Scarica corpo genere e società- riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! CORPO, GENERE E SOCIETA’ INTRO Il corpo si costruisce, prende forma nel corso della nostra vita e delle relazioni, lo modelliamo noi attivamente nelle scelte di ogni giorno e lo plasmano le istituzioni con le loro richieste .… anche se ci appare come qualcosa che non scegliamo e che ci precede, un dato naturale. Questo corpo naturale ha però, a ben guardare, tante verità che testimoniano le relazioni di sapere e potere che lo costruiscono. ES. quando apriamo un referto medico, i valori ci appaiono come segnali oscuri che un professionista interpreterà per noi, mentre sarà il nostro sentire che ci dirà come stiamo, e il nostro apparire che ci restituirà l’immagine del nostro essere per gli altri. => Il sapere medico, il sentire incorporato, la gestione delle impressioni sono verità del nostro corpo che rimandano a diverse dimensioni sociali: istituzioni, cultura, interpretazione. Vi è comunque un dato corporeo materiale, a cui si ha accesso attraverso il nostro essere sociali. Su questo dato la società lavora. Interazioni, istituzioni e cultura intervengono sui corpi, allo stesso tempo tacitamente e con forza, per esempio creando rappresentazioni positive rispetto a certi modelli corporei. Così facendo la società rende alcuni processi significativi ed altri irrilevanti. Il dato materiale, per la specie umana, non è mai immediato o inerte: il nostro comprendere e sentire sono invischiati nella pratica sociale. - > L’essere umano, come animale sociale e politico, è dunque tale sin nell’intimo della propria esperienza corporea. La nostra capacità di prendere corpo e la socialità di questo corpo sono coestensive: si affronta la propria materialità secondo gli schemi culturali appresi durante la vita quotidiana e nelle relazioni sociali. - > Il corpo si configura come oggetto di analisi sociologica: corpo e società si costruiscono insieme. La corporeità e la società sono in continuo mutamento e in continuo divenire, non sono fenomeni statici. Non si può immaginare una struttura di comportamenti naturali su cui si innesta una sovrastruttura culturale o sociale. Natura e cultura si intersecano nella specie umana: i diversi usi del corpo sono sia “naturali”, ossia resi possibili da dispositivi fisiologici, sia “sociali”, ovvero arbitrari e convenzionali. Secondo una prospettiva sociologica, i processi concreti della costruzione sociale del corpo, sono storicamente situati e culturalmente definiti. Ciò vuol dire che il soggetto incorporato si realizza attraverso i modi sociali in cui gli esseri umani partecipano alla vita collettiva, contribuendo a rinsaldare o modificare le regolarità pratiche e le norme classificatorie che ne hanno inizialmente definito la soggettività. Emerge l'idea di incorporamento come processo sociale: scalare: i corpi son forgiati a piu livelli dalle relazioni: nell’aspetto, posture, capacita, emozioni; circolare: siamo indotti ad assumere nel nostro corpo le differenze promosse dall'interazione, dalla cultura e dalle istituzioni per poi agire su queste stesse differenze a partire dal nostro sentire incorporato attivo: siamo pienamente soggetti incessante: costruiamo continuamente il nostro corpo per noi e per gli altri, anche inconsciamente conteso: i modi di vivere le nostre identità sono immessi in sistemi gerarchizzati. 1 Il genere rappresenta una specificitè dell'incorporamento come processo sociale, il quale tuttavia viene naturalizzato assegnando posizione, ruoli e significati particolari a uomini e donne. Le categorie proposteci nella modulistica ordinaria, per esempio, (simboli dei corpi nelle toilette) disegnano l'umano come fondamentalmente, e naturalmente, sessuato. Si tratta di visione perlopiù dicotomiche. L'essere uomo o donna e una pratica di continuo posizionamento all'interno dell'arena produttiva, ovvero i soggetti incorporati si collocano diversamente a seconda del loro rapporto con la riproduzione umana. Il genere e il frutto inevitabile di un processo di sessuazione del corpo, ciò significa che il continuo processo attraverso cui i soggetti prendono corpo li situa in categorie sessuali differenti, cui vengono attribuiti ruoli diseguali e gerarchizzati (corpi f che curano e prestano affetto, corpi m che prendono con forza e agiscono). I nostri corpi sono percio politici, mai neutri, ma intessuti di relazioni di potere. Il corpo e il potere sono intimamente legati: i corpi mostrano i segni di classificazioni gerarchiche date per scontate. La disuguaglianza, ossia una differenza segnata dal potere inteso come creazione di una gerarchia e sua naturalizzazione. Il processo di incorporamento sessuato non e solo relazionale, bensì anche gerarchizzato e naturalizzato. L’idea di natura umana occidentale ha lasciato invisibile il genere femminile, esercitando un tacito potere simbolico, assegnando una divisione gerarchizzata del lavoro, delle emozioni, delle aspettative modificando il sentire, desiderare e agire dei soggetti stessi. Il potere non lavora solo sul soggetto, ma anche attraverso di esso: il corpo diventa un progetto su cui il soggetto interviene per costruire la propria identita per se e per gli altri. La corporeità viene costruita sia in profondità (emozioni) sia in superficie (aspetto); i progetti sul proprio corpo spaziano da pratiche e trattamenti inseriti nei consumi quotidiani ad attività di modifica più invasive e straordinarie, realizzati in base agli ideali di bellezza. La corporeità si definisce anche secondo assi orizzontali, ossia corpi differenziati per genere, razza, classe, e assi verticale, differenziati cioè da categorie quali giovane/vecchio, sano/malato. CAP 1- COSTRUIRE I CORPI, COSTRUIRE IL GENERE Una delle più sorprendenti tracce dell’esperienza umana che sono giunte sino a noi sono i graffiti preistorici: prime forme di rappresentazione visiva del corpo. Tracciato con linee semplici, il corpo umana appare già socializzato. Le raffigurazioni dei corpi rappresentano la doppia socialità del corpo: - sociale è il corpo che viene costruito mediante alcune pratiche selezionati dall'organizzazione della vita quotidiana e - sociale è la rappresentazione di tale corpo che avviene per propiziare feste, celebrazioni e riti. E’, dunque, ad alcune capacità fisiche che viene attribuito valore, legate alla dotazione biologica ma acquisite socialmente: i graffiti preistorici mostrano corpi tutti braccia e gambe perchè gli arti si fanno più salienti in funzione delle attività fondamentali che svolgevano (compito più importante nella società: caccia). Non vi è neutralità né universalità, ma è il corpo del cacciatore, uomo adulto, non anziano, con rango. Col passare dei secoli il peso della società sui corpi si è fatto crescente, innanzitutto perché le società sono diventate più complesse: si è sviluppata una cultura materiale multiforme. -> 2 moderno. Con l'avvento della modernità, il fiorire di spazi sociali “pacificati”, la paura prioritaria degli individui non era più quella della violenza fisica => bensì: gli individui danno più importanza alla prima impressione di se’ nell’interazione con gli altri, fattore che determina auto-imposizione di vincoli. -> Le esperienze sociali sono meno intrise di emozioni subitanee (improvvise, inattese) e ne deriva un cambiamento della struttura della personalità con innalzamento soglia del pudore. Si è diffusa nel tempo una condotta corporea civilizzata, legata al controllo del corpo, esito delle dinamiche di conflitto e cooperazione tra le classi sociali, che distanzia l’umano dall’animale. La trasformazione della nobiltà dominante, da cavalieri che destreggiavano le armi, in una classe di cortigiani, è esempio di tale civilizzazione: si sviluppa la capacità di riflessione e previsione, di rigida regolazione della propria affettività, perché ogni gesto o saluto hanno un importanza maggiore rispetto al singolo gesto. I cortigiani iniziano a prevedere le azioni altrui dai piccoli segnali dell'interazione: si psicologizza l'altro, intuendone le motivazioni tramite la lettura dei segnali corporei e tenendo sotto controllo le proprie emozioni per giocarle strategicamente. Si stabiliscono obiettivi personali che si perseguono grazie al minuzioso autogoverno delle proprie espressioni e emozioni. Nell’800 la borghesia predomina nel commercio e nell’industria, terminando la supremazia delle capacità cortesi e anteponendo a esse la competenza professionale, possesso di denaro e costumi che esaltavano la virtù a scapito della raffinatezza; ciò mediante la razionalizzazione del corpo attuata tramite l'unione dei propri codici con quelli del ceto precedente. L'interesse della sociologia classica verte sulla relazione tra i bisogni mutevoli e le tecniche di disciplinamento del corpo. Marx: lavoro come processo corporeo → attraverso il lavoro, gli esseri umani possono realizzarsi in armonia con la natura oppure essere alienati da se’ e dai propri corpi. L'operaio nell'industria esegue per tutta la vita un’unica operazione semplice e trasforma il suo corpo in quell’automatismo. Ritiene che il lavoro alla macchina riduca libera attività fisica e mentale: sopprime l’azione, il lavoratore sente di agire liberamente solo nelle sue funzioni animali come mangiare, bere, procreare. nelle sue funzioni umani, invece, si sente una bestia. Quindi i confini tra umanità e animalità sono costruiti socialmente → tale costruzione è l'esito del dominio e dello sfruttamento. Weber: la fabbrica moderna come condizionamento razionale dell'attività lavorativa, la quale viene svolta in modo estremamente meccanico e automatico. Il lavoro sulla macchina scombina i ritmi organici, ricombinandoli in modo innaturale per una migliore economia delle forze in funzione della mansione. Gli individui assumono una condotta conforme, per cui le masse vengono disciplinate dagli apparati burocratici e produttivi della modernità. La disciplina ha tre caratteristiche: -ognuno ha un posto nell'organizzazione meccanizzata attraverso l'addestramento di routine; -ogni cosa, anche le emozioni sono razionalmente calcolate; -la devozione è impersonale. ┐ Tuttavia: La disciplina burocratica è sia razionalizzata che basata su aspirazioni personali, operando mediante gli individui invece che semplicemente su di essi; non è solo repressiva ma fa aumentare le capacità del corpo in funzione delle esigenze delle istituzioni produttive e politiche. 5 La disciplina ha permesso ai soggetti la mobilità sociale (non è solo strumento di dominio burocratico) e ha favorito l' influenza e la legittimazione della borghesia, promuovendone gli atteggiamenti riformisti legittimando il cambiamento sociale. La disciplina razionale permette ai borghesi di essere tecnicamente superiori ai cavalieri, uomini d’onore ma indisciplinati. (come sante anoressiche medievali si lasciavano morire di fame per trascendere lo svantaggio di essere donne). Attraverso la disciplina promossa dall’ascetismo mondano, protestante chiunque può divenire virtuoso: il governo del corpo responsivo alle esigenze professionali possono fungere sia da tecniche di controllo e governo delle popolazioni, sia da strategie individuali e collettive di emancipazione (l’ascetismo mondano protestante addolcisce gi elementi repressivi dell’ascesi religiosa contrastanti con lo sviluppo di una vocazione professionale). I modelli di vita borghesi divengono, cosi, un'aspirazione per tutta la popolazione. Simmel: l'incorporamento moderno si sviluppa nelle grandi metropoli. Nella città moderna si sviluppa un'atteggiamento blasè verso ciò che attornia l'individuo (spettacolo variopinto delle merci). La vita nervosa si intensifica a favore di una intellettualizzazione al di sopra della sentimentalità, mentre la specializzazione e differenziazione delle funzioni favorisce l'incremento dell'individualismo. La metropoli ha profondi effetti sulla soggettività incorporata: cambiano i sensi del soggetto, così che è la vista a dominare l'esperienza e le persone divengono più sensibili. L’igiene assume rilevanza: assume una funzione distintiva, un modo per distinguere la propria classe sociale: il prestigio si connatura con la gestione razionalizzata del proprio corpo. Con l’aumentare delle diverse situazioni sociali e dall’emergere della divisione pubblico/privato, i soggetti devono imparare a controllare il proprio corpo ma farlo anche vivere in prescritte zone per il divertimento e consumo, spazi per lo sfogo controllato delle emozioni che non sono previste nel quotidiano es. passatempi, sport). Inoltre, il capitalismo moderno si è strutturato anche sulla base di una divisione tra produzione e consumo, largamente connotata in base al genere. Il genere non segna solo le differenze nelle culture del consumo di luoghi ed epoche diverse, ma ha anche contribuito a definire la genesi del capitalismo di consumo dalla prima modernità ad oggi. Sombart: il modificarsi delle pratiche e della cultura di consumo è andata di pari passo con la messa in luce del ruolo delle donne. Analizza l'arte e la letteratura medievale e rinascimentale, e nota che già dal Trecento si è assistito ad una correlazione tra secolarizzazione e l'edonismo ed estetismo delle cose. L’amore diviene più giustificabile in se stesso, fuori dalla visione religiosa, e si sviluppa una nuova concezione edonistico-estetica della donna e dell'amore, favorendo il raffinamento dei piaceri. Lo sviluppo economico, oltre a essere indotto dagli uomini investitori, fu incentivato dalle donne cortigiane che diffusero una nuova femminilità centrata sulla gestione dei piaceri raffinati che finì per suscitare nell'intera società un'aspirazione per l'intrattenimento elegante e la magnificenza. (grandi magazzini in epoca moderna) Nascono quindi negozi moderni in cui le donne borghesi acquistano per rinnovare i rituali di domesticità raffinata e femminilità estetizzata. Il disciplinamento dei consumi procede di pari passo alla loro diffusione grazie ai mille cerimoniali del nascente salotto borghese the, porcellane), alla buona conversazione che richiede letture e nuove competenze culturali (musica, canto, pittura), alla raffinatezza dei nuovi spazi commerciali, ai codici del vestire, al diritto di famiglia e di successione. Proprio quest’ultimo ci mostra come questa 6 stessa capacità fosse legata a dinamiche di potere all’interno della famiglia e dovesse essere in qualche modo funzionale alla produzione di reddito che spettava agli uomini. => La capacità femminile di consumare è manifestata mediante forme di consumo produttivo (ricamare, legger, cucinare), addomesticato (ideologia della gestione razionale della sfera domestica) e vicario (come membri di una famiglia e in nome di essa), con cui le donne possono esprimersi come consumatrici in modo adeguato e corretto. Veblen ritiene che consumare e curare il proprio corpo serviva soprattutto per dare splendore al proprio marito. Dal 900 ad oggi, il corpo si è imposto come un luogo della riconquista di se’. Si è dato crescente valore all’unicità del singolo e alle sue possibilità creative e questo processo ha investito anche i corpi. Nella tarda modernità, il corpo diventa luogo sia del benessere soggettivo, sia del ben apparire individuale. Si è creato un codice di pratiche e discorsi che positivizzano l'uso del corpo, per cui il soggetto esprimere le sue capacità liberamente, motivo per cui il corpo è stato facilmente un segno di depravazione. IL GENERE E LA SESSUAZIONE DEL CORPO Il corpo costruito dalla modernità non è neutro. I mondi della vita quotidiana sono organizzati ancora oggi in base ad alcuni confini fondamentali: quelli che separano gli uomini dalle donne. Le differenze di genere rimangono (nonostante la conquista di importanti diritti da parte delle donne, soprattutto nei paesi liberl-democratici) tra le più importanti sia per la riproduzione della struttura sociale, sia per la gestione della propria identità. Il genere, innanzitutto, passa attraverso il corpo. Il genere non è una qualità del corpo, bensì e una struttura di relazioni tra soggetti dotati di corpi che si situano in posizioni differenti nell'organizzazione sociale rispetto alle proprie capacità riproduttive, quindi alla classificazione sessuale. Interazioni, istituzioni e cultura danno forma ai corpi. L'insieme di queste relazioni arriva a definire un <<ordine di genere>> che definisce possibilità e corsi di azione e che determina una situazione di cooperazione conflittuale tra uomini e donne. L'ordine di genere va oltre i rapporti tra uomini e donne: le relazioni di genere includono effettivamente la differenza e la dicotomia, ma anche molte altre configurazioni che non possono essere ridotte a differenza tra maschile e femminile. La relazione del soggetto con il proprio corpo contribuisce alla definizione di genere in modo determinante e risulta da un lento processo mimetico di incorporamento. Il genere è una dimensione fondante l'identità, che viene continuamente realizzata in modo diverso in base ai contesti e alla loro organizzazione sociale. Le pratiche sociali talvolta sottolineano la differenza tra maschile e femminile (es. vestiti prémaman), a volte la negano (in molti contesti lavorativi), a volte la mimetizzano (nei giochi al pc), a volte la complicano (es. “terzo genere”). Il concetto di genere ha permesso di transcendere la semplicistica dicotomia maschio/femmina e di considerare una pluralità di modi vivere il corpo, l’identità sessuale. Introdurre il genere come strumento di analisi sociale, significa affiancare agli studi sulle donne quelli degli uomini. Una delle caratteristiche del genere è quella di essere fissato sul corpo grazie anche al suo intrecciarsi ad altre due dimensioni definitorie: il sesso (classificazione dei corpi ad una categoria sessuale) e la sessualità (classificazione dei corpi sulla base dell'organizzazione del desiderio erotico). 