Scarica Appunti primo parziale CATALIN-FLORINEL DRAGOMIRESCU-GAINA (30 e lode) e più Dispense in PDF di Economia Politica solo su Docsity! Economia politica II CAPITOLO 1 Il PIL: è il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un dato periodo di tempo, vengono esclusi dal PIL: • Tutti quei beni e servizi venduti illegalmente o di cui non esistono rilevazioni • Beni intermedi usati per produrre altri beni, in caso facciano entrambi i ruoli, vengono conteggiata solamente la quota venduta • I beni scambiati, sono considerati parte del PIL solo i beni prodotti • Beni prodotti all’estero anche se da cittadini italiani Il PIL può essere misurato in diversi modi: Metodo del valore aggiunto: valore della produzione al netto dei beni intermedi usati per la produzione Valore aggiunto nominale: (produzione – costi intermedi) + (imposte dirette – contributi) Prezzo di mercato: (produzione – costi intermedi + imposte indirette - contributi) / quantità prodotta PIL costo fattori: Pil prezzo di mercato + contributi – imposte indirette Metodo del reddito: salari + profitti + rendite + imposte dirette, bensì esistono due casi differenti: • Tutti i profitti vengono distribuiti alle famiglie: PIL + TR – T (tasse) • Una parte dei profitti non viene distribuita: vanno sottratti i profitti non distribuiti dalle imprese, ovvero il risparmio di impresa (S): PIL – S + TR – T Metodo della spesa: spesa per beni e servizi finali dei privati Nelle economie reali la spesa non è costituita solo dai consumi delle famiglie ma anche investimenti fissi e investimenti (variazioni) in scorte che vanno sommate ai consumi privati (I). Altra componente della spesa è la spesa pubblica (G), suddivisa in: • + Uscite correnti • + Uscite in conto capitale • - Trasferimenti (TR) Al calcolo della spesa possono concorrere anche le importazioni (X) e esportazioni (Z) di beni e servizi la cui differenza viene denominata (NX) ovvero esportazioni – importazioni. In un economia chiusa NX = 0 Quindi il PIL calcolato con il metodo della spesa è riassumibile in: Y= C + I + G + NX Il reddito disponibile = reddito + trasferimenti + tasse = consumi + risparmi Quindi: (I – S) + (G+TR-I) + NX = 0 privati + pubblico + estero = 0 Se un’unità di queste tre è in surplus viene assorbita dalle altre in deficit. Per quanto riguarda la parte pubblica: G+TR-I = D uscite pubbliche + sussidi + tasse (entrate) pubbliche = disavanzo pubblico. Di conseguenza solo se il risparmio è maggiore degli investimenti (S > I) si può finanziare (assorbire) il disavanzo pubblico. Onde di Kondratieff riguardano i cicli economici lunghissimi che corrispondono ai cicli di progresso tecnico, è importante la composizione settoriale di un’economia per: 1. Per individuare i settori forti e deboli di un’economia 2. Calibrare policy interventions Altre Formule: • Ammortamento: investimenti fissi – investimenti lordi • Valore prodotto interno netto (PIN): PIL – ammortamenti • Prodotto nazionale lordo (PNL): si ottiene dal Prodotto Interno Lordo (PIL) aggiungendovi il reddito percepito da soggetti residenti nel paese per investimenti all’estero e sottraendovi il reddito percepito nel paese da soggetti non residenti, il PNL è un aggregato nazionale e non interno. IL PIL PRO CAPITE Non si utilizza il PIL come indicatore di benessere di una nazione, altrimenti i paesi di piccole dimensioni vedrebbe il loro benessere sottostimato, per eliminare la distorsione si usa: PIL pro capite: PIL / popolazione Per poter fare confronti con paesi di un’altra valuta è necessario applicare un tasso di cambio tale da garantire lo stesso potere d’acquisto. In Italia l’ISTAT si occupa di stimare L’economia sommersa ovvero: • Beni e servizi autoprodotti • Lavoro in nero • Attività illegali Tanto è maggiore l’economia sommersa e tanto più lontano è il Pil pro capite dall’essere una buona misura dell’effettivo reddito di un paese. Il PIL non tiene conto del benessere dei cittadini che si misura con qualità e costo di istruzione, sanità, aspettativa di vita, qualità dell’aria etc; quindi, è stato creato dall’ONU