Scarica appunti economia e gestione della banca e più Appunti in PDF di Economia e gestione della banca solo su Docsity! ECONOMIA DELLE AZIENDE DI CREDITO CAPITOLO 1 (coursepack) Definizione e funzioni del sistema finanziario FORMALE: il trasferimento di risorse avviene con regole e controlli, il tutto è tracciato, esistono dei luoghi organizzati e soggetti regolamentati che operano. Profilo strutturale: il sistema finanziario è costituito dal complesso integrato di contratti, intermediari e mercati finanziari, autorità di regolamentazione e vigilanza e banche centrali, esistenti in un dato luogo in un dato momento. Il sistema finanziario è soggetto a continua evoluzione strutturale e cambia nel tempo (nuovi mercati, autorità). Profili funzionali: è un’infrastruttura cruciale per il funzionamento delle moderne economie in quanto svolge importanti funzioni: Funzione di allocazione del risparmio: realizza il trasferimento delle risorse dal risparmio all’investimento; Funzione monetaria: assicura l’efficiente funzionamento del sistema dei pagamenti; Funzione di trasmissione della politica monetaria: trasmette al sistema economico gli impulsi della politica monetaria, vengono dirottate nel sistema le decisioni di politica monetaria come il rialzo (o ribasso) dei tassi d’interesse da parte della banca centrale Europea, che potrebbero creare una contrazione degli investimenti e dei consumi. Le funzioni dei sistemi finanziari secondo R. Merton 1. Fornire sistemi di compensazione e regolamento dei pagamenti, creazione di architetture per i pagamenti con moneta alternativa a quella legale; 2. Creare meccanismi che consentono la raccolta di risorse presso il pubblico risparmiatore (pooling) per finanziare grandi investimenti, le banche (classico meccanismo di pooling) raccolgono tante piccole somme dai risparmiatori e li mettono a disposizione di imprese o imprenditori per grandi investimenti, altri meccanismi di pooling sono attuati dalle assicurazioni o dai fondi comuni di investimento. 3. Effettuare trasferimenti finanziari intersettoriali (nel tempo e nello spazio) tra famiglie e imprese/stato, implica che siano prodotti dei contratti finanziari e che esistano degli intermediari (banche) che permettano i trasferimenti in maniera efficiente. 4. Ridurre/trasferire il rischio (es. insolvenza di una delle parti durante il contratto) attraverso l’offerta di strumenti di copertura, assicurazioni, il rischio può anche essere ridotto attraverso la tecnica della diversificazione (finanziare più investitori in campi diversi e non pochi grandi); 5. Diffondere informazioni sui prezzi dei prodotti finanziari; in un sistema finanziario è importante che vi siano dei meccanismi che diano informazioni sui prezzi rappresentativi del costo o della remunerazione delle risorse finanziarie oggetto di trasferimento (prezzi dei titoli, interessi, tassi di cambio), l’assenza di mancanza di informazioni sui prezzi implica che i risparmiatori si possano astenere dallo scambio. Dunque l’informazione deve essere continua ed efficiente per favorire il processo di allocazione del risparmio. 6. Ridurre i problemi di inventivo e i costi di agenzia derivanti dalla presenza di asimmetrie informative (diseguale distribuzione delle informazioni tra le parti) tra i partecipanti allo scambio finanziario, favorendo la fluidità degli scambi all’interno del sistema finanziario. Alcuni soggetti che si occupano della riduzione delle asimmetrie informative sono le società di revisione, consulenti finanziari, società di rating. L’ALLOCAZIONE DEL RISPARMIO Avendo riguardo al trasferimento di risorse finanziarie che il sistema finanziario realizza tra soggetti e datori di fondi (es: famiglie) e imprenditori di fondi (es: imprese, pubblica amministrazione), esso è reso possibile dalla creazione di circuiti di collegamento o di intermediazione che possono essere diretti o indiretti, e in cui gli intermediari finanziari assumono ruoli differenti. Allocazione del risparmio: il sistema finanziario si colloca fra prenditori e prestatori finali di fondi sviluppando circuiti di collegamento. Una prima differenza si pone fra il collegamento diretto, via mercato, e quello indiretto, via intermediari. • Circuiti diretti (via mercato): i circuiti diretti sono “luoghi” in cui si manifestano le condizioni necessarie per la canalizzazione delle risorse finanziarie dagli offerenti fondi ai richiedenti fondi, in maniera autonoma o assistita. Il collegamento diretto, individua quindi un circuito di intermediazione nel quale le unità in deficit emettono strumenti finanziari che si troveranno in bilancio tra le passività finanziarie e che trovano una contropartita diretta nelle attività risultanti dallo stato patrimoniale delle unità in surplus finanziario. Per tanto i bilanci delle due unità sono legate da rapporti di credito (surplus) debito (deficit). Il collegamento diretto tra le controparti può realizzarsi senza l’intervento di intermediari finanziari e anche in assenza di mercati organizzati, dove entrambe le parti sostengono costi di transazione, ed è questo il caso dei circuiti diretti puri (es: sottoscrizione di un titolo obbligazionario da parte di un risparmiatore emesso da un imprenditore che investe in un progetto innovativo, attraverso un collocamento di titoli privato). Più di frequente l’incontro diretto tra le unità economiche si perfeziona con l’intervento di mercati organizzati che intervengono per agevolare la sottoscrizione delle passività finanziarie emesse dalle unità che richiedono risorse finanziarie da parte delle unità finanziatrici e nel cui bilancio entrano come crediti o partecipazioni nell’attivo. Il saldo finanziario: ci consente di intercettare il fabbisogno di trasferimento di risorse finanziarie. Segni e trends dei saldi finanziari sono indicativi del fabbisogno di trasferimento di risorse finanziarie fra i diversi settori realizzato attraverso il sistema finanziario. Il fabbisogno di trasferimento dipende da: Capacità di risparmio delle famiglie; essa è molto diminuita. Capacità di autofinanziamento e di investimento delle imprese; Gestione del deficit delle amministrazioni pubbliche e investimenti pubblici; Interscambio con l’estero. La dissociazione fra risparmi e investimenti è originata dall’esistenza di unità istituzionali e settori con saldi finanziari con segni tipicamente contrapposti che fanno insorgere esigenze di trasferimento delle risorse monetarie dalle unità in surplus alle unità in deficit. La dinamica e l’entità dei fenomeni di dissociazione in atto nei sistemi economici traggono origine dai modelli di sviluppo economico seguiti. Dimensione e distribuzione dei saldi finanziari dei settori sono, infatti, riconducibili a scelte di welfare state, di politiche di distribuzione dei redditi, di natura