito con radiazioni ionizzanti e l'utilizzo di ingredienti con essi irradiati a scopo germicida o battericida/fungicida. 7. IMBALLAGGI: Per il condizionamento primario sono ammessi solo contenitori riciclabili, preferibilmente ammessi per alimenti; non sono ammessi materiali pericolosi per la salute e che rilasciano monomeri pericolosi per l’ambiente (ALLEG 2) 76 Per il condizionamento secondario, oltre a non essere ammessi materiali pericolosi per la salute, si richiedono imballaggi ridotti ed ecocompatibili, preferibilmente da materie prime naturali e rinnovabili, garanzia di scelte rispettose delle risorse naturali. Alcuni esempi di corretta applicazione dei criteri sopra indicati sono: - etichetta e tappo dello stesso materiale del flacone per consentire il corretto riciclaggio; - uso di dispositivi spruzzatori o dosatori monomateriale; - nel caso di prodotti che prevedono la pompetta spruzzatrice o dosatrice plurimateriale è auspicabile commercializzare tale articolo anche nella versione “ricarica” e invitare il consumatore, mediante visibili diciture in etichetta, all’utilizzo il più possibile ripetuto della pompetta. La presenza del metallo infatti, impedisce un corretto riciclaggio. CERTIFICAZIONI EUROPEE: 1) COSMOS 2010 —> 2 livelli di certificazione, è poco restrittivo e non ha un marchio proprio: - COSMOS ORGANIC = 95% naturali; 10% bio in prodotti da risciacquo se no 20% - COSMOS NATURAL =» % indeterminata = 2% max sintesi, elenco sostanze vietate e criteri del certificatore locale 2) Ecocert (Fr) 3) Cosmebio (Fr) 4) BDIH (Germania) 5) Soil assoc (GB) 6) Bioforum (Belgio) 7) lcea(Italia) NATRUE 2007-2010, anche certificazioni di materie prime, ha anche un marchio identificativo - CCPB (Italia) - Bio Inspecta (Svizzera) - Ecocentral (Germania) Prevede 3 livelli di certificazione: 1) Cosmetici naturali (dati anche natural cosmetics): - liste positive - Processi ammessi - % minima naturali diverse a seconda della categorie cosmetici 2) Cosmetici naturali con ingredienti biologici (natural cosmetic with organic portion) - almeno il 70% degli ingredienti naturali/natural simili deve essere bio 8)Cosmetici biologici (organic cosmetics) - almeno il 95% degli ingredienti naturali/natural simili deve essere bio LINEA GUIDA ISO 16128: E stata pensata una linea guida nell’ambito della normativa uso, 16128, con genesi molto complicata ed ostacolata. In un 1° momento si è cercato di dare una definizione di biocosmetico e in un 2° momento i parametri per definirlo. - Lo standard è stato diviso: in Definizioni (ISO 16128-1) e Requisiti (ISO 16128-2). - permesso l’utilizzo di OGM e di sostanze chimiche “passo in avanti verso la standardizzazione internazionale del concetto di cosmetico naturale e biologico Si sente molto parlare di un “BIODIZIONARIO”, una sorta di database online, consultabile sia dai produttori che consumatori gestito da un chimico industriale. Valutazione degli ingredienti cosmetici rispetto al loro impatto ambientale, quindi nella visione dell’eco-tossicità verso gli organismi acquatici e l’uomo. ICEA cosmetic check è un test ecologico fai da te. Valutare in pochi istanti il grado di naturalità di qualsiasi prodotto di bellezza, per l'igiene personale e la cura del corpo. Pubblicità ingannevole—> tante normative negli ultimi anni hanno cercato di arginare il fenomeno, il settore della cosmesi è uno dei più soggetti alla pubblicità ingannevole. Periodicamente le pubblicità sono citate all'autorità garante per la concorrenza sul mercato (AGCM) detto anche Antitrust. TT un coinvolgimento di risposta immunitaria, la scottatura si estende anche a zone non esposte ai raggi solari fino ad avere proprio una orticaria solare su tutto il corpo. Le sostanze in grado di dare queste due tipi di reazioni, sono molecole con gruppi cromofori, in particolare sono coinvolti i raggi UV-A. L'interazione tra queste sostanze + gli UV-A vanno a formare i foto-adotti, ovvero DNA delle proteine dei lipidi che portano a una manifestazione di sensibilizzazione cutanea. Gli agenti fotosensibilizzanti (sia che io li metta sulla pelle, sia che io li ingerisca) sono: - farmaci: tetracicline, sulfamidici, tiazidi, fenotiazine, benzodiazepine, griseofulvina.. - Salicilati alogenati in deodoranti (esaclorofene, diclorofene) - Filtri solari (Paba, octil-paba, cinnamati, benzofenoni) diventa molto difficile capire la causa effetto. La persona continua a dare la cream solare/filtro solare andando ad aggravare la situazione. - Coloranti ì - Psoraleni (furocumarine tricicliche). E una famiglia particolare di composti, sono composti per lo più naturali (quelli di sintesi sono meno aggressivi), sono presenti queste sostanze in tenore naturale nelle specie citros (molto ricco ne è il bergamotto), oppure nel lattice di fico, anche emmi majus (vietata in cosmesi ma usata nel trattamento della vitiligine). In ordine decrescente di attività conosciamo: 8-MOP; 5 MOP o bergaptene; TMP; angelicine; 7 metilpinidopsoralene; P sintetici. Gli psoraleni sono impiegati nell’ambito medico nella TERAPIA PUVA= P (psoralene) + UVA= si va ad applicare lo psoralene e si va irradiare con radiazione UVA la pelle per trattare la vitiligine ma anche in alcuni casi come la psoriasi. In passato gli psoraleni erano usato per l’effetto sunburn, producendo in maniera volontaria la scottatura solare determinando una iperpigmentazione (abbronzatura in pochi minuti di esposizione al sole), usato negli auto- abbronzanti, ma in concomitanza con la sintesi di melanina si arrivava anche ad una produzione di foto-addotti con basi pirimidiniche del DNA. Fattore di rischio per il melanoma maligno. All’interno del contesto dei self-tanning sono stati molto sfruttati, ma da un certo anno in avanti (caso: bergasol), l’uso delle furocumarine in cosmesi è vietato. L'impiego perciò è limitato nell’ambito farmaceutico. L'allegato 2, mi dice che è vietato l’uso di furocumarine: nei prodotti cosmetici sono vietate salvo tenori normali nelle essenze naturali, però nei prodotti di protezione solare e negli abbronzanti le furocumarine devono essere prendenti in quantità inferiori a 1 mg/Kg. Non ci si da profumo o deodorante prima dell’esposizione al sole, perché si può produrre una reazione foto-tossica detta “Berloques dermatitis” il