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Appunti sociologia della comunicazione e dei media digitali (Vittadini), Appunti di Sociologia Della Comunicazione

Appunti completi del corso e sostitutivi ai libri.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 16/01/2022

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Scarica Appunti sociologia della comunicazione e dei media digitali (Vittadini) e più Appunti in PDF di Sociologia Della Comunicazione solo su Docsity! Secielegin della comunicazione © dei fi fi ifoli Comunicazione ed effetti sulla società + al centro di questi processi ci sono i media e il loro rapporto con alcune importanti azioni collettive che compiamo quotidianamente, come per esempio informarci, formarsi un’opinione, produrre e consumare cultura, agire e mobilitarsi (es: proteste a favore dell’ambiente guidate da Greta Thunberg). Effetti dei media sulla società = come il sistema dei media influisce su gran parte degli aspetti della nostra vita. OPIIMONE PUBBLICA Come i media contribuiscono al processo di formazione dell’opinione pubblica è uno dei temi maggiormente studiati. Oggi ci troviamo in un sistema dei media fortemente digitalizzato. Il CENSIS (indagini quantitative sui temi della comunicazione) ogni anno rilascia un rapporto. Non solo il sistema dei media in cui viviamo, è dominato dalle piattaforme digitali, ma vi è stato anche un processo di digitalizzazione a tappe forzate (es: smart working), perché le esigenze comunicative e professionali portate dall’isolamento dato dalla pandemia. Molti hanno potenziato i propri ecommerce (categoria GDO, che comprende Esselunga per esempio), molti altri hanno aperto la nuova possibilità tramite nuovi spazi di ecommerce — generazione di nuove attività e nuove abitudini. Il CENSIS afferma che oggi su 60 milioni di italiani, 46 milioni di essi hanno una connessione internet. La maggior parte degli italiani (86,3 %) ha sviluppato la convinzione che l’accesso ad internet sia un diritto, non un privilegio o un bene di lusso di cui non tutti possono dotarsi. Quasi 1°80 % degli italiani usa internet per questioni legate alla salute, quasi il 76 % per interagire con la pubblica amministrazione, del < 70 % lo usa come strumento di intrattenimento culturale e del < 70 % lo usa per fare shopping online. Vi è una spinta a continuare a migliorare e potenziare la propria connessione in rete. Spinta inoltre ad acquistare una rete internet per chi non la possiede. Vi sono però anche degli aspetti su cui si concentrano dei timori, ovvero: le truffe, l’accesso da parte dei minori, la dipendenza dai social network e la paura nei confronti degli hater. I mezzi di comunicazione incidono molto sulla formazione dell’opinione pubblica attorno alla rete. L’opinione pubblica ha una dimensione importante nel contesto sociale, perché condivisa da molte persone, è collettiva. L’opinione pubblica è qualcosa di situato, dipende dal mondo mediale che la circonda. Si forma anche grazie all’intervento di gruppi non grandi nel contesto sociale, ma con una forte capacità comunicativa e in grado di influenzare l’opinione pubblica. Cosa è l’opinione pubblica? “Il giudizio (modo di pensare, riguarda la sfera della valutazione) e il modo Key words: . di pensare co/lettivo della maggioranza dei cittadini; Collettiva “L’insieme delle idee che un determinato agglomerato umano (città, nazione, Credenze gruppo di nazioni) ritiene giusto e vero in un deferminato momento + è situata; Determinata . . . . . . so “Un sistema di credenze sulla cosa pubblica, non riguarda la vita privata; Non unitaria “Non è mai qualcosa di unitario, ma è l’insieme delle correnti di opinioni anche opposte dominanti in una società. Ci occupiamo dell’opinione pubblica perché i primi studi sul rapporto tra media e società focalizzano l’attenzione sulla formazione di essa. Quello che viene comunicato attraverso i media ha una funzione nel legare la società e mettere in comune non solo dei contenuti, ma anche dei valori e delle abitudini che formano l’opinione pubblica. Quello che i mezzi di comunicazione comunicano fornisce dei modelli e delle rappresentazioni dell’opinione pubblica, un insieme di valori e di abitudini. Quello che veicolano i media racconta cosa pensa la maggioranza delle persone e fornisce dei modelli di ispirazione nella formazione dell’opinione collettiva. Il termine “comunicazione” viene inteso nell’accezione di “mettere in comune”. Mettono in comune delle rappresentazioni che sono positive, pro attive verso la società. Dei sistemi di valori sociali come l’inclusività e la comparazione sono messi in gioco. Uno dei primi studiosi dell’opinione pubblica è Walter Lippman, “Ciò che l’individuo vissuto all’inizio del 1900, uno dei primi studiosi dell’opinione fa si basa non su una pubblica. —> La formazione dell’opinione pubblica è conoscenza diretta e certa, ma su fondamentale nella società perché di molte cose non abbiamo immagini che egli forma o che una conoscenza diretta tramite esperienza personale, quindi le gli vengono date” immagini che ci vengono proposte, spesso sono il modo attraverso cui veniamo a conoscenza di qualcosa, questo modo influenza la formazione dell’opinione. — La formazione dell’opinione pubblica è tanto più importante, quanto è complessa la società in cui viviamo. L’idea che sia importante l’opinione pubblica nasce mentre la società diviene complessa, nasce nelle società moderne (circa 1800). Comincia a complessificarsi il modo di vivere e quindi ad essere necessario che sulle questioni pubbliche ci si faccia un’opinione. Nelle società moderne, inoltre, le persone conquistano la libertà di espressione sulla cosa pubblica. Le persone iniziano inoltre a leggere (alfabetizzazione) e conoscere quello che riguarda il mondo della politica e la cosa pubblica, si creano anche dei luoghi dove condividere le proprie idee (circoli culturali), iniziano a circolare i giornali. — Opinione collettiva delle persone sulle questioni pubbliche inizia a formarsi. Pochi decenni dopo lo studio di Lippman, uno studioso inizia a ragionare non solo sull’importanza, ma anche come si forma l’opinione pubblica. Viene elaborato un modello, ovvero il modello a cascata di Deutsch (1968) — l’opinione pubblica si forma a cascata + ci sono dei gruppi con un grande potere comunicativo e sociale, ovvero le élite economiche e sociali, con una maggiore 2 alla gran parte del pubblico. Il primo flusso va dai media agli opinion leader e il secondo dagli opinion leader alle loro reti sociali. L’influenza dei media quindi non arriva uguale a tutti, essendo gli opinion leader diversi. — Stessi contenuti, effetti diversi. Il leader d’opinione è l’attore sociale più disponibile e competente nell’uso dei media e quindi ha 2 funzioni importanti: finzione di filtro\gatekeeping e di modellizzazione\framing. Con la prima funzione riporta alla sua rete sociali alcune informazioni a discapito di altre, sceglie quali riportare e quali no, attraverso un filtraggio. Con la funzione di modellizzazione, nel riportare le informazioni importanti, egli le mette in discorso, le racconta e le mette all’interno di una narrazione, dandogli quindi un senso. — Nei libri successivi Katz e Lazarsfeld scrivono che le idee spesso fluiscono dai messaggi mediali agli opinion leader e poi i leader portano questo messaggio ad individui meno attivi nella popolazione. — Si smette definitivamente di pensare che il pubblico dei media sia una massa indistinta e si inizia a pensare che il pubblico sia fatto da reti sociali che si pongono in relazione con i media attraverso la figura dell’ opinion leader. Sistematizzare le caratteristiche che fanno diventare alcune persone opinion leader: 1 Literacy — deve essere capace di trovate più informazioni rispetto agli altri. Elevata esposizione ai media; Commitment + passione, elevato coinvolgimento ed interesse per determinati argomenti; Socievolezza + capacità comunicativa, capacità di trasferimento di informazioni ai gruppi di individui che appartengono allo stesso gruppo sociale. Devono avere reti sociali con cui dialogare ed essere capaci di veicolare le conoscenza agli altri. Leadership + riconoscimento, dal basso, il gruppo dei pari deve riconoscere il suo ruolo e la sua funzione come opinion leader. Esistono 2 tipologie di opinion leader: 1 Verticali > soggetti che hanno le caratteristiche dell’opinion leader e comunicano attraverso i media, non hanno un contatto diretto con le persone. Orizzontali > soggetti che agiscono nelle reti sociali e sono noti solo alla loro comunità di riferimento, non parlano attraverso i media. Monomorfi + hanno rilevanza in un solo o in un numero limitato di campi. Polimorfi > influenza che non riguarda un solo argomento, ma più in generale, idee, atteggiamenti, propensioni e scelte politiche come di consumo. Opinion leader verticali e monomorfi (es: virologo Bassetti) + hanno visibilità attraverso i media, hanno una specifica area di influenza e infine sono un punto di riferimento per diversi gruppi sociali e culturali. OPINION LEADER £ SOCIAL MEDIA Molti scambi di contenuti e dialoghi di interesse avvengono sulle piattaforme social. Riemerge quindi la rilevanza della figura dell’opinion leader. Riconoscere e classificare gli opinion leader è una questione molto importante nella contemporaneità. Opinion leaders RE [ I I l Scope of influence Domain of knowledge Behavior Time dl | Local Monomorpic ) Positive Long-term ) È Global U Polymomhie ) Destructive | Short-term ) Vi sono 4 chiavi di classificazione delle diverse tipologie di opinion leader: 1 2. 3. Dimensione dell'influenza + opinion leader locali e globali, la rete potenzia la capacità di diventare opinion leader globale; Area della conoscenza + opinion leader monomorfi o polimorfi; Orizzonte temporale + opinion leader affermi, lo diventano per un tempo breve nei social media. Nei media tradizionale, la durata nel tempo dell’opinion leader era più lunga. Si distinguono opinion leader a breve o lungo termine. In rete emergono nelle leadership su temi specifici che si esauriscono velocemente; Comportamento > opinion leader positivi e distruttivi. Opinion leader che influenzano I follower verso la formazione di un’opinione che non va a loro vantaggio, sono disposti a sostenere delle opinioni non a favore dei loro follower, pur di essere a capo di un settore. Gli opinion leader distruttivi hanno una personalità egocentrica e tendono a indurre i follower a modificare le loro opinioni anche in una direzione che può danneggiare loro o l’organizzazione a cui appartengono. Comportamenti dei leader d’opinione che possono danneggiare il gruppo sociale di cui fanno parte o i suoi follower perché incoraggiati a seguire obbiettivi contrari agli interessi e spesso sono coercitivi nell’esercizio di leadership. — Nuove declinazioni degli opinion leader tipiche delle piattaforme social. Caratteristiche dell’opinion leader digitale: 1 2. 3. 4 Essere considerati esperti di un prodotto o servizio; Essere un membri attivo di una comunità online — dimensione della socievolezza; Partecipare con alta frequenza e dare un contributo sostanziale; Essere considerato da altri utenti come soggetto che ha buon gusto in relazione alle decisioni di acquisto. I contenuti pubblicati dovrebbero essere caratterizzati da: 1 2. Originalità + novità, innovazione e non convenzionalità, autenticità; Unicità — distinzione rispetto agli altri nei contenuti e nello stile; 6 3. Qualità — cura dei contenuti e della forma, attrattivi, comprensibilità e assertività. Funzionalità alla creazione della reputazione; 4. Quantità + quantità di messaggi postati, non essere distanti dai follower. Le caratteristiche precedentemente elencate funzionano bene se incontrano degli utenti di Instagram con alcune caratteristiche: = Propensione all’interazione online anche con chi non si conosce, diverso da Facebook che si basa maggiormente sulla reciprocità (ci si segue tra conoscenti); = Congruenza dei continui del profilo e interessi, gusti, personalità dei follower. = La leadership d’opinione anche all’interno di cre! || Instagram si compone di 2 grandi aspetti: le Lozza] % "> caratteristiche dell'account e quindi del profilo del leader d’opinione e le intenzioni di comportamento cs dei consumatori e dei suoi follower — costruzione x Recommend reciproca. ps i A partite dallo schema, le cose più importanti sono: i a due fattori chiave che portano un utente dei social pra] esa media ad essere percepito come opinion leader sono: la poeee percezione di originalità e unicità. Sul lato destro notiamo che elementi chiave perché venga riconosciuto un opinion leader come tale è che incontri dei follower che sono coinvolti nel processo di creazione del valore e quindi che siano interessati non solo a seguire, ma anche interagire e segnalare il profilo. L’ultimo aspetto che si deve creare è una sintonia con gli interessi personali dei follower che a sua volta influenza l'intenzione e la volontà di seguire i consigli, anche di consumo, dell’opinion leader. GLI OPIIMNON LEADER E TWITTER Twitter è una delle piattaforme più studiate per la ricerca delle caratteristiche degli opinion leader. Twitter ha 2 caratteristiche che la rendono interessante: la centralità delle news, ovvero il fatto che circolano tante notizie e informazioni, e la presenza di una molteplicità di relazioni e di flussi comunicativi. Ci sono dei soggetti che fanno da snodo, a cui arrivano molte informazioni e condividono delle news. — Legati al meccanismo della condivisione e di diventare fonte di informazione. Le informazioni possono circolare in modo più intenso, rispetto che su Instagram dove si attraggono i follower e si influenzano. Le informazioni circolano in Twitter tramite degli intermediari. Dalla testata giornalistica trovano delle notizie e le ricondividono sulla piattaforma. — Ci sono dei soggetti che raccolgono molte informazioni, le filtrano e le condividono agli altri. Nodi che sono al centro dei flussi comunicativi di molte persone. Che caratteristiche hanno questi soggetti? Chi sono? Risposta: la maggior parte di loro non sono dei blogger, giornalisti o uomini politici, ma fanno parte del gruppo di 7 “L'opinione pubblica è il frutto di un lavoro sociale teso all’allineamento” — progressivo accordarsi e concordare delle idee comuni per migliorare la vita sociale. Riuscire ad arrivare a delle convinzioni e giudizi di valori comuni per potere essere persone sociali. Lavoro che mette in gioco diversi soggetti: = Media, raccontano cosa è giusto e cosa sbagliato; = Comunicazione interpersonale e rapporti sociali; - Manifestazioni individuali d’opinione, ovvero cosa dico che penso (novità); - Percezione dei climi di opinione nel proprio ambiente sociale, ovvero cosa percepiamo che la maggior parte degli altri pensano (novità). — “L'opinione pubblica si forma nell’intersezione tra il monitoraggio compiuto sull’ ambiente sociale circostante e i comportamenti dell'individuo stesso”. Si forma come effetto di quello che noi percepiamo che gli altri pensano e su questo orientiamo il nostro comportamento. Di conseguenza recupera uno studio compiuto nel 1950 che le serve a fondare la sua intuizione su qualcosa di solido e concreto. + Recupera il libro di David Riesman “7/e lonely crowd: a Study of the changing American Character”. Egli fa uno studio su come, in diversi tipi di società, gli individui sviluppano delle modalità di comportamento coerente. Riesman cerca di capire come diverse tipologie di scoietà che si sono susseguiti nel tempo, siano caratterizzate da un modo diverso in cui viene organizzata la coerenza dei comportamenti delle persone. Ogni tipologia di società (postmoderna, moderna e premoderna) è caratterizzata da: - Un “tipo di individuo”; - Un modo in cui la società garantisce la conformità dei comportamenti degli individui. Secondo Riesman la società si basa su un meccanismo di integrazione, ovvero sviluppare dei comportamenti coerenti, e ha degli strumenti di socializzazione, attraverso cui i comportamenti coerenti vengono condivisi. Strumenti di SOCIALIZZAZIONE: media, famiglia, scuola, organizzazioni sociali e culturali... La socializzazione sono i luoghi in cui i modelli di comportamento confirmi vengono diffusi. Non in tutte le società la socializzazione avviene nello stesso modo. Divide le fasi dell’evoluzione del contesto sociale in 3 momenti: - Pre-moderna = Modema - Post-moderna — ripresa da Neuman Società pre-moderne + basate su un’organizzazione sociale fatta da piccoli gruppi sganciati dagli altri con cui hanno relazioni occasionali, quindi tutta l’organizzazione della vita sociale gravita attorno a piccoli gruppi di persone (es: tribù nomai). Per capire i comportanti conformi si fa riferimento alla tradizione, spesso tramandata oralmente e agganciata a comportamenti adeguati e distinti per ruoli (nascita, genere, status), poco flessibili, non evolvono e legati a rapporti