fiscale. Tanto più ampi risultano, in termini relativi, i saldi finanziari dei diversi settori istituzionali, maggiore è il fabbisogno di disporre di dispositivi di trasferimento che sono individuabili nei contratti finanziari. Le scelte di politica economica influiscono sulla distribuzione dei saldi finanziari dei diversi settori istituzionali. Con saldi finanziari istituzionali =0 vi è comunque bisogno di effettuare trasferimenti di risorse finanziarie inter-settoriali e infra-settoriali: o Funzione monetaria (pagamenti); o Funzione di gestione dei rischi (copertura/trasferimento rischi. Ad es. fra famiglie e compagnie assicurative); o Emissione di passività fin. in contropartita di nuove attività fin. per ogni settore o unità settoriali; o Ricomposizione dei portafogli di attivo e passivo; La composizione di attività e passività finanziarie dei settori istituzionali dipende da: Scelte di investimento e finanziamento dei diversi settori nel tempo; Trasformazioni strutturali del sistema finanziario (ad es. crescita dei circuiti diretti); Modelli di sviluppo economico perseguiti (welfare state); Fattori demografici e di educazione finanziaria. I CONTRATTI FINANZIARI All’interno del sistema finanziario formale lo scambio di fondi avviene attraverso contratti finanziari, quali i depositi bancari, le obbligazioni, i titoli di Stato, i prestiti bancari, ecc. Tali strumenti contrattuali sono usualmente identificati come “attività finanziarie”, indicando i contratti finanziari detenuti dai soggetti cedenti risorse finanziarie (risparmio). E’ uno dei mezzi attraverso i quali si possono scambiare risorse finanziarie tra le unità in surplus a quelle in deficit. Attività finanziaria (AF)= Un rapporto contrattuale nel quale le prestazioni delle controparti sono denominate in moneta e scadono in tempi diversi. Una attività finanziaria prevede un trasferimento di potere di acquisto contro una o più prestazioni future di segno opposto La moneta legale è l’attività finanziaria più liquida in assoluto, la quale ha funzione di mezzo di pagamento, riserva di valore e unità di conto. Le AF possono avere la natura di: contratti bilaterali (informazioni riservate es. prestiti bancari) e contratti di mercato (informazioni di dominio pubblico es. emissione azionaria di un’ azienda e solitamente sono contratti standardizzati). La natura del contratto sottostante: In una attività finanziaria le prestazioni delle due parti in causa sono rette da un contratto che può appartenere a tipologie diverse, con implicazioni economico-giuridiche diverse. Occorre innanzitutto distinguere tra attività finanziarie che esprimono: ❑ un rapporto di debito/credito (titoli di Stato, obbligazioni, depositi bancari, strumenti derivati) senior (coloro che tra i diversi creditori, nella gerarchia del rimborso in caso di fallimento, hanno la priorità nel rimborso)o junior (subordinati e maggiormente esposti al rischio) ❑ un rapporto di partecipazione (azioni con diritti patrimoniali e amministrativi differenti) include tutte le diverse categorie di azioni previste dall’ordinamento giuridico; colui che acquista le azioni di una società ne diventa anche socio. In questo caso il grado di incertezza è maggiore rispetto a quello dei creditori. ❑ un rapporto di tipo assicurativo (polizze vita, morte, danni). In questo caso le unità in surplus investono un capitale periodico in cambio della protezione assicurativa (pagamento o risarcimento) al verificarsi di un determinato evento. Il tempo: La durata dei contratti finanziari può essere: breve (max 12 mesi), media (da 1 a 10 anni), lunga (oltre 10 anni o perpetua). Più è breve la durata minore è il rischio che si accolla l’unità in surplus. L’informazione: La valutazione delle varie tipologie di rischio nel corso della vita dell’attività finanziaria dipende dalle informazioni disponibili alle parti in causa. L’informazione è allo stesso tempo input e output dell’attività degli intermediari e dei mercati finanziari. E’ input in quanto i processi decisionali degli operatori si basano su informazioni (ad es. definizione del contratto, decisione di finanziamento/investimento). E’ anche output perché il prezzo di ciascuna attività finanziaria incorpora informazioni, in quanto è il frutto del processo decisionale stesso. Quando le informazioni sono carenti o errate l’unità i surplus si potrà astenere dallo scambio, quindi tante più informazioni abbiamo, tanta più alta è la probabilità di stendere un contratto. Rendimento e rischio delle attività finanziarie. Il rendimento delle AF: E’ la remunerazione percentuale per chi cede potere di acquisto all’unità in deficit e richiede un compenso sia per la rinuncia al potere di acquisto, sia per il rischio sopportato (insolvenza). Il rendimento di un’attività finanziaria è determinato da: ❑ tasso di interesse: il prezzo per lo scambio nel tempo di potere d’acquisto sotto forma di credito. Tipologie di tassi: nominali cioè contrattualmente stabiliti, reali (tasso nominale - tasso d’inflazione), fissi tali rimangono per tutta la durata del contratto finanziario, variabili (variano in funzione dei criteri di indicizzazione monetaria, finanziaria, reale) ❑ dividendo: rappresenta la remunerazione per i detentori di contratti di partecipazione (ad es. azioni) ❑ variazioni di prezzo delle attivit à finanziarie ❑ variazioni dei tassi di cambio ad esempio se investo in azioni Apple con valuta dollaro❑ variazioni del tasso di inflazione : se infatti ho 100 euro oggi e il tasso di inflazione è pari a 0 fra un anno i miei 100 euro rimangono tali come potere di acquisto. Se però tra un anno l'inflazione sale all'1%, i miei 100 euro avranno un potere di acquisto in termini reali pari a 99. Il rischio delle AF: Esiste sempre una probabilità non nulla che alla scadenza i contratti finanziari (es. debiti) non vengano onorati o che, comunque, durante la vita dell’investimento si verifichino fenomeni che non possono essere perfettamente previsti e che modificano la situazione economica del creditore e del debitore. Le tipologie di rischio a cui si espone l’investitore sono di tipo: ❑ finanziario (insolvenza, prezzo ovvero che il prezzo delle azioni diminuisce, tassi di cambio e interesse, liquidità); ❑ e non finanziario (frode, malfunzionamenti tecnologici, catastrofi naturali, ecc.). C’è una relazione diretta tra rischio e rendimento delle attività finanziarie; infatti un rischio principe dei contratti finanziari è che alla scadenza non vengano onorati i debiti o rimborsate le somme. Per cui all’aumentare del rischio, il rendimento, in presenza di informazioni complete, deve essere più alto. La progettazione/ modifica delle caratteristiche organizzative ed operative dei mercati è volta a migliorarne le condizioni di efficienza e di formazione dei prezzi (price