7 LA BIOPOLITICA, DISCIPLINA E POTERE L'opera di Foucault è fondamentale per riconoscere come il corpo sia implicato direttamente in un campo politico: i rapporti di potere producono il corpo: lo addestrano e obbligano a certe pratiche, esigendo da lui dei segni. Egli propone una visione relazionale del potere, che non è attribuito ad un gruppo specifico, ma lavora sul corpo nelle prassi quotidiane. Il potere funziona a catena, è una relazione, non una proprietà, agisce sul corpo mediante una serie di prassi- strategie e tattiche- che operano ad un livello intermedio tra il soggetto incorporato e le istituzioni, mediante pratiche quotidiane (e spesso fortemente controllate). Sovergliare e Punire, evidenzia che la modernità trasforma il corpo in uno strumento utile e docile all' interno di organizzazioni (scuole, fabbriche, eserciti) presentate come istituzioni disciplinari che consolidano il loro potere tramite l'incorporamento della sorveglianza. => Organizzazione panottica della prigione, ad es., in cui il prigioniero sa di essere soggetto sempre a controllo, un controllo mai verificato. La disciplina è una serie minuta di istruzione che coordinano nel tempo e nello spazio i movimenti e le funzioni del corpo. Tutte le istituzioni disciplinari possono essere interpretate come laboratori. Contrariamente a Weber, considera il corpo come punto di applicazione del potere, e non come il soggetto. => La nozione moderna di sovranità coincide con uno spostamento dal diritto di vita (o di morte) al potere sulla vita stessa. -> La biopolitica è il terreno di incontro tra il potere e le sfere di vita. Nonostante sui corpi vi sia sempre stato esercitato potere (con obblighi, divieti, ecc), è nella moderna epoca che il potere lo rende docile. Per Foucault, la pressione di governo stimola la resistenza al punto che la nozione di sicurezza ha cominciato ad essere associata a quella dell’indipendeza. -> Il suo punto di vista non è la statalizzazione della società, bensì è quello che denuncia la “governamentalità”, ossia la presunzione che le condotte di vita possano e debbano essere amministrate dall'autorità. Gli interventi regolativi, difatti, prevedono prassi di normalizzazione (definizione dei confini del normale). La biopolitica è connotata da una duplicità insidiosa, rappresentata dalle analogie tra le misure eugenetiche (miglioramento della specie umana) positive e negative adottate nella prima metà del 900, in particolare dalla dittatura nazista. Sulla scia dell’obiettivo evoluzionista di sradicare i geni difettosi dalla specie, anche negli USA un enorme numero di persone furono sterilizzate senza averne dato il consenso fino ai primi anni 70, persone per lo più appartenenti ai gruppi sociali reputati razzialmente inferiori, come afro- americani ed indiani. Dal rinascimento a fine 800 il folle, secondo l’autore, è divenuto simbolo di disordine e immoralità, codificato come innaturale. => Progresso della prassi medica. -> Giudizio inflessibile ed esclusivo sulla follia che incentiva forme di controllo insidiose. Pone attenzione all'implicazione delle verità mediche nella rete dei rapporti di potere: la malattia diviene una raccolta di sintomi che vengono espressi necessariamente nel corpo umano. Tutto è accompagnato da un sguardo medico che domina il corpo. Distanze dagli approcci funzionalisti parsoniani sul “ruolo del malato”, secondo cui il corpo umano potesse essere definito esclusivamente in termini biomedici, universali e stabili nello spazio e nel tempo. ┐ I cittadini da soggetti con identità ascritta diventano liberi cittadini a cui si chiede di produrre se stessi: ognuno è impegnato a scoprire il vero se’. La verità del loro essere, sia esso naturale o 10 viziato, viene costruita attorno a una nozione normalizzatrice di responsabilità interiore (non più fondata sulla posizione che essi occupano nell’ordine universale delle cose). Ciò che emerge dall'analisi dello sviluppo della sessualità moderna non è tanto l’effetto repressivo che il potere ha sulle condotte e sui desideri degli individui, ma è il suo carattere produttivo: il potere viene esercitato sulle condotte, creandosoggettività più o meno normali o devianti intorno alla sfera sessuale (il sesso è il segreto rispetto al quale si nasconde la verità dell'individuo). Ancora una volta, la verità si rivela storicamente determinata: le verità sul corpo sono costruite mediante varie strategie categorizzanti sulle quali si innescano rapporti di forza. Secondo alcune autrici, Foucault avrebbe trascurato il punto che prassi e discorsi sul corpo raccontano verità diverse dei soggetti cui si riferiscono a seconda del loro sesso. IL FEMMINISMO ALLA RICONCQUISTA DEL CORPO Se ci dicono di immaginare un corpo umano non riusciamo ad immaginarlo asessuato, e molto probabilmente penseremo ad un corpo maschile. Fin dall’antichità, il corpo femminile è stato immaginato come variante particolare e imperfetta del corpo umano per eccellenza. A partire da tale affermazione, la critica femminista fa emergere la visione fallogocentrica che poneva al centro l'uomo e le sue esperienze, escludendo l'alterità femminile, ma anche che il corpo femminile era luogo di oppressione materiale delle donne. Queste riflessioni hanno contribuito a sviluppare una prospettiva sul corpo di genere, in quanto attenta alla costruzione stessa di corpi attribuibili all'uno o all'altro genere. Anni 60-70: il femminismo della seconda ondata denunciava l'oggettificazione, la violenza e la subordinazione che le donne subiscono attraverso i corpi (politica del corpo). Essa prendeva in considerazione il corpo, la sua rappresentazione e la sua gestione politica in maniera più esplicita. Tuttavia, la seconda ondata presentava al suo interno differenti posizioni: anche se si condivideva che il potere patriarcale si manifestasse attraverso pratiche di oppressione del corpo femminile, le posizioni circa la relazione tra femminilità e corporeità sono state estremamente diverse. Pensiero della differenza: è fondamentale prendere coscienza di una diversa materialità, esperienza e funzione del corpo femminile rispetto a quello maschile. Il riconoscimento della differenza è un obiettivo politico. Era venuto il momento di scrivere la storia di lei (herstory), da un punto di vista Altro. Emancipazione e liberazione delle donne: attenzione sui processi di costruzione del genere a partire dalla differenza sessuale dei corpi e alla subalternità materiale e simbolica delle donne che ne è la conseguenza. Si mira ad una più equa distribuzione di potere e opportunità tra uomini e donne. > Entrambe le posizioni sono state messe in discussione dalla riflessione femminista contemporanea, in particolare quella di matrice post-strutturalista ispirata all’opera di Focault. Post-strutturalismo: genere come esito di un processo più o meno lineare e coerente con cui le società si organizzavano intorno alla differenza dei corpi maschili e quelli femminili. -> Contestazione della dicotomia natura/cultura. + Hanno evidenziato la materialità dei processi di incorporamento delle differenze, in particolare: se è vero che il gender era utilizzato per sradicare il sistema sesso/genere per cui la differenza era biologica, è altrettanto vero che gli studi di genere hanno accolto tale termine per indicare i modi con cui si esprimerebbe socialmente la differenza di sesso, in particolare nell'apprendimento dei ruoli sociali. Secondo questa prospettiva, il genere è il 11 risultato del processo con cui dal sesso (biologico ed anatomico) una società fa discendere un insieme di aspettative circa attributi personali culturalmente stabilizzati. Il femminismo di ispirazione foucaultiana ha mostrato come questo approccio lineare al genere avesse forti limiti, in quanto assumeva una differenza di sesso nei corpi che era dicotomica e incontestabile, contribuendo a essenzializzare il genere. E’ il genere a creare il sesso, anzichè il contrario. Il genere è quella conoscenza che stabilisce i significati delle differenze corporee. A Foucault è stato contestato il silenzio androcentrico, rispetto al fatto che la genealogia dei saperi , delle discipline e del potere di dire la verità del soggetto fosse espressa mediante la sua sessualità era diversa a seconda che si parlasse di uomini o di donne. Inoltre, non ha notato come il corpo femminile fosse luogo prediletto non solo dell'applicazione del potere ma soprattutto di una politica di resistenza ad esso. Tuttavia, è indubbio che il filosofo abbia fornito “attrezzi” utili. femminismo contemporaneo: decostruisce la categoria di donna e di uomo partendo dall'idea di dispositivo di potere sesso/verità (Foucault): il genere è il sesso, in quanto la distinzione dei corpi non deriva da una realtà biologica che in seguito viene connotata socialmente, ma da una creazione discorsiva del corpo sessuato contemporanea all'atto della sua percezione sociale. In questo modo, è possibile distinguere tra il sesso