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Appunti di Storia dell'Architettura Contemporanea - Adolf Loos, Appunti di Storia Dell'architettura Contemporanea

Appunti di Storia dell' Architettura Contemporanea. L'architetto preso in considerazione in questi appunti è Adolf Loos.

Tipologia: Appunti

2015/2016

Caricato il 22/02/2016

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

4

(1)

13 documenti

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Scarica Appunti di Storia dell'Architettura Contemporanea - Adolf Loos e più Appunti in PDF di Storia Dell'architettura Contemporanea solo su Docsity! LOOS ADOLF LOOS (10 Dicembre 1860, Brno / Moravia - 23 Agosto 1933, Vienna / Austria) •1870 - nasce a Brno in Moravia (oggi Repubblica Ceca), primogenito di uno scultore scalpellino. Frequenta da bambino il laboratorio di marmi del padre, un primo importante contatto con i materiali e il mestiere artigianale. •1889-1893- per studiare architettura, si trasferisce a Dresda dove, quarant’anni prima, aveva insegnato Gottfried Semper, il teorico ottocentesco che influenzò profondamente il suo pensiero architettonico. •1893-1896 - lascia l’Europa per un lungo soggiorno negli Stati Uniti anche per visitare l’esposizione universale di Chicago. Viaggia tra Boston, New York e Philadelphia, facendo lavori occasionali come recensioni di spettacoli pubblicate da riviste locali in lingua tedesca. La permanenza americana avrà un forte peso sulle sue teorie sull’abitare in modo moderno. •1896 - a Vienna, comincia la sua attività professionale di architetto-arredatore. Questo gli permette di entrare in contatto con i circoli dell’avanguardia intellettuale e artistica. Comincia a frequentare una cerchia di industriali e imprenditori emancipati e culturalmente esigenti, che presto divennero suoi committenti, fra i quali i letterati Karl Kraus e Peter Altenberg, il pittore Oskar Kokoschka e il compositore Arnold Schönberg. •1898-1899 - Loos firma finalmente personalmente la sua prima autonoma realizzazioni: il Café Museum accolto favorevolmente dalla critica tedesca nelle pagine di “Decorative Kunst” (1901). •1903 - Il celebre fisiologo viennese Theodor Beer incarica Loos di trasformare in una sontuosa villa la sua casa sul lago di Ginevra: Villa Karma. Questa casa permetterà a Loos di mettere in pratica, per la prima volta in una costruzione importante, la propria concezione di comfort moderno e la sua sensibilità nell’utilizzo di materiali preziosi. •1908-1912- Loos realizza alcuni dei suoi interventi più noti come il Kärntner Bar e l’immobile commerciale Goldman & Salatsch sulla Michaelerplatz che scatenò polemiche per il suo carattere profondamente innovativo. • Negli ultimi anni che precedono la Prima Guerra Mondiale, Loos costruisce a Vienna una serie di importanti case unifamiliari: le ville Steiner (1910), Horner (1912) e Scheu (1912). •1921- Loos è nominato Architetto Capo dell’Ufficio per l’edilizia popolare della municipalità di Vienna. Pubblica la sua prima raccolta di scritti, intitolata Ins Leere gesprochen (Parole nel vuoto). 1 LOOS •1922 Loos partecipa al concorso per la costruzione della sede centrale del “Chicago Tribune” proponendo un grattacielo a forma di colonna dorica rivestita di granito nero. Casa Rufer a Vienna, prima applicazione integrale del Raumplan. •1930-1933- trasferisce la propria attività professionale quasi esclusivamente in Cecoslovacchia, dove porta a compimento il suo ultimo capolavoro: la villa Müller a Praga. •1933- Sempre più isolato dalla sordità ormai assoluta e dai ricoveri in case di cura, Loos muore in una clinica di Kalksburg all’età di sessantadue anni, il 23 Agosto. CAFE' MUSEUM Nei pressi, a rendere del tutto particolare il luogo, si trova pure l’edificio della Secessione di Joseph Maria Olbrich, al cui confronto il Café assume inequivocabilmente un significato di “silenzio”. Tale significato, in polemica con il gusto della Secessione e con le elaborazioni dello Jugendstil, sembra assolvere anche uno dei compiti dell’architetto, compito che Loos considera fondamentale, soprattutto riguardo agli edifici pubblici: comunicare qualcosa all’osservatore in modo ideale, suscitare emozioni. L’edificio trasmette invero senso della misura e, nello stesso tempo, un modo di porsi rispetto alle cose efficace e senza fronzoli. A produrre questo effetto sono, all’esterno, il bianco intonaco, coniugato col paramento liscio dei piani superiori, e le finestre, semplici ritagli rettangolari che scandiscono una facciata senza increspature. Coerentemente, la porta non può che configurarsi come nudo varco rettangolare, posto al vertice 1 di 5 smussato delle due ali dell’edificio. Queste caratteristiche, che si oppongono alle sovrabbondanze e ai formalismi ricercati dei contemporanei, valgono al Café il soprannome “Café Nihilisums”. Grande