discovery) che deve seere il più efficiente e continua possibile. PARTICOLARI FIGURE DI OPERATORI SUL MERCATO ❑ I brokers sono degli intermediari che operano esclusivamente per conto terzi facilitando la ricerca delle controparti degli scambi e rendendo possibile l’incrocio tra domanda ed offerta. Possono offrire servizi informativi. ❑ I dealers operano per conto proprio ed assolvono la funzione di rendere liquido il mercato di particolari attività finanziarie (liquidità artificilae), assicurando la continuità degli scambi. Essi detengono un proprio portafoglio di attività finanziarie che utilizzano per rispondere prontamente alle esigenze di negoziazione manifestate da altri operatori. esprimendo prezzi di acquisto (denaro - bid) e prezzi di vendita (lettera - ask). Essi comprano da chi vuole vendere e vendono a chi vuole comprare. Essi guadagnano poiché il prezzo di acquisto è più basso del prezzo a cui vendono (spread=compenso dei dealers). ❑ I market makers sono operatori che agiscono per conto proprio e che si sono impegnati a rendere pubbliche le condizioni di prezzo a cui sono disposti a negoziare, quotando i prezzi a cui intendono acquistare (prezzi denaro) e vendere (prezzi lettera) i lotti minimi delle attività finanziarie di cui si sono impegnati a “fare mercato” nei mercati regolamentati. L’operatività degli intermediari finanziari nei mercati: l’offerta di servizi e di attività di investimento Per "servizi e attività di investimento" si intendono le attività di seguito riportate quando hanno per oggetto strumenti finanziari: ❑esecuzione di ordini per conto dei clienti, remunerati in forma commissionale; ❑ ricezione e trasmissione di ordini; ❑ consulenza in materia di investimenti, remunerati sotto forma commissionale; ❑ gestione di sistemi multilaterali di negoziazione (piattaforme specializzate per specifici strumenti finanziari/operatori), ad esempio obbligazioni emesse da banche; ❑ sottoscrizione (solo in riferimento ai mercati primari) e/o collocamento di strumenti finanziari di nuova emissione, emessi nei mercati primari, il differenziale tra il prezzo di sottoscrizione e il prezzo di vendita sul mercato costituirà il compenso che l’intermediario guadagnerà; ❑ negoziazione per conto proprio di strumenti finanziari (agire come dealer) il differenziale tra il prezzo di sottoscrizione e il prezzo di vendita sul mercato costituirà il compenso che l’intermediario guadagnerà; ❑ gestione di portafogli o per singoli investitori individuali (banche che gestiscono patrimoni per singoli individui) o per portafogli collettivi (fondi comuni di investimento). Gli intermediari finanziari Sono delle figure complementari per lo sviluppo dei mercati finanziari. Essi sono soggetti autorizzati (dalla Banca d’Italia, dalla BCE, dalla CONSOB) iscritti in un apposito albo e vigilati dalle autorità di vigilanza, tra i più importanti: ❑ Banche ❑ Intermediari creditizi non bancari ❑ Società veicolo per la cartolarizzazione (cartolarizzazione= operazione mediante la quale un insieme di diritti su attività illiquide (crediti, immobili) sono incorporati in uno strumento negoziabile). ❑ SGR (Società di gestione del risparmio) ❑ SIM (Società di intermediazione immobiliare) ❑ Compagnie di assicurazione ❑ Istituti di moneta elettronica e di pagamento Gli intermediari finanziari possono occuparsi della funzione di credito, a breve o a lungo termine (mutuo), i crediti possono essere garantiti, ovvero con un bene a garanzia o chirografari. All’interno della classe dei crediti, troviamo il leasing finanziario (locazione finanziaria), il factoring (cessione dei crediti d’impresa) e il credito al consumo, queste attività possono essere svolte da banche, società finanziarie specializzate in leasing, factoring o credito al consumo. Tra le altre funzioni degli intermediari abbiamo il finanziamento mobiliare che avviene attraverso l’acquisto dei valori mobiliari i quali possono essere specializzati nell’assunzione di partecipazioni, minoritarie o di controllo, acquisizioni di azioni, emesse da imprese tipicamente non finanziarie. Gli intermediari che svolgono questo tipo di attività hanno come obiettivo il profitto derivante dalla futura cessione del titolo. Tra i soggetti che operano in quest’ambito abbiamo le banche, indipendentemente dalla loro specializzazione; le finanziarie di partecipazione, ovvero società che detengono partecipazioni in imprese non finanziarie; le merchant banks o società finanziarie di merchant banking, che si specializzano nell’acquisizione di partecipazioni, talora anche di controllo, nei confronti di imprese in una fase di maturità, ma anche di difficoltà dovute al ricambio generazionale. Dunque le merchant banks entrano nel capitale di queste società, diventando veri e propri azionisti, quindi forniscono capitale di rischio e competenze manageriali, per riportare in una condizione di salubrità le società di cui si erano acquistate le azioni/partecipazioni; i fondi di investimento ovvero dei fondi gestiti da società di gestione del risparmio che hanno lo scopo di investire in capitale di rischio di imprese, forniscono anche servizi di competenze manageriali con la finalità di procedere alla dismissione, in questo caso i fondi prendono il nome di fondi di private equity; società di venture capital che si occupano di investire in aziende che sono in una fase di ideazione di una nuova attività o in vere e proprie start-up; un'altra attività degli intermediari può essere la specializzazione nell’attività di sottoscrizione ovvero investire in strumenti finanziari di nuova emissione o il collocamento degli stessi (azioni, obbligazioni e strumenti derivati). Poi abbiamo l’attività di negoziazione di strumenti finanziari per conto proprio e/o per conto terzi (brokers e dealers), le banche possono svolgere questa attività ma an he le società di intermediazione mobiliare. Poi abbiamo l’attività di gestione del risparmio la quale può essere individuale quindi di portafogli finanziari detenuti da un singolo investitore, o collettiva cioè la gestione di portafogli per conto di una collettività di risparmiatori. Inoltre ricordiamo l’attività di consulenza finanziaria offerta da figure professionali ovvero i consulenti finanziari. Queste attività possono essere effettuate da SIM o SGR (società di gestione del risparmio che si mette al servizio degli investitori nella creazione e gestione di fondi comuni di investimento). In fine abbiamo i soggetti attivi nell’ offerta di servizi inerenti all’ambito assicurativo (assicurazioni vita e danni) quali le compagnie assicurative e di previdenza (fondi pensione), ovvero le SGR, le SIM e le banche. Esiste una riserva di legge che afferma che le banche possono detenere una società di assicurazioni ma non possono essere assicurazioni in maniera