nella sua naturalità e il genere come costruzione sociale; ma anche di dare un <<sesso>> al disciplinamento come modalità costitutiva della corporeità, ovvero capire in che modo sul corpo si giochino l'intelligibilità del soggetto e la verità del suo se’, e di intercettare uno spazio concreto di contestazione del potere. DIFFERENZE, DISEGUAGLIAZE E BIOPOLITICHE Le dicotomie classiche della tradizione occidentale(natura/cultura, ragione/istinto, pubblico/privato) associano l’uomo al primo termine e la donna al secondo. Si tratta, apparentemente, di una differenziazione simbolica a sostegno della complementarietà dei due sessi che, di per se’, non segnerebbe una disuguaglianza in termini di opportunità, capacità, potere. Se proviamo però ad invertire le attribuzioni (associando la donna alla mente, alla ragione, all’indipendenza, alla scienza, ecc; e l’uomo al corpo, all’istinto, alla dipendenza), facile notare che si tratta di una differenza che si tramuta in disuguaglianza, ovvero si incardina in assunti cardinali che gerarchizzano gli attributi di genere e i generi stessi. Infatti, se si inverte l'associazione di attributi, risulta degradante per gli uomini e un'elevazione per la donna. <Piange come una femminuccia>, <Quella sì che è una donna con le palle>. In sintesi, la distinzione tra mente e corpo è tutt'altro che neutra: se la donna è il corpo, e se il corpo è subalternità (opposto alla mente), allora la donna è subalternità. Al contrario, il maschile ha potuto definirsi come soggettività razionale e politica scissa dalla propria materialità corporea. Anche gran parte della teorizzazione sul corpo del )00, dalla psicoanalisi alla filosofia, postula un corpo umano che in realtà è maschile => proposta di femminismo capace di recuperare la materialità corporea di esperienze uniche per le donne, come le mestruazioni, la gravidanza, il parto,ecc. Secondo l’individualismo borghese, la donna è rappresentata essenzialmente nella sua ricettività e passività, che costituisce l'oggetto attraverso i quali il soggetto maschile (attivo, manipolabile ma impermeabile) si esprime. 12 Anche in un sistema patriarcale, il corpo maschile è investito da saperi e poteri disciplinari sanzionatori, in funzione dei contesti che frequenta gli impone determinate pratiche e cura del corpo (es. sport, esibizioni mascolinità in cultura giovanile). => Ne risente dell’ordine sociale. > La prospettiva contemporanea aggiunge a quelle classiche la consapevolezza che maschile e femminile si costruiscono a vicenda, secondo schemi relazionali mutevoli nel tempo e conflittuali, evitando le cristallizzazioni che non lasciano margine di libertà individuale. Il corpo non si sottrae agli eventi biologici ed è coinvolto nei processi sociali → biologico e sociale si costruiscono mutuamente e l'analisi della politica dei corpi da concretezza empirica a questa consapevolezza. CAP 3-CORPI E SOGGETTI Nelle società occidentali contemporanee si osserva la realtà o come frutto di eventi naturali o come un fenomeno sociale, legato alle volontà, alle azioni e alle interazioni dei soggetti; queste due prospettiva si realizzano sia nella mente che nei simboli, sia nelle risorse materiali che nelle regole organizzative delle istituzioni. [Goffman] Si tratta di due cornici di base mediante cui conosciamo la realtà sociale.=>La cornice naturale attribuisce eventi e caratteristiche solo a fattori naturali, quindi puramente fisici, non intenzionali; mentre le cornici sociali identificano e spiegano i fenomeni in relazione alla volontà e agli scopi di una <<intelligenza>> che compie azioni guidate, le quali a loro volta assoggettano chi le compie a norme sociali. Le cornici (entrambe) inquadrano i soggetti incorporati in modo diverso: nelle cornici naturali le persone non sono responsabili del proprio corpo, in quanto sfugge alla loro volontà; mentre in quelle sociali le persone lo manipolano per perseguire i propri scopi e per apparire nel modo migliore. Nella vita ci rivolgiamo agli altri sia utilizzando una cornice naturale sia sociali, a seconda delle circostanze. -> Inoltre, i soggetti incorporati non sono semplici ricettori passivi della struttura delle cornici: le applicano nella propria quotidianità, passando da una prospettiva all'altra, a seconda della situazione e della loro esperienza. =>Questo gioco di prospettive rappresenta il modo con cui controlliamo il nostro corpo nel quotidiano. Avere un corpo responsivo alle esigenze delle istituzioni e al contempo capace di comportarsi secondo le norme del mondo sociale, è fondamentale. Tuttavia, le norme che definiscono le condizioni di accettabilità sociale sono differenziate per uomini e donne, sia nei contenuti che nella loro obbligatorietà. Gli uomini e le donne nella nostra società tendono ad appropriarsi della plasticità del corpo attraverso un processo di individualizzazione riflessiva, ossia di una progressiva emersione dell'individualità soggettiva come principio di valore e realtà, e a costruirsi attraverso di essa. Tuttavia, nella quotidianità, la costruzione incorporata delle soggettività rimane un gioco irriflessivo (Bourdieu): nel corpo vengono inscritti rapporti di potere che fissano disuguaglianze tra i generi e le classi e che sono solo in parte accessibili alla nostra cosciente progettualità. Il corpo è solo parzialmente governabile dal soggetto. CERIMONIE DELL’INTERAZIONE E IL GENERE Goffman: attento alle dinamiche di costruzione del genere nei rituali di interazione, non solo a partire dalle cornici culturali, ma anche dal modo in cui il sé, ancora asessuato, viene a costruirsi attraverso il corpo e il suo linguaggio. 15 Quando agiamo nei luoghi pubblici, le moderne città globali garantiscono anonimato e cortese distacco, per cui il nostro comportamento viene visto come sintomo del nostro essere più profondo e, al contempo, il corpo come un simbolo naturale del nostro carattere e posizione sociale. Ciascun individuo teme di comportarsi in modo da non sostenere la propria parte in ogni situazione, rischiando l'esclusione sociale. I segni corporei (modo di parlare,andatura, postura, ecc) indicano sia status sociali diffusi (genere, età, classe) sia il carattere individuale (concetto che si ha di se’). Questi segni sono agiti dai soggetti in una sorta di balletto rituale che definisce l'identità dei partecipanti stabilizzando una trama di relazioni. In questo balletto è in gioco il valore stesso del soggetto umano. La nostra nozione di essere umano (autonomo, rispettabile) deriva dal rispetto delle distanze cerimoniali nelle interazioni, che determinano rispetto reciproco. Queste forme di rispetto si esprimono attraverso il corpo (es. salutare in un certo modo, mantenere una certa distanza dai presenti, fingere cortese indifferenza, gesti, ecc). Il corpo e il suo linguaggio, posti come fondamento materiale dato per scontato della soggettività, non possono essere controllati dal soggetto in modo pienamente strategico: ciò accade perché il corpo parla di noi più delle nostre effettive intenzioni. Il corpo si è andato costruendo come strumento e misura del soggetto: di esso ci serviamo per presentarci agli altri e su di esso lavoriamo per costruirci l'identità e allo stesso tempo parla agli altri di noi stessi. => Il corpo ci classifica, mentre agendo con e sul corpo noi cerchiamo di trovare il nostro posto nelle classificazioni sociali. Da quando nasciamo, impariamo a muoverci e a porci in modi diversi negoziando il nostro stile con quanto prescritto dalla nostra categoria di genere, razza, età, ecc. a cui siamo assoggettati. La modernità si è caratterizzata per l’approccio medico-naturalista (peso, altezza, sesso a partire dall’aspetto dei genitali, ecc) con cui si è avvicinata al corpo, tralasciando la sua funzione sociale: “è un fatto pratico analizzabile tramite indicatori scientifici” = medico come esperto detentore di una verità oggettiva sul corpo. --> Esistono però alcune situazioni mediche che possono risultare ambigue e dove le cornici naturali sono più instabili; in tali situazioni è più difficile concedere a noi stessi di essere trattati come meri corpi e come il semplice oggetto di un sapere distaccato e scientifico. Ciò avviene soprattutto laddove vi sia una differenza di genere tra medico e paziente e sia più difficile filtrare le connotazioni sessuali dei rispettivi corpi. Es. ginecologo maschio: certe parti del corpo non perdono la loro connotazione erotica. Per ovviare all’ambiguità della situazione, sia il medico che la paziente tenderanno ad attenersi in modo assai rigido al proprio ruolo, consentendo di incorniciare il corpo sotto esame come un dato naturale. Ciò perché l’interazione proceda ordinatamente. (anche spogliatoi palestra) Altre volte, invece, il nostro corpo diverrà uno strumento importante per lanciare segnali su noi stessi, mostrare le nostre capacità e qualità, anche simboleggiare la nostra capacità di attrarre potenziali partner. Le