cura è dedicata alla funzionalità e alla comodità di tavolini e sedie, gli elementi più importanti. I tavolini, classici, hanno il ripiano tondo o rettangolare in marmo e le sedie, laccate di rosso, sono del tipo Thonet, ma in una variante ideata da Loos stesso: la sezione del legno curvato, ellittica anziché tonda, alleggerisce la sedia, pur mantenendola stabile. Ecco un’innovazione legittima, poiché la modifica della forma scaturisce non dalla “smania di innovazione, ma dal desiderio di perfezionare ulteriormente ciò che era già valido. Non si tratta di offrire alla nostra epoca la sedia nuova, ma quella migliore”. L’involucro è dunque anonimo, adatto al viavai dei clienti del caffè. Anche l’interno, appartenendo alla sfera pubblica, fa parte del continuum urbano, e così Loos, come dice Hevesi nello stesso articolo, “evita tutto ciò che si può chiamare arte”. Eppure Loos l’anno precedente afferma, in sostanza, che verso l’esterno l’edificio deve essere muto e rivelare la sua ricchezza soltanto all’interno. E infatti questo interno parla attraverso l’accostamento di materiali e colori diversi, attraverso la ricercatezza dei rivestimenti. Se Loos griderà, con la sua 2 LOOS Moderno e aristocratico: perfetta contraddizione che la cultura del Novecento non riuscirà mai a comporre, Loos è uno dei pochi architetti in grado di creare questa unione (un altro fu Mies Van Der Rohe) HAUS STEINER (Vienna, 1910) La villa progettata per i coniugi Steiner è il primo progetto di Loos per un’abitazione unifamiliare in un quartiere giardino periferico di Vienna a Hietzing, nei pressi del parco di Schönbrun. Il progetto presenta due prospetti differenti per forma e altezza tanto che sembra l’aggregazione di due corpi tramite la copertura in rame a un quarto di botte. All’interno, il soggiorno rappresenta il centro dell’abitazione: poteva essere utilizzato come sala di musica. Loos aveva disegnato appositamente dei mobili da collocare sulle pareti perimetrali per lasciare libera la parte centrale. HAUS SHEU (Vienna, 1912) Loos costruisce Casa Scheu al ritorno di un viaggio in Algeria. Probabilmente influenzato dalle architetture mediterranee, interpreta in questo progetto la tipologia a terrazze adottata per la prima volta a Vienna. Lontano da ogni inflessione nel pittoresco, Loos interpreta la casa a terrazze in forma sobria ed essenziale coerentemente alle sue teorie, nel rispetto e nell’interpretazione moderna della tradizione locale. Viene tuttavia accusato di non aver rispettato i caratteri stilistici del luogo. Il profilo netto delle terrazze è ben visibile dal giardino. Le aperture presentano una distribuzione regolare sul fronte verso il giardino mentre sui lati sono disposte più liberamente in base alla funzione degli interni. Gli spazi, ben caratterizzati anche con altezze differenti, come per esempio il ribassamento della zona camino, anticipano l’applicazione spaziale del Raumplan di villa Moller e Müller. HAUS STRASSER (Vienna, 1919) Il progetto per casa Strasser è l’esito di una ristrutturazione dell’involucro esterno che ha compreso l’arredamento d’interni di una abitazione esistente. La forma originaria della casa non è più riconoscibile. Viene applicata la configurazione spaziale del Raumplan evidente dalla sezione che relaziona in modo complesso la struttura nuova con quella esistente. Negli interni ritornano i caratteri tipici di Loos del modo di trattare l’atmosfera dello spazio: materiali ricchi accostati con raffinatezza in base alle texture. Queste ville elencate sono tutte situate a Vienna. Con queste ville Loos esprime la sua contraddizione, applicando un'ampia distinzione tra interno ed esterno. I volumi esterni sono regolari ed intonacati di bianco, privi di ornamento, sono 5 LOOS completamente muti, che costituiscono la verità degli interni non tradendone la presenza, varcando la soglia troviamo il vero e proprio regno dell'abitante. Le pareti interne sono rivestite da sottili lastre di marmo o di legni pregiati, i pavimenti coperti di tappeti preziosi, le travi dei soffitti lasciate a vista, i camini in mattoni, i vetri e gli specchi che danno vita ad ambienti caldi. PRINCIPIO DEL RAUMPLAN Loos nei suoi scritti non ha mai espressamente definito la teoria del Raumplan (la pianta nello spazio) anche se, nelle sue architetture, l’applicazione risulta evidente, dalle prime fino alle ultime opere. Già nelle ristrutturazioni degli appartamenti nella sua iniziale fase progettuale, Loos per meglio specializzare e caratterizzare gli spazi, alterna l’altezza dei locali. Soltanto a partire dal 1909-1910 Loos fu in grado di progettare case senza vincoli di preesistenze e quindi fu ibero di sperimentare il Raumplan. Nelle abitazioni, il Raumplan compare per la prima volta in casa Mandl (1916), poi nell’immobile commerciale nella Michaelerplatz (1910-1911) arriva