Scarica Appunti di sociologia della comunicazione completi. Prof Vittadini Nicoletta e più Appunti in PDF di Sociologia Della Comunicazione solo su Docsity! ESAME SCRITTO Martedì 9.45-12.15 Mercoledì BIBLIOGRAFIA: Appunti + slides S. Bentivegna-G. Boccia Artieri, Le teorie delle comunicazioni di massa e la sfida digitale, Laterza, Roma, Bari, 2019 Acquista da VP J Van Dijck-T. Poell-M. DeWaal, Platform society. Valori pubblici e società connessa, Guerini, Milano, 2019. Acquista da VP N. Vittadini, Social media studies, Milano: Franco Angeli, 2018 Acquista da VP PLATFORM SOCIETY L’espressione è stata coniata da Van Dijck. Nella nostra società ci basiamo spesso, nello svolgere le attività quotidiane, su piattaforme, questi supporti digitali (architetture programmate che mediano le nostre interazioni) che hanno un loro specifico funzionamento. Queste architetture mediano anche le imprese commerciali e istituzioni pubbliche. Le piattaforme sono tutte collegate tra di loro. La Platform society è un ecosistema/infrastruttura/un assemblaggio di piattaforme interconnesse e governate da un particolare insieme di meccanismi che modellano le pratiche quotidiane. Questi colossi/agglomerati tecnologici che sono alla base del sistema sono 5(le Big Five o FAMGA): Facebook (che ormai è Meta); Apple; Microsoft; Google; Amazon. Sono le 5 grandi piattaforme che fanno da gatekeeper, soggetti che in una società mediano il flusso di informazioni, ma fanno anche molto altro. Poi, ci sono anche le piattaforme di settore (più piccole; spesso si manifestano nella forma delle singole app che sono incorporate nel sistema delle Big Five; agiscono su settori specifici; es: AIRBNB che dipende da Google Maps per le localizzazioni, da qualche Cloud per depositare i propri contenuti). Il mix di Big Five e piattaforme di settore è l’infrastruttura della nostra società. Oggi al cuore del sistema c’è Google, il fornitore del maggior numero di infrastrutture, risorse e supporti alle attività di tutte le altre. Ad esempio, è il detentore del sapere sullo spazio geografico del mondo. E’ anche un motore di ricerca attraverso il quale troviamo qualsiasi cosa ; è il filtro principale del nostro accesso al sapere. Le risorse che Google offre al sistema: 1. Motore di ricerca (Google Search) 2. browser (Google Chrome) 3. app store (Google Play) 4. sistema operativo (Android) 5. servizi di pagamento (Android Pay; Google Wallet) 6. programmazione pubblicitaria (AdSense) 7. sito di video sharing (You Tube) 8. sistema di informazione geospaziale (Google Earth) 9. sistema di videoconferenze (Google Meet) 10. sistema di cloud (Google Drive) Ha un potere economico molto importante. Accanto al cuore c’è Facebook (Meta) che ha accanto Instagram, WhatsApp, Messenger. Ha accanto: 1. 80% dei servizi di social network nel mondo 2. 60% della pubblicità online (assieme a Google) 3. servizi di identificazione online (Accedi con Facebook) 4. controllo sul traffico dati mobile degli individui (App) La piattaforma che sta crescendo sempre di più è Amazon: 1. rete digitale di vendita 2. leader di mercato nel campo dei server per il cloud che offre alle imprese Quindi vuole andare a competere con Google, Microsoft per Cloud. Apple ha un peso importante nella produzione di hardware: 1. leader delle produzione di hardware 2. gestore del secondo app store per grandezza 3. servizi di cloud e streaming 4. tecnologie indossabili che raccolgono dati (ad esempio apple watch che raccoglie dati sulla salute per poi mettere a disposizione tutta una serie di servizi sulla salute e per vendere i dati) demos Questa descrizione è nata negli anni ‘60. Si tratta di una produzione verticale dei contenuti (noi riceviamo i contenuti dall’alto). Cosa succede se aggiungiamo ai media tradizionali i media digitali? Il processo di formazione di opinione pubblica non avviene solo in modo verticale, ma anche al contrario. Ci possono essere le opinioni che si formano dal basso=MECCANISMO DI RIBOLLIMENTO che trova spazio all’interno dei blog e dei social media in generale. Es: il caso di Greta Thunberg che è cominciato dal basso. Il sistema dei media che forma l’opinione pubblica ha modificato l’importanza dell’opinione pubblica. L’opinione pubblica si è frammentata secondo Quandt(studioso dell’opinione pubblica).Con lo sviluppo dei media e Internet le fonti si moltiplicano e si moltiplicano anche i punti di vista. Siamo bombardati da moltissimi giudizi e valori diversi e contrastanti. Ci sono tante opinioni pubbliche ed è difficile trovare un accordo. Opinion leader Una delle prime teorie della sociologia della comunicazione. Gli studiosi che si sono occupati di questo tema sono Lazarsfeld e Katz che parlano di Two step flow of communication. Opinion leader sono coloro che godono di prestigio o detengono i mezzi per influenzare in modo determinante l’opinione pubblica. Altra definizione: Opinion leaders are influential members of a community group or society to whom others turn for advice, opinions and views. Two step flow of communication Teoria degli anni 1940-50. Questi due studiosi si mettono a studiare le campagne elettorali per capire come i media influenzano la scelta del voto. Studiano in partenza come i mass media influenzano la scelta del voto dei cittadini di una contea dell’Ohio. In quegli anni si pensava che il meccanismo fosse verticale. Inoltre, dicono che i media influenzano le persone anche nelle scelte di consumo. Partono da una piccola città, Decatur, e vedono cosa influenza le scelte di consumo delle donne. Cosa scoprono? Rispetto alle scelte di voto: 1) Una grande influenza è esercitata dalle discussioni politiche, molto più della radio e della stampa. E’ importante, quindi, anche quello che succede nei gruppi familiari/sociali ecc. Sono queste discussioni che creano delle opinioni omogenee all’interno dei gruppi primari (famiglia; rete di amici ecc). 2) Inoltre, coloro che hanno cambiato le loro intenzioni del voto nel tempo erano persone che all’inizio avevano opinioni diverse rispetto alla loro comunità. 3) Dentro alle comunità ci sono dei soggetti in grado di spostare l’opinione degli altri. Si tratta di soggetti più informati degli altri, quindi in grado di influenzare coloro che stanno intorno e si chiamano opinion leader. Che dipendono dai media. I media influenzano gli opinion leader che a loro volta influenza gli altri. Rispetto all’influenza interpersonale: 1) Esistono leader d’opinione su qualsiasi della vita sociale: cinema, moda ecc. Com’è fatto il modello di Two step flow of communication? I contenuti mediali arrivano ad influenzare le persone tramite gli opinion leader che influenzano tutti gli altri poiché più disponibile all’esposizione ai media e più competente nell’uso dei media. Fanno quindi da filtro(gatekeepers) e di modellizzazione(framing). Non solo suggeriscono dei contenuti, ma anche delle interpretazioni. Poi, si evolve l’idea di pubblico da massa indistinta a rete di individui interconnessi attraverso la quale la comunicazione di massa viene veicolata. Caratteristiche di opinion leader: ● LITERACY. Sono persone molto esposte ai contenuti individuali. Più informati e competenti. ● COMMITMENT. Sono persone personalmente coinvolte ed interessate a determinati argomenti. ● SOCIEVOLEZZA. Devono essere degli abili comunicatori. ● LEADERSHIP. Devono avere un riconoscimento dal basso. Opinion leader distruttivi non si curano del danno che fanno. L’obiettivo è l’auto-realizzazione carismatica. E’ un meccanismo tipico del nostro tempo. Caratteristiche dell’opinion leader digitale Dovrebbero avere una di quelle caratteristiche: ● viene considerato esperto di un prodotto/servizio: ha un po’ di literacy e commitment ● essere membro attivo di una comunità online: sono presenti, danno un contributo sostanziale; interagiscono con i follower ● SOCIEVOLEZZA: partecipare con alta frequenza e dare un contributo sostanziale ● riconoscimento dei follower: devono riconoscere il profilo come soggetto che in relazione agli acquisti che suggeriscono hanno buon gusto; gli viene riconosciuta la capacità di scegliere L’influencer si racconta come opinion leader: sono capaci di raccontare il loro essere esperti di un prodotto o di un servizio per conquistarsi il riconoscimento dei follower. Caratteristiche dei contenuti per essere efficaci: 1) Originalità: produrre contenuti contemporaneamente nuovi e autentici(devono consentire una identificazione da parte dei follower). Dunque, mix di novità e differenziazione/innovazione. 2) Unicità: profili percepiti come diversi dagli altri. 3) Qualità: cura dei contenuti e della forma. Devono essere comprensibili, assertivi e funzionali alla creazione della reputazione. 