strutture di classe e genere si realizzano attraverso il corpo, i suoi simboli e i modi in cui ce ne serviamo per portare a compimento diverse attività, rappresentando noi stessi, la nostra identità. Saper gestire il corpo, gli sguardi, le posture, in pubblico è necessario per apparire come normali, quindi Goffman lo ritiene un equipaggiamento espressivo con cui il soggetto si presenta sulla scena sociale. Il se’ è il prodotto di una scena che viene rappresentata, non è qualcosa di organico che abbiamo (effetto drammaturgico). Il sé viene prodotto attraverso il rispetto per gli altri (deferenza) 16 e la considerazione per se stessi (contegno). Il corpo è dunque fondamentale per un’interazione ordinata e il mantenimento dei ruoli e delle identità sociali. Ciò che consideriamo autentico del corpo è invece frutto di una rappresentazione derivante da cerimonie di interazione. I codici di genere definiscono l’appartenenza sessuale attraverso ritualizzazioni quotidiane che la rende scontata. Tali codici non sono solo agiti, ma anche subiti dal soggetto. I codici di genere specificano ad es. le strategie di corteggiamento. => (<ragazza americana del ceto medio che si finge stupida con il suo corteggiatore = astuzia ed artificio del comportamento>) Le donne sono addescate dall’uso di buone maniere da parte degli uomini, ma è una strategia per sottolineare la loro inferiorità e bisogno di aiuto: ogni benevolenza che la società dimostra nei confronti delle donne (anche nei ruoli lavorativi, oltre che alle “galanterie”) può essere vista come una <benedizione a metà> con cui la società nega loro autonomia. Il genere è un insieme di espressioni ritualizzate che vanno realizzate nell’interazione, per questo gli attori presumono che sia condiviso. Se le donne riempiono maggiormente i silenzi, per attirare attenzione nel rapporto tra partner eterosessuali, ciò non viene valutato come un qualcosa che fanno ma come un modo di essere. Es. presidente Nixon e giornalista, pag. 81. CORPO, EMOZIONI E VITA AFFETTIVA Goffman ci mostra che nell’interazione con gli altri calcoliamo più di quel che crediamo, lavorando con e sui corpi per presentarci adeguatamente. Organizziamo la nostra presentazione agli altri in funzione di aspettative diverse che si legano a corpi diversi, meccanismo che si aggancia alle emozioni. => Non siamo totalmente liberi nel nostro lavoro di gestione delle impressioni.-> Questo gioco di aspettative si aggancia anche e soprattutto alle emozioni. Sociologa americana Hochschild: <proviamo sentimenti socialmente standardizzati più di quanto crediamo>. La soggettività non è riducibile all’io inconscio, ma più ad un io senziente, che sa, può e deve lavorare sulle emozioni. Le emozioni sono un fatto sociale, dipendenti dal contesto. (codici emotivi) La sfera emotiva è normativizzata dalla società varia secondo il genere: al femminile si esprime con problematicità la rabbia, mentre al maschile si vive con problematicità la paura (in effetti, nelle favole la donna è impaurita e l’uomo arrabbiato). Anche la spontaneità ha le sue regole: il lavoro emotivo è il tentativo consapevole di modificare quantitativamente e qualitativamente le emozioni, si fa una recitazione per incorporare sentimenti ritenuti più congrui alla posizione che assumiamo. Lavoriamo sempre, in qualche modo, sulle nostre emozioni, anche in solitudine. Le differenti disposizioni emotive prescritte per uomini e donne le indirizza a professioni diverse: donne accoglienti, rassicuranti; uomini duri, inflessibili. La famiglia è un terreno di continua rielaborazione dei codici di genere, in quanto ci si confronta con i propri confini e quelli dei famigliari, m o f che siano. Studi sugli spazi domestici: donne cucina, uomini garage: sono luoghi per in cui “ci si rilassa”, ma anche luoghi in cui marcare la propria femminilità/ mascolinità, l’essere madre/padre. ◙ Rilevate differenze tra donne britanniche e spagnole: le prime si dedicavano all’attività domestica quando erano dell’umore giusto, le altre la consideravano una routine strutturata. 17 Veblen osserva la tendenza delle donne benestanti a rappresentare l’agiatezza dei propri mariti attraverso il consumo vistoso e il proprio abbellimento, il che conferma il sistema patriarcale: questi beni confermano il fatto che, chi li usa (tacco, gonna, ecc), non può cimentarsi in alcun lavoro manuale né in impieghi utili e produttivi del tempo in generale ed è perciò “mantenuta inattiva dal suo padrone” . L’esclusione massiva della donna dalla sfera produttiva, in particolare dal lavoro salariato, sarebbe stata rivoluzionata con la IGM: portando a una riconfigurazione della femminilità borghese ideale, produttiva ma al contempo ancora decorativa. Simmel ritiene che l’estensione del se’, indossando ornamenti che ampliano il corpo, induca l’attribuzione di una personalità distinta, in quanto simbolicamente gli oggetti mettono la propria impersonalità al servizio della personalità dell’individuo, innalzandolo per questo a una sfera al di sopra degli altri. Ne deriva che la bellezza dipende dalle strutture relazionali. (adornarsi per gli altri in segno di egoismo) La donna dipende in maniera particolare dalla moda, le promette sicurezza e rinuncia alla responsabilità. Una donna emancipata, invece, tende ad accentuare la sua differenza esteriore. La moda contribuisce a definire le identità di genere. Moda e sessualizzazione del corpo sono fortemente intrecciate. (Es. studio sui jeans, pag. 108) La sociologia della bellezza contemporanea segue 3 filoni: 1-In gran parte di ispirazione femminista. La volontà di essere belli è considerato un effetto di un bisogno indotto dalle pressioni culturali e sociali che vogliono la donna conformata, solo apparentemente in modo volontario, agli ideali estetici, convincendo che personalizzare il corpo soddisfi una sua necessità: mentre, in realtà, lo adegua a norme e standard altrui. 2- Bellezza come modo razionale per investire sul proprio aspetto per migliorare la posizione sociale. Hakim ritiene che le donne hanno un maggiore capitale erotico (“ insieme di attribuiti ascritti e comportamentali”, da aggiungersi alle altre forme di capitale studiate da Bourdieu: economico, sciale, culturale, ecc) da scambiare con i capitale economico degli uomini: quindi vi sono forme di gerarchizzazione basate sull’apparenza esteriore e sulla capacità di attrarre gli altri. 3- Basato per lo più su metodologie qualitative, ha cercato di dare voce ai soggetti coinvolti nelle pratiche di abbellimento del loro e dell’altrui corpo. Emerge l’importanza di una narrazione riflessiva rispetto a desideri, emozioni e valori nelle pratiche di abbellimento. IN GENERALE Migliorare il proprio aspetto, renderlo conforme alle norme, sembra apportare un vantaggio negli ambienti sociali, tuttavia le donne che divengono oggetti di desiderio sessuale, quando non lo vogliono, perdono credibilità e il controllo sul proprio ambiente, sentendosi umiliate. Devono essere sempre attente a non dare messaggi sbagliati. Emerge che l’ingresso in ambienti di lavoro maschili preveda per le donne un “compromesso” tra autorità e sensualità; in particolare, l’adozione di codici maschili nel vestire veicolano immagini di autorità, è stato per le donne un modo di facilitare il proprio ingresso nel mondo del lavoro mantenendo una certa nota di femminilità, ma contenendo le connotazioni sessuali. (giacca strutturata e tinte sobrie si uniscono a gonne e tacchi) La moda facilita ciò proponendo un’ibridazione tra m e f, da cui derivano una varietà di stili con cui le donne rappresentano il loro essere madre, moglie, bella, lavoratrice. Ma questo non porta a un superamento della divisione di genere, piuttosto a nuove forme della differenza. Infatti, se un uomo non cura il proprio aspetto, sarà semplicemente un uomo poco curato, ma una donna non sarebbe 20 più tale perché ha interiorizzato che la visibilità corrisponde alla femminilità, per via dell’essere osservata e giudicata dall’uomo. Vi è un’origine sociale, per Simmel, che permette di raggiungere la propria intimità attraverso gli sguardi altrui; essa risiede nella diversa distribuzione del potere tra i due sessi. Le donne sono le prime a sottomettersi alle leggi della bellezza, legate alla struttura capitalistica e patriarcale della società. -> Pratiche quotidiane di cosmesi come esito dell’interiorizzazione di ingiunzioni di sensi di inferiorità da parte di agenzie culturali esterne: le donne introiettano l’idea che la femminilità si concretizzi nella visibilità, e che il loro corpo sia da abbellire e controllare. Si sentono osservate e giudicate per come appaiono all’esterno. La donna è alienata (alienazione sessuale) perché indotta a ritenersi solo come un corpo, sorvegliato da altri ed oggetto di osservazione di se stessa (auto sorveglia la propria apparenza). I trattamenti di bellezza permettono quindi di sentirsi pienamente femminili, nella ricerca inappagata dell’attribuzione