nome si riferisce all'aspetto a goccia di queste lesioni (la colatura del profumo dove si manifesta la foto- tossicità). La reazione si manifesta entro 2 ore dal contatto con raggi UVA. Per individuare le cause che portano a una FOTO-DIC e FOTO-DAC, quindi individuare FOT- APTENI si fa il FOTOPATCH-TES: si applicano una doppia serie di foto-apteni (Molecole note che generano la reazione), poi solo una delle due serie è esposta alla radiazione solare e si nota se la sostanza è in grado di dare reattività o dare anche reattività cutanea anche dopo l’esposizione ad UVA. Alcuni sono agenti microbici usati in cosmesi, altri filtri solari, sostanze profumanti 4. REAZIONI NON IMMEDIATE O RITARDATE Sono reazioni di tipo immunologico, allergia cellula-mediata (immunità cellulare-linfociti T) o dermatite allergica da contatto (DAC). Quindi la risposta allergica non coinvolge anticorpi ma linfociti T, fa sempre parte dei DAC è più rara però, quindi più difficile da correlare. Quindi è facile che cronicizzi Segni clinici: - eritema, edema, prurito, dolore e vescicole, pelle screpolata e squamosa, che si sviluppano progressivamente nel sito ove si è manifestata la reazione - Reazione dopo 2-6 giorni o anni dal primo contatto, il tipo di antigene e la sensibilità dell'ospite ne determinano l’insorgenza - Si manifesta nella zona di contatto (lesioni primarie) ma si può espandere ad altre zone (lesioni secondarie) può cronicizzare - APTENI: Cromo, nichel, formaldeide. L’patene è una piccola molecola in grado di innescare questa attività. L’allegria al nichel è la più subdola, essendo noi a contatto con nichel quotidianamente, perché con il sudore vengono estratti metalli presenti in una collana (ad esempio). In farmacia vi sono molti cosmetici nichel-free destinati a queste tipologie di pelle. 80 | fattori coinvolti nell’insorgenza di alterazioni cutanee, non sono dati solo da ingredienti ma anche da: 1) Adulterazioni: ingredienti inseriti nel prodotto cosmetico ma non dichiarati in etichetta. Uno dei casi più frequenti che capitano è la presenza di corticosteroidi nelle creme (schiarenti cutanei) ma sono vietati nei cosmetici. 2) Contaminazioni: | metalli pesanti in particolare sono presenti in preparati cinesi ed indiani, per i metalli possiamo avere sia fenomeni di tossicità acuta che di tossicità da accumulo. Ma anche la formaldeide. Per quanto riguarda i metalli pesanti la normativa sui prodotti cosmetici è stata sviluppata nel tempo, i metalli possono residuare nei cosmetici perché presenti nelle materie prime o perché derivano dallo sfregamento di parti metalliche dei macchinari utilizzati nella produzione del cosmetico. La legge sui cosmetici li vieta salvo un tenore in tracce tollerabile, presenti purché non facciano male al consumatore. La legge non definisce chiaramente quali siano i limiti di concentrazione, è stato stabilito dall’associazione italiana di tossicologia in unione all’ISS, in Italia ci sono limiti tra i più restrittivi (definiti caso per caso, stato per stato), quando trovo in etichetta “7 metalli testati”, non obbligatorio per legge, non significa che i metalli pesanti non sono presenti in quanto è sempre SS ot) 59 fitta costi rilevabile un certo tenore di metalli, vuol dire che è testato per la presenza _ 6% (cp) di metalli quindi “Metal Tested”, ad esempio del Nichel. Solitamente i prodotti in cui troviamo la presenza di un tenore maggiore di metalli pesanti sono: ombretti, smalti, cipria, matita occhi, eye-liner, fondotinta, correttori, rossetto, lucida-labbra. Ovvero prodotti che contengono AO pit Gi pigmenti minerali. Patt cosi ot 1% fa) Attenzione: - Il termine ipoallergenico indica che in un dato numero di soggetti il ridotto non ha dato manifestazioni, ma non esclude che in altri soggetti non si possano verificare. Ipoallergico non vuol dire analllergico - Effettuare un “mini patch-test” per scoprire se un nuovo prodotto cosmetico possa dare problemi (piccola quantità sui polsi per un paio di giorni). - Le sostanze più spesso coinvolte nelle allergie da cosmesi sono le essenze profumate (balsamo del Perù, colofonia, catrami di legno per il 50%)—> “senza profanazioni” o “fragrance-free” o “without parfume”. Vaporizzare profumi sui vestiti. Antimicrobici e antiossidanti in grado di dare dermatiti (concentrazioni in petrolato) - butilidrossi-anisolo/toluene: sono antiossidanti citati in INCI con BHA e BHT, sono sostanze in grado di dare reattività cutanea. Sono usati anche in ambito alimentare ma vietati in alimenti per bambini. Sono sospettati di causare cancerogenicità. - EDTA: è un celante, più usati, ha problemi per quanto riguarda la reattività cutanea ma anche eco-compatibilità. - Cloramina e clorexidina: sono due antibatterici molto usati a livello del cavo orale, danno manifestazioni di reattività cutanea - Parabeni: conservanti molto usati, incolori, inodori, usati anche in ambito farmaceutico e alimentare. Hanno un certo potere di sensibilizzazione Comunque basso. Deboli sensibilizzanti cutanei. Sono sospetti di generare tumore al seno. La concentrazione di parabeni usata è andata a diminuire nei cosmetici. CLAIM: paraben free. Perturbatore endocrino. La correlazione certa però manca. - Diclorofene/esaclorofene confinato all’allegato 2 (in Francia ci fu un'aggiunta eccessiva del 2° ingrediente ad un talco per bambini per un 6% e portò a 36 morti e 200 malati per manifestazione di tossicità). La bioecocosmesi vieta tutti questi elementi/ingredienti. Conservanti - Kathon: è un conservante e battericida di sintesi ad ampio spettro, attivo anche a bassi dosaggi, è un forte sensibilizzante. Non è ammesso in campo farmaceutico e alimentare. Idrosolubile. In uso da 25 anni in cosmesi, ma sempre meno. - Formaldeide: è un importante agente sensibilizzante, sopratutto negli shampoo - Cessori di formaldeide: imidazolidiny! urea (è un conservante di sintesi che rilascia poca formaldeide, è ammesso in cosmetica, ma non in farmaceutica. Causa sensibilizzazione e allergia); diazolidinyI urea (come il precedente ma più forte); DEDM, DM, DMDM hydantoine 81 (sono nitrosammine e nitrosamidi potenzialmente cancerogene); quaterium 15 (sale di ammonio quaternario. Conservante e antisettico usato anche come: disinfettante e deodorante in detergenti e