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Chiesa - Teologia II - Roberto Ferrari, Sintesi del corso di Teologia

Riassunto completo del libro "Chiesa" per il corso di Teologia II del professore Roberto Ferrari. Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia.

Tipologia: Sintesi del corso

2024/2025

In vendita dal 03/10/2024

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21 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Chiesa - Teologia II - Roberto Ferrari e più Sintesi del corso in PDF di Teologia solo su Docsity! CHIESA Roberto Repole PARTE PRIMA: PER PARTIRE DALLA SCRITTURA CAPITOLO 1: PREMESSE FONDAMENTALI 1. IN PRINCIPIO E’ LA CHIESA I primi documenti presenti nel Nuovo Testamento, le lettere di Paolo, non raccontano quasi nulla di Gesù, ma della vita delle comunità o chiese a cui tali lettere sono indirizzate. Inizialmente dunque fecero notizia queste comunità di cristiani, non Gesù. Prima ancora che si scrivi di Gesù la chiesa esiste già, esistono comunità in cui si professa, si celebra e si vive la fede di Gesù. 2. UNA REALTA’ PIU’ GRANDE DEL TERMINE La parola chiesa richiama l’idea di un gruppo radunato in base a una chiamata da fuori di, cioè a partire da un punto di provenienza. Significa convocare. Nelle lettere di Paolo compare più volte il termine “chiesa di Dio”, che indica il carattere comunitario e il fatto che essa venga convocata da Dio. Con questo termine si viene a indicare delle realtà locali. Solo successivamente nellle lettere di Paolo il termine verrà a indicare la chiesa universale. Nonostante si appartenga a chiese diverse, si avverte la necessità di formare una fraternità, che si radica nella fede condivisa di Gesù cristo. È attorno all’idea di salvezza da Gesù portata che avviene la socializzazione. 3. ALLA LUCE DELLA PASQUA Tutti gli scritti del nuovo testamento sono compositi dopo gli eventi della passione, morte e resurrezione di Gesù di Nazaret. Ogni volta che si parla di chiesa in questi scritti lo si fa nella consapevolezza di quel che è avvenuto nella Pasqua del Signore. È allora che i discepoli sono diventati credenti. Tutte el volte che si usa dunque il termine “chiesa” lo si fa alla luce della Pasqua. La chiesa non è comprensibile se non come effetto della stessa Pasqua: non esiste una chiesa che si altro rispetto a una comunità in cui si crede in Gesù cristo e nel dio da lui annunciato e rivelato. CAPITOLO 2: IN MATTEO E NELL’OPERA LUCANA 1. DUE TESTI CARICHI DI STORIA Gli unici passi evangelica in cui si usa espressamente il termine chiesa si trovano nel primo vangelo (Matteo). È presente nel vangelo il termine greco originale ekklesia che viene tradotto in due momenti diversi con due significati: ⁃ comunità ⁃ Chiesa Questa differente traduzione indica che le due realtà vanno distinte, ma non separate: nel primo caso si indica la realtà totale dei credenti in Cristo, nel secondo caso ci si riferisce a tale realtà nella concretezza di una comunità e assemblea locale. Viene indicato da Matteo che cosa si debba intendere per Chiesa: la chiesa è continuamente costruita da Cristo che passato per la morte è il Risorto vivente in eterno. La chiesa dunque è opera di cristo che la abita. La chiesa inoltre è di cristo. È la realtà in cui si trovano adunati tutti coloro che riconoscono che Gesù è il cristo e il figlio di dio. 2. GESU’ HA FONDATO LA CHIESA? Quanto si è messo in evidenza circa la connessione stretta tra la chiesa e la pasqua del signore indica già come risulti poco plausibile che Gesù abbia dato vita alla chiesa, con un esplicito e puntuale atto di fondazione, durante la sua esistenza terrena. Gesù ha coscienza di doversi rivolgere al popolo di Israele per raccogliere il popolo di dio, già esistente, in modo escatologico, ovvero ultimo e definitivo. Gesù non si presenta come il fondatore esterno di una società, ma come il suo fondamento intimo. Per Matteo, Gesù è continuamente presente nella sua chiesa. Gesù inoltre non ha fondato la chiesa, ma si è rivolto al popolo di Israele: ciò implica la volontà di un allargamento con orizzonti universali. 