Scarica Concorso Straordinario Ter 2023 schemi sintesi riassunti TFA quiz docenti 2024 e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Psicopedagogia solo su Docsity! CONCORSOSTRAORDINARIOTER2024 1 Riassunti, appunti, schemi, mappe per la preparazione all'esame a quizAggiornato e corretto a Febbraio 2024 Le teorie dell’apprendimento e la psicologia dell’educazione comportamentismo principalmente in America primi del ‘900 basato sui principi di condizionamento classico e operante, cioè lo sviluppo è dato da una serie di condizionamenti dovuti all’ambiente, attraverso una serie di prove ed errori Pavlov, Watson, Thorndike e Skinner. Il modello comportamentista parte dall’idea che l’apprendimento avviene mediante degli stimoli S che pervengono al soggetto dall’ambiente esterno. Raggiunto dagli stimoli, questi fornisce delle risposte R, ossia determinati comportamenti. Ciò che avviene nella mente e che determina la risposta R a un dato stimolo S non è oggetto di studio: Pavlov: (condizionamento classico) → stimolo condizionato (camice), stimolo incondizionato(cibo) risposta relativa allo stimolo (saliva) Watson: la presenza del medesimo stimolo genera nel soggetto delle risposte differenti. Pertanto, si interroga su quale di queste risposte sia la più probabile. la legge della frequenza, secondo la quale la probabilità di una risposta è direttamente proporzionale al numero di volte in cui tale risposta si verifica in seguito allo stimolo; la legge della recenza, secondo cui la risposta più recente è quella maggiormente probabile. Thorndike : gabbia-problema (puzzle box, basato su prove ed errori, ) . per l’apprendimento sia necessario un rinforzo positivo . dato un determinato stimolo, la risposta che viene attuata (e appresa) è quella che conduce a una ricompensa per lui apprendimento e sviluppo sono interconnessi. 2 Descrisse anche i principi dell’organizzazione percettiva (vicinanza o prossimità cerchietti simili o tutti di un colore,, somiglianza, chiusura - completamento delle figure, continuità o destino comune, buona forma o pregnanza ricercando figure simmetriche e stabili). Ciò che conta è la rappresentazione globale, quindi il tutto precede le parti. Parla del pensiero produttivo, il pensiero produttivo è dovuto ad una riorganizzazione originale delle parti e ad una visione diversa del problema, nella sua totalità. HIP (human information processing) Il computer o calcolatore è una macchina che elabora informazioni: riceve delle informazioni in ingresso (input), le elabora e produce nuove informazioni in uscita (output). modello multimagazzino usa 3 memorie: sensoriale (visiva e ecoica dei suoni), breve termine, lungo termine: - esplicita (o dichiarativa), e che può essere suddivisa in episodica (episodi della vita), semantica (ad es le nozioni di una disciplina, le regole che mi permettono di parlare), - implicita (o procedurale). Atkinson e Shiffrin sono i maggiori sostenitori di questa teoria La psicologia cognitiva (Ulrich Neisser) è uno dei più importanti movimenti contemporanei, secondo il quale la mente umana funziona elaborando attivamente informazioni che giungono tramite organi sensoriali, in analogia con la cibernetica. A 5 differenza del modello comportamentista, non costruisce un modello teorico approccio e metodo metacognitivo L’attività metacognitiva è un’attività di auto-riflessione che accompagna quella cognitiva e ha il compito di renderla più consapevole, di monitorarla e valutarla al fine di garantire un apprendimento più efficace. I principali fautori dell’approccio metacognitivo sono John H. Flavell, Ann L. Brown e Robert Sternberg. fasi: comprendere la natura del compito (metacomprensione, cioè valutare il livello di comprensione del compito), scegliere la strategia, gestire il tempo, prevedere gli esiti, controllare l’esecuzione, valutare il risultato costruttivismo E’ una corrente del cognitivismo ma più complessa, considerando l’uomo nella sua complessità (linguaggio, immaginazione , emozioni, ecc). Esso ipotizza una serie di strutture psichiche che permettono di costruire un modo personale di interpretare la realtà. Ciascun individuo, mediante la propria visione personale della realtà, riesce a decodificarla e a darle un senso, a costriure la sua conoscenza (la conoscenza non viene quindi trasmessa ma costruita), apprendendo, quindi, dall’interazione con l’ambiente Piaget, Vygotskij e Bruner Secondo Piaget e Erikson il processo di formazione di un individuo avviene per stadi: infanzia, fanciullezza, adolescenza, età adulta, tarda età. L’infanzia è da 0 a 2 anni e, se dovesse accadere, è durante questo periodo che si forma un ritardo cognitivo, ma anche dubbio, vergogna, ecc. Nella fanciullezza (fino a 11 anni) l’individuo prende iniziativa e pensa in modo logico). Nell’adolescenza si forma una identità stabile. Nell’età adulta si ha la percezione della propria generatività (creatività e 6 produttività ad es con il lavoro). Tarda età si ha la piena accettazione di sé questo movimento costruttivista è un ponte tra due correnti filosofiche: realismo e del nominalismo. Il realismo afferma che gli oggetti materiali realtà, esterna a noi, è indipendentemente dalla nostra esperienza; inoltre, si può ambire a conoscere tale realtà, in modo più o meno completo e approfondito. Il nominalismo stabilisce che non esiste una realtà esterna se non quella che nasce dalla nostra conoscenza personale . il costruttivismo asserisce l’esistenza di una realtà esterna all’individuo, di carattere oggettivo, ma sostiene che tale realtà è solo parzialmente comprensibile, in quanto la conoscenza è mediata dai nostri processi mentali. George A. Kelly ha formulato la teoria dei costrutti personali l’approccio alla costruzione della realtà è guidato in primis dalle funzioni psicologiche del singolo individuo (quindi in modo soggettivo), qunidi ogni individuo percepisce e interpreta la realtà in base al proprio punto di vista, dal quale si elaborano “costruzioni mentali” e che poi determiano gli atteggiamenti esteriori . Solo in seguito, possono entrare in gioco interazioni con altri individui. L’uomo ha un atteggiamento da scienziato, mira a definire condizioni di verità, controllo e verifica delle ipotesi di partenza (costrutti teorici) e poi elabora teorie. Dalla teoria dei costrutti personali scaturiscono 11 corollari: postulato fondamentale (i processi di una persona sono canalizzati da come anticipa gli eventi), corollario della costruzione (ogni persona che anticipa gli eventi costruisce le loro repliche, utili per il futuro), corollario dell’individualità (gli eventi possono essere interpretati in maniera soggettiva), corollario dell'organizzazione (i costrutti sono organizzati secondo gerarchie, in cui uno implica l’altro), corollario dicotomia (una 7 Secondo Gardner la specificità di ciascuna intelligenza è determinata da una diversa base biologica (che risiede in una struttura cerebrale diversa) e da differenze psicologiche (tipo di stimolo:verbale, visivo, ..; modo di elaborazione: sequenziale, simultaneo; dalle strategie di elaborazione: deduttive, analitiche,intuitive; velocità, precisione, ..). Gardner individua 7 forme di intelligenza: logico-matematica, linguistico-verbale, spaziale, cinestetica o procedurale (tipo ballerino o attore), musicale, interpersonale (capacità di interpretare le emozioni di altri), intrapersonale (discriminare i propri sentimenti). Successivamente Gardner ha aggiunto: intelligenza naturalistica (riconoscere oggetti naturali) e intelligenza esistenziale (ragionamento astratto) Goleman Definisce l’intelligenza emotiva, perché l’apprendimento è influenzato dagli stati emotivi e affettività. Essa