sociale del proprio valore riflesso. Perciò spesso le donne abbracciano con entusiasmo la componente più alienante del loro essere donne, vivendola come fonte di potenziamento del sé. -> Epidemia di sindrome dismorfica tra le giovani (condizione psicologica per cui i pazienti si fissano su una caratteristica o su più caratteristiche del proprio aspetto esteriore, notando imperfezioni o difetti che per altre persone appaiono minimi o inesistenti). Nel corso degli anni 90, studi sociologici ispirati ad approcci culturalisti, prendono le distanze da queste prospettive, accusandole di essere eccessivamente deterministiche. => L’approccio tradizionale dipingerebbe le donne come soggetti intossicati dalla pressione massmediatica e meno capaci di elaborazione critica dei messaggi. Un femminismo, insomma, che finisce per ricondurre le donne ad uno stato di inferiorità mentale. Nella stessa direzione vanno altre ricerche, le quali dimostrano che il proprio abbellimento e il ricorso alla chirurgia estetica permette alle donne di emanciparsi fintanto che ne aumenta la possibilità di incontri amorosi. Tuttavia, oggi anche molti uomini attivano pratiche di bellezza sul loro corpo (effetto della cultura massmediatica e del consumismo), ampliando i confini della mascolinità eterosessuale; ma la loro cura estetica non è chiamata ad accrescere la loro maschilità, come invece per le donne. La mascolinità non perde i suoi privilegi. 2-LA MEDICALIZZAZIONE DELLA BRUTTEZZA Il sapere medico, come dice Foucault, ha deciso cosa è normale o deviante, perché insegna a vedere il corpo come un campo di intervento. Oggi siamo di fronte ad una medicalizzazione diffusa della società, in cui il ricorso a cornici interpretative di tipo medico si è espanso su dimensioni nuove della vita sociale => anche i segni della vecchiaia e la bruttezza sono pienamente investiti da questo processo, per cui sempre più interventi medici sono volti ad adeguare il corpo agli ideali di bellezza vengono legittimati dal linguaggio scientifico. Gli inestetismi vengono vissuti da strati sempre più ampi della popolazione come invalidanti rispetto alle necessità della vita. (Es. cellulite, acne) In un certo senso, ciò rappresenta la democratizzazione del diritto-dovere alla bellezza e alla ricerca della felicità tramite la trasformazione del proprio corpo e il superamento del senso di inferiorità. Per le donne invece, costrette a incarnare un ideale di eterna giovinezza, si tramuta nell’illusione di prendere in mano la propria vita tramite il lavoro sul proprio corpo. - Ricerca pazienti olandesi: consapevoli della pressione subita da uno standard normativo, ma anche agentività nell’essere attive protagoniste del cambiamento cercato. 21 - Studio su pazienti asiatiche americane: intendono cambiare i contorni del loro viso verso modelli più occidentali per sembrare “meno stupide e più socievoli, moderne”. => Interiorizzazione ideologia razzista. La chirurgia estetica ha carattere ambivalente, è quindi un modo per controllare le donne attraverso i loro corpi, e un mezzo con cui loro possono esercitare un controllo sulla propria vita. 3-PROGETTI CORPOREI: DAL FITNESS ALLA BODY ART Le attività di fitness assumono un ruolo sempre più importante nel nord del mondo. A differenza delle tradizionali attività sportive, il fitness non mira a dotare i soggetti di capacità specifiche, ma a modificare il corpo per renderlo più utile e prestante nella quotidianità, a mantenerlo più giovane, ecc. la sua diffusione è stata celebrata come la democratizzazione dello sport, ora accessibile a quelle categorie che prima ne erano tradizionalmente escluse (es. donne); ma è stata anche denigrata come il trionfo del narcisismo consumistico. Vi è segregazione delle attività sportive femminili, lo sviluppo dell’aerobica vuole confermare gli standard normativi di femminilità. Si attribuisce alla forma fisica energia, resistenza, elasticità, giovinezza e il corpo diviene strumento migliore per affrontare la quotidianità. La forma del corpo racconta il nostro stato di salute. Il fitness lega indissolubilmente un ideale di corpo alle attività fisiche per ottenerlo: funzionalità ed estetica si incontrano. Certo, anche grazie al fitness si sono diffuse pratiche sportive che sembrano mettere in discussione almeno alcuni aspetti dell’opposizione tra maschile e femminile, accentuando la dimensione del divertimento. Eppure, anche in culture sportive unisex, le donne che rafforzano capacità ritenute tipicamente maschili, come forza e coraggio, sono indotte, quasi per compensare, ad accentuare alcuni tratti della tradizionale femminilità, per es. utilizzando codici del vestire. Il rimodellamento del corpo avviene anche per mutilazioni o decorazioni. Alcune oggi sono incluse tra le pratiche quotidiane di mantenimento del corpo (es. trucco, colore ai capelli), altre sono più radicali e permanenti; più sono invasive e più richiedono giustificazione nella propria narrazione autobiografica = body art. Tatuaggi e piercing sono le forme più diffusa nel Nord globale. Soprattutto il tatuaggio, ha goduto di un’accettazione altalenante nel corso dei secoli: dalla fascinazione all’ostilità. Sottoculture radicali , soprattutto giovani dissidenti, hanno utilizzato la body art come segno di rifiuto dell’individualismo, del capitalismo, della distruttività ecologica; intendono il corpo come politico, in quanto luogo primario del controllo sociale. Body art come segno di distacco dalla società. In realtà è divenuto un fenomeno di massa: i loro stili dimostravano più una sovversione dall’interno che una opposizione dal di fuori. -> Molti sociologi concordano col fatto che il potenziale trasgressivo della body art sia stato indebolito dalla commercializzazione e dalla mercificazione degli stili, tipiche della cultura del consumo. Desiderio di comunità. Non si può negare comunque che : Ogni personalizzazione della body art riflette il posizionamento sociale e politico dei corpi all’interno delle gerarchie di potere. Se l’integrità, la salubrità e il bell’aspetto del corpo sono lodati nella cultura consumistica; la violazione dell’organismo attraverso tagli, scarnificazioni o marchiature, suggerisce comunque una sfida nei confronti dell’ideologia dominante. La scarnificazione ed il tatuaggio contrastano l’ideale di bellezza occidentale, e possono contrastare l’eccessiva spinta alla mobilità sociale del capitalismo, perchè il segno è difficilmente reversibile. 22 sessuale induce uno status sessuale, in cui i generi sono visti in modo oppositivo e gerarchico. EGEMONIA ETEROSESSUALE => i corpi devono essere coerenti ed avere un senso, devono avere un sesso stabile ->La matrice eterosessuale è difesa da sovversioni omosessuali dalla naturalizzazione del desiderio che un genere debba provare per l'altro, quindi diviene pratica obbligatoria. -> L’apparato simbolico che normalizza l’egemonia dell’eterosessualità sulle altri forme di sessualità, è lo stesso su cui poggia l’egemonia maschile sul femminile. Ovvero la distinzione sessuale che stabilisce determinati rapporti. (Agnese mostra rivalità con altre donne) Il processo di costruzione di genere e sessualità si rafforzano a vicenda. Alla maschilità egemone (uomini competitivi, orientati alla carriera, anaffettivi ed, ovviamente, etero) vi è il corrisposto della femminilità enfatizzata:una femminilità eterosessuale legittimata sulla base del principio di complementarietà. Maschilità o femminilità “altre” sono marginali; godono di minire potere sociale, ma di una forte carica sovversiva. Si ritiene che l’atto sessuale sia inteso come umiliante per le donne: questa idea è costruita dal mercato del sesso, quindi l’eterosessualità viene definita dalla pornografia. Pornografia è una forma di violenza che viene presentata e percepita come voluta dalle donne che la subiscono. Essa rappresenta per questo l'esempio più chiaro del fuorviante in cui il desiderio eterosessuale ci viene presentato. Il desiderio maschile diventa quello per eccellenza. IN REALTA’ Queste riflessioni, affiancando critiche moralistiche tradizionali e patriarcali, non riescono a riconoscere le molteplici forme della maschilità e del desiderio eterosessuale, ma soprattutto negano qualsiasi forma di agentività da parte delle donne che fanno e consumano pornografia. Una letteratura sociologica ormai decennale suggerisce di distinguere impulso sessuale, desiderio e sessualità, e di studiarne le interconnessioni. Per molto tempo si è, in effetti, separato l'impulso sessuale dalla sua elaborazione culturale, lasciando il primo come elemento universale fondato biologicamente. Questo modello biologico del sesso doveva molto alla teoria evoluzionista e, seppur distinguesse tra sessualità e riproduzione, assegnava il primato alla penetrazione, rilanciando tacitamente l'idea che il sesso dovesse avere funzione riproduttiva. A partire dagli anni 60-70 si è riconosciuto un ruolo attivo della società nel