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Deafhood - le radici della cultura Sorda, Tesi di laurea di Cultural Studies

analisi del concetto di Deafhood tramite la letteratura e le testimonianze raccolte

Cosa imparerai

  • Perché Paddy Ladd ha lottato per il riconoscimento della lingua dei segni britannica?
  • Che organizzazioni ha fondato Paddy Ladd?
  • Che ruoli ha ricoperto Paddy Ladd nella British Deaf Association?
  • Che significato ha Deafhood per Paddy Ladd?
  • Come la società si è riferita ai sordi in quel periodo storico?

Tipologia: Tesi di laurea

2018/2019

In vendita dal 09/07/2019

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alelias 🇮🇹

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UNIVERSITÀ CA FOSCARI DI VENEZIA
Corso di Laurea in Lingue, civiltà e scienze del linguaggio
Tesi di Laurea
Deafhood
Le radici della cultura Sorda
Relatrice
Ch.ma Prof.ssa Alessandra Checchetto
Laureando
Alessandro Elias Ghetti
matricola 833903
Anno Accademico
2014/2015
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Anteprima parziale del testo

Scarica Deafhood - le radici della cultura Sorda e più Tesi di laurea in PDF di Cultural Studies solo su Docsity!

UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI DI VENEZIA

Corso di Laurea in Lingue, civiltà e scienze del linguaggio

Tesi di Laurea

Deafhood

Le radici della cultura Sorda

Relatrice

Ch.ma Prof.ssa Alessandra Checchetto

Laureando

Alessandro Elias Ghetti

matricola 833903

Anno Accademico

Introduzione A settembre 2012 ho cominciato a studiare la Lingua dei Segni Italiana (LIS) all'università Ca' Foscari di Venezia. Dire che le lingue dei segni non mi avevano mai lasciato indifferente può sembrare scontato, ma è così. Nonostante questo, non ero mai stato in grado di trovare corsi che insegnassero a segnare, per cui trovare la LIS nell'elenco di lingue offerte dall'università, posso dire adesso, è stata una vera fortuna. Mi ricordo ancora la prima lezione: l'angoscia del non capire assolutamente niente, non perché avessi la pretesa di trovarmi di fronte ad una lingua comprensibile fin dall'inizio, ma perché mi sono sentito nella condizione di pensare: “non capisco, non capirò mai, è troppo difficile, non sono sicuramente portato e non riuscirò mai neanche a dire come mi chiamo”. Mi sento orgoglioso, alla conclusione del terzo anno, nel pensare di non aver mollato nonostante la vera paura che ho avuto di fallire, perché scoprire la LIS è stato scoprire anche qualcosa di me e migliorarmi sotto certi aspetti. A parte questo, sicuramente la cosa più affascinante che mi è successa avvicinandomi alla LIS è stata scoprire la cultura Sorda. E questo è anche l'aspetto che più spesso mi trovo a difendere parlando con chi non conosce i Sordi e tutto quello che concerne il loro mondo: considerando che si tratta di persone unite da una condizione che dalla maggioranza delle persone viene ritenuta una disabilità, si può pensare che esista qualcosa definibile come comunità, cultura, identità? Dal mio punto di vista, sì. Proprio questa presa di coscienza, mi ha portato a scegliere l'argomento per la mia tesi: la Deafhood. Nel primo capitolo, gli argomenti saranno principalmente due, ovvero il concetto di “Deafhood” sviluppato ed approfondito ed il pensiero del suo ideatore, il Sordo inglese Paddy Ladd. Oltre a questo, toccherò concetti fondamentali all'interno della cultura Sorda come l'Oralismo, il colonialismo Udente, l'eugenetica. Nel secondo capitolo, introdurrò un altro concetto importante connesso all'orgoglio Sordo, ovvero il Deaf Gain. Inoltre, tornerò sul termine Deafhood mostrando come questo venga vissuto e tradotto da diversi stati e culture come la Cina, l'India, la Catalogna, il Canada, il Brasile, la Nuova Zelanda ed il popolo Maori. Il terzo capitolo invece verterà solo sulla cultura Sorda in Italia grazie alle interviste che tre Sordi italiani mi hanno rilasciato: Gabriele Caia, Lorenzo Laudo e Renato Pigliacampo. Il quarto ed ultimo capitolo, mi servirà per cercare di mostrare la Deafhood e l'orgoglio Sordo attraverso dieci discipline artistiche diverse, ovvero l'architettura, la pittura, la scultura, la musica, la poesia, la danza, il cinema, il fumetto, la fotografia ed il teatro. Oltre al libro di Paddy Ladd, che sarà il punto di partenza di tutto questo lavoro, mi baserò sulle testimonianze di Sordi nel mondo e su pubblicazioni online e cartacee. Il lavoro di ricerca delle fonti, della bibliografia e sitografia non è stato semplice: spesso Paddy Ladd viene citato dagli altri Sordi letteralmente e quindi non è stato facile trovare diversi modi per esprimere il sentimento di Deafhood, inoltre vengono usati termini diversi come ad esempio “identità”, “orgoglio”, “sentimento di unione” che differiscono fra di loro volendo rappresentare comunque lo stesso concetto. Inoltre, il libro “Understanding Deaf Culture: In Search of Deafhood”, è stato pubblicato nel 2003 e da quel momento, nel web, si trovano innumerevoli pagine che trattano l'argomento, rendendo difficile anche la scelta del cosa o chi inserire o meno cercando di evitare le ripetizioni. Oltre a libri e siti in lingua inglese, diversi sono stati anche quelli in lingua portoghese. Inoltre le interviste rilasciatemi dai tre Sordi italiani sono state svolte due in LIS (Lingua dei Segni