3. LA CHIESA NEL TEMPO Nell’opera Lucana è presente un uso del termine chiesa importante. Luca utilizza il termine chiesa non nel suo vangelo, ma negli Atti e in misura sempre più abbondante. La chiesa viene definita come comunità di quanti aderiscono a Dio, sempre più chiaramente aperta anche ai pagani. Luca ha messo chiesa e storia in un rapporto reciproco ed ha indicato alla chiesa il suo tempo e i suoi compiti nell’intervallo tra la ascensione di Gesù nel cielo e il suo ritorno. Luca inserisce dunque la realtà della chiesa all’interno della più vasta storia della salvezza. Il tempo in cui la comunità dei credenti in cristo è resa partecipe della sua stessa missione è il tempo della chiesa. Anche i pagani sono chiamati a far parte della chiesa. Secondo Luca la chiesa avviene quando la Parola è accolta con fede. I cristiani infatti sono detti credenti. La fede viene celebrata mediante la preghiera e nel gesto dello spezzare il pane. Essa diviene poi attiva nella comunione. Le chiese della Galazia sono costituite da cristiani provenienti dal paganesimo. Le comunità cristiane della Grecia fanno capo alla Chiesa di Corinto. Sono qui presenti problemi derivanti dal contatto con il paganesimo e non con il giudaismo. È una comunità molto composita, la cui maggioranza doveva appartenere alle classi più povere della società. Anche questa comunità è capo di tensioni e divisioni. Alcuni problemi della chiesa di Corinto: incesto, prostituzione, idolotiti, mancanza di comunione, divisione tra ricchi poveri. CAPITOLO 4: PASSAGGI NEOTESTAMENTARI 1. CHIESA NELL’OPERA GIOVANNEA Il termine chiesa ricorre spesso anche nel libro Apocalisse. È uno scritto i cui destinatari sono le chiese di Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea. La chiesa appare qui come il luogo della progressiva visita di cristo, che viene e si pone nel mezzo e chiede di essere corrisposto. La chiesa una volta giunta a divenire ciò che è faine rappresentata con l’immagine di una città. Un tema fondamentale è quello della presenza e dell’agire dello spirito, strettamente congiunto all’operato di Gesù. La chiesa è fatta dai discepoli di Gesù che sono con lui in un rapporto unitivo e vitale che li inserisce in lui e li chiama anche a rimanere in lui. I discepoli di Gesù sono invitati ad amarsi con l’amore stesso con cui Gesù li ha amati e li ama. La comunione e l’amore per dio non possono essere disgiunti dalla comunione e l’amore per i fratelli della comunità ecclesiale. La vera conoscenza di dio avviene solo in un cammino e in un’esperienza di amore nei confronti del fratello. 2. LA CONCRETA COMUNITA’ CRISTIANA La comunità cristiana sembra distinguersi dalle altre comunità apostoliche specie per due aspetti, uno dei quali è direttamente determinante per la visione della chiesa: si tratta della concezione escatologica e della dimensione gerarchica della chiesa. Per quanto concerne il primo punto Giovanni accentua alla vita nuova del credete, perche la dove appare cristo la morte è alle spalle. Per quanto concerne il secondo aspetto, se non si può negare che vi sia un chiaro primato dello spirito a discapito di una organizzazione gerarchica della comunità cristiana e una posizione primaziale dell’anonimo discepolo amato rispetto a Pietro, non si può dedurre l’abbandono a un radicale soggettivismo. 3. LETTERE CATTOLICHE: IL LEGAME RECIPROCO NELLA COMUNITA’ Lettere cattoliche, quelle di Giacomo e di Pietro. Esse si soffermano su ciò che riguarda la vita della comunità cristiana, messa a confronto con le esigenze della fede in un mondo che la contesta. Giacomo esorta i cristiani alla preghiera, mostrando tuttavia che essa da sola non basta. Nelle situazioni di bisogno è necessario infatti ricorrere alla comunità cristiana. Essa appare come il luogo di relazioni vive e fraterne tra i credenti di cristo, espressione della vita cristiana. La lettera di Pietro è più ricca, in termini di insistenza sulla dimensione fraterna della comunità dei credenti in cristo. La chiesa è presentata come edificio spirituale e sacerdozio regale. Sono la comunità