famigliari in una cerchia ristretta. — Allineamento su dei comportamenti condivisi che cambiano raramente. Società moderne + nuclei di famiglia ad un tratto si spezzano poiché le persone si trovano a vivere nelle grandi città, ma senza legami tra di loro e quindi vi è la necessità di trovare altri modi per sviluppare la socializzazione ai comportamenti condivisi, essenziale per il bene sociale. Ci si ritrova 10 con individui che cambiano il loro status sociale e devono ritrovare una strategia per definire una coerenza di comportamenti. In questo caso, si sviluppa un allineamento individuale, attraverso i media, la stampa e i contatti con le istituzioni, ognuno si allinea. I media hanno un grande ruolo di guida, visto che gli individui si trovano da soli. Contesto che è più mutevole. Società post-moderna - molto complicate, la mobilità e il movimento delle persone diviene sempre più vario e differenziato. I media non bastano più a fornire una bussola in questa complessità poiché anche i media di riferimento cambiano. Tornano ad essere importanti le reti sociali di appartenenza che sono uno strumento di accoglienza e di sostegno nella vita mobile. L’allineamento deve avvenire all’interno di singole reti sociali. Le persone hanno bisogno di essere in sintonia con le singole reti sociali in cui si trovano nelle diverse situazioni — ricca molteplicità di punti di riferimento. Hanno bisogno di essere conformi e allinearsi alla rete sociale che li accoglie. La vita è quindi più complicata. Prelevano e tengono sotto controllo le convinzioni di quelli che stanno intorno per non entrare in conflitto, essere esclusi da una determinata rete sociale. Neuman si interessa alle constatazioni fatte da Riesman, lei desidera capire che peso hanno le cose dette pubblicamente, il clima di opinione che si percepisce nella formazione dell’opinione pubblica. — In una società post-moderna è fondamentale tenere sotto controllo l’opinione della maggioranza, per essere inserito in una rete sociale. Elizabeth afferma che le persone percepiscono l’isolamento come un grave rischio, perché essere fuori dalla rete sociale che ci circonda, è un problema. — Per evitare la condizione di isolamento gli individui monitorano costantemente ciò che gli altri pensano sui temi caldi dell’opinione pubblica. Cerchiamo sempre di capire su cosa sono allineate le persone che ci stanno intorno, sopratutto di fronte a temi divisivi. Per monitorare quello che pensa la maggior parte delle persone, attingiamo all’esperienza personale e ci appoggiamo ai media, che spesso hanno l’incarico di raccontare quali sono le opinioni dominanti. Monitoriamo i climi di opinione e cerchiamo di capire quale è quello dominante. — Si forma un’opinione pubblica duale, ovvero che si forma all’intreccio tra quello che i media ci dicono essere l’opinione dominante e quello che noi nel nostro intorno sociale percepiamo essere l’opinione dominante. Due opinioni che tra loro possono essere distoniche. — Sulla base di quello che monitoriamo, decidiamo se Opinione Pubblica esprimere pubblicamente la nostra opinione, oppure no. ReSse ) Quello che interessa a Elizabeth non è il cambio di Qiscropanza 'pinione perse —"Opinione, ma se ci troviamo in un contesto in cui l'opinione dominante è diversa dalla nostra, quello che facciamo è non dire la nostra. — // risultato della nostra valutazione, circa l’influenza dominante, influenza il nostro comportamento nella sfera pubblica attraverso il mettere in mostra 0 il Paura delf'solamento LA O E A some» | M20SCONdere le proprie opinioni per esempio attraverso leloqui o il silenzio. Un effetto è quello di non esprimere la propria opinione, se lontana dall’opinione dominante, questo è l’effetto individuale. Ma vi è anche un effetto sociale, in cui alla fine parlano solo quelli che pensano di essere vicini all’opinione pubblica prevalente e non si ha percezione delle opinioni diverse, perché non vengono espresse, quindi alla fine si crea una distorsione, perché le altre ll opinioni ci sono. Si crea un’enfasi sulle opinioni dominanti, che fa perdere di vista l’esistenza delle altre opinioni. Neuman afferma che i media centrano in questo processo, perché raccontano costantemente quali sono le opinioni dominanti, a volte anche in modo distonico rispetto all’opinione intorno a noi, però i media hanno un peso. — Alla fine una società si allinea su quella che è considerata l’opinione dominante, grazie all’insieme di diversi fattori, per l’effetto a spirale. I media contribuiscono a rappresentare alcune opinioni come minoritarie, assegnandone la definizione e quindi ci convincono maggiormente che siamo parte di una nicchia che non ha nessuna importanza. — Fenomeno descritto come un'illusione ottica o acustica che riguarda la situazione effettiva della maggioranza. I media negli anni ‘70 — propongono con costanza, ripetizione e convinzione, dei modelli di opinione pubblica coerenti, essendo pochi e circoscritti i canali radiofonici e televisivi, propongono quindi un racconto delle opinioni dominanti molto coerente e spesso cumulativo. Hanno anche la funzione di fornite le argomentazioni utili a fornire la propria opinione. Essendo il sistema cambiato, esiste ancora questo ruolo dei media? Possiamo ancora dire che contribuiscono a farci percepire un’opinione come dominante? Gli studiosi hanno risposto sì, i media degli anni ’20 in cui viviamo continuiamo ad esercitare una funzione di orientamento, anche se sono diventati tanti, le fonti sono molteplici, ma il racconto dell’opinione dominante continua ad essere consonante e coerente al suo interno. — “I media, quindi, possono definire e proporre un’opinione come dominante anche se non lo è (quantitativamente)”. MINORANZE RUMOROSE Studiate per prime da Elihu Katz. Aggiunta alla teoria della spirale del silenzio. Egli identifica e mette a fuoco la possibilità di un riemergere delle opinioni minoritarie all’interno del contesto sociale. Anche i gruppi minoritari possono quindi generare un effetto a spirale creano nuovi movimenti di opinione. Iniziano a emergere delle posizioni che conquistano spazio con il tempo e divengono dei movimenti d’opinione importanti, come per esempio il movimento ambientalista che nasce in un contesto in cui la società è interessata maggiormente all’industria e al progresso. Ci devono essere delle condizioni che permettono ai gruppi minoritari di ripercorrere al contrario la spirale del silenzio. Non tutti possono riemergere. Caratteristiche fondamentali: = Abbiano accesso ai media (sia la stampa, la televisione, che le piattaforme social oggigiorno); - Abbiano alcune caratteristiche interne: grande coerenza e difesa ad oltranza di alcune posizioni. Ritornano visibili i movimenti di opinione che si focalizzano su un tema chiaro, specifico, coerente e ben identificato. La coerenza è accompagnata dalla difesa ad oltranza di alcune posizioni. 12 Ricerca compiuta anche nel saggio “The Spiral of Silence Revisitated”, ci si domanda quali strumenti vengono utilizzati per monitorare l’opinione? = Click speech + non si usano solo i contenuti postati per monitorare le opinioni, ma anche i like, le condivisioni e i commenti per capire la direzione della maggioranza. Effetto di spirale è innescato da una minoranza particolarmente attiva ed interessata ad esprimere il suo parere, che non è detto che sia la maggioranza. + Chi teme maggiormente l’isolamento monitora costantemente i click speech per capire quale è l’opinione dominante. Tacendo un’opinione, anche se condivisa dalla maggioranza, dato da un intervento più effettivo di una determinata corrente d’opinione. Anche online si ripropongono le forme di isolamento proposte da Neuman. Attacchi personali che marginano chi offre un’opinione contrastante. A volte diventano forme di isolamento offline, dato che le reti si sovrappongo, effetti che possono ricadere anche nella vita fuori dalla rete. Ci sono degli elementi che favoriscono lo sviluppo di questa forma di spirale del silenzio: quanto piùi temi sono divisivi, tano più il timore che si inneschi l’isolamento è significativo. La percezione di vicinanza dei soggetti verso cui bisognerebbe esprimere un’opinione discordante favorisce l’innescarsi della spirale. Se i commenti comprendono anche persone vicine o con cui si hanno molti scambi sui social, si innesca la spirale perché il timore è della ricaduta sulle relazioni, teniamo a tutelare le nostre relazioni e l’affidabilità sociale. — Anche nei social media si crea l’effetto a spirale. Un'ulteriore ricerca del 2020, afferma che il leggere i commenti rispetto alle notizie per farsi un’idea dell’opinione della maggioranza riguarda la metà dei lettori, è un meccanismo molto diffuso, i commenti hanno quindi un impatto sulla formazione dell’opinione dominante. Questo incide anche sull’interpretazione della notizia e dell’articolo. Leggere i commenti fa percepire l’articolo come più o meno parziale, per esempio. Un articolo con una lista di commenti ostili e che esprimono in punto di vista, fa si che le persone lo interpretino come un articolo di parte, lo stesso avviene nel caso opposto con gli articoli neutri. Effetto anche su quello che percepiamo di quello che i media scrivono. Effetto che è ancora oggetto di studio. TEORIA DELLA COLTIVAZIONE Anni settanta. Non contraddice le teorie precedenti, ma aggiunge degli aspetti che sono un’osservazione più diacronica e meno sincronica. Cerca di guardare cosa succede alla distanza, nel rapporto tra media, contesto sociale e formazione dell’opinione pubblica. A lungo termine in che modo i media agiscono sulla formazione dell’opinion pubblica. Guarda a tanti momenti diversi che si susseguono, non gli interessa un momento in particolare. — Georg Gerbner. I media contribuiscono alla formazione dell’opinione pubblica, non solo attraverso l’informazione, ma anche attraverso lo storytelling degli Opinion Leader. Gerbner introduce un allargamento di sguardo. Tutte le forme di storytelling ospitate nei media contribuiscono alla formazione dell’opinione pubblica, anche quelli che apparentemente non centrano. 15 Nei processi di formazione dell’opinione attingiamo sia ai programmi formativi che raccontano esplicitamente le opinioni delle persone, ma anche alle forme di story telling. Es: serie “The Crown” che parla di una famiglia che è un'istituzione pubblica e incide nel processo di formazione dell’opinione pubblica perché fornisce dei quadri interpretativi legati alla spira della famiglia. Offre dei quadri interpretativi, non dice che opinione devo avere. Es: “Amici” non è solo un talent, ma anche un luogo dove si definisce come si affronta la sfida, la performance, come comportarsi nei confronti delle persone, cosa è accettabile e cosa no, quali talenti vanno premiati e quali no ecc. — Luoghi in cui si forniscono quadri interpretativi di comportamenti per contribuire alla costruzione dell’opinione pubblica. Gerbner allarga molto lo sguardo, arriva a dire che persino nelle scelte politiche e di voto, queste forme di narrazione hanno capacità di incidere nella formazione dell’opinione pubblica. Gerbner parla di storyrelling — le storie proposte e ripetute dai media si riflettono sul nostro modo di vedere e interpretare il mondo. Propongono quindi una visione del mondo sempre più omogenea e mainstream. Sistema dominato dai media broadcast. Concetto chiave che introduce: “ripetute” + coltivazione = non basta raccontare una volta una cosa, ma quello che incide nel processo di formazione dell’opinione pubblica, è quello che viene trasversalmente ripetuto con costanza. Storie ripetute incidono sul processo di formazione dell’opinione. Idea che lo porta a riconoscere ai media una funzione particolare all’interno del contesto sociale, detta finzione bardica — storie che i media raccontano e ripetono funzionano come nelle società medievali, come i bardi (cantori\menestrelli) che raccontavano le storie della comunità. Raccontavano cose che avvenivano, trasformandoli in una narrazione poetica o cantata, come fanno oggi i media attraverso fiction e narrazioni. Mezzi di comunicazione sono lo strumento attraverso cui viene raccontata la vita quotidiana, la storia contemporanea in forma ludica e divertente. “I media propongono dei mondi, comportamenti e atteggiamenti sotto forma di storie che narrano presente e passato” (Fiske & Hartley). Fiske e Hartley vanno avanti dall’Inghilterra a sviluppare la teoria della coltivazione (inizio anni ottanta, 1978). Lavorano in parallelo a Gerbner. Sviluppano meglio le funzioni dei media nel contesto sociale. Funzioni dei media: = Articolare l’interpretazione della realtà, forniscono dei modelli di interpretazione; = Coinvolgere in un sistema di valori, proporre un sistema, dire cosa va bene e cosa no; = Spiegare le azioni dei singoli, spiegano cosa motiva certe azioni, quali sono i rapporti di causa ed effetto all’interno della società; - Rassicurare la cultura della sua adeguatezza o svelarne le inadeguatezze pratiche per farla evolvere; - Rassicurare che lo status e l’identità degli individui è garantito dalla cultura; - Trasmettere un senso di appartenenza culturale. — Generano un senso di appartenenza culturale che è condividere delle intercettazioni della realtà, un sistema di valori, rapporti di causa ed effetto nella società, aspetti confermati da molti. 16 Gerbner individua dei remi cruciali nel processo. I media nella loro programmazione trattano temi che sono virtualmente in grado di generare un effetto di coltivazione. Tema su cui i media generano maggiormente effetto della coltivazione, temi legati alla dimensione dello stereotipo: = Genere \età; = Salute; = Scienza; - Famiglia; = Educazione; - Politica; - Religione; = Violenza. Non su tutto e non per tutti gli aspetti i media contribuiscono alla formazione dell’opinione pubblica. Su alcuni temi più che altri. RICERCA SUL TEMA DELLA VIOLENZA: Per verificare ciò che è stato affermato, viene fatta una ricerca su uno dei temi suggeriti da Gerbner, ovvero il tema della violenza. Si decide di verificare se effettivamente si può parlare di coltivazione. Si prendono dei programmi veicolati dai media (dal 1967 al 1985) e poi viene fatta una Survey su persone che hanno visto i programmi e si cerca di capire se l'esposizione costante sui contenuti violenti ha un effetto sull’immagine del mondo che le persone si sono fatte. Verificano se le persone cambiano il loro modo di rappresentarsi la realtà grazie alla ripetizione di un certo racconto dove sono presenti contenuti violenti. Si verifica anche se il livelli di sfiducia negli altri e di depressione può essere derivato da questo. I ricercatori non hanno in mente il comportamento imitatorio tipico dei bambini, neanche il fatto che la gente prelevi dei contenuti dai media per mettere in scena proteste, ma hanno in mente che la ripetizione di una rappresentazione della realtà possa influenzare la nostra immagine della realtà. Hanno in mente un effetto semplice, ma importante. A furia di vedere rappresentazioni della realtà che insistono sulla rappresentazione violenta del mondo, ci immaginiamo il modo in modo più violento di quello che è in realtà. Percezione del tasso di criminalità nelle città è più alto di quello che è realmente. Questione dei femminicidi e relazioni pericolose tra uomo e donna — individuato come una inadeguatezza del contesto sociale che andava svelata perché bisognava evolvere verso la riduzione e la messa in allerta di queste situazioni. La rappresentazione di questo tipo di relazione ultimamente è aumentata. Incrementato la percezione delle persone della frequenza e della pericolosità di queste situazioni. — Effetto consapevolezza della criticità della questione è stato raggiunto, ma contemporaneamente la rappresentazione della realtà delle donne percepisce come molto più frequenti questo tipo di relazioni. Percezione del rischio più alta della soglia giustificata dalla realtà. — Mettono in luce questo aspetto, finiamo per immaginari un mondo che ha delle distorsioni verso la percezione del rischio e della pericolosità, grazie al fatto che i media ripetono aspetti e storie. 