1) Paddy Ladd e l'ideazione del termine “Deafhood” Paddy Ladd Paddy Ladd nasce il giorno 11 febbraio del 1952 in Inghilterra, è sordo e viene inserito in una scuola di udenti ed istruito con il metodo oralista^1. È stato uno dei primi bambini educati in questo modo, ed egli definisce in seguito questo tipo d'insegnamento come uno sforzo disperato, dove non gli vengono insegnati i segni e dove gli viene detto di non essere un bambino sordo ma un bambino udente che non sente. Data tale esperienza personale, diventa un fermo oppositore dell'oralismo considerandolo causa di analfabetismo, di problemi mentali e vedendolo come una forma di abuso sui minori, uno degli strumenti del “colonialismo udente”. Questo approccio lo devasta, egli stesso dice: “vivevo come intorpidito e senza pensieri riguardo chi sarei potuto diventare”^2 e lo spinge a rifugiarsi nei libri. Non è circondato dal mondo Sordo^3 , e ce lo racconta attraverso i ringraziamenti del suo libro “Understanding Deaf culture – in search of Deafhood”, dove metaforicamente si inchina ai suoi “genitori Sordi” Arthur e Jean Dimmock e afferma anche che “non c'è niente da dire sui miei primi 18 anni persi, ma delle persone mi hanno aiutato a tornare vivo” (pag. XII), riferendosi a tutti i Sordi che l'hanno introdotto in quello che per lui era un nuovo mondo, con la sua cultura e con la volontà di approfondirne la conoscenza. Solamente a 22 anni impara la lingua dei segni Britannica (British Sign Language), e, come ricorda egli stesso: “Quella fu la mia entrata nella comunità sorda, era come aver trovato il sentiero della mia vita, e finalmente ero a casa, nel posto al quale appartenevo”.^4 Inizia successivamente a lavorare con bambini, giovani e diverse famiglie sorde succubi dell'oralismo, e da allora lo contrasta in modo instancabile e, mosso da questo sentimento, inizia anni di fortissimo attivismo Sordo. Non cessa mai di spiegare come l'oralismo impedisca ai bambini sordi ed ai loro genitori di trovare, imparare ed usare una lingua in grado di permettere loro di comunicare. Ladd trova anche il modo di ricordare, attraverso il suo libro, come l'oralismo sia recente, e di come in passato i sistemi comunicativi che usavano i segni erano una pratica rispettata, così come le comunità sorde. Adesso i sordi vengono considerati un gruppo che ha bisogno d'aiuto e le persone si sono dimenticate di come le comunità segnanti possano arricchire le società udenti. Il motivo, secondo il ricercatore britannico, è ben spiegato in tutto il libro e, per usare sue parole specifiche: “La ragione di questo atteggiamento sta nel culto dello scientismo, nell'ossessione tecnologica delle corporazioni della medicina, nella crescita della colonizzazione e delle etichettature secondo cui cose più vicine alla “natura” sarebbero appartenenti ad un'era passata di selvaggi e primitivi”.^5 Nel 1976 fonda la National Union of the Deaf, uno dei primi gruppi radicali di Sordi britannici. Ma non si ferma qui, e quattro anni più tardi, nel 1980, diventa l'amministratore nazionale della British Deaf Association che continuava a lottare, in quel momento storico, per il riconoscimento della lingua dei segni britannica. Nel 1984 Paddy Ladd diventa un vero e proprio pioniere del mondo Sordo con il suo programma televisivo “See Hear!” prodotto dalla BBC in lingua segnata e parlata, dove riveste il ruolo di primo 1 Il metodo oralista si basa principalmente sull’ideologia che il sordo debba assolutamente parlare e non esprimersi in lingua dei segni. (^2) http://www.theguardian.com/society/2003/mar/19/guardiansocietysupplement5 , traduzione ad opera dello scrivente (^3) Utilizzerò in tutta la tesi la “S” maiuscola come riferimento a persone fiere di essere Sorde, della propria cultura, lingua ed arte. Un approfondimento a riguardo sarà dato nel secondo paragrafo. (^4) http://www.theguardian.com/society/2003/mar/19/guardiansocietysupplement5 , traduzione ad opera dello scrivente (^5) http://www.theguardian.com/society/2003/mar/19/guardiansocietysupplement5 , traduzione ad opera dello scrivente