deodoranti, presenti in molti cosmetici (come make up per occhi, fondotinta, shampoo, lozioni, solari, polveri aspersorio e detergenti). Rilascia formaldeide, è tossico e produce sensibilizzazione. - Methyl paraben, ethyl paraben, propyl paraben, butyl paraben: la famiglia dei parabeni costituisce il gruppo di conservanti più usati dall'industria cosmetica. Possono dare luogo ad intolleranze (pelli sensibili) Additivi emulsionanti e solventi - Polyethylenglycole (PEG): categoria di sostanze emulsionanti di sintesi. In detergenti e shampoo sono utilizzante per ottenere emulsioni viscose, mentre nelle creme consentono di ottenere emulsioni con effetto emolliente e umettante. L'effetto è solo apparente, poiché non apporta effettiva idratazione. In particolare le pelli sensibili o danneggiate devono evitare PEGG, PEG20, PEG75. - Propylen glycol, Butylen glycol, polypropylene glycol: sono utilizzati come solventi e diluenti nelle emulsione. Facilitano la fluidità e la tenuta delle emulsione, evitando la separazione dei componenti. Hanno un alto grado di penetrazione nella pelle, per cui vengono anche usati come veicolo di trasporto dei principi attivi. L'uso continuo causa sensibilizzazione ed aumenta la permeabilità della pelle. Il propylen Glycol è anche utilizzato in fitocosmetica per estrarre i principi delle piante. - Ethylene glycol: solvente sintetico, irritante, tossico - DEG: nell’allegato 2, ammesse tracce come impurità ma un massimo 0,1%. Dalla Cina a volte capita che si usi questo ingrediente al posto della glicerina. Tensioattivi - MEA (monoethanolamine); TEA (triethanolamine); DEA ( diethanolamine): sono acidi grassi di sintesi o ricavati dall’olio di cocco utilizzati come emulsionanti e/o schiumogeni. Presenti in cosmetici, detergenti, shampoo e condizionatori, queste sostanze si trovano combinate sia fra loro, sia con altri tensioattivi o emulsionanti e sono facilmente assorbite dalla pelle. Sono sensibilizzanti e disidratanti. Favoriscono formazione di acne e forfora. Penetrando nella pelle possono dar luogo alla formazione di nitrosammine (cancerogene) e a loro depositi. Cocamide DEA (TEA o MEA), Oleamide DEA (TEA o MEA), Lauramide DEA (TEA o MEA), Linoleamide DEA, Myristamide DEA, Stearamide DEA, DEA-Cethyl Phosphate DEA-Oleth-3 Phosphate, TEA- Lauryl Sulfate, Thiethanoamine. - Sodium Lauryl Sulfate (SLS), Armonium Lauryl Sulfate, TEA Lauryl sulfate; MAgnesium Laureth Sulfate; MEA Laureth Sulfate: utilizzati in detergenti, saponi, shampoo e bagnoschiuma. Sono irritanti, disidratati comedogen l danno dipende dalla loro concentrazione e dalla durata del contatto. Provocano alterazioni nell’epidermide e l’irritazione può non essere evidente dopo l’uso, ma manifestarsi nel tempo. Si depositano sulla pelle e nei follicoli. - Sodium laureth sulfate (SLES) e Amonium laureth sulfate: di sintesi, derivati dall’EtO con azione emulsionante e schiumogena. Aumentano la consistenza del ridotto. Meglio tollerata dalla pelle rispetto alla precedente, questa categoria di tensioattivi può causare irritazione, in particolare agli occhi. - Parafenilendiamina (PPD): è un colorante per capelli impiegata nelle tinture permanenti dei capelli. Hennè temporanei sulla pelle, solitamente è rosso, se fosse scuro allora è stata aggiunta PPD che può facilmente dare manifestazioni di natura tossica ma anche allergica. A seguito di tinture di capelli, o tatuaggi in spiaggia si hanno manifestazioni anche importanti. La PPD può essere presente anche nei mascara. 82 tensione interfacciale diminuisce dall'uso del tensioattivo e oltre la CMC non ho già variazione del parametro. Aggregazione in strutture diverse (cilindri, esagoni e lamine) Classificazione dei tensioattivi = Non ionici—> testa polare non carica - Anionici —> testa polare con carica negativa. Ai fini cosmetici sono usati nella detergenza ma danno elettrostaticità che viene eliminata dai cationici. Sono già efficaci nella detergenza perché le cheratine cutanea a contatto con acqua si caricano negativamente e trattengono lo sporco è carico positivamente e lo eliminano. - GCationici—> testa polare con carica positiva. Usati come lucidanti. | cationici eliminano l’elettrostaticità, si legano al capello e danno lucidità tramite il terminale lipofilo. Sono contenuti in maschere e balsami per capelli e si legano con legame ionico alle cheratine dei capelli e le code danno pettinabilità e lucidità ai capelli. - Anfoionici —> testa polare con carica positiva e negativa Gli altri tensioattivi affiancano gli anionici per abbassare la tossicità, ma usati anche come agenti antimicrobici. HLB Griffin (1950): sistema basato su scala arbitraria di valori per misurare PM parte idrofila bilanciamento idrofilo-lipofilo (HLB) di un tensioattivo HLB +. parte Ierollla PM totale HLB (hydrophilic-lipophilic balance): percentuale della quota idrofila nella molecola del tensioattivo divisa per 5. | tensioattivi: - con HLB < 10 —> lipofili - Con HLB > 10 —> idrofili Mi teen l’HLB è la misura del bilanciamento idrolipofilo di un tensioattivo, 1 mi dice quanto è più affine a fasi acquose o oleose il tensioattivo. 5 Si calcola valutando il PM della parte idrofila rispetto al PM totale i del tensioattivo stesso. | valori di HLB mi va ad indicare il St ----. possibile uso del tensioattivo (parametro più impo). 8 ____ bagnanti A seconda dell’HLB, tensioattivi trovano impiego in cosmetica e 10 tecnica farmaceutica come: 13 emutsionanti 0/A - Emulsionanti in emulsione O/A o A/O 130] TITTI TO - Solubilizzanti, per la preparazione di soluzione trasparenti di 16 detergenti sostanze non solubili nel solvente tramite due approcci 4% 0, A- fondamentali: microemulsionamento e micellizzazione. 