Scarica dal disagio alla rinascita del sè e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! DAL DISAGIO ALLA RINASCITA DEL SE’ 1 LO SVILUPPO DEL SE’, TRA ESIGENTE INTERNE E DISPOSIZIONI ESTERNE e Nell’evoluzione umana è possibile distinguere tre periodi fondamentali: O Primo: sviluppo della corteccia cerebrale, che comporta la maturazione di facoltà straordinarie e diverse da altri specie viventi = Sisviluppa la capacità di differire le risposte, di controllare e di monitorare le tendenze istintive, di agire in maniera deliberata =. L’agireinmodo volontario supporta quello istintivo volto al soddisfacimento dei bisogni orgasmici e fisiologici O Secondo: consapevolezze che la propria sopravvivenza risulta legata a quella del gruppo e l’agire istintivo si rivela in contrasto con i bisogni e necessità altrui = Per gestire le dinamiche conflittuali che ne derivano l’individuo usa la volontà per il controllo del comportamento istintivo, non più per un supporto O Terzo: sviluppo della consapevolezza della mente e del proprio sé, che diventano oggetto di osservazione e riflessione ® Fin dalle origini, ciascuno ha necessità di stabilire un equilibrio ottimale tra l’espressione e l’attualizzazione del proprio sé, da una parte e le limitazioni sociali dall’altra ® A ciascuna fase di stabilità seguono momenti di squilibrio e quindi di ricerca di nuovi equilibri ® La condizione umana è contrassegnata e accompagnata dalla ricerca dell’assonanza tra esigenze individuali e limitazioni collettive ® Si parla di adattamento: esito della ricerca di equilibrio tra aspettative individuali e sociali, tra disposizioni interne e prescrizioni esterne ® Unprincipio regolatore fondamentale della condotta umana è l’integrità © > V’esito dell'espressione e dell’appagamento dei propri bisogni vivendo con gli altri e continuando a mantenere i confini tra sé e gli altri © > volontà di esaudire le proprie necessità, compresa quella di conservare se stessi e di mantenere la propria identità, pur appartenendo a più sistemi sociali O partecipazione attiva e determinata, libera, creativa, critica alla vita sociale, conciliando le esigenze personali con quelle collettive 1 sé ela sua rappresentazione ® Sullabase delle transazioni con le situazioni e con gli stimoli interni/esterni, ciascuno costruisce e ricostruisce il proprio sé e la sua rappresentazione che via via evolvono, si definiscono e ridefiniscono ® Sitratta di percorsi che si avviano fin dai primi giorni di vita, © parallelamente allo sviluppo della consapevolezza del bambino di essere separato dalla madre, di possedere determinate caratteristiche e di occupare una posizione precisa nello spazio ® Allportevidenziava che la mente umana risulta in grado di osservare e di analizzare se stessa secondo modalità analoghe a quelle impiegate per esaminare il mondo esterno e Scilligorivela che il sé costituisce l’insieme di rappresentazioni mentali riguardanti se stessi, elaborate in modo analogo a quelle relative a qualsiasi altro oggetto del mondo esterno e che vengono conservate in memoria ® Ilconcetto di sé può essere concepito come quel particolare sistema di conoscenze variamente articolate e più o meno flessibili riguardanti se stessi O > ovvero insieme di reticoli di percezioni, di cognizioni e di teorie su se stessi, di sistemi di credenze, di emozioni e di sentimenti, © *>che accompagnano i processi cognitivi, affettivi e comportamentali e quindi l’esistenza di ciascuno e Ognirappresentazione di sé risulta diversamente organizzata > costituisce la sintesi delle molteplici esperienze derivanti dal contatto con il mondo interno ed esterno © Queste esperienze rappresentano occasioni per esprimere e attualizzare se stessi, per definirsi e ridefinirsi ® Sebbene nello sviluppo del concetto di sé intervengano processi di natura cognitiva, affettiva ed emotiva, > le informazioni e le conoscenze che lo connotano risultano pur sempre costruite e ricostruite sulla base di una serie di processi di natura transizionale e costruzionista La rappresentazione di sé non deriva in maniera lineare da stimoli, informazioni, feed-back esterni La rappresentazione di sé origina dall’interno e costituisce l’esito dei processi di costruzione e ricostruzione di credenze e di sistemi di conoscenze che, in seguito all’impatto con la realtà, vengono testate, verificate e ridefinite e È sulla base dei processi di interazione-confronto che ciascuno seleziona, abbandona, modifica, elabora il concetto di sé, la rappresentazione degli altri, del mondo e della realtà ® È utile abbandonare l’idea secondo cui è possibile infondere nell’educando la rappresentazione di sé attraverso i messaggi verbali e non + provenienti dall’esterno, gli atteggiamenti degli altri e delle persone significative ® È preferibile considerare l’esistenza di molti sé, invece di uno unico, e di altrettante gerarchie di rappresentazione degli altri diversi da sé 2 Crescita e attualizzazione del sé ® Nella rappresentazione del sé affonda le radici il progetto di sé o progetto di vita o Concetto ideale di sé, comprendente un sistema più o meno articolato e organizzato di finalità cui protendere, nonché di piani di azione per realizzarle ® L’adempimento di tali propositi è correlato alla capacità di autonomia e di emancipazione dalle aspettative parentali e sociali O Unlivello ottimale di separazione risulta fondamentale per consentire a ciascuno di proteggersi da eventuali interferenze esterne distruttive > ovvero da inviti più o meno diretti di assumere programmi alternativi, come quelli proposti da figure significative ® Nell’assumere una determinata condotta, l’individuo non si limita a reagire passivamente alle situazioni oggettive ® AI contrario, si regola sulla base delle esperienze soggettive che costituiscono costruzioni mediate e influenzate dalle rappresentazioni del sé e del mondo esterno e Ciascunoagiscein maniera attiva e costruttiva, solo dopo reagisce attivamente agli stimoli biochimici, situazionali e/o intrapsichici e Ilprocesso di crescita e attualizzazione del sé può essere variamente interpretato O Le variabili intrinseche e interne del soggetto determinano la nascita, sviluppo, evoluzione, attualizzazione del sé. Sono presenti dei nuclei propulsori all’interno della personalità, ovvero di forze intrapsichiche alla base dell’evoluzione del sé + queste determinano la scelta, potenza, direzione e frequenza della condotta o Condotte che si caratterizzano per l’incapacità di dire di no, trovare tempo per sé, lasciarsi andare in maniera ottimistica nelle relazioni interpersonali = pervia della preoccupazione del giudizio e/o delle critiche degli altri, per via della paura di perdite, rifiuto e abbandono ® Secondol’analisi transizionale > criterio per definire differenza tra libero e adattato o libero > è la naturalezza e spontaneità che non coincidono con l’impulsività e l’acting out istintivo = chiride conil cuore e spontaneo si considera libero O adattato + chi agisce come se fosse presente un genitore che lo scruta e osserva si giudica adattato, quindi agisce in modo controllato, offensivo, ribelle ® Uncerto grado di adattamento risulta fondamentale ma è utile essere cauti davanti ad atteggiamenti caratterizzati da troppo o troppo poco grado di adattamento Si tratta di forme che possono rappresentare qualche forma di disagio Sia le forme compiacenti, che quelle