Scarica Concorso straordinario TER 2023 legislazione scolastica allegato 1 prova scritta e orale e più Dispense in PDF di Diritto solo su Docsity! LEGISLAZIONE SCOLASTICA STORIA DELLA LEGISLAZIONE SCOLASTICA ITALIANA 1) Art. 3-33-34 Costituzione 2) Legge Casati 3) Legge Coppino 4) Legge Orlando 5) Legge Daneo-Credaro 6) Riforma Gentile 7) Legge n.59/1997 Legge Bassanini e DPR n.275/99 8) Cos’è il PNSD e quando viene introdotto 9) Quanti sono gli articoli della legge 107/2015? 10) Quanti sono i D.lgs della legge 107/2015? 11) Legge 53/2003 (riforma moratti): punti salienti 12) D.lgs n.76/2005, diritto-dovere all’istruzione 13) D.M. n.139/2007, adempimento obbligo di istruzione 14) Cos’è il Piano nazionale scuola digitale 15) La riforma Gelmini, L. n.169/2008 16)D.P.R. n.89/2009 Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo, didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo 17) D.P.R. n. 87/2010 Revisione percorsi professionali 18) Qual è la differenza tra istituti professionali e istituti di istruzione professionale regionale 19) Che cos’è il PFI Progetto formativo individuale 20)D.P.R. n.88/2010 Revisione istituti tecnici 21) D.P.R. n.89/2010 Revisione Licei 22) Cosa sono gli ITS? 23) Indicazioni Nazionali per il curricolo scuola dell’infanzia e primo ciclo DM n.254/2012 24) Indicazioni Nazionali 2018 25) La riforma Buona scuola L.107/2015 26)D.lgs n.60/2017 Promozione della cultura umanistica e sostegno alla creatività 27) L.92/2019 Introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica LEGISLAZIONE SCOLASTICA 28)D.lgs n.61/2017 Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale 29)D.lgs n.63/2017 Effettività del diritto allo studio attraverso la definizione delle prestazioni 30)D.lgs n.64/2017 Disciplina della scuola italiana all’estero 31) Normativa sull’alternanza-scuola lavoro 32) D.lgs n.62/2017 Sistema integrato 0-6 33) Cos’è lo statuto delle studentesse e degli studenti? 34) Cos’è il patto educativo di corresponsabilità? 35) Cos’è il curriculum dello studente nella scuola secondaria di II grado? VALUTAZIONE 1) Cos’è la certificazione delle competenze e quando viene fatta? 2) Quali sono le due norme principali sulla valutazione scolastica? 3) Come funziona la valutazione degli alunni in ospedale? 4) Il Sistema nazionale di valutazione: normativa di riferimento e composizione 5) Cos’è l’invalsi e funzioni 6) Cos’è l’indire e funzioni 7) Cos’è il contingente ispettivo e funzioni 8) In cosa consiste il sistema di valutazione delle scuole 9) D.lgs n.62/2017 Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esame di stato 10) DM n.741/2017 Esami di stato conclusivi del I ciclo 11) DM n.742/2017 Certificazione delle competenze al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione 12) DM n. 5/2021 Esami integrativi ed esami di idoneità nei percorsi del sistema nazionale di istruzione GOVERNANCE 1) Riferimenti legislativi Governance scolastica e composizione 2) Consigli di intersezione, di classe e di interclasse 3) Collegio dei docenti 4) Consiglio di circolo o d'istituto LEGISLAZIONE SCOLASTICA - L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. - I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. - La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. Questi articoli sanciscono il diritto all'istruzione come principio fondamentale della Repubblica italiana, garantendo la libertà di insegnamento, il pluralismo scolastico e l'obbligo di istruzione gratuita per almeno 8 anni, oltre al diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi anche per i capaci e meritevoli privi di mezzi. 2) Legge Casati (1859) In Italia l'obbligo scolastico fu imposto, per la prima volta, con la legge Casati del 13 novembre 1859, n. 3725, che articolava l'istruzione elementare, gratuita, in due gradi, inferiore e superiore, ciascuno della durata di due anni. La gestione delle scuole era delegata ai comuni. L'obbligo scolastico, tuttavia, riguardava soltanto il primo grado, quello in cui s'insegnava a leggere, scrivere, far di conto e religione. La legge Casati prevedeva anche l'obbligo dell'istituzione di una scuola elementare superiore nei comuni con più di 4000 abitanti e nelle città che avevano istituti d'istruzione media. La legge Casati si collocava nel contesto sociale della seconda metà dell'ottocento, caratterizzato da un diffuso analfabetismo, e fu considerato un vero e proprio codice dell'istruzione che regolava tutta la materia.per la prima volta si affronta il problema dell'educazione, in particolar modo quelle dell'educazione primaria. LEGISLAZIONE SCOLASTICA 3) Legge Coppino (1877) Con la legge Coppino del 15 luglio 1877 n. 3961, fu ribadito l'obbligo scolastico relativamente al primo grado della scuola elementare, la cui durata fu aumentata da due a tre anni. Il corso elementare completo diventava, così, di cinque anni. Si accedeva al secondo grado per mezzo di un esame. Con la legge Coppino L'obbligo di istruzione passò fino all'età di nove anni terza elementare. Il vero nodo cruciale della legge era tuttavia costituito dall'impostazione laica dell'insegnamento: infatti tale norma, ispirata alla volontà democratica delle forze politica allora al governo, proponeva l'abolizione dell'insegnamento religioso, sostituito dallo studio delle prime nozioni sui doveri dell'uomo del cittadino (Educazione civica). 4) Legge Orlando (1904) La legge Orlando del 1904 (l. 8 luglio 1904, n. 407), estese l'obbligo scolastico fino al dodicesimo anno d'età, riducendo di nuovo a quattro anni la scuola elementare, ma istituendo il V e VI anno nei comuni con più di 4000 abitanti. Dove previsti, il V e il VI anno costituivano il corso popolare. In tale situazione, dopo il quarto anno delle elementari, con un esame, si poteva accedere alle scuole secondarie, mentre gli alunni che non intendevano continuare gli studi potevano seguire il corso popolare. LEGISLAZIONE SCOLASTICA 5) Legge Daneo-Credaro (1911) La scuola elementare diventa un servizio statale. 6) Riforma Gentile (1923) Dopo la prima guerra mondiale lo Stato si impegnò a fornire un assetto organico a sistema scolastico, riesaminando le norme in vigore e rimuovendo quanto di improduttivo sussiste per questo motivo Il ministro gentile propose una riforma che ricalcava l'ideologia fascista imperante in Italia.Le caratteristiche furono: - Estensione dell'obbligo scolastico fino a 14 anni, con un corso elementare della durata di cinque anni e un corso di avviamento professionale della durata di tre anni; - Istituzione di scuole speciali per handicappati sensoriali della vista dell'udito; - Disciplina di tutti i tipi di istituzioni scolastiche tra parentesi statali, private, parificate) - Riformulazione di tutti i programmi scolastici e reintroduzione della religione della scuola elementare; - Istituzione del liceo scientifico, dell'Istituto magistrale e dell'esame di maturità per l'accesso all'università; - Insegnamento obbligatorio della religione cattolica - Istituzione dell'Istituto magistrale per la preparazione dei maestri elementari. Tuttavia il sistema scolastico formulato da gentile conservava ancora una concezione aristocratica ed elitaria della cultura dell'educazione: infatti la scuola superiore era riservata a pochi privilegiati, ovvero i migliori per scienze per classe sociale.alle classi più modeste e meno abbienti era invece riservata all'educazione al lavoro. 7) Legge n.59/1997 Legge Bassanini Con la legge Bassanini si realizzò una radicale riforma del sistema amministrativo volta a creare amministrazione più efficienti: l'obiettivo aveva due scopi la semplificazione amministrativa e il federalismo amministrativo.infatti fu introdotto per la prima volta il principio di sussidiarietà già presente nella normativa LEGISLAZIONE SCOLASTICA • Autonomia finanziaria (vedi D.I. 44/2001): • Autonomia di associarsi in rete (art.7): Le istituzioni scolastiche possono promuovere aderire ad accordi, dando vita a reti di scuole per il raggiungimento alle proprie finalità istituzionali, sia per attività didattica sia per ricerca, sperimentazione sviluppo, formazione aggiornamento, ed anche per migliorare l'amministrazione la contabilità. Esse possono: stipulare convenzioni con università statali o private, con istituzioni enti associazioni o agenzie del territorio; promuovere partecipare, su progetti determinati, da accordi e convenzioni per il coordinamento di attività di comune interesse di più scuole; per assolvere compiti istituzionali coerente col piano triennale l'offerta formativa. • Curricolo dell’autonomia (artt. 8-11); • Sperimentazione dell’autonomia e scambio di esperienze (artt. 12, 13); • Attribuzione, ripartizione e coordinamento delle funzioni (artt. 14-16). → Legge Costituzionale n.3/2001: La legge costituzionale 3/2001 è una legge che ha apportato significative modifiche alla Costituzione della Repubblica Italiana, in particolare al Titolo V (art.117), che riguarda le Regioni, le Province e i Comuni. È stata approvata il 18 ottobre 2001, e il suo scopo principale era quello di riformare l’assetto istituzionale e amministrativo del paese, decentralizzazione poteri e competenze dallo Stato centrale agli enti locali. La legge ha ridisegnato la ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni, introducendo un elenco dettagliato di materie di competenza esclusiva dello Stato, competenza concorrente (dove sia lo Stato che le Regioni possono legiferare, ma la normativa regionale deve rispettare i principi fondamentali stabiliti dalla legge dello Stato), e competenza residuale delle Regioni (tutte le materie non espressamente riservate allo Stato). In particolare, per quanto riguarda le competenze esclusive dello Stato, rientrano: - le norme generali sull’istruzione, - i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) riguardanti i diritti civili e sociali, - individuazione dei principi fondamentali cui deve ispirarsi la potestà legislativa concorrente. Le competenze esclusive delle Regioni sono: LEGISLAZIONE SCOLASTICA - legiferare in merito al sistema di istruzione e formazione professionale, nel rispetto dei limiti stabiliti da legge nazionale; - competenze legislative concorrenti delle Regioni in materia di istruzione. 8) Cos’è il PNSD e quando viene introdotto Il PNSD è stato introdotto con la legge 107/2015 e ha lo scopo di superare l’analfabetismo informatico degli ultimi anni introducendo innovazioni didattiche e tecnologie nelle nostre scuole. E’ formato da 35 azioni. 9) Quanti sono gli articoli della legge 107/2015? 1 articolo e 212 commi 10) Quanti sono i D.lgs della legge 107/2015? I decreti legislativi sono 8 11) Legge 53/2003 (riforma moratti): punti salienti La Legge 28 marzo 2003, n. 53, nota come Legge Moratti, ha introdotto diverse modifiche significative nel sistema educativo italiano. Ecco i punti salienti di questa legge: - Riforma del Sistema Scolastico: La legge ha ridisegnato la struttura del sistema educativo, suddividendolo in un ciclo primario di 7 anni (5 anni di scuola primaria e 2 anni di scuola secondaria di primo grado) e un ciclo secondario di 5 anni (scuola secondaria di secondo grado). - Insegnamento della Lingua Inglese: Introduzione dell’insegnamento obbligatorio della lingua inglese a partire dalla scuola primaria. - Introduzione del Tutor: Ogni studente ha avuto un tutor, una figura di riferimento per l’orientamento e il supporto educativo durante il percorso scolastico. LEGISLAZIONE SCOLASTICA - Alternanza Scuola-Lavoro: Rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro, integrando esperienze lavorative nei percorsi formativi degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. - Valutazione e Autovalutazione delle Scuole: Introduzione di sistemi di valutazione esterna e interna per migliorare la qualità dell’istruzione, con la partecipazione di enti come l’INVALSI. - Personalizzazione dei Piani di Studio: Promozione della personalizzazione dei piani di studio, consentendo agli studenti di scegliere parte del loro percorso formativo in base a interessi e attitudini personali. - Sostegno agli Studenti con Bisogni Educativi Speciali: Potenziamento delle misure di supporto per studenti con bisogni educativi speciali, includendo strumenti didattici personalizzati e assistenza specifica. - Informatizzazione e Innovazione Tecnologica: Incentivazione dell’uso delle tecnologie informatiche e digitali nella didattica, per migliorare le competenze digitali degli studenti e innovare i metodi di insegnamento. 