presentatore Sordo. A lui va anche il merito di aver creato i primi video musicali segnati al mondo e, sempre negli anni '80 fa anche da interprete a concerti statunitensi del gruppo musicale Grateful Dead e persino a Bob Dylan. Di questi concerti egli dichiara: “C'era un magnifico numero di persone udenti che si alzava dai posti a sedere solo per poter vedere il segnato” e continua: “Non riesco a descrivere il sentimento di rispetto ed accettazione delle persone sorde che c'era a quei concerti”.^6 Paddy Ladd è stato il primo ad ideare un corso di cultura Sorda, fonda il Glastonbury Festival Sign Zone a Pilton, vicino Glastonbury nel Somerset in Inghilterra , ed ha avuto una cattedra alla Gallaudet University. Nella sua vita, inoltre, ha ricevuto molti premi e riconoscimenti, come ad esempio il Deaf Lifetime Achievement Award conferitogli dalla Federation of Deaf People. La Deafhood Foundation l'ha riconosciuto con orgoglio come visionario. Il concetto di Deafhood Con il tempo, l' interesse di Paddy Ladd per tutto quello che riguarda il mondo Sordo non fa altro che crescere sino a diventare un viaggio lungo una vita, una continua ricerca per meglio definire la propria identità anche attraverso quella della propria comunità e cultura. Nel fare questo, rendendosi anche conto di come manchino concetti esatti e propri per definire la Cultura Sorda e il mondo Sordo, decide di coniare il termine “Deafhood”. Paddy Ladd diventa ricercatore iniziando a sviluppare l'idea di “Deafhood” nel 1990 con l'intento di definire lo stato esistenziale delle persone Sorde e rendere l'esistenza collettiva Sorda visibile agli occhi di tutti. Il concetto è stato poi sviluppato attraverso la sua dissertazione dottorale nel 1998. Ladd ha poi pubblicato un libro su questo tema nel 2003 dal titolo:“Understanding Deaf Culture - In Search of Deafhood. Uno dei principali libri il cui proposito è quello di creare unità Sorda. Cerca una definizione diversa da “deafness” (sordità) per differenziare le condizioni che i due diversi termini rappresentano: quando si parla di sordità, si intendono anche persone sorde con la “s” minuscola la quale fa riferimento ad un individuo che semplicemente non sente, dalla nascita o solo da un certo punto della propria vita, e che non si identifica con la cultura e comunità Sorda. Per questi motivi, prova ad inserirsi nella società tentando di farlo vivendo come se fosse una persona udente. Questo tipo di persona sorda, nei casi più negativi può anche ritenere di avere una vera e propria disabilità trovandosi quindi in totale disaccordo con la World Federation of the Deaf che, in collaborazione con l'ONU ha definito la sordità come “malattia dell'orecchio” e non come “disabilità”.^7 Dalla prospettiva della cultura Sorda, questo tipo di sordi è rappresentativo di persone udenti che hanno perso il loro udito. Nel libro “L'identità della persona sorda. Basi teoriche e ricerche sul campo”, di Orazio Licciardello (Bonanno editore, 2003), si può leggere che diverse ricerche mostrano che alcune persone sorde nutrono atteggiamenti negativi verso la loro disabilità poiché si sentono negativamente considerati dagli udenti. Queste persone quindi hanno atteggiamenti più negativi nei confronti della sordità rispetto agli udenti. Quando invece si parla di persone Sorde, con la S maiuscola, e dunque coscienti e consapevoli della propria condizione, Sordo fa riferimento ad un individuo che usa la lingua dei segni come principale mezzo di comunicazione, probabilmente ha una famiglia di sordi, ma anche se non fosse, si identifica con altre persone come lui ed ha un forte orgoglio Sordo che lo fa sentire parte della comunità. (^6) http://www.theguardian.com/society/2003/mar/19/guardiansocietysupplement5 , traduzione ad opera dello scrivente (^7) http://it.wikipedia.org/wiki/Comunità_sorda