17 Scegliamo in un modo conservativo, quindi ripetiamo i consumi che ci sono piaciuti. Abbiamo dei consumi conservativi per scelta nostra e per effetto algoritmico delle piattaforme. — Information stratamentation - segmentazione dei consumi + stratificazione (sedimentano contenuti simili). Segmentazione che stratifica consumi simili. Nella selettività tendiamo a ripetere contenuti simili perché la dissonanza cognitiva è faticosa, accettiamo un contenuto distonico se siamo fortemente motivati o se siamo obbligati. Normalmente cerchiamo di metterci in una situazione di conforto. Tendiamo a metterci nella confort zone anche rispetto ai contenuti mediali. Inoltre tendiamo a cercare contenuti coerenti con le attitudini del nostro Network, mettersi in dissonanza cognitiva con la nostra rete di persone può essere faticoso. — Selettività del consumo è motivata dall’evitare forme di dissonanza collettiva con le proprie convinzioni e con quelli della propria rete sociale. La selettività del consumo è finalizzata a: - Ridurre ed evitare la dissonanza cognitiva. - Cercare sostegno informativo e rendere più articolata la propria idea. Nel selezionare i contenuti spesso privilegiamo quelli che danno sostegno e ci aiutano a elaborare meglio quello che pensiamo. = Ridurre il costo di elaborazione delle informazioni. - Attribuire un giudizio di qualità ai media. Selezioniamo contenuti che per noi sono di qualità, non incorrere nel consumo di contenuti di bassa qualità. - Cercare una costanza con l’audience attraverso la selezione ed esposizione di contenuti identitari. La selettività ha alcuni effetti: - Evitare il discorso pubblico e politico o le news. Posso espungere dai miei consumi alcuni tipi di contenuti. Alcuni contenuti posso non incontrarli mai. = Focalizzare il consumo mediale su specifici argomenti. Alcuni argomenti sono più rilevanti di altri. - Privilegiare alcuni media rispetto ad altri perché ritenuti più affidabili. - Privilegiare contenuti e media vicini alle proprie posizioni culturali e politiche. ECHO CHAMBERS: Il processo di selettività è il punto di partenza di un fenomeno tipico della comunicazione in rete: fenomeno dell’echo chambers (camere dell’eco). Finiamo attraverso il processo di selettività di circondarci di contenuti che confermano il nostro modo di pensare. Succede che la conferma costante non viene mai messa in discussione, ci collochiamo in alcune echo chambers, le quali non mettono in discussione i nostri punti di vista. Se imbocchiamo però delle strade divergenti, non è più possibile trovare punti o momenti in cui la strada venga messa in discussione, si creano quindi nicchie d’opinione assurde che però continuano a confermarsi (es. terrapiattisti). Social media favoriscono la circolazione, nei flussi di comunicazione, di molte fonti diverse, anche disintermediate. Nella camera dell'eco arrivano fonti affidabili e altre che non hanno la competenza scientifica e tecnica per affermare quello che affermano, ma arrivano insieme e sono difficili da riconoscere e distinguere. Nei flussi le fonti mediate e disintermediate spesso si assomigliano. 20 All’interno delle camere dell'eco facciamo fatica a distinguere tra notizie vere e false, affidabili o non affidabili, quindi l’opinione pubblica fa fatica a strutturarsi perché la quantità di punti di vista diversi e la loro qualità rende difficile avere un flusso omogeneo di informazioni sulla base del quale formare un’opinione pubblica. + Fatica a costruire perché è frammentata. Ognuno o singoli gruppi si costruiscono quindi delle opinioni diverse sulla cosa pubblica, si perde il punto di congiunzione in cui si arriva a un confronto per trovare un’opinione pubblica omogenea. Prevalgono opinioni personalizzate, di nicchia. — Frammentazione dell’opinione pubblica. Perché nel sistema dei media digitali funzionano bene le echo chambers. Camere in cui trovano conferma e continua ripetizione punti di vista sintonici con il nostro. Camere dell’eco sono un risultato del nostro privilegiare una confort zone. Il funzionamento del sistema dei media digitali favorisce la costruzione di queste camere, perché si continuano a riproporre contenuti simili a quelli già consumati. Gli algoritmi che governano i feed ripropongono con maggiore frequenza i contenuti con i quali interagisco abitualmente, ma anche le fonti che trattano dei contenuti coni quali ho avuto delle interazioni. L’esistenza delle echo chambers favoriscono a che lo sviluppo di campagne di odio comunicativo verso quelli che sono percepiti come nemici, campagne chiamate cybercascades. Circolano contenuti marcati da hashtag (#idioti) con promozioni o con condivisioni, divengono visibili nei profili social e iniziano a funzionare come costruzione di un’opinione. Campagne che formano delle nicchie di opinione pubblica e la fanno percepire agli altri come rilevante e significativa anche se magari non lo è nella sfera pubblica (spirale del silenzio). Funziona con il meccanismo degli echo chambers, ma anche con quello degli algoritmi. Echo chambers nella vita sociale sono profondamente divisive, perché quando si è chiusi in una camera dell’eco in cui si pensa che la propria opinione sia condivisa da molti e ricca di risorse, allora il dialogo con chi esprime opinioni diverse divenne difficile perché le opinioni diverse non si vedono e poi vengono anche percepite come assurde. Provocato dal meccanismo di auto conferma costruito dalla camera dell’eco. Ci sono spesso forme di espressione molto conflittuali tra opinioni diverse. Chi è chiuso nelle echo chambers ha forme di manifestazione aggressiva sulla propria opinione e genera quindi un effetto sul dibattito pubblico e su quello che le istituzioni pubbliche fanno. Soggetti capaci di esprimersi in modo aggressivo e violento nelle loro manifestazioni, quindi spesso i responsabili delle istituzioni cercano un dialogo per evitare che cresca il conflitto. Gli echo chambers nel dibattito e nella sfera pubblica generano forti polarizzazioni e contrapposizioni, non portano a un confronto. Opinione pubblica frammentata e molto polarizzata. Conflittualità sociale diventa molto seria. Lo studioso Cass Sunstein afferma che stiamo correndo il rischio in cui divenga sempre più difficile trovare punti di vista che non siano quelli che abbiamo scelto di seguire. Lo sforzo che dobbiamo fare rispetto agli effetti dei media digitali è quello di far si che le persone si imbattano sempre più spesso in punti di vista diversi da quelli che hanno selezionato. Costruirsi delle camere dell’eco che confermano che quello che pensiamo sia giusto e dall’altro lato c’è il meccanismo digitale che ripropone delle cose simili a quelle che abbiamo selezionati e con cui abbiamo interagito, questo processo è detto filter bubble. 21 RICERCA: FILPER BUBBLE Ricerca: prendendo un numero alto di utenti delle piattaforme sociale e di diverso orientamento (conservatori & liberali), proviamo a vedere cosa differenzia la loro esposizione alle news rispetto ai social, cosa determina il fatto che vedano notizie diverse nelle piattaforme social? Quali variabili fanno si che le diverse persone vedessero delle news differenti? 3 ott» Confermano che l’effetto di bolla filtrata esiste ed è motivato da diverse attività: - Tipologia di amici, composizione della rete; - Tipologie di news condivise; = Modalità di interazione con il newsfeed: = Frequenza di connessione; = Interazione con specifici amici (like e commenti); = Click sulink; = Like a pagine. Bolla filtrata è data da 3 elementi: 1. Modalità di funzionamento degli algoritmi; 2. Chetipo direte sociale ho connessa; 3. Quali sono le pratiche quotidiane che uso dei social media. — Filter Bubble definiti come dei meccanismi online di polarizzazione delle informazioni prodotti dalle logiche degli algoritmi dei social media e dai motori di ricerca. Esisti dei Filter Bubble: = Si crea un contesto iper-personalizzato; - La selettività è invisibile perché operata dall’algoritmo e perché gli utenti ne sono spesso inconsapevoli; = Gli utenti sono passivi perché le logiche di filtraggio non sono note. 9 Uli G E 3006 MISINFORMATION & FAKE NEOS All’interno delle piattaforme digitali circolano contenuti che non sono effettivamente corrispondenti alla realtà o che deformano la realtà facendola corrispondere a dei punti di vista o argomentazioni non affidabili. Fake news sono notizie false # misinformation è la circolazione, anche non intenzionale, di voci non confermate, punti di vista che non hanno una base scientifica o informazioni che non hanno un fondamento, anche se non sono necessariamente false, o voci che circolano (“si dice che...."). Quando un’informazione è una voce non confermata, allora è una forma di misinformation. Ci sono voci\rumors che circolano nella rete per costruire misinformation. 22 Le trasformazioni riguardano tre piani, il primo è il piano dei bambini. I media hanno cambiato la distinzione tra quello che è visibile\pubblico e quello che è privato, rispetto alle diverse fasce d’eta, chiamate ruoli del divenire. I media hanno esteso l’accesso alle informazioni anche a fasce d’età per cui certi contenuti prima erano parte del backstage — socializzazione anticipatoria. Il sistema dei media ha fatto si che alcune fasce d’età siano esposte alla socializzazione di comportamenti degli adulti, prima del tempo che tradizionalmente era previsto. Questo meccanismo vale per tutti i temi. Bambini sono sottoposti a socializzazione anticipatoria anche rispetto a contenuti violenti, alla conflittualità in una fase in cui non possono farli propri. Meyrowitz guarda alla vita quotidiana, vuole capire come il sistema dei media influisce sulla nostra quotidianità.Si chiede se nel nostro modo di relazionarci con gli altri e affrontare la vita, la presenza dei mezzi di comunicazione ha un effetto. — Cambiamento da teorie che si interessano sull’opinione pubblica, a teorie che guardano a come viviamo la QUOTIDIANITÀ. Mec Luhan afferma che il sistema di media contemporaneo impatta sul modo di interpretare spazi e tempi nella quotidianità. Ragionamento che non gli basta, perché a lui interessa il quotidiano. L’approccio sulla vita quotidiana lo riprende da Goffman (sociologo). Egli, nello studiare la vita quotidiana, usa la metafora del palcoscenico (ripresa da Meyrowitz). Uno dei suoi libri più importanti si chiama “La vita quotidiana come rappresentazione”. Afferma che in una cultura è fondamentale la distinzione che le persone operano tra quello che mettono in scena e quello che considerano del backstage. Nel vivere sociale quello che mettiamo sulla scena e quello che teniamo nel backstage, sono elementi che caratterizzano le culture, le quali si differenziano per dove pongono la distinzione tra scena e retroscena. Culture diverse nello spazio, ma anche che evolvono e cambiano nel tempo. Distinzione che è fondamentale perché dice cosa è opportuno fare nello spazio pubblico, ma anche perché contribuisce a definire le situazioni comunicative, ciascuna delle quali ha delle regole che noi applichiamo. Regole che comprendono cosa fare e cosa no, quale è lo scopo dell’interazione, infine contribuiscono a definire i ruoli che ricopriamo. Distinzione tra diverse tipologie di situazioni comunicative è fondamentale perché imparando queste regole (situazione, ruolo e finalità) va tutto bene, ma se non ne siamo consapevoli (cambio di spazio geografico o cultura) è difficile la comunicazione sociale. Approccio di Goffman è studiare come nella società si definiscono le regole delle situazioni comunicative, la distanza tra ribalta e retroscena e i ruoli che le persone applicano, quindi come le persone si organizzano per vivere bene in società. Di conseguenza Meyrowitz afferma che il sistema dei media influisce su come noi distinguiamo rivolta e retroscena. Ci sono sistemi che favoriscono uno spazio di rivolta ampio e uno di retroscena piccolo, e viceversa. > / media influiscono sulla distinzione tra rivolta a retroscena e di conseguenza influiscono anche sulla vita sociale. I media cambiano i contesti delle interazioni sociali e quindi tra quello visibile e non, accessibile e non, pubblico e privato. La televisione è un mezzo che amplia la ribalta e restringe il retroscena. Funziona come secret exposing machine, esponendo gran parte del retroscena delle persone e quindi permette di guardarsi in modo nuovo tra persone e gruppi sociali. Gli spazi di backstage sono quindi diventati visibili. 25 Osserva 3 tipi di ruoli riconfigurati e messi in discussione dal cambiamento: 1 Come la televisione ha fatto evolvere i ruoli dell’essere, del divenire e dell’autorità? Attraverso questo meccanismo: c’è un nana >» ne primo piano, un retroscena, i media ci fanno guardare da un punto di vista laterale così da non vedere solo la scena, ma o scena laterale anche parte del retroscena. Cosa sta fuori da gusto sguardo? Quello che era retroscena è ca NEVI divenuto profondo retroscena, ci sono infatti dei segmenti che non sono visibili. Lo sguardo che abbiamo sul mondo che ci circonda è quindi cambiato. Conde iene Ruoli dell'essere + distinzione di genere (femminile o maschile). Rispetto a questa distinzione vi sono delle messe in scena e degli spazi di backstage riservati ai due generi, questo serve per raccontare cosa sono i due ruoli. Spazi semplici (es: spogliatoi) non accessibili agli altri, in cui si condividono forme di preparazione della propria messa in scena, ci si costruisce come identità di genere. Distinzione che è fondamentale e costruisce l’identità dei ruoli e dell’essere. La televisione, mettendoli in scena, ha aperto gli spazi allo sguardo anche dell’altro genere, cambiando chi condivide il backstage con chi. Cambiano le dinamiche del processo di formazione di ruoli maschili e femminili, con confini permeabili. — Backstage di genere diviene visibile in modo trasversale. Ruoli del divenire > per esempio il passaggio all’età adulta. Afferma che c’è un’estensione da parte dei media all’accesso ai backstage delle altre fasi della vita. Alcune fasi della vita adulta erano nascoste a quella dei bambini. Socializzazione anticipatoria, in cui i bambini divengono consapevoli di alcuni aspetti del modo adulto, prima di quello che definisce il tempo. Ruoli delle autorità - ruoli legati alle posizioni istituzionali, posizioni di autorità. Questione di spostamento del confine della visibilità del backstage nei ruolo dell’autorità e quindi vediamo rappresentati personaggi che ricoprono ruoli di autorità, anche in situazioni di backstage. I media hanno anche messo a disposizione delle persone comuni una serie di informazioni e conoscenze che sono tipiche caratteristiche di questi ruoli. + Visibilità sul backstage privato, ma anche la parte di backstage che sono competenze. Come conseguenza c’è stata una rielaborazione dell’immaginario dei ruoli e poi ha messo a disposizione delle persone delle competenze a cui prima non avevano accesso. La televisione ha funzionato da posizione del backstage di tutte le figure istituzionali. ‘Spazio intermedio. Primo piano Lo sviluppo di Internet costringe anche a riconfigurare in modo nuovo e diverso le situazioni sociali, l’uso dei nostri dispositivi mobili è de-localizzato, non legato a uno spazio di ribalta e retroscena, ma soprattuto possono infilare situazioni comunicative di backstage dentro a spazi pubblici. Io sono obbligata a scegliere in quale spazio voglio essere in quel momento (es: una telefonata privata ricevuta in uno spazio pubblico come la metropolitana). I media ci chiedono di prendere delle decisioni su dove sono e cosa sto facendo, inserendo uno spazio nell’altro e slegandoci dalle caratteristiche dello spazio che ci circonda. — Rifunzionalizzare gli spazi a seconda dell’esigenza comunicativa del momento. 26 COMUNICAZIONE DIGITALE £ SOCIETÀ - Quali sono gli effetti sulla società dello sviluppo delle tecnologie digitali? - L’avvento delle piattaforme digitali ha messo in gioco nuove piattaforme che ha cambiato gli assetti della società. Il primo ad occuparsene è uno studioso portoghese, Manuel Castells, che ha iniziato a studiare la network society, ha iniziato a studiare cosa succede nel momento in cui la rete si innesta su altri fenomeni a noi noti. Negli anni 80 era cambiato qualcosa nel sistema mediale: = Grazie alla moltiplicazione dei canali e pluralizzazione dell’offerta, il pubblico e la comunicazione mediale sono divenuti meno massificati; - Le audience sono sempre più segmentate per gruppi e caratteristiche socio-demografiche; = Avvio a una personalizzazione del consumo + vi sono i primi dispositivi mobili, come video registratori, videocamere e quindi device personali e portatili, tattili e connettivi; = I prodotti mediali riescono a soddisfare le esigenze dei singoli; - L'offerta mediale si pluralizza e si diversifica. In questo contesto in fase di cambiamento, si innesca la rete, la comunicazione digitale. L’evoluzione avviene in sintonia e in sinergia con lo sviluppo dei media di rete (Internet). Nel 1989 nasce il Web,i PC si sono già diffusi, Internet esiste. Castells tra gli anni 1996-1998 scrive una trilogia libri che fondano e cominciano la sociologia dei media digitali: - “L’era dell’individualismo”; = “The Information Age”; = “The Rise of the Network Society”. Egli inizia a studiare la network society. Nella trilogia afferma che il sistema di rete, lo sviluppo di internet, sta cambiando molti aspetti della società, non solo il fatto di interagire con i siti web. Vedeva che il modello di rete sarebbe stato quello della tecnologia, comunicazione e scambi che avrebbe caratterizzato i decenni successivi. Internet, essendo fatta come una rete, è il modello dello sviluppo tecnologico e su cui si basano gli scambi comunicativi, le tecnologie, la produzione e la circolazione della cultura. — Evoluzione strutturale importante, essendo che prima del modello di rete vi era il modello comunicativo broadcast. Quindi da pochi centri di produzione a moltissimi destinatari. Egli afferma che il nuovo modello diverrà dominante, idea non chiara negli anni 1980. A/ modello comunicativo broadcast si sostituirà il modello comunicativo di rete > non più da uno a molti, ma da molti a molti destinatari. Castells inoltre afferma che il passaggio dai modelli broadcast a quelli di rete avrà anche un impatto economico, perché alcuni modelli economici prevalenti si basavano sul sostegno che i mezzi broadcast offrivano. Il modello della grande industria che produce per un destinatario di massa, è un modello broadcast. Castells vede che il modello di rete cambierà anche alcuni assetti economici, per esempio tanti piccoli centri di produzioni per pubblici più circoscritti e di nicchia. 