12) D.lgs n.76/2005, diritto-dovere all’istruzione Il Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 76, è uno dei decreti attuativi della Legge 28 marzo 2003, n. 53 (nota come Legge Moratti). Questo decreto si concentra specificamente sull’obbligo di istruzione e formazione fino al diciottesimo anno di età e sulla regolamentazione dell’apprendistato. Il decreto stabilisce che l’obbligo di istruzione e formazione deve essere assolto entro il diciottesimo anno di età. Questo obbligo può essere adempiuto attraverso diversi percorsi: • Frequenza della scuola secondaria superiore (licei, istituti tecnici, istituti professionali); • Formazione professionale tramite corsi specifici organizzati dalle Regioni; • Alternanza scuola-lavoro, che combina periodi di studio con esperienze lavorative; LEGISLAZIONE SCOLASTICA Al termine del percorso di istruzione obbligatoria, viene rilasciata una certificazione delle competenze acquisite dagli studenti. Questa certificazione è importante per il riconoscimento del percorso formativo e per l’accesso a ulteriori livelli di istruzione e formazione. Le competenze sono riferite a quattro assi culturali che sono: asse dei linguaggi, asse matematico, asse scientifico tecnologico, asse storico sociale. 14) Cos’è il Piano nazionale scuola digitale Il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) è un’iniziativa del Ministero dell’Istruzione italiano, lanciata nel 2015 (in seguito alla legge 107/2015) , con l’obiettivo di innovare il sistema scolastico italiano attraverso l’integrazione delle tecnologie digitali nei processi educativi. Il PNSD si basa su tre assi principali: strumenti, competenze e contenuti, e formazione ed è formato da 35 azioni. Gli obiettivi principali sono: Infrastrutture e Strumenti: Il PNSD mira a fornire alle scuole infrastrutture adeguate, come connessioni internet ad alta velocità e dispositivi tecnologici (tablet, computer, LIM). L’obiettivo è creare ambienti di apprendimento innovativi e flessibili; Competenze e Contenuti: Il piano promuove lo sviluppo di competenze digitali tra studenti e docenti. Questo include l’alfabetizzazione digitale di base, competenze avanzate nell’uso delle tecnologie e l’integrazione delle competenze digitali in tutte le discipline; Formazione del Personale Scolastico: Uno degli aspetti fondamentali del PNSD è la formazione continua del personale scolastico. Ciò include corsi di aggiornamento e formazione per insegnanti e dirigenti scolastici, per garantire la capacità di utilizzare efficacemente le tecnologie digitali nell’insegnamento e nella gestione scolastica. Tra le azioni iniziative principali troviamo: Biblioteche Scolastiche Digitali: Creazione di biblioteche scolastiche digitali per favorire l’accesso a risorse digitali e materiali didattici innovativi. Animatori Digitali: In ogni scuola è stato designato un animatore digitale, un docente con il compito di promuovere l’innovazione digitale e coordinare le attività del PNSD. Laboratori Innovativi: Finanziamento di laboratori di fabbricazione digitale (FabLab), spazi di coding, robotica educativa e altre iniziative che stimolano la creatività e l’innovazione. Didattica per Ambienti di Apprendimento: Promozione di nuovi modelli didattici che integrano LEGISLAZIONE SCOLASTICA tecnologie digitali, come la didattica per ambienti di apprendimento, che supera la tradizionale divisione tra aula e laboratorio. Scuole in Rete: Creazione di reti di scuole che collaborano per condividere esperienze, risorse e buone pratiche nell’ambito dell’innovazione digitale. 15) La riforma Gelmini, L. n.169/2008 La Riforma Gelmini (L.169/2008) ha interessato anche il sistema scolastico italiano con una serie di provvedimenti attuati tra il 2008 e il 2010. Ecco i punti salienti delle riforme riguardanti la scuola: Organizzazione Didattica e Oraria: - Scuola Primaria: Reintroduzione del maestro unico prevalente, riducendo il numero di insegnanti per classe. - Scuola Secondaria di Primo Grado (Scuole Medie): Riduzione dell’orario scolastico settimanale da 33 a 30 ore. - Scuola Secondaria di Secondo Grado (Scuole Superiori): Revisione e riduzione degli indirizzi di studio, con la razionalizzazione delle ore di lezione settimanali. Classi e offerta formativa: massimo 20 studenti per classe quando sono presenti disabili Riforma dei Cicli Scolastici: Revisione dei cicli scolastici per armonizzare il sistema educativo italiano con quello europeo. Introduzione del Voto in Condotta: Reintroduzione del voto in condotta, il cui comportamento influisce sulla promozione degli studenti. Introduzione dell’insegnamento di Cittadinanza: Storico geografica e storico sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Introduzione TFA per la formazione degli insegnanti Valutazione del comportamento degli studenti: La valutazione del comportamento è effettuata mediante l'attribuzione di un voto numerico espressa in decimi; la votazione sul comportamento attribuita con leggermente al consiglio di classe concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina se inferiore a sei decimi la non ammissione successivo anno di corso. LEGISLAZIONE SCOLASTICA 16)D.P.R. n.89/2009 Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo, didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo Questo decreto è parte delle riforme scolastiche intraprese durante il governo di Silvio Berlusconi sotto il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) guidato da Mariastella Gelmini. - Organizzazione della scuola dell’infanzia: • Conferma la durata triennale della scuola dell’infanzia, aperta ai bambini dai 3 ai 6 anni. • Stabilisce che il calendario scolastico deve essere organizzato in modo da consentire la frequenza per almeno 875 ore annue. • Introduce la possibilità di anticipare l’iscrizione dei bambini che compiono i tre anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento - Scuola primaria: • Introduce il maestro unico prevalente, riducendo il numero di insegnanti per classe. • Definisce l’orario delle lezioni, che può variare da 24 a 40 ore settimanali. • La riforma mira a semplificare e razionalizzare l’organizzazione scolastica, puntando su un modello educativo più stabile e continuativo per gli alunni. - Scuola secondaria di primo grado: • Viene confermata la durata triennale della scuola secondaria di primo grado. • L’orario settimanale è fissato a 29 o 30 ore, con una possibilità di estensione fino a 36 ore in caso di tempo prolungato. • Introduzione di nuovi programmi e piani di studio, con un’enfasi particolare sulla continuità educativa tra scuola primaria e secondaria. - Insegnamento di Cittadinanza e Costituzione: • Viene introdotto l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” con l’obiettivo di educare gli studenti ai valori della Costituzione italiana e al funzionamento delle istituzioni democratiche. LEGISLAZIONE SCOLASTICA ● al cambiamento del sistema economico che richiede profili “sempre meno di esecutori [...] e sempre più di persone capaci di visione, cooperazione, apertura e intraprendenza”. A tal fine, “l’operazione culturale” promossa dal D.Lgs. 61/2017 mira a: 1. l’integrazione tra contesti di apprendimento formali e non formali, in una prospettiva di scuola dell’innovazione e del lavoro capace di “educare al e attraverso il lavoro” (anticipazione dei PCTO al secondo anno) 2. l’attivazione e l’ingaggio diretto degli studenti, tramite la valorizzazione delle loro attitudini e vocazioni, il soddisfacimento dei loro bisogni formativi e la promozione di “crescenti livelli di autonomia e responsabilità”, affinché possano “diventare realmente responsabili del proprio cammino personale, assumendosi (progressivamente) il rischio della propria libertà di azione” 3. lo sviluppo di una prospettiva co-educativa da parte dei docenti con l’adozione di metodologie didattiche capaci di promuovere “l’espressione di tutte le tipologie di intelligenza degli studenti” (metodologie induttive e non solo logico-deduttive) Il nuovo ordinamento prevede 11 indirizzi di studio, ciascuno caratterizzato da un profilo unitario in uscita che consente “ampi spazi di declinazione e di personalizzazione in relazione alle vocazioni della scuola e del territorio”. Nuovo quadro orario: Inoltre vengono introdotti i periodi didattici, in merito alla possibilità di superare nel biennio la classica struttura “insegnamento/quadro orario settimanale/monte LEGISLAZIONE SCOLASTICA ore annuale”, con un’articolazione flessibile e personalizzata dei percorsi in periodi didattici, attraverso: - la rimodulazione dei quadri orari, - la variazione dell’organizzazione oraria in diversi periodi dell’anno, - la progettazione per unità di apprendimento (UdA), - la personalizzazione educativa che si concretizza nel P.F.I. definito per ciascuno studente e che si realizza con varie modalità quali classi aperte, gruppi omogenei per livello o per interesse… La quota di autonomia: La nuova istruzione professionale si avvale della quota di autonomia e degli spazi di flessibilità per proporre percorsi formativi in grado di “rispondere alla molteplicità di interessi e vocazioni degli studenti” e di soddisfare i fabbisogni lavorativi del territorio. La quota di autonomia del curricolo, pari al 20% dell’orario complessivo del biennio e del successivo triennio, può essere utilizzata per: - ridurre una parte del monte ore di uno o più insegnamenti a favore del potenziamento di altri insegnamenti obbligatori, in particolare per le attività di laboratorio; - per l'introduzione di insegnamenti scelti autonomamente dalle istituzioni scolastiche. Gli spazi di flessibilità, pari al 40% del monte ore complessivo del terzo, quarto e quinto anno, sono utili alla declinazione dei percorsi formativi specifici, poiché consentono di rimodulare il quadro orario del triennio tramite: - la scelta del monte ore da assegnare a ciascun insegnamento nei limiti dell’intervallo proposto nei quadri dell’Allegato 3 del Regolamento, - l’attivazione o meno degli insegnamenti che presentano un minimo di 0 ore VINCOLI DA RISPETTARE: - Quote orarie totali attribuite all'area generale e all'area di indirizzo - AREA GENERALE: NO diminuzione superiore al 20% del monte ore previsto per ciascun insegnamento e attività; - AREA DI INDIRIZZO: garantire inserimento del monte ore minimo previsto per ciascun insegnamento e attività; - operare nei limiti delle dotazioni organiche assegnate senza determinare esuberi di personale. LEGISLAZIONE SCOLASTICA 18) Qual è la differenza tra istituti professionali e istituti di istruzione professionale regionale Gli istituti professionali statali e il sistema di istruzione e formazione professionale regionale (IeFP) rappresentano due percorsi distinti all’interno del sistema educativo italiano, entrambi orientati a fornire competenze professionali, ma con differenze significative in termini di struttura, gestione e finalità. Ecco una panoramica delle principali differenze tra questi due percorsi: Istituti Professionali Statali Gestione e amministrazione: • Gli istituti professionali sono gestiti dal Ministero dell’Istruzione (MIUR). • Seguono un curriculum nazionale stabilito dal MIUR, con linee guida uniformi per tutto il territorio italiano. Struttura dei percorsi: • I percorsi di studio sono articolati in un quinquennio: un primo biennio comune, un secondo biennio di specializzazione e un quinto anno conclusivo. • Al termine del percorso quinquennale, gli studenti conseguono il diploma di istruzione professionale, che permette l’accesso all’università, agli Istituti Tecnici Superiori (ITS), e al mondo del lavoro. Quadro orario: • Il quadro orario prevede un mix di discipline di base (italiano, matematica, storia, ecc.) e discipline professionalizzanti specifiche dell’indirizzo scelto. • Gli studenti partecipano a periodi di alternanza scuola-lavoro, stage e tirocini. Finalità: • Mira a fornire una formazione professionale di livello medio-alto, con una forte componente teorica e pratica. • Prepara gli studenti sia per l’ingresso diretto nel mondo del lavoro sia per il proseguimento degli studi. Sistema di Istruzione e Formazione Professionale Regionale (IeFP) LEGISLAZIONE SCOLASTICA Il Progetto Formativo Individuale (PFI) è un documento personalizzato che definisce il percorso formativo di ciascuno studente in base alle sue caratteristiche, interessi, potenzialità e aspirazioni professionali. Questo progetto è elaborato all’inizio del percorso di studi e viene aggiornato periodicamente per riflettere i progressi e le eventuali necessità di modifica del piano di studi. E’ stato introdotto dal D.lgs n.61/2017 che ha riformato gli istituti professionali. Ha il fine di motivare e orientare la studentessa e lo studente