18 solubilizzanti La tabella mi da i campi di impiego dei tensioattivi in funzione del 20 HLB di valori da 0 a 20: - valori da 0 a 8 indicati su tensioattivi usati come anti-schiuma (in creme cosmetiche, importanti perché emulsionando il prodotto non inglobo aria) - Da3a6ho tensioattivi indicati come emulsionanti acqua in olio con carattere lipofilo prevalente - Da 6a9tensioattivi indicati come bagnanti, usati per la formulazione di fondotinta fluido (bagnabilità di polveri) - Da 6 fino a 16 ho un’ampia gamma di emulsionanti olio in acqua quindi un margine più ampio rispetto agli emulsionanti acqua in olio - Come prodotti detergenti ho valori di HLB alti tra 12 e 16 verso idrofilia, perché usati in contesto con grandi volumi acquosi dove devo solubilizzare grandi gocce di sporco - Sopra 16 ho tensioattivi detti agenti solubilizzanti e sono i più idrofili (nello specifico solubilizzano piccoli volumi di lipidi in grandi volumi acquosi) HLB si usa per tensioattivi non ionici perché facilmente calcolabile, invece per gli ionici è difficile calcolarla perché la porzione idrofila viene solvata (c’è acqua di solvatazione che avvolge la testa ionica) e quindi hanno valori che superano anche quello di 20, ma non sono significativi, sale così tanto per l’alone di solvatazione. Tensioattivi non ionici Caratterizzati da gruppi non sono ionizzabili, con testa polare costituito da gruppi etossilici o idrosili. Buon bilancio di gruppi idrofili e lipofili nella molecola. Sono compatibili con tutti gli altri tipi di tensioattivi. Tra molecole idrofile come zuccheri come glicerolo, glucosio e saccarosio, 85 invece la porzione liopofila sono AG e le due porzione sono legati insieme con legame estereo. L'impiego è come agenti emulsionanti, si trova nei detergenti per abbassare l'aggressività dei prodotti. La loro attività non è influenzata da ph o dalla presenza di elettroliti. | più importanti sono: - estero parziali del glicerolo con acidi grassi (gliceril monostereato) - Esteri del orbitano con acidi grassi - Esteri poliossietilenati del orbitano (polisorbati) - Esteri poliossietilenati di acidi grassi - Esteri poliossietilenati di alcol grassi - Esteri del glucosio (calcoli C8-10 con poliglucosio, alchil glucosidi) - Esteri del saccarosio. ETERI: contengono una catena poliossietilenica direttamente legata alla catena polare, oppure con interposto un nucleo aromatico. Si ottengono con una reazione di molecole di alcol grassi e molecola di ossido di etilene, a seconda del numero di molecole di ossido di etilene, mi sposto verso una situazione di maggiore o minore idrofilia, più sono le molecole di ossido etilene più aumenta l’idrofilia del tensioattivo e quindi aumenta HLB R-OH + n ETO —> R-0-(CH2-CH20)nH (Brij, Cetomacrogol, Emulgin ®) 8rij35 ® poliossietileneteri di alcoligrassi es: poliossietilen(23)lauriletere eteri di poliossietilenglicoli CH3{CH2)11(0CH2CH2}nOH doven=23 PEG-n...{ac grasso)...etere es: PEG-23-lauriletere Chimicamente sono detti poliossi-etilen di alcol eteri o eteri di poliossi-etilen glicoi —> PEG e numero che fa riferimento al tipo di alcol grasso impiegato e seguito dalla parola etere (es: BRIJ35, INCI: LAURETH283). | PEG sono polimeri ottenuti per polimerizzazione di ossido di etilene. | PEG non sono graditi dalla bioecocsmesi perché. Etossilazione produce disossano come sottoprodotto (monitorato nei prodotti cosmetici, che non crea grandi problemi, ma dal 2015 si valuta che il disossano sia presente al di sotto di 10 ppm) ESTERI: i più noti tensioattivi di questo tipo sono gli SPAN (sorbitan-mono-oleato; sorbitan-mono- stearato; sorbitan-mono-palmitato; sorbitan-di-oleato ecc) contraddistinti da numeri, ad es: SPAN 20,40,60,80 ai quali corrisponde una o due catene di acido grasso ed il topo di acido grasso. Derivano dalla reazione tra Acidi grassi (e non alcol grassi) con polialcoli, quindi reazione di esterificazione, che possono essere di natura zuccherina (glicerina, sorbitolo, glicol) molto usato è il sorbitano (sorbitolo ciclizzato) che viene esterificato con AG nel caso della famiglia dei tensioattivi detti SPAN sono nominati con numerazione accanto che indica AG presente (es SPAN 20 = acido laurico). Ottengo quindi SORBITAN-MONO-OLEATO: ho esterificato 1 OH del orbitano con 1 molecola di A. Oleico. Ma posso esterificare anche 2 molecole e ottengo il di-oleato. Più aumenta il numero di AG che attacco alla molecola allora più aumenta la lipofilia. Più aumenta il PM allora anche la lipofilia aumenta del tensioattivo e cala il valore di HLB. R-COOH + R°-OH —> R-C00-R’ Composti in cui la parte idrofila è costituita da uno zucchero esterificato con un acido grasso: sapore meno sgradevole n°SPAN > PM ac grasso > LHLB Inci: sorbitan stearate (Span60) Emulsionanti A/O o emulsionanti di contrasto per emulsioni 0/A Lo SPAN 60 = sorbitan-stereate (1 molecola di orbitano + 1 molecola di acido stereato). Usati come emulsionanti di acqua in olio con prevalente carattere lipidico. Gli SPAN sono spesso associati con i TWEEN. L’etossilazione è una pratica frequente per aumentare la porzione idrofila sulla molecola. Se aumento il numero di AG attaccati e quindi aumento PM e liofilia, se aumento il PM di idrossido-di etilene allora aumento idrofilia. 86 Un’altro tipo di tensioattivi è rappresentato da copolimeri tra poliossietilene e poliossipropilene: - Eteri/esteri: simili agli SPAN, dove OH non impegnati vengono condensati con EtO, formando quindi un legame etere oltre a quello estere tipico degli SPAN —> POLISORBATI (poliossi- etilen-sorbitan-mono, di o tri -stereati) prendono il nome di TWEEN. Sono simili agli SPAN ma più idrofili perché aggiungo gruppi poli-idrossietilenici. Si vanno a trattare le molecole con le unità di ossido di etilene. Parto da strutture simili. SPAN ma gli oh non esterificati sono condensati con unità di idrossi-etilene, quindi si formano due tipologie di legami: etereo ed estereo. Numeri 20,40,60, 80 (poli-sorbato 80 in INCI). Si usano in coppia per creare emulsioni con SPAN. PEG-PPG-PEG= Pluronics PPG-PEG-PPG = Poloxaleni Questi tensioattivi (PEG= polietilenglicoli; PPG= polipropilenglicoli) hanno notevole affinità per la fase acquosa. Emulsionanti O/A o di contrasto per emulsione A/O Esteri di glicol polietilenici —> (PEG) R-C00-(CH2-CHE2 O)nH. L'acido grasso è direttamente attaccato alla porzione idrofila PEG. ES: poliossietilenstereato o PEG-8 monostereato INCI: PEG-8stereato I pluronix sono detti poloxaleni, con alternati unità idrofile e lipofile. Derivati glucosidici Naturali e biodegradabili (zuccheri ottenuti da cerali e alcol o acidi grassi vegetali). Si trovano sotto forma di esteri o eteri. Hanno un buon potere schiumogeno e detergente, perciò usati nella detergenza. Gli esteri del glucosio o saccarosio con acido palmizio e stearico si usano come opacizzanti ed emulsionanti. In