27 l’unico punto di congiunzione tra tutte le reti sono io, l’individuo. Si inizia quindi a parlare di individualismo in rete, individualismo connesso perché i singoli divengono l’unico punto di congiunzione di una serie di reti sociali. Social network revolution > non solo gestiamo i legami in modo più complesso, me nella nostra vita sociale si genera un’inversione di gerarchia tra le diverse reti sociali a cui apparteniamo. Si accresce l’importanza delle reti di legami deboli che vengono attivate da interessi e passioni comuni. Gestiamo i legami in modo più complesso, ma si modifica anche la gerarchia tra le reti sociali forti, deboli e latenti, in termini di energia dedicata. Attraverso i social usiamo tanta energia per alimentare le reti sociali deboli, essendo che quelle forti stanno gran parte nella vita offline. > La connective society aumenta l’investimento di tempo ed energia spesa ad alimentare le reti sociali deboli e anche nel ripescare le reti sociali latenti. La connective society ci ha introdotto in un mondo complesso, a cui dedicare molta energia, e che da molto valore alle reti sociali più deboli. — In sintesi: siamo al centro di reti io-centrate, complesse e costituite per buona parte da reti sociali deboli e latenti a cui dedichiamo impegno, risorse e tempo. N.B. Ci sono tre tipologie di reti sociali a cui apparteniamo: - Reti sociali forti (famiglia, amici), persone che abitano la nostra vita da tempo e con un significato improntante; - Reti sociali deboli, essendo i legami deboli, sono le reti sociali a cui apparteniamo con forme di appartenenza leggere e instabili (es: persone che si incontrano in vacanza), reti che hanno basso investimento nella nostra vita quotidiana. Reti che continuano ad esserci, ma con legami occasionali; - Reti sociali latenti, tutte le connessioni e le perone incontrate per una parte della nostra vita e poi basta, non ci sono più (es: elementari insieme e poi abbiamo perso i rapporti). - Internet revolution (ulteriore effetto) — elemento di novità è il modo con cui le relazioni si possono alimentare. Le piattaforme social ci hanno messo nelle condizione di gestire le relazioni sociali attraverso la produzione e l’uso di prodotti culturali. Le relazioni sono alimentate da nuovi tipi di contenuti prodotti e condivisi dagli utenti che hanno assunto maggiore potere comunicativo. La connective society ha introdotto nuovi strumenti per alimentare le reti sociali, strumenti che sono di due tipi: - Prodotti culturali realizzati dagli utenti + tutti i prodotti a cui dedichiamo molta parte del nostro tempo: post, stories con cui produciamo un piccolo prodotto culturale che è una risorsa per alimentare le relazioni. — Nella connective society le persone alimentano le loro relazioni sociali impegnandosi quotidianamente in un lavoro di produzione culturale; - Prodotti culturali scambiati dagli utenti > prendiamo prodotti di altri (es: meme) e troviamo il modo di condividerli, li scambio come strumento per alimentare le relazioni sociali. L’effetto di produzione e di scambio di contenuti è detto MASS SELF-COMMUNICATION: tipo di comunicazione che caratterizza la connective society. Gli autori, i produttori culturali di essa siamo noi, è una comunicazione di massa, caratterizzata da forme del contenuto nuove che sono il 30 frutto del nostro lavoro di produzione culturale. Forma di produzione che ha l’io al centro, essendo lui che la produce, la mette online e decide a chi rivolgerla, infine è lui che contribuisce alla selezione di quello che riceve. L’individuo è il perno di tutta l’attività di produzione. Tutto questo avviene in un paradigma molti-molti e non più uno-molti. L’elemento caratterizzante della mass self-communication è la nuova posizione nella comunicazione che le persone hanno assunto. Grazie alle piattaforme social, nella connective society, gli individui hanno una nuova posizione nella comunicazione, sono ricettori e anche produttori di contenuti in contemporanea. Attraverso i contenuti possono raccontarsi, auto- Trappresentarsi e sono esposti ai commenti altrui. Nuova posizione è data dal fatto che i singoli sono soggetti attivi nel processo di produzione culturale che alimenta i social. + Da oggetto si passa a soggetto. Noi siamo consapevoli della nuova posizione e del nuovo ruolo comunicativo nel contesto sociale. Siamo consapevoli di essere soggetti in grado di intervenire nel dibattito pubblico, nella rappresentazione della nostra vita privata, ma anche delle vicende che ci circondano. Questo processo ci porta ad avere il diritto di intervenire nello spazio pubblico. — Frutto del nuovo senso della posizione della comunicazione che abbiamo. Siamo consapevoli e abituati ad usare un linguaggio mediale per raccontarci ed intervenire nello spazio pubblico. Nel lavoro di produzione culturale la narrazione del quotidiano è il flusso portante. Il nuovo senso della posizione nella comunicazione è passato in prima battuta attraverso il processo di narrazione del quotidiano. Questo ha un effetto su scala globale e individuale poiché non esiste un ambito sociale che non siamo comunicabile in modo istantaneo, ma prima di tutto i vissuti quotidiani sono sempre comunicabili in modo istantaneo e quindi sono tematizzati come fatti pubblici. Nella connettive society il confine tra backstage e retroscena resta spostato verso la visibilità e quindi la vita quotidiana ha definitivamente acquisito visibilità nello spazio pubblico. Attenzione al fenomeno del collasso dei contesti, visibilità della vita quotidiana porta a far avere informazioni a chi non dovrebbe averle. Fenomeno descritto alla fine del 2008, si Nota tratta delle situazioni in cui non governiamo i destinatari della nostra comunicazione, quindi i nostri post arrivano a soggetti che non abbiamo nella nostra rete, esponendo una parte della nostra vita privata. La foto profilo di WhatsApp o gli stati in relazione alle persone che hanno il mio numero sono un esempio. Ci sono delle tecnologie e degli aspetti di esse che sostengono e supportano la comnective society: - Tecnologie di produzione diffuse, ovvero i dispositivi mobili e gli strumenti da essi messi a disposizione come le videocamere; - Tecnologie di disintermediazione, rendendoci capaci di produrre contenuti e di entrare direttamente in connessione con le istituzioni e i personaggi pubblici. La cultura della connessione che si genera nella connective society è una cultura in cui le strutture dei social media sono entrate gradualmente al centro delle nostre routine e pratiche quotidiane. 31 PLATFORM SOCIET Centralità che le piattaforme hanno acquistato nella nostra vita quotidiana. Attenzione si è spostata dal solo Internet e social, verso l'architettura che caratterizza la contemporaneità. José Van Dijck riflette su quali sono le infrastrutture che oggi caratterizzano la società. Afferma che l’elemento che caratterizza la nostra società contemporanea è la presenza di un’infrastruttura di piattaforma su cui poggiamo la nostra vita quotidiana. Una piattaforma è un’architettura digitale programmabile, progettata per organizzare interazioni tra utenti; non solo utilizzatori finali, ma anche imprese commerciali e istituzioni Piattaforma è utilizzata per organizzare interazioni tra utenti, non per forza un social (es: Amazon). Le piattaforme mettono in contatto singoli individui, ma anche imprese commerciali e pubbliche, sono una serie di strumenti digitali usati per entrare in relazione con dei soggetti che ci interessano. Strutture su cui appoggiamo da anni la nostra quotidianità. La platform society si basa su un ecosistema di piattaforme che non possono essere considerate separate le une dalle altre. Abbiamo a disposizione un insieme di risorse, che non sono indipendenti. Appoggiamo e modelliamo parte delle nostre pratiche quotidiane su delle piattaforme che sono governate da dei particolari meccanismi, quindi quali sono i meccanismi? Un “ecosistema di piattaforme” è un assemblaggio di piattaforme interconnesse governate da un particolare insieme di meccanismi che modellano le pratiche quotidiane. Ci sono delle piattaforme che sono l’infrastruttura su cui poggia la nostra società e tutte le altre app (piattaforme infrastrutturali) > Big Five 0 FAMGA (Facebook, Apple, Microsoft, Google, Amazon). Sono le cinque grandi companies su cui poggia la platform society. Attività che serve a mediare la nostra vita quotidiana: essere di grandi Gatekeeper per i contenuti che arrivano a noi, quindi fanno da filtro. Criterio di Gatekeeping per esempio nel mostrare gli articoli che soddisfano meglio la mia ricerca. Conta per esempio quante volte le persone abbaino cliccato su quel link e quanto soddisfi i contenuti, lo stesso vale per Amazon, per esempio quali prodotti vedo prima di altri. Oltre alle FAMGA, ci sono le piartaforme di settore, altrettanto importanti, come Netflix, Airbnb. Sono incorporate nell’ecosistema complessivo, ma agiscono in settori specifici. Non sono mai completamente autonome, nella maggior parte dei casi dipendono dalle big five. Per esempio, i servizi di geolocalizzazione di Aitbnb dipendono da Google Maps. 32 I cookies, funzionano in modo simile al retargeting, ma non ci seguono nelle altre navigazioni, sono però in grado di tracciare che navigazione facciamo su un determinato sito, quante volte torniamo e cose clickiamo. Finalizzati a raccogliere dati di navigazione deli utenti, relativi al singolo sito. Esistono anche i cookies di terze parti, i quali generano problemi dal punti di vista della privacy, perché si esce dal rapporto di trasparenza con la determinata azienda. I dati di navigazione vengono ceduti a terze parti, che possono essere società di marketing o di ricerca di mercato o altri soggetti non definiti. Posso cedere i dati per la profilazione da parte dell’azienda, da pare di terze parti, oppure cedere i dati per ricevere indicazioni relativi ad attività promozionali. Vi sono autorizzazioni dei cookies, ma prima non vi era nessuna trasparenza, non si poteva scegliere se erano cookies solo dell’azienda, o anche di terze parti. Consentire all’app di tracciare i comportamenti è un meccanismo simile, in questo modo si consente di tracciare quello che facciamo sugli altri siti, espedendo la funzione e la durata dei cookies. Processo a vantaggio reciproco, tu consenti di essere tracciato e di conseguenza riceverei delle pubblicità e dei contenuti più specifici. \MBRID Prima che avvenisse questo scandalo non ci veniva chiesto di accettare o no cookies o di essere tracciati, tutto avveniva in modo meno trasparente e con meno coinvolgimento da parte degli utenti. Il 17 marzo del 2018, Chrisropher Wylie, ex dipendente di una società di ricerca di mercato (Cambridge Analytica) inizia fare delle dichiarazioni a delle testate giornalistiche e inizia a raccontare che mentre lavorava ha visto accadere delle cose illegali. Si giunge a ipotizzare che durante le campagne elettorali del 2016 (vittoria di Trump) questa società ha potuto avere accesso ai dati personali di 50 milioni di utenti anglosassoni e americani di Facebook, al fine di ottimizzare la campagna elettorale e politica di Trump. — Società di marketing politico che ha avuto accesso ai dati di profilazione di molti utenti per mirare i messaggi di propaganda politica ad alcuni soggetti rispetto che ad altri. Di conseguenza le azioni dell’azienda di Facebook, dopo l’uscita di questi articoli sull’ipotesi di una vendita di dati, iniziano a crollare. Csa è Successo? Premesse: CA è una società di ricerca di mercato che lavora nel marketing politico e usa i dati psicometrici (caratteristiche di personalità) per calibrare e rendere efficaci i messaggi inviati al pubblico, questo è legale. Prima della campagna elettorale, per raccogliere i dati psicometrici delle persone, CA si appoggia alla società Global Scienze Research che crea un gioco (chiamato “This is you digital life”) in cui rispondere a delle domande e in cambio si ottiene un identikit digitale (Che tipo di pietra sei?), app che serve per raccogliere dati psicometrici sul utenti di Facebook, per fini scientifici da ricercatori universitari di Cambridge. Global Science Research inizia a cedere i dati raccolti a Cambridge Analytica. 35 Dati raccolti nel 2013, quando i terms of service di Facebook non impedivano che terze parti raccolgano dati sugli utenti di Facebook, non impedivano neanche che la piattaforma raccolga dati sugli amici e i contatti delle persone, vengono raccolti quindi anche i dati di persone che non avevano dato il loro consenso. + La società ha ricavato dati di 87 milioni di utenti. Aleksander Kogan cede i dati a Cambridge Analytica che li usa per elaborare i profili psicometrici degli utenti che hanno fatto il test, includendo dati utili per la campagna elettorale come: a quali partiti sono affiliati, i soggetti sensibili a certi tipi di campagne e i tempi più efficaci peri singoli. Nel 2016, durante la campagna di Trump vengono inviati ai cittadini dei messaggi di propaganda politica calibrati sui lofo profili psicografici. Quale è il pioblema? L’uso dei dati a fini elettorali non è illegale, neanche l’uso di Facebook come piattaforma di comunicazione politica, il problema è che i dati sono stati raccolti illegalmente e senza la consapevolezza deli utenti. Senza che gli utenti che hanno fatto il test si rendessero conto di quante informazioni stavano cedendo e gli scopi per cui i dati sono stati raccolti non erano stati dichiarati. — Mancanza di trasparenza e cessione di dati per scopi diversi da quelli per cui i dati sono stati raccolti. Cosa centra Facebook? Centra perché dopo il 2013 c’è stata conoscenza dell’uso illegittimo dei dati degli utenti, non ha informato gli utenti dell’uso illegittimo dei dati. Considerata responsabile di non aver vigilato su quello che accadeva sui dati raccolti attraverso la propria piattaforma. Come gestisce la crisi Facebook? 1. Zuckerberg si assume la responsabilità dell’accaduto, affermando di aver risolto il bug, introducendo dei servizi che impediscono a terze parti di prelevare i dati senza il consenso degli utenti. 2. Zuckerberg afferma che quando i dati sono stati raccolti, era possibile fare quello secondo la normativa, non è stato fatto nulla di illegale nel 2013, tranne la cessione dei dati. 3. Facebook garantisce un aiuto a risolvere il problema, mette a disposizione una pagina dove si può controllare se le proprie informazione sono state condivise con Cambridge Analytica. Facebook mette a disposizione anche un pulsante per rivedere quali app accedono al profilo e segnala direttamente agli utenti italiani coinvolti che i loro dati sono stati usati da CA. 4. Facebook è una tech company che sviluppa software per scambi comunicativi tra utenti, non produce i contenti (non è una media company). Si avvia un processo di riflessione su che tipo di azienda è Facebook e sul tipo di rapporto che deve avere con i contenuti. Si avvia anche il GDPR, a seguito dello scandalo di CA, in tutta Europa e parzialmente in America, entra in vigore un sistema di tutela e controllo dei dati raccolti sulle singole persone che navigano in rete, che devono essere tracciati, ricostruibili che dati sono stati raccolti e che uso ne viene fatto, deve dare ai singoli la possibilità di chiedere di cancellare i propri dati da parte di qualsiasi azienda che li abbia raccolti —+ genera la richiesta di autorizzazioni e richiesta di controllo. Le persone devono avere il controllo su come i loro dati vengano usati. 