4) Quantità: quantità sufficiente di contenuti postati. Devono essere percepiti in questo modo. Così l’influencer diventa influente. Gli opinion leader e Twitter La prima piattaforma su cui sono stati studiati i fenomeni del Two step flow of communication è stata Twitter, piattaforma su cui circolano molte notizie e con molti flussi di comunicazione (tweet, retweet, risposta, quote retweet...). Alcune caratteristiche dei flussi comunicativi di Twitter e di Facebook favoriscono la nascita di opinion leader. La maggior parte degli intermediari che determina la grande diffusione di una notizia non appartiene all’élite (blogger, giornalisti...), ma sono degli utenti comuni. Questi intermediari sono caratterizzati da una maggiore esposizione a più fonti mediali rispetto ad altri utenti (seguono più pagine e profili), hanno più follower e sono più attivi e coinvolti degli altri (postano più frequentemente). Ancora una volta si presentano le caratteristiche di literacy, commitment e socievolezza. Questi profili contribuiscono alla formazione dell’opinione pubblica: si occupano sia della scelta delle notizie da diffondere, sia nel modo in cui vengono diffuse (keeping e framing) Nel 2010, parallelamente ai primi studi, è stato pubblicato un saggio (“The Million Follower Fallacy”) in cui si osserva che gli utenti un grande numero di follower possono essere degli utenti popolari, ma non necessariamente degli OL. I leader devono avere tre caratteristiche: indegree influence (legata al numero di follower di un utente), retweet influence (legata al numero di retweet che un soggetto è in grado di generare; indica la capacità di indurre le persone a condividere quello che si pensa e di generare contenuti con un valore aggiunto), mention influence (legate al numero di tweet in cui un utente viene citato; indica l’abilità di un certo utente di ingaggiare gli altri nella conversazione. Quindi, gli elementi fondamentali sono popolarità, condivisione e coinvolgimento. Esiste anche un terzo tipo di studi che riguardano il rapporto tra OL e Twitter, che cerca di classificare le diverse tipologie di influenza che possono avere i vari profili social, perché non tutti gli influencer esercitano lo stesso tipo di influenza. Vengono identificate tre tipologie di influencer: i connettori (persone che hanno una larga rete di connessioni e sono in grado di farle sentire parte di una grande comunità -> hanno un’influenza perché sono capaci di gestire e mantenere i rapporti, quindi prevale la socievolezza -> es. Greta Thunberg); gli esperti (procacciatori di informazioni, risolvono i problemi e forniscono risposte, prevale la liberacy -> es. Salvatore Aranzulla); i persuasori (leader carismatici in grado di catalizzare il consenso anche al di là della competenza specifica). Spirale del silenzio (Elisabeth Noelle Neumann) Al ruolo degli OL, quelli che le persone sentono come climi d’opinione intorno a loro li influenzano nella formazione dell’opinione pubblica. L’indagine di Neumann parte dalla domanda: perché durante le elezioni in Germania del 1972 il risultato elettorale risulta inatteso rispetto alla percezione dei sondaggi e dell’opinione dominante che ne avevano cittadini e personaggi pubblici? (come le elezioni presidenziali in USA nel 2016). L’opinione pubblica in una società ha una funzione integrativa: serve a Opinione pubblica prevalente=quella che le persone intuiscono come dominante nella società. La persona A è a favore di una legge e racconta la sua opinione poiché è in conformità con l’opinione dominante. La persona B non è d'accordo e sa di vivere in una società in cui esprimere un’opinione non in conformità con l’opinione prevalente è fonte di isolamento e quindi non esprime la propria opinione. La sua opinione finisce quindi nella spirale del silenzio(non sarà visibile nella società). Il ruolo dei media allora? Ciò che i media rappresentano come degno di attenzione e significativo finisce per imporsi come una seconda forma di conformità sociale a volte persino in contrasto con la percezione primaria degli orientamenti collettivi. Rappresentano alcune opinioni come minoritarie. Gli effetti: Un’illusione ottica che ci fa pensare che l'opinione pubblica è a favore di un certo tema anche se non è così. I media negli anni ‘70: Forniscono tante argomentazioni a favore delle opinioni dominanti e non lo fanno per le opinioni minoritarie. I media negli anni ‘20: Pur in un contesto mediale diversificato i media continuano ad esercitare una funzione di orientamento riguardo ai temi e alle posizioni dominanti del dibattito pubblico. I media, quindi, possono definire e proporre un’opinione come dominante anche se non lo è. Minoranze rumorose A volte, nel contesto sociale, ci sono delle minoranze rumorose. Anche i gruppi minoritari possono generare effetto di spirale e risalire la spirale per diventare nuovi movimenti d’opinione. Purché: abbiano accesso ai media e abbiano alcune caratteristiche come coerenza e difesa ad oltranza di alcune posizioni(devono essere opinioni semplici, chiare e coerenti). Adesso invece viviamo in un’epoca di minoranze rumorose, di movimenti che non si limitano a fare proposte più o meno convincenti, ma pretendono di imporre con manifestazioni di piazza nelle quali ciò che conta è il clamore che si riesce a suscitare intorno ad essa. Le minoranze rumorose hanno più possibilità di nascere. L’obiettivo è diventare la minoranza rumorosa a cui gente da più credito. Quindi è diventata importante anche la performatività di una minoranza rumorosa che permette di emergere e diventare un’opinione prevalente. Esempio di minoranza rumorosa sono per esempio i movimenti ambientalisti. Prima di Greta Thunberg c’era già GreenPeace. Negli anni 70 nacque Green Peace, inizialmente contrario agli esperimenti nucleari in Alaska. L’opinione pubblica americana era favorevole all’energia nucleare (simboleggiava il cambiamento, il progresso). Quattro uomini decisero di prendere posizione contro questi esperimenti, per tutelare l’ambiente del territorio (che sarebbe stato gravemente danneggiato). Alcuni attivisti e un giornalista partirono verso l’Alaska con una barca, stabilendosi in un luogo in cui, se gli esperimenti fossero andati avanti, sarebbero stati esposti alle radiazioni -> sfidano il governo federale e creano una notizia che i media non potevano non dare (anche perché l’avrebbe data il giornalista che si trovava sul luogo). In questo modo, ottengono risonanza mediatica e costruiscono un modello di narrazione che si basa sul gesto eroico degli attivisti (che hanno rischiato la vita nel nome di un ideale). Si spostarono anche su altri temi della tutela dell’ambiente, scegliendo come oggetto simbolico di difesa le balene (combattendo la loro caccia) e ancora una volta rappresentano l’opinione minoritaria. Rimettono in gioco il meccanismo delle minoranze rumorose: realizzano scene spettacolari che suscitano attenzione, mettendo a rischio la loro vita per sfidare un gigante (es. inseguire una baleniera con un gommone -> dà l’idea di un conflitto di Davide vs Golia). Gli attivisti di Green Peace sono riusciti a fare il salto, perché la tutela dell’ambiente è entrata a far parte dell’opinione dominante -> cercano comunque il modo di rendersi notiziabili (es. appendendo dei manifesti sul Cristo redentore di Rio), utilizzando come loro cifra simbolica il conflitto del piccolo contro il grande. Sono riusciti ad irrompere anche nei grandi eventi sportivi per diffondere il loro messaggio. Con il passare del tempo, iniziano ad imparare i metodi della contemporaneità: irrompono in luoghi meno rilevanti, ma con delle azioni significative e che creano notizia come i flash mob. Con la nascita della rete, uno dei mezzi più utili sono i video virali (come quello contro la partnership Lego-Shell del 2014, che faceva leva sulla dimensione emotiva, usa una serie di elementi evocativi che vengono distrutti dalla multinazionale del petrolio per boicottare la collaborazione). Sempre su questa linea, Green Peace ha costruito una campagna di engagement chiedendo di segnalare su WhatsApp la presenza di plastica in mari, spiagge, fiumi e laghi (fare in modo che tutti si sentano coinvolti e parte di una community -> permette a Green Peace di dire quante persone condividono la loro causa). Spirale del silenzio e i social media Esempio: USA 2015: SNOWDEN Un caso studiato per vedere se e in che modo si creano ancora gli effetti della spirale del silenzio nel mondo dominato dai media. Edward Snowden, ex consulente della NASA, ha cominciato a fare delle dichiarazioni a delle testate anche importanti, raccontando che le principali agenzie federali controllano attraverso il controllo delle mail e le intercettazioni delle telefonate tutte quelle fasce importanti. Un grosso