combinazione con SLS o SLES migliorano la tollerabilità. Sono molto delicati ma buoni schiumogeni, fattore importante e di qualità. INCI: Decyl glucoside, coco glucoside, lauryl glucoside. La parte zuccherina è quella del glucosio che viene esterificata con acidi grassi. Sono tensioattivi più moderni e naturali. TENSIOATTIVI ANIONICI * Saponi naturali: carbossilati alcalini ed alcalino-terrosi o amminici; si tratta sopratutto di stereati, palmitati, isostearati di Na e K. Ph basico in acqua. | saponi alcalino-terrosi sono poco solubili * Saponi interrotti: gruppo poliossietilenico tra il residuo acrilico ed il gruppo carbossilico; * Acilglutammati: molto delicati * Esteri solforici: sodio laurilsofato e sodio lauriletossisolfato * Esteri solforici: sodio diottisolfosuccinato Limiti di impiego: sensibilità alle cariche di segno opposto (possono favorire la ppt), ed al pH (precipita acido grasso), azione alcalinizzante (idrolisi alcalina: ROOONa + H20 —> RCOO + NA —> RCOO + HA20 —> RCOOH + OH) e delipidificante dei saponi (attenuabilità con idrolizzati proteici e amidosaponi) 1) SAPONI RC00 Me+ Sono sali di acidi grassi con metalli alcalini. Formati da acidi grassi saturi e insaturi con catena da C12 a C18 (laurico, miristico, palmitico, oleico ecc); la funzione carbossilica è salificata con Na, K, Mg, AI, sali ammonici ecc. Questi saponi possiedono un potere sgrassante molto elevato fino ad arricciare la pelle, a contatto con acqua manifestano idrolisi alcalina, questi derivati di acidi grassi a contatto con acqua rilasciano attraverso la reazione di idrolisi, degli ioni OH- in soluzione di lavaggio portando un ph fino a 9, soluzione lavante troppo basica rispetto al ph eudermico. Questa alcalinità non fa 87 materiale lipidico che riesce a mantenere una buona adesione (angolo di contatto tra sporco e cute, è un angolo di contatto basso, le forze adesive tra sporco e pelle sono elevate). La pelle non è bagnabile dall'acqua ma solo da miscele di acqua + tensioattivi, l’acqua tenderebbe a scorrere via dalla palle essendo ricoperta da uno strato di natura sebacea. Queste miscela riescono ad agire sulla tensione superficiale dell’acqua stessa, e sulla tensione interfacciale tra acqua e sporco. In più ho un discorso di carica, le cheratine in contato con acqua si caricano negativamente invece lo sporco è carico positivamente e questo aumenta ulteriormente l’affinità dello sporco per la pelle. La cute carica negativamente tende a trattenere lo sporco carico positivamente. Possiamo pensare alla detergenza come un fenomeno che avviene in_3 fasi: 1) Assorbimento del tensioattivo da parte dello sporco—> il tensioattivo prende contatto con lo sporco che aderisce al substrato della pelle (angolo di contatto < 90), lo sporco aderisce bene alla nostra cute. Il tensioattivo si avvicina allo sporco inizialmente per un discorso di affinità, tramite la catena lipofila del tensioattivo prende contatto con lo sporco. La fase dura finche le particelle di sporco non vengono ricoperte da uno strato monomolecolare di tensioattivo, la porzione idrofila del tensioattivo sono orientati verso l'esterno. La cheratina con acqua è carica negativa e lo sporco è positivo. Il tensioattivo va a diminuire la tensione superficiale dell’acqua, questo fa si che l’acqua sia in grado di bagnare la cute, ovvero l’angolo di contatto tra acqua e cute diminuisce, mentre aumenta tra sporco e la cute. Il tensioattivo aumenta il potere bagnante dell’acqua nei confronti della cute. Vado verso la situazione di formazione di un’emulsione O/A. 2) Irasferimento di carica elettrica —> La molecola del tensioattivo inserendosi negli interstizi tra substrato e sporco tende ad avvolgere completamente le particelle di grasso e ciò che succede è un trasferimento di carica. Questo momento è ciò che fa capire perché è importante avere un tensioattivo anionico per la detergenza, questa azione è sicuramente più incisiva per questo tipo di tensioattivo che avvolge lo sporco e la goccia di questi due componenti diventa carica negativamente. In questo modo ho una repulsione della goccia scarica negativa con la carica negativa della cute. 8) Asportazione meccanica e solubilizzazione —> l’angolo di contatto tra sporco e cute aumenta grazie al tensioattivo, quindi lo sporco non riesce già a bagnare la cute. Distacco per repulsione, dove la goccia diventa micella. L'asporto si ha per azione meccanica e di solubilizzazione tramite lavaggi. La schiuma è un fenomeno concomitante, ma non necessaria per la detergenza. Deriva dal fatto che i tensioattivi agiscono sulla tensione interfacciale tra soluzione lavante e l’aria. Ma psicologicamente siamo abituati a correlare la detergenza alla schiuma. Spesso i tensioattivi più schiumogeni sono anche i più aggressivi perché abbiamo: - solubilizzazione dei lipidi cutanei - Rigonfiamento delle cheratine - Aumento della penetrazione trans-cutanea di altre sostanze - Essiccamento dello strato corneo EMULSIONANTI | sistemi dispersi sono instabili e necessitano di sistemi di interfaccia detti emulsionanti che conferiscono stabilità al sistema. La differenza tra emulsionanti e tensioattivi è molto sottile: - gli emulsionanti hanno tutta una serie di sfumature dalla idrofilia alla lipofilia prevalente a seconda che devono essere usati in un contesto di emulsioni di O/A 0 A/O; - il tipo di attività è lo stesso, alcuni tensioattivi nella detergenza sono impiegati in emulsionologia a bassa concertazione; - tra i vari tensioattivi si scelgono quelli meno schiumogeni possibili perché la schiuma da instabilità all’emulsione; - sono anche meno bagnanti (quindi non importa); - sono sempre agenti di interfaccia e devono diminuire la tensione interfacciale; - li uso nell’ottenimento di emulsioni fluide o consistenti ovvero quelli commercialmente detti latti o creme; - chimicamente possono appartenere a tutte 4 le categorie citate, di prevalenza sono usati i non ionici oppure alcuni anionici. 