A parte qualche paese (soprattutto gli stati della Scandinavia) in cui questo metodo ha preso davvero piede, tutto indica che l'approccio Bi-Bi è ancora lontano da una vera prassi educativa Sordo-centrica. La cura naturale per la sordità , approfondendo il concetto La Deafhood ha due componenti: è un modo di radunarsi insieme ed incorniciare quello che le persone Sorde sanno della loro cultura, della politica, e di ogni altro aspetto della vita. Inoltre, grazie al concetto di Deafhood, tutti gli individui Sordi si imbarcano in un viaggio interiore attraverso l'approfondimento e la ridefinizione delle loro identità, ricercando anche il proprio scopo sulla terra proprio in quanto persone Sorde. Questo viaggio è per ognuno di quelli che George Veditz chiama “first, last and for all time, the people of the eye. La Deafhood raggiunge il suo obiettivo quando una persona Sorda si sente “a casa” con il suo essere Sordo, trovandosi in accordo con le altre persone Sorde nel loro essere persone visive e nell'uso della lingua dei segni. La presidentessa della California Association of the Deaf, Nancy Mitchell Carroll e la poetessa Sorda Ella Mae Lent, nella newsletter della CAD (California Association of the Deaf) di gennaio 2006, affermano: “Quando siamo sicuri con il nostro linguaggio naturale e con la nostra comunità, possiamo essere tutti più felici, più creativi e più capaci nell'abbracciare le diversità intorno a noi”. La Deafhood abbraccia la somma totale di tutti i significati positivi della parola “Sordo” nel passato, presente e futuro, ed anche tutti i vasti significati di cosa le persone Segnanti sono state, sono e potranno diventare includendo tutte le persone Sorde che hanno vissuto in questo mondo, tutte quelle che sono state perse (a causa del colonialismo) e tutte quelle che potranno esserci in futuro. Nello specchio che le persone Sorde hanno di fronte a sè, si possono rispecchiare, vedere le facce degli altri Sordi, tutti i loro colori, razze ed età. I Sordi sanno che in ogni città, paese del mondo, in ogni tribù, ci sono persone come loro. Sanno che se incontrassero qualcuna di queste persone, loro potrebbero, nonostante le diverse lingue dei segni, avere una conversazione e imparare ognuno qualcosa della cultura dell'altro e dei suoi modi di vivere, come vedendo dall'interno verso l'esterno. Inoltre, è il processo di inquadratura che rivela vie “oltre” le quali si possono muovere le limitazioni culturali Sorde dal colonialismo esercitato sulle persone segnanti. Il termine “Sordità” nel suo significato medico^9 , e le altre parole sinonimi di questa^10 , sono visti come un'evidenza del processo di colonizzazione udente a discapito il mondo dei Sordi, dunque proprio per questo è nato il bisogno di sviluppare un termine Sordo-centrico. Perché un'altra parola per le persone Sorde? Nel loro articolo di gennaio 2006, Nancy Mitchell Carroll ed Ella Mae Lentz si esprimono così: “Cos'è sbagliato in termini come “sordità”, o “sordo e sordastro”? Noi Sordi interagiamo visualmente con l'ambiente e ci sentiamo a nostro agio usando le lingue segnate piuttosto che orali. Se ti ritrovi nella descrizione, hai iniziato la ricerca della Deafhood. Il tuo grado di abilità nel sentire o nel parlare non importa. La ricerca della Deafhood di ogni persona si ritrova a qualsiasi livello: fisico, emozionale, mentale, spirituale, culturale e linguistico. E attraverso quella ricerca, (^9) Si tratta di usare questo termine solo dal punto di vista della disfunzione dell'apparato uditivo senza considerarne l'aspetto culturale. (^10) Si vedano termini come audioleso, audioprivo, ipoacusico, non udente, anacusico ecc. (Gitti, 2013, pag. 26)