è la capacità di gestire e monitorare i propri sentimenti e quelli degli altri al fine di raggiungere un obiettivo, e si può distinguere una intelligenza emotiva personale o emotiva sociale (da cui scaturisce l’empatia). L’apprendimento nasce quindi da un processo cognitivo ma anche affettivo, per cui l’insegnante deve essere un insegnante affettivo Rizzolati compì studi sui neuroni specchio: essi si attivano quando vediamo qualcuno fare un’azione ed è come se la facessimo noi; questo ha risvolti nell’apprendimento per imitazione. Ludvig Von Bertalanffy ha enunciato la teoria generale dei sistemi : nostro corpo è un meccanismo complesso di sottosistemi Urie Bronfebrenner è uno dei maggiori studiosi dell’interazione tra uomo e ambiente , con approccio ecologico (per la dimensione sociale e 10 ambientale in cui il soggetto nasce e sviluppa le sue competenze) , e l’individuo e l’ambiente si modificano in maniera reciproca. Individua una serie di strutture che influenzano lo sviluppo del bambino: microsistema (es casa, amici, ..), mesosistema (relazione tra microsistemi ad es tra casa e scuola ), esosistema (non ricadono direttamente sul bambino, es cattivi rapporti dei genitori), macrosistema (società, le leggi, ….) Psicologia dello sviluppo Jean Piaget collocato nel cognitivismo ma precursore del costruttivismo Parte da Kant → conosciamo le cose per categorie e questo è collegato alle strutture della nostra mente, che sono innate e immutabili. Piaget invece dice che queste strutture si modificano nel tempo. Inoltre ci sono continue modifiche reciproche tra l’ambiente e gli organismi che ci vivono dentro (basi della epistemologia genetica). Introduce il concetto di azione: azione reale (azioni fisiche) o interiorizzata (azioni mentali, es catalogare oggetti). Gli invarianti funzionali: governano tutte le azioni dell’individuo e non mutano, es: principio dell’organizzazione (delle strutture del corpo e del pensiero), principio di adattamento all’ambiente ( che avviene con “l’assimilazione” di nuove conoscenze e “l’accomodamento” cioè quando nuove conoscenze sono in contrasto con le conoscenze pregresse e quindi adeguare le strutture pregresse alle nuove esperienze). Con l’assimilazione e accomodamento si definisce il “comportamento intelligente” Le strutture variabili invece sono gli “schemi” di azione che nel tempo cambiano, es i “riflessi” di prensione, che evolvono in schemi mentali e poi in strutture mentali. 11 Piaget avanza 2 ipotesi: con l’intelligenza il bambino si adatta all’ambiente , e l'egocentrismo del bambino (per il quale il bambino legge i fenomeni naturali proiettando su di esso le proprie sensazioni o i propri modi di agire). L’intelligenza si basa su assimilazione e adattamento e esiste un livello genetico alla base delle informazioni cognitive Individua gli “stadi evolutivi” nell’evoluzione del bambino , caratterizzati dagli “equilibri” che in conseguenza ai continui adattamenti si rompono e si creano nuovi equilibri con l’apprendimento: - stadio senso-motorio: va da 0 a 2 anni suddiviso in 6 sottostadi. E’ caratterizzato dagli “schemi” di percezione e attività motoria, reazioni circolari primarie e secondarie, terziarie, linguaggio olofrastico e funzione simbolica (rappresentazioni mentali) - stadio preoperatorio: va dai 2 ai 7 anni con 2 sotto-stadi. Abbiamo la fase preconcettuale (miglioramento del pensiero simbolico) e pensiero intuitivo (ma non logico). Qui abbiamo dei “limiti” come il fenomeno dell’ “egocentrismo del pensiero” (“animismo” delle cose, “artificialismo” degli elementi naturali, “finalismo” delle cose ). Altro limite è la “irreversibilità” come ad es la non conservazione della quantità di liquido o del numero, concetto del tutto e di una parte, concetto di identità e concetto di funzione (cioè una sorta di proporzionalità) - stadio operazioni concrete: dai 7 a 12 anni. Le operazioni logiche prendono il sopravvento, vengono introdotto i “raggruppamenti”: operazioni di classificazione e addizione, moltiplicazione di classi , seriazione additiva (ordinamenti, operazioni inverse, proprietà transitiva), operazioni infralogiche (relazioni spaziali e temporali) - stadio operazioni formali: dai 12 ai 16 anni . Si usano le conoscenze astratte, operazioni di combinazione, operazioni tra proposizioni logiche e ragionamento formale Vygotskij 12 - topografico: distingue la psiche in conscio (consapevole), inconscio (esperienze negative durante l’infanzia che sono state “rimosse”) e preconscio (ciò che migra dall’inconscio al conscio e viceversa) - strutturale: tre elementi: l’Es (costituita da pulsione e istinti, relegata nell’inconscio, segue il “principio del piacere”, ed è un processo primario e non ha moralità e non si distingue il bene dal male, ed è presente alla nascita), io (ha il compito di osservare il mondo esterno e preservare un’immagine fedele di esso nella memoria e presentarlo all’Es, di controllare l’Es, quindi secondo un “principio della realtà”, è un processo secondario, si trova sia nel conscio che preconscio che inconscio ) e super-Io (anche esso in parte inconscio e parte conscio, è dato dalla interiorizzazione delle regole impartite dai genitori o società, funge da giudice tra l’Es e l’Io). A volte l’io non riesce a gestire le situazioni , cadendo in stato di angoscia: reale, neurotica (viene dalla parte inconscia), morale (generata dal super-io, solitamente contro i principi morali) Secondo Freud l’eoluzione del bambino attraversa degli “stadi” o “fasi” abbinata a una zona erogena del corpo e che dà piacere sessuale sempre diversa: stadio orale (12-18 mesi:pulsione sessuale chimata “Eros” alla ricerca del piacere chiamato “libido”, e poi la “pulsione distruttiva” o aggressiva, chiamata Thanos ), anale (12-18-36 mesi), uretrale (si sovrappone all’anale e fallico), fallico (3 anni-5-6anni: insieme di pulsioni chimato “complesso di Edipo” (o complesso di Elettra per le bambine) attrazione verso il genitore di sesso opposto e che innesca l’angoscia alla castrazione e poi la l’identificazione che supera questa angoscia), latenza (5-6anni fino a 11-12 anni), genitale (da 11-12 anni fino ai 18) Winnicott L’ambiente influenza lo sviluppo del bambino, a partire dall’holding (mamma-ambiente, protezione materna); il bambino utilizza gli oggetti transizionali nello con lo spazio del gioco (es pupazzi), per arrivare alla separazione materna 15 Erikson Parte da Freud, e dice che lo sviluppo della "personalità" non finisce con l’età adolescenziale ma copre l’intero arco di vita. Quando si parla di identità ci si riferisce a diversi tipi di identità: somatica (legata all’aspetto fisico), sociale (legata al ruolo sociale) e anche psicologica (conosciuta come personalità). Si concentra soprattutto sull’io, e ogni stadio evolutivo è una sfida per l’io e lo pone in “crisi”. Erikson si rifà agli stadi individuati di Piaget, e secondo lui le fasi del percorso evolutivo sono così predisposte: In ogni stadio ci sono "due forze opposte” (cioè 2 potenzialità), una virtù di base e due patologie di base che si manifestano se la crisi non si risolve in modo positivo; inoltre in ogni fase evolutivo ci sono delle figure di riferimento. Gli stadi (sono 8): fiducia contro sfiducia (fiducia o sfiducia che gli da la mamma, se vince la fiducia lui acquisterà sempre speranza, altrimenti rassegnazione; troppo fiducia genera dipendenza da altri). Autonomia contro vergogna e dubbio (il permettere al bambino di acquisire automonia genererà la volontà, in caso contrario costrizione; troppa autonomia genera impulsività; con un controllo troppo stringente si genera vergogna e il dubbio con paura di essere giudicato) Iniziativa