scandalo in America. L’opinione pubblica si spacca. Alcuni credono, altri no ecc. Un caso fortemente divisivo. Allora, il PEW Research Center(realizza ricerche quantitative sull’uso di Internet in USA), si mobilita e fa una survey su: -l’opinione delle persone sulle rivelazioni di Snowden -la loro propensione a parlarne in diversi contesti: di persona, online -la percezione dell’opinione di coloro che circondano offline e online Risultati: Le persone sono meno disponibili a parlare del caso Snowden di persona. Sui social si sentono meno sereni. Il ruolo dei bot Un bot è un profilo che ha dietro un agente automatizzato che fa una serie di azioni ripetitive. Sono progettati apposta per diffondere un’opinione particolare. I bot sono degli strumenti usati per influenzare l’opinione online. Uno strumento di manipolazione dell’opinione quindi. Uno strumento per incrementare l’effetto della spirale del silenzio. Vengono usati in politica anche. C’è una tipologia specifica di bot chiamati astronauti che sono creati per diffondere una specifica opinione pubblica. Non c’è un limite nel numero di bot che si possano generare e si creano dei flussi di comunicazione. Hanno anche la funzione di silenziare i commenti opposti. Sono creati da società di programmatori di software che agiscono illegalmente(hacker). Teoria della coltivazione I mezzi di comunicazione non solo raccontano qual è l’opinione pubblica dominante e ospitano gli opinion leader, ma coltivano delle rappresentazioni della realtà. Anni ‘70. Sviluppata da Gerbner. I media contribuiscono alla formazione dell’opinione pubblica attraverso il loro storytelling=il racconto di una storia. Le storie, proposte e ripetute dai media, si riflettono sul nostro modo di vedere e interpretare il mondo e producono una visione del mondo che diventa sempre più omogenea e mainstream. Funzione bardica: ai media viene riconosciuta la “funzione bardica” ovvero racconta in modo piacevole e divertente le “storie della comunità” tenendo insieme la comunità. Fiske e Hartley sviluppano ulteriormente la teoria della coltivazione alla fine degli anni ‘70. Le funzioni dei media: ➔ articolare l’interpretazione della realtà ➔ coinvolgere in un sistema di valori ➔ spiegare le azioni dei singoli ➔ rassicurare la cultura della sua adeguatezza o svelarne le inadeguatezza pratiche per farla evolvere ➔ rassicurare lo status e l’identità degli individui è garantito dalla cultura ➔ trasmettere un senso di appartenenza culturale I media ci raccontano delle storie che noi condividiamo e ci sentiamo parte della cultura che queste storie raccontano. Gli indicatori culturali All’interno della loro programmazione i media trattano temi che sono virtualmente in grado di generare un effetto di coltivazione(a lungo termine). Contribuiscono anche a creare/perpetrare certi stereotipi legati a: genere, età, salute, religione, violenza, scienze, famiglia, educazione politica. Possono dare vita a delle rappresentazioni standardizzate e stereotipate. VIOLENZA 1967-1985 Per molti anni la teoria della coltivazione veniva usata per capire se lo storytelling racconta rappresentazioni stereotipate sul vissuto della violenza all’interno della società. I media si sono moltiplicati e girano molti contenuti che rappresentano la violenza. Questo argomento è stato anche analizzato anche dalla psicologia. Gli studi che hanno studiato la violenza basandosi sulla teoria della coltivazione dimostrano come le persone immaginano un mondo più pericoloso, violento, aggressivo, influenzate dalle rappresentazioni del mondo dai media. E questo ha delle ricadute sulla vita sociale. In una società che elabora un immaginario violento e aggressivo, cresce anche il livello di sfiducia nel prossimo. Si diffonde anche un vissuto demotivato, affranto, sfiduciato nei confronti della società. Esempi: 1) La percezione che la nostra società sta peggiorando; che è un mondo dove non vale la pena far nascere i figli; le istituzioni pubbliche non sono interessate ai problemi della gente comune. 2) egoismo; vantaggio personale; sfiducia ecc. Differenziale di coltivazione: l’effetto di coltivazione si genera quando gli utenti consumano TANTO i media. A questo punto ci sono i forti, deboli, medi consumatori di media. Quelli forti percepiscono una percentuale di rischio più alta: una maggiore percezione del pericolo e una maggiore sfiducia nelle relazioni con gli altri. Il sistema mediale La coltivazione si costruisce attraverso la ripetizione di narrative simili chiamate pattern stabili di significato, che quindi ricorrono nei media. “Vivere in un ambiente simbolico nel quale certi tipi di istituzioni creano certi tipi di messaggi che portano a coltivare alcuni tipi di coscienza collettiva.” Echo chambers: rischi ● Cyber Cascades: promozione di campagne d’odio comunicative verso “nemici” ● #...idioti ● Autosegregazione e difficoltà di dialogo per la ricerca di soluzioni comuni ● Influenza sul dibattito pubblico: La capacità di espressione aggressive e violenta di chi è chiuso nelle echo chambers porta i politici a costruire relazioni specifiche con questi gruppi se non ad assumerne le forme comunicative ● Polarizzazione e contrapposizione tra individui che influenza anche dinamiche sociali (assunzioni ecc.) ● Diffusione e credibilità delle fake news. Oggi quasi tutte le notizie sono vere. ● Le echo chambers producono cascate informative che portano a propagare online contenuti che sostengono una specifica posizione Cass Sunstein «In una democrazia che meriti tale appellativo le vite – comprese quelle digitali – devono essere strutturate in modo che le persone si imbattono spesso in prospettive o temi che non hanno specificamente selezionato» (2018). Dunque mi convinco sempre di più della mia opinione. Le echo chambers sono potenziate dalle Filter Bubble. E’ stata fatta una ricerca in USA su 10 milioni di utenti di diverso orientamento politico e si è chiesti cosa differenzia la loro esposizione alle social news: ✓La tipologia di “amici” ✓ I tipi di news condivisi ✓ Le modalità di interazione con il newsfeed ✓ La frequenza di connessione ✓ L’interazione con specifici amici (like, commenti) ✓ Click su link ✓ Like a pagine Algoritmo Rete sociale connessa Pratiche quotidiane di uso dei social media Il fondamento: gli algoritmi ci propongono contenuti che “ci piacciono” sulla base di quello che abbiamo già scelto, fatto, o che interessa persone simili a noi. Gli esiti: ✓ Si crea un contesto iper-personalizzato ✓ La selettività è invisibile (perchè operata dall’algoritmo e perchè gli utenti ne sono spesso inconsapevoli) ✓ Gli utenti sono passivi perché le logiche di filtraggio non sono note Il risultato è il confirmation bias: siamo sempre più confermati(la nostra opinione) e abbiamo la sensazione che c i sia più consenso alla nostra opinione. Questo permette la nascita di movimenti molto radicalizzati. Per esempio, i terrapiattisti. Tutti questi fenomeni si legano alla misinformation: - circolazione (intenzionale o non intenzionale) di “voci non confermate” che contribuiscono alla costruzione di una credulità collettiva e, alle volte di una verità credibile e condivisa. Voci che circolano con maggiore facilità. - è alimentata dal fatto che, nei social media, il flusso di comunicazione visibile attraverso la bacheca di ciascun utente si compone di testi a diverso statuto: articoli prodotti dai media; meme satirici; commenti di persone comuni; opinioni di politici o personaggi pubblici ecc. - queste diverse tipologie di testi si succedono senza soluzione di continuità, componendosi in un discorso collettivo in cui la notizia confermata si affianca alla satira e all’opinione o all’ipotesi formulata senza un vero controllo sui - Il fenomeno che l’Oxford Dictionary (nel 2016) ha definito post-verità viene descritto in modo molto simile alla misinformation: tutto ciò che è «relativo o che denota circostanze nelle quali fatti obiettivi sono meno influenti nell’orientare la pubblica opinione, che gli appelli all’emotività e le convinzioni personali» - quando si entra in relazione con fake news coerenti con il proprio punto vista si innescano processi di pro attitudinal information (ricerca di informazioni coerenti a conferma) Tutti questi fenomeni si legano alla misinformation: quando si entra in relazione con fake news coerenti con il proprio punto vista si innescano processi di pro attitudinal information (ricerca di informazioni coerenti a conferma) Questo meccanismo genera: Polarizzazione • Il processo di radicalizzazione delle posizioni politiche nella contemporaneità fa si che la ricerca di informazioni sia : • Partisan – polarizzata • Finalizzata a confermare la propria identità • Legata all’appartenenza a reti omofile Di