dei credenti in quanto tale e la loro comunione a venire qualificati come sacerdotali. Tale comunità non ha una stabile dimora qui sulla terra, dove i cristiani abitano piuttosto quali stranieri e pellegrini: non perche essa non abbia un interesse per il mondo, ma perche ci si attende la salvezza dell’apparizione di Gesù. ELEMENTI DI SINTESI ALLA LUCE DELLA SCRITTURA ⁃ Con il termine chiesa si intende l’umanità unificata e riconciliata per mezzo di cristo nello spirito, progettata prima della creazione del mondo e destinata a compiersi nella ricapitolazione di tutti in Cristo, alla fine dei tempi. In questa prospettiva essa è il mistero di comunione, strettamente congiunto al mistero per eccellenza, che è Cristo stesso. La chiesa è parte del disegno salvifico di Dio. ⁃ Chiesa significa anche il realizzarsi concreto del mistero. ⁃ La chiesa è il corpo stesso di cristo, animato dallo spirito santo. ⁃ La chiesa si realizza ovunque si annunci cristo, sulla base della testimonianza degli apostoli PARTE SECONDA: CHIESA LUNGO LA STORIA CAPITOLO 1: AL TEMPO DEI PADRI: COMMUNIO ECCLESIARUM 1. CHIESA COME MISTERO Il termine chiesa evoca innanzitutto il suo essere mistero della fede e realizzazione pratica di ciò, in conformità con quanto la riflessione paolina già ci consegna al proposito. La chiesa è mistero in quanto si riconosce come comunità in forza della decisione misteriosa di dio, adempiuta in Gesù cristo. La chiesa è considerata come la madre, che genera dalla vita divina i credenti, per la stretta connessione del suo mistero a cristo. Viene presentata anche con l’immagine della luna che brilla di una luce riflessa, ovvero quella del sole che è Cristo. Con l’immagine del vascello o barca di Pietro che nella tempesta offre la possibilità di salvezza. 2. CHIESA ED EUCARESTIA: UN VINCOLO ILLUMINANTE Esiste una connessione tra il corpo di Cristo, nato dalla Vergine, quello eucaristico ed ecclesiale. Il corpo di cristo donato nella Pasqua per la mediazione del corpo di cristo eucaristico accoglie in se quanti mangiano di quell’unico pane. Il corpo di cristo, che è la chiesa, viene ad essere il corpo di cristo più reale e più vero: rappresenta il fine stesso cui mira la celebrazione eucaristica. In quanto permette il realizzarsi della chiesa, è segno di quella comunione che si realizza alla fine di tempi. La refezione del corpo di cristo eucaristico significa l’essere cristiani in quanto chiesa precisamente il corpo di cristo, l’entrare in comunione con cristo. 3. COMMUNIO ECCLESIARUM Per chiesa si intende quella porzione di umanità che nella fede comune viene radunata in un determinato luogo dal vangelo, espresso in modo sommo proprio dall’Eucarestia presieduta dal vescovo. Il ministero episcopale e l’eucarestia immettono i cristiani nell’unico corpo di cristo: mettono in relazione ogni singola chiesa con tutte le altre, che si realizzano sulla base della celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo. CAPITOLO 2: NEL MEDIOEVO: CONTINUITA’ NELLA NOVITA’ 1. MUTAMENTO DEL SENSO DI CORPO DI CRISTO Le diverse dispute eucaristiche porteranno l’accento sulla questione della presenza reale di cristo nell’eucarestia. L’aggettivo mistico precedentemente era utilizzato per indicare il corpo di cristo eucaristico e aveva il senso di richiamare che si trattava del corpo di cristo nel mistero. Ora invece designa la chiesa. È lei a venire designata corpo mistico di cristo. La chiesa è dunque misticamente (ovvero nel mistero) significata dall’Eucarestia. La chiesa non viene più pensata in analogia al corpo di cristo eucaristico, ma al corpo dell’uomo nella società civile che rappresenta anch’essa un corpo. 