un indice di sviluppo umano (ISU o HDI) che tiene conto anche dei fattori prima riportati. Tra gli indici di disuguaglianza, uno dei più utilizzati è il coefficiente di Gini, che varia da 0 (perfetta uguaglianza) a 1 (perfetta disuguaglianza), con un coefficiente uguale a 0 ogni data quota della popolazione riceve una stessa quota di reddito, con un coefficiente pari a 100 tutto il reddito va alla fascia della popolazione con un reddito più alto. I limiti del PIL sono che: • Non considera il lavoro in nero • Non considera il lavoro casalingo • Non considera il benessere dei cittadini • Non considera l’impatto ambientale • Non per tutti i beni esiste un prezzo Il tasso di interesse reale è la differenza tra il tasso nominale e inflazione CAPITOLO 3 La globalizzazione ha portato l’intensificazione dei rapporti tra economie e paesi nel mondo, alla sua origine c’è il commercio internazionale di merci tra residenti di paesi diversi. Permette ai paesi di specializzarsi nelle produzioni dove si gode di un vantaggio comparato e al tempo stesso di importare tutti i beni che i suoi cittadini desiderano. David Riccardo nel 1817 formula il principio dei vantaggi comparati: la specializzazione non richiede che il paese A sia più efficiente in termini assoluti di B, l’importante è che lo sia in termini relativi, ovvero che A per produrre il bene X debba rinunciare a produrre il bene Y meno di quanto faccia B. Ma non è così facile per via di: • Costi indiretti difficili da valutare • Costi diretti come dazi o quote • I beni si dividono in tradables e non tradables, questi ultimi non possono essere scambiati in quanto rimangono locali La bilancia dei pagamenti (BP) registra il valore di tutte le transazioni con gli altri paesi, si divide in: ➔ Conto corrente (CC): registra i flussi di beni, servizi e redditi tra residenti e non, composta da: o Esportazioni nette (NX): sono la differenza tra esportazioni e importazioni: NX = X – Z o Redditi che vengono a loro volta divisi in: - Redditi primari (RP): Rientrano i redditi dei lavoratori dipendenti e redditi da capitale: ✓ + interessi su titoli esteri detenuti da residenti ✓ - interessi su titoli italiani detenuti da esteri ✓ + dividendi esteri distribuiti in Italia ✓ - dividendi italiani distribuiti all’estero - Redditi secondari (RS): che comprende pagamenti internazionali per assicurazioni, trasferimenti correnti da e verso istituzioni internazionali e le rimesse, ovvero i denari che gli emigranti in Italia inviano all’estero e quelli che gli emigrati italiani inviano in Italia CC = NX + RP + RS ➔ Conto capitale (CK): riporta i flussi di attività non prodotte e non finanziate e tutti i trasferimenti in conto capitale da e verso l’unione europea. CK + CC esprime il risultato netto (surplus) o indebitamento (deficit) dell’economia italiana rispetto al resto del mondo ➔ Il conto finanziario (CF) le cui voci principali sono: o Acquisizioni nette di attività finanziarie (+): acquisizioni – dismissioni o Variazioni nette di passività finanziarie (-): aumenti – rimborsi Per quanto riguarda: • Investimenti diretti esteri (IDE): se la quota detenuta dall’investitore è uguale o superiore al 10% del capitale sociale • Investimenti di portafoglio (IP): includono le transazioni riguardanti azioni e altre partecipazioni, quote di fondi investimento e titoli di debito • Derivati (D) • Altri investimenti (AL) • Variazioni riserve ufficiali (Δ RU) CF = IDE + IP + D + AL + ΔRU I flussi che entrano nella bilancia dei pagamenti sono registrati secondo il metodo della partita doppia, per tenere conto di eventuali discrepanze è stato inserito il conto errori ed omissioni (EO) CC + CK = CF + EO La posizione patrimoniale netta nei confronti dell’estero o patrimonio netto estero (ΔPNE): è la variazione dello stock di attività meno la variazione dello stock di passività ΔPNE = ΔAFE – ΔPFE Ogni variazione positiva del conto corrente (CC) generare un aumento nel patrimonio estero netto e le spese per gli interessi da pagare sul debito estero. Circolo vizioso (o negative feedback loop): molti paesi