90 SOLUBILIZZANTI Hanno una HLB > 16 o comunque compreso tra 14 e 18, sono agenti d’interfaccia tensioattivi dove la porzione idrofila è particolarmente forte, quindi sono ad altissima idrofilia. Riescono a formare micelle in grado di inglobare i lipidi. La situazione è sfruttata in alcune tipologie di preparati cosmetici particolari come: gel bifasici micellari, o sub-micro emulsioni trasparenti. usano ad esempio per solubilizzare in tonici per viso, capelli e gel monofasici, piccoli porzioni di oli essenziali, profumi, oli fissi e vitamine. Quindi i solubilizzanti sono agenti usati in contesti particolari e spesso la porzione idrofila è costituita da lunghe catene di ossido di etilene. LIPIDI Sono una famiglia molto nutrita e inoltre possono rivestire molti ruoli e funzioni in un cosmetico. Utilizzi: 1) Veicolazione (oleoliti, unguenti, emulsione ecc), usato per solubilizzare sostanze fuinsuoanli di natura lipofila che vogliamo veicolare nella pelle. Tecnica dell’enfleurage: estrazione di oli essenziali da componenti delicati come i fiori, il lipide è un veicolo per usare la profumazione. 2) Emolliente (olio di mandorle, olio di argan questi puri possono essere applicati sulla pelle), il termine è adatto ad associare a un lipide essendo che aumentano l’idratazione della pelle in particolare dello strato corneo per occlusione. 8) Protezione (cere), usati nella formazioni sono in grado di dare film continuo sulla pelle per dare protezione. 4) Azione sebo-restitutiva (ceramici, olio di oliva, cartamo), in genere sono lidi naturali che già la pelle conosce, perciò usati per pelle secche. 5) Detergenza (oli da bagno), gli oli sono detergenti basandoci sul concetto simile scioglie simile. 6) Profumazione (oli essenziali) 7) Foto-protezione (olio di noce, cera di jojoba) valori dimassimo 4-6, quindi portatori di un indice di fot-protezione 8) Lucidante su capelli (olio di lino), oli ricchi di insaturazioni, perciò in grado di formare film lucidante 9) Fattori di consistenza (cere) 10) Estrazione insaponificabile (olio di avocado), la porzione insaponificabile determina una buona protezione per la pelle. frpi arpa 11) Materia prima per fare saponi (olio di oliva, cocco e palma) PRRREFImoI totear "Vasa muneet) | REPENICI © Korer mine) | Chimica dei lipidi (divisi in base a polarità (importante dal Soiano punto di vista formulativo) e stato fisico: 1) idrocarburi (apolari - liquidi: paraffine liquida, squalano, cicloparaffine - Semisolidi: vaselina, olio di vaselina gelificato, polidecene | - Solidi: paraffina ozocherite, cera microcristalli 2) Eteri (poco polari) - liquidi: siliconi, ciclosiliconi, dicaprililetere - Semisolidi: crosspolimeri siliconici 83) Esteri (Mediamente polari) - liquidi: trigliceridi vegetali e sintetici, esteri vegetali e sintetici - Semisolidi: burri vegetali, oli idrogenati - Solidi: cere animali, vegetali e sintetiche 4) Alcoli (polari | - liquidi: ottildodecanolo, olelico, isostearilico. i - Solidi: alcol etilico, cetilstearilico, stearilico, beeniclico, FSTALNON — arachidilico | 5) Acidi (molto polari) | - liquidi: isostearico |__ _ - Solidi: stearico (stearina) VALTORA ACIDI GRASSI FRIGLICERIDI — Burro di cacao Burro di cocco Quando un lipide deve essere scelto, ne vengono valutate le caratteristiche presenti su scheda tecnica, caratteristiche: - N° di lodio= n° di g di iodio assorbiti da 100g di lipide —> indica il grado di instaurazione di un lipide, perciò mi dice la tendenza che un olio ha ad irrancidire, ma anche se è un olio di qualità (più insaturazioni ci sono più l’olio è pregiato) - N° di saponificazione= mg di KOH richiesti per completa saponificazione di 1g di lipide —> indica quanti AG sono contenuti nell’olio, gli oli con valore di saponificazione alto sono scelti per la produzione di saponi - N° di acidità= mg KOH richiesti per neutralizzare ac. gr. liberi in 1g di lipide —> parametro di qualità, man mano che l’olio irrancidisce la qualità dell’olio diminuisce e quindi aumenta il n° di acidità - N° di esterificazione= mg di KOH richiesti per saponificare la frazione neutra di un lipide= n° di saponificazione — n° di acidità —> mi dice quanto grasso neutro resta ancora, quindi quanto grasso esterificato ho. - N° di acetile= mg di KOH richiesti per neutralizzare l’ac acetico di idrolisi di 19 di ossiacido grasso (olio di ricino) —> indica la polarità - N° di ossidrile= mg KOH equivalenti a n° ossidrili contenuti in 19 di lipide —> indica la polarità - Pt di fusione, Pt di solidificazione, Pt di ebollizione, Pt di infiammabilità, Peso specifico. Indice di rifrazione. —> parametri utili al fine lavorativo del lipide. - olio di cocco e palmisto hanno un n° di iodio infimo di 9 e 14 rispetto agli altri, -—Precsrese AIPFriaEGfiEss quindi sono lipidi dal punto di vista di Focco E_"al 9 257 | 09226 | 29.79 qualità cosmetico veramente infimi pala) 14 245 | 09190 | 30.92 quindi non di qualità ma hanno numero e _ __ Lai ee DE arena | TE-46,08: di saponificazione alto, quindi migliori Pordole | È LIL SSe a per fare saponi sono invece di scarsa ras ice las las ss qualità per fare emulsioni, negli oli T as0_ | 192 ceo | sssì solari sono usati per un richiamo alla in |a | Rig 2840 | spiaggia e al mare. Li 180 199 __ 29,60 Flluidità: 90% ac ricinoleico - Olio di lino, ha un n° di iodio di 180, datti ss portano | UGO 209.4 | pregevole per capelli e pelle. - Olio di soia con viscosità bassa, usato Ac Linoleico, Ac linolenico come alternativa agli oli sintetici che generalmente sono molto leggeri. - Olio di ricino, ha viscosità elevatissima per cui impiegato in lip-gloss e rossetti, ha la caratteristica di essere costituito per il 90% dal acido ricinoleico insaturo, e questa viscosità conferita dal AG è ININFLUENZABILE dalla temperatura. IDROCARBURI PARAFFINICI Sono una delle categorie più discusse. Sono derivati dalla petrol-chimica, sono prodotti lineari, apolari, senza insaturazioni, sono tutti prodotti dalla distillazione frazionata del petrolio raccolti in vari step, vanno da prodotti fluidi a più pastosi fino a solidi. Non sono solo di origine paraffinica, alcuni idrocarburi sono di origine sintetica e non presentano le crinita di quelli petroliferi. - Olio di Vaselina= paraffina liquida (FU)= miscela purificata di idrocarburi liquidi ottenuti dal petrolio. Uso per diminuire consistenza delle formulazioni, si preferisce usare tipo leggero a bassa viscosità. - Vaselina bianca= miscela bianca e decolorata di idrocarburi ottenuti per trattamento di residui della rettificazione di petrolio. Più usata in dermatologia che in cosmesi perché untuosa e poco