nella progressiva costruzione del proprio percorso formativo e lavorativo, di supportare per migliorare il successo formativo e di accompagnarli negli eventuali passaggi tra i sistemi formativi di cui all’art. 8 del d.lgs. n. 61/2017, con l’assistenza di un tutor individuato all’interno del Consiglio di classe. Il tutor redige la bozza di PFI da sottoporre al Consiglio di classe entro il 31 gennaio del primo anno di frequenza. La bozza è redatta in seguito a una fase istruttoria, che vede coinvolti lo studente con la propria famiglia, sulla base di un Bilancio personale iniziale, in cui vengono raccolte le certificazioni documentabili, evidenziate le conoscenze e le competenze acquisite dallo studente anche in modo non formale e informale e rilevati i talenti, le vocazioni, le potenzialità, le carenze. Grazie a questo Bilancio personale iniziale, vengono riconosciuti i bisogni formativi di ciascun allievo e i suoi obiettivi individuali. Questo progetto didatti- co è personale, poiché mira a valorizzare ciascuno studente, fornendogli le migliori op- portunità. Il PFI viene deliberato dal Consiglio e verificato alla fine di ciascun anno scolastico per valutare il raggiungimento degli obiettivi prefissati o l’eventuale necessità di revisione. In tal senso, il decreto precisa che: «al termine del primo anno deve essere effettuata una valutazione intermedia concernente i risultati delle Unità di Apprendimento inserite nel PFI. A seguito della valutazione, il Consiglio di classe comunica allo studente le carenze riscontrate ai fini della revisione del PFI e della definizione delle relative misure di recupero, sostegno ed eventuale ri-orientamento da effettuare. Al termine del biennio si rilascia il certificato delle competenze acquisite». Il tutor accompagna lo studente nel suo percorso didattico, redige il bilancio iniziale, monitora l’andamento del progetto, orienta ed eventualmente ri-orienta lo studente, coinvolgendo lui e la LEGISLAZIONE SCOLASTICA sua famiglia nel processo di valutazione; avanza proposte per la personalizzazione e svolge la funzione di tutor scolastico anche in relazione ai Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. 20)D.P.R. n.88/2010 Revisione istituti tecnici Il Decreto del Presidente della Repubblica (D.P.R.) n. 88 del 15 marzo 2010 è una normativa italiana che riforma gli istituti tecnici. Questa riforma è parte di un più LEGISLAZIONE SCOLASTICA ampio intervento di revisione del sistema educativo secondario superiore in Italia, promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) sotto la guida di Mariastella Gelmini durante il governo di Silvio Berlusconi. → Riorganizzazione degli Istituti Tecnici: • Gli istituti tecnici sono stati riorganizzati in due settori principali: il settore economico e il settore tecnologico. • All’interno di questi due settori sono stati definiti specifici indirizzi di studio, ciascuno con un proprio profilo educativo, culturale e professionale. → Settore Economico: • Il settore economico comprende due indirizzi: • Amministrazione, Finanza e Marketing • Turismo → Settore Tecnologico: • Il settore tecnologico comprende diversi indirizzi, tra cui: • Meccanica, Meccatronica ed Energia • Trasporti e Logistica • Elettronica ed Elettrotecnica • Informatica e Telecomunicazioni • Grafica e Comunicazione • Chimica, Materiali e Biotecnologie • Sistema Moda • Agraria, Agroalimentare e Agroindustria • Costruzioni, Ambiente e Territorio → Struttura dei Percorsi di Studio: • I percorsi di studio degli istituti tecnici sono articolati in un primo biennio, un secondo biennio e un quinto anno. • Il primo biennio è finalizzato al consolidamento delle competenze di base e all’orientamento degli studenti verso il percorso più idoneo. • Il secondo biennio e il quinto anno sono focalizzati sullo sviluppo delle competenze tecniche e professionali specifiche dell’indirizzo scelto. → Quadro Orario: LEGISLAZIONE SCOLASTICA • Il decreto promuove l’adozione di metodologie didattiche innovative, come l’apprendimento basato su progetti, il lavoro di gruppo e l’uso delle tecnologie digitali. • Sono incentivati i collegamenti con il mondo del lavoro e con le istituzioni culturali e scientifiche, per offrire agli studenti esperienze formative integrate. 22) Cosa sono gli ITS? Gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post-diploma che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore. Offrono una Formazione post-diploma professionalizzante ● Offrono percorsi di studi professionalizzanti come alternativa all'università. ● Durano solitamente 2 anni (4-6 semestri) per un totale di almeno 1800 ore, con almeno il 35% svolto in azienda. ● Rilasciano il "Diploma Statale di Tecnico Superiore" riconosciuto a livello nazionale ed europeo. Forte legame con il mondo del lavoro ● Sono organizzati in collaborazione con aziende, università e centri di ricerca. ● Almeno il 50% dei docenti proviene dal mondo del lavoro. ● Mirano a formare figure professionali richieste dalle imprese in settori strategici come industria 4.0, ICT, design, ecc. Accessibilità ● Sono rivolti principalmente a studenti appena diplomati, ma anche a giovani con diploma che vogliono una formazione professionalizzante. ● Sono presenti in diverse regioni italiane, con la maggior concentrazione in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. La riforma è stata approvata ed è contenuta nella legge n. 99 del 15 luglio 2022, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 173 del 26 luglio 2022. Alcune delle principali novità introdotte dalla riforma: LEGISLAZIONE SCOLASTICA - Modifica della denominazione degli istituti tecnici superiori in Istituti tecnologici superiori (ITS Academy) - Introduzione di percorsi quadriennali più due ulteriori annualità negli ITS Academy (modello 4+2) - Suddivisione dei percorsi ITS in due livelli, a seconda del quadro europeo delle qualifiche (EQF): quelli di quinto livello EQF di durata biennale e quelli di sesto livello EQF di durata triennale - Rafforzamento dei raccordi tra gli ITS Academy e il sistema universitario e AFAM - Ridefinizione della governance delle fondazioni ITS Academy, con il Presidente di norma espressione delle imprese - Istituzione di un fondo ad hoc destinato a finanziare i percorsi formativi, secondo una logica di programmazione triennale - Aumento del numero delle aree tecnologiche in cui vengono racchiusi i percorsi degli ITS Academy, passando da 6 a 10 aree La riforma, approvata nel 2022, è entrata in vigore nell'anno scolastico 2023-2024 e prevede una fase transitoria di tre anni 23) Indicazioni Nazionali per il curricolo scuola dell’infanzia e primo ciclo DM n.254/2012 Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione sono state emanate con il D.M. 254 del 16 novembre 2012 e sono entrate in vigore a partire da quell'anno. Esse sostituiscono le precedenti Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati (D.lgs. 59/2004) e le Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione (DM 31 luglio 2007). → Differenze principali: - Continuità del percorso didattico: ● Le Indicazioni del 2007 si concentrano sulla continuità del percorso di apprendimento dai 3 ai 14 anni, cercando di mantenere una coerenza tra le diverse fasi dell'istruzione primaria. LEGISLAZIONE SCOLASTICA ● Le Indicazioni del 2012 continuano a sottolineare la continuità, ma con un maggiore focus sulla coerenza tra le diverse discipline e aree curricolari. - Novità e revisioni: ● Le Indicazioni del 2007 sono state emanate senza una norma primaria o di legge, ma con un semplice decreto ministeriale. Questo ha portato a una certa fragilità giuridica. ● Le Indicazioni del 2012, invece, sono state emanate con un decreto ministeriale (DM 254 del 16 novembre 2012) e hanno incorporato alcune criticità emerse durante l'attuazione delle Indicazioni del 2007. - Approccio pedagogico e didattico: ● Le Indicazioni del 2007 hanno introdotto un nuovo lessico pedagogico, come "curricolo", "gestione della classe", "discipline", "laboratorio", e "ambiente di apprendimento", che ha migliorato la leggibilità e l'adattabilità del testo. ● Le Indicazioni del 2012 hanno mantenuto questo approccio, aggiungendo nuove specifiche per le discipline e migliorando la coerenza tra le diverse aree curricolari. - Consultazione e partecipazione: ● Le Indicazioni del 2007 sono state sottoposte a una consultazione limitata e in tempi ristretti, suscitando critiche per la mancanza di una consultazione più ampia e approfondita. ● Le Indicazioni del 2012 hanno seguito un processo di consultazione più esteso, con diverse bozze sottoposte alla valutazione di scuole, associazioni e altri stakeholder, prima di diventare definitive. - Leggibilità e struttura: ● Le Indicazioni del 2007 sono state considerate più complesse e meno facilmente leggibili, mentre quelle del 2012 hanno migliorato la leggibilità e la struttura del testo, rendendolo più accessibile e comprensibile LEGISLAZIONE SCOLASTICA Le Indicazioni Nazionali e nuovi scenari del 2018 rappresentano una riflessione sulle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione emanate nel 2012. Il documento propone una rilettura delle Indicazioni Nazionali del 2012 attraverso la lente delle competenze di cittadinanza, con un rilancio e un rafforzamento di queste competenze. Le Indicazioni del 2018 si sono adattate ai cambiamenti intervenuti a livello nazionale, europeo e globale, inclusa la variazione di nuove leggi, come la L. 107/15. Il documento identifica come problematico il persistere di un approccio didattico "trasmissivo" e richiede una maggiore autonomia e responsabilità degli studenti. Questo cambiamento è considerato difficile e faticoso, ma necessario per un'istruzione più efficace. Le Indicazioni del 2018 pongono particolare insistenza sugli aspetti di analisi strutturale e sugli eventi storici, con un'attenzione particolare al Novecento e alla storia del Mediterraneo. Tuttavia, la considerazione della storia generale risulta debole, con un indebolimento culturale generale che penalizza la consapevolezza della cittadinanza. Secondo le Indicazioni Nazionali e nuovi scenari del 2018, le principali competenze di cittadinanza che vengono rafforzate sono: → Competenza in materia di cittadinanza ● Le Indicazioni 2018 pongono un forte accento sullo sviluppo della "competenza in materia di cittadinanza", che include la conoscenza dei concetti e dei fenomeni di base riguardanti gli individui, i gruppi, le organizzazioni lavorative, la società, l'economia e la cultura. ● Questa competenza mira a formare cittadini attivi e responsabili, in grado di partecipare pienamente alla vita civica e sociale. → Competenza digitale ● Le Indicazioni 2018 sottolineano l'importanza della "competenza digitale", che comprende l'utilizzo consapevole e responsabile delle tecnologie digitali per l'apprendimento, il lavoro e la partecipazione alla società. ● Questa competenza è fondamentale per affrontare i cambiamenti e le sfide del presente e del futuro. LEGISLAZIONE SCOLASTICA → Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare ● Le Indicazioni 2018 enfatizzano lo sviluppo della "competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare". ● Questa competenza riguarda la capacità di riflettere su sé stessi, di gestire efficacemente il tempo e le informazioni, di lavorare con gli altri in maniera costruttiva. → Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali ● Le Indicazioni 2018 sottolineano l'importanza della "competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali". ● Questa competenza riguarda la comprensione e il rispetto della diversità culturale, nonché l'espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni attraverso varie forme artistiche e culturali. 