conseguenza, l’opinione diversa viene vista come sbagliata. Non c’è conciliazione, ma polarizzazione. Diventa impossibile conciliarsi. I media dialogano quindi con le audience polarizzate producendo contenuti esclusivamente rivolti a questi gruppi di opinione fortemente polarizzati. E’ possible incrementare la credibilità delle fake news attraverso l’alimentazione di un processo a cascata tramite political bots. EFFETTO A CASCATA • L’effetto a cascata descrive come lo stesso contenuto può raggiungere dalla sua fonte diretta un utente di Facebook (o di un altro social media) attraverso molti flussi di comunicazione, e assumendo forme diverse per ciascuno di essi. La personalizzazione dell’offerta e del consumo creano una frammentazione culturale. Inoltre la differenza di competenze nell’accesso ai media digitali crea una stratificazione sociale degli utenti (quelli che hanno accesso alla rete e informazione quelli che non ce l’hanno(have/have not); competenti e incompetenti=DIGITAL DIVIDE) 2. Effetti sui contenuti e sulla cultura Macro Effetto è l’effetto di convergenza verso la rete di tutti i flussi mediali. Questo genera di nuovo diseguaglianze e fa sì che tutti i contenuti circolino e si mescolino in un unico sistema di piattaforme in cui i vari linguaggi si mescolano. - Gamification - Misinformation Castells si ferma cui (agli anni 2000). Connective society Si crea nel momento in cui entra in scena la connessione e quando nasce il Web 2.0(tutto lo sviluppo della rete che si basa sulle piattaforme social) che nasce nel 2004. L’innovazione tecnologica porta alla pervasività della condizione di connessione online o dalla propensione all’essere online networked. Le condizioni di essere online o offline sono senza soluzione di continuità. La Connective Society è la società contemporanea in cui l’essere connessi alla rete è una condizione pervasiva della nostra quotidianità. Effetti della Connective Society La Connective Society è studiata da Rainie e Wellman che ne approfondiscono gli effetti. 1. networked individualism Individualismo connesso che caratterizza l’aspetto sociale e relazionale delle persone della connective society. Prima dell’avvento della cosiddetta perenne connessione, le reti sociali importanti(gruppi stabili) sono cambiate. Cambiano le tipologie e le forme delle reti sociali alle quali apparteniamo. Gli individui networked sono caratterizzati da forme di appartenenza parziale a molteplici network(abbiamo a disposizione molte più reti sociali con cui entrare in relazione e possiamo moltiplicare) e fanno meno affidamento su forme di appartenenza permanente a gruppi stabili. L'idea centrale del concetto di networked individualism è che: 1) la società è sempre meno caratterizzata da gruppi di individui collegati attraverso reti personali 2) è sempre più caratterizzata da reti di legami deboli(basate sull’interesse, comunanza di consumo di prodotti…) sostenute per mezzo della tecnologia digitale. Cambia anche il peso che noi attribuiamo alle reti sociali. Quelle deboli diventano sempre più importanti. Networked individualism è un nuovo sistema operativo sociale concentrato non più sull'individuo come parte di un gruppo - la famiglia, i colleghi di lavoro, il vicinato - ma in quanto singolo capace di allacciare da solo una gran quantità di relazioni. Social Network Revolution Gli individui gestiscono i legami in modi più complessi e si accresce l'importanza delle reti di legami deboli che vengono attivate da interessi e passioni comuni. Queste reti diventano ad alto investimento. E noi dedichiamo molto tempo a coltivare reti deboli. L’espansione delle reti/il crescere delle opportunità viene più dal moltiplicarsi delle reti deboli. Internet aiuta in particolare a mantenere i contatti con i legami deboli: amici, parenti, vicini di casa e colleghi di lavoro cui le persone non sono particolarmente vicine. Sebbene siano più deboli, questi legami sono cruciali nell'offrire informazioni, socialità e supporto. La società è costituita da un groviglio di individui networked che operano in network specializzati, frammentati, permeabili e debolmente interconnessi. Nelle connective society ciascuno è inserito in strutture di relazioni che offrono opportunità, vincoli, alleanze, possibilità di risolvere problemi. Anche Castells torna su questo tema: Nella network society si verifica una tendenza alla costruzione del gruppo dei pari attraverso una socialità basata sui network (network sociability). L’esito sociale di questi network è duplice. 1) Da una parte, dal punto di vista di ciascun individuo, il proprio mondo sociale è formato intorno ai propri network centrati sull’individuo, ed evolve con la composizione del network stesso. 2) Dall’altra parte, dal punto di vista del network, la sua configurazione opera come punto di riferimento per ciascuno dei partecipanti e diventa un gruppo di pari(società orizzontale). Il contesto di comportamento per i suoi partecipanti. “Piuttosto che essere organizzati in gruppi chiusi e discreti – a casa, nella comunità, al lavoro, all’interno delle organizzazioni – le persone sono in perenne movimento come singole individualità tra diversi network separati da confini sfumati (fuzzily-bounded networks)” “I confini tra i gruppi sono più permeabili, le interazioni avvengono con interlocutori differenziati, i legami si collocano all’interconnessione di network multipli e le gerarchie (quando esistono) sono meno pronunciate e talvolta ricorsive” (Wellman, 1999) Mobile revolution 1) Effetti sul rapporto tra tecnologia e vita quotidiana - La tecnologia è definitivamente portatile e pervasiva. - La possibilità di essere in relazione con le proprie reti sociali è costante nell’ambito della vita quotidiana. 2) Effetti(cambiamenti) sulla posizione degli utenti nella comunicazione Le relazioni sono alimentate da nuovi tipi di contenuti prodotti e condivisi dagli utenti che hanno assunto maggiore potere comunicativo. Nasce dal fatto che la combinazione tra mobile e social network revolution genera la necessità di produrre contenuti che alimentino le reti sociali e sfruttino le disponibilità offerte dai device vari. Noi siamo produttori di micro prodotti culturali. fanno parte del brand(normalmente sono società di marketing che raccolgono dati e creano profili). I pixel fanno anche l'attività di remarketing/retargeting e sono quelle che servono a proporci dei prodotti a cui siamo risultati interessanti anche su altri siti e altri momenti della nostra navigazione e sono legati all’e-commerce: agganciano ai nostri IP frammenti di software e poi io mi ritrovo dappertutto la pubblicità di determinati prodotti. GLI ALGORITMI Le piattaforme utilizzano gli algoritmi per filtrare automaticamente l’enorme quantità di dati raccolta e per connettere utenti, contenuti e pubblicità. Nascono e sono funzionali a 2 cose: far funzionare bene le piattaforme ed erogare pubblicità(vendere spazi pubblicitari garantendo alle aziende una certa qualità del target raggiunto). Insiemi di istruzioni automatizzate per trasformare i dati di input in output: 1) Es. Page Rank di Google - Input numero di link alla pagina, descrittori della pagina - Output rilevanza della pagina web nella ricerca Il motore di ricerca di Google raccoglie tantissimi dati. Sono tutti dati di input che Google trasforma in dati di output(dati di ricerca). 2) Consentono alle aziende di personalizzare la loro offerta anche attraverso motori di ricerca. Es: Le aziende interessate a certe parole chiave, fanno un investimento per comparire un tot di volte(purché il suo sito venga presentato tra i primi link con più frequenza quando viene ricercata una parola chiave). Gli algoritmi non sono trasparenti e noti, sono considerati «segreti industriali» al pari dei brevetti e soggetti a continui mutamenti. LE INTERFACCE Le interfacce rendono visibili e accessibili i contenuti.Orientano produzione, connessione e accesso ai contenuti. Agiscono secondo una logica predittiva: favoriscono alcune azioni/ interazioni e ne disincentivano altre. STATUS PROPRIETARIO Ogni piattaforma ha uno status giuridico ed economico che influisce sul funzionamento. • Proprietà: è di qualcuno • Scopo: lucro o no profit • Luogo: è legalmente situata in un luogo di cui seguono le leggi. AIRBNB Di proprietà di una company statunitense e di una serie di azionisti tra cui diversi venture capitalist(investono in imprese in fase di crescita per poi rivenderle). Fa riferimento ai sistemi di regolamentazione americani rispetto alle transazioni economiche e alla tassazione. Deve capitalizzare, vendere dell’advertising e deve trovare il modo di essere costantemente in espansione. MODELLO DI BUSINESS Ogni piattaforma ha il suo modello di business che si basa – nella nella maggior parte dei casi – sulla connessione iper-profilata tra utenti, contenuti, dati e pubblicità. Propongono alle aziende la possibilità di acquistare degli spazi e raggiungere un pubblico di grande qualità. La modalità standard di creazione di valore è: cessione di informazioni personali in cambio di servizi utili agli utenti. Il valore si misura attraverso: attenzione, dati, valutazione degli utenti oltre che denaro. Le possibilità di declinazione di questo modello di business sono: • Richiesta di commissioni • Estrazione di valore da dati (pubblicità) • Proposte di sottoscrizione ai dati. Freemium=puoi usare un’app gratis per un certo tempo e dopo un po’ se vuoi usare particolari funzioni devi pagare. • Cessione a pagamento ad altre aziende o governi dei dati di profilazione AIRBNB 1) Richiesta di commissioni (a chi affitta) 2) Vendita di dati a terze parti per annunci rivolti a specifici target CONDIZIONI DI UTILIZZO (TOS) Ogni piattaforma stabilisce con i propri utenti un “patto normativo” che definisce obblighi reciproci e possibilità d’uso. Impongono norme e valori, definiscono le prerogative dei gestori delle piattaforme rispetto agli utenti. Effetti sociali Effetti che ha determinato la piattaformizzazione. 