Scarica Arte moderna - F. Poli - Astrattismi e più Appunti in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! Astrattismi Pratica pittorica che rinuncia alla mimèsi . Ha avuto ricadute anche sull’architettura e la grafica. Prime prove astratte di Kandinskij, 1910s (Max esponenti Kandinskij, Mondrian, Malevic) MA prime idee astratte, 1870s, Arthur Rimbaud: “ Dobbiamo scacciare dalla pittura la sua antica abitudine di copiare per renderla invece sovrana. Anzichè produrre oggetti, essa deve provocare degli stimoli attraverso le linee, i colori ed i contorni tratti sì dal mondo esterno, ma semplificati e dominati: un’autentica magia .” TUTTAVIA riflessione spuria, non fa riferimento a nessuno L’astrattismo parte dal figurativo o nasce da sé? Sicuramente un buon punto di partenza l’ha dato il cubismo, infatti è attraverso quest’ultimo che Mondrian arriva all’astrattismo. TUTTAVIA, ciò non vale per tutti gli astrattisti e, anzi, secondo gli autori, il cubismo è stato un punto di partenza per tutta l’arte che farà dell’ “oggetto” il soggetto del proprio operato (surrealismo, metafisica) Alois Riegl (storico dell’arte): l’arte in generale deriva dalla natura, che si decida di riprodurla pedissequamente o piuttosto, interpretandola. Un precedente di ciò (dell’astrattismo), Riegl lo trova nel fregio , in cui l'attribuzione di un contorno è già di per sé una forma di astrazione. (utile, ma riduttivo) Presupposti teorici Wilhelm Worringer: ha proposto concetti relativi all’immedesimazio ne del soggetto nell’oggetto della sua percezione estetica Robert Vischer che propone il termine empatia (Einfuhlung) per parlare della proiezione delle sensazioni nell’opera d’arte ( intimo-sentire-in-uno, Ineinsfuhlen ). Il termine ha avuto molta fortuna nel dibattito sull’arte astratta MA Vischer lo ricollega al concetto di esattezza, nel senso che la mente umana ricerca le forme regolari e ne trae compiacimento. Se pur vero, non è l’assunto dominante dell’arte astratta. Apollinaire (1912) parla della possibilità dell’esistenza/di uno sviluppo dell’arte astratta ( “arte pura” ) ma lo fa pensando agli sviluppi del cubismo, senza tenere in conto di ciò che succede fuori Parigi Definizione vera e propria ( “arte astratta” ) data dal critico/artista Michel Seuphor (1949) Alfred Barr Jr. mette in collegamento influssi di cubismo su arte astratta (Diagramma di Barr, 1936) Kandinskij Primo lavoro astratto nei 1910s TUTTAVIA frutto di studio e di varie influenze: compositore Ciurlionis (1904-05, dipinti di ispirazione musicale in cui il soggetto viene meno in favore di espressione di sensazioni), Richard Wagner (assiste al Lohengrin, a Mosca, e lo elegge a maestro poiché la sua musica suggestiona l’indefinito ), Monet (vede Les meules a Mosca e, pur non cogliendo pienamente il soggetto, ne è attratto). Queste visioni lo portano a trasferirsi a Monaco per studio: ricerca in pittura l’intensità sentimentale della musica. ↓ definisce come principi della “nuova arte”: la musica come modello per la pittura la qualità empatica dell’opera d’arte \ / insieme di questi due = necessità interiore (principio unico teorizzato ne Lo spirituale nell’arte ) ↓ per lui l’importante non è giustificare l’arte astratta MA manifestare la sua necessità interiore . Anche perché se è la necessità che crea la forma e nella forma si riflette dunque lo spirito del singolo artista , allora non si può imporre un modo di dipingere, nemmeno l’astrazione, anche se, sempre in funzione di queste riflessioni, è quasi naturale che l’astratto si imponga sul figurativo. ↓ -> Kandinskij crede nell’intuizione e nello spirituale, per cui rifiuta sia il puro razionalismo che l’estetismo Se la vostra immaginazione non è sufficiente per sviluppare visioni che vi siano proprie e che, ridotte allo stato di idee, si possano tradurre in immagini, tornate allo studio della natura. La natura è abbastanza forte da stimolarvi e darvi la possibilità di sviluppare la vostra arte. Piet Mondrian “Puntualità, prevedibilità ed esattezza che escludono l’irrazionalità” definizione che Simmel dà della vita metropolitana ma che può essere benissimo applicata anche all’arte di Mondrian. Influenze: teosofia, religione che lo guida sulla strada dell’astrazione verso la “pittura pura”. Teosofo è anche Schoenmaekers che elabora la teoria del misticismo positivo nel volume La nuova immagine del mondo ↓ ↓ neoplasticismo linea retta, principio figurativo 1 cubismo (lo rende cosciente della possibilità di far emergere dalla natura i principi primari e di rappresentare la realtà assoluta) ↓ forme naturali sottoposte a una ricerca dell’universale , a un processo di riduzione all’essenza ↓ ↓ 1917 , Mondrian e Van Doesburg fondano la rivista De Stijl che non solo vuole indicare una nuova via per l’arte, ma ha anche per Van Doesburg l’intento pedagogico di offrire un’arte adeguata alla vita moderna ; per Mondrian di rivolgersi all’interiorità in un mondo che diventa sempre più automatico e astratto = poiché l’artista è più vicino alla natura, deve ispirare un’emozione estetica nell’osservatore, andando nel profondo delle cose (si intende questo con interiorità, non quella personale dell’artista, ma un linguaggio più generale) Esito delle influenze: Mondrian prende come punto di partenza la natura, sulla quale opera un’azione di astrazione delle forme che vengono ricondotte a linee rette orizzontali e verticali, talvolta intersecandosi tra loro . ↓ ↓ Mondrian sembra voler superare la geometria del visibile, per cogliere i rapporti matematici alla base della realtà, molto vicino al concetto matematico dell’ ortogonalità Casa = “elemento costruttivo” della città, non più luogo di rifugio dell’uomo individualista, ma tutt’uno con la strada. TANTO CHE quando Van Doesburg, nell’idea di integrare la pittura e le arti applicate, aderisce al concetto introdotto dall’assonometria 2 , per cui il piano ortogonale viene rotto dal piano inclinato, Mondrian rompe con De Stijl (Mondrian, sempre fedele alla linea retta; Van Doesburg vede nell’ obliqua anti-dogmatismo) 1926, elementarismo di Van Doesburg MA già nel 1918 introdotta da Gerrit Rietveld con la sua sedia. Il fatto che i due piani non si incontrino mai, apre all’infinito. Lo spazio è continuo e comunicante tra interno ed esterno Kazimir Malevic A raggiungere il “grado zero” della pittura è Kazimir Malevič con il suo Quadrato nero su fondo bianco (1915), non a causa di una questione esistenzialistica, bensì di una riflessione sull’essenza della pittura stessa. Nel 1916 fonda il suprematismo, un movimento che non astrae le sue forme da modelli della realtà, ma riflette sugli elementi propri della pittura, il colore e la condizione della materia lavorata e con questi costruisce la creazione pittorica. Negli anni di insegnamento, Malevič, è solito spiegare con una formula la differenza tra la pittura prima della sua opera, che azzera consapevolmente le tradizioni del vedere e del comporre, e quella 2 Fino a questo momento utilizzata eminentemente per la progettazione industriale, inserisce il fattore tempo nella lettura quadridimensionale dello spazio architettonico esemplificato nella composizione pittorica, definita cromoplastica. 1 I due contrari fondamentali su cui si modella la terra e tutto ciò che c’è sulla terra sono la linea orizzontale dell’orbita della terra attorno al sole, e il movimento verticale che dal sole arrivano sulla terra lettere e i segni di interpunzione che mettono ordine al pensieri" e la disposizione delle linee. = crea proiezioni assonometriche , strutture che decostruiscono la trama prospettica monoculare attraverso più assi di proiezione e l'accostamento di opposti, in questo caso di colori che provocano lo stesso contrasto rivelatore della natura diversa dei materiali. Lo spazio non è fatto per gli occhi soltanto, non è un quadro , piuttosto bisogna viverci dentro, il Proun ( progetto per l’affermazione del nuovo ) da bidimensionale si fa tridimensionale (Proun Raum, allestiti in diverse esposizioni). Da qui, i Proun tornano ad essere progetti architettonici bidimensionali Il Dada costruttivo A Düsseldorf, sotto l'insegna di "artisti progressisti", si riuniscono dadaisti e costruttivisti per organizzare il Congresso internazionale del settembre dello stesso anno a Weimar. Nonostante lo spirito distruttivo e dissacratorio dei primi e quello progettuale e utopico dei secondi, sono molti coloro che credono in un'unione, coadiuvata dalle stesse inquietudini (arte che libera l’uomo dalla tragedia della vita, dietro forme che si pongono tra trascendentalità e materialità). Di questo periodo è il Merzbau di Schwitters. Merz sta per libertà da tutti i legami, per il bene della creazione artistica. Libertà non è mancanza di limiti, ma il prodotto di una severa disciplina artistica. Un paradigma: il Café Aubette Il concetto di monumentalità implica la riflessione sul rapporto tra architettura e pittura, ovvero sulla sopravvivenza del quadro da cavalletto in una società di massa. È questa una problematica che coinvolge numerosi pittori, quali Mondrian, Matisse, Léger che la manifesta agli architetti partecipanti al quarto Congresso Internazionale di Architettura Moderna, CIAM (Atene, 1933). A Van Doesburg è concesso di focalizzare l'argomento in maniera concreta nella ristrutturazione dell'Aubette, edificio del XVIII secolo di Strasburgo, alla