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città e urbanizzazione, Appunti di Geografia

Tutte le città sono creazioni artificiali pensate per rispondere a date funzioni economiche, sociali, politiche e in base a queste l’ambiente naturare nel quale si collocano. Non si esclude però un equilibrio ES. Masdar City negli Emirati Arabi Uniti, è una città la cui costruzione è iniziata nel 2008 pensando principalmente alla sostenibilità ambientale. Sarà principalmente pedonale, non sarà consentito l’uso di mezzi a combustione e tutta la città sarà alimentata usando energia rinnovabile (= no inquinamento). Rimane il dubbio sul rispetto della sostenibilità culturale.

Tipologia: Appunti

2016/2017

Caricato il 18/09/2024

Elyssa
Elyssa 🇮🇹

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Scarica città e urbanizzazione e più Appunti in PDF di Geografia solo su Docsity! Città e Urbanizzazione Tutte le città sono creazioni artificiali pensate per rispondere a date funzioni economiche, sociali, politiche e in base a queste l’ambiente naturare nel quale si collocano. Non si esclude però un equilibrio ES. Masdar City negli Emirati Arabi Uniti, è una città la cui costruzione è iniziata nel 2008 pensando principalmente alla sostenibilità ambientale. Sarà principalmente pedonale, non sarà consentito l’uso di mezzi a combustione e tutta la città sarà alimentata usando energia rinnovabile (= no inquinamento). Rimane il dubbio sul rispetto della sostenibilità culturale. 1. Le città sono i motori dell’economia mondiale e i principali centri di interazione sociale. Una città è un insediamento umano esteso e stabile, un'area urbana che si differenzia da un paese o un villaggio per dimensione, densità di popolazione, importanza. Nel neolitico compaiono i villaggi, agglomerati di case, situate vicino a fiumi e coste. Dal villaggio si passerà alle città, differenti tra loro per motivazioni di carattere sociale e politico: Città fortezza (ES. Montsegur in Francia), Città sacre (ES. La Mecca), Città stato indipendenti (ES. polys greche), Città universitarie (ES.Oxford), Città d’Arte (ES. Firenze), ecc… La città è sede di attività economiche in prevalenza extra-agricole e soprattutto terziarie, sede di attività politiche e di attività culturali. Nella pratica corrente si definisce una città in base al numero dei suoi abitanti, ma non vi sono degli standard demografici fissi per definirla (ES in Danimarca le città sono poco popolose quindi bastano poche centinaia di abitanti per fare una città, diversamente da aree più densamente abitate come l’Italia e i Paesi Bassi). Con l’industrializzazione, l’influenza delle città si è ampliata fino alla campagna circostante e ha trasformato le città nucleari (addensamenti urbani i cui confini coincidono con quelli municipali) in città estese (sistemi multicentrici formati da più municipalità vicine). Le città intrattengono con l’esterno scambi di materia, servizi, beni, popolazione, ecc. Questi scambi formano la rete urbana della quale le città costituiscono i nodi. Più lo scambio è intenso più la rete sarà a maglia fitta. Le città estese sono l’odierna dimensione della città e prendono nomi diversi a seconda del tipo di espansione. • Metropoli: in una regione urbana emerge una città nettamente più importante delle altre che funge da centro economico e di coordinamento e che esercita la propria influenza su quel territorio, che con quella città finisce per identificarsi. Parliamo di Area Metropolitana quando l’espansione territoriale del nucleo urbano principale raggiunge i nuclei più piccoli preesistenti, catturandoli e inglobandoli nel proprio tessuto. Si tratta in questo caso di una rete monocentrica, perché i vari nuclei fanno riferimento ad un unico nodo principale. • Conurbazione (rete urbana policentrica): quando più centri si legano, senza che ognuno perda la propria autonomia e identità. Troviamo esempi di questa organizzazione: nelle Midlands in Inghilterra, in Germania nel bacino della Ruhr, in Polonia nel bacino dell’Alta Slesia. • Megalopoli: diverse aree metropolitane si uniscono in un unico ambiente urbano di ampie dimensioni, con una struttura urbana legata e interconnessa. Il termine fu coniato da Gottman nel 1961 per designare la vasta formazione urbana lungo la costa nord-orientale degli USA, la megalopoli