36 2 Algoritmi + le piattaforme utilizzano gli algoritmi per filtrare automaticamente l’enorme quantità di dati raccolta e per connettere utenti, contenuti e pubblicità. Logica su cui si basa il funzionamento delle piattaforme. Rendono utile la mole di dati raccolti, finalizzandola alla distribuzione di contenuti e all’attività commerciale (pubblicitaria) di relazione tra piattaforme e aziende. Gli algoritmi sono un insieme di istruzioni automatizzate per trasformare dei dati raccolti in termini di input, in output. Es: gerarchia dei risultati che compaiono su Google dopo aver digitato la domanda di ricerca, numero di link, descrittori della pagina sono dati di input, che si trasformano in output, ovvero la posizione (inizio o fine) in cui la pagina appare nella ricerca. Le logiche su cui sono impostati gli algoritmi hanno un effetto su quali contenuti vediamo e quali sono i criteri che rendono un contenuto più importante di un altro, logica della popolarità. Gli algoritmi non sono trasparenti e noti, sono considerati “segreti industriali” al pari dei brevetti, e soggetti a continui mutamenti. Interfacce + orientano il nostro modo di usare le piattaforme, come produciamo i contenuti e abbiamo accesso ad essi. Strumento con cui interagiamo al mondo di dati e algoritmi. Rendono visibili e accessibili i contenuti. Orientano la produzione, la connessione e l'accesso ai contenuti. Agiscono secondo una logica predittiva: favoriscono alcune azioni e interazioni e ne disincentivano altre. Status proprietario + ogni piattaforma ha uno stato giuridico ed economico. Vi è quindi una proprietà, le aziende sono di qualcuno, sono legalmente situate in un /uogo e rispondono a determinate leggi e infine hanno uno scopo di lucro o no profit. Modello di business + ogni piattaforma per esistere sul mercato deve avere un modello di business, modello economico per potersi sostenere. Ci sono degli investimenti da compiere anche per le piattaforme social. Nella maggior parte dei casi il modello economico si basa su una connessione iper-profilata tra utenti, contenuti, dati e pubblicità. Il primo passo di svolta è aprire degli spazi di comunicazione pubblicitaria nella piattaforma, consentendo alle aziende di far comparire dei banner all'interno di Facebook. Il valore aggiunto è quello di avere un target preciso, inizialmente Facebook offriva gli studenti di Harvard. Anni dopo, Zuckerberg inventa il sistema “beacon”, conil quale fa un accordo con le aziende che fanno pubblicità per cui vengono messi in comune dei dati di navigazione. Le aziende condividono i dati di navigazione sul loro sito, così da far comparire dei messaggi in cui l’utente x ha visitato il sito dell’azienda y. In questo modo Facebook fa pubblicità all’azienda partner, partendo dai dati di navigazione che questa gli fornisce (i cookies non erano ancora stati inventati). Per la prima volta ci si inventa di usare i dati raccolti dai siti e da Facebook per creare un muovo tipo di comunicazione pubblicitaria attraverso dei messaggi che danno conto dei percorsi di navigazione degli utenti sui siti delle aziende. Le aziende pagano Facebook per far comparire questi banner. Problema del modello beacon: dura pochi anni (nel 2005) e poi finisce per un problema di privacy e autorizzazione, i banner sono pubblicati senza l’autorizzazione dell’utente. Comincia da qui a svilupparsi il modello di business principale delle piattaforme, le quali capiscono che possono usare le informazioni che hanno sui loro utenti (connessione iper-profilata) messe insieme a quelle delle aziende, gli permettono di offrire alle aziende delle comunicazioni pubblicitarie mirate e precise, che non comprendono solo il banner, ma anche l’inserzione con funzionalità “mi piace”. Si riporta tutto nel mondo Facebook così da evitare la violazione delle privacy. 37 Modello social network incrementato dalla possibilità di vedersi reciprocamente e trovarsi nello stesso luogo. Concetti di: immersione (entrare nelle immagini, nello —» spazio virtuale), incontrare le persone senza muoversi M eta da casa e inoltre il target è molto giovane. Riposizionamento dell’azienda abbandona il nome dell’azienda più “vecchia” per fare una nuova proposta immersa e dinamica e presentata ad un target giovane. Idea non particolarmente nuova, della realtà virtuale si parla circa dagli anni ’90, sono sitemi che hanno avuto parabole di grande entusiasmo e proposta e poi di calo. Idea che appoggia su 2 linee di sviluppo: 1. Acquisizione e finanziamento di Oculus (joystick e visore). 2. Sviluppo di una piattaforma “Horizon Workroom”, ovvero una piattaforma prodotta da Meta focalizzata all’utilizzo professionale. — Coprono le aree penalizzate da Facebook: nuova offerta per il target giovane e il vuoto presente nel mondo del lavoro. La parola “metaverso” appartiene alla letteratura fantascientifica degli anni ’90, usata per la prima volta nel 1992 nel libro “Snow crash” di Neal Stephenson. Il metaverso che si immagina Zuckerberg è nato alla fine degli anni ’80, quando è stato sviluppato in modo funzionante un dispositivo detto “daraglove”, ovvero un guanto con delle fibre ottiche che rintracciavano i movimenti della mano per agire e compiere azioni in uno spazio costruito nel computer. Usato, per esempio nell’addestramento dei piloti della NASA. Un altro esempio è il “visore” che permette di essere isolati dallo spazio reale e vedere solo quello riprodotto dal computer. Anni ’90 maggior diffusione di prodotti culturali che raccontavano un modo parallelo contenuto attraverso e all’interno dei computer, anche attraverso la letteratura. Narrazioni dispotiche nella maggior parte dei casi, non sono mondi meravigliosi, ma problematici e con effetti negativi sulla vita delle persone, ma costruiscono nell’immaginario delle persone la possibilità che i computer siano un luogo dove abitare e svolgere delle attività quotidiane. Secondo la realtà virtuale possiamo abitare fisicamente questi mondi. Mondo del gaming: sviluppo tecnologico molto avanzato. Negli anni 90 l’universo del gaming prova ad usare queste nuove tecnologie. Sono interfacce di spazi arcade, ovvero grandi sale giochi dove sperimentare dei giochi basati sulla tecnologia, luoghi in cui vengono proposte delle strutture di cyber gaming, in cui il giocatore può immergersi in uno spazio tridimensionale. I visori sono immersivi, sistemi che ci isolano dal mondo reale e ci immergono in un altro spazio. Nella storia dell’evoluzione della realtà virtuale, alla fine degli anni ’90 c’è una battuta d’arresto o switch poiché non è ancora stata raggiunta la migliore qualità estetica e visiva, lo spazio tridimensionale costruito è molto semplice, rigido e poco realistico, di conseguenza le applicazioni per il largo pubblico tendono a rallentare. Alla realtà virtuale si affianca però la realtà aumentata (Enhanced Reality), si mette da parte l’idea dell’immersione e di isolamento e si lavora ad un tipo diverso di relazione tra spazio reale e virtuale, in cui rimane inalterata la mia presenza nello spazio reale, ma allo stesso tempo è possibile giocare virtualmente (es: Wii). Non c’è un avatar o un personaggio che si muove nello spazio virtuale, ma sono io che mi muovo, questa caratteristica viene mantenuta dalla realtà virtuale. 40 — Entrare nello spazio virtuale costruito dai computer, interagire con la mia fisicità, poter prolungare le azioni del mio corpo oltre allo spazio fisico per agire nello spazio virtuale. + Zuckerberg parte da questo punto. Mentre le tecnologie immersive si sviluppano verso questa direzione, l’accento è messo anche sull’aspetto della socialità (per Zuckerberg). Dimensione della socialità si lega alla dimensione della realtà virtuale. La dimensione della socialità viene da un altro aspetto, che non è una tecnologa immersiva, ma un ambiente virtuale \ I SE COND multiutente. Sviluppato a partire del 2003. Spazio \ II F E tridimensionale costruito all’interno del computer in cui ci si può muovere utilizzando un avatar — “Second life” è un ambiente tridimensionale costruito all’interno del computer, nel quale le persone si muovono con un avatar, ma non giocano, bensì è un ambiente sociale, le persone fanno cose che fanno anche nella vita reale, spazio di socialità. Negli ambienti in cui ci si muove accadono cose simili a quelle del mondo reale, per esempio ci sono bar dove le persone si ignorano e parlano, spazi dove è possibile fare shopping... Scambi economici dentro second life, è quindi il primo luogo in cui si sviluppa una moneta digitale, chiamata Linden Dollar. Con i soldi reale si compra un pacchetto di Linden Dollar da usare dentro alla piattaforma, si possono compare accessi ad eventi, corsi di formazione oppure oggetti materiali da usare all’interno di second life. L'azienda americana che crea second life si chiama Linden Lab. Molte università aprono degli ambienti all’interno di second life, ambienti chiamate “isole”, servono come luogo di aggregazione a distanza di persone che frequentano l’università o per l’erogazione di corsi. La parabola di second life è calata con lo sviluppo dei social network. — Second life e la realtà virtuali sono le due grandi matrici dalle quali nasce l’idea di Zuckerberg. È tornata successivamente la realtà virtuale immersiva, poiché la capacità di sviluppare ambienti virtuali è crescita, la qualità della rete è migliorata. I musei, alcune esperienze cinematografiche, ricostruzione di ambienti storici... utilizzano questa realtà immersiva. Torna ad essere interessante perché è cresciuto lo sviluppo software degli ambienti. Contemporaneamente è cresciuta la sperimentazione sulle enhanced realities. Es: google Glass, tentativo di portare nella vita quotidiana l’esperienza delle enhanced realities + sovrapposizione di informazioni che vengono dal mondo digitale con lo spazio reale. I google Glass hanno provocato anche alcuni problemi di privacy. Problema anche della fatica nel vedere lo spazio reale insieme a delle informazioni provenienti dallo spazio virtuale, deve quindi essere chiaro il valore aggiunto, se posso fare delle cose in più rispetto al cellulare. Il problema delle enhanced everydaylife è il fatto che manca un’applicazione maggiore e aggiuntiva. — Mix tra il sogno della realtà virtuale immersiva, quindi poter vivere oltre lo schermo con la nostra fisicità e contemporaneamente il sogno dell’ambiente virtuale multiutente (socialità). Zuckerberg da questo mix, sfruttando il fatto di avere le piattaforme per sviluppare una socialità multiutente, sogna di portare nell’infrastruttura social questa nuova tecnologia. Dobbiamo però tenere monitorato se è un riposizionamento dell’azienda nell’immaginario o se è un investimento certo poiché crede nello sviluppo del metaverso. 41 PLATFORM SOCIETY - © MECCANISMI DELLE PIATTAFORME - ®@ Datificazione; @ Mercificazione; ®@ Selezione. Grazie ‘alle piattaforme che sostengono la maggior parte delle attività della nostra vita quotidiana ci sono una serie di aspetti del mondo e dei nostri comportamenti nel mondo che vengono trasformati in dati. La nostra posizione nello spazio fisico, per esempio viene trasformata in dati e usata dalle piattaforme come elemento per riconoscerci e profilarci. Un altro esempio sono le forme di pagamento, infatti esse sono un dato che lasciano traccia. La traccia non è visibile solo alla banca, ma anche alla piattaforma che eroga il pagamento. — Estensione della quantità di comportamenti che abbiamo nella vita sociale, che possono agevolmente essere trasformati in dati, sistematizzatili, organizzabili e utilizzabili per mappare i comportamenti complessivi delle persone che vivono nella società. In primis quindi si estende sempre di più la quantità di informazioni sul nostro agire nel mondo, trasformabili in dati. Dati che sono a disposizione delle piattaforme, che li usano per le recniche di analisi predittiva, quindi per prevedere i nostri comportamenti futuri e farci arrivare servizi o pubblicità in modo coerente coni nostri desideri e\o esigenze. — Il primo obbiettivo della raccolta di dati è lo sviluppo di tecniche di previsione del futuro e dei futuri comportamenti per poter distribuire i contenuti e la pubblicità. Tecniche di analisi predittiva: operazioni precise nel marketing, ovvero le analisi che usano dati, algoritmi statistici e tecniche di elaborazione automatica dei dati che permettono di identificare con la maggior precisione possibile la probabilità di avvenimenti futuri sulla base dell’analisi di dati storici. Un’attività che le piattaforme svolgono costantemente sono queste tecniche di analisi predittiva. — Modello dominante di comportamento delle piattaforme, legato alle pratiche di marketing. — Previsione di quello che farò sulla base di quello che ho fatto nel passato. — Viviamo in una società dominata dalle logiche di marketing + punto critico. Il rapporto basato sulle logiche di marketing non è per forza l’unico possibile nell’ambiente sociale. Il bisogno di datificazione impone un altro processo, perché tutti i nostri comportamenti siano facilmente datificati, essi devono essere anche standardizzati, quindi devono essere facilmente riconducibili a delle categorie, a delle etichette per essere poi comparati ed organizzati. Le piattaforme ci offrono quindi dei modelli di comportamento standardizzati e caratterizzati da etichette precise, che sono funzionali ad attribuire ogni nostro comportamento ad una categoria. Le grandi categorie di comportamenti standardizzati delle big 5 sono legati alla socialità (richiesta di amicizia, follower, like, sharing...) — comportamenti etichettati in modo da essere standardizzati. Le categorie di comportamenti standardizzati delle piattaforme di settore sono diverse in base ai settori, per esempio: gioco, affitto, guida, apprendimento, acquisto... 42 Meccanismo che ha dei margini di imprevedibilità. Il funzionamento dei media algoritmici non è totalmente prevedibile, poiché agiscono in combinazione delle azioni degli utenti. Non posso immaginar e l’ordine e la gerarchia delle notizie che appaiono sulle piattaforme social poiché vi è un contenuto attivo degli utenti, mentre è più facile stabilire la scatola del telegiornale, per esempio. La selezione di piattaforma è molto incerta nei suoi esiti. È nata quindi l’esigenza di riuscire ad intervenire per orientarla. Sono nate le operazioni e i tentativi di guida e controllo della visibilità dei contenuti all’interno della rete. Operazioni di rete finalizzate a promuovere la finalità, quindi gruppi significativi di persone che agiscono da motore degli algoritmi. Tutto il funzionamento di selezione dei media algoritmici, non sempre è trasparente. Scatola nera che fa da filtro tra i nostri input ed output. Apparentemente il processo di selezione è trasparente, ma in realtà non lo è pienamente. La selezione algoritmica appare agli utenti come trasparente e operata dal basso — bottom up. Ci è una black box di cui conosciamo i funzionanti in ingresso e gli effetti in uscita, ma non conosciamo o non abbiamo totale trasparenza di quello che succede in mezzo. Sappiamo delle cose privilegiate dagli algoritmi dei social, ma non sappiamo tutto, inoltre esse vengono cambiate ciclicamente. — Processi di selezione operati dalle piattaforme hanno quindi anche il problema di ridotta trasparenza. Nello spiegare e dare conto di questi processi, José Van Dijck identifica tre tipologie privilegiate di selezione algoritmica: 1) Personalizzazione; 2) Reputazione e trend; 3) Moderazione (esistenza di un moderatore che interviene e seleziona, poiché non tutto il funzionamento dei media algoritmici è automatizzato); Personalizzazione Analisi predittive basate sulle nostre scelte precedenti, che generano offerte coerenti con quello che abbiamo fatto. Analisi predittiva finalizzata alla personalizzazione, offrici un mondo mediale caratterizzato dalla personalizzazione dell’offerta e dei contenuti (es: offerta di Netflix). Non si basa solo sulle nostre scelte, ma anche su un’osservazione di quello che accade intorno a noi, vi sono quindi meccanismi predittivi basati su quello che hanno scelto i soggetti che ci stanno intorno. Quello che la nostra rete sociale ha scelto, quello che hanno scelto le persone che seguiamo e si basa su quello che viene rappresentato nelle pagine che seguiamo o nei gruppi di cui facciamo parte. — Analisi predittive che non sono puramente individuali. Considera le azioni e le preferenze di gruppi più ampi a cui faccio parte. Usato anche come sistema di testing, si valuta quanto la rete prescelta interagisce con un contenuto e di conseguenza viene promosso ulteriormente o no. Repulazione e trend Nel fimzionamento degli algoritmi delle piattaforme viene tenuto conto anche della reazione che complessivamente gli utenti delle piattaforme hanno. Si tiene conto dei trending topics non solo su Twitter (dove sono visibili anche a noi), ma anche su tutte le altre piattaforme. Agli utenti vengono quindi offerti i trend per raggiungere più persone. Nel processo di selezione algoritmica si tiene 45 quindi conto dei trend, di quello che piace alla maggior parte degli utenti localizzati. Esiste una spinta esercita verso di noi da contenuti che sono trending. Criteri che entrano in gioco indipendentemente dalle nostre azioni e della rete sociale a noi vicina. I contenuti che hanno una “buona reputazione” nelle piattaforme e quindi che hanno molte reaction e