ribelli + costituiscono espressioni dell’agire adattato Tra conformismo e ribellione si può identificare un’affinità Si tratta di comportamenti che sono volti a dare risposte agli altri e per gli altri © Ilfarelibero ed espressivo di sé implica la persona nella sua autenticità > agire per essere © Ilfare dimostrativo di tipo ribelle e conformista assume riferimento gli altri > agire per ottenere qualcosa 4 Restrizioni e limitazioni nello sviluppo del sé e Nonsemprelo sviluppo e l’attualizzazione del sé si compie coerentemente con quanto ciascuno è o risulta in potenza ® Durantelo sviluppo e la crescita non è raro che alcuni giungano a smartirsi e a tradire se stessi > le persone non sanno quello che vogliono e non hanno idea di quello che sentono e di ciò che sono e Ci sono numerosi fattori che possono interferire sul processo di crescita e di sviluppo del sé, intralciandolo, alterandolo, orientandolo in direzioni impreviste e improprie ® Stone* ilsé se può concepire come un insieme dinamico di subsistemi che concorrono per il diritto di esistere, esprimersi e di appagare le proprie esigenze ® Si possono identificare due categorie essenziali di subsistemi o Quella dei sé primari > parti del sé con cui ciascuno si è potuto identificare, talora fin dall’inizio della sua esistenza = Serie di atteggiamenti, sentimenti, emozioni, variamente autorizzati, approvati e incoraggiati dalla famiglia e/o ambiente di appartenenze = Lacostellazione di sé primari costituisce l’esito di adattamento > conformità su come dover essere e come essere O Quella dei sé rinnegati > parti del sé disconosciute e rifiutate, a seguito dell’accettazione delle prescrizioni su come non bisogna essere derivanti dall'esterno = Aspetti del sé giudicati in maniera poco favorevole dalla famiglia, gruppo di riferimento, ambiente sociale e quindi ripudiate dal soggetto © Le due costellazioni risultano mutevoli > ci possono essere variazioni e riorganizzazioni individuali a seconda del determinato ambiente sociale (lavoro, famiglia, classe...) ® La dimensione che oscilla lungo un continuum “autorizzazione-proibizione”, “permesso- “approvazione-rifiuto” > utile per cogliere forme di autolimitazione, alterazione e distorsione del processo di autorealizzazione ® Analisi Transazionale — Berne + ogni persona nasce con un bagaglio di potenzialità ideali per diventare un “principe” o “Principessa” ma, a causa di determinati eventi traumatizzati si riduce a diventare una “rana” © Da un punto di vista educativo si ha la necessità di aiutare ciascun educando a identificare i meccanismi ingannevoli che possono pregiudicare il processo di crescita > riappropriarsi dei percorsi per diventare “principe o principessa” e affrancarsi dalle condizioni di “rana” © Ilprocesso di sviluppo e crescita di sé costituisce un piano di vita personale, che può contenere meccanismi e processi che si possono condurre all’alienazione e diniego del sé © Ilcopione può anche essere concepito come un progetto alternativo a quello naturale e proprio dell’individuo, che si fonda su determinate decisioni autolimitanti, assunte nelle prime fasi dello sviluppo, per fronteggiare eventi stressanti e/o traumatici 4.1 Genesi dell’alienazione del sé Altra immagine per rappresentare il diniego di sé, oltre alla tumulazione, è l'innesto Dal contatto con le situazioni, con gli altri e con persone significative, i soggetti agiscono come se intendessero capitozzare la propria personalità e utilizzare la parte residua alla stregua di un portainnesto di introietti derivanti dai processi di imitazione, identificazione e adattamento o Tentativo di innesto > invito al bambino di tagliare col suo bassato, impedendogli di vivere secondo la cultura di appartenenza © Innesto esterno + sostituzione del suo nome originale con uno nuovo, consono alla lingua, usi e costumi dei genitori adottivi ® Innesto esterno + forme di pseudo-orientamento scolastico e/o professionale che prescindono dalla identificazione e dal rispetto delle proprietà individuali dell’educando: attitudini, preferenze, valori professionali, tratti di personalità e Ilproposito di trasformarsi, ovvero di diventare diversi da quello che si è > può interessare aree più o meno estese della propria individualità e determinare esiti più o meno rilevanti © Puòderivarne una prescrizione interna del tipo NON ESSERE TE STESSO © Può scaturime un programma parziale, come trasformare alcune parti — identità di genere, caratteristiche fisiche, proprietà individuali e Ilsenso di essere difettosi costituisce il nucleo sotteso alla determinazione di trasformare se stessi > si collega facilmente alla vergogna e paura di essere umiliati e rifiutati e Ilsoggetto che teme di essere inadeguato può fantasticare che solo chi è superiore agli altri può essere accettano e non ha il timore del confronto + così sviluppa un ideale di sé fittizio a cui cerca di conformarsi per compensare il suo livello di inferiorità ® Purdi guadagnare apprezzamenti e riconoscimenti, l’educando può sognare di arrivare primo ad una gara, il più bravo della classe, fare conquiste del sesso opposto ®@ Ma quandosi ha il senso di non possedere nemmeno le risorse necessarie per costruire una reputazione positiva > può creamne una negativa ricorrendo ad azioni devianti e distruttive © Puòcercare ammirazione guidando uno scooter senza casco, compiendo uno scippo, commettendo furto e persino omicidio ® Infatti numeri atti vandalici e violenti sono determinati dal bisogno di emergere da un abisso di impotenza, disperazione, incomprensione © Atti vandalici, devianti sono condotte per sentirsi riconosciuti, importanti, sono volte a dimostrare di essere coraggiosi, duri, forti e a ottenere considerazione ® L’intento di risolvere un senso di inadeguatezza implica la disconferma di un sé autentico, che viene trattato con disprezzo o come un parente povero e quindi da trasformare e riscattare 4.2 Alienazione e integrazione Ciascuno sceglie come rispondere in volta in volta alle specifiche situazione O Dopoaverle interpretate e decodificate, si decide se e in che misura compiacere o ribellarsi alle aspettative, alle ingiunzioni, alle negazioni di permessi che crede di desumere dall’esterno, ovvero dal contatto con gli altri e con le persone significative Potrebbero esserci manifestazioni dell’agire iperadattato o ipermaturo © Alcunisi comportano come se fossero più grandi, manifestando autonomia e sicurezza o Altri tentando di prendersi cura degli adulti, delle figure parentali Questi comportamenti sottendono sempre tentativi di innesto e muovono dal considerare inadeguato il proprio sé e componenti che lo contrassegnano Chi abdica a se stesso si prodiga per eliminare il proprio sé o quelle parti inadeguate — proposito è di doverne costruire altre migliori 5 Osservazioni conclusive L’integrazione definisce la capacità di entrare in accordo con la realtà e di trasformarla in modo attivo, costruttivo e creativo Sembra rappresentare il miglior modo sia rispetto alla conformità passiva, sia rispetto alla ribellione Nello studio della condotta umana è possibile privilegiare un approccio di tipo © empirico-descrittivo > si propone di identificare come si determinano, evolvono, si realizzano i processi e fenomeni © prescrittivo-normativo > tende a incentrarsi sui contenuti, finalità obiettivi e valori cui le condotte e decisioni dovrebbero conformarsi ® Dal contributo menzionato da Fanita English si può derivare inoltre l’invito a non dimenticare che le riflessioni sul copione non possono contrastare con alcuni dei presupposti fondamentali e specificatamente umanistici assunti dall’analisi transizionale, © secondo cui l’uomo sarebbe un essere ricco di qualità e di risorse e dispone di capacità uniche per fronteggiare le avversità della vita, per superarle ed uscime fortificato e migliorato ® Bern:il piano di vita, secondo l’autore, sembrerebbe costituire un fenomeno di corruzione dell’originario progetto di sé, basato su credenze distorte, da cui deriverebbero importanti limitazioni della consapevolezza e delle aspettative di sviluppo e di crescita Il cambiamento e la crescita sono processi volti all'integrazione del sé Il copione, le ingiunzioni e le spinte che lo contrassegnano si possono interpretare come piani e costellazioni di schemi difensivi variamente cronicizzati e più o meno efficaci ® A seconda delle situazioni, si possono identificare livelli diversi di consapevolezza correlati al copione, nonché gradi mutevoli di distruttività, rigidità, di limitazione e di alterazione rispetto al sé e all’originario progetto i crescita e di realizzazione del sé 2 Ripetitività, distruttività e piano di vita ® Il copione rappresenta un programma variamente articolato e precostituito ® Incerticasisi rivela una specie di tendenza ad avviarlo e ad attualizzarlo fino al suo epilogo, in maniera automatica e ripetitiva 2.1 Copione e comportamenti scenici nei contesti educativi ® Berneaproposito della coazione a ripetere afferma: © Ilcopione appartiene al regno dei fenomeni di transfert — è un derivato o un adattamento di reazioni ed esperienze infantili =. Nonsioccupa di una reazione o una situazione di transfer = È untentativo di ripetere in forma derivata un intero dramma transferenziale, spesso suddiviso in atti come i copioni teatrali Caso 41 Il caso addotto sembra dimostrare con una certa evidenza che, quando un evento sconvolgente, caratterizzante la storia passata, non è stato adeguatamente elaborato, è possibile che riappaia nelle relazioni hic ed nunc © Andrea tende a rimettere in scena pattern relazionali difensivi che determinano ancora una volta il trauma avversato o Ilcomportamento di Andre si può considerare di tipo scenico — si può interpretare come l’attualizzazione inconscia di pattern relazionali, conflittuali, irrisolti e presenti nella sua storia passata e Icomportamenti scenici rappresentano una sorta di riedizione di dinamiche automatizzate, tipiche del passato e realizzate nel presente, determinando relazioni analoghe a quelle originarie vissute con gli adulti significativi ® Si possono classificare 3 tipi di comportamenti scenici o transferali negli allievi O ID: caratterizza un rapporto in cui l’allievo proietta sull’educatore i suoi bisogni infantili inconsci e insoddisfatti O SUPER-IO: si realizza quando gli allievi proiettano sull’interlocutore talune esperienze irrisolte legate al comportamento di controllo e normativo da parte delle figure significative o IO:si realizza quando viene attribuita alle figure significative una specie di funzione di Io ausiliare. Gli allievi si possono identificare con l’educatore, che diventa una specie di riferimento di importanza basilare ® Seidocentio genitori persistessero nel fronteggiare situazioni non adattive del bambino ricorrendo alle strategie comuni e improduttive (punizioni, note, prediche..) > rischierebbero di fare l’esatto contrario di quanto dovrebbe fare l’educatore o Potrebbero rinforzare il copione distruttivo fornendo nuovi elementi per confermare il concetto di sé, che nel caso, risulta povero O Riscontrando più volte di non essere accettato, l’educando potrebbe consolidare la sua idea di sé come essere spregevole, ignobile o cattivo + così si regolerebbe di conseguenza ® L’idea di sé troppo scarsa costituisce una chiave interpretativa fondamentale per comprendere o la vulnerabilità, © la conseguente amplificazione della percezione dell’offesa, © la descrizione aberrante e smisurata usata per richiedere protezione dai genitori e adulti significativi ® L’attivazione del percorso ingannevole e la sua ripetizione nonostante risulti svantaggioso, si fonda sul bisogno di protezione e approvazione e Isé vulnerabile, nel caso di Andrea, costituisce una specie di occhiale che lo porta a interpretare, sperimentare e narrare la realtà in modo anomalo, rispetto a quello comunemente condiviso con le persone con cui interagisce ® Per quandoriguarda l’intervento educativo, è necessario fornire risposte efficaci alla necessità di recuperare il proprio sé, evitando interventi che potrebbero ulteriormente disconfermarlo o evitarlo percorsi che potrebbero alienarlo O Utili i messaggi di stima > riconoscimenti gratuiti somministrati perché egli esiste, non per quello che fa 2.2 Distruttività, ripetitività e valenza difensiva del copione ® Quanto più le esperienze infantili sono state traumatiche, più hanno potere di riemergere, perpetuarsi nelle relazioni future C=f(8) Partendo dal presupposto che le situazioni non abbiano alcun potere, a meno che non siano le persone a darglielo, si può esplorare a fondo il dramma del copione e la reiterazione di alcune dinamiche distruttive che lo contrassegnano ® Secondo interpretazione psicoanalitica la distruttività e la coazione a ripetere rappresenterebbero la diretta manifestazione dell’istinto di morte ® Freud > l’aggressività e violenza contrastano col principio di piacere, in precedenza da lui identificato e concepito come il nucleo regolatore dell’agire umano ® La dissonanza riscontrata indusse lo studioso a rivedere le sue considerazioni, fino a pervenire alla conclusione che a stessa vita sia al servizio della morte ® Le tendenze distruttive, che possono divenire auto-distruttive o etero-distruttive, sono concepite come espressioni del Thanatos @ Se peròlacoazione a ripetere di determinati comportanti distruttivi la si ascrive al Thanatos, si può comprendere solo in parte e Le supposizioni di Freud sono coerenti con la concezione antropologica pessimista + considera l’uomo vittima degli impulsi e delle tende autodistruttive irriducibili e congenite ® Le condotte e la coazione a ripetere non provano l’esistenza dell’istinto di morte ® Approccio cognitivo-elaborativo la ripetitività e la coazione a ripetere si possono intendere come dei modi di ricordare determinate esperienze traumatiche irrisolte, memorizzante in forma procedurale O Conoscenza dichiarativa: conservata nella memoria a lungo termine ed è rappresentata e riprodotta tramite proposizioni O Conoscenza procedurale: riguarda il sapere come fare qualcosa. Rappresenta una forma di conoscenza più dinamica e prossima alla realtà e, quando viene attivata, ne deriva un riconoscimento di forme o sequenza di azioni, che implica una trasformazione o una modifica della realtà ® Narrare l’esperienza legata a un trauma, raccontare una disavventura subita > implica la rievocazione del ricordo a livello di memoria dichiarativa esplicita ® Alcune esperienze traumatiche prima dei 3-4 anni raramente vengono codificate sotto forma dichiarativa, consapevole o È più facile che vengano configurate sotto forma di conoscenza procedurale implicita e Neconseguela tendenza a evocare tali esperienze rimettendole in scena, realizzando determinati pattern e percorsi relazionali, attraverso transfert e i comportamenti scenici ® Le esperienze che tendono a essere rimesse in scena sono quelle rimaste aperte e irrisolte O > attivano effetto zeigarnik: tendenza a proseguire un’azione fino a portarla a termine = Quandosi inizia un compito, si attiva una specie di stimolo a completarlo, che rimane disatteso se l’attività viene interrotta prima che volga al termine = Invirtù di questo effetto > una situazione problematica o traumatica irrisolta può rimanere in memoria in modo più intenso e prolungato, rispetto ad un’altra che è stata chiusa Ma cosa spinge una persona a rievocare un’esperienza traumatica importante? Un’utile chiave interpretativa deve considerare, oltre le esigenze individuali rimaste disattese, il senso di minaccia correlato e derivante dall’esperienza traumatica pregressa ® Una volta occorso un trauma, il bambino avrà necessità di stabilire se risulti chiuso in via definitiva o soltanto in via transitoria > se esperienza conclusa > il bambino deve prendere atto e accettare quando accaduto > se esperienza chiusa solo temporaneamente > potrebbe avere la necessità di prevenire che si ripeta o di prepararsi ad affrontare al meglio l'episodio successivo o Ilbambino che ha avuto delle esperienze di abuso potrebbe ripromettersi di diventare forte e potente rinnegando le proprietà tipiche del bambino, ovverlo vulnerabilità, fragilità, ingenuità © Ne consegue il proposito controllo a ogni costo, speranza che nessuno potrà torcere loro un capello Questo spiega la spietatezza, violenza, distruttività e coazione a ripetere il dramma dell’ abuso subita I copioni che ne derivano, costituiscono dei programmi aberranti e abnormemente difensivi 3 volti a garantire la sopravvivenze O Sono percorsi che derivano dall’incubo di poter venire annientati e non possedere la forza sufficiente per proteggersi O Fronteggiano gli episodi traumatizzanti attesi e futuri diventando potenti e intoccabili, alla stregua di quegli adulti significativi abusanti ® Ilcopione,i percorsi distruttivi e la coazione a ripetere che lo contrassegnano + costituiscono piani di azioni volti a prevenire o ad affrontare al meglio le difficoltà attese ® Rappresentano programmi difensivi volti a contrastare le questioni traumatizzanti future che richiamano quelle passare, interpretate sulla base delle esperienze passate Ciascuno non reagisce alla realtà e alle situazioni oggettive ma secondo la sua percezione soggettiva > non risponde agli stimoli, alle condotte degli interlocutori ma alle interpretazioni che ne ricava Il primo passo per promuovere cambiamento e crescita + verifica delle preconoscenze e delle teorie possedute dall’educando su di sé, sugli altri, sul mondo e sulle cose, su cui si fondano le decisioni di copione Si tratta di aiutare l’educando a testare le teorie precostituite e a modificarle o abbandonare nel caso in cui non fossero del tutto efficaci e/o funzionali per comprendere e per fronteggiare la realtà > identificare le conoscenze costruite e possedute Secondo passo consiste nel testare l’efficacia dei saperi posseduti attraverso la proposta di questioni e di problemi che possono mettere in crisi gli equilibri stabiliti È utile che il docente tenti di innescare dei conflitti cognitivi per incoraggiare l'alunno a dubitare delle proprie congetture Realizzato tale momento > nuovo equilibrio e nuove conoscenze, informazioni, costrutti e sistemi di informazioni più efficaci per gestire le situazioni Si possono identificare 4 classi di operazioni per l’intervento educativo o Individuazione e rilevazione delle rappresentazioni possedute dall’allievo © Attivazione di taluni conflitti cognitivi volti a invitare lo studente a prendere atto delle congetture inefficaci da lui possedute O Focalizzazione dell’attenzione sulle dissonanze identificate, al fine di facilitare il passaggio dalle congetture possedute a quelle da costruire O Verifica e valutazione del processo realizzato Finalità della psicoterapia, secondo l’ Analisi Transazionale > aiutare il soggetto a diventare consapevole del suo copione e a cambiarlo quando risulta disfunzionale e distruttivo Finalità dell’educazione > aiutare l’educando a prevenire l’avvio di percorsi distruttivi correlati al copione 3.3 La difficile convivenza tra educando e scolaro Risulta difficile gestire efficacemente le situazioni educative complesse Il rischio, per i DSA o altri disturbi, è che nonostante la progettazione e la realizzazione degli interventi qualificati, gli esiti si rivelino parziali — caso 64 È facile che sfugga uno dei bisogni fondamentali > imparare ad accettare se stessi, evitando forme di confronto deleterie con gli altri, da cui può derivarne un giudizio negativo su di sé Quindi nella progettazione e nella realizzazione degli interventi speciali, occorre tener conto della persona dell’educando nella sua totalità e rispondere a tutti i bisogni educativi 4 Osservazioni conclusive Il copione si fonda su una serie di decisioni personali, variamente cronicizzate e automatizzate 3 decisioni che vengono classificate come ordini e ingiunzioni Per quanto riguarda gli ordini — analisi transazionale ne contempla 5: sii perfetto, sbrigati, compiaci, sforzati o dacci dentro Per quanto riguarda le ingiunzioni si possono classificare in 10 categorie che risultano deleterie, distruttive, autolimitanti e pervasive 3 PAURE E DISAGIO NEI RAGAZZI OLTREMODO ADATTATI Raramente viene evidenziato che le condotte aggressive e violente dei ragazzi possono sottendere processi volti ad attenuare o a degenerare parti genuine di sé ritenute improprie, sconvenienti, perverse o difettose La determinazione di intercettare e adempiere le aspettative degli altri e delle persone significative > implica paure arcaiche, come quelle di essere abbandonati, rimanere soli, venire rifiutati, puniti L’agire smisuratamente adattato è volto a scongiurare che ricorrano o che si ripetano situazioni traumatiche che hanno contrassegnato la storia passata L’educatore è tenuto a rispondere a tutti i bisogni educativi — non può permettersi omissioni Se l’educatore dovrebbe rilevare percorsi comportamentali caratterizzati da eccessi nel grado di adattamento, dovrebbe O Esplorarli O Attivarsi per promuovere la soluzione con dei nuovi espressivi di sé 1 Espressioni che designano talune peculiarità dell’agire iperadattato Compiacente: tendenza ad adempiere le aspettative e bisogni altrui, ovvero la condotta legata alla volontà di assecondare qualcuno, di piacere e di essere graditi In determinati contesti si rileva l’utilizzo gergale e offensivo del termine “lecchino”: comportamento viscido e servizievole, assunto per ottenere approvazione o particolari favori Desiderabilità sociale: condotta tipica di chi intende fare buona impressione o di costruire un’immagine positiva di sé © Designala tendenza a fornire risposte non autentiche in sede di esame o di valutazione, pur di fare bella figura e apparire migliori, a conformarsi a una rappresentazione ideale di sé, costruita immaginando le aspettative dell’esaminatore Alcuni agiscono come se fossero sempre sotto esame, accentuando la propensione a esibire le qualità positive di sé , nonché la tendenza ad apparire favorevole È possibile identificare due percorsi comportamentali tipici nell’agire degli educandi che si prodigano per costruire un'immagine positiva di sè O Entrambi sottendono un bisogno di attenzione smisurato da parte degli altri, concentrazione su di sé, permalosità, tendenza a percepire lievi critiche come attacchi devastanti Primo stile o Tentativo di eludere le eventuali reazioni negative dell’interlocutore, impressionandolo tramite l’ostentazione di qualità e di successi personali, titoli posseduti, proprietà O Grado elevato di ambizione O Difficoltà a cogliere l'impatto che si esercita sugli altri attraverso il proprio stile Secondo caso o Tentativo di tutelarsi evitando le situazioni poco protettive, analizzando attentamente le reazioni dell’interlocutore, intercettando le sue aspettative e conformandosi ad esse O Sensibilità spiccata riguardo ai giudizi e alle reazioni altrui, specie delle persone significative © L’educando tende a sintonizzarsi sugli altri o Li osserva, li ascolta, li scruta nell’intento di cogliere la pur minima reazione critica nei suoi confronti © Tendea mostrarsi timido, inibito, evita di mettersi in evidenza per timore di venire rifiutato o umiliato La ritrosia sottende la presenza di un grado elevato di paura e di vergogna, che scaturiscono dal processo di autovalutazione assunto ® il senso di inadeguatezza risulta connesso alla tendenza a confrontarsi persistentemente con un ideale di sé elevato, connesso al desiderio di mostrarsi in maniera grandiosa, ovvero tramite prestazioni somme e folgoranti ® Alfred Adler: ha esplorato il rapporto tra senso di infelicità e scelta di un orientamento esistenziale aperto al sociale o volto alla chiusura e all’evitamento O Apertura: educando risulta aperto e disponibile al contatto con gli altri, assume atteggiamenti collaborativi e cooperativi, si mostra capace di integrarsi nei gruppi e di mettersi nei panni degli altri o Chiusura: l’educando dubita del proprio valore personale e ritiene di possedere scarse risorse per fronteggiare le situazioni personali e interpersonali. Può mettere in atto strategie di evitamento ® Winnicott: distingue vero sé e falso sé ® Ilsé origina da una condizione iniziale di frammentazione dell’esperienza psichica ® Per fronteggiarla meglio, il bambino ha necessità di ottenere determinate risposte positive, rassicuranti e non frustranti, dalla madre o caregiver ® Sitratta di atteggiamenti fondamentali al fine di uno sviluppo del senso di unitarietà e individualità > sé con esistenza continua, che acquisisce un’esistenza psicosomatica e che sviluppa la capacità di mettersi in rapporto con gli studenti *. VERO SE”: sviluppato dal supporto attento, autentico e rispettoso delle proprietà individuali del bambino *. FALSO SE”: correlato a una particolare alterazione dell’interazione madre-bambino fondata sulla richiesta di diventare accondiscendente e compiacente come condizione per essere accettato O Risulta contrassegnato dalla confusione e dal senso di smarrimento interni o Colmalacarenza della risposta genitoriale relativa alla conferma dell’unicità e delle qualità del bambino ® L’atteggiamento compiacente ha origini e significati molteplici ® Risulta funzionale, ma se esagerato può indicare dipendenza, disattenzione verso il sé, sopravvalutazione dell’interlocutore ® Lacredenzasottesa è che non si può fare a meno dell’accettazione dell’altro o solo compiacendolo sia possibile essere accettati o eludere degli svantaggi presunti * È essenziale individuare gli eventuali meccanismi paradossali che contrassegnano questi pattern comportamentali attuati dagli allievi con l’intento di essere accolti, accettati, amati, e intervenire per modificarli, anziché assecondarli, rinforzarli o sostenerli 2 Manifestazioni e forme dell’agire iperadattato ® Si possono identificare 5 ordini interni cronicizzati per compiacere in maniera smisurata o Compiaci O Sii forte O Sforzati O Sii perfetto o Sbrigati e Nei contesti educativi, è opportuno considerare determinati stili caratterizzati da un grado elevato di attenzione, precisione, meticolosità, obbedienza e disponibilità, celerità, attività e velocità, e quelli caratterizzati dalla esibizione di forza 2.1 Ritrosia, inibizione e perfezionismo O Implicala paura che rifiutarsi di compiacere comporti rischi + abbandonati o respinti ® Davantia condotte del genere, gli educatori possono incorrere nell'errore di interpretarle come segno di docilità,, dedizione, riconoscenza e È fondamentale, invece, chiedersi se dietro il comportamento siano presenti paura, senso di colpa, sofferenza O Ades. per essere nati, diversi dagli altri o da come le persone significative lo vorrebbero L’educando compiacente ha necessità di imparare a riportare il baricentro su di sé L’educatore può chiedergli il suo punto di vista, di argomentare le sue convinzioni, di sostenere i propri diritti e le proprie preferenze ® Ciascuneducando può essere aiutato anche a prendere atto, a esprimere la paura, le minacce immaginate e conseguenti al fatto di rifiutarsi di compiacere ® Alcuni segnali della compiacenza possono essere O Si mostra incapace di dire no Dichiara di non avere tempo per sé Mostra docilità e dedizione Agisce tenendo contro di cosa ci si aspetta da lui Ottiene valutazioni positive nel comportamento Pende dalle labbra dall'insegnante durante le lezioni e attività didattiche Esegue puntuale quanto richiesto Rispetta oltremodo le regole Assume un tono di voce in falsetto, piagnucoloso, seduttivo Sorride spesso per accaparrarsi simpatia dell’interlocutore Assume un atteggiamento servizievole e premuroso È ossequioso nei riguardi degli adulti significativi Fa domande ovvie e scontate per conferma e rassicurazione o oooooooooo0o 2.3 L’ambivalenza tra docilità e ribellione ® L’analisi transizionale individua un ordine interno denominati dacci dentro o sforzati © Spinta che alimenta determinate forme di comportamento, contrassegnate dalla propensione a tentare e a ritentare invano di conformarsi alle aspettative degli altri O Si tratterebbe di un percorso che si traduce nello sforzo di progettare e avviare dei piani senza riuscire a realizzarli e/o terminarli ® Questi comportamenti sono tipici nella condotta tipica di quanti si prodigano controvoglia per realizzare talune aspettative altrui ® L’ambivalenza—lo sforzo di compiacere malvolentieri — determina il sabotaggio del piano d’azione progettato e intrapreso ® Sforzarsi, darci dentro, svalutare la propria ambivalenza non sembra rispettoso nei propri confronti e Inoltre alcuni vissuti correlati, quali inquietudine, nervosismo, irritabilità possono venire trasferiti in altre relazioni o contesti e Caso85 ® L’esito della compiacenza: 1. può rilevare un importante tornaconto negativo + rancore derivante dall’attribuire all’interlocutore responsabilità e poteri che gli competono limitatamente O La determinazione di nascondere sentimenti scomodi (noia, insofferenza, fastidio) 3 sembrerebbe evitare di ferire l’interlocutore O Inrealtàè assunta per evitare il rifiuto intollerabile fantasticato e temuto 2. Sensazione di essere fagocitati, asserviti, oberati © Avvertono sconforto prendendo atto del carico di impegni che incombe su di loro e della difficoltà conseguente di avere poco tempo per sé Esistono situazioni che implicano carichi di lavoro considerevoli e insostenibili, MA la percezione di gravosità può risultare congruente con la situazione oggettiva e/o procurata La percezione di una situazione costituisce O l’esito dei percorsi interpretativi individuali o ilrisultato delle determinazioni assunte per fronteggiarla in certi casi, quanto + forte la volontà di mostrarsi ubbidienti, premurosi, disponibili, tanto + è facile ritrovarsi carichi di impegni © può derivare la sensazione di essere svuotati, schiacciati, divorati dagli altri + è attenuata la determinazione di compiacere in modo smisurato, + è facile che si riduca la numerosità di impegni e il senso di gravosità procurata Chi ha paura di essere fagocitato, non sempre coglie la sua responsabilità nel determinare la sensazione di pesantezza percepita Al contrario, ha il senso che la gravosità derivi unicamente dall’esterno, dalle situazioni e dagli altri È facile che tenda ad avviare manovre difensive e sotterranee volte a impedire di sentirsi fagocitato, che si manifestano attraverso forme di ambivalenza e sabotaggi al raggiungimento di taluni piani intrapresi Quindi i pattern ambivalenti sono caratterizzati dal conformarsi alle attese delle figure significative e di eludere un senso di apprensione e soffocamento Caso 88 La competenza nel costruire e conservare i confini, nelle relazioni con gli altri, è fondamentale Le persone compiacenti hanno necessità di prendere atto dei processi che realizzano, fondati sull’intendo ci compiacere per farsi accettare e quindi di imparare a mettere confini chiari nelle relazioni © Abbandonando l’idea che l’unico modo per relazionarsi sia abnegare se stessi o di fuggire, evitando persone e situazioni minacciose Se le persone sono cresciuti in climi relazionali soffocanti, in cui hanno sperimentato il fallimento delle modalità comuni assunte per proteggersi, possono sviluppare difficoltà a mettere confini nelle relazioni con gli altri Quindi un modo per mettere confini è quello di evitare le situazioni pericolose O Peresempio risolvere questioni relazionali cambiando ripetutamente partner © Pensache il suo benessere dipenda unicamente dall’altro e da qualità appartenenti a quella persona (ricerca continua anima gemella) dimenticando di esaminare cosa faccia di solito e cosa possa fare di diverso per costruire una relazione soddisfacente o Chi cambia spesso lavoro, posto, scuola, studi, rischia di illudersi di trovare all’esterno qualcosa che ha necessità di cercare all’interno, nel suo stile relazionale e nella sua risposta alle situazioni Davanti a questo tipo di comportamenti, l’educatore può intervenire facendo si che i termini propositi vengano terminati Può attivarsi per evitare che l’allievo inizi malvolentieri attività che non desidera, pensando di compiacere qualche figura significativa © Utile esplorare l’ambivalenza, reticenza e conflitto dell’educando Infine l’educatore dovrebbe incoraggiare ogni educando a trovare da sé alcune delle risposte che chiede o pretende dall’educatore — per evitare che questi persistono di chiedere cosa si aspettano da loro Alcuni comportamenti che caratterizzano lo stile docile-ribelle possono essere: © Accoglie le richieste altrui, anche senza voglia Si conforma alle aspettative altrui, senza voglia Evita di respingere le richieste delle figure significative e poi si lamenta Assume compiti e impegni non richiesti, non desiderandolo Tende a caricarsi di impegni e poi parla male degli altri alle loro spalle Protesta quando si sente oberato di lavoro Persiste nel compiacere Esprime indirettamente risentimento nei confronti degli latri Asserisce ripetutamente di trovarsi male e di volersi trasferire Evita determinate situazioni o persone Si isola ed evita di stare con gli altri Si mostra compiacente e poi lascia lavori inconclusi Inizia lavori che non porta a termine Lascia frasi incomplete quando parla Arriva in ritardo Evita di portare a termine quanto richiesto Riferisce di non voler far parte più della classe e volersi trasferire Ha cambiato sovente scuola per non essersi trovato bene con i docenti o compagni o o oo oo a o o 0 0 od 90 DD DD DD 9 2.4 L'esibizione di forza, energia, vigore Altro modo per conformarsi alle aspettative consiste nel mostrarsi forti, vigorosi, energici e/o nell’ostentare che, nonostante il dolore, sofferenza, malattia, si adempia ai propri impegni — farsi interrogare, andare a scuola, lavoro, gara In determinati momenti, questa forza può essere funzionale Ma la forza in modo esagerato, tradisce l’intento di compiacere talune aspettative degli altri e delle persone significative, pur di ottenere elogi e riconoscimenti, pur di essere accettati e/o di evitare il rifiuto Si tratta di un atteggiamento che rappresenta una maschera per nascondere alcune parti di sé — da alcune ritenute improprie o poco gradite O Sentimenti di umanità, vulnerabilità, bisogno di sostegno, affetto e cure Dall’attuazione della disposizione interna di essere forti derivano alcuni importanti esiti © Alcunisi negano il permesso di vivere e di esprimere la paura, anche nei casi in cui sia appropriata o Altri nonsi danno il permesso di provare la tenerezza e, nei casi in cui tale sentimento risultasse indicato, reagiscono in modo incongruente e discordante o Altrei non possono permettersi di stare male e di ricevere cure, perché ciò contrasterebbe col proposito di dover essere forti sempre Tendenza a ubbidire in maniera indiscriminata e inveterata, le cui conseguenze possono risultare banali o drammatiche 1 La docilità nei crimini contro l’umanità Caso Eichmann pag 100 Tendenza a ubbidire senza riserve Anche altri criminali hanno dichiarato di essersi limitati a seguire ordini ritenendo di non avere responsabilità 2 L’ubbidienza cieca in un celebre suicidio di massa Caso 101 — esempio di obbedienza cieca si può intravedere quando Jim Jones - Peoples Temple - ordinò ai fedeli di suicidarsi in massa Jonestown viene descritta dai sopravvissuti come una prigione e come una naturale oasi di felicità Le fughe e gli abbandoni risultano limitati, solo per la repressione ordinata da Jones, ma anche perché, credendo nei suoi potersi soprannaturali, percependosi inferiori e vulnerabili, raramente i membri della setta riuscivano ad affrancarsi dalla dipendenza. Al contrario ritenevano protettivo assumere comportamenti adattati. Alcune mamme hanno avvelenato i loro figli Oltre agli elementi patologici che si possono ricercare nella personalità di Jones e ai potenti fattori situazionali, un ruolo importante, nel determinare il suicidio di massa, l’hanno avuto l’iperadattamento e l’abitudine all’obbedienze inveterata, radicata, cronica dei fedeli 3 L’ubbidienza in alcuni esperimenti dassici Stanley Milgram decide di avviare una serie di esperimenti sull’obbedienza all’autorità > il proposito è di esaminare la condotta di alcuni individui richiesti da una figura autoritaria e di seguire delle azioni contrastanti con la loro costellazione di valori O Tenta di costruire una situazione analoga a quella in cui si era trovato Eichmann Intende verificare fino a che punto fosse possibile che Eichman e i complici nazisti che resero possibile l’olocausto, si fossero limitati a eseguire degli ordini, così come si sforzavano di documentare, ritendendo che la responsabilità non appartenesse a loro, ma a chi impartiva quei comandi Tramite estrazione a sorte venivano attributo i ruoli di allievo e insegnante a ciascun partecipante Il soggetto ignaro del trucco veniva di volta in volta sorteggiato come docente e il complice dello sperimentatore come studente Il soggetto che fungeva da insegnante > invitato a disporsi davanti al quadro di controllo di un generatore di corrente elettrica, comprendente trenta interruttori orizzontalmente Prima di iniziare, al soggetto che assumeva il ruolo di insegnante veniva fatta provare una scossa di 45 volt, in modo che si convincesse che non erano trucchi I suoi compiti erano O Leggere all’allievo coppie di parole O Ripetere la seconda coppia e accompagnarla con 4 associazioni possibili O Stabilire se la risposta dell’allievo fosse corretta O Nelcaso in cui nonlo era, infliggere una punizione aumentando l’intensità della coppia Il soggetto che assumeva il suolo dell’allievo veniva legato ad una specie di sedia elettrica — indicato a rispondere ai quesiti e simulare sofferenza per la scossa fino a 330 volt, fingendo di svenire Il ricercatore non faceva altro che incitare in modo incalzante l’insegnante Il livello di obbedienza era stimato riferendosi al numero dell’interruttore premuto per ultimo — al termine venivano informati che, in realtà, la vittima non aveva subito alcuna scossa Due su tre soggetti coinvolti come insegnanti, nonostante le suppliche degli allievi, hanno somministrato le scosse fino all’intensità di 450 volt Giunti 330 volt molti soggetti hanno manifestato reticenza e dichiarato di non voler aumentare l’intensità delle scosse Un fattore fondamentale che sembra aver convinto a continuare, sarebbe l’insistenza e il fatto che lo sperimentatore affermasse di assumersi lui la responsabilità delle conseguenza offrendo un alibi La morale assunta non sembra fondata su principi Al contrario, sembra basata sulle conseguenze che possono derivare dal comportarsi in un modo o in un altri Il potente atteggiamento autoritario del ricercatore fa appello alle componenti adattate della personalità di quanti svolgevano il ruolo di docente, ovvero quelle che agiscono come se fosse presente qualcuno che osserva e giudica il comportamento Ne deriva l’utilizzo di una morale riduttiva, tipica del bambino adattato, interessato a trovare giustificazioni davanti a possibili accuse, che porta i partecipanti ad assumere le conseguenze e gli esiti delle loro condotte, ovvero le eventuali sanzioni conseguenti al giudizio di osservatori esterni 4 Osservazioni conclusive Dalle riflessioni offerte sull’obbedienza, docilità, compiacenza, si possono derivare considerazioni utili per l'educazione Si può desumere che un potente antidoto per prevenire e per fermare le condotte auto-ed etero- distruttive 3 © educare ed ascoltare se stessi O ascoltare i propri principi e valori in un secondo momento si può verificare se e in che misura le istituzioni educative, l’ambiente familiare e sociale prediligono l'obbedienza e l'adattamento compiacente, da parte degli educandi, o l’autenticità, l'autonomia e il senso critico secondo Zimbardo il male consiste nel arrecare danno o dolore a qualcuno educare a prendere atto della sofferenza inflitta, a suo parere, consente di prevenire l’abitudine variamente diffusa di tentare di legittimare il proprio e l’altrui agire distruttivo ricorrendo a superficiali giustificazioni o a inutili tentativi di attribuire la responsabilità ad altri educare vuol dire formare persone che siano in grado di disobbedire quando si tratta di dover fare del male o attivarsi per impedire che altri lo facciano 5 TECNICHE PARADOSSALI E RIAPPROPRIAZIONE DEL SÉ * Le strategie adottate per fronteggiare le situazioni educative complesse, quali ignorare, sopportare in silenzio, fare la predica, scrivere la nota. Sospendere l’allievo, attribuire valori bassi in condotta + inaugurano percorsi riduttivi, automatici, ripetitivi ® Ilrischio che ne deriva è che le questioni trattate rimangono inalterate o peggio complicate e Il modello integrativo per gestire il disagio O prevede di non limitarsi a prendere atto dei segnali evidenti dei comportamenti-problema O prescrive di focalizzare l’attenzione sul livello nascosto della condotta, »_peridentificare i bisogni reali e imbastire interventi volti a soddisfarli 1 Alcune tecniche di intervento paradossali Chi chiede aiuto, da una parte risulta interessato al cambiamento, dall’altro lo rifiuta In queste situazioni si può individuare la presenza di due ordini di forze contrastanti > o la tendenza verso la crescita e il cambiamento © la propensione omeostatica verso la conservazione dello status quo ® larichiesta di aiuto si traduce spesso in messaggi del tipo: aiutami a cambiare senza modificarmi, aiutami a risolvere i problemi senza modificarmi ® L’intento di quanti usano strategie paradossali è + invece di avviare inutili manovre volte a proporre o a imporre il cambiamento, che rischiano di rimanere inutilizzate, si può prendere atto della resistenza e usarla opportunamente 1.1 L’intenzione paradossa secondo Frankl ® L’intenzione paradossa rappresenta una delle tecniche fondamentali proposte nell’ambito della logoterapia di Frankl = incoraggiamento della reazione opposta rispetto a quella auspicata e/o attesa dal paziente La persona viene invitata a sforzarsi di realizzare quanto teme, quanto vorrebbe evitare e, quindi, il contrario di quanto desidera ® Elisabeth Lukas: supponiamo che un paziente abbia una grande paura di svenire in ascensore. Con l’impiego dell’intenzione paradossa, egli deve salire in ascensore con il fermo desiderio di avere un collasso, constaterà che quanto più intensamente tenta di svenire, tanto meno ne sarà in grado ® Sial’intenzione paradossa che la dereflessione si fondano su due meccanismi fondamentali che regolano la vita psichica O Autotrascendenza © Auto-distanziamento + promossa dall’intenzione paradossa, intervenendo sul meccanismo dell’ansietà anticipatoria = Undatostimolo evoca l’aspettativa, piena di terrore, che qualcosa possa succedere = Iltimore tende sempre a far accadere ciò che è temuto e l’ansietà anticipatoria è soggetta con una certa probabilità a far scattare ciò che il paziente con tanto timore si aspetta che succeda =. Sivienea formare un circolo vizioso che si sostiene da sé = Quindi sarebbe l’aspettativa a determinare uno stato di generale e di pervasiva iperriflessione, insicurezza interiore e quindi a facilitare che l'esito negativo si realizzi: più il fatto negativo è atteso e più è probabile che sopravvenga effettivamente in una determinata situazione ® Il processo sctteso all’intenzione paradossa > tendenza dell’individuo a eludere le situazioni sentite come ingestibili che, determinando precise aspettative, inaugurerebbe una specie di profezia che si autoavvera e Seilmeccanismo di difesa, in entrambi i casi, è interpretato alla stregua di un ostacolo, barriera, blocco, è facile che derivi l’idea che il cambiamento si realizzi identificandolo e abbattendolo, eliminandolo e Quella che contrasta è interpretata e trattata come una struttura o dinamica sabotatrice, tipica della personalità dell’educando o insita nelle sue dinamiche motivazionali ® >sitratta di unalogica che contrassegna la maggior parte degli interventi improduttivi realizzati nei contesti educativi e Un’alternativa valida consiste nell’incoraggiare l’educando a prendere atto, identificarsi e a esplorare la sua resistenza — non negandogliela o rimuovendola Gli si può far esprimere quello che vive, esplorare la sua demotivazione, ambivalenza e rifiuto Questo metodo lo si può utilizzare > Davanti ad una classe demotivata, aiutando ciascuno a prendere atto della sua eventuale reticenza, esplorandola ed accoglierla o conla punizione, minaccia di levare la gira + invita gli studenti a rimuovere le parti del sé demotivate, giudicate inutili e risulterebbe improduttivo ® Unavolta che l’educatore si sarà adeguatamente preso cura di tutte le parti del sé degli allievi senza svalutazioni e/o tentativi di rimuovere quelle improprie o sabotanti, potrà escogitare opzioni utili e rispettose per lavorare in modo efficace 3. Osservazioni conclusive e Nell’intento di prevenire la tentazione di attuare interventi assurdi > uno dei peggiori equivoci che potrebbero innescarla è aspettarsi che l’educando faccia talune cose controvoglia o contro desiderio Aspettargli che gli piacciano Che riesca a farsele piacere Che sia lui a volerle O Chele faccia di sua spontanea volontà ® Una persona può fare cose anche se non le gradisce, può svolgere lavoro anche senza voglia > aspettarsi che se le faccia piacere risulta paradossale e Iltentativo di realizzare ingiunzioni paradossali si può rilevare sia a livello relazionale (nell’interazione educativa) sia a livello intrapsichico (nel lavoro con se stessi) ® Dal punto di vista educativo > occorre esplorare e fronteggiare propositi che l'alunno nutre nei riguardi di se stesso o o o o 6 SITUAZIONI EDUCATIVE COMPLESSE E OPZIONI PER IL RECUPERO DI SE’ Necessità di considerare l’educando nella sua unicità e nella sua completezza Importanza di monitorare e prevenire queste aspettative di tipo “trasformistico”, che potrebbero inficiare l'interazione educativa 1 La gestione della demotivazione degli allievi ® I docenti chiedono spesso indicazioni e proposte su come attirare, mantenere e catturare l’attenzione degli allievi, su come motivarli, renderli partecipe Non esistono “ricette” Ciascuno deve interpretare le situazioni, identificare i bisogni educativi sottesi e ideare strategie qualificate volte a soddisfarli 1.1 Fenomenologia di una problematica ricorrente ® Incoraggiare gli studenti ad ascoltare una lezione o partecipare a una determinata attività didattica non risulta sempre semplice ® Entrandoin classe non è raro trovare studenti poco motivati, astratti, disinteressati e Le ragioni possono essere molteplici o Nonsono attratti dai contenuti O Dalleattività proposte © Sonostanchi per via delle attività svolte nelle precedenti ore della mattinata o Sonoassorbiti da questioni personali, relazionali, sentimentali ® Davantiasituazioni di questo tipo il docente dispone delle seguenti opzioni O Ricorrere alle strategie comuni, come l’imposizione, l’appello alla buona educazione ecc = Implical’appello all’adattamento e al diniego di quelle parti del sé degli alunni, che resistono e che rifiutano di fare quello proposto ® Ricorrerea moralismi, prediche, rimproveri, ricatti > no rispettoso, lo studente potrebbe sforzarsi di partecipare ma non si può essere sicuri che ci riesca = È facile chei comportamenti problematici si ripresentino e che l’azione del docente assuma un andamento clinico e ripetitivo = È possibile che l’interazione educativa conseguente diventi tesa e che i partner della relazione inizino ad affrontarsi e svalutarsi reciprocamente O Svolgerel’attività didattica prefissa pur sapendo che verrà seguita solo da alcuni e non da altri = Ignorare il comportamento problema = Questa opzione potrebbe segnalare ® Buonastima di sé, tipica di chi non si lascia assorbire dai problemi ® O potrebbe indicare la presenza di una reazione difensiva grandiosa, usata per compensare una qualche ferita narcisistica più o meno importante © Possono risultare sintomatiche frasi del tipo “non mi importa degli allievi, non capiscono nulla, sono immaturi e maleducati” = Ladecisione di far finta di non vedere e ignorare non sembra efficace + il silenzio davanti ad un comportamento inadeguato può venire interpretato come un consenso a continuare a realizzato + ciò che non viene esplicitamente vietato rischia di essere autorizzato ® Situazioni del convengo in università © Chientrava e usciva senza sosta © Chi prendeva appunti > anche se la maggior parte era intenta a studiare altro ® Situazioni in cui sembra che gli studenti ascoltino ma in realtà non stanno partecipando o fanno altro 1.2 Opzioni per l’intervento e Nel caso in cui il docente si accorgesse che gli atteggiamenti degli allievi segnalano demotivazione o rifiuto, ci sono alcune indicazioni Occorre innanzitutto affrancarsi all’aspettativa distorta secondo cui l'allievo non solo faccia determinate cose che non desidera, ma anche che le faccia di sua spontanea volontà o che sia a volerle, che si interessi e che si motivi È intuitivo cogliere che una simile aspettativa implichi un paradosso e l'impossibilità di venire realizzata Se si usa l’analisi transazionale, la verifica delle ingiunzioni e degli ordini presenti non è difficile scorgere una specie di negazione del diritto di essere se stessi, ovvero di avere i propri gusti preferenze e disgusti Secondo modelli strategici, non è possibile elicitare un comportamento spontaneo, se si sollecita, non sarà spontaneo perché sarà richiesto Allo stesso modo, aspettarsi che l’allievo segua una determinata attività proposta, e che lo faccia con interesse, che lo voglia e che sia lui a volerlo, implica l'attivazione di interminabili acrobazie mentali che, a parte livelli elevanti di conflittualità e conseguenti impasse, non sembra che possa produrre esiti utili AI contrario, alcuni messaggi appropriati potrebbero essere + voglio che studi, mi aspetto che segua invece di fare altro, vorrei che ascoltassi > In questo caso l’educando potrà compiacere o ribellarsi, obbedire o disubbedire > senza trasformare se stesso Berne: principio della bilateralità Il docente ha necessità di verificare dove comincia e dove finisce la sua responsabilità, monitorare quanto dipende da lui e quanto dall’educando La tentazione di pensare e di agire come se si avesse il potere di determinare tutta una serie di esiti che passano attraverso l’allievo e di invadere il suo campo di azione, non risparmia nessun educatore È opportuno, però, che ciascuno esplori le sue eventuali propensioni grandiose, che potrebbero far dimenticare che la motivazione, l’ascolto, l’interesse, la partecipazione attiva dell’allievo, dipendono solo in parte dall’azione educativa e didattica La convinzione distorta secondo cui sarebbe possibile provocare determinati esiti > costituisce il meccanismo in cui affondano le radici la simbiosi e l’attivazione delle conseguenti dinamiche distrutti ve Fondandosi su queste credenze irrazionali del tipo considerato, è possibile arrivare a proporsi di eliminare difficoltà inclinabili e a non tollerare che ciascuno abbia potere sul proprio agire e su quello di qualcun altro Il docente può esplorare e tentare di comprendere le dinamiche in atto in un gruppo-classe Appuntare le eventuali difficoltà e accertati i bisogni presente, © puòsolo somministrare e fomire stimoli, formulando inviti, negoziare gli obiettivi e le modalità di lavoro Berne + il docente O puòmostrare agli studenti il suo armamentario o illustrare quante cose interessanti abbia da offrire O Puòesortare, incoraggiare, tentare di imporre © MA opzione su come rispondere ai suoi interventi non gli appartiene O Puòaiutare ciascun allievo a prendere atto, esplorare e ad accogliere la sua demotivazione, disinteresse, reticenza, rifiuto