contro senso di colpa: il genitore deve assecondare l’iniziativa di esplorare altrimenti genera in senso di colpa, in questo modo riuscirà a crearsi scopi e propositi industriosità contro senso di inferiorità: rispetto ai suoi coetanei lui concorrerà per raggiungere buoni risultati creando competenza, 16 altrimenti l’insuccesso si scarica nel senso di inferiorità. Troppa industriosità genera superficialità identità contro confusione intimità contro isolamento generatività contro stagnazione integrità dell’io contro disperazione : può portare alla saggezza (presunzione case estremo) o al disprezzo se non superata questa fase Bowlby Ha condotto studi di etologia ovvero il comportamento di una specie nel proprio ambiente naturale, in particolare si è occupato dello sviluppo psichico e sociale del bambino nei primi mesi di vita , delineando la teoria dell’attaccamento. il comportamento di attaccamento del bambino avviene mediante risposte istintuali (succhiare, aggrapparsi, seguire, piangere e sorridere). Questi social releaser attirano gli adulti. Durante i primi anni di vita si creano dei modelli operativi interni (MOI), che influenzeranno i comportamenti relazionali futuri. L’attaccamento può essere sicuro o insicuro a seconda se il suo caregiver è affidabile o meno. Una eventuale separazione dal caregiver si divide in 3 fasi: protesta , disperazione, distacco Ainsworth Collaboratrice di Bowlby, Ha usato la tecnica dell’osservazione naturalistica sulla coppia madre-bambino concentrandosi in prevalenza sulla procedura della Strange Situation (situazione sperimentale con la madre e un estraneo dentro una stanza), da lei concepita per studiare la qualità del legame tra mamma e figlio, e consiste in 8 fasi. Vengono osservati i seguenti tipi di comportamento: 17 (lo stadio reciproco, da 10 a 12 anni, qui comprende che si può avere una rete di relazioni, non solo di coppia, cioè non solo diadica); stadio 4 (stadio sociale, da 12 anni in poi , si comprende che non sempre si ha una comprensione completa per tutti ma ci sono convenzioni sociali, abitudini e credenze, stati d’animo, ecc….) ____________________________________________________ Le competenze psico-pedagogiche Esistono 6 tipi di apprendimento: apprendimento per stimolo-risposta, concatenazione motoria-verbale, apprendimento per discriminazione, apprendimento per concetto, apprendimenti di principi o regole, problem solving. Variano dal più semplice al più complesso e ognuno è il presupposto per il successivo, inoltre i primi 3 sono anche degli animali e i secondi 3 sono propri dell’esperienza didattica dell’insegnante Le scuole nuove, la scuola attiva e l’attivismo New school: istruzione di tipo scientifico, della lingua e esperienza diretta sulla realtà. Ferriere creò una in Svizzera; il pedagogista Bovet utilizza il termine scuole attive: il fanciullo deve avere un ruolo attivo e posto al centro (puerocentrismo), favorire la cooperazione tra alunni, coeducazione (presenza di entrambi i sessi), con un ambiente efficace per l’apprendimento, utilizzando il metodo della scoperta e senza un ruolo autoritario dell’insegnante. La pedagogia di Dewey consiste in 5 articoli: 1. l’educazione (processo per giungere gradualmente con le conoscenze che l’umanità ha conquistato), 2. la scuola (comunità che permette di partecipare alla vita sociale), 3. 20 contenuti dell'educazione (varie discipline), 4. metodo educativo (non usare un metodo passivo). 5. progresso sociale (la scuola è un mezzo per intraprendere un progresso sociale) Dewey e Il compito della scuola nella società democratica La scuola deve essere essa stessa vita per contribuire alla crescita sociale. Gli impulsi non vanno repressi ma canalizzati verso attività educative. Un aspetto specifico è l’avvicinamento del giovane al lavoro. La democrazia e la comunicazione per scambiarsi conoscenze sono i presupposti fondamentali per Dewey. Il learning by doing, affiancato ai libri, sviluppa creatività e motivazione. Secondo Dewey ci sono le “scuole tradizionali” (con programmi statici e immutabili basate sui libri ) e le “scuole nuove” in cui si applica una educazione progressiva calibrate sulle esigenze degli allievi e basate sull’esperienza). Secondo lui non bisogna collezionare esperienze ma proporne significative. Le esperienze positive devono essere basate sui seguenti principi: principio di continuità (le esperienze devono essere in continuità l’una rispetto all’altra), di crescita (devono permettere di accrescere le abilità), di interazione (sia con l’ambiente che con fattori interni del discente). Secondo Dewey l’apprendimento non si può attribuire semplicemente al processo di crescita, ha bisogno di tentativi reiterati (un bambino inizia a parlare solo se è in un ambiente di parlanti), e inoltre è necessaria una esperienza diretta . Dewey è un attivista (attivismo promuove l’attività spontanea personale e produttiva dell'allievo), la scuola deve permettere di imparare facendo (non con modelli statici del sapere, con nozioni di stampo idealista), mentre il docente è solo una sorta di guida nel processo di scoperta. Ecco che nasce la didattica laboratoriale, l’apprendimento autonomo e la metodologia di ricerca in cui l'alunno da solo arriva alla soluzione del problema. 21 Skinner e l’impianto pedagogico del comportamentismo notevole contributo anche nel campo dell’istruzione programmata. Importanti sono i suoi studi sulle macchine per insegnare, che hanno aperto la strada all’introduzione delle tecnologie dell’informazione nell’ambito dell’insegnamento. Secondo skinner anzichè la sanzione per non aver svolto correttamente un compito serve un “rinforzo” per aumentare la motivazione; inoltre il rinforzo deve avvenire nei giusti tempi e in ogni caso è necessario un feedback immediato. Infine è fondamentale la "strutturazione del programma” rigorosa e scientifica. Migliora il concetto dell’uso delle macchine per insegnare (già introdotte da Sidney) che hanno la possibilità di dare un feedback immediato; la macchina sottopone ai discenti un test e può anche modificarlo in base al livello dello studente. Il docente invece si può occupare della progettazione di attività didattiche di gruppo , quindi non interferisce con l’uso della macchine, il cui lavoro avviene invece in solitudine Bloom ha definito il “mastery learning” (apprendimento per padronanza): si tratta di portare la maggioranza degli studenti (90%) alla padronanza della disciplina, definendo e rendendo ottimali le variabili individuate. La sua idea è di portare una valutazione della maggior parte degli studenti verso alte valutazioni, nonostante l’attitudine media sia una distribuzione normale (campana di Gauss). Le variabili: - “L’attitudine” per Bloom è data solo dal tempo necessario a raggiungere la padronanza di un argomento. - la qualità dell’istruzione: che per ogni studente è soggettiva. - l’abilità nel comprendere l'istruzione: il docente deve adeguare metodologie e strumenti per ogni studente le cui abilità sono diverse. 