25) La riforma Buona scuola L.107/2015 La Legge 13 luglio 2015, n. 107, conosciuta anche come “La Buona Scuola,” è una riforma significativa del sistema educativo italiano introdotta durante il governo di Matteo Renzi, con Stefania Giannini come Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ecco i punti salienti della riforma: Autonomia Scolastica - Potenziamento dell’Autonomia: Le scuole sono state dotate di maggiore autonomia organizzativa e didattica, con la possibilità di personalizzare l’offerta formativa in base alle esigenze degli studenti e del territorio. - Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF): Ogni scuola deve predisporre un PTOF, che definisce le linee guida per l’attività didattica e i progetti formativi per un triennio. - Introduzione dell’organico dell’autonomia, formato dai posti comuni, posti di sostegno e posti di potenziamento - Formazione delle reti di scuole Le reti saranno finalizzate alla valorizzazione delle risorse professionali, alla gestione comune di funzione attività amministrative, alla realizzazione di progetto LEGISLAZIONE SCOLASTICA iniziative didattiche, educative, sportive, culturali, l'interesse territoriale. Organizzazione e Personale - Assunzioni e Stabilizzazioni: Piano straordinario di assunzioni per stabilizzare migliaia di insegnanti precari. - Figura del Dirigente Scolastico: Maggiore potere decisionale e gestionale ai dirigenti scolastici, con responsabilità nella valutazione e nella scelta del personale docente. Può conferire incarichi triennali ai docenti assegnati all'ambito territoriale di riferimento, anche tenendo conto delle candidature presentate dagli stessi. Alternanza Scuola-Lavoro - Obbligatorietà: Introduzione dell’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro per gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, con un minimo di 400 ore nei professionali e tecnici e 200 ore nei licei. - Collaborazioni: Coinvolgimento di aziende, enti pubblici e privati, associazioni di volontariato, e istituzioni culturali per la realizzazione dei percorsi di alternanza. - Curriculum dello studente: All'interno del curriculum dello studente, di cui si terrà racconto nel corso del colloquio dell'esame di maturità, vengono raccolte tutte le esperienze maturate dallo studente durante gli studi, nonché le esperienze formative svolte in ambito extra scolastico. Valutazione e Merito - Bonus Docenti: Introduzione di un bonus annuale per i docenti meritevoli, basato su criteri stabiliti dal dirigente scolastico in collaborazione con il comitato di valutazione. - Sistema Nazionale di Valutazione: Rafforzamento del sistema di valutazione delle scuole attraverso l’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione) e il contingente ispettivo. - Modifica comitato di valutazione: formato oltre che dallo stesso dirigente dai docenti, incluso il docente con funzione di tutor. Per altre funzioni al comitato partecipano anche due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo, un rappresentante di studenti è un LEGISLAZIONE SCOLASTICA - Educazione alla Legalità e alla Partecipazione: Promuovere valori di legalità, rispetto del patrimonio culturale e partecipazione democratica. Valutazione e Monitoraggio - Sistema di Valutazione: Introduzione di un sistema di valutazione per monitorare l’efficacia delle iniziative e dei progetti culturali nelle scuole. - Rapporti Annuali: Redazione di rapporti annuali sull’attuazione del decreto e sui risultati ottenuti nelle scuole. Istituzione del Piano delle arti: che mira a promuovere l’educazione alle arti e alla cultura umanistica nelle scuole italiane. Il piano è stato sviluppato per integrare le competenze artistiche e culturali nel curriculum scolastico, migliorando l’accesso degli studenti alle esperienze artistiche e culturali. 27) L.92/2019 Introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica La Legge 20 agosto 2019, n. 92, introduce l’insegnamento obbligatorio dell’educazione civica nelle scuole italiane, a partire dall’anno scolastico 2020/2021. L ’obiettivo è di formare cittadini consapevoli e responsabili, promuovendo valori di cittadinanza, legalità, rispetto delle regole e sostenibilità. L’insegnamento dell’educazione civica diventa una materia obbligatoria in tutte le scuole di ogni ordine e grado, con un minimo di 33 ore annuali dedicate, integrate nel curriculum scolastico. I contenuti dell’educazione civica includono lo studio della Costituzione italiana, delle istituzioni dello Stato, dell’Unione Europea, dei diritti e doveri dei cittadini, l’educazione alla sostenibilità ambientale, all’ecologia e alla tutela del patrimonio ambientale, l’uso responsabile delle tecnologie digitali, la sicurezza online e la protezione dei dati personali, la conoscenza dei diritti umani fondamentali e della loro tutela, e la promozione della cultura della legalità, del rispetto delle leggi e delle norme, della sicurezza stradale e della prevenzione del bullismo. L’insegnamento dell’educazione civica è trasversale, coinvolgendo più insegnanti e discipline, e utilizza metodologie didattiche innovative e partecipative come laboratori, progetti, discussioni in classe e attività pratiche. La disciplina viene valutata in modo specifico, con un voto autonomo riportato nel documento di valutazione degli studenti, e vengono definiti criteri e indicatori di valutazione per misurare le competenze acquisite. LEGISLAZIONE SCOLASTICA Per supportare l’insegnamento dell ’educazione civica, sono previsti programmi di formazione e aggiornamento per i docenti, nonché la fornitura di risorse e materiali didattici. La legge promuove anche un ’alleanza educativa tra scuola, famiglia e comunità locale, con collaborazioni con enti locali, associazioni, istituzioni culturali e organizzazioni non governative. Ogni scuola deve predisporre un piano specifico per l’insegnamento dell’educazione civica, integrato nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), e nominare un coordinatore responsabile dell’attuazione e del coordinamento delle attività. Il Ministero dell’Istruzione monitora l’attuazione della legge e valuta i risultati ottenuti attraverso la raccolta di dati e la redazione di rapporti annuali. 28)D.lgs n.61/2017 Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale Il Decreto Legislativo 61/2017 è una normativa italiana emanata in attuazione della legge 107/2015, meglio conosciuta come la “Buona Scuola”. Questo decreto riguarda specificamente la riforma del sistema dell’istruzione professionale in Italia, con l’obiettivo di rendere il percorso formativo più aderente alle esigenze del mercato del lavoro e migliorare le opportunità di occupazione per gli studenti. - Riorganizzazione dei percorsi di istruzione professionale: • Vengono previsti nuovi indirizzi di studio per l’istruzione professionale, con un focus su competenze pratiche e professionalizzanti. (11 indirizzi invece di 6) • Introduzione di un biennio iniziale comune e di un triennio finale più specializzato. Nel nuovo ordinamento il percorso di IP conferma la sua durata quinquennale e si articola in: ● un biennio dalla struttura unitaria, per “consentire il raggiungimento degli obiettivi fondamentali dell’obbligo di istruzione e creare le basi di una formazione professionalizzante”, in cui gli insegnamenti sono aggregati per assi culturali ai fini di una progettazione didattica interdisciplinare per Unità di apprendimento (UdA) ed è prevista una quota massima di 264 ore da dedicare alla personalizzazione degli apprendimenti e alla realizzazione del PFI. Un’importante novità consiste nella possibilità di anticipare al secondo LEGISLAZIONE SCOLASTICA anno i percorsi per competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO). ● un triennio caratterizzato dalla prevalenza delle ore dell’Area di indirizzo e da una “più incisiva dimensione laboratoriale”, in cui per lo studente sia possibile : - consolidare il livello di istruzione generale e acquisire quelle competenze di indirizzo utili all’inserimento nel mondo lavorativo - specializzarsi in un percorso formativo specifico secondo la declinazione scelta dall’istituto - partecipare ai PCTO, anche in regime di apprendistato - costruire un curriculum personalizzato che dia la possibilità di effettuare i passaggi tra i percorsi di IP e IeFP o di accedere all’esame di qualifica triennale o al diploma quadriennale di IeFP tramite il riconoscimento dei crediti formativi - maturare i crediti funzionali all'acquisizione del certificato di specializzazione tecnica superiore (IFTS) durante il quinto anno • vengono potenziate le ore di laboratorio • prevede la presenza, su tutto il territorio nazionale, di scuole professionali. - Alternanza scuola-lavoro: • Rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro, con la previsione di stage e tirocini come parte integrante del percorso formativo. - Riconoscimento delle competenze: • Introduzione di un sistema per il riconoscimento e la certificazione delle competenze acquisite dagli studenti durante il percorso di istruzione, incluso l’apprendimento non formale e informale. Introduzione PFI (vedi domanda specifica) - Collegamento con il sistema produttivo: • Maggiore coinvolgimento delle imprese e delle realtà produttive locali nella definizione dei percorsi formativi, al fine di assicurare che le competenze acquisite siano pertinenti e richieste dal mercato del lavoro. - Integrazione con l’apprendistato: LEGISLAZIONE SCOLASTICA educativo di qualità per i figli dei cittadini italiani residenti all’estero e per gli stranieri interessati. Organizzazione delle istituzioni scolastiche italiane all’estero: • Le scuole italiane all’estero comprendono scuole statali, paritarie, sezioni italiane in scuole straniere e internazionali, scuole europee e iniziative scolastiche per la diffusione della lingua e della cultura italiana. • La rete delle istituzioni scolastiche italiane all’estero è coordinata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Offerta formativa: • L’offerta formativa delle scuole italiane all’estero è equivalente a quella delle scuole in Italia e tiene conto delle specificità culturali locali. • Le scuole italiane all’estero promuovono la conoscenza della cultura e della lingua del paese ospitante, oltre a quella italiana. Personale scolastico: • Il personale docente e amministrativo delle scuole italiane all’estero è selezionato attraverso procedure specifiche e può essere inviato in servizio all’estero per un periodo determinato. • Sono previste iniziative di formazione e aggiornamento professionale per il personale scolastico operante all’estero. Scambi culturali e collaborazioni internazionali: • Promozione di scambi culturali e collaborazioni tra le scuole italiane all’estero e le istituzioni scolastiche locali e internazionali. • Partecipazione a progetti e programmi educativi europei e internazionali. Certificazioni e riconoscimenti: • Riconoscimento dei titoli di studio rilasciati dalle scuole italiane all’estero, che sono equivalenti a quelli ottenuti in Italia. • Possibilità per gli studenti di ottenere certificazioni linguistiche e culturali riconosciute a livello internazionale. Sostegno finanziario e gestione delle risorse: LEGISLAZIONE SCOLASTICA • Stanziamento di fondi specifici per il funzionamento delle scuole italiane all’estero e per il supporto alle famiglie degli studenti italiani residenti all’estero. • Gestione trasparente e efficiente delle risorse finanziarie destinate alle scuole italiane all’estero. Monitoraggio e valutazione: • Il MAECI, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, è responsabile del monitoraggio e della valutazione dell’efficacia delle scuole italiane all’estero. • Predisposizione di report periodici per valutare la qualità dell’offerta formativa e l’impatto delle iniziative educative. 