molti commenti in poco tempo, ci vengono proposti con più facilità. Si genera quindi una pressione a commentare, recensire oggetti e prorotti, inoltre genera anche l’effetto clickbaiting che quindi porta a privilegiare i contenuti divisivi. Alcune testate giornalistiche usano questo sistema per far salire visibilità ai propri contenuti. Il sistema del clickbaiting, ovvero il criterio di postare informazioni curiose senza dare la notizia nel titolo, in modo da generare tanta reattività così da far salire la visibilità dei post. Un’ulteriore operazione è prelevare delle notizie che suscitano dibattito e riproporle nell’ambito delle news della testata giornalistica. Agli utenti viene continuamente chiesto di recensire così da costruire la reputazione dei contenuti\prodotti. All’interno delle piattaforme agisce anche il fatto che la buona reputazione diviene anche uno strumento di attribuzione di fiducia ai contenuti e alle notizie. La quantità della reazione delle persone è molto importante, non conta quindi solo la qualità delle recensioni. Si creano dei criteri di ranking nelle piattaforme, ovvero criteri di gerarchizzazione in base alla “popolarità”. + Agiscono quindi le nostre azioni e dei criteri macro che definiscono la buona reputazione dei contenuti. Maderazione Riguarda il ruolo attivo che le piattaforme si assumono nella diffusione di contenuti. Oltre ai meccanismi automatizzati, c'è una parte del processo di selezione in cui le piattaforme hanno un ruolo attivo e definiscono alcuni contenuti che per esempio non sono adatti e di conseguenza li rimuovono. Ogni piattaforma definisce i propri criteri di accettabilità dei contenuti, ogni piattaforma privilegia alcuni criteri, definiti nei termini di servizio e anche come insiemi di valori che ogni piattaforma si da. Per esempio, Facebook punta su 2 criteri: - Sicurezza + dichiara di rimuovere o non consentire espressioni o posto pr che minacciano o intimidiscono altre persone, che possono escludere o ss limitare il diritto di espressione altrui perché attraverso queste due azioni ni 7 di eliminazione si pone l’obiettivo di rendere la piattaforma un luogo sicuro dalle minacce. - Autenticità > non è l’eliminazione delle fake news, ma la 0 rappresentazione non forviante delle proprie attività ed identità. Vogliono assicurarsi che le persone vedano contenuti autentici su Facebook. Rimuove quindi profili fake, oppure le pagine aziendali che dichiarino palesemente il falso. = Ci sono altri pilastri che guidano il processo di moderazione della piattaforma sui contenuti e che fanno riferimento ad alcune aree specifiche di comportamento. I post pubblicati non possono istigare alla violenza o comportamenti criminali, vengono quindi cancellati i post che istigano alla violenza, che presentano persone o organizzazioni pericolose... 46 = Area delle sicurezza (non delle minacce), ma nel senso di tutela della persona, non si possono pubblicare post che istigano al suicidio, atti di autolesionismo, abusi sui minori, bullismo, violazione della privacy e diritti sulle privacy sulle immagini... - Contenuti deplorevoli, ovvero che violano regole della convivenza nello spazio social. Per esempio, contenti che incitano all’odio, immagini forti e violente, immagini di nudo... | Violenza e I. Sicurezza comportamenti ui criminali Contenuti deplorevoli 6.. Suicidio e autolesionismo 1. Violenza e istigazione alla 12. Contenuti che incitano violenza 7. Sfruttamento sessuale, all'odio abusi e nudi dî minori 2. Persone e organizzazioni 13 pericolose 8. Sfruttamento sessuale di adulti Immagini forti e violente 3. Gestione degli atti di 14. Immagini di nudo e atti violenza e 9. Bullismo e intimidazioni sessuali di adulti pubblicizzazione di attività criminal 10. Sfruttamento di esseri umani 15. Adescamento 4. Beni soggetti a limitazioni legali 11. Violazione della privacy e 16. Contenuti che esprimono CESSA crudeltà e insensibilità 5. Frode e truffe immagini In questi confini posti dalle piattaforme, manca però la questione riguardante la verità. Su questo concetto, le piattaforme non hanno preso posizione, poiché riconoscere un post che contiene o no verità è difficile da fare automaticamente. Il problema delle fake news ad un tratto è stato preso in considerazione. Con la circolazione delle notizie sul Covid, le piattaforme hanno dovuto prendere una posizione rispetto alla verità, ogni piattaforma ha fatto le sue scelte. La scelta di Facebook (febbraio 2020) è stata quella di lavorare da moderatore e quindi continuare a costruire ed incrementare un pool di giornalisti che lavorano per la piattaforma a rintracciare e\o cancellare i profili che diffondono fake news. D’altro campo, altre piattaforme hanno preso in considerazione il fatto di agire da moderatori nelle fake news, ma hanno fatto scelte diverse. Twitter ha scelto di orientare verso fonti affidabili, ha fatto quindi in modo che ogni volta che qualcuno cercava “Covid” nel motore di ricerca di Twitter, gli comparissero come primi risultati i ministeri della sanità, scegliendo quindi di intervenire sui propri algoritmi, facendo da mediatore per garantire l’accesso a delle fonti affidabili. Pinterest e TikTok si sono mosse nella stessa direzione, ma hanno scelto una via diversa, hanno messo degli avvisi che dicevano prima di pubblicare contenti sul Covid, vai a controllare quello che affermano i ministeri della salute. Appello ai creatori a consultare le fonti ufficiali prima di pubblicare i contenuti. A marzo 2020 Facebook ha seguito l’indirizzo dettato da Twitter, modificando il proprio algoritmo secondo il quale escono come primo risultato di ricerca delle fonti giornalistiche ritenute affidabili, oltre ai ministeri della salute. Anche Twitter ha poi aggiunti le fonti giornalistiche. — Le piattaforme si sono quindi assunte un ruolo nuovo ovvero quello di farsi mediatori rispetto a quelle che ogni piattaforma propone come fonti affidabili —> mediatori di affidabilità. La piattaforma si fa responsabile di indicare le fonti affidabili. Il processo è stato seguito da un secondo step: creare dei punti di informazione sul Covid interni alle piattaforme. Vengono segnalati enti sanitari autorevoli. Inoltre c’è un piano informativo, fatto 47 globale. Il flusso di smentita prodotto dai social media non incontra più il flusso di circolazione della news sui social, essendo che si sta sviluppando su scala nazionale. Sito di confutazione di bufale che svela attraverso un post quello che è realmente successo. I due flussi non si incontrano ancora, poiché non tutti leggono il sito di confutazione di bufale, i sostenitori di Trump che stanno facendo circolare la notizia in primis, essendo gruppi culturali diversi. —> Rivolti a target diversi. — Vengono messi in atto meccanismi di contrasto, ma non incontrano lo stesso target. Tuker ripubblica il proprio Tweet scrivendoci sopra “false”, ma non riesce a rimediare. Il 12 novembre Tuker cancella il Tweet, ma ricevendo poca risposta e poca circolazione. 16.000 condivisioni del Tweet originali + quelle provenienti dalle altre pagine. — Un Tweet in cui viene espressa un’opinione è stato ripreso grazie agli hashtag e alla fine è diventata una notizia che ha confermato una voce, di cui si è persa la voce originale e ai meccanismi di contrasto è diventato molto difficile, essendo che i flussi di comunicazione sono andati su strade diverse. Cosa impariamo? Forme di misinformation, ovvero un’osservazione fatta da qualcuno sulla realtà che diventa qualcosa di diverso. Ci sono 3 questioni cruciali: 1) Flussi di condivisione delle notizie, aiutano alla diffusione e moltiplicazione dei flussi di misinformation; 2) L’omofilia delle reti è cruciale, spesso le informazioni circolano tra reti e persone simili; 3) Logiche di credibilità attribuire ai contenuti, c’è un crescere di chiedibili. - Flussi di condwisione - Flussi di comunicazione tipici della condivisione in rete, sono stati definiti da alcuni studiosi che hanno approfondito lo studio della circolazione delle news. Definiti come flussi di comunicazione a cascata, cascata diffusa, non con un unico flusso, bensì l’informazione arriva da molti flussi diversi. Diffusione attraverso fonti interdipendenti: flussi legati tra loro, si poteva costruire una similarità tra i membri dei diversi gruppi. I membri di Reddit, per esempio, sono membri anche di Free Republic e hanno una pagina personale su Facebook. Stessi gruppi di persone che diffondono la notizia. Vi sono però fonti non interdipendenti, sono attività di sharing di diversi utenti, le cui bacheche sono state raggiunte da post o Tweet condivisi da pagine diverse. Una notizia guadagna un valore di verità dal fatto che arriva da fonti diverse tra loro. Uno degli studiosi che ha ricostruito i flussi di comunicazione a cascata afferma che questi fenomeni si attivano quando la condivisione avviene a partire dall’osservazione delle attività degli altri connessi di cui vengono ulteriormente distribuiti i contenuti. Pratica di sharing. Un altro gruppo di studiosi definisce queste forme a cascata: “un turbinio di catene tutte iniziate da diverse persone che agiscono indipendentemente e spesso convergono su un gruppo di amici e conoscenti”. + Catene che sono brevi, questo contribuisce al meccanismo a cascata. Non veniamo raggiunti da flussi che passano da molte piattaforme, ma da flussi di comunicazione brevi, derivanti da ricondivisioni da parte di conoscenti, per esempio. — Effetto di verità e di ridondanza dato da questa modalità di diffusione delle notizie nelle piattaforme social, è potenziato dal fatto che sono catene corte. 50 La brevità delle catene è dovuta dal fatto che i meccanismi di sharing funzionano in alcuni casi accreditando la fonte che ci ha condiviso i contenuti sui social, quindi condividendo direttamente il post o la storia del conoscente che ha condiviso la notizia. In altri casi, il meccanismo di accreditamento della fonte non c’è e quindi recuperiamo la fonte più lontana che troviamo, non necessariamente quella originaria. + Dow vuole quindi affermare che per cercare di recuperare la fonte originaria e non condividere il post del conoscente, non facciamo altro che moltiplicare le cascate, poiché non sempre recuperiamo la fonte originaria, ma ci fermiamo a degli step intermedi. Questi meccanismi di circolazione a cascata determinano la difficoltà di arginare i flussi di circolazione della misinformation, rendono difficile proporre una rettifica dei contenuti che circolano nelle reti. Davanti all’attivazione dei flussi di circolazione a cascata, ricostruire i flussi per far arrivare allo stesso target una smentita, è molto difficile. - emofitia delle reti - Elemento cruciale nel costruirsi della forma di disinformazione. L’omofilia delle reti esiste anche prima e in modo indipendente dalla nascita di internet. Le reti sociali tradizionalmente si costruiscono per omofilia, ovvero le persone si scelgono perché si assomigliano. Le persone si organizzano in rete perché riconoscono di avere dei tratti comuni e di essere simili, si attraggono quindi per valori, stili di vita, atteggiamenti... Questo si ripropone anche nelle piattaforme social. Le reti sociali che si hanno online, spesso sono costruite sulla base di tratti di similitudine. Importiamo online legami che abbiamo anche nella vita reale. Il funzionamento degli algoritmi potenzia la dimensione di omofilia. L’omofilia di valori orienta l’organizzazione delle reti sociali online, molto di più che l’omofilia di status, che offline è compresente ed agisce da aggregatore. Omofilia di status: caratteri comuni come età, religione, etnia, posizione sociale... Omofilia di valori: basata su valori, attitudini, credenze, simpatie, gusti... Omofilia delle reti che si costruiscono nei social, ha degli effetti: 1. Percezione di somiglianza incrementale + più percepisco che alcuni soggetti sono simili a me in termini di valori, gusti e interessi, più interagisco con loro. Anche nelle azioni che compiamo online, privilegiamo i soggetti che percepiamo come simili come like, share, mention... Più interagiamo con loro, più percepiamo di essere simili. Barnett e Benefield affermano che la percezione di omofilia incrementa la quantità di relazioni comunicative che si instaurano tra due o più soggetti e questa densità di relazioni incrementa anche la percezione di essere simili. Circuito che si potenzia in continuazione soprattutto sulla rete. 2. Sviluppo di sistemi di significati condivisi: si consolidano e si sviluppano dei modi di interpretare i fatti e gli eventi che si assomigliano, dei quali ciascuno fornisce un pezzo. Tendono a diventare circuiti di relazioni chiusi tra persone simili che generano sistemi simili di interpretazione dei fatti. Danah Boyd, durante una conferenza, ha messo in luce l’aspetto critico dell’omofilia delle reti e dell’alimentarsi di pensieri simili. “In un mondo connesso...quello che fluisce attraverso le reti, fluisce attraverso confini tra similarità. La capacità di connetterci con altri simili a noi consente di far circolare i contenuti attraverso spazi e tempo in un modo radicalmente gioco, ma c’è anche Ss l’altro lato della medaglia (...) in un mondo di media connessi, è facile non avere accesso a punti di vista di persone che la pensano in modo diverso da noi”. Caratteristica di avere attorno delle reti omofile, quanto accade nella rete, è oggetto di un meccanismo di potenziamento, siamo quindi portati ad interagire con chi ci è sintonico, escusiamo quindi chi è distonico. 3. Incremento di credibilità: i contenuti condivisi da un contatto social che percepiamo come simile a noi, e quindi omofilo, acquistano un surplus di credibilità. Succede anche nella vita reale, ma in rete questi meccanismi vengono potenziati. I contenuti all’interno di reti omofile, acquistato particolare valore proprio in relazione al fatto che vengono ricevuti in modo selettivo in quando corrispondono a interessi, temi e valori propri di una specifica rete sociale. I soggetti che attivano le cascate nel caso di Austin funzionano perché appartengono a flussi di reti omogenee, si caricano di in surplus di credibilità. - tegiche di credibilità - Informazione che deve anche essere credibile per chi la legge e per chi la vede. Come si sviluppa la fiducia in qualcosa veicolato nei social media? Per fiducia nei social media si intende la misura della certezza che un soggetto o più soggetti si comporteranno nel modo previsto. Siamo fiduciosi quando ci aspettiamo che le persone con cui interagiamo si comportino nel modo previsto in una data situazione. Fiducia del fatto che le persone condivideranno contenuti veri, credibili e che non diffonderanno contenuti falsi. Ci muoviamo quindi in modo più o meno fiducioso quanto più ci aspettiamo che i contenuti che incontriamo nel medium siano veri e degni di fiducia. Sistema di fiducia è traballante sia nei confronti dei media tradizionali, sia nei confronti dei contenuti che circolano nelle piattaforme social, ci poniamo con una fiducia condizionata, non ci sentiamo di affrontare un contenuto mediale legato al mondo dell’informazione con piena fiducia, ci muoviamo quindi con un atteggiamento sospettoso. Risulta un problema poiché la fiducia è una precondizione della comunicazione. Essendo che ci fidiamo, ci apriamo alla comunicazione con l’altro. Viviamo in una società in cui la fiducia nei confronti di tanti soggetti (scienza, istituzioni, media...) è entrata in crisi. Di conseguenza, comunicare diventa difficile poiché ci troviamo degli interlocutori con un atteggiamento sospettoso. Precondizione della comunicazione definita in diversi modi da diversi autori: - “Principio di benevolenza” o “principio di carità” + accettiamo di comunicare con qualcuno perché ci basiamo su un principio di benevolenza, ovvero il credere che l’altro mi stia raccontando qualcosa di degno di nota. Riconoscimento della possibilità che l’altro sia rivolto a me con un atteggiamento positivo. - Gadamer (filosofo) la definisce come ‘“/’accordo portante su cui si basa la relazione comunicativa”. Se neghiamo questo atto iniziale di fiducia nei confronti dell’altro, non mettiamo in atto nessuna possibilità di comunicazione, ma una possibilità di scontro. Se osserviamo quello che ci circonda, vediamo che il contesto sociale in cui viviamo è più caratterizzato dallo scontro che dalla comunicazione interpersonale. — La conflittualità è molto forte. 52 Credibilità proiettata, ovvero quella che riconosco nell’altro. Proietto credibilità verso l’altro sulla base di 3 criteri: 1) Base cognitiva, lo riconosco quindi competente, razionalmente ritengo di potermi fidare, in quel momento mi conviene fidarmi di quella persona perché ha delle competenze che mi sono utili. Scelta razionale basata su cose che so di quella persona in termini di competenze, conoscenze, ruoli ricoperti, ma anche costi e benefici. 