dare forma al desiderio sessuale attraverso l'apprendimento sociale e l'integrazione quotidiana, ed è stato chiaro che non era necessario reprimere un impulso naturale per rendere conto del suo addomesticamento: e si trattava piuttosto di dare forma il desiderio stesso secondo percorsi funzionario all'ordine sociale è di genere in particolare. Cruciale in questo cambiamento di prospettiva è stata soprattutto la teoria dei copioni sessuali di Gagnon e Simon, i quali non intendono la pulsione sessuale come imperativo biologico, bensì credono sia definita socialmente: la cultura attribuisce significati ad alcuni eventi che vengono definiti sessuali e questi “copioni” vengono appresi implicitamente. Questo apprendimento avviene in un contesto fortemente differenziato per genere. => Mentre i ragazzi adolescenti vengono votati a un’affermazione pubblica sulla gestione della loro vita sessuale, le ragazze vengono indirizzate al romanticismo e, a volte, al masochismo leggero. Gli uomini devono essere predatori e le donne prede, altrimenti si contesta il loro essere m o f. Mentre alla donna viene perdonata l’omosessualità, all’uomo no. Molti hanno rilevato che ci sono stati importanti cambiamenti nei comportamenti sessuali di uomini e donne negli ultimi decenni nella direzione di una convergenza, ad esempio, sul numero di partner sessuali o di rapporti prematrimoniali. Comunque, alcuni copioni permangono nella società e continuano a riprodursi. 25 6- ETA’, GENERE E INTERSEZIONALITA’ Solo dopo la IGM le giovani hanno attuato strategie di auto-miglioramento del corpo o lotte per affermare la propria identità, a seguito delle pressioni da medicina, industria, cinema, pubblicità, che le hanno spinte a diventare artefici del proprio destino somatico. L’adolescenza sembra il periodo di inizio del desiderio di piacersi: quando il cambiamento fisico induce attenzione al proprio corpo. Il corpo è etichettato diversamente in funzione di epoche e classe sociale, quindi vi è una pluralità di cornici. => Una dimensione verticale ha a che fare con le tappe di crescita che si attraversano, quei momenti di passaggio in cui si condivide anche l’esperienza e i simboli con il gruppo dei pari/coetanei (medesima visione del mondo); la dimensione orizzontale comprende, oltre genere ed età, classe, etnia, razza, religione, orientamento sessuale, disabilità: sono cornici che influenzano il vissuto corporeo in base per es. la salute o l’apparenza. In quella verticale si naturalizzano il corpo e il genere, in quella orizzontale si definiscono le disuguaglianze. 1-DENATURALIZZARE L’ETA’:CORPI E GENERAZIONI Si considera il corso di vita scandito da fasi precise (infanzia, vita adulta e vecchiaia) ma non è una legge universale. Fondamentale è osservare l’età di un individuo in relazione al contesto storico di appartenenza per capirne la specifica traiettoria di sviluppo. Elder evidenzia il diverso impatto che le medesime condizioni storiche (Grande Depressione, IIGM) hanno avuto su individui differenti. In base all’età in che avevano durante la crisi hanno avuto sviluppo socio affettivo diverso. Mannheim introduce la nozione di “generazione” per cercare proprio di comprendere cosa voglia dire essere coetanei, mettendo a fuoco i diversi modi in cui lo si può essere: non solo condividere La collocazione storico-sociale (classe d’età), ma anche esperienze ed orientamenti, genere, classe, ecc. Le generazioni però non sono un tutto organico e coerente: esistono gruppi diversi anche tra i giovani che vivono un legame di generazione, che cioè sono orientati in base alla stessa problematica sociale. È soprattutto dalla condivisione di esperienze e sistemi di idee durante l’adolescenza o la prima giovinezza che può nascere una coscienza generazionale. Osservare come età e generazione sono condizionate dalla cultura di appartenenza e allo stesso tempo al modo in cui contribuiscono a cambiarla o a rafforzarla significa operare un denaturalizzazione del dato esperienzale legato al corpo. Contrariamente a prima, i bambini non sono considerati passivi (riproduttori di una cultura) nell’acquisire la cultura ma operano un’agentività che gli permette di rielaborare e negoziare i significati degli adulti. [infanzia: costruzione sociale] Tuttavia, ci sono norme e convenzioni che regolano la loro vita, ad es. i giochi sono strumenti di socializzazione ai ruoli m e f e determinano il formarsi di universi valoriali differenti per genere nell’adolescenza, facendo incorporare le visioni dominati di femminilità e maschilità. -> La transizione all’età adulta appare oggi assai poco vincolata a percorsi standardizzati di genere e classe (es. educazione sessuale). Durante questa fase è fondamentale una particolare forma di rapporto con se stessi e il mondo. Nell’adolescenza, si investe molto sul proprio corpo manipolandolo, abbellendolo, per ricevere stima altrui e testare il controllo della realtà: compito strumentale ed espressivo del corpo, soprattutto per le ragazze occidentali che lo vedono come un insieme di parti da cambiare, 26 intervenendo invasivamente. L’intervento sull’aspetto esteriore può assumere un significato cruciale, inserendosi in una lotta per l’identità e il controllo dei cambiamenti tipici della pubertà. L’adolescenza dei giovani occidentali, bianchi, classe media, sembra essere il momento in cui si decide chi si vuole essere, con esito contraddittorio: ci si vuole isolare dalle pressioni burocratiche, ricercando una propria originalità, ma si ha bisogno di mantenere senso di appartenenza perché la posta in gioco è alta. Bisogna perciò mostrare, in occidente, la capacità di rinnovarsi tramite oggetti proposti dal mercato, in modo autonomo, dimostrando adeguati progetti sul proprio corpo. Proprio come avviene in occasione ad esempio della Body Art, una delle motivazioni più ricorrenti è modificarlo per sentirsi unici o indipendenti. La body art esprime significati condivisi dal gruppo dei pari, diversi per ogni generazione, quindi che non dipendono dalle appartenenze ascritte. Mode e subculture giovanili sono utilizzate dal singolo adolescente per realizzare i propri compiti di sviluppo: segnalano la separazione dell'infanzia, l'indipendenza dalla famiglia e l'appropriazione del proprio corpo. Talvolta le percezioni vissute durante l'applicazione di un tatuaggio di un piercing sono modi per riappropriarsi, riattivare ed erotizzare un corpo altrimenti vissuto come estraneo: sono veri e propri riti di passaggio per così dire individualizzati . La vecchiaia passa in seconda importanza ed e interpretata come fase di decadenza inevitabile che preclude la morte. Essa diventa (per via della scienza medica – medicalizzazione del corpo) un “raccimolare” sempre più anni di vita, grazie agli atti medici, e si è svuotata di senso perché l’esperienza acquisita non è più scambiata nel gruppo. La morte è sottratta al simbolico per essere affidata al clinico, è vista come il fallimento del sapere e trattata con ribrezzo (per gli odori, la decomposizione). In passato, invece, la morte, anche quella dei bambini, era percepita come un fatto ordinario, vi erano anche rituali che accompagnavano il morente e i suoi parenti “addomesticando” a morire. Nel medioevo la morte come occasione di rinsaldare legami attraverso celebrazione pubblica. La morte era un fatto collettivo, ora privato e nascosto ai membri più giovani della famiglia. 2-INTERSEZIONALITA’ DELLE ETICHETTE CORPOREE L’approccio sociologico intersezionale intende dimensione verticale (età, classe) ed orizzontale (cultura, razza, genere, sessualità …) non come entità che operano escluse dalle altre, ma come fenomeni che si costruiscono reciprocamente e creano disuguaglianze sociali. -> L’anoressia è un es. di come sul corpo e sulla sua gestione si intrinsechi una pluralità di condizioni (ingresso in pubertà, corpo che cambia, paura di diventare adulti) organizzati tramite costrutti culturali (ideale estetico commercialmente sostenuto che valorizza la snellezza) ed elaborati diversamente a seconda del posizionamento in diverse dimensioni della vita sociale (donne, bianche, di classe media, in occidente). -> I disturbi dell’alimentazione dipendono certamente da fattori emozionali (es. difficoltà ad esprimere emozioni), psicologici (es. bassa autostima) e interpersonali (es. relazioni familiari problematiche); MA la loro variabile diffusione nel tempo e nello spazio ci dice molto anche della loro natura sociale. -> Al pari dell’ondata di isteria dell’800 (che in realtà era specchio della condizione della donna e della sua repressione sessuale in epoca vittoriana), l’anoressia è stata interpretata come è protesta del corpo ad una cultura che privilegia la snellezza, teme l’inadeguatezza, in cui il corpo è una proprietà su cui investire, ecc. in adolescenza l’aspetto esteriore può assumere un significato cruciale, inserendosi in una lotta per l’identità e il controllo dei cambiamenti tipici della libertà. 