1. Le logiche attraverso le quali accediamo all’informazione sono algoritmiche delle piattaforme. Le logiche delle cinque big five sono diventate i nuovi filtri di accesso all’informazione. Queste piattaforme determinano i criteri di gerarchizzazione e selezione . Anche i flussi commerciali sono ampiamente filtrati dalle piattaforme(gerarchizzano e selezionano i contenuti in base ai flussi commerciali secondo le logiche delle piattaforme). La platform society è caratterizzata da una serie di piattaforme che mediano l’accesso all’informazione, cultura e prodotti in base a una logica algoritmica. 2. Le piattaforme soprattutto social sono strumenti di mediazione di relazioni interpersonali, ma non in modo autonomo. Le nostre relazioni sociali vere della vita reale vengono portate avanti online(all’interno di uno spazio ibrido). Online e offline si mescolano. Anche le regole varie che vengono dalla vita online (in quanto tempo posso rispondere a un messaggio; come devo rispondere)si mescolano alla vita offline in cui non esistono in realtà e che influenza la vita offline. I social quindi diventano luoghi in cui si negoziano le regole di convivenza. Esempi di elementi messi in discussione dai social: privacy, tempistiche di risposta ai messaggi ecc. Il collasso dei contesti: Danah Boyd ha messo a fuoco questo effetto che si crea quando noi comunicando sui social perdiamo i confini del controllo della nostra audience(non ci accorgiamo che ci sono persone di sfere sociali diverse). L’ideale sarebbe riuscire a mantenere un tono comunicativo adatto a tutte le sfere di cui fanno parte i follower. A volte i contesti collassano perché involontariamente si comunica ciò che non è pertinente per certe sfere perché non si è più consapevoli di chi sono i propri follower. La negoziazione che avviene tra affordances(possibilità) offerte dalle piattaforme e comportamenti degli utenti. Quindi le piattaforme da una parte condizionano, dall’altra parte c’è una negoziazione. Informazione nella Platform Society Qual è il ruolo delle piattaforme nell’evoluzione del sistema dell’informazione? Per spiegarlo Van Dijck riprende la distinzione di disaggregazione e riaggregazione. Il percorso dell’informazione negli anni 90 e 2000 passa attraverso la disaggregazione e riaggregazione. Disaggregazione anni ‘90: Negli anni ‘90 i contenuti pubblicitari che prima venivano ospitati dalle testate giornalistiche cominciano a spostarsi nel mondo digitale. Cominciano ad emergere dei nuovi competitors. Nascono nuovi soggetti(es: motori di ricerca) e gli introiti pubblicitari si spostano dalle testate in altri spazi digitali. Quindi disaggregazione tra contenuti pubblicitari e le testate giornalistiche che crea una prima trasformazione legata al venir meno della maggior parte degli introiti venduti dalle testate. Poi, disaggregazione tra contenuti informativi e l’audience. Attraverso i motori di ricerca gli utenti accedono direttamente ai singoli articoli aggirando completamente la “pagina” o il “sommario”, quindi il contesto della notizia. Inoltre, ogni notizia sul web viene presentata in modo autonomo e la prima notizia che viene presentata è quella che corrisponde meglio ai criteri di selezione delle piattaforme. Poi ho una lettura di notizie che privilegia un mix di fonti. Ogni singola storia diventa un prodotto separato, che “sta nudo sul mercato” e che” vive o muore sulla base dei propri meriti in termini di remunerazione”. Riaggregazione anni ‘90: Gli aggregatori di notizie(Google News) permettono la riaggregazione di notizie sulla base delle logiche algoritmiche di selezione. Gli aggregatori mescolano le fonti a diverso statuto. Il gateway diventa l’aggregatore di Google. Oggi Google news è ancora importante, meno attraverso l’accesso dal PC, ma attraverso altri device mobili. Disaggregazione anni 2000: Le piattaforme propongono forme di consumo nativo delle news. Disaggregazione di notizie rispetto alle testate. Le news cominciano a essere fruite attraverso le piattaforme social. Le notizie si staccano dal sito web della testata e viaggiano da sole. La disaggregazione si compie con la circolazione di queste notizie in modo sempre più trasversale e autonomo. Consumo nativo delle news: news lette nella loro riformulazione pensata e immaginata dalle piattaforme social. News diventano post. Riaggregazione anni 2000: Nascono nuovi meccanismi introdotti dalle piattaforme social che cominciano a proporre dei loro aggregatori. Sulla base dei criteri di valorizzazione che gli aggregatori mettono in capo alle piattaforme, noi vediamo notizie istituzionali e non istituzionali. I social hanno cercato anche di diventare dei luoghi di pubblicazione delle news. L’obiettivo è quello di evitare che gli utenti vadano sugli altri siti. Il problema è che le testate giornalistiche guadagnano in base ai click sui loro articoli e nello spostamento dell’informazione sulla piattaforma perdono introiti. Meta ha quindi proposto un nuovo sistema di ricompense per cercare di arginare la perdita di guadagno delle testate. Le piattaforme hanno iniziato a studiare le forme native delle news e proporle. Cercano di tenere la proposta delle news all’interno delle piattaforme. Questo è iniziato con la creazione degli instant articles che sono delle aperture sulle piattaforme dove i giornali possono pubblicare gli articoli. L'autorialità resta quella del giornale. Quindi si tratta di articoli delle testate giornalistiche pubblicati all’interno delle piattaforme. Articoli quindi possono essere letti immediatamente, con contenuti multimediali ecc. Questo si è sviluppato prima con Facebook. Il problema è che gli instant articles non mettono più in primo piano la testata giornalistica, ma la nascondono dietro a Facebook. Le notizie allora sembrano tutte uguali. Problema di visibilità. Instant articles consentirebbero agli editori di implementare più campagne pubblicitarie, ma dall’altro lato riduce il controllo degli editori sull'audience. Facebook allora propone di specificare se le inserzioni sono della testata o di Facebook per permettere a tutte e due di capitalizzare. Non è una proposta accolta molto bene all’inizio. A questo punto Facebook fa un’altra proposta di relazione con editori e di capitalizzazione. Immagina di sviluppare una sezione del social che diffonde articoli delle testate e si chiama Facebook News. Il valore aggiunto che immagina di attribuire a questa sezione è di fornire delle notizie basate su un processo di selezione algoritmica(personalizzata per ciascun utente), ma inoltre l’utente può selezionare le notizie che gli interessano di più. Immagina anche che ci sia una selezione di notizie del giorno scelte da un team di giornalisti assunti da Facebook. Quindi: intervento diretto delle persone possono personalizzare ulteriormente la selezione algoritmica + un team di giornalisti che selezionano notizie del giorno. Le testata giornalistiche possono aderire e gli editori guadagnano in base alle visite ai loro siti e sulla pubblicità di Facebook i cui introiti vengono ripartiti tra i vari editori che hanno aderito. Questa formula sembra avere più successo. È una strategia di network: la piattaforma ospita delle testate giornalistiche cliccando sulle quali si va sul sito della testata. Instant articles sono meno importanti adesso. Nuovo ruolo editoriale delle piattaforme Le piattaforme social cercano di svolgere anche un ruolo editoriale. Cercano di aggregare anche i contenuti informativi. Emergenza sanitaria del COVID