31) Normativa sull’alternanza-scuola lavoro L’Alternanza scuola-lavoro è una metodologia didattica innovativa istituita dalla Legge n. 53/2003 e disciplinata dal Decreto Legislativo n. 77/2005. Si rivolge agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado, ai quali permette di “alternare” momenti di formazione in aula e in azienda (o altra struttura ospitante). Con il Riordino dell’istruzione del 2° ciclo, messo a regime dal nuovo ordinamento degli istituti professionali, dei tecnici e dei licei (DD.PP.RR. nn. 87-89/2010), l’Alternanza ha compiuto un’ulteriore tappa istituzionale: nei nuovi Regolamenti, è richiamata come metodo sistematico da introdurre nella didattica curricolare dei diversi corsi di studio per avvicinare i giovani al mondo del lavoro, orientarli e promuovere il successo scolastico. Secondo il D.lgs n.77/2005, Gli studenti che hanno compiuto il 15° anno di età possono svolgere l'intera formazione dai 15 ai 18 anni, o parte di essa, attraverso l'alternanza di periodi di studio e lavoro, anche attraverso l’apprendistato. ● Negli istituti tecnici e professionali, i percorsi di alternanza devono avere una durata complessiva di almeno 400 ore nel secondo biennio e nell'ultimo anno. ● Nei licei, la durata minima è di 200 ore nel triennio. La valutazione dei percorsi viene effettuata dall’INVALSI e dal Comitato per il monitoraggio e la valutazione dell’alternanza scuola-lavoro. LEGISLAZIONE SCOLASTICA Vengono nominati dei tutor, uno interno docente e uno esterno. Con la Legge n.107/2015 l’alternanza è stata ulteriormente modificata, l'alternanza scuola-lavoro è diventata obbligatoria per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, inclusi i licei. Questa innovazione è stata introdotta in linea con il principio della "scuola aperta" al mondo esterno, per creare un collegamento tra il sistema dell'istruzione e il mondo del lavoro. I percorsi di alternanza scuola-lavoro sono progettati dalle scuole in modo da essere coerenti con il profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi e con gli obiettivi generali e specifici di apprendimento previsti. ● La progettazione didattica prevede periodi di formazione in aula, seguiti da periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, secondo criteri di gradualità e progressività ● Il periodo in contesti lavorativi è preceduto da un periodo di preparazione in aula, con la partecipazione di esperti esterni, e successivamente accompagnato da momenti di raccordo in aula tra i percorsi disciplinari e l'attività formativa esterna. ● L'alternanza scuola-lavoro mira a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini degli studenti, arricchendo la formazione in linea con il loro piano di studi Successivamente, con il Decreto Interministeriale n. 195 del 2017 è stato emanato il "Regolamento recante la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro" e le modalità di applicazione della normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per gli studenti in alternanza. Questo regolamento indica: - Le modalità di attuazione dei percorsi di alternanza; - I diritti e doveri degli studenti (frequenza per almeno ¾ del monte ore e fare una relazione finale) - Salute e sicurezza - Commissioni territoriali per l’alternanza scuola lavoro, presiedute dal dirigente dell’usr ed è composta da 3 studenti e 2 docenti. LEGISLAZIONE SCOLASTICA Ha definito i livelli essenziali delle prestazioni per i servizi educativi per l'infanzia e ha introdotto nuovi standard strutturali, organizzativi e qualitativi. Ha istituito il Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni, per finanziare il potenziamento e la qualificazione del sistema. Ha previsto il coordinamento tra i servizi educativi per l'infanzia e la scuola dell'infanzia, al fine di garantire la continuità educativa. Ha disciplinato la formazione iniziale e in servizio del personale educativo e docente del sistema integrato 0-6 anni. → Vantaggi del sistema integrato: Per quanto riguarda i tratti essenziali del sistema integrato, come stabilito dal D. Lgs. 65/2017, esso garantisce a tutti i bambini e a tutte le bambine, dalla nascita ai sei anni, pari opportunità di sviluppo delle loro potenzialità, promuovendone sviluppo integrale, autonomia, creatività, relazioni con l’altro e “scoperta del mondo”, apprendimenti, e superando disuguaglianze e barriere. Alla luce di queste premesse, le finalità-chiave del sistema integrato sono così riassumibili: ridurre gli svantaggi sociali, culturali, relazionali, favorendo la partecipazione dei bambini e delle loro famiglie; promuovere la continuità educativa; supportare le famiglie; potenziare accessibilità, diffusione e soprattutto qualità dei servizi; rafforzare i titoli di studio richiesti a educatori e insegnanti, che devono essere di livello universitario e, al contempo, vocazionale; l’importanza centrale di formazione in servizio e coordinamento pedagogico. In sintesi, il Decreto Legislativo 65/2017 ha istituito un nuovo quadro normativo organico per l'educazione e l'istruzione nella fascia 0-6 anni, al fine di qualificare e potenziare i servizi educativi per la prima infanzia in Italia. 33) Cos’è lo statuto delle studentesse e degli studenti? Lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, emanato con il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 24 giugno 1998, n. 249, è un documento fondamentale che stabilisce i diritti e i doveri degli studenti nelle scuole secondarie italiane. Questo statuto è stato successivamente modificato dal DPR 21 novembre 2007, n. 235. Diritti degli Studenti: Diritto all'Istruzione: Gli LEGISLAZIONE SCOLASTICA studenti hanno il diritto di ricevere un'istruzione qualificata e di qualità che promuova lo sviluppo della loro personalità e le loro capacità; Libertà di Espressione: Gli studenti hanno il diritto di esprimere liberamente le proprie idee e opinioni, anche attraverso la partecipazione agli organi collegiali della scuola; Partecipazione: Gli studenti hanno il diritto di partecipare attivamente alla vita scolastica, incluse le attività extracurricolari e i processi decisionali attraverso rappresentanze studentesche. Rispetto della Persona: Gli studenti devono essere trattati con rispetto e dignità, e la scuola deve garantire un ambiente sicuro e accogliente. Informazione e Trasparenza: Gli studenti hanno il diritto di essere informati in modo chiaro e trasparente sulle norme che regolano la vita scolastica, incluse le regole di comportamento e le sanzioni disciplinari. Supporto e Orientamento: Gli studenti hanno diritto a servizi di supporto e orientamento per affrontare le difficoltà scolastiche e per fare scelte consapevoli riguardo al loro percorso educativo e professionale. Doveri degli Studenti: Rispetto delle Regole: Gli studenti devono rispettare le regole della comunità scolastica, collaborare con il personale scolastico e i compagni, e mantenere un comportamento corretto e responsabile. Rispetto delle Persone e delle Cose: Gli studenti devono rispettare le persone, gli ambienti e i materiali scolastici, evitando atti di vandalismo e danneggiamento. Partecipazione Attiva: Gli studenti sono tenuti a partecipare attivamente alle attività didattiche e a contribuire positivamente alla vita scolastica. Studio e Impegno: Gli studenti devono impegnarsi nello studio e nelle attività scolastiche per raggiungere gli obiettivi formativi stabiliti. Disciplina e Sanzioni: Le sanzioni disciplinari devono essere educative e mai punitive. Devono essere proporzionate alla gravità dell'infrazione e devono rispettare la dignità dello studente. Le sanzioni possono variare dalla nota sul registro, alla sospensione dalle lezioni per un periodo limitato, fino all'esclusione dallo scrutinio finale o dagli esami di Stato nei casi più gravi. Garanzie Procedural*: Prima dell'adozione di una sanzione, lo studente ha diritto a essere ascoltato e a difendersi. Le decisioni disciplinari devono essere motivate e comunicate alle famiglie. Ricorsi: È previsto il diritto di ricorso contro le sanzioni disciplinari, da presentare agli organi competenti, come il Consiglio di Classe o il Consiglio di Istituto. LEGISLAZIONE SCOLASTICA 34) Cos’è il patto educativo di corresponsabilità? Il Patto educativo di corresponsabilità è un documento previsto dalla normativa scolastica italiana che stabilisce un accordo tra la scuola, gli studenti e le famiglie, con l'obiettivo di promuovere un'alleanza educativa per migliorare il clima scolastico e favorire il successo formativo degli studenti. Questo patto si fonda sulla condivisione di valori, regole e comportamenti che contribuiscono a creare un ambiente educativo positivo e collaborativo. Il Patto educativo di corresponsabilità è stato introdotto dal Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 21 novembre 2007, n. 235, che modifica e integra il DPR 24 giugno 1998, n. 249 (Statuto delle studentesse e degli studenti). Questo decreto stabilisce che ogni istituzione scolastica deve predisporre un patto educativo di corresponsabilità, da sottoscrivere all'atto dell'iscrizione. Collaborazione e Partecipazione: Promuove una collaborazione attiva tra scuola, famiglie e studenti, favorendo un clima di fiducia e cooperazione. Responsabilizzazione: Responsabilizza tutte le parti coinvolte nel processo educativo, stabilendo chiaramente diritti e doveri. Prevenzione del Disagio: Contribuisce a prevenire situazioni di disagio scolastico e comportamenti problematici, attraverso un approccio condiviso e proattivo. Successo Formativo: Favorisce il successo formativo degli studenti, creando le condizioni per un ambiente educativo positivo e inclusivo. Esso viene firmato in tutti gli ordini di scuola. 35) Cos’è il curriculum dello studente nella scuola secondaria di II grado? Il Curriculum dello Studente è un documento ufficiale introdotto nel sistema educativo italiano per raccogliere e certificare le competenze, le esperienze e i risultati conseguiti dagli studenti durante il loro percorso scolastico e formativo. Questo strumento è stato istituito per fornire una visione completa e integrata del profilo dello studente, utile sia per fini didattici che per l'orientamento e l'ingresso nel mondo del lavoro o dell'istruzione superiore. All’interno del curriculum sono presenti: informazioni anagrafiche, percorso formativo scolastico, esperienze formative extrascolastiche, le competenze acquisite, certificazioni. Il Curriculum dello Studente è stato introdotto dal Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 62, LEGISLAZIONE SCOLASTICA individuati dal medesimo decreto. Gli assi culturali sono: asse dei linguaggi, asse matematico, asse scientifico-tecnologico, asse storico-sociale. 2) Quali sono le due norme principali sulla valutazione scolastica? Le due norme principali sulla valutazione scolastica sono il DPR n.122/2009 attuativo della legge delega n.168/2008 (Riforma Gelmini) e il D.lgs n.66/2017 attuativo della legge 107/2015. 3) Come funziona la valutazione degli alunni in ospedale? La valutazione degli alunni ospedalizzati è regolata da specifiche normative che garantiscono il diritto all'istruzione anche per i bambini e ragazzi che si trovano in ospedale. Queste normative mirano a garantire la continuità educativa e la valutazione degli alunni durante il periodo di degenza. Diritto all’istruzione già sancito dall’articolo 34 della Costituzione. Per gli alunni in ospedale sono state emanate delle specifiche linee guida Linee Guida per l'Istruzione Domiciliare e Ospedaliera (2011): Queste linee guida stabiliscono i criteri e le modalità per garantire la continuità didattica agli alunni che, per motivi di salute, non possono frequentare la scuola per lunghi periodi. È prevista una stretta collaborazione tra la scuola di origine dell'alunno e le strutture sanitarie, compresi gli ospedali. Gli insegnanti ospedalieri lavorano in sinergia con quelli della scuola di provenienza per assicurare la continuità didattica e una valutazione coerente. I docenti che impartiscono i relativi insegnamenti trasmettono alla scuola di provenienza elementi di conoscenza in ordine al percorso formativo individualizzato. Gli stessi docenti effettuano lo scrutinio previa intesa con la scuola di riferimento. Anche le prove conclusive vengono svolte in ospedale se l’alunno è ricoverato. 4) Il Sistema nazionale di valutazione: normativa di riferimento e composizione LEGISLAZIONE SCOLASTICA La necessità di una valutazione scolastica nasce in seguito alla riforma dell'articolo 117 della costituzione che ha sancito il principio di sussidiarietà all'interno dell’amministrazione statale e in particolare ha affidato alla legislazione esclusiva dello Stato: la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e la norma generali sull'istruzione. Sulla base di questo articolo allo Stato compete la verifica sulla fruizione, da parte di tutti cittadini, di tali livelli essenziali delle prestazioni. Per tale motivo nasce il sistema nazionale di valutazione che è stato recentemente modificato dal d.p.r. 80/2013. Tuttavia, la prima norma di riferimento che si è occupata di valutazione è stata il D.lgs 19 novembre 2004 n. 286 che ha istituito il servizio nazionale di valutazione con lo scopo di valutare l'efficienza e l'efficacia del complessivo sistema di istruzione e formazione. Questo provvedimento è stato emanato in attuazione della legge 53 2003 (riforma Moratti). Il sistema Nazionale di valutazione è articolato su tre livelli: invalsi, indire, contingente ispettivo. 