diretta. Per quanto riguarda invece i servizi di pagamento le banche hanno la concorrenza di società finanziarie emettenti carte di credito, istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento. Le banche possono offrire sia tutti i mezzi di pagamento sia gestire imprese che forniscono esclusivamente questi servizi. Autorità di regolamentazione e vigilanza La crucialità delle funzioni svolte dai sistemi finanziari giustifica l’ampia attività di regolamentazione che li contraddistingue, della cui produzione e sorveglianza sono competenti le autorità di vigilanza. La necessità di prevenire “fallimenti” nel sistema è collegata ai costi relativi alle crisi, all’impatto delle stesse sulla fiducia dei partecipanti e sullo sviluppo delle economie interessate. La globalizzazione dell’intermediazione finanziaria rende più importante il rafforzamento dei presidi per il coordinamento dell’attività di vigilanza e l’armonizzazione dei regolamenti a livello internazionale. I fenomeni di globalizzazione amplificano le possibilità di trasmissione di crisi finanziarie. Le attività svolte: Attività di regolamentazione (policy): produzione di norme e regolamenti inerenti l’attività finanziaria; La Banca d’Italia produce regolamenti in attività bancaria sulla base delle leggi nazionali o regolamenti Europei. Attività di vigilanza (supervisione): attuazione di controlli sulle singole componenti dei sistemi finanziari (ottica micro) e sul sistema finanziario nel complesso (ottica macro). Questa attività è diretta a controllare sia il singolo intermediario sia il sistema nel complesso. Autorità di regolamentazione e vigilanza nel sistema finanziario italiano Banca d’Italia: Concorre alle decisioni della politica monetaria (nell’ambito dell’Eurosistema) e ne cura l’attuazione sul territorio italiano. Svolge la funzione di vigilanza sulle banche e sugli intermediari finanziari ai fini della sana e prudente gestione e della tutela della stabilità complessiva e dell’efficienza del sistema finanziario (nell’ambito del Single Supervisory Mechanism della BCE). La Banca d’Italia è attiva sia al livello di produzione di regolamentazioni in materia bancaria ma anche di supervisione sull’attività delle banche con una logica di specializzazione e condivisione dell’attività di supervisione con la BCE. Consob (Commissione Nazionale per le società e la borsa): Vigila sul comportamento degli emittenti di strumenti finanziari. produce regolamenti sull’emissione di strumenti finanziari o comunicazioni obbligatorie. Vigila inoltre sui mercati finanziari e svolge le funzioni rilevanti per la tutela del risparmio negli aspetti di correttezza e trasparenza con riferimento a strumenti ed emittenti, intermediari finanziari e mercati, essa è direttamente collegata all’ ESMA. Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni): Vigila imprese di assicurazione ai fini della sana e prudente gestione, della trasparenza e della correttezza di comportamento e della stabilità ed efficienza del sistema assicurativo, esso è attivo per tutte le categorie di assicurazioni indipendentemente dalla loro specializzazione; Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione): Vigilanza sulle funzionalità del sistema dei fondi pensione a tutela del risparmio destinato alla previdenza complementare. A tal fine, verifica la corretta e trasparente amministrazione e gestione dei fondi pensione. Agcm (autorità garante della concorrenza e del mercato): Vigila sulle intese restrittive della concorrenza, sugli abusi di posizione dominante e sulle operazioni di concentrazione, ogni qualvolta viene meno la logica della competizione e concorrenza all’interno del mercato quando ad esempio si creano situazioni di accordi o cartelli. L’autorità garante non si occupa solo di mercati non finanziari e opera sia a livello nazionale che locale, affiancandosi anche ad altre autorità di vigilanza. basati sui mercati rafforzano il governo societario, favorendo le operazioni di acquisizione del controllo societario e rendendo più facile collegare il compenso del management alle performance societarie. I mercati facilitano la gestione del rischio attraverso la produzione/scambio di strumenti finanziari idonei al trasferimento del rischio. Anche in questo caso troviamo svantaggi: maggiore discrezionalità delle imprese nelle scelte di struttura finanziaria (rischio di eccesso d’indebitamento). Elevato trasferimento del rischio d’impresa verso le famiglie e gli altri attori del sistema finanziario. The financial services view; si pone in maniera intermedia tra il sistema orientato alle banche e il sistema orientato al mercato. Questa prospettiva minimizza la rilevanza del dibattito sulla superiorità della banca o del mercato. Tale impostazione sottolinea che contratti, mercati e intermediari nascono per migliorare le imperfezioni del mercato nell’offerta di servizi finanziari. I contratti finanziari sorgono per cogliere potenziali opportunità di investimento, esercitare il controllo societario, facilitare la gestione dei rischi, migliorare la liquidità e la facilità di mobilizzazione del risparmio. Secondo questo punto di vista, il problema principale non è la scelta fra banche o mercati. Il problema è la creazione di un ambiente finanziario in cui gli intermediari e i mercati forniscano servizi finanziari efficienti. Concettualmente, i riflettori di questa prospettiva analitica riguardano le modalità di creazione di migliori banche e mercati. La law and finance view; E’ una fattispecie della financial service view. Secondo la law and finance view la finanza è un insieme di contratti. Tali contratti vengono definiti - e resi più o meno efficaci - da diritti legali e meccanismi di applicazione. Da questo punto di vista, un sistema legale ben funzionante facilita il funzionamento dei mercati e degli intermediari. Il livello e la qualità dei servizi finanziari – determinati dal sistema giuridico - migliorano l'allocazione efficiente delle risorse e la crescita economica. Le norme e i meccanismi di applicazione delle stesse sono un modo più utile per categorizzare i sistemi finanziari piuttosto che concentrarsi sul prevalente orientamento dei medesimi a favore delle banche o dei mercati. Quale sistema finanziario è superiore? Nel 2001 il professor Levine studiò i sistemi finanziari basati sulle banche e sui mercati. La superiorità di un ordinamento rispetto all’altro è riconducibile alla capacità di promuovere la crescita economica, ma quale dei due è più adatto? In verità lo studio afferma che non c’è una superiorità netta di un sistema sull’altro, ciò che conta è che ci sia un buon sistema legale, il sistema istituzionale, il quale gioca un ruolo importante sia nel sistema sia nello sviluppo del paese. Come si può notare non c’è una netta supremazia di