in via di sviluppo hanno debiti in valuta estera; quindi, ciascuna variazione di valuta può influire sul PNE e l’indebitamento esterno: 1. La moneta locale si deprezza 2. I debiti in valuta estera aumentano in % nel PIL 3. Aumenta il sovrano 4. La moneta si deprezza ancora di più Questo fenomeno si chiama Currency Mismath Dollarisation / Euroisation : quando il dollaro o l’euro vengono usati in aggiunta o al posto della valuta nazionale di un altro paese, di solito avviene quando la valuta di un paese perde la sua utilità come mezzo di scambio a causa dell’iperinflazione o dell’instabilità. GRADO DI APERTURA DI UN ECONOMIA Economia aperta: quando ai residenti sono consentiti gli scambi con residenti di altri paesi, di avviare attività produttive all’estero, di avviare attività produttive nel proprio paese da persone straniere, concedere ai residenti di lavorare all’estero e agli stranieri di lavorare nel paese. Ma nessuna economia del mondo è realmente aperta per via di dazi, quote limiti etc. Almeno che dei paesi non decidano di eliminare del tutto i limiti economici e creare un area di libero scambio che potrebbe devolvere in un mercato unico come l’unione europea dove sono state eliminate barriere occulte e costi indiretti. I paesi con economie più grandi tendono ad essere meno aperti perché possono produrre una grande gamma di beni e servizi e hanno un elevata domanda interna. INTEGRAZIONE DELLA BILANCIA DEI PAGAMENTI NELLA CONTABILITÁ Se al PIL si sommano i redditi per e dall’estero ricavati dal conto corrente (CC) si ottiene il prodotto nazionale lordo o PNL PNL = PIL + RS + RP In paesi molto grandi, la differenza tra Pil e Pnl è minima, perché i redditi dei residenti all’estero sono di dimensione molto simile a quella dei redditi degli stranieri all’interno di tali paesi mentre nei paesi piccoli possono essere molto diversi: • + emigrazione: - PIL + PNL • + immigrazione: + PIL – PNL L’aggettivo lordo sta a indicare il valore della produzione a lordo degli ammortamenti: il consumo del capitale fisso che ogni anno si logora, se vengono sottratti gli ammortamenti dal PNL si ottiene il prodotto nazionale netto (PNN) PNN = PNL – ammortamenti Infine, bisogna togliere le imposte indirette e aggiungere i contributi (sussidi) alla produzione per ottenere il reddito nazionale lordo disponibile RNLD RNLD = PNL – imposte + contributi Naturalmente, se al RNLD sottraiamo gli ammortamenti, otteniamo il reddito nazionale netto o reddito nazionale disponibile RND: RND = RNLD – ammortamenti BRETTON WOODS & TASSI DI CAMBIO Tra il 1944 e il 1974 i tassi di cambio sono restati stabili per via dell’accordo di Bretton Woods che sancì che le banche centrali dovevano mantenere fisso il cambio con il dollaro. A sua volta l’America si impegnò a garantire un tasso di cambio di 35 dollari per once di oro; quindi, le altre monete per acquistare oro dovevano prima cambiare in dollari. Durante questo periodo dei tassi fissi era compito delle banche centrali bilanciare le valute valutandole e svalutandole. Ma con la guerra del Vietnam aumenta il debito pubblico; quindi, viene venduto l’oro delle riserve per far fronte alle spese, gli altri paesi si riunirono per dismettere il contratto e mettono una tassa del 10% per importare negli stati uniti. Il tasso di cambio nominale (e) è il prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera, e rappresenta le unità di valuta estera (x) per comprare un unità di valuta nazionale (x) e = xf / x Quando la valuta nel paese A si apprezza in termini di un’altra valuta B, le merci nel paese B diventano più a buon mercato nel paese A • Se per acquistare un euro aumenta la valuta estera necessaria: euro si apprezza • Se per acquistare un euro diminuisce la valuta estera necessaria: euro si deprezza Il moltiplicatore del credito è pari a • Se aumenta ri diminuisce il moltiplicatore del credito • Se aumenta f diminuisce il moltiplicatore del credito Se una banca commerciale riceve una richiesta di prelevare una buona parte del suo patrimonio, al cliente darà le riserve e poi venderà titoli