5) Cos’è l’invalsi e funzioni L’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione (INVALSI) ha il compito principale di migliorare la qualità dell’istruzione in Italia attraverso diverse attività chiave. La valutazione degli apprendimenti degli studenti è una delle sue principali responsabilità. L’ INVALSI somministra prove standardizzate nazionali in italiano, matematica e inglese agli studenti delle scuole primarie e secondarie. Queste prove vengono utilizzate per misurare le competenze acquisite dagli studenti e per fornire un quadro dettagliato del rendimento scolastico a livello nazionale. L’INVALSI sviluppa le prove standardizzate assicurandosi che siano rigorose e rappresentative delle competenze previste dai curricoli nazionali. I risultati delle prove sono raccolti, analizzati e diffusi per individuare punti di forza e aree di miglioramento nel sistema educativo italiano. Questi dati sono fondamentali per informare le politiche educative e le pratiche didattiche. Oltre alla valutazione degli studenti, l’INVALSI supporta le scuole nei processi di autovalutazione e miglioramento continuo, fornendo strumenti e metodologie per l’analisi dei risultati e la definizione di piani di miglioramento. L’istituto svolge LEGISLAZIONE SCOLASTICA anche attività di ricerca educativa per contribuire alla base di conoscenze necessaria per sviluppare politiche educative efficaci. L’INVALSI partecipa a studi e progetti di valutazione internazionale, come il Program for International Student Assessment (PISA) dell’OCSE, che permettono un confronto tra il sistema educativo italiano e quelli di altri paesi. L’istituto organizza inoltre attività di formazione per i docenti e il personale scolastico per migliorare la capacità di interpretare i risultati delle valutazioni e utilizzarli per il miglioramento didattico. I compiti dell’INVALSI sono regolati da diverse normative, tra cui il Decreto Legislativo 286/2004 (attuativo legge 53/2003) e il Decreto del Presidente della Repubblica 80/2013, che specificano il ruolo dell’istituto all’interno del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV). Questi compiti permettono all’INVALSI di svolgere un ruolo cruciale nel monitoraggio e nel miglioramento della qualità del sistema educativo italiano, contribuendo a garantire che tutti gli studenti abbiano accesso a un’istruzione di qualità. 6) Cos’è l’indire e funzioni L’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE) è uno dei principali enti di ricerca educativa in Italia (il più antico in italia). Articolata in tre nuclei territoriali interregionali: Torino Roma e Napoli. Ha il compito di supportare l’innovazione e il miglioramento del sistema educativo italiano attraverso una serie di attività mirate. INDIRE si occupa della promozione dell’innovazione didattica e organizzativa nelle scuole. Fornisce supporto alle scuole per l’implementazione di nuove metodologie didattiche e per l’adozione di tecnologie educative innovative. L’istituto sviluppa e gestisce progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale, concentrandosi su tematiche come la didattica digitale, l’educazione inclusiva, la formazione dei docenti e l’organizzazione scolastica. Una delle attività principali di INDIRE è la gestione delle piattaforme di formazione e aggiornamento per i docenti. L’istituto offre corsi di formazione online e risorse didattiche per supportare i docenti nella loro crescita professionale continua. Questi corsi coprono una vasta gamma di argomenti, LEGISLAZIONE SCOLASTICA con particolare attenzione a quelli concernenti le prove standardizzate, raggiungimento delle competenze chiave europee di cittadinanza, risultati di senso di tempo; processi messi in atto dalla scuola, in cui si analizzano le pratiche educative e didattiche attuate nella scuola; processo di autovalutazione, cioè i metodi utilizzati per effettuare l’autovalutazione e le persone coinvolte; individuazione delle priorità ossia individuazione dei traguardi che si intendono raggiungere che vanno a confluire nel piano di miglioramento. Tali priorità andranno individuate sul piano di intervento triennale poiché il piano di miglioramento entra a far parte del piano triennale dell'offerta formativa. Il nucleo interno di valutazione elabora il RAV in formato elettronico secondo un quadro di riferimento predisposto dall’Invalsi; sulla base di ciò formula il piano di miglioramento. Il PdM è un documento strategico che definisce gli obiettivi di miglioramento, le azioni da intraprendere, le risorse necessarie e i tempi previsti. Questo piano è monitorato nel tempo per valutare l’efficacia degli interventi e apportare eventuali aggiustamenti. Il modello di piano di miglioramento è proposto da indire e prevede interventi di miglioramento che si collocano su due livelli: quello delle pratiche educative e didattiche e quello delle pratiche gestionali ed organizzative. Il modello è formato da quattro sezioni: Scegliere gli obiettivi del processo più utili alla luce delle priorità individuate, decidere le azioni più opportune, pianificare gli obiettivi di processi individuati, valutare condividere diffondere i risultati alla luce del lavoro svolto dal nucleo di valutazione. La seconda fase è la valutazione esterna, condotta da team di ispettori scolastici e esperti. Questa fase include visite alle scuole per verificare e approfondire le informazioni contenute nel RAV. Gli ispettori osservano le lezioni, intervistano il personale scolastico e gli studenti, e analizzano documenti e dati aggiuntivi. L’obiettivo è fornire un’analisi oggettiva e completa della qualità educativa offerta dalla scuola. Il nucleo esterno di valutazione elabora il Rapporto esterno di valutazione che va a confluire nel PDM. L’ultima fase è quella della rendicontazione sociale, ossia Pubblicazione dei risultati raggiunti da parte delle istituzioni scolastiche dopo l'approvazione del consiglio di classe; È fatta tramite indicatori di dati comparabili, trasparenza, condivisione e promozione al miglioramento. Questo processo consente alle scuole di comunicare i propri risultati, i progressi fatti, e le eventuali difficoltà LEGISLAZIONE SCOLASTICA incontrate, favorendo un dialogo costruttivo con studenti, famiglie, e altri stakeholder. Inoltre, la rendicontazione sociale permette di valorizzare le buone pratiche e di condividere esperienze positive che possano essere d’esempio per altre scuole. 9) D.lgs n.62/2017 Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esame di stato Il Decreto Legislativo n. 62/2017, emanato il 13 aprile 2017, disciplina la valutazione e la certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato. Questo decreto attua la delega conferita al Governo dalla legge 107/2015, nota come “Buona Scuola”, con l’obiettivo di aggiornare le procedure di valutazione e certificazione degli studenti, migliorare l’equità del sistema educativo e garantire una maggiore trasparenza. Principali punti del Decreto Legislativo n. 62/2017: - Valutazione degli alunni: • La valutazione del comportamento e degli apprendimenti degli studenti avviene attraverso una scala di dieci decimi, con la sufficienza fissata a sei decimi. • La valutazione è formativa, ha una funzione di accompagnamento nel percorso di apprendimento degli studenti e viene espressa con un giudizio sintetico nel primo ciclo di istruzione (scuola primaria e secondaria di primo grado). - Esami di Stato del primo ciclo di istruzione: • L’esame di Stato del primo ciclo comprende tre prove scritte (italiano, matematica e una prova sulle competenze di lingue straniere) e un colloquio. • Introduzione della prova INVALSI, che comprende test di italiano, matematica e inglese, come requisito di ammissione all’esame ma senza influire sul voto finale. - Esami di Stato del secondo ciclo di istruzione: • L’esame di Stato del secondo ciclo prevede due prove scritte nazionali (italiano e una seconda prova sulle materie caratterizzanti il corso di studi) e un colloquio. LEGISLAZIONE SCOLASTICA • La valutazione dell’esame di Stato tiene conto del percorso scolastico degli ultimi tre anni, il cui peso è il 40% del voto finale. • La Commissione d’esame è composta da commissari interni ed esterni, con un presidente esterno. - Certificazione delle competenze: • Introduzione della certificazione delle competenze acquisite dagli studenti alla fine del primo e del secondo ciclo di istruzione. • La certificazione include una descrizione delle competenze chiave europee e delle competenze specifiche di ciascuna disciplina. - Ammissione agli esami: • La partecipazione alla prova INVALSI è un requisito per l’ammissione all’esame di Stato del secondo ciclo. • Per essere ammessi agli esami di Stato, gli studenti devono aver frequentato almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato e aver raggiunto una valutazione sufficiente in tutte le discipline. 10) DM n.741/2017 Esami di stato conclusivi del I ciclo Il DM n. 741/2017 disciplina in modo organico gli esami di Stato conclusivi del primo ciclo di istruzione: Prove d'esame ● Sono previste tre prove scritte: una di Italiano (o della lingua di insegnamento), una sulle competenze logico-matematiche, e una prova di lingue articolata in due sezioni (una riferita all'inglese e una alla seconda lingua straniera studiata). ● Segue un colloquio finalizzato a valutare il livello di acquisizione delle conoscenze, abilità e competenze previste dalle Indicazioni nazionali, con particolare attenzione alle capacità di argomentazione, risoluzione di problemi, pensiero critico e riflessivo, e collegamento fra discipline. Valutazione e ammissione ● Il voto finale è determinato dalla media tra il voto di ammissione e la media dei voti attribuiti alle prove scritte e al colloquio. LEGISLAZIONE SCOLASTICA delle prove anche attraverso modalità telematiche a comunicazione sincronica. 11) DM n.742/2017 Certificazione delle competenze al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione Il DM n. 742/2017 disciplina la certificazione delle competenze al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione: Certificazione delle competenze ● Il decreto adotta due modelli nazionali di certificazione delle competenze, uno per la fine della scuola primaria e uno per la fine del primo ciclo di istruzione. ● I modelli sono coerenti con il Profilo dello studente al termine del primo ciclo, delineato nelle Indicazioni nazionali, e traducono in esperienza concreta dello studente le competenze chiave europee del 2006. ● Per gli alunni con disabilità, il modello nazionale può essere accompagnato da una nota esplicativa che rapporti il significato degli enunciati di competenza agli obiettivi del piano educativo individualizzato. Finalità e modalità ● La certificazione delle competenze ha una preminente funzione formativa e di orientamento, attestando l'acquisizione delle competenze progressivamente acquisite dagli alunni. ● Per la scuola primaria, la certificazione è redatta dagli insegnanti al termine della classe quinta e firmata dal dirigente scolastico. ● Per la scuola secondaria di primo grado, la certificazione è redatta dal consiglio di classe al termine dell'esame di Stato e consegnata alle famiglie degli alunni ammessi all'esame. 12) DM n. 5/2021 Esami integrativi ed esami di idoneità nei percorsi del sistema nazionale di istruzione LEGISLAZIONE SCOLASTICA Il DM n. 5/2021 disciplina gli esami integrativi e gli esami di idoneità nei percorsi del sistema nazionale di istruzione: Esami di idoneità nel primo ciclo di istruzione ● Gli esami di idoneità nel primo ciclo di istruzione sono previsti per gli alunni che intendono iscriversi a una classe successiva a quella corrispondente all'età anagrafica o per coloro che hanno avuto esito negativo all'esame di Stato conclusivo del primo ciclo. ● Tali alunni possono essere ammessi a frequentare la classe inferiore, a giudizio della commissione esaminatrice. Esami integrativi nella scuola secondaria di secondo grado ● Gli esami integrativi nella scuola secondaria di secondo grado si svolgono in un'unica sessione speciale prima dell'inizio delle lezioni. ● Possono sostenerli gli studenti ammessi alla classe successiva per ottenere il passaggio a una classe corrispondente di un altro percorso, indirizzo, articolazione o opzione, oppure gli studenti non ammessi alla classe successiva per ottenere il passaggio in una classe di un altro percorso corrispondente a quella frequentata con esito negativo LEGISLAZIONE SCOLASTICA GOVERNANCE 1) Riferimenti legislativi Governance scolastica e composizione In Italia, la governance scolastica è principalmente regolata dal Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, noto come “Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione”. Questo decreto, modificato e integrato nel corso degli anni, stabilisce le disposizioni fondamentali riguardanti l’organizzazione e la gestione del sistema educativo italiano, comprese le norme relative alla governance delle scuole. Gli organi collegiali delle istituzioni scolastiche sono: 2) Il consiglio di intersezione nella scuola materna (infanzia); 3) Il consiglio di interclasse alla primaria; 4) Il consiglio di classe nella scuola secondaria di I e II grado; 5) Il collegio dei docenti; 6) Il consiglio di circolo o d'istituto 7) La giunta esecutiva 8) Il comitato di valutazione 9) Le assemblee degli studenti 10) Le assemblee dei genitori. 