uno dei due sistemi sull’altro, dunque a fare la differenza è il contesto istituzionale, dunque il sistema legale. Perché esistono gli intermediari finanziari – Lo shadow banking. Perché esistono gli intermediari finanziari? Innanzitutto essi possono operare come asset broker quindi favorire l’incontro tra domanda e offerta di risorse finanziarie, in questo caso possono avere un ruolo di assistenza o intermediazione. Gli intermediari asset broker hanno la capacità di sfruttare economie di scala, ovvero di ridurre i costi sia informativi (in larga misura fissi) sia di transazione unitari al crescere dei volumi di attività. Gli intermediari asset broker puri non operano una trasformazione dei rischi di credito e di liquidità tipica degli intermediari creditizi e, in particolare, bancari in quanto essi non si assumono alcun tipo di rischio finanziario. Affrontano rischi di tipo operativo collegati ad errori umani o controversie legali. Sono remunerati attraverso commissioni parametrate al valore delle transazioni. Gli intermediari creditizi, asset transformer, in prima battuta le banche, raccolgono fondi presso i soggetti in avanzo emettendo proprie passività, le cosiddette secondary securities, che costituiscono la raccolta da impiegare in crediti e, alternativamente, in titoli e partecipazioni a favore delle imprese (primary securities ovvero le passività emesse dalle unità in deficit sia sottoforma di strumenti finanziari sia sottoforma di debiti contratti con le banche). La differenza di rendimento tra primary e secondary securities ovvero tra impieghi (crediti, titoli, ecc.) e passività degli intermediari (depositi, obbligazioni, ecc.) definisce il costo del processo di intermediazione e la remunerazione lorda dell’attività degli intermediari finanziari a fronte dei rischi assunti. Le passività bancarie hanno due caratteristiche fondamentali: - sono richiamabili a vista dal depositante in qualsiasi momento e vengono rimborsate al valore nominale, il depositante può in qualsiasi momento richiederne il rimnborso; - hanno natura monetaria, sono cioè accettate quale strumento di pagamento. Le peculiarità delle passività bancarie annullano di fatto il rischio di prezzo e di liquidità. Non vi è incertezza circa il prezzo di rimborso (che è sempre il valore nominale) e il profilo di liquidità dell’attività finanziaria (la banca rimborsa l’importo depositato nei tempi desiderati dal risparmiatore) I depositanti hanno fiducia nella promessa della banca di rimborsare i depositi a vista al nominale in virtù di tre fattori: - diversificazione del portafoglio impieghi; - contratto di debito e l’impegno di capitale proprio della banca; - presenza di schemi di assicurazione dei depositi e di un prestatore di ultima istanza ovvero la BCE e la Banca d’Italia che prestano alle banche liquidità nei periodi di difficoltà e carenza di fondi, per far fronte ai proprio impegni di pagamento (safety net). Le interpretazioni teoriche sul perché esistono gli intermediari finanziari: 1-i costi di transazione che le unità in surplus e deficit dovrebbero sostenere negli scambi diretti; Gli agenti devono sostenere costi di transazione per: - instaurare i rapporti (costi di ricerca del contraente e dei servizi di intermediazione); - per trattative, per definizione e stesura dei contratti (i costi di consulenti e avvocati); - per il controllo del rispetto degli accordi (costi di monitoraggio dell'attività delle parti e di enforcement). L'entità di questi costi dipende da: a) grado di specificità del capitale umano e finanziario coinvolti nelle transazioni finanziarie; b) dall'incertezza e c) dalla frequenza delle transazioni. I costi di transazione sono collegati al valore delle transazioni. La massa delle transazioni svolte può consentire di sfruttare economie di scala. Le banche sono in grado di minimizzare tutti questi costi. Dunque a presenza di economie di scala nei circuiti indiretti e diretti aiuta a spiegare perché si sono sviluppati gli intermediari finanziari. Gli intermediari finanziari riescono a costruire portafogli diversificati (grandi masse gestite. Ad es. portafogli diversificati di prestiti). Le competenze in tecnologie informatiche consentono agli intermediari finanziari di offrire servizi innovativi (esempio: mobile payment, mobile banking) ed efficienti (a minor costo unitario). Gli intermediari finanziari sono anche in grado di sfruttare economie di scopo, utilizzando le stesse informazioni per offrire servizi diversi agli stessi clienti (ad es. mutui per acquisto immobili e polizze assicurative per copertura di vari rischi proposte ad hock ai clienti), che consentono di diversificare la loro attività, espandendo il raggio di azione e la durata dei rapporti di clientela si riducono ulteriormente i costi di produzione delle informazioni. 2-le asimmetrie informative: Asimmetrie informative e bounded rationality (RAZIONALITA’ LIMITATA). L’asimmetria informativa è la diseguale distribuzione di informazioni tra le due parti, nella stesura di un contratto o uno scambio. L’informazione è asimmetrica quando i soggetti che partecipano allo scambio (che si sostanzia normalmente con un contratto) non hanno lo stesso set di informazioni: un contraente dispone di informazioni private che l’altro contraente non ha, anche a causa di differenti gradi di formazione o psiche. Tipologie di asimmetrie informative: - Selezione avversa (adverse selection), è un’asimmetria informativa di tipo pre-contrattuale. Prima della stipulazione una delle due controparti non dispone di un set informativo, poiché una delle due, generalmente il debitore, nasconde delle in formazioni; - Azzardo morale (moral hazard), è un tipo di asimmetria post-contrattuale, il debitore effettua delle azioni nascoste o non fornisce delle informazioni successivamente alla stipula del contratto (chiedere un finanziamento per un fine preciso e poi utilizzarlo per altro fine), le banche possono monitorare la destinazione dei pagamenti che effettuano i clienti, cosa che sarebbe difficile per un privato; con le banche nella funzione creditizia ma con un maggior grado di rischio in quanto non hanno la safety net. LA FUNZIONE CREDITIZIA (cap. 2 coursepack) Il Sistema Finanziario è un’infrastruttura cruciale per il funzionamento di un’economia, in quanto svolge almeno tre rilevanti funzioni: FUNZIONE di allocazione delle risorse finanziarie trasferimento delle risorse tra operatori economici; FUNZIONE MONETARIA creazione e circolazione dei mezzi di pagamento e gestione del sistema dei pagamenti; TRASMISSIONE DEGLI IMPULSI DI POLITICA MONETARIA veicolo tramite il quale si perseguono gli obiettivi di politica monetaria. Le esigenze finanziarie delle famiglie/imprese La funzione creditizia consiste nella funzione di allocazione del risparmio