di stato alla banca centrale. La banca centrale può comprare titoli di stato solamente da altre banche che hanno bisogno di liquidità quindi solo nel mercato secondario. Il moltiplicatore di deposito è la capacità delle banche di favorire, nel momento in cui concedono prestiti, l'aumento dei depositi e creare in questo modo nuova moneta bancaria. Si calcola: 1 / ri EQUAZIONE QUANTITATIVA DELLA MONETA Il numero delle volte che la moneta cambia di mano in mano per compiere transazioni viene chiamata velocità di circolazione della moneta (V), dipende dalle frequenze dei pagamenti e dalle abitudini di spesa dei soggetti economici. Chiamando k la quota di reddito annuo tenuto mediamente in forma monetaria dall’insieme dei cittadini e PY il reddito monetario si può scrivere che la moneta domandata (MD) = K*PY. K è l’inverso di V infatti K = 1 / V quindi l’equazione della domanda potrà essere riscritta come: MV = PY oppure M = PY / V A parità di transazioni, maggiore è la velocità di circolazione e minore è la quantità di moneta necessaria a sostenere quelle transazioni. LA BANCA CENTRALE EUROPEA La banca centrale europea è indipendente dai governi, deve risultare sempre credibile e trasparente, per mantenere la fiducia dei cittadini. Il suo obbiettivo è la stabilità dei prezzi, non più del 2% di inflazione l’anno mentre la FED (americana) ha anche l’obbiettivo di un tasso di occupazione alto, si concentra sulla core inflaction. Ci sono anche delle clausole di salvaguardia per giustificare il non raggiungimento dell’obbiettivo come terremoti, guerre etc. I suoi altri obbiettivi sono la stabilità finanziaria e la regolamentazione bancaria. Gli strumenti a disposizione dalla banca centrale europea sono: • Tassi di interesse • Controlli, norme e regole per le banche • Comunicazione, interviste e interventi • QE: sfrutta l’utilizzo della bilancia della BCE La BCE crea un corridoio dei tassi di interesse imponendo un minimo e un massimo, per quanto riguarda le operazioni marginali. Maturity trasforms: trasformare depositi in crediti, è rischioso perché si sta trasformando una liquidità a breve in un credito a lungo termine BILANCIO PUBBLICO Nel conto economico consolidato le voci principali sono: entrate correnti – spese correnti: • Accreditamento = surplus = avanzo • Indebitamento = deficit= disavanzo: richiede nuovi titoli di debito pubblico, possono essere emessi anche per anticipare il rimborso dei titoli in scadenza Consolidato: sommare bilancio del governo a quello regionale, comunale etc Entrate: • Imposte dirette: sui redditi o ricchezza • Imposte indirette: sulle transazioni • Contributi sociali: pagati dai datori di lavoro e lavoratori per finanziare il sistema pensionistico Spese: • Prestazioni sociali: pensioni e sussidi • Contributi alla produzione: incentivi e sussidi a imprese • Interessi pagati sui titoli di debito pubblico • Redditi da lavoro dipendente: stipendi privati • Consumi intermedi: spesa per acquisti di beni e servizi utilizzati da tutte le PA Avanzo = T – (G + TR) > 0 Disavanzo = G + TR – T > 0 • G: spesa pubblica • TR: trasferimenti o sussidi • T: tasse Con il trattato di Maastricht si era imposto il limite del 3% dell’indebitamento rispetto al PIL (D/PIL), ma nel 2012 con il teaty on stability coordination and governament si introduce un limite sul deficit strutturale quindi senza contare gli effetti del ciclo economico. Il bilancio tra entrate e uscite del governo vanno a formare, se positivo, il saldo primario al quale vanno sottratti gli interessi sul debito totale per formare il saldo complessivo. Saldo complessivo = saldo primario (entrate – uscite) – spesa per interessi (i * debito totale) Quando il bilancio presenta un deficit va colmato indebitandosi, aggravando il debito pubblico degli anni precedenti che soltanto con un avanzo può essere ridotto. La pubblica amministrazione poteva indebitarsi nei confronti della banca centrale che emetteva moneta in cambio di titoli di debito pubblico, però si avevano conseguenze enormi sul tasso di inflazione e sulla stabilità del sistema