22 problema, a differenza del pensiero analitico, invece basato su qualcosa già noto e risolvibile attraverso un algoritmo. Inoltre, in una società moderna che cambia velocemente, è importante che lo studente impari ad imparare e i curricoli devono essere uniformati a livello nazionale - teoria dell’istruzione: vi è una differenza tra teoria dell’istruzione e teoria dell’apprendimento; il teorie dell’istruzione è di tipo prescrittivo, cioè prescrive cosa fare per ottenere un apprendimento efficace, e si occupa di aspetti che intervengono prima dell’apprendimento stesso, si occupa di come presentare gli argomenti, ed è di tipo “normativo” cioè stabilisce regole che hanno la caratteristica della generalità. La teoria dell’istruzione si basa su 4 caratteristiche: la predisposizione (sia del docente che dei compagni; per attuare il metodo della scoperta bisogna seguire 3 fasi: attivazione-mantenimento-direzione), la struttura (set minimale dei concetti per rappresentare la conoscenza di un argomento, mediante rappresentazione esecutiva-iconica-simbolica); sequenza (sequenza ottimale dell’apprendimento); conseguenza (gestione delle ricompense e punizioni) Invece una teoria dell’apprendimento (o dello sviluppo) è invece di tipo descrittivo, cioè descrive cosa sta avvenendo quando ha luogo l’apprendimento - l’apprendimento per scoperta: si può realizzare mediante 2 approcci: insegnamento espositivo (l’insegnante decide quali concetti esporre) e insegnamento ipotetico (gli studenti collaborano con l’insegnante, da preferire). L’apprendimento per scoperta promuove una ricompensa intrinseca, che non è palese come quella estrinseca che viene dall’esterno ed evita di condurre lo studente a gratificare il genitore/docente. inoltre non è importante come memorizzare le cose ma è fondamentale come recuperarle dalla memoria. - lo scaffolding (impalcatura): qui il tutor indirizza il bambino (fa da impalcatura) che ha già delle abilità di base a risolvere un problema che da solo non riuscirebbe a risolvere. Quindi il tutor si frappone tra la comprensione del problema e la risoluzione. Caratteristiche dello scaffolding: il problema deve essere stimolante, grado di difficoltà adeguato, mantenere alto l’interesse, essere influenzati dalla presenza 25 del tutor, la dimostrazione del gesto risolutivo deve avvenire quando il bambino è maturo altrimenti non ha effetti L’educazione costruttivista di von Glasersfeld analizza il costruttivismo nel campo dell’educazione. Distingue tra “addestramento” (ciò che utile saper fare, abilità a un esercizio fisico o mentale) e “apprendimento” (comprendere a fondo i concetti, costruire una rete di concetti per risolvere problemi). Il linguaggio scritto e parlato non è detto che sia adatto a trasferire la conoscenza perchè è soggetto a come il comunicante ha appreso in precedenza. Nel discente quando apprende si deve attuare una perturbazione , assimilata o accomodata, sulle strutture preesistenti. Il docente costruttivista, favorisce gruppi di studio, facendo venir fuori le soluzioni degli alunni, che non per forza devono coincidere con quelle del docente, inoltre non bisogna dire che errata ma cercare di capire lo stile cognitivo dell’alunno, così prima di tutto non si demoralizza e poi il docente impara a conoscere lo studente in modo da impostare una didattica più mirata. Le riflessioni di von Foerster sul sistema istruzione Noi diamo per scontato che il sapere deve provenire da altri, sia attraverso libri o linguaggio. Una macchina, una volta recepito un input dà un output; se è una macchina banale si otterrà sempre lo stesso output per lo stesso input , una macchina non banale no. Gli studenti vengono banalizzati dal sistema istruzione perchè ci si attende da loro risposte già note (domande illegittime) e quindi la semplice riproduzione di qualcosa che è già conosciuto, per cui quando ottengono un buon voto il processo di 26 banalizzazione è compiuto; invece le domande legittime sono quelle per cui portano alla scoperta di qualcosa che non è già noto. L’educazione è una necessità per la società, si impara con domande legittime, e inoltre, tutto il sistema ne trae beneficio quando l'apprendimento avviene in collaborazione non in competizione. Edgar Morin : teoria della complessità individua dei punti critici: la realtà è complessa per cui difficile da spiegare, mentre i sistemi educativi improntano la loro azione formativa sulla spiegazione di contenuti chiari e distinti, ciò che è certo. L’approccio educativo è complesso, si basa su tutte le relazioni che formano il tessuto sociale: il contesto (di un evento) , il globale (insieme dei contesti), il multidimensionale . Individua 4 pilastri della certezza dei sistemi educativi e che hanno portato risultati disastrosi: pilastro dell’ordine (la realtà è governata da leggi che ne stabiliscono l’ordine), pilastro delle separabilità (separare un problema in sottoproblemi o anche il sapere dapprima in sapere umanistico e scientifico e poi nelle varie discipline), pilastro della riduzione (conoscenza degli elementi basilari e semplici è fondamentale), pilastro della logica deduttiva (deduzione = che parte da leggi universali, induzione = che parte da casi semplici). Morin Dice che tutto deve essere visto nella sua globalità i saperi non devono essere separati, anzi che la settorializzazione di questi saperi generano nuovi problemi (intelligenza cieca), mentre la scuola deve insegnare in termini di complessità e globalità (pensare in modo multidimensionale). Individua i 7 saperi: 1. i fenomeni dell’errore e dell’illusione nel processo che porta alla conoscenza (spesso non si sa di non sapere, è importante un processo metacognitivo); 2. la conoscenza pertinente come conoscenza globale (oltre alle conoscenze settoriali è necessaria una visione globale); 3. conoscenza della condizione umana (anche qui la natura umana va vista nel suo complesso); 4. conoscenza dell’identità terrestre (dal 1500 i destini degli uomini sono collegati tra loro, per cui i 27 chiariti come l'interazione tra gli studenti, riguardo la lezione frontale e il ruolo del docente. Quindi l’apprendimento attivo consiste nell’interruzione da parte del docente con pausa per consentire discussione tra gli studenti sui contenuti presentati. Ci può essere anche una rielaborazione mirata al singolo studente per coloro che utilizzano prevalentemente un apprendimento riflessivo piuttosto che apprendimento attivo L’apprendimento tra pari può essere suddiviso in: apprendimento cooperativo (cooperative learning) con studenti che lavorano in sinergia per un obiettivo comune, che implica: gruppo eterogeneo di studenti, materiali di apprendimento, ruoli nel gruppo, supervisione del docente tutoraggio tra pari (peer tutoring) : uno studente è il tutor e l’altro il tutee (l’aiutato); il loro divario deve essere minimo altrimenti si replica la situazione docente-discente e inoltre è più stimolante per entrambi. Vi sono diversi tipi di tutoraggio tra pari: tra età diverse, della stessa età, apprendimento reciproco, diffuso nell’intera classe (classe divise in coppie), apprendimento con l’assistenza di pari (come il precedente, ma con delle regole di tutoraggio e scambio dei ruoli nella coppia) L’apprendimento collaborativo (in generale) Si basa sul costruttivismo. lavorano in gruppi, confrontandosi, per raggiungere un obiettivo comune. All’interno dell’apprendimento collaborativo rientrano l’apprendimento cooperativo e l’insegnamento induttivo (partendo da situazioni particolari per poi generalizzare).( Li vedremo sotto) Nasce da Smith e Mc.Greogor, secondo cui l’apprendimento è un processo costruttivo e attivo, è favorito da un contesto stimolante, ciascun alunno è diverso dall’altro, l’apprendimento è un fatto sociale, emotivo e soggettivo. 