Californiana. Altre Megalopoli da ricordare sono la Megalopoli Atlantica (si estende da Boston a Washington D.C e comprende le città di New York, Washington, Baltimora, Filadelfia, Boston), la Megalopoli dei Grandi Laghi (città fra USA e Canada), Megalopoli Brasiliana , Megalopoli Cinese, Megalopoli Giapponese (detta di Tokaido) e la Megalopoli Europea, detta anche Banana Blu, (da Londra alla Pianura Padana). Con grado di urbanizzazione si intende la percentuale di popolazione residente in città. Con tasso di crescita urbana si ci riferisce all’incremento annuo di tale popolazione. Negli ultimi dieci anni si registra un aumento del tasso nei paesi in via di sviluppo, mentre nei paesi più sviluppati si registra un rallentamento (precedentemente accadeva esattamente il contrario). Una prima manifestazione di questa tendenza si ha negli anni ‘70 e prende il nome di controurbanizzazione. Il primo a studiarla fu il geografo Berry che la definì come il passaggio da un una stato di maggiore concentrazione a uno di minor concentrazione, che segnava un’inversione della tendenza che aveva agito ininterrottamente dalla rivoluzione industriale. Altri studiosi affermano che questa inversione è legata alla nuova localizzazione di industrie e servizi nei centri minori, dove la vita è meno costosa e i salari inferiori. La crescita demografica nelle grandi città passa così dal rallentamento alla decrescita= disurbanizzazione. In genere con urbano si indicano gli spazi ristretti in cui si concentra la popolazione, mentre con il termine rurale tutti gli altri spazi che hanno una bassa densità abitativa. Nei paesi più avanzati, l’urbano tende a trasformare il rurale con la dispersione edilizia (sprawl), ossia quando il consumo del suolo a scopo edilizio, supera la crescita di popolazione. si forma una nuova tipologia urbana detta città diffusa. Questa tipologia risponde a certe esigenze individuali, ma a pagarne le spese è la collettività: richiede ingenti investimenti nei servizio (elettrici, idrici, telefoniche, ecc), è poco servita dai mezzi di trasporto pubblici, aumenta l’inquinamento, in suolo ricoperto da asfalto e riduce la socializzazione. Se non controlla la propria crescita, ogni città rischia dispersioni simili. La nascita delle mega città (agglomerati con più di 10 milioni di abitanti) si accompagna al fenomeno dell’urbanizzazione. Se non viene gestita correttamente, si accompagna a disoccupazione, povertà, inquinamento, traffico e baraccopoli. 2. Per funzione di una città si intende un’attività (politica, amministrativa, commerciale) che risponde ad esigenze interne e soprattutto esterne alla città. Più è ampio il raggio d’azione di queste funzioni, maggiore sarà l’importanza della città. Dal punto di vista geografico le funzioni hanno un ruolo duplice: 1) si rivolgono al territorio circostante fornendo servizi e valorizzandone le risorse (attività locali); 2) fanno da tramite tra il territorio circostante e i circuiti internazionali (attività esportatrici). A loro volta le stesse funzioni dipendono dalla capacità della città di porsi come località centrale nella propria area di influenza. Queste relazioni dimostrano l’esistenza di una gerarchia urbana (suddivisione delle località centrali in livelli in base alla funzioni svolte). Walter Christaller negli anni ’30, spiegò la nascita della gerarchia urbana in base alle sue teorie di soglia e portata. La portata esprime la distanza massima che un consumatore è disposto a percorrere per accedere ad determinato servizio. Definisce l’area di mercato del centro urbano. La soglia definisce quali servizi è possibile reperire all’interno di quest’area. Maggiore è la possibilità di reperire beni e servizio specializzati, tanto più elevata sarà la posizione della città nella scala gerarchica. Le attività esportatrici sono la base motrice della città, da queste dipende la crescita e la decrescita della città. ES. la disurbanizzazione che ha colpito le città a partire dagli anni ’70, è stata causata dalla trasformazione del mercato dovuta alla crisi dei singoli settori industriali, che hanno spostato le lori sedi nei centri minori. Questo fenomeno oltre a causare una decrescita della popolazione, ha fatto si che la città si dedicasse principalmente ad attività terziarie che richiedono poco personale. Le Città globali sono città di grandi