economico. Con l’avvento dell’unione europea è divenuto impossibile indebitarsi con la banca centrale, l’unico modo è quello di collocare il debito pubblico sui privati nazionali o esteri che accettano di prestare denaro in cambio di interessi, sottraendo però soldi agli investimenti privati. Nel breve periodo il deficit pubblico può avere effetti positivi sull’economia, impedendo al PIL di ridursi (recessione) e alla disoccupazione di espandersi. Va considerata la capacità del debito pubblico di autoalimentarsi, se la spesa non viene coperta dalle entrate, si accumulerà fino a quando lo stato non avrà un avanzo primario tale da coprire gli interessi. Debito1= debito0 + disavanzo primario1 + interessi1 CAPITOLO 5 Fatti stilizzati della crescita economica: 1. Il pil pro capite varia enormemente tra paesi ricchi e paesi poveri perché variano PIL e popolazione 2. La posizione di un paese nella graduatoria mondiale del reddito pro capite può cambiare nel tempo, dipende dai tassi di crescita 3. I tassi di crescita variano in base a paese e area 4. I tassi di crescita non sono costanti nel tempo La crescita economica arriva in cicli: una serie di tassi positivi di crescita del PIL reale sono seguiti da una serie negativa - la durata di un ciclo era aumentata prima del covid - Le fluttuazioni si sono ridotte - In media da 70 anni ogni ciclo dura 7/9 anni DE-TRENDIZZARE I DATI Per separare le componenti di lungo periodo da quelle cicliche bisogna prima di tutto individuare il trend (esponenziale) della serie temporale del PIL e poi applicare i logaritmi, si otterrà una retta interpolante che rappresenta il trend log-lineare, cioè l’andamento di lunghissimo periodo della variabile analizzata. Mentre le fluttuazioni saranno misurate dagli scostamenti del Pil dal trend, ovvero dalla differenza, in ogni momento del tempo, tra i logaritmi dei valori osservati (lnYt) e i valori di trend corrispondenti (yT ). Le fluttuazioni sono caratterizzate da movimenti congiunti del PIL e di altre variabili come consumi investimenti, inflazione o disoccupazione, i movimenti congiunti sono comovimenti che: • Se vanno nella stessa direzione del PIL sono variabili pro-cicliche • Se vanno nella direzione opposta al PIL sono variabili anti-cicliche Il problema è che se si analizzano crescita e fluttuazioni insieme i comovimenti risultano poco trasparenti; quindi, per meglio osservarli è opportuno procedere con la rimozione del trend dalla serie temporale, calcolando il trend loglineare, mediante un’equazione di regressione: Yt = A + Bt + X A: intercetta trend Bt: pendenza trend (tasso di crescita logaritmo) X: shock transitorio che colpisce l’economia PIL POTENZIALE E OUTGAP Un altro modo per mettere in risalto le fluttuazioni economiche è fare ricorso all’outgap, ovvero utilizzando i logaritmi è la differenza tra il PIL effettivo e il PIL potenziale. Il PIL potenziale è definito come il livello massimo della produzione di beni e servizi che un’economia può sostenere per un lungo periodo di tempo, utilizzando la sua normale capacità produttiva senza generare pressioni inflazionistiche. • Outgap positivo: l’economia sta utilizzando la sua capacità produttiva oltre il normale, sta vivendo un boom economico con tendenza all’inflazione • Outgap negativo: l’economia ha capacità produttiva inutilizzata e porta a una fare di rescissione con prezzi stabili o decrescenti Le stime dell’outgap sono importanti perché: • Calibrare la risposta giusta delle politiche fiscali e monetarie • Anticipare le pressioni inflazionistiche perché l’outgap precede l’inflazione IL SINDACATO E IL SALARIO CONTRATTATO Il sindacato nasce come organizzazione per la difesa degli interessi dei lavoratori, se i non lavoratori non possono essere assunti a un salario inferiore a quello contrattato, le imprese assumeranno solo gli iscritti al sindacato con retribuzioni più elevate di quelle che si formerebbero al mercato concorrenziale. La capacità del sindacato di ottenere salari reali elevati per i suoi iscritti è tanto maggiore quanto più basso è il tasso di disoccupazione. 