ha determinato un cambiamento. Essa ha determinato un'evoluzione nel modo in cui le piattaforme social hanno gestito il loro rapporto con i contenuti editoriali. I social media sono destinati alla circolazione dei contenuti. Per capire tutto ciò bisogna fare un passo indietro e tornare al 2016 e 2018 allo Scandalo di Cambridge Analitica. Facebook e i vari social all’epoca stavano fiorendo. Tutto andava bene. Ma il 17 marzo 2018 Christopher Wiley comincia a rilasciare dei commenti a delle testate importanti e parla delle indiscrezioni nell’utilizzo dei dati ai fini della campagna elettorale di Trump. Racconta che c’è un’azienda Cambridge Analitica profit e che fa consulenza politica ed ha sfruttato i dati personali di oltre 50 milioni di utenti per targetizzare e ottimizzare al massimo le campagne di alcuni politici importanti tra cui Trump. Lascia intendere un modo improprio che i dati siano stati usati per favorire un candidato a discapito di altri. Ma cosa vuol dire? L'esito di queste dichiarazioni sono tragiche per Facebook. Le azioni di Facebook crollano. La premessa: Cambridge Analitica è una società che studia sistemi avanzati di previsioni degli esiti di elezioni politiche ecc. Sviluppa un progetto sulla psicometria, come in base ai profili psicologici di persone si possano ottimizzare i messaggi di propaganda politica. Vuole realizzare un progetto di consulenza politica basato sulla psicometria. Ma ha bisogno di dati per sviluppare questi profili psicometrici. Allora affida al suo collaboratore la creazione di ??? Alexander Kogan allora crea un app che è un gioco. Una specie di test con delle domande circa i propri atteggiamenti. Così accumula tantissimi dati sui profili psicologici degli utenti di Facebook ufficialmente per fini scientifici. E poi la società di Kogan passa i dati a Cambridge Analitica che li utilizza per creare dei messaggi di propaganda adatti. Quando tutti i dati hanno cominciato ad essere raccolti i term of service di Facebook erano molto meno costrittivi rispetto alla possibilità di sviluppare app per raccogliere dati e usarli senza l’autorizzazione da parte degli utenti. I dati sono stati sistematizzati da Kogan e passati a Cambridge Analitica. Inoltre l’app di Kogan raccoglie dati anche sugli amici. Tra i dati personali raccolti da questo test di personalità e i dati degli amici, Cambridge Analitica può usufruire dei dati di 80 milioni di utenti più o meno. Cambridge Analitica tracciando questi profili possono capire quali individui siano più fragili e quali temi usare per fare propaganda. Durante la campagna elettorale del 2016 vengono inviati ai cittadini statunitensi messaggi di propaganda elettorale calibrati sui loro profili psicografici, così da essere più persuasivi. Il problema è che i dati sono stati raccolti ILLEGALMENTE. Perché questo scandalo è andato a toccare Facebook facendo crollare le sue azioni in borsa? Perché, secondo le indagini fatte a partire dalle dichiarazioni, Facebook sarebbe stata a conoscenza di questo collezionamento illegale di dati. Facebook si allinea all’idea: fonti istituzionali=affidabili. Inoltre agisce sul motore di ricerca. Allora anche le altre piattaforme si svegliano. Tik Tok immagina i suoi clienti come dei creator. Incoraggia i creator durante la creazione a verificare i fatti usando fonti attendibili. In sintesi: Cambiamento fondamentale. A differenza della storia più recente i social media sono intervenuti non solo attraverso forme di selezione per «moderazione», ma attraverso l'intervento diretto sulle forme di selezione algoritmica. Da questo cambiamento non si potrà facilmente tornare indietro. Si tratta di un cambiamento strutturale che investe la natura delle piattaforme social e il loro rapporto con il contenuto. Il ruolo delle istituzioni All'interno di questo contesto la comunicazione delle istituzioni attraverso le piattaforme social è particolarmente valorizzata dagli algoritmi di visualizzazione dei contenuti. • Presidenza del Consiglio dei Ministri • Ministero della Salute • Istituto Superiore di Sanità •Dipartimento della Protezione Civile •Croce Rossa Italiana Tutte queste istituzioni hanno realizzato campagne di comunicazione su Facebook e Instagram finalizzate a informare i cittadini. Campagne che hanno contribuito a costruire la narrazione della pandemia, ma anche a veicolare una serie di valori. Tra i post pubblicati dalle istituzioni nei periodi considerati sono importanti soprattutto quelli che possono essere ricondotti a una campagna di comunicazione: • identificata con un hashtag • con la ricorrenza del tema grafico e dei contenuti proposti Non consideriamo le dirette delle conferenze stampa o gli aggiornamenti sui dati della pandemia. Nel racconto però c’è una differenza tra la prima ondata e la seconda ondata. Fino all'inizio di marzo le campagne hanno messo al centro: • il virus • le sue caratteristiche • le forme di prevenzione Dopo il 10 marzo l'attenzione si sposta sui cittadini e sull'ulteriore evoluzione della loro vita quotidiana. server. Le scelte editoriali delle testate giornalistiche si basano su questi dati che influiscono sul lavoro dei giornalisti. Una redazione usa questo metodo di orientamento: per scegliere cosa proporre ai lettori usano questi dati, non si basano quindi solo sui propri criteri. Per quanto riguarda i sistemi non specifici, vengono utilizzati: In alcuni casi le testate fanno anche dei pre-test, per verificare l’efficacia di un determinato articolo o formato oppure l’interesse generale per una notizia. Il processo decisionale si basa su quello che gli utenti, che fanno parte dei pacchetti di dati, hanno espresso come loro preferenze. Produzione data-driven dell’informazione: Pressione a produrre contenuti che sollecitano l’engagement. Supportare il processo decisionale con i dati: al posto di decisioni editoriali basate su un’autonoma valutazione giornalistica; decisioni editoriali basate sulla richiesta di utenti quantificati. Testate data-driven: Will ita(una community finalizzata a generare cambiamento e consapevolezza sui grandi temi del nostro tempo; retribuiscono i giornalisti in base alle views che hanno gli articoli che scrivono); Fanpage; BuzzFeed. Si diffondono sui social sempre di più le testate native che spesso sono delle community=testate comunitarie(che non sono delle vere e proprie testate giornalistiche) che vogliono raccontare i fatti che stanno succedendo nel mondo. MISINFORMATION Il caso di Austin-Texas: Novembre a Austin. Comincia con la foto di una lunga fila di bus tutti uguali. E’ il periodo delle elezioni del 2016. Erik Tuker (40 follower su Twitter) aveva pubblicato questo post in cui ipotizza che i manifestanti anti Trump che si erano raccolti ad Austin non fossero lì spontaneamente ma fossero stati portati con un pullman dai sostenitori del candidato democratico. Dopo alcuni giorni, il suo tweet era stato condiviso più di 300k volte tra Twitter e FB. Il problema è che il tweet si basava su un’interpretazione sbagliata dei fatti (perché Tucker credeva di rivolgersi solamente ai suoi 40 follower). Mette degli hashtag (#fakeprotests #trump2016) molto orientati che rendono il suo tweet più visibile. L’affermazione di Tucker si basa su una rapida ricerca su Google e sulla mancanza di tempo per fare verifiche più approfondite. Il tweet venne condiviso da un gruppo di supporter di Trump attraverso Reddit a sostegno della teoria che le manifestazioni antitrump sono sostenute dai democratici. Il giorno dopo, il post di Reddit che riprende il tweet sotto forma di BREAKING NEWS venne ripreso su un forum di conservatori. dove venne riproposto con il testo di Tucker, ma con il titolo di Reddit. Diventa una micro-notizia riconfezionata con queste due caratteristiche. Al forum hanno accesso diversi personaggi politici conservatori che condividono il link attraverso le loro pagine Facebook. Questi post vennero condivisi più di 5mila volte e più di 300 mila utenti di FB condividono a loro volta il link al forum. Il giorno dopo, sempre, cominciano a succedere cose anche al di fuori dei social. Si tratta di una circolazione incontrollata che moltiplica le fonti che ripropongono questa stessa notizia. Si aprono così 3 flussi comunicativi: la manager della compagnia di bus comincia mail e chiamate in cui le vengono chieste spiegazioni; quello social(l’informazione si diffonde attraverso FB e blog; altri media(la FOX TV chiede un’intervista per un’intervista alla manager della compagnia di bus. La giornalista smentisce tutto e questo compare sul sito web della Fox locale, mentre il tweet sta girando al di fuori del Texas. Il tweet continua a circolare e diventa una notizia confermata da varie fonti. La comunicazione dei media (Fox) continua a fare la sua inchiesta che parte sulle testate locali(quotidiani locali), ma nel frattempo, la circolazione di questa notizia si è allargata a tutta l’America che non vede i siti locali di Austin. Tucker ad alcuni siti di bufale online pubblicano rettifiche. Tucker, inoltre, condivide attraverso Twitter un link al suo blog in cui descrive come sono andati realmente i fatti. Condivide anche il suo tweet originale con sovrapposta la parola: FALSE. Ma è troppo tardi. 