piacevole. - Paraffina solida= cera di paraffina, cera di petrolio. SINTETICI ISOPARAFFINE: idrocarburi ramificati di sintesi, oli leggeri e volatili (Isoesadecano, polidecene), usati sopratutto nel make up possono dare fastidio nel contorno occhi. CICLOPARAFFINE: diisoottilcicloesano (Cetiol S) di sintesi 92 INSAPONIFICABILE TOTALE La frazione insaponificabile di un olio/burro vegetale è una frazione che non si trasforma in sale di AG quando l’olio viene trattato con NaOH o KOH per la saponificazione, saponificazione: il legame stereo dei trigliceridi viene scisso e gli AG dei trigliceridi vanno a costituire sale sodici, ciò che non entra nella reattività rientrano nella categoria dell’insaponificabile. Ogni olio contiene una frazione insaponificabile diverso dagli altri, sono costituiti da circa 30 componenti dibecrsi per ogni tipologia di olio, questa frazione può essere estratta e impiegata in ambiente cosmetico. Categoria dell’insaponificabile: - Alcoli Triterpenici: (cicloartenolo + metilen-cicloartenolo —> olio d’oliva; citrostadienolo; butirrospermolo + parkeolo + lupeolo—> burro di karitè; ambreina + lanosterolo —> alanoina ) Biterpenici: (eritrodiolo, uvaolo...); Alifatici saturi e non C12-C26 (laurilico, miristilico, cetilico, stearilico, cerilico....oleilico, n- eicosenilico...) -. Steroli (alcoli ciclici monovalenti insaturi (C27/C29) presenti come esteri di acidi grassi, liberi o esterificati; es. B-sitosterolo, stigmasterolo, campesterolo, brassicasterolo (olio di colza), fucasterolo (alghe), colesterolo (lipidi di ordine animale) - Polifenoli: famiglia nota di composti naturali con molteplici attività sulla cute (idrossitirosolo, luteolina, acido elenoico, flavoni, acidi fenolici (ac. caffeico (attività lipolitica), p- cumarico, vanillico). — Idrocarburi: Terpeni e politerpeni insaturi (Squalene, Caroteni, Karitene, Laurano); Idrocarburi alifatici saturi (paraffine) C35- C35; cere; - VIT liposolubili: A, D, E - Pigmenti: carotenoidi, xantofille (idrocarburici), clorofilla Questa frazione insaponificabile è densa e colorata, quindi è difficile inserirla nei prodotti cosmetici, è un ingrediente con funzionalità molteplici, viene impiegata in diversi settori. Sono ingredienti disponibili dagli anni 80”. Utilizzi: * Azioni: emolliente, protettiva, seboregolatrice, lenitiva e antiinfiammatoria, riepitelizzante, elasticizzante, antiossidante, fotoprotettiva * Dermofarmaceutica: sclerodermiti, eczemi, paradontosi, gengiviti, dolori artrosici, fistole, ragadi, acne, ustioni. * Cosmesi: pelle secca e screpolata, prevenzione e trattamento di dermatiti da pannolino, prodotti solari pre e dopo, detergenti (surgrassante), prodotti per ragadi, smagliature, antiaging, anticouperose e antiarrossamento, dentifrici L’olio di avocado è stato uno dei primi estratti ed usati. L’estrazione avviene in diverse modalità a seconda dell'origine, in alcuni casi questa è una frazione residua al prodotto di saponificazione, in altri contesti si usa la distillazione molecolare o l'estrazione con solventi. Non è così facile estrarlo in tutti i casi a seconda dello stato in cui si trova: - burro di karitè è una delle matrice vegetali che contiene una frazione insaponificabile del 18/20% (una delle più alte) ed è difficile estrarla , quindi si preferisce usare il butirro- spermum parkin in toto quindi il burro di karitè e non il suo insaponificabile. - Si estrae facilmente dalla soia essendoci una % minori (0,5-1,5%), di olio di soia cè ne è molto a disposizione perché poco costosa e molto coltivata quindi la fonte è alta. E facile estrarlo. - E abbondante anche l’olio d’oliva, quindi il suo insaponificabile è possibile estrarlo Saponificazione, Contenuto n insaponificabile del Ipidi vegetali distillazione molecolare | estrazione con solventi a L = og % Germe carruba 12 KerRg DEAL | Nemesi a Palma 03 - 06 | Cacao 03-08 Germe di grano 35.5 casso gaS:0a Gone i me to | Palmisto 0-02 Sesamo 1-15 Cartamo 1-2 | Mandorle 05 -1 | ta) Germe di iso 1-9 _ _ Lino 1 lanolina, olio di squalo fm) Olivo 1-18 | (fino18%), uovo, olio di | Arachidi os balena, olio difegato di Noce 9s merluzzo, olio di piede Nocciolo 0s di bue | - Olio di germe di riso o di germe di grano ne sono molto provvisti. - Olio di avoca contiene delle buone dosi 95 Anche gli oli animali ne contengono frazioni significative, quindi ne hanno un’elevate %: olio di squalo, lanolina ecc. Posso avere un utilizzo dell’insaponificabile, utilizzando direttamente oli/burri ma meglio estrarlo. Il vantaggio di inserirlo come ingrediente, è che se ne applica alla cute molto di più ovvero che 1g di insaponificabile corrisponde a 100g di olio in toto applicato sulla cute. Se in una soluzione uso il 25% di olio, sulla mia pelle arriva solo lo 0,25% di insaponificabile, invece nella crema ne posso mettere anche un 2,5%. In funzione al tipo di formulazione e del costo finale posso scegliere se inserire un olio ricco di frazione insaponificabile oppure la frazione insaponificabile stessa. OLI SINTETICI Sono molto diffusi, sono dei trigliceridi dove OLI SINTETICI attaccato al glicerolo scegli quali AG attaccare, solitamente si attaccano quelli saturi, così i lipidi - Mei SEI Ro Ae a disposizione sono più stabili e quindi anche le - Maggior versatilità n formulazioni cosmetiche e dal punto di vista di - Migliore emulsionabilità texture sono più leggeri e gradevoli - Catene > C18 solidi : fattori di consistenza all'applicazione, facilmente emulsionabili. Non - Alta diffusibilità sulla pelle (migliore spalmabilità) hanno odori o colori particolari e la spalmabilità - No odori o colori particolari è migliore. In virtù alla tipologia di AG attaccati, " ottengo oli trigliceridi leggeri ma anche composti Gheen palmitate 0 dioleate "ut VA o . lyceryl palmitoleate lipidi che funzionano come addensanti. Isopropyl myristate Isopropyl stearate Alcuni di questi prodotti come il glyceril palpitato Ethylhexyl ethyIhexanoate (glicerolo + n di acido palmitico). Sono esteri Dicapryiyl ether vet ramificati come fattore di spandimento, sono oli Ecc. ben spalmabili quindi si aggiungono a creme e a rossetti che danno una sensazione di “skil after Peel” una sensazione vellutata al tatto, hanno anche buona capacità solvente, trattengono con interazioni gli