30 Si deve definire: il numero di persone da cui è formato un gruppo, la tipologia di lavoro (strutturato oppure con obiettivi vagamente delineati), gruppi che devono realizzare un prodotto ben preciso o che invece devono seguire un processo e confrontarsi con altri gruppi. Apprendimento cooperativo Slavin analizza le strutture incentivanti per favorire l’apprendimento: struttura incentivante cooperativa (più individui vengono premiati nel gruppo), incentivante competitiva (solo quelli con prestazioni migliori nel gruppo vengono premiati), incentivante individualistica (più individui premiati nel gruppo ma senza confrontarli tra loro). Nell’apprendimento cooperativo le attività sono strutturate con cura e obiettivi delineati con rigore. Si sviluppano anche abilità sociali e relazionali, che è l’altro fine del lavorare in gruppo, in particolare Slavin dice che è molto utile anche per i disabili e studenti stranieri David e Robert Johnson hanno individuato 5 vantaggi dell’apprendimento cooperativo: interdipendenza positiva (il successo può avvenire solo se tutti hanno successo), responsabilità individuali, interazioni faccia a faccia, abilità sociali e elaborazione di gruppo (i componenti del gruppo analizzano gli aspetti positivi e negativi). Inoltre hanno individuato 3 tipi di apprendimento cooperativo: formale (il gruppo completa il compito assegnato), informale (gruppi temporanei), gruppi di base (gruppi per lunghi periodi) Slavin individua 2 variabili nell’apprendimento cooperativo come deve essere strutturato l’incentivo (premio di gruppo o individuale) e la struttura del compito (ogni membro ha un compito o non vi è suddivisione dei compiti), Altre metodologie di apprendimento cooperativo. Student Teams-achievement division STAD (gruppi da 4, dopo che il docente ha presentato la lezione sostengono dei test singolarmente e poi si sommano il punteggio), TEams-games-tournament (TGT)(come il precedente solo che invece che il test partecipano a un gioco), team 31 assisted individualization (TAI)(prima di formare i gruppi fanno un test iniziale, poi dopo l’apprendimento fanno un test individuale), Jigsaw e Jigsaw2 (puzzle) (gruppi da 6 ognuno studia una parte del compito, poi si riuniscono quelli che hanno la stessa parte e poi c’è un test), learning together (gruppi da 4 o 5 che studiano del materiale ricevuto in una sola copia per gruppo, poi ciascun gruppo presenta il prodotto), group investigation (il docente presenta il lavoro, i gruppi poi stilano una relazione). In tutti i lavori di gruppo il docente: - deve fissare chiaramente gli obiettivi della lezione - collocazione degli studenti nei gruppi (gruppi più numerosi hanno maggiore potenzialità ma più difficili da gestire) - spiegare agli studenti i compiti da svolgere , obiettivi - monitorare ed aiutare - valutare I gruppi possono essere omogenei o eterogenei, di solito gli omogenei si ottengono se sono gli studenti a scegliere il gruppo, e in questo caso potrebbero esserci delle discriminazioni ma gli eterogenei sono meno produttivi Metodi di insegnamento induttivo L’induzione è un apprendimento più naturale, anche un bambino da una serie di esperienze trae dei concetti generali, anche se la maggior parte degli insegnamenti più diffusi sono di tipo deduttivo. inoltre l’induttivo si presta nella cooperazione tra pari E’ più adatto per le materie scientifiche, a differenza del metodo deduttivo che normalmente è applicato, nell’induttivo si parte da una applicazione pratica specifica per poi giungere a concetti astratti e generali . 32 art 1 e 2 DPR 275/1999 → autonomia scolastica per la garanzia del successo formativo degli studenti Questo DPR prende forma nel PTOF (documento costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia). Esistono però dei vincoli, che definisce il ministro: - obiettivi generali del processo formativo - obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni - le discipline dei curricoli e il relativo monte ore annuale - l’orario obbligatorio annuale e della quota riservata alle scuole (quota dell’autonomia) - limiti di flessibilità temporale per realizzare compensazioni tra discipline Quindi il curricolo in parte è fissato dal ministero e in parte è dato dalla quota dell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche, che nel 2000 era fissato all’15% del monte ore annuale delle singole discipline. Nel 15% possono realizzare compensazioni tra le discipline ma anche introdurre nuove materie. Nella quota dell’autonomia, con la riforma Moratti dei professionali del 2003, possono intervenire anche le Regioni (in base alle realtà locali) innalzandola al 20%, sempre in linea con il profilo educativo culturale e professionale (PECuP). Questo aspetto della riforma moratti non è mai entrato in vigore ma il ministro Fioroni nel 2006 l’ha estesa anche a infanzia e primo ciclo; la riforma Gelmini ha modificato ancora la flessibilità della secondaria di secondo grado fino ad arrivare ad oggi: nei Licei, nel secondo biennio la quota di autonomia è stata aumentata sino al 30%, nel primo biennio e nell’ultimo anno è rimasta al 20%, negli Istituti tecnici, la flessibilità è del 30% nel secondo biennio e del 35 nell’ultimo anno. Negli Istituti professionali, secondo il D.lgs. 61 del 13 aprile 2017, si arriva dal 25% del primo anno fino al 40% nel secondo biennio e nell’ultimo anno. 35 I criteri per determinare definire la quota dell’autonomia sono: richieste delle famiglie, del territorio, enti locali, osservazioni dei docenti, bisogni alunni disabili, orientamento agli studenti. Nel primo ciclo: il dpr 89/2009 ha fissato l’orario a 29h + 1h di approfondimento letterario; è possibile attivare indirizzi musicali con 4 strumenti ; inoltre nella secondaria di primo grado è possibile il tempo prolungato a 38h con matematica e italiano, 2h lingua comunitaria. Le indicazioni per il curricolo del primo ciclo sono emanate con il DM 31 luglio del 2007, dove secondo Edgar Morin, si articola per “campi di esperienza”, in particolare in aree disciplinari e discipline (scuola primaria e primo grado) e dove per ciascun campo di esperienza sono fissati dei “traguardi di competenza” a fine scuola dell’infanzia, a fine scuola primaria e a fine primo grado, e poi tappe intermedie per “obiettivi di apprendimento”. Nel 2012 vi è una revisione delle indicazioni con l’aggiunta delle raccomandazioni del parlamento europeo con le competenze chiave per l’apprendimento permanente, e scompaiono le aree disciplinari. Nei licei: il dpr 89/2010 regolamenta i licei, ci sono 6 indirizzi, con 2 bienni e il quinto anno con i relativi OSA (obiettivi specifici di apprendimento alla fine di ogni periodo); nell’allegato B vi sono i vari piani di studio e le scuole hanno la seguente autonomi: 20% del piano di studi del primo biennio, 30% sul secondo biennio e 20% sul quinto anno; però ogni materia non si può ridurre per più di un terzo nell’arco dei 5 anni, e le discipline dell’ultimo anno non possono essere soppresse. E’ possibile aumentare il monte ore, e l’introduzione al quinto anno di una materia il lingua straniera (clil=Content and Language Integrated Learning ), che per i licei linguistici è possibile già dalla classe terza e dalla quarta un’altra materia in lingua. 