attraverso la concessione di credito, di fatto famiglie e imprese che interloquiscono con il sistema bancario hanno diverse esigenze di investimento e finanziamento diverse che si sono anche evolute nel tempo. LE FAMIGLIE L’evoluzione delle scelte di investimento delle famiglie può essere così riassunta: Anni ’50: boom economico – investimento azionario. Anni ‘60: fine del boom – caduta corsi azionari; nazionalizzazione di imprese elettriche; investimento in obbligazioni a lungo termine con bassa inflazione. Anni ’70: crisi petrolifera e aumento dell’inflazione; investimenti finanziari di breve termine (ad es. depositi bancari). Anni ’80: emissioni massicce di titoli di Stato; disintermediazione bancaria dal alto del passivo. Anni ‘90: introduzione dei fondi comuni d’investimento; diversificazione dei portafogli finanziari dei risparmiatori. Anni 2000: numerose turbolenze finanziarie; maggiore incertezza; tassi di interesse decrescenti; aumento dell’investimento nei mercati finanziari (direttamente o tramite intermediari). Le famiglie, oggi, per quanto riguarda le esigenze di investimento finanziario del risparmio, hanno una bassa detenzione al rischio e preferiscono impiegare la maggior parte dei propri fondi in depositi anche a basso o nullo rendimento. Le famiglie tendono inoltre ad avere degli investimenti con elevato tasso di divisibilità, cioè con valore minimo basso e che siano collegate al ciclo di vita, accumulando il risparmio nella fase della giovinezza o investendo in strumenti finanziari come fondi pensione o polizze assicurative. Le esigenze di investimento dipendono tanto dal livello dell’educazione finanziaria. Per quanto riguarda invece le esigenze di finanziamento degli investimenti e consumi, le famiglie tendono ad avere un bisogno di finanziare investimenti immobiliari a lungo termine (casa) o consumi di medio e breve termine (auto, mobilio, computer). LE IMPRESE Le imprese hanno delle esigenze di investimento del risparmio limitato, poiché gli utili non distribuiti sono tipicamente utilizzati per finanziare l’attività imprenditoriale dell’impresa, soprattutto nelle piccole e medie imprese e quindi non tendono molto ad investire in strumenti finanziari. anche per le imprese ha un ruolo importante il livello di propensione al rischio proporzionale al livello di educazione finanziaria. Nelle imprese esiste una funzione di finance che si occupa di gestire gli investimenti finanziari dell’impresa. Dal punto di vista dei finanziamenti le imprese hanno tipicamente fabbisogni che riguardano i sia gli investimenti dell’attivo circolante (scorte di magazzino) sottoforma di prestiti a breve termine garantiti o non garantiti, ma anche esigenze di finanziamenti di tipo reale a medio e lungo termine (macchinari, impianti) con rimborsi rateli e che prevedono garanzie. Anche la propensione al rischio dal punto di vista dei finanziamenti è collegata al livello di educazione sia del managment sia degli azionisti. La funzione creditizia implica la mobilizzazione di risorse finanziarie dalle unità in surplus alle unità in deficit, attraverso un circuito in cui agiscono le banche, siglando dei contratti finanziari di credito con le controparti (contratti bilaterali). Il sistema finanziario facilita il trasferimento di risorse all’interno del sistema economico, reso necessario dalla contemporanea presenza di: - Mobilizzazione fra i soggetti in surplus e in deficit richiede il design di meccanismi di trasferimento che rendono possibile riconciliare le esigenze contrapposte dei soggetti partecipanti - I contratti finanziari di credito - I circuiti di intermediazione (indiretto o diretto intermediato) - Pooling delle risorse finanziarie: meccanismi di aggregazione delle risorse finanziarie limitate. All’interno della funzione creditizia troviamo intermediari tradizionali (banche, società di leasing, società di factoring, assicurazioni) e innovativi (fondi d’investimento, crowdfounding). La trasformazione dei rischi attuata dagli intermediari finanziari Le banche: l’intermediario assume in proprio i rischi connessi a rendere compatibili le preferenze di datori e prenditori di fondi. Gestione e mitigazione dell’esposizione mediante: - Trasferimento del rischio agli azionisti/obbligazionisti junior - Diversificazione del portafoglio crediti investendo in una pluralità di aree geografiche, settori ecc. - Trasferimento del rischio a terzi (coperture con derivati, assicurazioni) - Assicurazione dei depositi (consente ai depositanti di avere fiducia sulla capacità di vedersi rimborsati i depositi in caso di insolvenza) e lender of last resort (prestatore di ultima istanza quale la BCE). I fondi d’investimento/pensione e assicurazioni: l’intermediario non assume i rischi connessi ma li mitiga. Gestione e mitigazione dell’esposizione mediante - Diversificazione del portafoglio crediti - Trasferimento del rischio a terzi (coperture con derivati, assicurazioni). In questo caso gli investitori sono titolari del patrimonio collettivo gestito dal gestore, quindi i rischi gravando direttamente sugli investitori dato che la società di gestione non pone un proprio capitale di rischio. Brokers e consulenti: l’intermediario non assume i rischi connessi. Dal modello originate to hold (OTH) al modello originate to distribute (OTD) L’attività creditizia delle banche è cambiata nel tempo a causa della cartolarizzazione ovvero una tecnica finanziaria che si è sviluppata negli anni 80’ negli USA che ha prodotto titoli tossici che sono stati causa della crisi finanziaria del 2007/8 e che implica la rottura del modello oth. • Modello oth: originare crediti e detenerli sino alla scadenza, banche e intermediari creditizi originano i crediti e li detengono fino a scadenza. Assunzione dei rischi connessi. Bassa liquidità dell’attivo. • Modello otd: forte competizione dal lato del passivo dovuta dalla nascita di nuove forme di investimento e quindi hanno problemi di founding, così si cambiò modello e le banche iniziarono a vendere i crediti, che diventarono liquidità che sarebbero state reinvestite. Le anche quando cedono i crediti alle società veicolo, non hanno più i rischi per i crediti stessi che passano alle società veicolo. Dunque banche, intermediari creditizi e imprese/PA originano crediti e li cedono per finanziare il loro sviluppo. Trasferimento dei rischi connessi ai crediti generati. Elevata liquidità dell’attivo. Il portafoglio prestiti può essere fatto ruotare e proprio su questa rotazione la banca può avere dei profitti. Quindi sono gli investitori ad assumersi il rischio. Il punto debole di questo meccanismo è che se la banca si specializza nell’attività di origination tende a trascurare l’attività di selezione dei debitori, selezionando magari debitori più rischiosi, perché tanto sarebbero ceduti