oli, riescono a solubilizzare bene i pigmenti. CERE Sono esteri non glicerici, non vi è glicerolo a cui si attaccano gli AG. Gli AG prevalentemente saturi si attaccano ad alcol grassi alifatici. Sono usate come fattori di consistenza, aggiunti ad altre fasi lipidiche fluide ne vanno a modificare la consistenza. Cere vegetali - Cera Carnauba —> (Copernicia cerifera). INCI: Copernicia cerifera cera, copernicia cerifera wax. Regina delle cere perché ha il più alto p.f.: 82-87°C: uso per aumentare p.f. altre cere. Antiossidante, (Creme), rossetti, mascara, cerette—> Alternativa cera di riso. Deriva dalla palma che per prevenire la disidratazione delle foglie le riveste di cera, questa cera è estratta e purificata diventando un prodotto cosmetico ed alimentare. - Cera candelilla —> (Euphorbia cerifera, E. antisyphilitica e Pedilanthus pavonis) INCI: Candelilla Cera, Euphorbia cerifera cera. p.f. alto (70°). Rossetti (maggiore stabilità). - Olio di Jojoba —> (Simmondsia chinensis o californica). INCI: Simmondsia chinensis seed oil. Stabile (non si ox, fino 290°). Non untuoso, assorbibile. Ipoallergenico, Non comedogenico, Dermocompatibile, Idratante, lubrificante. Protettivo, UV (pelle, capelli), Antirughe. Chimicamente è una cera perché costituito esteri non trigliceridi, ma non si presenta come cera ma come olio. Non è un lipide untuoso, quindi si sfrutta molto bene. Ha ottime caratteristiche di sebo- similitudine e eudermia. Questo olio facilita l'assorbimento di ulteriori ingredienti. Cere animali - Spermaceti—> (cetina) inizialmente derivati dall’olio della testa di capodolio; inodore, insapore: creme A/O e cold creams. INCI: cetylpalmitate. Oggi si ottengono per sintesi. Vengono usati all’interno di rossetti, materiali particolarmente lipidici per aumentarne la consistenza - C'era d’api —>(secrezione Apis mellifica): flava, gialla, vergine, sbiancata. nb: polline e propoli possono dare sensibilizzazione (,. INCI: cera alba Cere minerali - Paraffina —> Miscela di idrocarburi solidi 96 - Cera Microcristallina—> è molto usata nel settore cosmetico come agente filmante, dando la sensazione di levigatezza. Sebbene abbia una indiscussa azione antidisidratante, in virtù del suo potere filmante, essa occlude i pori della pelle, impedendone la corretta traspirazione. - Ozocherite - Ceresina FOSFOLIPIDI (LIPIDI COMPLESSI) | fosfolipidi presenti nelle membrane cellulari animali sono classificati, in base all’alcool più rappresentativo contenuto nella loro struttura, in: - glicerofosfolipidi (0 fosfogliceridi) - sfingolipidi, (es: ceramide) a seconda che l’alcool sia, rispettivamente, glicerolo o sfingosina (amminoalcol) FOSFOGLICERIDI (o glicoerofosfolipidi) Sono una miscela di fosfolipidi i cui più importanti sono: fosfatidilcolina e fosfatidilinositolo. Sono per la loro struttura assomigliatili ad agenti tensioattivi, che possono essere usati anche come agenti di interfaccia, usati anche come addensanti. Si formano in strutture sferiche dette micelle: o meglio dette anche a seconda della struttura creata, sono i carrier/o sistemi di veicolazione attivi, il ruolo dei fosfolipidi è di creare e formare dei veicoli alternativi, sistemi micro o nano-particellari complessi derivati dall'ambito farmaceutico. Sono usati in analogia all'ambito farmaceutico anche per provare a dare una cessione rallentata di additivi cosmetici, quindi liberano nel tempo le sostanze funzionali. Sono impiegati per aumentare la permanenza delle sostanze funzionali sulla cute. A seconda del polimero con sui vado a creare la vescicola posso andare a mantenere i principi attivi sulla cute (es: filtri solari incapsulati sono più protetti e tendono a non degradarsi al sole e permangono all’esterno). Queste micelle determinano effetto opaco in formulazione per pelli grasse. Effetto liscio migliorare lo scorrimento di determinati ingredienti. Tra i veicoli alternativi usati vi è: 1) il LIPOSOMA: vesciole chiuse costituite da uno o più doppi strati di fosfolipidi separati da compartimenti acquosi. Sono in grado di veicolare sostanze lipofile che troveremo associate al doppio strato fosfolipidico e alle catene lipidiche, oppure sostanze idrofile che trovo trasportate in compartimenti acquosi. Posso ottenere liposomi piccoli, grandi, multilamellarri, multicentrici. In cosmesi ottengo il liposoma ma non mi interessa che tipologia. VESCICOLA UNILAMELLARE | VESCICOLAMULTILAMELLARE STRUTTU. E DIMENSIONI DEI LIPOSOMI D LPOsoN Possono anch (C) rssereGuassiicam sua asi lo DELLE DIENSIONIE DELLA, Interazione liposomi c INTERAZIONE LIPOSOMI-CELLULE ILIPOSONI POSSONO: È Î DEL SIERO) 4 ADSORBIRSI ALLE CELLULE CELLULARE % SCAMBIARE 0 TRESFERIRE LIPIDI CON LE MEMBRANE CELLULARI O CON ALTRI AGGREGATI LIPIDICI (ES., LIPOPROTEINE (UUBERANDO IL CONTENUTO DENTRO LE CELLULE, PERDENDO IL CONTENUTO NELL'AMBIENTE EXTRACELLULARE, ‘SCAMBIANDO LIPIDI CON LA MEMBRANA) FONDERSI CON LA MEMBRANA cellule: Il liposoma è un veicolo alternativo sufficiente, è in grado di interagire in modo differenti ed efficiente con le cellule, per rilasciare il proprio contenuto. | liposomi possono scambiare il proprio materiale lipidico con la STRUTTURA FISICA NERO DI RIMELL NELLA IGURA SONO RIPORTATI "TIPI FI COMUNI DI UFOSOM )) ( RAPPRESENTA Ul LAYER ‘Pico +50) = SIALLUNDAMELLAR VESCICLES «LV IMLV REVERSE PHASE ENAPORATOM PL» STABLE PLUVOLAMELLAR VesciLes FATALY = FREEZING HANNO ML « LUV- LARGE UNI'AMELLAR VESCICLES LV = MULTI LAMELLAR VESCICLES I» ULTI VESCICULARVESCICLES «LV = OLIO LAMELLAR VESCICLES membrana cellulare oppure ancora si vanno ad assorbire alla cellula, rilasciando il contenuto a livello extracellulare che viene poi internalizzato nella cellula; oppure possono fondersi con il doppio strato fosfolipidico cellulare per la somiglianza del materiale di composizione; possono essere fagocitati interni e poi vengono smontati e degradati, riutilizzando le componenti lipidiche che idrofile. Quindi i liposomi sono sistemi molto versatili, semi-naturali, il doppio strato fosfolipidico mima la membrana cellulare, in questo doppio strato posso associare altri lipidi utili alla cute: colesterolo, ceramidi, sostanze di natura lipofile. Nel volume interno essendo acquoso posso solubilizzare ® SUBIRE ENDOCITOSI (INTERNALIZZAZIONE DEL LIPOSOMA INTATTO) 97