36 Alla fine del liceo conseguono i PECuP, quelli che sono chiamati i risultati di apprendimento (RdA): conoscenze abilità, acquisizione strumenti, suddivisi in comuni (comuni a tutti i licei) e specifici (relativo ai singoli indirizzi) Nei tecnici: il dpr 88/2010 regolamenta i tecnici: ci sono 2 settori: uno economico con 2 indirizzi e il tecnologico con 9 indirizzi con le relative articolazioni: il percorso tecnico è così articolato: abbiamo primo e secondo biennio e quinto anno con insegnamenti generali comuni ai settori, poi insegnamenti obbligatori di indirizzo e specifici di articolazione. Le quote di autonomia sono: 20% nel primo biennio e 20% nel successivo triennio con i vincoli che non possono ridurre ogni disciplina più del 20% rispetto al monte ore dei 5 anni e che rispettare il contingente assegnato e richieste famiglie; inoltre vi è una flessibilità del 30% nel secondo biennio e 35% dell’ultimo anno. Oltre alle 21 articolazioni ci sono anche le opzioni che sono 11 Nei professionali: 37 ● comunicazione verbale, costituita dal linguaggio (le parole scritte o parlate); ● comunicazione paraverbale, alla cui base vi è l’uso della voce (il tono, il ritmo); ● comunicazione non verbale, alla cui base vi è l’uso del corpo (la mimica facciale, la postura). in generale la comunicazione non verbale si esprime mediante il comportamento spaziale (o prossemico cioè distanza tra persone), motorio-gestuale, mimico del volto. La cinesica indaga la mimica e gestualità e posture variabili stile comunicativo secondo Norton: 10 variabili indipendenti: dominante, amichevole, attento, rilassato, polemico, drammatico, animato, aperto, d’effetto , preciso, e infine una undicesima variabile che è l’immagine del comunicatore, e sono misurabili con strumenti chiari. Per determinare lo stile comunicativo Norton utilizza un questionario chiamato Communicator style measurement (CSM) basato su 5 livelli con 45 item. Si può usare questo questionario per tracciare lo stile comunicativo dei docenti secondo loro stessi, ma anche il loro stile secondo gli studenti e se è uno stile efficace in base agli studenti. Il modello MITB (model for interpersonal teacher behaviour) riguarda lo studio del comportamento del docente elaborato da Timothy Leary e poi da Wubbels-Creton-Hooymayers e si basa su due dimensioni: dimensione influenza, data da dominanza-sottomissione, e dimensione prossimità data da opposizione-cooperazione; in definitiva possiamo individuare 8 settori: abbinato al modello vi è il questionario QTI (questionnaire on teacher interaction), basato su 77 osservazioni e 5 livelli (da mai a sempre). Poi 40 si fanno 3 confronti: come il docente vede se stesso, il docente ideale per gli studenti, come gli studenti vedono il docente. Uno studio ulteriore, il cluster analysis, ha raggruppato i questionari individuando 8 modelli comportamentali di profili ricorrenti, si è ottenuto che il profilo autorevole/tollerante sono quelli che ottengono i risultati migliori, mentre incerto/aggressivo i peggiori. Il concetto di flusso e la motivazione degli studenti motivazione intrinseca ed estrinseca: l’intrinseca quando lo studente percepisce l’attività come stimolante, estrinseca quando le motivazioni nascono dal raggiungimento del risultato. Per Csíkszentmihályi è importante il concetto di attività autotelica, ossia attività intrinsecamente motivante, e quindi nasce la definizione di stato di flusso , molto spesso nasce da un’attività che si presenta come sfida per il soggetto. Poi ci sono degli strumenti per misurare il flusso: il questionario di flusso (diviso in 5 parti), la scala di flusso (nove dimensioni), metodo del campionamento dell’esperienza (13 voci di categoria + 29 voci con scala di approvazione). Vi fu un’evoluzione del modello fino ad arrivare al modello di fluttuazione dell’esperienza (con 8 canali esperienziali) ________________________________________________ 41 I comportamenti aggressivi Classificazioni ICD (international classification of diseases): i disturbi di mente e comportamento sono indicati con la lettera F , poi c’è un numero di due cifre , in particolare la sottocategoria che va da F90 a F98 ci sono i disturbi comportamentali e della sfera emozionale con esordio abituale nell’infanzia e nell’adolescenza, con F90 disturbi ipercinetici, F91 disturbi della condotta e F95 con movimento involontari (TIC): Poi vi è un punto e un'altra cifra che va da 0 a 9 per le varianti (in 8 e 9 ci sono le categorie residuali non inquadrabili nelle precedenti varianti). Un’altra classificazione è la DSM (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders ) Il bullismo Dan Olweus distingue tra bullismo diretto (fisico, verbale, …) e indiretto (isolando la vittima, calunnie, la si esclude…). Nel 2007 viene introdotto il cyberbullismo e nel 2015 il cyberstalking e il sexting (il flaming Il battagliare verbalmente online attraverso messaggi elettronici, violenti e volgari.) cause: fattori famigliari (troppa rigidità o lassismo, conflittualità genitoriale), fattori genetici, aspetti caratteriali ereditati, comportamento in gruppo, scarsa tolleranza delle diversità ,poi ci sono aspetti sociali che fungono da innesco. Misure contro il bullismo: ruolo dell’adulto come modello positivo, coinvolgimento, fissare limiti fermi, sanzioni di carattere non punitivo. 42 La experiential learning theory (ELT) Formulata nel 1971 partendo dalla teoria dell'esperienza di Dewey in cui si evidenziava che l’apprendimento avviene soprattutto attraverso l’esperienza, progettata al meglio. Kolb elabora 6 assiomi: - l’apprendimento deve essere un processo e non un risultato - ogni apprendimento è un ri-apprendimento di idee già possedute - adattarsi all’ambiente esterno - l'apprendimento è un processo olistico, della persona nel suo complesso - sinergia tra persona e ambiente - l’apprendimento è un processo di creazione della conoscenza (visione costruttivista) Kolb definisce il ciclo di apprendimento (che in sostanza sono delle abilità di apprendimento): esperienza concreta → osservazione riflessiva → concettualizzazione astratta → sperimentazione attiva e si può essere più orientati su una piuttosto che sull’altra. Kolb poi sviluppa un modello di sviluppo, basato su stadi evolutivi: fase dell’acquisizione (fino all’adolescenza), fase della specializzazione (fino alle prime esperienze lavorative, ci si specializza su come apprendere), fase dell’integrazione (adulto) Per capire lo stile di apprendimento di una persona Kolb fornisce un questionario, denominato learning style inventory da 12 items e da cui scatorisce lo stile divergente (in cui prevalgono esperienza concreta e osservazione riflessiva), assimilante (osservazione riflessiva e 45 concettualizzazione astratta), convergente (concettualizzazione astratta e sperimentazione attiva) , accomodante (sperimentazione attiva e esperienza concreta) La teoria di Rita e Kenneth Dunn è una delle più complete, i due studiosi considerano lo stile di apprendimento di uno studente come risultato di una serie di fattori. I fattori appartengono a 5 ambiti: 46
Ambito LETO Valori
Suono Silenzioso/rumoroso Biologica
. Luce Soffuso/luminoso Biologica
Ambientale
Temperatura Caldo/fresco Biologica
Design Informale/formale Biologica
Motivazione Ha bisogno di.../non ha bisogno di... Evolutiva
ui Persistenza È persistente/non è persistente Biologica
Emotivo —
Responsabilità È responsabile/non è responsabile Evolutiva
Struttura Vuole una.../Non vuole una... Evolutiva
Da solo/Con i pari Da solo/Con i pari Evolutiva
Sociologico | Autorità Docente autoritario/ docente collegiale Evolutiva
Varietà Modo vario/modo non vario Evolutiva
Percezione-uditivo Stile uditivo/stile non uditivo Biologica
Percezione-visivo isivo/stile non visivo Biologica
Percezione-tattile Stile tattile/stile non tattile Biologica
Percezione-cinestesico | Sile cinestesico/stile non cinestesico Biologica
Fisiologico | Assunzione Ha bisogno di.../non ha bisogno di... Biologica
Periodo del giorno Mattina/sera Biologica
Tarda mattinata Preferisce la.../non preferisce la... Biologica
Pomeriggio Preferisce il.../non preferisce il... Biologica
Mobilità Mobile/fermo Biologica
._._. | Elaborazione Globale/Analitica Biologica
Psicologico —r = - = = -
Modalità di azione Riflessivo/Impulsivo Biologica
Per capire lo stile di apprendimento i Dunn utilizzano un questionario
In sintesi, la profonda convinzione dei Dunn è che tutti sono in grado di
apprendere. Non esiste uno stile di apprendimento migliore di un altro;
esistono solo stili di apprendimento diversi. Qualsiasi studente può
apprendere, se viene messo nelle condizioni che per lui sono migliori.