2. IMPRONTA DIONISIANA E SPINTE CONCILIARISTE La chiesa è il corpo di cristo, di cui cristo è la testa. Il papa ne è sulla terra il vicario e talvolta viene interpretato come il successore stesso di Cristo, in una posizione quasi divina. La chiesa viene a coincidere con i confini dell’impero. Il corpo di cristo non può avere due teste, perche altrimenti finirebbe per essere un mostro. L’unica testa del corpo che corrisponde all’intero mondo cristiano, non può che essere il romano pontefice. Sarà lui poi che cede il potere temporale all’imperatore (ricorda Bonifacio VIII nel 1302). La chiesa è l’universale congregazione dei fedeli che viene guidata dal papa, vicario di cristo. ⁃ primo caso: si rischia di accentuare la funzione ecclesiastica al punto di non considerare la partecipazione attiva del popolo e di ridurre l'azione dello spirito a primordi della chiesa o a una semplice assistenza ⁃ Secondo caso: il pericolo è quello di offrire una lettura del popolo cristiano e dell'azione mistica dello spirito Santo tale da compromettere il ruolo stesso del ministero ecclesiale Via d’uscita dell’autore: il termine chiesa esprime unità. Prima di Cristo lo spirito si diffondeva sui singoli, con l'evento di Cristo e inviato quale principio guida della comunità dei fedeli. Due capisaldi del pensiero di Mohler: ⁃ il cristianesimo è vita nello spirito, presente nei fedeli ⁃ Tale vita è necessariamente organica: ecco perché il suo rendersi presente nei fedeli gli struttura in un organismo ovvero la chiesa. La chiesa dunque è vita comunitaria nella quale il singolo non è soltanto uno tra molti, in senso quantitativo, ma è uno in quanto diverso dagli altri, in senso cioè qualitativo. È parte unica e irripetibile della chiesa. Due conseguenze: ⁃ la fede che si sviluppa in forza dello spirito viene a coincidere con l'amore in quanto crea questa unità che differenzia ⁃ Solo nell'esperienza ecclesiale dell'unità è possibile conoscere Cristo che ha permesso l'unità dei fedeli 3. DELLE CINQUE PIAGHE DELLA SANTA CHIESA. LA LEZIONE DI ANTONIO ROSMINI Rosmini denuncia la radice dei mali della chiesa, ovvero il feudalesimo, con la sua logica di signoria e sudditanza. Esso comporta l’individualismo e rapporti di non comunione e non parità, ma di signoria e suffitanza. Quando questa logica si insinua nella chiesa porta a compromettere la sua unità. Chiesa per Rosmini dunque è unità degli uomini che si forma a mezzo di Cristo. Il feudalesimo con la sua struttura separante e individualista rappresenta una minaccia radicale per la chiesa. 4. VERSO IL CONCILIO VATICANO II Nel corso del XX secolo si svilupparono una serie di spinte rinnovatrici, teoriche e pratiche che contribuirono non poco al mutamento che si registra sia sul piano magisteriale sia su quello teologico. Molti teologi ripensarono la chiesa proprio facendo leva sul concetto di corpo mistico di cristo. Il rinnovamento teologico passò inoltre anche per la riscoperta di altri concetti: es. idea della chiesa quale sacramento radicale, ripristino della nozione di popolo di dio. Si sviluppano prospettive teologiche che impongono un radicale superamento della visione di chiesa societaria, giuridica, apologetica, fortemente centrata sull’autorità gerarchica. PARTE TERZA: CHIESA: PER UNA LETTURA SINTETICA CAPITOLO 1: CHE CSOSA E’ CHIESA 1. MISTERO DELLA CHIESA Il testo Lumen Gentium offre una risposta alla domanda “Che cosa è la chiesa?”: mistero. Ciò non indica il fatto che la chiesa è incomprensibile o momentaneamente inaccessibile alla nostra ragione logica. Con tale parola si designa invece una realtà divina e trascendente, che si rivela e manifesta in qualche modo nel visibile. La chiesa è mistero, nel senso che deve completamente se stessa al mistero per eccellenza che è cristo. Egli è il compimento e insieme la chiave interpretativa del disegno salvifico di dio per l’umanità. Disegno si riassume in lui, il figlio di dio fatto uomo. Con chiesa si deve dunque intendere l’umanità eletta e unificata in cristo, prima della stessa creazione del mondo e al contempo la totalità dei salvati che apparirà alla fine dei tempi, ovvero il fine stesso della storia e dell’intera vicenda umana. La chiesa affonda le sue radici nella volontà salvifica di dio e in quanto tale precede e presiede alla creazione del mondo. La chiesa è il fine della creazione e della storia dell’umanità. Essa è al servizio del mondo. Il suo fine coincide con il fine delle persone che la compongono, ed è in essa soltanto che queste