11 novembre l’informazione che continua a essere diffusa attraverso le pagine principali pagine dei conservatori è quella originale di Tucker. Tucker cerca di rimediare, ma il suo nuovo post riceve solo 25 like e 27 retweet. Questa storia ci insegna 3 cose: 1) Quando ci muoviamo sui social e si attivano questi flussi di circolazione di notizia è difficile arginarli. 2) Tutto questo circola all'interno delle reti omofili(reti di persone che pensano la stessa cosa). 3) Tutto ciò funziona anche perché mette in gioco delle logiche di credibilità. Flussi di comunicazione a cascata Il tweet di Tucker si è diffuso attraverso 350mila condivisioni da fonti interdipendenti; e dalle attività di social sharing da parte di utenti le cui bacheche sono state raggiunte da post condivisi da profili e pagine differenti oppure amici(si sovrappongono anche stratificazioni di credibilità). I fenomeni di cascata all’interno di reti sociali si attivano quando la condivisione avviene a partire dall’osservazione delle attività degli amici connessi di cui vengono ulteriormente distribuiti i contenuti. Il secondo meccanismo che potenzia l’effetto di misinformation è l’omofilia delle reti. Anche all’interno delle piattaforme social cerchiamo di aggregarci a persone che in qualche modo ci assomigliano. Omofilia delle reti sociali è l’attrazione tra soggetti dovuta alla presenza di tratti comuni. Questo succede anche sui social media. Sui social spesso contribuisce a strutturare le reti di relazioni degli individui e influisce sul loro comportamento comunicativo. All’interno delle piattaforme social quello che funziona è l’omofilia di valori. Quali sono gli effetti dell’omofilia delle reti nei social media? 1. SOMIGLIANZA INCREMENTALE: più percepisco dei soggetti come simili, più interagisco con loro e più mi sembrano simili. Di conseguenza, siamo sempre più portati ad interagire con questi soggetti e ad attivare sempre più flussi di comunicazione. 2. SVILUPPO DI SISTEMI DI SIGNIFICATI CONDIVISI: il circuito chiuso di relazioni tra soggetti che si percepiscono come simili genera sistemi simili di interpretazione dei fatti e degli eventi. 3. INCREMENTO DI CREDIBILITA’: i contenuti condivisi da un “contatto sociale" che condivide le proprie posizioni culturali o narrazioni degli eventi acquisiscono un surplus di credibilità. Nel caso di Austin: • I soggetti che attivano le cascate di condivisioni appartengono spesso a reti omogenee: • Il gruppo di supporter di Trump su Reddit, il forum repubblicano Free republic, • I fan della pagine del politici su FB, il gruppo Right Wing sempre su Facebook e il blog repubblicano. Logiche di credibilità C’è stata un’evoluzione nel tempo delle logiche di credibilità. Che cosa intendiamo con credibilità? Con credibilità si intende da un lato il fatto che ci convinciamo che un soggetto condividerà un contenuto di fiducia, dall’altro il fatto che prevediamo il comportamento di un soggetto o di più soggetti. Secondo gli studi, la credibilità è una precondizione della comunicazione. La comunicazione con altri soggetti esiste se esistono condizioni di fiducia. Principio di benevolenza interpretativa=principio di carità: sono disponibile ad accogliere la cosa che un soggetto mi dice. Noi non comunichiamo senza questo atto di fiducia e disponibilità. E’ un accordo portante su cui si basa la comunicazione. Noi confidiamo nel fatto che l'altro possa ascoltare o capirci; che un soggetto dice delle cose sensate/che ha qualcosa di significativo da confidarmi ecc. E’ una dinamica su cui si basa qualsiasi relazione(anche nel momento in cui si inizia a seguire un influencer). Inoltre un’altra condizione necessaria è che ci sia sincerità. Un terzo aspetto è che gli altri si fidano di me (mi aspetto che qualcuno si fidi di me che non creda che io sto mentendo e che sono davvero quello che sembra). Sono tutti processi che noi mettiamo in atto non in modo riflessivo(senza ragionarci). Un ulteriore aspetto poi è che noi ci aspettiamo che la comunicazione sia cooperativa e non manipolatoria. La fiducia è una relazione tra: Limiti: Chi fa parte di queste reti si auto-seleziona, quindi non sempre questi tipi di monitoraggio consentono un’effettiva rappresentatività. Un altro punto di criticità è l’auto-somministrazione dei farmaci. Poi, i dati vengono raccolti e resi pubblici e questo può generare problemi con potenziali datori di lavoro e agenzie di assicurazione. Si tratta dunque di un problema di privacy. In aggiunta nasce anche una promozione di una forma di filantropia dei dati(le persone sono spinte a produrre dati anche in eccesso perché pensano che facendolo siano utili al prossimo). La pressione di partecipare al monitoraggio poiché tutto ciò è utile alla ricerca scientifica. Siamo davanti a una pressione alla raccolta automatizzata di dati individuali che viene dalle piattaforme(sia dalle Big Five, che da quelle di settore). La raccolta di questi dati posiziona le piattaforme in una posizione privilegiata all’interno di un ecosistema di istituzioni ecc. Big Five diventano interlocutori alla pari delle istituzioni. Inoltre è possibile usare questi dati per operazioni di marketing. Operatori delle big five offrono hardware, software e spazi di archiviazione. I dati possono essere connessi anche ad altre pareti del database. Europa e privacy: Negli USA il controllo relativo alla privacy dei dati è molto meno stringente. In EU invece è stato fondato questo Open Science Cloud. I dati convergono all'interno di questo spazio condiviso di archiviazione (aperto e non a pagamento). Questo cloud prende i dati: findable, accessible, interoperable, reusable. L’obiettivo è evitare che qualcuno possa raccogliere i dati per sé; o che le case farmaceutiche possano costruire dei database ecc. E’ impossibile quindi risalire alla singola persona. METAVERSO Una delle frontiere recenti. E’ un universo/ambiente virtuale. Un termine messo in circolazione da Mark Zuckerberg perché a un certo punto Facebook (l’azienda) è diventata Meta. Zuckerberg ha abbinato la parola Metaverso con il concetto di ambiente virtuale. Nella sua narrazione di cos’è il Metaverso, è uno spazio 3D costruito all’interno del computer in cui possiamo agire come se fossimo all'interno di uno spazio reale. Da un lato questa narrazione rimanda alla narrazione del gaming, dall’altro invece(da come Zuckerberg la racconta), le radici dell’immaginario sono legate a tutto un sogno di sviluppo dei sistemi di realtà virtuale. In pratica Zuckerberg ha deciso di fare un'operazione di rebranding passando da Facebook a Metà. Dal 2018 circa, Facebook viveva tempi di crisi e questioni problematiche(Cambridge Analitica, fake news…). Queste crisi hanno determinato dei cali di valore delle azioni(FB è quotata in borsa). Decide di cambiare nome, poiché in questo modo: 1. tutti i problemi ricadono su FB e non su tutta l’azienda. 2. FB piattaforma ha ormai raggiunto il suo massimo sviluppo(una percentuale di utenti molto alta). Dunque, POCO VALORE in borsa. Quindi: problemi reputazionali + crescita molto lenta di FB piattaforma (ormai ha raggiunto quasi tutti gli utenti). Quindi crea Meta che include: Facebook, WhatsApp, Messenger, Instagram e Oculus(che serve per l’immersione nella realtà virtuale). “Il Metaverso è un insieme di spazi virtuali da creare ed esplorare con altre persone che non si trovano nel tuo stesso spazio fisico”. Le persone quindi possono incontrarsi tramite un avatar(l'idea di dare fisicità). Persone che si spostano e ambienti diventano esplorabili. Oculus(che FB ha acquistato per la creazione dell'interfaccia) e Horizon Workroom(una partnership con questa azienda che sviluppa le realtà virtuali/ambienti 3D). Il termine è stato preso da un romanzo di fantascienza del 1992 che parla di realtà virtuale. Zuckerberg riprende anche dall’immaginario di quegli anni, l’idea di metaverso. C’è questa nascita dell’idea di realtà virtuali grazie alla nascita dei visori e dei dataglove (datati di cavi connessi ai computer) negli anni’80 usati alla NASA. Inizialmente è il gaming(basato su una realtà virtuale immersiva) che si impadronisce di questi device. La realtà virtuale immersiva è molto faticosa da gestire. Negli anni 2000 si capisce che ci possono essere delle realtà virtuali un po’ più