Il modello di Neil Fleming (VARK- Visual, Aural, Read/write e
Kinesthetic )
Fleming migliora l’idea dei Dunn (anche se in realtà partito da un
modello di Stirling visual-aural-kinestetic), ed è convinto che la modalità
47
Per la dimensione della comprensione: di solito la presentazione dei contenuti è sequenziale , cioè segue una sequenza logica, ed è quello più conforme alla didattica, ai libri di testo e che rispetta i periodi scolastici, l’approccio globale invece presenta problemi mal-strutturati, ad es parzialmente definiti, facendo lavorare la creatività degli studenti (è tipico degli studenti geniali). Per spingersi verso un insegnamento per apprendimenti globali è necessario attuare questi accorgimenti: -presentare le finalità e gli scopi generali della lezione che sta per presentare, prima di entrare nel dettaglio degli argomenti e di esporre i vari passaggi; -assegnare problemi che portino a più soluzioni e che possano essere risolti in più modi; -incoraggiare l’utilizzo di metodi alternativi a quello presentato a lezione per risolvere il problema; -collegare i contenuti ad altre discipline e a tematiche complesse e di ampio respiro; -presentare periodicamente concetti avanzati e più generali rispetto a quelli trattati; -parlare con gli apprendenti globali, per renderli consapevoli del loro modo di apprendere, affinché possano superare le difficoltà che incontrano periodicamente nell’apprendimento. Felder ha elaborato il questionario ILS (index of learning styles), compilabile via web, con 44 domande , 11 per ciascuna delle quattro dimensioni, e ogni domande ha 2 opzioni Dalla disabilità ai Bisogni Educativi Speciali L’integrazione degli alunni disabili 50 CIDH, acronimo di International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps, che in italiano possiamo tradurre con Classificazione Internazionale delle Menomazioni delle Disabilità e degli Handicap. 1.La menomazione è relativa all’aspetto esteriore del corpo o di un apparato o organo. 2.La disabilità è fatta osservando le prestazioni della persona, e riguarda le difficoltà. 3.L’handicap è uno svantaggio dell’individuo rispetto all’ambiente circostante, per cui dipende dove si trova l'individuo. Non è detto che un individuo sia contemporaneamente in tutte e tre le situazioni. La legge quadro 104 del 5 febbraio 1992 ha l’obiettivo di garantire l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con handicap , in particolare all’art 12 commi 3 e 4 si parla di integrazione scolastica, in particolare nel comma 5 si individuano i passaggi fondamentali: 1. l’individuazione dell’alunno in situazione di handicap, mediante una certificazione di tipo medico; 2. la stesura di una Diagnosi Funzionale (DF); 3. la conseguente redazione di un Profilo Dinamico Funzionale (PDF); 4. la conclusione dell’iter, mediante la formulazione di un Piano Educativo Personalizzato (PEI). La diagnosi funzionale è redatta dall’unità multidisciplinare (medico, neuropsichiatra, terapisti, operatori sociali) e ci sono dati clinici e elementi psicosociali (dati anagrafici e del nucleo famigliare e contesto)). Le aree della diagnosi funzionale sono: cognitiva, affettivo-relazionale, linguistica, sensoriale, motorio-prassica, neuropsicologica, autonomia personale e sociale. Il pdf viene redatto dopo un primo periodo di osservazione e anch’esso dall’unità multidisciplinare a cui si aggiungono i docenti e la collaborazione dei famigliari. C’è qui la descrizione funzionale dell’alunno e le condizioni attuali e poi l’analisi dello sviluppo potenziale 51 a breve e medio termine lungo gli assi fondamentali: cognitivo, affettivo-relazionale, comunicazionale, linguistico, sensoriale, motorio-prassico, neuropsicologico, dell’autonomia, dell’apprendimento. Infine è redatto il pei: dagli operatori sanitari, insegnanti, operatori psicopedagogico e genitori NUOVO PEI: decreto interministeriale del 29/12/2020 n.182 e poi modificato con disposizioni correttive (Adozione del modello nazionale di piano educativo individualizzato e delle correlate linee guida, nonché modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità, ai sensi dell'articolo 7, comma 2-ter del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66") con decreto interministeriale nel 1/8/23 n.153. art3 Il glo è formato dai docenti e presieduto dal dirigente scolastico o un suo delegato, con i genitori, l'UVM dell’ASL, figure professionali esterne alla scuola o rappresentante del GIT territoriale, un esperto esterno. All’inizio dell’anno scolastico il dirigente scolastico nomina il GLO. art.4 il GLO si riunisce entro il 30 giugno per l’approvazione del pei provvisorio e entro il 31 ottobre per l’approvazione di quello definitivo. Il Glo si riunisce almeno una volta, da novembre ad aprile, e poi si riunisce entro il 30 giugno per la verifica finale. Le riunioni si svolgono in orario scolastico ma non in orari di lezione, e anche a distanza. I membri del glo possono accedere al sidi anagrafe alunni disabilità nel rispetto del regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD) art.5 e 6 il profilo di funzionamento è il documento propedeutico per la redazione del pei 52 L'UVM è un organo distinto rispetto al GLO e come tale non ne fa parte, ma le figure professionali che lo compongono e che interagiscono con l'alunno possono certamente rientrarvi, anzi l’asl individua uno o più membri come componenti del glo: che possono partecipare a tutti gli incontri o concordano con la scuola altre modalità di supporto (a distanza o indirette). Altri incontri: almeno uno intermedio, uno finale entro giugno, e per gli alunni di nuova certificazione , entro giugno la convocazione del glo per la redazione del pei provvisorio. La valutazione e aspetti inerenti la didattica è di competenza della componente docente ICF (international classification of functioning, Disability and Health) Nasce nel 2001 come sostituzione dell’ ICIDH. L’ICF si può applicare a chiunque, perchèprende come riferimento, non la malattia, ma lo stato di salute del soggetto e le compromissioni che lo interessano e lo limitano, quindi anche l'ambiente fisico e sociale (in cui ci sono barriere e facilitatori). Nel 2006 , l’ONU emana la convenzione per i diritti delle persone con disabilità. Il 20 marzo 2008 viene firmata l’intesa tra governo , regioni, province e comuni che fissano i criteri per l’accoglienza scolastica degli alunni con disabilità, dove si parla del profilo di funzionamento ( che è dato da diagnosi funzionale e profilo dinamico