27 sfera privata, della propria autonomia e persino ad essere trattate come soggetti a pieno titolo, come anche i bambini. I gender displays affermano uno struttura sociale fondamentalmente tenendo le donne “al loro posto”. I genderismi della femminilità: il tocco gentile, funzione decorativa, sottomissione, donna bambina, scarico responsabilità, donna giocattolo. Pag. 198 Goffman utilizza immagini pubblicitaria tipizzate in cui emergono espressioni e gestione spazio che determinano l’appartenenza di genere facendola apparire naturale. Il prodotto pubblicitario è affine ciò che fa una società, rendendo le situazioni sociali facilmente leggibili. I displays di genere, come altri rituali, possono ironicamente riflettere le fondamentali caratteristiche della struttura sociale, MA possono ANCHE contrapporsi a queste e rovesciarle, controbilanciarle o compensarle. Es. pubblicità, immagini ibride femminili. 3-CORPI E STEREOTIPI DI GENERE Nella contestazione degli stereotipi è più facile individuare quelli classici (donna angelo del focolare, corpo erotizzato; uomo dominatore) rispetto a genderismi e rappresentazioni ritualizzate della maschilità e femminilità. Eppure capire come funzionano i codici di genere rispetto ai corpi e alla comunicazione è di fondamentale importanza per scavare in profondità in ciò che diamo per scontato del nostro linguaggio visuale. Per es. in Italia, nell’informazione, le donne sono chiamate nei media a rappresentare l’opinione o la pratica comune, mentre gli uomini a rappresentare il sapere esperto. Si addice autorità all’uomo, quindi l’attribuzione di potere è essa stessa il potere. Tutta una serie di ricerche mostra che la permanenza di stereotipi di genere tradizionali è difficile da eliminare nella comunicazione mediatica, dalle pubblicità di giocattoli ai talk show. Da almeno 70 anni, il tema delle rappresentazioni sessiste, stereotipate e non rispettose della dignità femminile è affrontato a livello internazionale, e da almeno 40 anche nel nostro paese. -> Le ricerche, all’inizio, si concentravano sul fatto che il femminile fosse raffigurato esclusivamente entro la dicotomia oggetto erotico - madre casalinga; dagli anni ’80, invece, hanno sottolineato lo scarto tra un’immagine della donna sessualmente emancipata e attiva nello spazio extradomestico e il permanere di una forte strumentalizzazione della sua apparenza estetica. Oggi queste ricerche si sono estese alle rappresentazioni discriminatorie verso classi disagiate, minoranze, LGBT, anziani; anche in chiave interiezionale. MA, tutt’ora, le donne vengono utilizzate nei media sempre secondo stereotipi costruiti stavolta in base alle dinamiche del contesto. Per es. nelle pubblicità con target i bambini si usano colori accesi e ritmo veloce di cambio immagine; per le bambine si usano colori tenui e dissolvenza tra le immagini. Questi aspetti sottolineano le attività di cura, estetiche, casalinghe, o di competizione e manipolazione. INOLTRE, dalla stampa alla tv, impongono che corpi non tonici non ricalcano la disciplina interiore che una donna deve avere: non si tratta solo di magrezza ,ma di saper controllare i propri impulsi, compresi quelli sessuali, per dimostrare di avere doti manageriali. I corpi femminili tondi o vecchi non vengono proposti perché la femminilità corrisponde alla bellezza, con eccezione di quelli maschili. Anche la recente celebrazione della moda curvy è un’apparente eccezione alla regola: nel momento in cui viene celebrato un corpo dalle forme più morbide e rotondeggianti, esso viene negato al tempo stesso con make-up, vestiti e posture che tendono esplicitamente a snellirlo. Anche le rappresentazioni dell’amore passionale, in cui lui possiede con violenza la donna, e lei 30 la accetta come dimostrazione di amore, si celano impercettibile politiche di differenza di genere e di asimmetria di potere. Uomo possiede donna. Nel magazine francese Marie-Claire, durante il secondo conflitto mondiale, l’idea di fondo è sempre che una donna deve saper contenere le emozioni e lavorare sul suo corpo per rendersi un dono agli altri: in particolare, nei conflitti bellici la donna doveva supportare in questo modo il marito che aveva vissuto atrocità al fronte, e divenne per lei dovere morale presentarsi bella e spensierata. Poi divenne dovere mostrarsi sorridente e con spirito forte nel rispetto della razza, alla quale si doveva dare una prole sana e bella: si costruirono due diversi modi di essere tra uomo e donna. -> Le immagini femminili tra i fiori o nei campi iscrivevano la donna all’ordine del naturale: il determinismo biologico giustificava il determinismo sociale. => il riconoscimento di attitudini proprie dei due sessi e una divisione del lavoro funzionale del maschile e del femminile, rappresentava, per gli ideologi del regime, la garanzia di una solidarietà organica e la legittimazione di garanzie sociali contro il disordine generato dal liberalismo culturale e della sua menzogna democratica. La rivista contribuiva a creare la dominanza maschile, ascrivendo come naturali le doti femminile di accettazione e passività. Per comprendere le differenze di genere e le differenze etniche è necessario riflettere prioritariamente, in chiave generale, sul significato che il tema delle differenze riveste nel nostro tempo storico (viviamo in una società planetaria). • Importanza della consapevolezza circa la diversità dei due termini sesso e genere (sebbene anche le differenze biologiche possano essere considerate come socialmente costruite: ad esempio, fino all’inizio del XIX secolo era convinzione diffusa che uomini e donne avessero i medesimi organi sessuali – solo diversamente collocati). Donna non si nasce ma si diventa Tra le principali critiche femministe al genere: Judith Butler (filosofa statunitense e teorica del movimento queer, rifiuta le tradizionali identità di genere): genere e sesso si stabilizzano nel tempo attraverso una serie di atti rituali quotidiani. Centralità del linguaggio. Contro la percezione dell’eterosessualità come normalità il genere una costruzione artificiale, che si ripete grazie a reiterate rappresentazioni e auto rappresentazioni visive e discorsive. Queste rappresentazioni (‘tecnologie di genere’) finiscono per essere interiorizzate dai soggetti, il soggetto (…) si produce in quanto soggetto nell’assumere, nel fare proprie o nell’identificarsi con gli effetti di senso e le posizioni specificate dal sistema sessuale in una data società il soggetto (…) si produce in quanto soggetto nell’assumere, nel fare proprie o nell’identificarsi con gli effetti di senso e le posizioni specificate dal sistema sessuale in una data società. La sua base materiale: controllo della forza lavoro femminile (esclusione da risorse produttive centrali) e controllo della sessualità femminile. Benefici personali e controllo della generazione dei figli. Ruolo della famiglia e delle altre istituzioni sociali nel suo mantenimento. La funzione principale degli S. Oggi si sottolinea il carattere difensivo degli S.: per loro tramite cerchiamo di proteggerci dai continui processi di cambiamento della realtà sociale. L’effetto più importante degli S. Alterazione dei dati dell’esperienza: eventuali informazioni che contraddicono gli S. vengono ignorate. • Che cos’e l’empowerment femminile 31 • Il ruolo del femminismo della ‘seconda ondata’ e la Conferenza di Pechino del 1995 (Quinta Conferenza Mondiale sulle Donne promossa dalle Nazioni Unite) nella costruzione dell’empowerment. Le donne da ‘vittime’ a soggetti attivi, portatori di processi di mutamento sociale. • Che cos’e la prospettiva essenzialista in rapporto alla maschilità. Il ruolo degli stereotipi. • Per la prospettiva costruzionista le diverse forme di maschilità vanno comprese in relazione ai contesti sociali in cui gli uomini vivono. Nei termini della psicologia del profondo: relazione potenzialmente conflittuale con la madre (rifiuto della dipendenza dalla madre). • Respingendo la madre via via che cresce, il bambino emargina la dimensione dell’accudimento, della cura, dalla propria identità. Identità maschile come presa di distanza dalla femminilità. • Sport come arena cruciale della riproduzione di una ‘maschilità combattiva’. Naturalizzazione della forza – e, eventualmente, della violenza La paura dell’omosessualità in quanto opposta alla virilità (Bellassai). All’omosessuale vengono attribuite caratteristiche psicologiche • Che cos’e l’intersezionalità – intreccio di genere, classe, età, etnicità, orientamento sessuale, abilita/disabilita, religione – e come influenza le rappresentazioni del corpo. Oggi, in sintonia con lo spirito del tempo: autodeterminare, rimodellare il corpo. Il corpo come territorio simbolico: dalla body art, alla chirurgia estetica, all’anoressia. La pressione sociale ad intervenire sul corpo per plasmare l’identità. Il processo di ≪de- naturalizzazione≫ dei corpi. Anoressia come esito di processi culturali. 32