2) Consigli di intersezione, di classe e di interclasse Il consiglio di intersezione, presente nella scuola dell'infanzia, È composto dagli insegnanti delle sezioni dello stesso plesso ed i docenti sostegno, se presenti, nonché da un rappresentante eletto dai genitori degli alunni iscritti. è presieduto dal direttore didattico. Il consiglio di interclasse, presente nella scuola primaria, è formato dai docenti delle classi parallele o dello stesso ciclo o dello stesso plesso. Ne fanno inoltre parte un rappresentante eletto dei genitori degli alunni iscritti per ciascuna delle classi e docenti di sostegno. Il consiglio di classe è presente sia nella scuola secondaria di I che di II grado. Nella scuola secondaria di I grado è formato dal dirigente scolastico, dal coordinatore di classe (insegnante referente), da tutti i docenti che insegnano nella classe e da 4 rappresentanti dei genitori degli studenti della classe. LEGISLAZIONE SCOLASTICA 500 alunni (19 componenti, di cui 8 docenti, 2 ATA, 8 genitori oppure 8 docenti, 2 ATA, 4 genitori e 4 studenti). Il dirigente scolastico è membro effettivo ed è coadiuvato dal DSGA. Funzioni: Gestione amministrativa: Il Consiglio di Circolo/istituto si occupa della gestione amministrativa dell’istituto scolastico, incluse le decisioni riguardanti il bilancio e l’allocazione delle risorse finanziarie. Delibera il bilancio preventivo e il conto consuntivo. →Il bilancio preventivo viene elaborato dal dirigente scolastico e dal Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) in collaborazione con il Consiglio di Istituto. → Approvazione: Dopo la sua elaborazione, il bilancio preventivo deve essere approvato dal Consiglio di Istituto, che ne valuta la congruenza con le esigenze della scuola e le politiche educative stabilite. → Invio agli Organi Competenti: Una volta approvato, il bilancio preventivo viene inviato agli enti locali o regionali competenti per la verifica e la registrazione. Il bilancio preventivo è uno strumento essenziale per la gestione finanziaria delle scuole, rappresentando una previsione delle entrate e delle uscite per un determinato periodo, solitamente l’anno scolastico. Le previsioni delle entrate comprendono finanziamenti pubblici, contributi dei genitori, entrate proprie e fondi ottenuti attraverso progetti e bandi. Le previsioni delle uscite includono spese per il personale, spese didattiche, spese di funzionamento e fondi destinati a progetti specifici. Le funzioni del bilancio preventivo includono la pianificazione finanziaria, aiutando la scuola a utilizzare le risorse in modo efficiente; il monitoraggio e il controllo delle spese e delle entrate durante l’anno scolastico; la promozione della trasparenza e dell’accountability nella gestione delle risorse finanziarie; il supporto alle decisioni informate riguardo alla gestione finanziaria della scuola; e l’adattamento delle previsioni di spesa alle specifiche esigenze educative e organizzative della scuola. Invece il conto consuntivo riassume le entrate e le uscite effettivamente realizzate durante un determinato periodo, solitamente l’anno scolastico appena concluso. Esso rappresenta una verifica della corrispondenza tra il bilancio preventivo e la realtà finanziaria. Il conto consuntivo fornisce un riepilogo dettagliato di tutte le entrate ricevute e delle spese sostenute dalla scuola. Questo include finanziamenti pubblici, contributi dei genitori, entrate proprie, LEGISLAZIONE SCOLASTICA spese per il personale, spese didattiche, spese di funzionamento e fondi utilizzati per progetti specifici. Una delle funzioni principali del conto consuntivo è il confronto tra le previsioni fatte nel bilancio preventivo e i dati reali. Questo confronto aiuta a identificare eventuali scostamenti e a comprendere le ragioni delle differenze tra le previsioni e la realtà. Il documento include un’analisi degli scostamenti, ovvero delle differenze tra le entrate e le uscite previste e quelle effettive. Questa analisi è fondamentale per valutare l’efficacia della gestione finanziaria e per individuare aree di miglioramento. → Il conto consuntivo viene elaborato dal dirigente scolastico e dal Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA), con la collaborazione del Consiglio di Istituto. → Dopo la sua elaborazione, il conto consuntivo deve essere approvato dal Consiglio di Istituto. Il consiglio valuta la congruenza tra il bilancio preventivo e i risultati effettivi, discutendo eventuali scostamenti e le loro cause. → Una volta approvato, il conto consuntivo viene inviato agli enti locali o regionali competenti per la verifica e la registrazione. Approvazione del Piano dell’Offerta Formativa (POF): Il POF è il documento strategico che definisce l’offerta educativa dell’istituto. Il Consiglio di Circolo/istituto approva e monitora l’attuazione del POF. Pianificazione e valutazione delle attività educative: Il consiglio si occupa della pianificazione delle attività didattiche, culturali e sportive dell’istituto, nonché della valutazione dei risultati conseguiti. Promozione dell’Autonomia Scolastica: Il Consiglio promuove l’autonomia scolastica, consentendo all’istituto di adattare il proprio curriculum alle esigenze locali e agli obiettivi educativi specifici. Adotta regolamento di istituto,Il calendario scolastico nel limite di 200 giorni, Promuove contatti con il territorio per la definizione di reti di scuole, organizza gli altri organi collegiali. Partecipazione e Decisioni: Le decisioni del Consiglio di Circolo/istituto sono prese in base al principio della democrazia partecipativa, coinvolgendo tutti i membri nella discussione e nella votazione delle questioni all’ordine del giorno. 5) Giunta esecutiva LEGISLAZIONE SCOLASTICA La giunta esecutiva svolge un ruolo cruciale nella gestione delle scuole italiane, fungendo da collegamento tra il dirigente scolastico e il Consiglio di Circolo o di Istituto. La giunta esecutiva è composta da: Il dirigente scolastico, che la presiede, Un docente designato dal collegio dei docenti, Un rappresentante dei genitori (nelle scuole primarie e secondarie di primo grado) o un rappresentante degli studenti (nelle scuole secondarie di secondo grado) designato dal consiglio di istituto, Un rappresentante del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), designato dal consiglio di istituto. Il dirigente scolastico, oltre a presiedere la giunta esecutiva, ha il compito di garantire l’attuazione delle delibere del Consiglio di Istituto e di coordinare l’attività della giunta stessa. Preparazione dei Lavori del Consiglio di Istituto: La giunta esecutiva prepara i lavori del Consiglio di Istituto, predisponendo l’ordine del giorno delle sedute e fornendo la documentazione necessaria per le deliberazioni. Elaborazione del Programma Annuale: La giunta esecutiva collabora con il dirigente scolastico nell’elaborazione del programma annuale, che include la pianificazione delle attività didattiche, delle iniziative formative e delle spese previste. Questo documento viene poi sottoposto all’approvazione del Consiglio di Istituto. Gestione delle Risorse: La giunta esecutiva ha un ruolo fondamentale nella gestione delle risorse finanziarie e materiali dell’istituto. Essa predispone il bilancio preventivo e il conto consuntivo, che devono essere approvati dal Consiglio di Istituto. Esecuzione delle Delibere del Consiglio di Istituto: La giunta esecutiva si occupa di attuare le delibere prese dal Consiglio di Istituto, assicurando che le decisioni adottate siano effettivamente realizzate. Supporto al Dirigente Scolastico: Fornisce supporto al dirigente scolastico nelle sue funzioni amministrative e organizzative, contribuendo a risolvere problemi pratici e gestionali che possono emergere nell’ambito scolastico. Procedura di Funzionamento: Riunioni: La giunta esecutiva si riunisce su convocazione del dirigente scolastico. Le riunioni sono generalmente programmate in coincidenza con le necessità operative dell’istituto, come la preparazione dei documenti contabili o l’organizzazione di eventi scolastici. Deliberazioni: Le decisioni della giunta esecutiva sono prese a maggioranza. In caso di parità, il voto del dirigente LEGISLAZIONE SCOLASTICA 8) Assemblee studentesche e dei genitori I genitori hanno il diritto di riunirsi in assemblea, queste possono essere assemblee di singole classi o di Istituto, con lo scopo di consentire ai genitori di discutere su argomenti di carattere generale o, più specificatamente, inerenti le classi frequentate dai propri figli. La convocazione dell’ assemblea dei genitori può essere fatta dai rappresentanti eletti nei consigli di classe e dai docenti della classe (come previsto dall’Art. 15 D.lgs. 297 del 16 aprile 1994 e successive modifiche), Il Dirigente Scolastico, al quale può essere chiesto l’uso dei locali scolastici, deve essere preventivamente informato con indicazione in maniera specifica degli argomenti da trattare. A tali assemblee possono partecipare con diritto di parola lo stesso Dirigente Scolastico e i docenti della classe. L’assemblea studentesca è stata introdotta dall’art. 43 del DPR n. 416/74 e successivamente confermata dal D.Lgs n. 297/94 (Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado). L’art. 12 del D. 297/94 prevede che “Gli studenti della scuola secondaria superiore e i genitori degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado hanno diritto di riunirsi in assemblea nei locali della scuola”. Le assemblee studentesche nella scuola secondaria superiore costituiscono occasione di partecipazione democratica per l’approfondimento dei problemi della scuola e della società in funzione della formazione culturale e civile degli studenti”. E’ prevista la possibilità di svolgere, nei limiti di una al mese, sia l’assemblea di istituto fuori dell’orario delle lezioni, subordinatamente alla disponibilità dei locali, sia, sempre nei limiti di una al mese con esclusione del mese conclusivo delle lezioni, l’assemblea di istituto durante l’orario delle lezionI. Al comma 8 si dispone che “All'assemblea di classe o d'istituto possono assistere, oltre al preside od un suo delegato, i docenti che lo desiderino”. LEGISLAZIONE SCOLASTICA FUNZIONE DOCENTE 1) Normativa che disciplina la funzione docente La funzione docente è regolamentata da una serie di normative in Italia, che definiscono i compiti, i diritti, e i doveri degli insegnanti. Ecco una panoramica delle principali normative che riguardano la funzione docente: Lo stato giuridico dell’insegnante è stato normato con la L. n.477 del 1973 e dal DPR n. 417/1974 che norma la funzione docente, direttiva e ispettiva. Costituzione Italiana: Articolo 33: Riconosce la libertà di insegnamento e garantisce l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Legge 107/2015 (“La Buona LEGISLAZIONE SCOLASTICA Scuola”) Introduce una serie di riforme mirate a migliorare la qualità dell’istruzione, Prevede il potenziamento dell’autonomia scolastica., Definisce il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), Stabilisce nuovi criteri per la valutazione dei docenti e per la loro formazione continua. Decreto Legislativo 297/1994 Conosciuto come “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione”, raccoglie e coordina tutte le normative precedenti in materia di istruzione. Definisce lo stato giuridico del personale della scuola, compresi i docenti. 