alle società veicolo, trasferendo anche i rischi. Questa è stata la principale causa della creazione di titoli tossici che spesso avevano per oggetto crediti di qualità bassa, con meccanismi di valutazione della rischiosità non adeguata. IL CROWDFOUNDING Crowdfounding significa raccogliere e finanziarsi attraverso una folla di datori di fondi (unità in surplus) che danno alle unità in deficit dei fondi. Esistono vari tipi di crowdfounfing e varie regolamentazioni di crowdfounding. Per attuarlo abbiamo bisogno di una tecnologica piattaforma dove raccogliere fondi, in questa piattaforma dovrà essere indicata la destinazione e lo scopo del finanziamento ricercato. La piattaforma si pone come un broker mettendo in contatto unità in deficit e in surplus. Le piattaforme possono essere di diverso tipo: • Peer to peer lending: destinatari sono imprese e consumatori; legate all’attività creditizia, in questo caso le unita in surplus finanziano le unità in deficit attraverso delle forme di prestito. In questa fattispecie solitamente le imprese che ne usufruiscono sono molto giovani. • Equity crowdfunding: destinatari sono esclusivamente le imprese come unità in deficit; le unità in surplus investono nel capitale di rischio delle unità in deficit, acquistando le azioni immesse nella piattaforma dalle imprese (unità in deficit). Anche in questa fattispecie solitamente le imprese che ne usufruiscono sono molto giovani. • Rewards & Donation crowdfunding: destinatari attori del no-profit e non; piattaforme ideate per la raccolta fondi in ambito culturale e sociale e che prevedono, al raggiungimento degli obiettivi, ricompense per le unità in surplus. Quando un’unità in deficit si presenta su una piattaforma per raccogliere fondi, ci sono una serie di fattori che possono avere un riscontro positivo e quindi condurre al successo la campagna di raccolta fondi. Ad esempio: il capitale umano (conoscenze e competenze tecniche, economiche finanziarie), il capitale sociale (relazioni con altri soggetti del sistema economico) e intellettuale (avere messo a segno dei brevetti importanti). Ci sono anche dei fattori che incidono nel ridurre l’incertezza del progetto che deve essere finanziato, come la quota del capitale di rischio messa a disposizione dall‘imprenditore e posta a garanzia del progetto stesso. Possiamo avere 3 modalità di regolamento degli scambi. Una prima modalità è il regolamento mediante compensazione bilaterale, le compensazioni tra 2 banche, banca A e banca B, ovvero la tenuta di un conto dove vengono registrati tutti i pagamenti dovuti, che non vengono effettuati uno per uno, ma vengono compensati. La compensazione bilaterale è molto utile poiché evita di fare tante piccole transazioni, con costi, e permette di compensarli a fine periodo. Il problema di compensazione bilaterale è che ciascuna banca dovrebbe avere accordi bilaterali con ciascuna delle n-1 banche del sistema e questo tende ad essere un meccanismo oneroso a causa della numerosità di banche. Per questo l’evoluzione della compensazione bilaterale è la compensazione multilaterale, che permette di individuare la posizione netta di ciascuna banca nei confronti del sistema. Per fare ciò è necessario che ci sia un soggetto (gestore) che raccolga tutte le informazioni delle banche e determini la posizione di ogni partecipante nei confronti degli altri; questo tipo di compensazione multilaterale in Italia è gestito dalla Banca Centrale (B-COMP). Ogni singola banca dovrà quindi aprire un conto presso la Banca Centrale, dove verrà addebitata o accreditata la posizione di ogni singola banca su base compensata. Questi sistemi possono essere pubblici o privati. In fine la Banca Centrale può gestire anche un sistema di regolamento lordo (nel caso italiano B-REL) e in questo caso tutti i pagamenti che confluiscono in B-REL non sono compensati ma trasferiti uno per uno e sono dei pagamenti istantanei tipicamente utilizzati per transazioni di importo rilevante e per le operazioni di politica monetaria, quindi che necessitano di un elevato grado di sicurezza e rapidità. B-REL è l’interfaccia italiana di un’architettura più ampia chiamata TARGET e gestito dalla BCE. Sistemi di compensazione e regolamento su base bilaterale: Avviene mediante scritturazione delle operazioni nei “conti di corrispondenza per servizi resi” tenuti dalle banche (correspondent banking). Nei rapporti di corrispondenza non è generalmente prevista la preventiva disponibilità dei fondi, essendo implicito nell’accordo la concessione di credito per l’eventuale sbilanciamento. I saldi che si creano su questi conti non sono in genere soggetti ad effettiva ed immediata esigibilità e quindi hanno bassa influenza sulla tesoreria della banca. Sistemi di compensazione e regolamento su base multilaterali: Concentrazione di una pluralità di relazioni bilaterali mediante un collegamento operativo con un unico gestore del sistema (es. Banca d’Italia). Regole standard e movimentazione di un unico conto di deposito presso la BCN detenuto da ogni intermediario partecipante. La BCN addebita/accredita a fine giornata operativa il conto di ogni banca per il saldo netto dei pagamenti disposti/ricevuti verso/dal sistema. Sistemi di regolamento lordo Regolamento lordo in tempo reale: tutti gli ordini di pagamento per cui esiste sono liquidati in tempo reale e in modo definitivo se vi è copertura nel conto detenuto presso la BCN Vantaggi: maggiore certezza sul buon fine delle operazioni; minore rischio sistemico. Svantaggi: Disponibilità di liquidità elevata. I rischi nel SdP: Rischi finanziari: ▪ Rischio di liquidità, quando la banca non ha sul proprio conto di gestione i fondi sufficienti per regolare i debiti verso il resto del sistema, dunque la banca deve trovare dei fondi per sopperire alla mancanza di liquidità, o chiedendo credito alla BCE o dismettere sul mercato degli strumenti finanziari (vendite forzate); ▪ Rischio di controparte, prima del regolamento di una determinata operazione di pagamento, la controparte diventi insolvente, dunque non in grado di effettuare il pagamento; ▪ Rischio di regolamento, nel momento in cui la banca è tenuta a trasferire i fondi alla banca beneficiaria, essa diventi insolvente quindi non in grado di trasferire i fondi; ▪ Rischio sistemico; quando l’insolvenza di una o più intermediari, crei a cascata, dei riflessi negativi, o addirittura l’insolvenza per altri intermediari. Rischi operativi: ▪ Malfunzionamenti delle tecnologie, essendo il sistema dei pagamenti sempre più basato sull’utilizzo intenso delle tecnologie; ▪ Frodi tramite criminalità tecnologica, ackerggio; ▪ Attacchi terroristici ▪ Disastri naturali. La minimizzazione dei rischi, finanziari e operativi, implica la minimizzazione delle perdite e l’aumento della fiducia da parte della