trovano la loro integrale pienezza. È il mondo ad essere destinato a divenire chiesa. Cristo non può essere pensato come il fondatore storico della chiesa, la quale troverebbe la propria garanzia dall’essere stata fondata in un preciso momento della vicenda terrena di Gesù. Egli è piuttosto il fondamento della chiesa. Essa è infatti quella porzione di umanità che crede in Gesù e che trova in lui il suo intimo vivo e perenne radicamento. Egli è tale nel dono dello spirito. La chiesa è una comunità di uomini chiamata a prendere la forma di cristo. La chiesa è realtà umana e divina, storica e trascendente, comunità visibile e invisibile. Come in cristo sono unite, la natura umana e quella divina, in modo analogo anche nella chiesa stanno insieme. La dimensione umana è offerta dall’organismo sociale della chiesa. Essa è al servizio dello spirito di cristo. 2. IL POPOLO DI DIO La chiesa, in quanto soggetto storico, è popolo d dio. Essa è dunque un popolo, come ve ne sono diversi altri nel mondo e nell'arco della storia, sebbene sia di dio, intendendo con cio che il motivo di socializzazione di questo popolo non è rintracciabile, anzitutto, nella volontà dei suoi componenti, ma nell’agire salvifico di dio. La categoria del popolo di dio porta con se diverse virtualità in ordine alla comprensione di che cosa sia chiesa. La chiesa va vista in continuità con il popolo di Israele: non si può dunque ritenere che la chiesa sia la sostituzione di Israele. l’afferazione secondo cui la chiesa è il popolo di dio riesce a richiamare come la storicità sia un elemento strutturante la sua identità. Essa è un popolo e vive immersa nella storia. I cambiamenti che la storicità implica non possono lasciare indenne la chiesa. La chiesa è il popolo messianico: la chiesa appare come una realtà sociale in cui si possono già trovare in maniera incoativa, le ricchezze promesse da dio per i tempi messianici. La dimensione dell’attesa escatologica è qualcosa che caratterizza l’identità di questo popolo, una attesa realmente possibile. L’affermazione secondo cui la chiesa è il popolo di dio comporta il carattere popolare della chiesa. Essa è cioè una realtà sociale aperta a tutti ed è fedele alla sua identità quando si struttura in modo tale da risultare accessibili e vivibile da tutti coloro che intendono aderire con la fede a cristo e al dio che in lui si è manifestato. 3. POPOLO DI DIO NELLA FORMA DEL CORPO DI CRISTO È necessario determinare concretamente che cosa sia sotteso al termine chiesa quando si afferma che la chiesa fa, la chiesa dice o la chiesa ha deciso. Non esiste dubbio che la categoria del popolo di Dio riesca ad esprimere che cosa sia debba intendere per chiesa. Ciò non toglie che una tale categoria possa essere integrata da quella di corpo di Cristo, proprio al fine di meglio determinare l'essenza di questo popolo. Il nuovo popolo di Dio è proprio in forza del corpo di Cristo. Una posizione tra popolo di Dio e corpo di Cristo è fittizia nel momento in cui si intenda esprimere la realtà concreta della chiesa. Infatti la chiesa e il popolo di Dio che vive nella condizione di corpo di Cristo. La chiesa e il popolo di Dio che si realizza in una forma particolare, quella del corpo di Cristo: è dal due nel suo corpo infatti che viene costituita e realizzata come popolo di Dio. Per la realizzazione piena della chiesa è infatti necessaria la celebrazione eucaristica come luogo del rendersi presente del Cristo nel dono nel suo corpo. CAPITOLO 2: IL DOVE DELLA CHIESA 1. PASSI SIGNIFICATIVI I padri conciliari affermano che la principale manifestazione della chiesa si ha nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo di dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima eucarestia, alla medesima preghiera, al medesimo altare. Chiesa è laddove si celebra l’eucaristia presieduta al vescovo in cui partecipa collettivamente tutto il popolo di dio. Per chiesa dunque si debba intendere la chiesa locale. I vescovi sono il principio visibile e il fondamento dell’unità delle loro chiese, formate a immagine della chiesa universale.