semplici da usare (Enhanced Reality=realtà aumentata non immersiva). Inizio 2000 nasce Second Life=ambiente tridimensionale in cui ci si muove grazie agli avatar accanto al gaming. In più quello che si era immaginato della realtà virtuale, trova una forma. SE ha un grandissimo successo; primo ambiente virtuale che aveva una moneta(si compravano con soldi veri dei soldi validi sono all’interno delle realtà virtuale). All’interno di questo ambiente erano presenti anche delle istituzioni di formazione(Università di Torino). Il Metaverso quindi è una ripresa di qualcosa che si è già tentato. Alla fine del primo decennio dei 2000 la parabola di Second Life sta finendo. La realtà virtuale la ritroviamo poi con i visori(che nel tempo sono migliorati: usano tecnologie wireless ecc), Tornano a proporsi i visori con un mix tra realtà virtuale e enhanced reality. Tornano nei musei, edifici storici e cinema. Quindi la realtà immersiva torna in questo modo mixando spazio reale e spazio virtuale. Il passo ulteriore è quello di enhanced everydaylife tentata da Google glasses che vanno oltre l’immersività. Adesso ci sono molte piattaforme che propongono l’esperienza del metaverso. Quella più usata ora dalle aziende è Roblox. Queste piattaforme forniscono ad esempio esperienze che si fanno nello store reale(Nike e Benetton). NFT e Metaverso Nft sono degli oggetti su cui stanno lavorando molto le imprese e che, come prima possibile forma, hanno quella di un’immagine digitale di cui noi possiamo acquistare la proprietà. Alcune aziende del mondo della moda investono in questa nuova tecnologia che permettono di creare degli oggetti digitali che possono essere venduti e diventare proprietà di qualcuno. Dolce e Gabbana hanno investito molto in ciò. Vengono proprosti oggetti da collezione per creare un mondo di collezionisti e creare un mercato di vednita di queste collezioni. Dolce e Gabbana hanno creato degli nft (platinum box) che le persone comprano e che consentono a loro non solo di possederli, ma anche di partecipare a degli eventi esclusivi. Questo tipo di oggetti sono utilizzati anche nello sport e si chiamano fan token e vengono venduti dalle squadre. Di recente anche il mondo della musica li ha introdotti e si chiamano talent token. Tutto ciò si basa sul meccanismo di vendere degli oggetti dgitali che possano essere di proprietà e aprono anche delle strade al’esterno. Questa tecnologia si basa sul meccanismo della blockchain (a un oggetto digitale viene associato un codice che contiene tutti i passaggi che questo oggetto fa) ed è un meccanismo di sicurezza. Narrazione algoritmica Le narrazioni contemporanee ospitate dai media algoritmici sono prodotte all'intersezione tra: • azioni degli utenti (like, commenti, post); • elaborazione algoritmica delle tracce lasciate a partire da queste azioni che si traduce in una restituzione di contenuti predittivamente ritenuti interessanti; • intervento strategico degli utenti finalizzato a perfezionare questa restituzione di contenuti e a "far agire" l'algoritmo secondo le proprie preferenze e i loro cambiamenti nel tempo. A questo va aggiunto che gli utenti agiscono strategicamente sulla base di una immaginazione algoritmica spesso mediata anche da contenuti distribuiti e diffusi attraverso i social media e la ciclica riprogrammazione degli algoritmi sulla base dei risultati ottenuti in termini di marketing e comunicazione da parte delle piattaforme. Altri fattori intervenienti • I processi di framing generati dalla diffusione di meme satirici che, ripresi e ripetuti nei post dei singoli, diventano un modo di raccontare la realtà diffuso attraverso i social. • La ricorrenza e ripetizione di modelli di racconto come quelli delle preparazioni di cucina, ma anche delle recensioni di viaggi e locali che si ripetono in forme sempre più codificate su piattaforme come Instagram o TikTok. • La proposta ripetuta e insistita di modelli “di tendenza” rende pervasive alcune forme di racconto, dall’altro le scelte degli utenti e le loro azioni strategiche nei confronti degli algoritmi privilegiano alcune tendenze rispetto ad altre. I media algoritmici mettono a disposizione degli utenti dei repertori discorsivi e narrativi in relazione a singoli eventi privati o pubblici. • La tipicità algoritmica di queste risorse per la narrazione è legata al fatto che la loro selezione e distribuzione è basata su meccanismi predittivi e - di conseguenza – ripetitivi. • Ogni utente (o ogni singolo gruppo connesso di utenti) ha la possibilità di accedere – in relazione a un singolo evento - a un repertorio di risorse narrative limitate e tendenzialmente coerente al suo interno su cui di conseguenza a basare le proprie narrazioni. Giornata della donna 2022 • Per esempio la giornata della donna 2022 è stata variamente associata dai post celebrativi circolati sui social media ai valori di empowerment, inclusività, solidarietà, body positivity. • Valori che sono stati rappresentati in forma metaforica, simbolica, scegliendo di volta in volta tipi diversi di donne per rappresentare questi valori. • Brand, istituzioni, persone comuni hanno ripreso questi valori e i modi in cui venivano raccontati nei post pubblicati in questa data. In alcuni casi riprendendo i trending topics della giornata, in altri casi accogliendo le linee narrative dominanti nella propria “bolla algoritmica” frutto dell’intersezione tra tracce digitali lasciate nel proprio passaggio sulle piattaforme e la loro “interpretazione” algoritmica. •Instagram tra l’1 e il 15 marzo 2022 • in Italia con #8marzo, o contenenti le espressioni "8 marzo", "festa donna" e "festa donne". • Il corpus è stato reperito tramite Crowdtangle ed è composto da 6,624 post e si può definire un big data set. I temi ricorrenti all'interno di questi post sono stati identificati attraverso un'analisi del contenuto della parte visiva e del testo e poi attraverso un'analisi delle parole chiave ricorrenti. L'immagine della donna che emerge in relazione alla festività dell'8marzo è quella di: • donna come una "principessa guerriera" caratterizzata da determinazione, coraggio e capacità di lottare. • donna come "vittima di ingiustizie" soprattutto nell'ambito del lavoro. • minori appaiono i legami con un'immagine altrimenti stereotipata legata ad aspetti quali la fragilità o alla maternità. Emerge anche l'identificazione della donna con alcune figure emblematiche come Rita Levi Montalcini, Marie Curie, Rosa Parks, Kathrine Switzer, Franca Viola. Figure riconducibili ai due modelli delle donne scienziate e delle donne attiviste per i propri diritti in vari campi dalla famiglia, alla vita pubblica allo sport. Sono presenti diverse pagine satiriche che propongono meme e in particolare edèsubitoex; boomfriendzoone; disagiate; bastardidentro; cosebrutteimpaginatebelle; 30 politico. La narrazione dei meme satirici riprende lo stereotipo di un rapporto fallimentare tra uomini e donne caratterizzato dal frame della dimenticanza, della strategia del recupero goffo delle inadempienze maschili, della competizione con la figura materna, della relazione di coppia come sopportazione. Viene ripreso in occasione della festività dell’8 marzo anche lo stereotipo dello studio come vessazione e fatica senza scopo. L'analisi sull'intero data set è stata effettata utilizzando le parole chiave che sono state rilevate come tipiche delle diverse forme di narrazione nello small data set per verificarne la ricorrenza in tutto il campione. • Le parole chiave sono state distinte in due aree semantiche: • La rappresentazione della donna come vittima e oggetto di discriminazione • La rappresentazione della donna come "soggetto di valore" per le sue capacità Rispetto alla narrazione della donna come soggetto portatore di valore i post caratterizzati da un numero più alto di like e commenti sono più spesso caratterizzati dalla presenza di riferimenti alla maternità rispetto agli altri, mentre c'è una sostanziale omogeneità in relazione alle altre parole chiave. Rispetto all'intero data-set i post che sono stati premiati con il numero maggiore di like e di commenti mettono maggiormente a tema alcuni aspetti della narrazione della donna come vittima e in particolare il tema del rispetto che ricorre quasi come parola chiave, mentre sono presenti in misura decisamente minore post che mettono a tema la violenza di cui le donne sono vittima. Emerge poi una significativa convergenza tra small e big data-set nell'indicazione delle figure femminili emblematiche che provengono principalmente da due ambiti: quello delle donne scienziate e quello delle donne attiviste. Nel complessivo data set prevalgono le prime con il 59% delle citazioni rispetto alle donne attiviste con il 40,5% delle citazioni.