società diventando più affidabile. La vigilanza sul buon funzionamento del sistema dei pagamenti è uno dei compiti della BCE. LA FUNZIONE DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA Si avvale di un sistema di pagamenti che deve essere il più possibile affidabile ed efficiente, perché le operazioni di politica monetaria viaggiano attraverso il sistema dei pagamenti, nel caso europeo al livello TARGET e Nazionale B-REL. 1° Gennaio 1999 introduzione Euro e si è avvita una politica monetaria Europea. Le varie unità nazionali che fino a quel momento erano responsabili delle politiche monetarie, hanno perso questa funzione diventando un braccio operativo della BCE, perdendo l’autorità unica per quanto riguarda la politica monetaria. Fino al 31 Dicembre del 2001 l’euro non esisteva in termini fisici, era solo una moneta contabile e le banconote/monete furono introdotte solo nel 2002. Accentramento decisionale e decentramento operativo Il presidente ha una carica di 8 anni. All’interno dell’Eurosistema, gli organi decisionali responsabili della preparazione, condotta e implementazione della politica monetaria sono: ▪ Consiglio Direttivo (responsabile della formulazione della politica monetaria); ▪ Comitato Esecutivo (responsabile della attuazione della politica monetaria); ▪ Consiglio Generale (organo consultivo di transizione, sarà sciolto una volta che tutti gli Stati membri dell’UE avranno introdotto la moneta unica). La politica monetaria Europea ha come obiettivo primario il controllo dell’inflazione e il mantenimento della stabilità dei prezzi nel medio termine. I compiti della BCE: Definizione della politica monetaria attraverso i suoi organi, condotta operazioni in cambi anche per mantenere stabile il livello del tasso di cambio tra l’euro e altre valute, custodia e gestione delle riserve ufficiali di valuta estera degli Stati membri, promozione e gestione del sistema dei pagamenti, raccolta e fornitura di informazioni statistiche sia in riferimento alle politiche monetarie sia con riferimento al sistema finanziario Europeo. Tra gli altri compiti della BCE abbiamo, dal 2014, il meccanismo di vigilanza unico sul sistema bancario. Le banche centrali nazionali, sono i bracci operativi della BCE che danno attuazione al livello nazionale agli impulsi di politica monetaria stabiliti dalla BCE stessa e svolgono anche la funzione di vigilanza sui sistemi bancari nazionali. Non per tutte le banche centrali, l’obiettivo principale della politica monetaria è la stabilità dei prezzi; ad esempio la banca centrale Americana (Federal Reserve) ha come obiettivo la massima occupazione della popolazione. ▪ RISERVA OBBLIGATORIA: Deposito liquido che le banche devono versare presso la BCN in proporzione alla consistenza della raccolta diretta (c/c; depositi della clientela); è generalmente remunerato al tasso delle operazioni di rifinanziamento principali dell'Eurosistema. La riserva obbligatoria è attualmente remunerata allo 0%. La riserva viene calcolata tutti i mesi e gli aggregati soggetto a riserva sono: A) tutti i depositi di durata contrattuale inferiore a due anni, titoli di debito con scadenza fino a due anni, titoli del mercato monetario; B) depositi di durata superiore a due anni, pronti/termine, titoli di debito superiori a due anni; C) Sono escluse le passività: verso altra istituzione di credito soggetta al medesimo obbligo; verso la BCE; verso BCN Area€. Reserve Ratio da applicare: 1% sul gruppo A); 0% sul gruppo B) Deduce la franchigia 100.000 euro le finalità della riserva obbligatoria: Fabbisogno strutturale di liquidità; un aumento (diminuzione) del coefficiente di riserva obbligatoria comporta, a parità di altre condizioni, una diminuzione (aumento) dell’offerta di moneta. La riserva obbligatoria viene ridotta quando: 1) Si ritiene necessaria una politica monetaria espansiva; 2) il sistema bancario è in crisi di redditività. Una riduzione della riserva obbligatoria aumenta le possibilità di erogare credito e quindi tende a migliorare i conti economici del sistema bancario. Stabilizzare i tassi di interesse overnight; al fine di favorire la stabilizzazione dei tassi di interesse, il regime di riserva obbligatoria dell'Eurosistema consente alle istituzioni di utilizzare un meccanismo di mobilizzazione della riserva. La parte mobilizzabile è pari al 100% della riserva, ma l'obbligo si considera soddisfatto se l'istituzione creditizia mantiene una riserva media giornaliera, calcolata nell'arco di sei o sette settimane (il cosiddetto periodo di mantenimento), almeno pari all'ammontare di riserva dovuto. Il calendario dei periodi di mantenimento viene fissato periodicamente. Alle inadempienze può essere applicata una sanzione calcolata applicando un tasso di penalizzazione. A partire dal 30 ottobre 2019 introduzione del sistema dualistico (Two-Tier). La riserva obbligatoria (ROB) è remunerata allo 0%. La riserva <= 6 volte la ROB minima è remunerata allo 0%. Sopra allo -0,50% Misure non convenzionali di politica minetaria: hanno una durata più lunga di quelle convenzionali LTROs – Long term loans - Prestiti a lungo termine con scadenza a tre anni dal 2011. Operazioni non regolari. TLTROs - The targeted longer-term refinancing operations - sono operazioni dell'Eurosistema che forniscono finanziamenti agli enti creditizi per periodi fino a quattro anni dal 2014. Offrono finanziamenti a lungo termine a condizioni interessanti alle banche al fine di facilitare ulteriormente il credito del settore privato condizioni e stimolare i prestiti bancari all'economia reale. Transazioni non regolari. PELTRO - Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine di emergenza pandemica - Il 30 aprile 2020 il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di condurre una serie di operazioni di rifinanziamento a più lungo termine di emergenza pandemica per fornire supporto di liquidità al sistema finanziario dell'area dell'euro e garantire un mercato monetario regolare condizioni durante il periodo pandemico. Programma di acquisto di attività (APP) - Dal 2009, sono stati implementati diversi programmi di acquisto definitivo di attività con l'obiettivo di sostenere la crescita in tutta l'area dell'euro e in coerenza con l'obiettivo di raggiungere tassi di inflazione inferiori, ma prossimi al 2%. L'APP è composta da quanto segue: programma di acquisto del settore aziendale (CSPP) programma di acquisto del settore pubblico (PSPP) programma di acquisto di titoli garantiti da attività (ABSPP)terzo programma di acquisto di obbligazioni garantite (CBPP3). Programma di acquisto di emergenza pandemico (PEPP): PEPP - Programma di acquisto di emergenza pandemico - Il 18 marzo 2020 il Consiglio direttivo della BCE ha annunciato un nuovo programma di acquisto di emergenza in caso di pandemia.