funzionale) e si parla di pei. Vi è un coordinamento orizzontali (scuole , asl, enti locali devono collaborare) e verticale (interno al mondo dell’istruzione , che si raccordano con gli uffici). Viene istituito il GLIP (gruppo di lavoro interistituzionale provinciale ed è per ogni USP - costituito da ispettore tecnico, un esperto della scuola, due esperti enti locali, due esperti dell’asl, tre esperti associazioni disabili), affiancato dal GLP (gruppo di lavoro provinciale - costituito da un ispettore tecnico, due dirigenti scolastici, tre docenti esperti di educazione speciale). Poi c’è il GLHI per ogni istituto (dirigente scolastico o delegato, rappresentanti dei docenti 55 curriculari e sostegno, servizi sociali e asl, rappresentanti dei genitori e degli studenti nella secondaria) e i vari GLHO (dirigente scolastico o delegato, docenti curriculari e sostegno, operatori servizi sociali e sanitari, genitori). Per gli esami del primo ciclo anche se ci sono prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del diploma della licenza, mentre nel secondo ciclo conduce solo all’attestato di frequenza Vi è inoltre la possibilità di somministrare prove equipollenti, che significa differenti ma non differenziate , cioè che accertino contenuti culturali e professionali. I disturbi specifici di apprendimento La lingua si compone di grafemi e fonemi, che nelle lingue trasparenti come l’italiano sono corrispondenze stabili, nelle lingue opache no. Errori di scrittura: Gli errori fonologici: non si associa correttamente il grafema al fonema Gli errori fonetici: errore ad es nelle doppie consonanti Gli errori non fonologici: non sono rispettate le regole ortografiche (apostrofo, h, q con c, fusione parole) La legge 8/10/2010 n.170 individua le ICD-10 (international classification of diseases): dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia. I dsa appartengono alla categoria F (della mente) in particolare F81 che sono i disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche, dalla 0 alla 9 la dislessia è un disturbo specifico della lettura F81.0. La disgrafia è un disturbo inquadrabile nei disturbi evolutivi delle abilità scolastiche F81.8. 56 La disortografia è un disturbo della transcodifica in quadrabile disturbo della compitazione F81.1. Discalculia è un disturbo inquadrabile nella F81.2 abilità aritmetiche. La comorbilità è l’insieme dei disturbi precedenti e rientra come disturbo misto delle capacità scolastiche F81.8, ma potrebbero aggiungersi anche disturbi del linguaggio-coordinazione motoria-attenzione-emotivi-del comportamento. Ovviamente a tutto ciò segue un iter di certificazione e poi stilare il pdp. La legge 107 ha ribadito i concetti sui dsa e la didattica individualizzata. L’autore che ha trattato temi sui dsa è Massimo Baldacci che parla di personalizzazione delle strategie didattiche, anziché didattica individuale, e con obiettivi diversi per questi studenti rispetto agli altri , e si rifà alla didattica di Kolb, Dunn e Felder. Baldacci dice che la proposta didattica opportuna è quella che si può adattare al gruppo , e ciascuno di loro debba compiere uno sforzo minimo per adattarsi al modello didattico; si può anche suddividere per gruppi omogenei. Per poter fare questo, vi deve essere la disponibilità di un pluralismo di percorsi che il discente deve poter scegliere. Presupposto per questo, sono i principi: principio delle opzioni (didattica a favore dei laboratori), principio dell'auto orientamento (maturare competenze metacognitive per poter scegliere), principio della valutazione critica dello studente. Da ciò scaturiscono le linee guida associate al DM 12 luglio 2011: didattica individualizzata: consiste in un’attività di recupero dello studente o per raggiungere specifiche competenze; la didattica personalizzata: didattica calibrata in base al livello personale dei bisogni educativi del singolo studente. Per agevolare i dsa è possibile: apprendimento per esperienza, cooperativo, tutoraggio tra pari, suddividere i compiti in sottocompiti. Mezzi compensativi (dalla legge 107 e le linee guida): servono per ridurre il divario di partenza: cuffie e microfoni, audiolibri, vocabolario 57 categoria F84, e qui rientrano tutte le forme di autismo, e quindi compromissioni dell'interazione sociale, della comunicazione, interessi limitati e attività ripetitive. Si ha autismo lieve se il quoziente intellettivo è >70. Tra le strategie didattiche: fornire istruzioni chiare, programmare tutte le attività, usare processi di routine. Stabilire sempre una situazione di equilibrio disturbi ipercinetici: sono gli F90 (dell’attenzione, della condotta, di altro tipo): qui è incluso anche il disturbo dell’attenzione con iperattività (ADHD). Si possono introdurre attività di routine, poche regole e precise, evitare di sanzionare i comportamenti. Il docente può fare pause quando lo studente interrompe ma anche cercare di rendere la lezione meno noiosa: predisponendo l’ambiente per ridurre le fonti di distrazione, accordandosi prima della lezione con l’alunno per obiettivi verosimili, suddividere i compiti con pause, usare rinforzi positivi. Per gli adhd usare pratiche laboratoriale che permettono di muoversi e toccare con mano ma anche usare il canale visivo con schemi diagrammi, audiovisivi Quoziente di intelligenza: WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children, ossia la scala Wechsler dell’intelligenza 60 con sigma = 15 (deviazione standard) 9.5 Gli alunni stranieri L’iscrizione è regolata dall’art 45 del dpr 394/99 e poi le linee guida del 2006 e 2014. 61 E’ il collegio docenti a prendere decisioni sul nuovo inserimento dell’alunno straniero. Il C.M. del 2010 fissa un tetto del 30% di alunni stranieri per classe. Se c’è bisogno devono apprendere l’italiano L2 (A1 e A2), con corsi di 8-10 ore settimanali per 3-4 mesi e 2h al giorno. Sono 3 fasi di apprendimento della lingua: apprendimento per comunicare, ponte di accesso diritto allo studio, apprendimenti comuni. Il pdp si redige solo in situazioni particolari anche se transitoriamente bisogna prevedere particolare attenzione se necessita dell’apprendimento della lingua. Non ci sono semplificazioni per gli esami, si può prevedere mediatori linguistici processo di acculturazione, abbiamo uno schema che prevede 4 casi: CONTINUITA’, ORIENTAMENTO e VALUTAZIONE Nel 1956 Bloom pubblica una tassonomia, ossia una classificazione degli obiettivi educativi, in particolare del “dominio cognitivo” (conoscenza e sviluppo abilità intellettive). 62