2) Base normativa, mi fido di una persona perché è espressione di valori che mi rappresentano, espressione di uno status che mi sembra desiderabile, poiché lo stimo e lo rispetto. Non centra con la competenza specifica su un dato argomento o sul fatto che ricopra un ruolo che gli riconosce competenza (cognitiva). Mi fido di qualcuno perché incarna i miei stessi valori. Fiducia che non è razionale, non si basa sulle competenze o sulla dimensione cognitiva, ma si basa sulla connessione di adesione emotiva ad un sistema di valori, adesione a quello che una persona rappresenta. Es: fiducia nei leader carismatici (Greta Thunberg). 3) Base affettiva, mi fido di qualcuno perché ho sviluppato delle relazioni affettive che lo fanno percepire come familiare, come simile e come vicino a me. Non si basa sulla dimensione razionale, neanche sullo slancio emotivo, ma sulla dimensione affettiva. Proietto credibilità su qualcuno perché lo percepisco come affettivamente vicino. — Quella che sta venendo meno è la fiducia cognitiva, all’interno della comunicazione social la dimensione più penalizzata e meno facilmente utilizzabile è la forma della credibilità cognitiva, perché la figura dell’esperto è presente in misura minoritaria nei social, la fonte originaria dei contenuti spesso è difficile da raggiungere, quindi la maggior parte dei contenuti vengono da altri tipi di reti. Non facciamo una verifica delle fonti e quindi la fiducia cognitiva viene messa da parte. — Viviamo in un sistema che è basato sulle altre due forme di credibilità: normativa e affettiva. Fiducia normativa ed affettiva sono sostenute da due meccanismi tipici della comunicazione social. La radice normativa è sostenuta dall’omofilia delle reti, molto facile trovare in rete persone che mi serbano credibili perché confermano e rappresentano quello che penso, mi fido dei contenuti che circolano nelle reti omofile. La radice affettiva è sostenuta dalla qualità di relazioni che ho con le persone che mi circolando, dal teleco cunning, anche dalle reti omofile. — Progressivamente andiamo verso un contesto sociale in cui anche rispetto all’informazione usiamo criteri di proiezione di credibilità che sono prevalentemente normativi ed affettivi, molto meno sistemici e cognitivi. Mettere parzialmente da parte la credibilità cognitiva e razione è una scommessa non sempre vincente. La credibilità normativa ed affettiva possono portare a delle derive che sono di auto- conferma delle proprie convinzioni, ma che non si confrontano con altre tipologie di sapere. I media ci restituiscono quello che chiediamo, ovvero una varietà di posizioni in cui poterci riconoscere. Il sistema co-evolve, i media restituiscono una gamma ampia di posizioni, poiché viviamo in un contesto in cui ci fidiamo di una posizione che rappresenta i nostri valori. Non è una scelta basata sul funzionamento dei media il fatto di proporci tante posizioni, ma è una co- evoluzione. Genera quindi una società che ha caratteristiche di frammentazione, dato che ognuno ha un punto di riferimento e una rete che conferma l’adesione a quel punto di riferimento. La conferma ultima avviene dalla rete affettiva, nel contesto sociale in cui viviamo, legato al modo in cui è evoluto il sistema della fiducia. È evoluto così a causa di eventi storici che hanno messo in discussione la fiducia sistemica nei media e nelle istituzioni (es: crisi economiche). 55 La fiducia sistemica nel sistema sanitario non c’è, la fiducia cognitiva nel parere dell’esperto non c’è e quindi bisogna compensarla con la fiducia affettiva, che però a volte può portare conseguenze inaspettate, a causa della mancata competenza. Forme di propagazione della credibilità : la credibilità si propaga nelle piattaforme social, esistono delle dinamiche che permettono di attribuire credibilità a dei soggetti a partire dai comportamenti che abbiamo nei social media. Con la continua condivisione dei contenuti, si caricano con stratificazioni di credibilità e verosimiglianza, la credibilità si stratifica nelle piattaforme. Meccanismi simili a quelli del passaparola, man mano che le cose vengono riferite o condivise, si caricano della credibilità di chi parla. Evidente nelle FOAF (friend of a friend network), ovvero le reti di amici di amici, le onde su cui viaggia la propagazione delle notizie e il progressivo accreditamento delle informazioni. Nei social media, a partire dalle reti di amici (FOAF) la credibilità si propaga verso altri utenti che non conosciamo ma che sono soggetto di attenzione da parte di nostri amici. In termini quantitativi la credibilità si propaga. Attraverso le reti di amici, la credibilità si propaga anche verso soggetti che non conosco direttamente, ma a cui credo perché tanti miei amici ci hanno già creduto. La fiducia quindi si propaga sulla base di due diverse catene: carena qualitativa, credibilità di un amico e poi di un altro amico che condividono fino a che arriva a me, e la carena quantitativa, in cui tante persone che conosco hanno dato veridicità ad una notizia e quindi ci credo. Modalità di proiezione di credibilità di tipo affettivo. La costruzione di una verità credibile e condivisa si basa su alcuni meccanismi tipici della comunicazione attraverso i social media: * Possiamo riconoscere ed attribuire una grande rilevanza ad alcuni contenuti, poiché arrivano da molti fonte diverse (cascate) e quindi siamo portati a ritenere che alcune cose siano molto importanti dal meccanismo dei social che ci rende il punto finale di tanti flussi di comunicazione a cascata. I contenuti che fluiscono tra le reti di amici, che comunicano frequentemente attraverso i social media, si caricano di una fiducia relazionale molto importante nella società contemporanea, spesso anche di una fiducia normativa, legata al fatto che condividiamo sistemi di valori. Le catene di amici di amici, sia qualitative che quantitative, contribuiscono a sostenere la circolazione di questi contenuti ed a caricarli di credibilità. — Meccanismi poco legati all’analisi e alla verifica del contenuto, ma sono molto legati a quello che ci sembra credibile perché coerente con il nostro sistema di pensiero, quello sostenuto dalle reti affettive e quello che nei social media di carica di verità perché circola molto. IL RUOLO DELLE PIATTAFORME NELL'EVOLUZIONE DEL SISTEMA DELL'INFORMAZIONE Come la platform society inclusive sul sistema dell’informazione, quindi sul modo in cui viene prodotta e messa in circolazione? Cosa è cambiato nel sistema di produzione e organizzazione Disaggregazione > Riaggregazione 56 dell’informazione? Nicholas Carr, scrive che i due meccanismi che la piattaformizzazione del sistema dei media ha introdotto nel modo di distribuire l’informazione, sono un meccanismo si disaggregazione e poi di riaggregazione. Rispetto al sistema dei media tradizionale, l’arrivo delle piattaforme ha spezzato alcuni legami (disaggregato), ha separato delle cose che prima erano unite, inoltre li ha riorganizzati in modo nuovo (riaggregazione). Due meccanismi che hanno agito in modo diverso e poi stratificato, prima negli anni ’90 e poi nei primi anni 2000. C’è stato un percorso di disaggregazione e riaggregazione che ha caratterizzato gli anni ‘90 ed un altro che ha caratterizzato gli anni 2000, non sono in contrapposizione gli uni con gli altri, ma si sono sovrapposti. Carr scrive nel 2088 e quindi guarda al percorso degli anni ’90. Disaggregazione cnni ‘90: * DISAGGREGAZIONE TRA CONTENUTI GIORNALISTICI E PUBBLICITÀ. Egli parla di un legame di business per cui le teste giornalistiche si sono sempre sovvenzionate attraverso la vendita di spazi pubblicitari. Mercato a due poli: inserzionisti (aziende che comprano spazi pubblicitari alle testate giornalistiche) e lettori (incontrano la promozione della pubblicità). Vale anche per i canali televisivi. Negli anni ‘90 in gioco un altro soggetto che ospita gli stessi contenuti pubblicitari, ospitati prima dalle teste giornalistiche. Piattaforme come Google iniziano ad ospitare nelle pagine dei contenuti pubblicitari, anche le piattaforme social, piattaforme come Ebay ed altre capitalizzano gli annunci commerciali che prima erano presenti sulle testate giornalistiche. Si creano quindi degli altri mercati e circuiti pubblicitari e l’aggregazione fondamentale per il sostegno all’informazione, su carta stampata e televisiva, diventa meno salda. * DISAGGREGAZIONE TRA CONTENUTI INFORMATIVI E AUDIENCE, legata allo sviluppo dei motori di ricerca, che ha portato ad una evoluzione e trasformazione radicale della circolazione delle news. Fino a che circolano nella testata giornalistica o nella testata telegiornalistica, sono caratterizzate da una organizzazione e sistematizzazione. Ci sono notizie piò o meno importanti, ma poste in relazione le une con le altre. Prima della piattaformizzazione del contesto sociale, le notizie non viaggiano da sole, ma all’interno di un contesto (pagina, telegiornale) che le completa e le integra in un racconto ampio. L'avvento dei motori di ricerca genera una disaggregazione delle pagine e dei sommari, perché ogni singola notizia viaggia da sola. Google News o il risultato della ricerca della notizia in un motore di ricerca, presenta il singolo articolo o servizio giornalistico in modo autonomo. Posso vedere la singola notizia riaggregata insieme ad altre notizie di altre testate che presentano lo stesso argomento, gerarchizzate sulla base di quelle con più visualizzazioni, quindi è un diverso tipi di riaggregazione, ripetitiva della stessa notizia. Effetti: siamo abituati a ricevere come risultato di una ricerca un singolo frammento. + Carr afferma: “Ogni singola storia diventa un prodotto separato, che sta nudo nel mercato e che vive o muore sulla base dei propri meriti in termini di remunerazione”. Ogni frammento viaggia da solo e il criterio che definisce la sua importanza ed il suo ciclo di vita è la quantità di persone che lo leggono. A questo proposito, le testate giornalistiche hanno perso il controllo sulla capacità di contestualizzare la singola notizia. Hanno perso il controllo sulla “curatela” delle notizie, ovvero sull’offerta di una copertura delle notizie accurata e basata su più articoli. 57 Vi sono 3 pacchetti di dati, livelli diversi di raccolta di dati sugli articoli e contenuti che circolano sui social: 1. Sistemi di monitoraggio dell’audiece della rete — sistema Audiweb, ovvero il corrispettivo dell’auditel della rete, serve per misurare l’audience. È un’associazione che promuove un sistema di misurazione dell’audience della rete, la rivelazione dei dati serve a misurare quanto vale l’acquisto o una vendita di uno spazio pubblicitario su una pagina web. Stabilire il prezzo di uno spazio pubblicitario su una pagina web, definisce dei criteri uguali per tutti per misurare l’audience di un sito web. Recentemente ha introdotto la misurazione di quante persone utilizzano una pagina social, realizzata attraverso dei panel meterizzati, ovvero persone non intervistate ma che hanno consentito di scaricare sui loro device un software che monitora le loro attività sui social. Fornisce dei dati precisi, poi elaborati in modo statistico. L'azienda che produce audiweb si chiama Nielsen. 2. Dati che provengono dalle piattaforme relativi all’engagement del pubblico — Facebook analytics. Per ogni articolo pubblicato da una testata giornalistica sui social, posso avere che tipo di successo ha avuto in termini di click, condivisioni, in quanto tempo, in che proporzione rispetto agli altri articoli... 3. Dati che provengono dai web server — Google analytics. Ulteriore pacchetto di dati: quante volte è stato cercato su Google, che successo ha avuto in termini di ricerca... — Pesante corredo di dati che ogni articolo porta con sé. Tutti questi dati non servono solo a vedere il successo di un articolo, ma servono per capire cosa produre sulla base di quello che ha avuto successo. Meccanismo di produzione dell’informazione è data-driven, guidato dai dati e meno guidati dalle decisioni editoriali che sono basate su un’autonoma valutazione giornalistica. Quello che influisce sulle decisioni editoriali è basato sulla quantità di dati che possediamo nei singoli articoli. Pressione data dai dati a produrre contenuti che generino engagement. + Si prendono delle decisioni editoriali basati sulla richiesta di utenti quantificati, produco contenuti che mi permettono di avere un grosso pacchetto di utenti. La produzione dell’informazione e la nostra abitudine al consumo di essa sono influenzate dai dati che raccogliamo sulla circolazione dei contenuti e privilegiano alcune tipologie di notizie curiose. Di conseguenza nel nostro conversare sulle notizie, ci siamo abituati a considerarle importanti. Oggi ci troviamo ad una copertura informativa che passa attraverso i social, in cui sulla base della loro capacità di attivare la risposta degli utenti, vengono silenziati molti altri argomenti. Impatto che la datificazione delle news ha sulle scelte editoriali che fanno le testate giornalistiche. Piattaforme ci abituano ad una copertura informativa, in cui alcune notizie ne occultano e ne sovrastano altre. LA PUBBLICITÀ Le piattaforme hanno messo in discussione alcuni aspetti della comunicazione pubblicitaria. La vendita di spazi pubblicitari è quello su cui si regge il sistema dei media e quello dell’informazione. Senza la vendita di spazi pubblicitari, le testate chiudono. Le testate native che non si appoggiano sulla vendita di spazi pubblicitari, sono poco in grado di pagare i loro collaboratori. Con lo sviluppo delle piattaforme digitali si sono moltiplicati i canali attraverso cui raggiungere gli utenti, questo è uno svantaggio dal punto di vista della venduta di spazi pubblicitari perché il numero di inserzionisti non si moltiplica all’infinito, quindi più canali ci sono e più gli investimenti 60 degli inserzionisti si devono suddividere tra diversi canali e testate. Se ho un solo canale per raggiungere molti utenti, allora quel canale costerà molto, se ho tanti canali per raggiungere gli stessi utenti, ogni canale costerà poco. La pubblicità su internet costa meno. Le tesate giornalistiche non possono sopravvivere solo vendendo gli spazi pubblicàni su internet. — Online la relazione tra contenuti, pubblico e pubblicità genera molto meno ricavi di quanto non avvenisse offline. — Elemento di disaggregazione ed impoverimento del sistema dell’informazione. Molte testate sono in crisi. Moltiplicazione delle piattaforme sta generando una crisi economica nel settore dell’informazione. NATIVE ADUERTISINO Contemporaneamente, la moltiplicazione delle piattaforme ha fatto nascere dei nuovi tipi di pubblicità, non in grado di sostenere economicamente le testate, ma forniscono uno strumento nuovo e diverso per promuovere prodotti o creare partnership con soggetti che possono sostenerli economicamente. “Native advertising fa riferimento ad annunci a pagamento coerenti con il contenuto della pagina, con il design e il comportamento della piattaforma in cui sono ospitati, in modo che l'utente li percepisca semplicemente come parte di essa (coerenti con quello che sta leggendo)”. Nasce sulla base di un metodo pubblicitario conrestuale, la pubblicità è calata nel contesto dell’esperienza del fruitore. Tentativo di rendere la pubblicità affine al contesto, in modo che il contenuto e l’advertising si adattino reciprocamente, pur restando distinti. Vantaggi: - Economico, le testate giornalistiche possono avere nuove forme di investimento. - Permettono di aumentare la quantità di persone raggiunte dall’advertising. Problema: “banner blindness”, spesso evitiamo e non vediamo i banner e gli annunci pubblicitari tradizionali su internet e sui social. Il native advertising cerca di andare oltre la banner blindness e di creare un aggancio con l’utente per cui possa essere interessato a guardare quell’annuncio pubblicitario perché riguarda un argomento di cui sta parlando. Possono inoltre essere usate più a lungo rispetto al classico banner, possono dare origini a serie di contenuti legati a prodotti, creare quindi forme di “continuous campaigns”. Forme di native advertising: Articolo che tratta un tema affine ad un contenuto sponsorizzato: Es: sponsorizzazione da parte di Netflix di una serie di articoli sul NY times, in occasione dell’uscita di “Orange is the new Balck”. Sponsorizzazione di un’inchiesta giornalistica sulle condizioni delle donne nei carceri 4 americani, tratta di un tema adatto per un’inchiesta giornalistica, ma ha anche in comune il tema presente nella serie TV e quindi si genera una forma di native advertising. Caratteristiche del native advertising: forma di annuncio a pagamento coerente con il contenuto e il design della pagina in cui è ospitato, così che l’utente lo percepisca come parte di essa. È contestuale perché la pubblicità è calata in quello che sto leggendo. Contenuto ed advertising si adattano reciprocamente, poiché sono ibridati e coerenti. 