ogni persona Sorda è collegata ad un'esperienza collettiva chiamata Comunità e Cultura Sorda”. La ricerca della propria identità non è priva d'ostacoli quali ad esempio l' Oralismo e l'Audismo, con il loro culmine nei primi anni del '900 con politiche come l' eugenetica, portata avanti ad esempio da Alexander Graham Bell. L'inventore affermava, in una lettera a Fred Deland, che: “possiamo provare a dimenticare che sono sordi. Dobbiamo provare ad insegnare loro a dimenticarsi che sono sordi.” (Ladd, 2003, pag. 129^11 ) L'eugenetica è una scienza che controlla la popolazione con l'eliminazione di certe caratteristiche che sono considerate negative: questo controllo è attuato attraverso una selezione razziale, la sterilizzazione e, peggio, il genocidio. Secondo lo stesso Bell, era giusto attuare queste pratiche perché le persone che le subivano erano variazioni peggiorative della razza umana. Dalla fine degli anni trenta circa, metà degli Stati Uniti aveva leggi eugenetiche. Sul modello di quelle californiane vennero scritte le leggi eugenetiche del regime nazista tedesco. Lane (2005, pag. 12), a riguardo: “In linea di principio, potremmo cercare le basi genetiche dell’essere africano o asiatico, ad esempio. Non lo facciamo. Ma dei programmi finanziati dal governo oggi ricercano le basi genetiche della sordità e promettono, proclamano, di creare una società in cui non ci saranno più persone Sorde. Quando dei ricercatori all’Università di Boston annunciarono che avevano identificato un gene presente in molte persone nate sorde, il direttore dell’Istituto Nazionale per la Sordità e Altri Disordini Comunicativi chiamò questa scoperta un “progresso fondamentale che migliorerà la diagnosi e la consulenza genetica e che in ultima analisi condurrà a una terapia di sostituzione o a una terapia di trasferimento dei geni.”. Lo scopo finale di sforzi come la terapia di trasferimento dei geni è, naturalmente, quello di ridurre le nascite di sordi, e infine di eliminarle del tutto. Immaginate il clamore se degli scienziati medici sbandierassero un simile progresso per qualsiasi altra minoranza etnica, promettendo una riduzione del numero dei bambini di quel gruppo etnico – promettendo meno neri, meno ebrei, quale che sia il gruppo etnico.” Lane domanda in particolare agli inglesi ed agli italiani: “Perché non riuscite a capire che un programma con l’effetto previsto di diminuire o sradicare la minoranza Sorda è in realtà un genocidio?”. L'Oralismo è una filosofia educativa ed una pratica che si focalizza sullo sviluppo del parlato e degli strumenti d'ascolto che degrada le lingue dei segni e sostiene che queste interferiscano con l'acquisizione della capacità di parlare e di ascoltare delle persone Sorde. Un momento storico fondamentale nella Cultura Sorda, proprio concernente l'Oralismo, è quello del Congresso di Milano dell'11-16 settembre 1880. In quell'occasione , il Congresso, votò con centosessanta voti contro quattro, “la scelta esclusiva del metodo oralista per l'istruzione dei sordi. Chi è stato educato secondo il metodo scelto a Milano racconta di aver passato buona parte della sua infanzia guardandosi allo specchio e cercando di imparare le posizioni della bocca che corrispondono alle lettere dell'alfabeto. Un esercizio umiliante e frustrante, e un totale spreco di tempo: un sordo non può spacciarsi per udente, neanche volendo, e i suoi giorni di scuola erano un inutile inferno. La cosa peggiore era che gli insegnanti punivano tutti gli alunni che provavano a comunicare a gesti o segni. Per quasi un secolo le lingue dei segni sono state perseguitate dalle stesse istituzioni che avrebbero dovuto promuoverle.” (Rée, 2005, pag. 43) Paddy Ladd ricorda come nel 1974, in Inghilterra, le persone Sorde fossero nella morsa di questo sistema educativo che bandiva l'uso delle lingue dei segni e gli educatori Sordi stessi che costituivano il 40% del corpo docente. Ogni giorno qualche articolo del London Times trattava l'argomento pubblicando titoli come: “La sordità è abolita”. Nel 1974, una squadra di ricerca della Oxford University condotta da Reuben Conrad inizia a studiare i risultati dell'Oralismo. Le loro ricerche mostrano che l'età media dell'abbandono scolastico da parte dei sordi solitamente era 8 anni, abbastanza per capire le testate dei giornali, ma non molto di più. In molti casi, il loro parlato - la vera raison d'etre dell'Oralismo - era incomprensibile per tutti tranne docenti e genitori. Anche la loro capacità di leggere il labiale non era davvero molto (^11) Traduzione ad opera dello scrivente

propria struttura sociale, una propria lingua, arte e storia. A pagina 124 del libro di Gitti leggiamo: “La risoluzione del XII Congresso Mondiale dei Sordi (WFD) organizzato dall'Unione Europea dei Sordi (EUD) e dall'Ente Nazionale Sordi (ENS), tenuto a Brisbane nel 1999, “riconferma la posizione delle persone sorde come minoranza linguistica e culturale con diritto alla propria lingua dei segni nativa come madrelingua […] riconferma il diritto dei bambini Sordi all'educazione in lingua scritta e in lingua dei segni […] riconosce la diversità sociale, etnica, di religione, di sesso, economica e politica nella comunità dei Sordi […] condanna la ricerca genetica che mira alla eliminazione delle persone sorde dalla razza umana”. Etnia, identità, cultura, sesso, economia, religione, politica, lingua, sono termini che evocano brutti ricordi! O no?”. Immagino che Gitti voglia intendere che richiamano nella sua mente temi come razzismo e nazismo, ma non comprendo quali siano i termini che nell'elenco dovrebbero essere connessi a brutti ricordi (lingua? cultura? economia?) , in ogni caso, la necessità da parte dei Sordi di usare queste parole, nasce proprio dalla condizione continua di soppressione subita nei secoli e dalla volontà di volersi quindi distinguere dai propri oppositori. Riprendendo però il tema del nazismo e razzismo che secondo Gitti sono proprio i Sordi a praticare, un esempio può essere quello del museo statunitense Smithsonian, che nel 1993 decise di creare un'esposizione interamente dedicata alla comunità Sorda americana. I leader radicali Sordi insistettero perché la principale realtà raccontata fosse quella dell'Oralismo, in modo da poter finalmente far vedere al mondo il danno che questo faceva alla loro identità culturale, cosa sempre tenuta audacemente nascosta da media, medici e politici. Speravano anche, in questo modo, che risultasse visibile anche al mondo esterno composto dagli udenti che non conoscevano la realtà Sorda. Quest'esposizione avrebbe mostrato come l'Oralismo con le sue pratiche provocasse ingenti danni e fosse causa di quello considerato dai Sordi come l'Olocausto Sordo. La risposta oralista fu repentina, e l'associazione principale della fazione oralista, la Alexander Graham Bell Society (AGBS) non tardò ad alzare la voce. L'AGBS dichiarò che l'esposizione non era rappresentativa della maggioranza dei sordi e che non voleva in alcun modo che l'oralismo fosse scambiato come una corrente interna al mondo Sordo, connessa ad esso, essendo invece proprio contraria allo stesso. A causa di questa obiezione espressa dalla grande potenza politica che si annoverava tra le fila di questa società, l'opposizione alla proposta fu tale che, nel giro di poco tempo, il museo Smithsonian abbandonò completamente l'idea di realizzare qualcosa sul mondo Sordo. E senza questo, il sogno Sordo di veder riconosciuto il termine di Olocausto per definire il sopruso vissuto sfumò. La parola “Audismo” è stata coniata nel 1975 dal Dr. Tom Humphries, uno studioso Sordo che attualmente lavora alla University of California di San Diego. Il termine descrive il comportamento e l'attitudine di un individuo, una professione o un'istituzione che crede che essere udente sia una condizione superiore all'essere Sordo. L'Oralismo e l'Audismo sono tornati in modo ancor più feroce e pericoloso nei primi anni del 2000 con il ritorno dilagante del metodo tradizionale, con la diffusione degli impianti cocleari e dell'ingegneria genetica. Questi metodi, alla Conferenza della California Association of the Deaf del 2005, sono stati definiti da Patrick Boudreault^14 come connesse all'eugenetica perché il loro scopo primario è sradicare il “deficit”, quella “orribile disabilità che isola”.^15 Inoltre, alla stessa conferenza, i membri hanno votato una sostituzione a norma di legge del termine “sordo e sordastro” volendolo sostituire con “Deafhood” o “Sordo” all'interno della CDA (California Association of the Deaf) e in altre pubblicazioni. Si continua a cercare una parola corretta e che rispetti a pieno gli individui sordi perché il termine (^14) Sordo canadese segnante la lingua dei segni del Québec, ASL e fluente nello scrivere in inglese e francese, professore in diverse università nel mondo fra cui la Gallaudet University. (^15) http://www.deafhoodfoundation.org/Deafhood/Deafhood.html , traduzione ad opera dello scrivente