2) Cos’è Il CCNL e chi lo stipula Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il settore scuola è il documento che regola i rapporti di lavoro tra il personale scolastico e il Ministero dell’Istruzione. Il CCNL viene periodicamente rinnovato attraverso negoziazioni tra il Ministero e le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori della scuola. Ecco un quadro sintetico degli aspetti principali del CCNL Scuola: La parte generale del CCNL definisce gli obiettivi e i principi del contratto, come la valorizzazione del personale scolastico, il miglioramento della qualità del servizio educativo, e il rispetto dei diritti e dei doveri delle parti. Specifica anche il personale a cui si applica il contratto, che include insegnanti, personale amministrativo, tecnico, e ausiliario (ATA). Per quanto riguarda lo status giuridico del personale, il CCNL descrive le varie forme di contratto di lavoro (tempo indeterminato, determinato, part-time) e regolamenta le procedure per il reclutamento del personale, la mobilità territoriale e professionale, i trasferimenti, e le assegnazioni provvisorie. Il contratto stabilisce i diritti e i doveri dei docenti e del personale scolastico. Tra questi, le modalità di calcolo dello stipendio, le progressioni di carriera, gli scatti di anzianità, e gli eventuali incentivi. Stabilisce anche l’orario di servizio, il monte ore annuale, la distribuzione del lavoro settimanale, e le ore di insegnamento frontale. Regola il numero di giorni di ferie retribuite, i permessi per motivi personali o di salute, e le modalità di fruizione degli stessi. Promuove la formazione continua e l’aggiornamento professionale, spesso prevedendo specifici fondi o permessi per la partecipazione a corsi di formazione. LEGISLAZIONE SCOLASTICA bullismo, istituiti con la direttiva 16 del 5 febbraio 2007 presso gli uffici scolastici regionali. Una delle indicazioni operative prevede la costituzione di un nucleo operativo costituito da da due o uno dirigenti tecnici e due o tre docenti referenti, utilizzati presso gli uffici scolastici regionali gli ambiti territoriali. I dirigenti e i docenti devono essere formati sulle problematiche relative alle nuove forme devianza giovanile e Possedere le competenze necessarie per sostenere concretamente le scuole rete e i docenti. Il nucleo operativo per il contrasto delle nuove forme di devianza dovrebbe inoltre collaborare con specifiche figure professionali come psicoterapeuti rappresentanti il tribunale dei minori, neuropsichiatri, polizia postale, l’Ufficio nazionale antidiscriminazione razziali (Unar). Infine, è cruciale implementare meccanismi di monitoraggio e valutazione per valutare l’efficacia delle politiche e delle attività di prevenzione. Raccogliere dati e feedback permette di identificare aree di miglioramento e di adattare le strategie di intervento di conseguenza, assicurando un impegno costante nel promuovere un ambiente scolastico sicuro e inclusivo per tutti gli studenti. ORIENTAMENTO 1) Le linee guida per l’orientamento 2022 Le Linee Guida per l’Orientamento 2022, emanate dal Ministero dell’Istruzione, sono un documento strategico volto a rafforzare il ruolo dell’orientamento nel percorso educativo degli studenti italiani. Queste linee guida mirano a fornire un quadro di riferimento per supportare gli studenti nella scelta consapevole del loro percorso di studi e carriera, promuovendo al contempo l’inclusione, la personalizzazione dei percorsi formativi e il raccordo con il mondo del lavoro. LEGISLAZIONE SCOLASTICA Le Linee Guida per l’Orientamento 2022 si propongono di supportare le scelte formative e professionali degli studenti, promuovere l’inclusione garantendo accesso a servizi di orientamento di qualità per tutti gli studenti e favorire il raccordo tra il sistema educativo e il mondo del lavoro, promuovendo esperienze di alternanza scuola-lavoro e stage. Prevedono diverse azioni chiave per raggiungere gli obiettivi prefissati. Viene sviluppato un percorso di orientamento che tenga conto delle specifiche esigenze e potenzialità di ciascuno studente, con attività mirate e personalizzate. Si promuove la formazione continua e l’aggiornamento professionale dei docenti e del personale scolastico, affinché possano supportare efficacemente gli studenti nel processo di orientamento. L’orientamento viene inserito come parte integrante del curriculum scolastico, con attività dedicate all’interno del piano di studi. Si rafforzano le collaborazioni tra scuole, famiglie, enti locali, aziende e organizzazioni del territorio per creare una rete di supporto che favorisca l’orientamento e l’inclusione degli studenti. Inoltre, si sfruttano le tecnologie digitali per offrire strumenti di orientamento innovativi e accessibili, come piattaforme online, app e risorse digitali. Le Linee Guida raccomandano l’utilizzo di diversi strumenti e metodologie per migliorare l’orientamento scolastico e professionale, tra cui colloqui di orientamento, laboratori e workshop, test e questionari di autovalutazione, visite aziendali e stage. È prevista l’istituzione di sistemi di monitoraggio e valutazione per valutare l’efficacia delle attività di orientamento, assicurare la qualità dei servizi offerti e redigere rapporti annuali che valutino i risultati delle attività . L’attività di orientamento di almeno 30 ore prevede apprendimenti personalizzati che vengono registrati in un portafoglio digitale, e-portfolio, che integra il percorso scolastico in un quadro unitario, accompagna ragazzi e famiglia nella riflessione e nell'individuazione di maggiori punti di forza dello studente all'interno del compito formativo, evidenzia le competenze digitali e le conoscenze e le esperienze acquisite. Al diploma è allegato il curriculum della studentessa e dello studente Già introdotto con la legge 107 2015. Ogni istituzione scolastica individua i docenti di classe delle scuole secondarie che svolgono la funzione tutor di gruppi di studenti che dovranno: aiutare gli studenti LEGISLAZIONE SCOLASTICA a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono ogni report foglio personale, costituirsi consiglieri delle famiglie. 2) Nota prot. 4232 del 2014: Linee guida sull’orientamento Le Linee Guida Nazionali per l’Orientamento Permanente del 2014, emanate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), mirano a fornire un quadro di riferimento per l’orientamento scolastico e professionale. Queste linee guida si concentrano sull’importanza di un orientamento continuo e integrato nel percorso educativo di ogni studente, sostenendo lo sviluppo personale e professionale lungo tutto l’arco della vita. Orientamento come Processo Continuo: L’orientamento è considerato un processo permanente che accompagna gli studenti lungo tutto il percorso formativo e professionale. Questo include l’orientamento scolastico, universitario e professionale. Centralità dello Studente: Le linee guida pongono lo studente al centro del processo di orientamento, promuovendo un approccio personalizzato che tenga conto delle aspirazioni, delle competenze e dei bisogni individuali: Competenze Trasversali Viene sottolineata l’importanza delle competenze trasversali (soft skills) come la capacità di prendere decisioni, la gestione delle informazioni, l’autovalutazione e la capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato del lavoro: Coinvolgimento di Tutti gli Attori: L’orientamento coinvolge diversi attori: scuole, famiglie, enti locali, servizi per l’impiego e imprese. È incoraggiata una stretta collaborazione tra questi soggetti per creare una rete di supporto efficace. Percorsi Personalizzati: Sono promossi percorsi personalizzati di orientamento che aiutino gli studenti a sviluppare un progetto di vita e di carriera coerente con le proprie aspirazioni e capacità. Questo include anche l’uso di strumenti digitali e piattaforme online per il supporto orientativo.Inclusione e Pari Opportunità: Le linee guida enfatizzano l’importanza di garantire pari opportunità a tutti gli studenti, indipendentemente dal contesto socio-economico di provenienza, per evitare discriminazioni e disuguaglianze. Monitoraggio e Valutazione: È previsto un sistema di monitoraggio e valutazione delle attività di orientamento per assicurare la qualità e l’efficacia degli interventi. Le scuole devono documentare e valutare periodicamente le attività di orientamento svolte. Sulla base di ciò il ministero ha lanciato anche dei progetti: il piano nazionale di orientamento LEGISLAZIONE SCOLASTICA 8. Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali: capacità di apprezzare e partecipare alla cultura, comprendere le diverse espressioni artistiche e culturali 2) Agenda 2030 Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 Settembre 2015 Il 25 settembre 2015, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un programma d'azione globale che coinvolge i 193 Stati membri. Questa agenda è composta da 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), suddivisi in 169 target specifici, che mirano a affrontare le sfide globali e promuovere uno sviluppo sostenibile in tutte le sue dimensioni: economica, sociale e ambientale. 1. Sradicare la povertà in tutte le sue forme ovunque. 2. Eliminare la fame e garantire la sicurezza alimentare. 3. Promuovere la salute e il benessere per tutti. 4. Garantire un'istruzione inclusiva, equa e di qualità e promuovere opportunità di apprendimento per tutti. 5. Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'emancipazione di tutte le donne e ragazze. 6. Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari. 7. Assicurare l'accesso a energia economica, affidabile, sostenibile e moderna per tutti. 8. Promuovere una crescita economica sostenibile e un lavoro dignitoso per tutti. 9. Costruire infrastrutture resilienti, promuovere l'innovazione e favorire la sostenibilità industriale. 10. Ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i Paesi. 11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili. 12. Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili. LEGISLAZIONE SCOLASTICA 13. Promuovere azioni a tutti i livelli per combattere il cambiamento climatico. 14. Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine. 15. Proteggere, ripristinare e promuovere l'uso sostenibile degli ecosistemi terrestri. 16. Promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile. 17. Rafforzare i mezzi di attuazione e rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile. Periodicamente viene effettuato un rapporto per analizzare l’andamento degli obiettivi; tuttavia, il Rapporto sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2023 evidenzia che l'impatto della crisi climatica, la guerra in Ucraina, la debolezza dell'economia globale e gli effetti persistenti della pandemia COVID-19 hanno ostacolato i progressi verso gli SDGs 3) Quadro europeo delle qualifiche Il Quadro europeo delle qualifiche (EQF) è uno strumento di riferimento per confrontare i livelli di qualifica dei diversi sistemi di istruzione e formazione in Europa. È stato istituito nel 2008 con la Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio. L'EQF ha lo scopo di: ● Promuovere la mobilità dei cittadini tra paesi e facilitare il loro apprendimento permanente. ● Favorire l'accesso e la partecipazione all'apprendimento permanente per tutti, in particolare per i gruppi svantaggiati. ● Collegare istruzione e formazione al mercato del lavoro. Il quadro comprende otto livelli di qualifica che vanno dall'istruzione di base (Livello 1) all'apprendimento avanzato (Livello 8). Ogni livello è definito in termini di risultati dell'apprendimento, ossia conoscenze, abilità e competenze. I paesi dell'UE hanno sviluppato i propri quadri nazionali delle qualifiche (NQF) collegati all'EQF. Ciò permette di confrontare le qualifiche nazionali con quelle di altri paesi, facilitando così la mobilità dei lavoratori e degli studenti. LEGISLAZIONE SCOLASTICA L'EQF è uno strumento flessibile che si adatta ai diversi sistemi di istruzione e formazione. È sostenuto da una rete di punti di coordinamento nazionali che promuovono e attuano il quadro a livello nazionale. 4) Life skills OMS Le life skills, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono abilità fondamentali che consentono agli individui di affrontare in modo efficace le sfide quotidiane e le pressioni della vita. Queste competenze sono essenziali per il benessere psicosociale e sono particolarmente importanti per i giovani. Le life skills identificate dall'OMS includono un insieme di dieci competenze fondamentali, che possono essere riassunte come segue: 1. Decision Making: capacità di prendere decisioni informate e responsabili. 2. Problem Solving: abilità di affrontare e risolvere i problemi in modo costruttivo. 3. Pensiero Critico e Creativo: capacità di analizzare situazioni e generare soluzioni innovative. 4. Comunicazione Efficace: abilità di esprimere pensieri e sentimenti in modo chiaro e appropriato. 5. Competenze Interpersonali: capacità di interagire positivamente con gli altri, costruendo relazioni sane. 6. Autoconsapevolezza: comprensione delle proprie emozioni, punti di forza e debolezze. 7. Empatia: capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri. 8. Assertività: abilità di esprimere le proprie opinioni e diritti in modo rispettoso. 9. Gestione dello Stress: capacità di affrontare lo stress e le emozioni in modo sano. 10. Resilienza: abilità di adattarsi e riprendersi dalle difficoltà. Queste competenze possono essere suddivise in tre categorie principali: ● Emotive: consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress. ● Relazionali: empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci.