Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

DALL'EMERGENZA ALLA NORMALITA', Sintesi del corso di Psicopatologia generale e dello sviluppo

Riassunto dettagliato del libro "Dall’emergenza alla normalità: Strategie e modelli di intervento nella psicologia dell’emergenza" del Professore Calogero Iacolino

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 10/09/2021

DocuKore
DocuKore 🇮🇹

5

(4)

3 documenti

1 / 10

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica DALL'EMERGENZA ALLA NORMALITA' e più Sintesi del corso in PDF di Psicopatologia generale e dello sviluppo solo su Docsity! DALL’EMERGENZA ALLA NORMALITA’ CAPITOLO 1 - FONDAMENTI DI PSICOLOGIA DELL'EMERGENZA Fino agli anni 60 in tutti i paesi le conseguenze di un disastro venivano calcolati solo in base ai danni a cose o persone, quindi la considerazione a livello psicologico di persone e società era nulla. Nosoc e Fritz furono i primi ad inserire la concezione economico-sociale, ovvero si andava a vedere quali fossero gli effetti delle calamità in individui e società, ciò portò a cambiare le modalità di intervento. Dagli anni 70 quindi vengono cominciate a studiare le reazioni delle persone alle calamità in base alla loro personalità, età, livello di integrazione sociale, condizioni psichiche precedenti, problemi dei soccorritori. E' stato evidenziato che le reazioni alle calamità della popolazione passano per diverse fasi: -fase eroica -fase della luna di miele -fase di disillusione -fase di ristabilizzazione Venne col tempo istaurato un programma di intervento psicologico dal nome crisis intervention program con l'obiettivo di: -neutralizzare l’impatto degli eventi stressanti «ripristinare il positivo funzionamento delle vittime “ripristinare il positivo funzionamento sociale “azioni volte ad individuo e collettività Importanti per lo sviluppo del disaster program sono stati gli studi sugli delle reazioni psicologiche dei soldati americani in guerra in Vietnam. Nasce quindi la necessità volontà di comunicare i risultati e le ricerche da parte di studiosi al fine di favorire la diffusione di conoscenze e l'utilizzo di programmi d'intervento per il trattamento di stress post-traumatico. L'American Psychiatric Association istituì un’organizzazione in cui studiosi e volontari offrirono il loro supporto a famiglie e soccorritori. NASCITA E SVILUPPO DELLA PSICOLOGIA DELL'EMERGENZA IN ITALIA Nasce nel 1908 quando un maremoto colpì Messina e Reggio Calabria. Mentre nel 1976 durante il terremoto in Friuli c'è il primo coinvolgimento operativo della psicologia dell'emergenza, l'intervento è stato mirato a riorganizzare la vita quotidiana dei bambini, dividendo la loro giornata in gioco, riposo e vita con la famiglia. Durante il terremoto in Umbria del 1997 venne coinvolta l’intera comunità di psicologi, in quanto in quel periodo venne istituito l'albo degli psicologi, ciò consentì una risposta immediata. NORMATIVA ITALIANA SULL’INTERVENTO PSICOLOGICO IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Le prime norme riguardanti la programmazione del soccorso sanitario in Italia sono state divulgate con le prime catastrofi. Vi sono alcune tappe da percorrere al fine di comprendere il soccorso in caso di catastrofi: -premessa = in tutte le catastrofi vi sono traumi psichici e fisici che possono portare a reazioni nevrotiche, depressione e psicotiche -misure preventive a lungo termine = occorre far capire alla popolazione che l'evento catastrofico può avvenire e le operazioni di prevenzione devono aiutare a far convivere con la calamità -misure preventive = forte attenzione deve essere data alla preparazione al pericolo. Nelle regioni maggiormente minacciate l'esplosione del panico è più facile -intervento in fase d'emergenza = una volta avvenuta la catastrofe è molto utile dare informazioni alla popolazione, questo placherà la paura e darà un senso rassicurante. Va organizzata un’evacuazione ed evitare affollamenti Nel 2006 venne emanata una direttiva del presidente del consiglio in cui vengono esposti i criteri sugli interventi psicosociali in caso di catastrofe, questi sono i più importanti: -introduzione = la catastrofe può produrre negli individui effetti a lungo e breve termine a livello psicologico, è opportuno quindi fronteggiare i bisogni psicosociali -equipe psicosociale per le emergenze = tale direttiva obbliga le regioni a disporre un'equipe per il supporto psicologico delle vittime -obiettivi = l'equipe deve attuare manovre d'intervento al fine di tutelare l'individuo a livello fisico e psicologico -organizzazione = l'equipe per essere efficace deve essere inserita all’interno di un'organizzazione per le emergenze -destinatari degli interventi = sono le vittime degli eventi, i testimoni di fatti gravi, i familiari delle vittime e i soccorritori volontari -contesti di intervento = incidenti stradali, aerei e ferroviari, calamità naturali «interventi a breve/medio termine = si inizia con le misure sanitarie di primo soccorso, nella fase a breve/medio termine si cerca di ripristinare le reti di supporto sociale -formazione = la conoscenza diffusa degli eventi rischiosi e delle procedure può migliorare il livello di supporto e prevenzione -triage = è l'insieme dei criteri su cui si basa l'operatore per dividere le classi di priorità degli individui PSICOLOGIA DELL'EMERGENZA, STATO DELL’ARTE Pianificazione degli eventi: -attività di previsione degli eventi e dei rischi in un particolare territorio -soccorso alle vittime colpite, secondo quanto pianificato prima Molteplicità degli scenari: -calamità naturali -atti causati dall'uomo (attentati) o errori della tecnologia -eventi naturali causati dall'uomo (frane, disboscamenti, incendi) Finalità e modalità d’intervento di assistenza psicologica nelle emergenze collettive: Una grave emergenza naturale e non può causare in individui normali, senza patologie pregresse, cambiamenti nell’umore o del comportamento tali da richiedere l’aiuto clinico. In questo caso l'insorgere di queste sintomatologie verrà risolto solamente con l'aiuto del clinico, quindi senza ricorrere all’uso di farmaci. Va inoltre considerato che decidere quale sarà il bisogno di assistenza e la priorità di ogni vittima. Il triage psicologico quindi segue tali passaggi: -accoglienza -riconoscimento dei sintomi -attribuzione di un codice di priorità DIFFERENZA TRA TRIAGE PSICOLOGICO, SCREENING E PSICODIAGNOSI Triage psicologico = intervento volto ad una valutazione che mira ad individuare chi ha bisogno di un intervento psicologico urgente e chi no. Psicodiagnostica = mira ad individuare un quadro psichico, mentre il triage ad individuare se è urgente o meno un intervento. Screening = si effettua verso persone che non mostrano urgenza di essere sottoposti a trattamento, che però si suppone possa sviluppare difficoltò psicologiche dovute agli eventi subiti. Viene utilizzato maggiormente per monitorizzare grandi fette di popolazione. NECESSITA’ DEL TRIAGE PSICOLOGICO Tale processo è necessario al fine di garantire il giusto trattamento a chi ne ha veramente bisogno. ASPETTI CONFLITTUALI DEL TRIAGE NELLE GRANDI EMERGENZE Va puntualizzata una differenza tra il triage medico e quello relativo alle catastrofi, nel primo si da precedenza a chi rischia la vita, nel secondo si ha l'obbiettivo di recare il massimo beneficio al maggior numero di persone possibile usando il minimo delle risorse. Quindi offrire aiuto a chi presenta una condizione grave ma che ha possibilità di sopravvivenza, infatti può capitare che alcuni pazienti gravi vanno inviati in strutture specializzate, però tale allontanamento a colte può causare angoscia vista la distanza dai parenti. L'evento oggetto del trauma può causare: -disagio psichico -aggrava difficoltà già presenti «attivato un disturbo precedente -causato un grave trauma psichico IL TRIAGE PSICOLOGICO IN ITALIA FINO AL 2006 All’inizio si pensava a dare precedenza alle persone con stato di panico in corso al fine di ristabilire l'equilibrio. Successivamente Morra ha dato il suo contributo sottolineando l’importanza di dare attenzione alle persone con disturbi psicologici, come: “psicotici -pazienti con precedenti psichiatrici gravi -nevrotici gravi -soggetti con forte fragilità emotiva Quindi qui si iniziano a delineare le prime categorie di individui che hanno un bisogno prioritario di trattamento. IL TRIAGE PSICOLOGICO ALLA LUCE DEI CRITERI DI MASSIMA La progettazione delle finalità, della decisione dei destinatari, delle procedure aveva l'unico scopo di non farsi trovare impreparati in caso di emergenze. Il triage psicologico diventa quindi lo strumento guida per gli psicologi nelle emergenze. RIFLESSIONI SULLA SCHEDA TRIAGE Analisi della scheda triage Tale scheda è costituita da un'unica facciata che comprende numerose voci da analizzare, questo ha però lo svantaggio di rendere il contenuto molto sintetizzato quindi può essere difficile l’interpretazione. Sono chiare la prima e la seconda area che presentano rispettivamente data/sede/ora e nome/cognome/indirizzo della vittima. Luogo di provenienza La terza area indica il luogo in cui stanno operando i soccorsi, bisogna quindi barrare l'apposita casella e specificare chi manda la vittima (spontaneamente, soccorritori, famiglia). Pregressi problemi psichici Sono molto importanti le aree 5,6,7 deputate a specificare i problemi psicologici pregressi, cure farmacologiche e patologie psichiatriche. Sono molto importanti perché consentono di indagare il passato dell'individuo e attuare procedure consone alla sua salute. Sarebbe quindi utile avere le seguenti informazioni: ievi = trascorsi di breve durata con piena remissione -trascorsi moderati = trascorsi di breve durata e buna remissione ma con interventi farmacologici «trascorsi gravi = trascorsi di lunga durata con andamento ciclico e con trattamento farmacologico L'area 7 è deputata alla descrizione dei farmaci assunti, quindi va riportata solo la tipologia e la durata della cura. Reazione all'evento catastrofico Quest'area della scheda prevede (area 8) prevede 3 diverse tipologie di reazione all'evento catastrofico, ovvero ansia, depressione e scompenso, che possono essere a loro volta di livello lieve o grave. In questa fase possiamo trovare degli spazi, previsti per le 3 modalità, in cui fare una delle 5 valutazioni seguenti: -accesso improprio alla triage = non vi è una priorità, lievissime reazioni ansiose, nessun trascorso psicopatologico quindi si può inviare al domicilio. Qui lo psicologo pratica una triage end, ovvero rassicura la vittima e lo esorta ad andare a casa -psi-1 = priorità bassa, lievi reazioni ansiose, nessun trascorso psicopatologico, quindi l'individuo viene affidato a parenti, amici o personale di assistenza. Viene esortato a tornare al domicilio, però ne consegue una convocazione successiva per interventi di sicurezza. Quindi lo psicologo spiega che verrà richiamata e che dovrà richiedere un controllo se i sintomi non dovessero sparire -psi-2 = priorità intermedia, medie reazioni ansiose, vi sono possibili trascorsi psicopatologici, viene affidato ad amici, parenti o personale d'assistenza, viene inviato al domicilio con un programma di rivalutazione -psi-3 presa in carico = priorità alta, gravi reazioni ansiose, viene subito preso in carico e attuati trattamenti nelle sedi opportune, vi sono possibili trascorsi psicopatologici lievi, moderati o gravi, viene affidato ad amici, parenti o personale d'assistenza, invio al domicilio con programma di trattamento -psi-3 presa in carico con invio Valutazione delle risorse Nell'area 9 si trova la voce riguardante la capacità di coping, articolata su 2 livelli individuale e collettivo. La scheda quindi chiede sia una valutazione del singolo, sia della famiglia e rete sociale. Per dare una risposta a questa area basterebbe bastare la casella “capacità di coping”, ma non viene specificata se scarsa o ottima, quindi per evitare ciò sarebbe opportuno: -barrare la casella “capacità di coping” -effettuare una valutazione della capacità di coping individuale e collettiva -scivere sotto il termine individuale e collettivo ciò che ci sembra più utile Disponibilità a ricevere aiuto In questa area va indicata semplicemente la disponibilità a ricevere aiuto, in modo sintattico con buona, sufficiente, scarsa. Però è presente uno spazio in cui aggiungere delle considerazioni del tipo: -fattore motivante al trattamento (ad esempio bisogno di raccontare una paura) -una particolare resistenza al trattamento Indicazioni al trattamento L'area 10 è dedicata alla decisione che riguarda il luogo in cui verrà inviata la vittima che ha bisogno del trattamento. Sarà cura dello psicologo inviare la persona in centri competenti e vicine territorialmente per evitare l'allontanamento dai parenti. Qui lo psicologo deve trovare una sistemazione efficace prima in fase acuta, poi in fase a medio termine: fase acuta: -all’equipe per le emergenze, quindi quella che lavora sul posto -al servizio psichiatrico di diagnosi e cura, dove si inviano le persone con l'incapacità di gestione degli impulsi aggressivi -posto medico avanzato -ospedale del campo fase medio termine: -centri di igiene mentale, quindi strutture psicologiche e psichiatriche -strutture socio/educative che attuano il day hospital L'area 11 è quella relativa agli interventi effettuati e quindi sarà compilata da chi ha preso in carica il paziente, va indicato: -indicare il defusing e il debriefing “gli interventi di sostegno emotivo e cognitivo -tecniche di distensione psicofisica Dimissione Per quanto riguarda l’area 12, lo psicologo qui definisce che non ci sia più necessità di un intervento, oppure che vi sia stato un accesso improprio al trattamento. Rifiuto E' l’area relativa al rifiuto da parte del paziente al trattamento. Qui lo psicologo invita il paziente a riflettere e a prendere tempo, se il paziente persiste nel rifiuto va barrata la casella “rifiuto” e raccogliere la firma. ACCOGLIENZA, CONCENTRAZIONE SUL PRESENTE E SUPPORTO NEL TRIAGE