𝜔b = 𝑤 − 𝑝 = 𝑏 + 𝛾 (𝑙 – 𝑢) • b: sussidio di disoccupazione • 𝛾: potere del sindacato • 𝑙: n° totale di lavoratori • 𝑢: disoccupazione I sussidi di disoccupazione da un lato hanno effetto di rendere più sopportabile la disoccupazione dando flessibilità al mercato del lavoro ma dall’altro lato se alti e incondizionati prolungano la durata della disoccupazione e possono portare alla “trappola della povertà”: una situazione in cui i lavoratori preferiscono non accettare un lavoro e continuare a vivere con il sussidio di disoccupazione. La curva del salario reale contrattato o wage setting (WS) rappresenta il (minimo) salario che i sindacati sono disposti ad accettare per ogni dato livello di occupazione: 𝜔b = b + 𝛾n Il sussidio di disoccupazione (b) costituisce un pavimento sotto il quale il salario reale non può andare e il potere contrattuale dei sindacati è superiore a quello dei singoli lavoratori. EQUILIBRIO DISTRIBUTIVO Ricapitolando: ➔ Price settings (PS) è il salario reale e determinato da: o Potere di mercato delle imprese o Produttività marginale 𝜔p = w – p = θ – μ ➔ Wage settings (WS) è il salario reale contrattato determinato da: o Sussidio di disoccupazione o Potere sindacale o Occupazione 𝜔b = w – p = b + 𝛾n Eguagliandole si ottiene il livello di equilibrio di occupazione di lungo periodo, per quel livello di occupazione il salario reale che le imprese desiderano pagare è uguale al salario che il sindacato è disposto ad accettare; il punto di incontro tra PS e WS è detto equilibrio distributivo. w = salario monetario in equilibrio n = livello di occupazione equilibrio y = pil di equilibrio p = livello dei prezzi in equilibrio Ora facendo le derivate di queste equazioni possiamo verificare come variano quando si modificano i dati: Se aumenta la produttività (𝜃): • Il salario (w): aumenta • Il livello di occupazione (n): aumenta • Il pil (y): aumenta • I prezzi (p): diminuisce Se aumenta il mark-up (μ): • Il salario (w): diminuisce • Il livello di occupazione (n): diminuisce • Il pil (y): diminuisce • I prezzi (p): aumenta Se aumenta il sussidio (b): • Il salario (w): costante • Il livello di occupazione (n): diminuisce • Il pil (y): diminuisce • I prezzi (p): aumenta Se aumenta il potere del sindacato (𝛾): • Il salario (w): costante • Il livello di occupazione (n): diminuisce • Il pil (y): diminuisce • I prezzi (p): aumenta Se aumentano quantità di moneta (m) o velocità di circolazione (v): • Il salario (w): costante • Il livello di occupazione (n): costante • Il pil (y): costante • I prezzi (p): aumenta Fattori strutturali (𝜃, 𝑏, 𝛾, 𝜇) influenzano sia variabili reali che nominali Variabili nominali (𝑚, 𝑣, p) non influenzano quelli reali LE POLITICHE PER FAR AUMENTARE OCCUPAZIONE E PIL NEL LUNGO PERIODO Aumentare la produttività (𝜃): ciò è possibile con una politica di incentivazione e promozione dell’innovazione tecnologica Aumentare l’antitrust (a) che riduce mark-up, esso infatti: ➔ Contrasta intese e abusi ➔ Monitora e denuncia la legislazione della regolazione anticoncorrenziale Rende più difficile l’esercizio del potere di mercato da parte delle imprese esistenti, è in grado di ridurre il mark-up effettivo delle imprese: μ1 = μ0 – a Gli effetti dell’antitrust (a) saranno quindi opposti a quelli del mark-up: • Il salario (w): aumenta • Il livello di occupazione (n): aumenta • Il pil (y): aumenta • I prezzi (p): diminuisce Diminuire i costi di entrata (ψ) in quanto un loro aumento riduce il numero di imprese in equilibrio e fa aumentare il mark-up: di conseguenza si ha un effetto negativo su PIL, occupazione e salario. Gli effetti di una riduzione dei costi di entrata saranno opposti a quelli del mark-up • Il salario (w): aumenta • Il livello di occupazione (n): aumenta • Il pil (y): aumenta • I prezzi (p): diminuisce Ridurre il cuneo fiscale (tω) riduce le imposte sui redditi lavorativi, la sua aliquota va sommata ai sussidi (b) Se aumenta il cuneo fiscale (tω): • Il salario (w): costante • Il livello di occupazione (n): diminuisce • Il pil (y): diminuisce • I prezzi (p): aumenta