quale è chiamato a collaborare dai coniugi Arp. Ancora una volta si stabilisce un legame produttivo tra dadaismo e neoplasticismo. Trasformare un antico edificio militare in un centro per il tempo libero, un cabaret-ciné-bal, è lo scopo dei fratelli Horn che rilevano in affitto dal comune la struttura con il vincolo di non effettuare interventi sulla facciata. Ma all'interno Jean Arp (1887-1966), Sophie Täuber (1889-1943) e Theo van Doesburg possono realizzare l'impressione di "entrare" nel quadro . Se il pittore dada decora il seminterrato con fantasie biomorfe. Van Doesburg vi traspone la soppressione del dualismo tra architettura e pittura con la conseguenza che "il pittore costruttore ha trovato il suo vero campo creativo. Organizza esteticamente il colore nello spazio-tempo e rende visibile plasticamente una nuova dimensione. Pareti e soffitto della sala cinematografica ospitano contro-composizioni a rilievo, a differenza degli altri locali dove le griglie dei non-colori si sovrappongono ortogonalmente alle campiture colorate. L'artista olandese cura ogni particolare del Café Aubette, dallo studio dei caratteri dell'insegna esterna e dei menu, alla scelta dell'arredamento standardizzato. Parigi, 1930 1930, l’arte astratta elegge a suo centro Parigi, che, a eccezione della figura di Mondrian qui residente e di alcune mostre, sembra non averla presa particolarmente in considerazione. Gli stessi artisti che nei primi anni dieci si sono confrontati con l'astrazione, quali Delaunay e Picabia, preferiscono proseguire la loro attività nella figurazione. Uno dei maggiori critici d'arte, Christian Zervos, considera questo fenomeno un "malinteso", generatosi dal cubismo a opera di Fernand Léger, che, comunque, ritiene "non responsabile", e definisce "decorazione" la pittura di Mondrian. È la compresenza di Theo van Doesburg, Michel Seuphor (1901-1999), critico d'arte originario di Anversa, e Joaquín Torres-Garcia (1874-1949) a fare della metropoli francese la capitale dell'arte non-figurativa per due decenni, considerato che nel 1946 vi apre il "Salon des Réalités Nouvelles" consacrato all'astrattismo e nel 1949 hanno luogo, presso la galleria Maeght, due mostre consecutive sulle origini e lo sviluppo di quest’arte. Inizialmente Van Doesburg intende proseguire la sua opera di critico indipendente, mentre Torres-García e Seuphor si propongono di rafforzare la posizione della pittura astratta che sta soccombendo alla diffusione di opere surrealiste, considerate l'aspetto passivo e negativo della rivolta dadaista. Finalmente, nel 1932, dai due gruppi facenti nasce un movimento unitario, Abstraction-Création, che organizza esposizioni annuali, arrivando nel 1936, ultimo anno di vita, a contare quattrocento artisti aderentl provenienti da varie nazioni. Inevitabilmente per la maggior parte dei militanti la pratica dell'arte astratta diventa maniera, formalismo, decorazione. In Italia e nelle Americhe L'arte astratta in Italia non è assente negli anni dieci e venti, ma le opere a essa ascrivibili sono isolate; fra queste le Compenetrazioni iridescenti di Giacomo Balla o quelle "mistiche" di Julius Evola. A rielaborare la lezione della "necessità interiore" attraverso le scritture planimetriche di Klee è invece la veneziana Bice Lazzari. Negli anni trenta la situazione si vivacizza grazie alla Galleria del Milione di Virginio Ghiringhelli che a Milano ospita mostre di arte astratta di stranieri e italiani. Dal manifesto emerge la vicinanza con l'architettura razionalista della quale Sartoris e Giuseppe Terragni sono insigni esponenti. Ciò nonostante e benché amico dei componenti del cosiddetto "gruppo Como", il progettista lombardo preferirebbe per la sua architettura opere di stile sironiano, in grado "di fornire strumenti di efficiente oggettività agli atteggiamenti dichiarativi”. L'unica collaborazione italiana tra arte astratta (Radice) e architettura razionalista (Terragni) si realizza nella Casa del Fascio comasca soltanto come seconda opzione, dopo la pittura di Novecento, di cui lo stesso Terragni in quanto pittore a latere è sironianamente non brillantissimo epigono. Nel secondo dopoguerra è il Movimento Arte Concreta, fondato nel 1948 da Gillo Dorfles, Gianni Monnet, Bruno Munari e Atanasio Soldati, a farsi carico della prosecuzione dell'astrattismo milanese degli anni trenta, confrontandosi e dialogando con il gruppo romano Forma. Negli Stati Uniti il terreno per l'accettazione dell'astrazione viene preparato sia dagli americani che si formano a Parigi ai tempi dei fauves e della nascita del cubismo, sia da " Camera Work ", la rivista del gruppo di Alfred Stieglitz, di cui fa parte anche Picabia.