a comporre lo spazio con un gioco d’incastri fino alla applicazione che ritorna nelle case Strasser, Rufer, Moller (dove gli ambienti hanno una vista libera come in un teatro sulla grande sala dello spazio interno) e alla soluzione della “passeggiata nello spazio” di Villa Müller. Loos in uno scritto accenna al Raumplan: “un’abitazione in cui i locali fossero distribuiti nello spazio e non sul piano… questa rappresenta una grande rivoluzione nel campo dell’architettura: la soluzione della pianta nello spazio!” Per definire il Raumplan, Loos parte da considerazioni di tipo sociali ed economiche fino ad arrivare a una concezione spaziale capace di creare un’articolazione verticale, realizzata attraverso l’incastro di nicchie, vani alti e bassi connessi con percorsi differenziati e improvvisi cambi di direzione, dove anche la luce ha la funzione di indirizzare lo sguardo, sempre rivolto all’interno, in grado di rompere la scatola del cubo. La capacità di far compenetrare i volumi, di collegarli e di suddividerli in modi non convenzionali per farli fruttare, rivelando così nicchie, passaggi segreti, mobili a muro, si racchiude tutto nel principio del Raumplan: progettazione spaziale, al cubo, ovvero in tre dimensioni. HAUS RUFER (Vienna, 1922) Il progetto di Casa Rufer è la prima applicazione integrale nella composizione del principio del Raumplan: • disposizione degli ambienti su piani sfalsati, • corrispondenza tra prospetti e distribuzione interna, • semplificazione del sistema strutturale. • La forma dell’edificio è risolta in volume parallelepipedo, quasi cubico (10 per 10 per 12 metri), con semplici prospetti intonacati a calce chiusi da una cornice aggettante sopra un’alta fascia. 6 LOOS La disposizione delle finestre, tagliate a vivo nel muro, corrisponde alla disposizione e alle altezze dei vani interni. La composizione dettata dalla destinazione d’uso procede con coerenza progettuale dall’interno verso l’esterno. All’interno, la disposizione su livelli differenti, per altezze e superfici, corrisponde a una relativa funzione. Questa impostazione planimetrica garantisce la continuità spaziale senza rigide divisioni interne. Raumplan in Haus Rufer: si manifesta con estrema chiarezza non soltanto dall'interno, nella frammentazione degli spazi e nella complessa organizzazione, ma anche all'esterno, nella disordinata apertura delle finestre. La cubica regolarità della casa consente di leggere la palese difformità delle sue facciate come un principio agente dall'interno verso l'esterno). Nel punto in cui si incontrano esterno ed interno mostrano non soltanto la loro differenza, quanto la contraddittorietà della loro differenza. VILLA MOLLER (Vienna, 1928) Il progetto di Casa Moller presenta l’applicazione esemplare e la verifica pratica di tutti i principi fin ora indagati dalla poetica della casa d’abitazione di Loos, in un perfetto equilibrio tra estetica e funzionalità. La casa si sviluppa all’interno di un volume stereometrico con copertura piana su una superficie di 25 per 21 metri. La composizione della facciata, organizzata sugli assi mediani, è dominata da un corpo aggettante rettangolare che si apre con una finestra. Questo elemento, posto al di sopra della porta d’entrata, contiene al suo interno una sorta di alcova, di spazio privato dedicato alla conversazione che ben esprime l’idea loosiana del procedere dell’architettura dall’interno verso l’esterno. All’interno, al volume aggettante, che si estende oltre la facciata, si accede dopo aver percorso cinque gradini: ottenendo un’altezza più bassa dello spazio del soggiorno, questo spazio si caratterizza meglio nella sua funzione di ospitare la conversazione da seduti. Questo accorgimento di differenzazione spaziale non è altro che l’applicazione del Raumplan, principio che si estende all’intera abitazione. La contraddizione penetra fino all'interno: tra la sala da pranzo e la sala della musica vi è un avvertibile apertura, abbastanza ampia da sottolineare il dislivello dei due ambienti. HAUS MULLER (Praga, 1930) Villa Müller è l’opera più celebre ed emblematica di Loos nella quale i principi del Raumplan si esplicitano in una compiuta definizione dello spazio inteso come luogo dell’abitare. In questo progetto, lo sviluppo della pianta nelle tre dimensioni raggiunge un grado di complessità nella compenetrazione e nell’unitarietà dello spazio, mettendo in relazione gli ambienti tra di loro, mai raggiunta in precedenza. Realizzata a Praga, in un quartiere residenziale, su un terreno in pendenza, l’abitazione è costituita da un volume sommariamente cubico – a due piani con un sottotetto arretrato e un’ampia terrazza – ma alterato nella sua purezza formale da sporgenze, terrazze, aperture e aggetti. Se si osserva la planimetria si può notare che sono riproposte le stesse soluzioni delle case precedenti: 7