61 AUDIWEB All’inizio degli anni 2000 si è trovata una situazione in cui in Italia non ° esisteva un sistema unificato di misurazione dell’audience della rete. Vi aud(web erano molte ricerche diverse, ma non c’era un sistema univoco. Ricerche autonome che non erano utili, perché circolavano dati e numeri diversi. Inizia ad esserci la necessità che le aziende investano sulla pubblicità su internet. Non c’è quindi modo di dimostrare univocamente la reach. La nascita di audiweb è data da un esigenza di dimostrare che i prodotti hanno un valore anche in termini di capacità di raggiungere il pubblico. Si mette quindi insieme un organismo super partes che non ha un proprietario, può diventare un soggetto che misura in modo imparziale ed uguale per tutti l’audience della rete, stabilendo dei criteri. Nasce per permettere di pianificare degli investimenti pubblicitari su internet. Fornisce dati obbiettivi di carattere qualitativo e quantitativo sull’audience su internet. Per fondarlo uniscono 3 associazioni che ASSAP SERVIZI rappresentano gli operatori del mercato. Fedoweb 3 lo (50%) è l’associazione degli editori online, quindi i soggetti che pubblicano contenuti editoriali sul web. Vi è poi UPA, ovvero l’associazione di tutte le aziende che fanno pubblicità. Tutte le grandi ae cel aziende con un investimento significativo in riornazione orcnaron mea pubblicità, fanno parte di questa associazione che rappresenta i loro intererei. Infine AssAP servizi, legata all’intervento sul territorio dell’associazione delle agenzie di comunicazione, rappresenta i centri media e le agenzie di comunicazione. Questi 3 soggetti si uniscono e creano Audiweb, definito come un Joint Industry Committee, dato che rappresenta gli interessi di tutti. “Audiweb nasce per colmare una vistosa carenza. Infatti fino a quando le aziende non avranno una idea precisa dei contatti procurati da internet e una visione netta del target che questo importante media è in grado di raggiungere, non sarà facile decidere gli investimenti pubblicitari” (fondazione nel 2003). Dal 2003 ad oggi l’impianto di rilevazione dei dati è cambiato, prima si rilevavamo solo da internet, siti web e computer, si sono poi aggiunti mobile, tablet... si cerca di aggiungere le navigazioni trasversali attraverso i social media. — Total digital audience è il nome del report finale che viene costruito. 62 Stream Views —|Inumerototale di avvii di contenuti video — |AUdiweb Panele — [Audiweb Database lAudiweb Census — |[Audiweb Census lrime Spent (Text) | Numero totale di minuti di fruizione dei —|TAudiweb Panele _ [Audiweb Database De ‘contenuti statici lAudiweb Census |Audiweb Census ‘rime spent (Video) | Numero totale di minuti di fruizione di lAudiweb Panele [Audiweb Database pe: ‘contenuti video ‘Audiweb Census |Audiweb Census . . . ‘Audiweb Database Pop Base Popolazione Italiana Ricerca di Base OO Geraon ‘Audiweb Database alterna jata [udiweb Panel e ((aggregati alle Page \App Launches [Numero di volte in cui un’app è stata lanciata [Audiweb Census Views) e Audiweb {Census {Potal Sessions |Numero totale di sessioni uniche di fruizione” | giweb Census .|Audiweb Census i contenuto testo Numero di individui che hanno visto i ‘contenuti di un sito o di un'applicazione ‘almeno una volta nel periodo considerato. 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I SOCIAL MEDIA DI FRONTE AL COVID-19 - INFORMAZIONE € SOCIAL MEDIA - Cambiamento da cui sarà difficile tornare indieto. Febbraio 2020 si è cominciato a parlare di “infodemia”, ovvero una situazione in cui eravamo affamati di informazioni, circolazione di una qualità eccessiva di informazioni, che spesso non erano vagliate con grande cura per il bisogno informativo, tutti erano di conseguenza in difficoltà ad orientarsi. FRSE In relazione a questa situazione critica le piattaforme social hanno iniziato a prendere posizione, si sono sentiti responsabili di dare un contributo per rallentare o contrastare l’infodemia, dove il problema sono le informazioni non verificate che circolano. La prima piattaforma a prendere 65 posizione è stat Twitter, poiché a livello mondiale è stata una delle piattaforme su cui sono circolate la maggioranza delle informazioni, 15 milioni di Tweet sul tema pubblicati solo un mese dopo lo scoppio della pandemia. Prima piattaforma che traccia la via, a febbraio 2020, prende l’iniziativa di accordarsi con il ministero della salute dei vari paesi. Indica che la via di contrasto all’infodemia è fare un accordo con l’istituzione che si occupa di comunicare a livello ufficiale e governativo quello che sta succedendo. Pensa di poter agire sul suo motore di ricerca interno. Informati! Per assicurarti di avere le informazioni ufficiali sul coronavirus consulta i sito del istero della Salute. @MinisteroSalute Inserisce un messaggio che rimanda alla pagine internet del ministero della salute, il primo risultato di ricerca è quindi un link che afferma dove cercare informazioni. Cercando con l’hashtag continuano a comparire le informazioni che mischiano contenuti istituzionali e non. Contemporaneamente, Facebook non fa la stessa scelta. La prima dichiarazione che fa è quella di limitare l’infodemia, lo fanno internamente, attivano tra i giornalisti dell’azienda una squadra di fact-checker, per verificare la credibilità dei fatti comunicati, rivedranno i contenuti della piattaforma, ma non indirizzano verso fonti istituzionali. — Si aprono due fonti: via Twitter e via Facebook, vince quella Twitter. Nonostante queste dichiarazioni, la ricerca della parola “coronavirus” su Facebook faceva comparire delle pagine che parlavano del Covid. La terza via è quella di Tik Tok, non viene messa mano al algoritmo, non fanno il fact-checking, ma parla ai suoi creator (# consumatori di contenuti), consigliando di consultare le fonti attendibili per verificare i fatti, vi è un link coni misteri della salute dei paesi. + La terza via è quindi parlare ai produttori di contenuti. Pinterest (terza via con Tik Tok) ha preso posizione, si rivolge ai clienti come dei creator che condividono contenuti. Cercando sempre “coronavirus”, si esplicita che esistono delle regole della community che fanno riferimento alla pubblicazione di pin falsi o dannosi. Ognuno è responsabile dei contenuti che pubblica, la community non prevede la pubblicazione di contenuti dannosi. Pinterest suggerisce anche alcune fonti affidabili — Nel primo mese di pandemia tutti i social media prendono parola con 3 grandi strategie, gli obiettivi sono uguali: - Orientare i loro utenti verso un’informazione affidabile. Contrastare l’infodemia sul piano della circolazione di informazioni non verificate. - Intervenire sul funzionamento degli algoritmi in modo da rendere più visibili le fonti affidabili. II° FASE Dopo il primo mese, cominciano le operazioni di riaggregazione dei contenuti, le piattaforme iniziano a sviluppare una propria offerta editoriale sul tema, aggregano quindi contenuti che vengono da fonti istituzionali. 66 Twitter continua a far comparire il link al ministero della salute, ma prima dei link alle fonti affidabili compare un suo informatore, ovvero una selezione di articoli, informazioni e guide Lines di istituzioni e testate. Lavoro di aggregatore di Twitter. Facebook inserisce informazioni sul ministero della salute, cede quindi alla linea Twitter, inoltre sviluppa la propria offerta editoriale, legata al lavoro sulle Facebook News in cui apre una sezione specifica. Elabora quindi il suo spazio di aggregazione. Tik Tok aggiunge il suo aggregatore, compare quindi una pagina informativa che propone nozioni attendibili provenienti dall’OMS. Modo diverso di rivolgersi, ai creator e alla community. Fornisce un question and answer perché lo spirito è quello di aiutare la community a restare protetta ed informata. Solo in Italia fornisce il link alle raccomandazioni fornite al ministero della salute. Per la prima volta i social si sono costituite come fonti informative, come soggetti in grado di garantire l’accesso ad un’informazione affidabile. Si passare da essere una tech company ad essere un editore. Proporre dei propri aggregatori, scegliere le fonti affidabili, aggregare i contenuti e proporli agli utenti. Difficile tornare indietro da questo cambiamento strutturale. LE CAMPAGNE SOCIAL DELLE ISTITUZIONI Le istituzioni hanno usato le piattaforme social come strumento di comunicazione, fatto in modo sistematica, immaginando delle campagne finalizzate ad informare l’opinione pubblica su quello che stava succedendo. Le istituzioni hanno preso la parola per costruire una narrazione sulla pandemia. In Italia i soggetti che hanno preso parola sono: il Ministero della salute, l’Istituto superiore di Sanità, il Dipartimento di protezione Civile, la Croce Rossa Italiana e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Usano Facebook e Instagram come strumento per il loro racconto e sensibilizzare le persone nell’ambito della pandemia. Come hanno usato le piattaforme? Hanno usato la logica della campagna di comunicazione. Non hanno inserito queste informazioni nella loro comunicazione abituale, ma hanno costruito campagna di 3\4 settimane (post con grafiche specifiche sponsorizzati, contenuti e obbiettivi specifici) per arrivare al numero più ampio possibile di persone. Campagne che in molti casi sono state lanciate da diverse istituzioni, si sono quindi accordate per promuovere la stessa campagna per avere più visibilità e incidenza sul pubblico. Hanno contribuito a costruire nel nostro immaginario un racconto a più fasi della pandemia, ci hanno portato ad immaginare quali fossero le cose importanti che si succedevano nei mesi. Metodologicamente si recuperano i post delle istituzioni e si fa un analisi di contenuto diacronico. » Le prime campagne delle istituzioni sono alla fine di gennaio e sono rivolte ai viaggiazori. Il racconto dell’epidemia attraverso le campagne social delle istituzioni nasce come un problema di chi vive la globalizzazione muovendosi per lavoro tra vari paesi e continenti. Vengono raccontati i comportamenti per la quarantena, i viaggi all’estero, i sintomi... » A febbraio cambiano le preoccupazioni. Il secondo tassello inserito è il racconto del protocollo, ovvero cosa fare per proteggersi e cosa fare nel caso si venga in contatto con il 67 del singolo, opportunità di confrontarsi con gli altri malati, ma anche coni medici. Servizi di track your health che servono anche a generare delle mappe che si possono mostrare al medico. Esito: piattaforme incidono sul modo in cui raccontiamo ed elaboriamo mentalmente la malattia, che è qualcosa che prende forma nelle tabelle e nei grafici di dati strutturati. + Malattia raccontata attraverso le piattaforme come un’informazione strutturata. Insieme vi è anche la narrazione soggettiva della malattia, la quale diviene dominante. — Sia strutturato che soggettivo. “La datificazione delle malattie personali dei pazienti prende forma sia come informazione strutturale (grafici e dati da portate anche ai medici) ma anche come rappresentazione narrativa (la narrazione soggettiva della malattia)”. Effetto della datificazione delle malattie: produzione di una medicina basata sulle evidenze, ma anche guidata dai pazienti (patient-driven), i quali sono dei panel di rilevazione dell’andamento delle terapie, ma anche di validazione delle terapie e di ipotesi scientifiche. - Citizen science, i pazienti sono co-modellatori della ricerca medica. Scienza e ricerca medica che coinvolge direttamente anche i pazienti nel processo di costruzione dei database e nel processo di esistenza di una possibilità della ricerca. Elementi di criticità della citizen science: = Auto-selezione del campione, non vi è la garanzia che sia un campione rappresentativo; - Auto-somministrazione dei farmaci ed auto-gestione delle terapie, ci potrebbero essere degli errori; - Auto-registrazione delle evidenze; - Privacy (assicurazioni, datori di lavoro che potrebbero assumere o no in base alla salute); = Promozione di una forma di filantropia dei dati, idea che sia comunque qualitativamente ed eticamente una buona cosa cedere i propri dati. Piattaforme di settore che offrono la possibilità di monitorare specifiche malattie, funzionano sulla base della stessa logica, ma sono più circoscritte. La raccolta dati non passa dall’attività del paziente, ma sono raccolti in modo automatico. —+ Permettono di raccogliere in tempo reale, in modo automatizzato, i dati di salute. Non tutti però sono in grado di usare questi dispositivi (disponibilità economica, anziani), quindi questa automatizzazione genera dei dati ottimi su cui studiare le malattie, ma riguardano solo alcuni segmenti della popolazione e non tutti. deteare Offerta di servizi , . . ° . personalizzati - data driven| centro c’è una raccolta automatizzata di dati da parte delle piattaforme, - ai clienti => medicina sulla salute delle persone, a girando i filtri istituzionali alla raccolta di personalizzata L’elemento caratterizzante della piattaformizzazione della società. Che al “Mm <dati, poiché le persone li cedono volontariamente. Inclusione dei dati in Raccolta di dati scientifici . . ‘or utili e funzionali alla ricercd UN sistema complesso, database che possono essere ricombinati. Vi sono => privatizzazione di dati però alcuni limiti. pubblici — Oggettività e completezza dei database è apparente. 70 Gli operatori delle Big Five sono al centro, offerendo lo stazione di archiviazione, hardware, software. Questi dati possono essere connessi ad altri database che loro possiedono, per esempio cosa cercano i malati su internet. — Si basa sull’idea della medicina personalizzata e sulla privatizzazione di dati pubblici. In europa dal 2017 è stata fondata un’associazione European Open Science Cloud che mira a sostenere lo sviluppo dell'ecosistema di dati relativi alla scienza e alla medicina che possono essere utili. Su questa costruzione di sistemi di dati si opera un controllo (non presente in America), tutti i database che entrano a far parte di questa associazione devono essere (FAIR): - Findable (ricercabili\pubblici); = Accessible a tutti i ricercatori; - Interoperable, confrontati tra diversi database; - Reusable, non devono diventare proprietà di nessuno. 71 Esame: 1h, circa 15 m per domanda, 4 domande aperte (20 righe). Porto il mio pc con Respondus. Teorie: Come sono nate le teorie? = Ricerche di base da cui è partito studio sull’opinion leader? - Quali sono le questioni da cui parte Elizabeth? “Studi Gerbner e questioni che pone sulla teoria della coltivazione? Concotti fondamentali delle teorie? = Modello opinion leader? Cosa significa studiare opinion leader? Caratteristiche? Flusso a due stadi? - Quale è il modello della spirale del silenzio? Cosa spiega la teoria? Processo della spirale? Conseguenze? Ruolo dei media? = Teoria della coltivazione: esposizione ai media, effetti di coltivazione delle opinioni... Applicazione ai media digitali (in questo caso non bisogna rispiegare la teoria)? - Opinion leader e teoria degli influencer che si legano. - Effetti di spirale nei media digitali e nelle piattaforme social. - Filter bubble, ecco chambers... Definizione dell’opinione pubblica. Comunicazione digitale e società: = Network society: quali sono le caratteristiche? = Comnective society: quali sono le caratteristiche? Platform society (domande nel dettaglio, su singoli aspetti): - Big S e piattaforme di settore: quali sono le caratteristiche distintive? Cosa sono le une e le altre? Cosa è la platform society? Quali sono i settori di attività? - Elementi costitutivi ed effetti sociali delle piattaforme: quali sono gli elementi costitutivi? Quale è il ruolo degli algoritmi? Spiegare il modello di business. - Effetti sociali: quali sono gli effetti sociali della platform society? Elencare con una breve descrizione \ domanda sugli effetti sulla produzione e consumo dei contenuti. = No domande sul metaverso. - Approfondimento su datificazione, selezione e mercificazione. Cosa si intende per datificazione nella platform society?, descrivere le caratteristiche della datificazione, oppure della selezione. Tipologie di selezione algoritmica applicate nelle piattaforme? Definizione della selezione algoritmica. = Tema dell’informazione: cose imparate dalla case history, flussi di comunicazione, omofilia delle reti e logiche di credibilità. Cosa si intende con flussi di comunicazione a cascata? Omofilia delle reti, cosa si intende? Che effetto ha rispetto alla credibilità? Quali sono le logiche di credibilità attive nelle piattaforme social, 3 tipi di credibilità? - Disaggregazione e riaggregazione nei processi di distribuzione dell’informazione, sia negli anni ‘90 che negli anni 2000. - Impatto del Covid sulle piattaforme: presa di posizione delle piattaforme rispetto all’informazione, differenza tra le piattaforme. - Piattaformizzazione della salute: elencare caratteristiche, effetti (patto conil paziente...). 7