generico di “sordo” ha alimentato la competizione basata sui vari livelli di sordità e di uso della lingua. Secondo Nancy Mitchell Carroll ed Ella Mae Lentz, l'Oralismo ha avuto successo proprio perché le persone Sorde, ognuna con diversi modi di definirsi, si sono accusate a vicenda di aver creduto che le persone con migliore udito e abilità nel parlare fossero superiori, facendo aumentare il risentimento. Le due donne sostengono ancora: “Combatteremo contro l'Audismo sistematico prevalente nelle nostre scuole, lavori e famiglie. Lotteremo anche contro gli interessi finanziari e rimuoveremo le maschere di benevolenza delle compagnie udenti o professionali che pensano di sapere tutto riguardo l'essere Sordo, ma non sanno niente dei pensieri e delle anime, dei nostri sentimenti, desideri e bisogni. Riconosciamo che ci sono persone che non trovano il bisogno della ricerca della loro Deafhood. Alcuni di questi sono quelli che sono diventati sordi in tarda età, e sentono di non avere una lingua dei segni o un'identità Sorda. Capiamo che il loro linguaggio sia quello parlato, la loro cultura è udente e naturalmente desiderano restaurare la loro vecchia identità e le loro abilità. Sappiamo che ci sono organizzazioni che danno conforto a queste persone e speriamo che loro siano il più felici possibile. Ad ogni modo, dichiariamo che anche queste persone sono le benvenute se volessero iniziare i loro viaggi all'interno della Deafhood e le incoraggiamo ad imparare ad usare la nostra vibrante ed eccitante lingua dei segni, e ad aprire loro stessi alle sfide, alle gioie e all'amicizia tra persone Sorde. Noi li incoraggeremo e daremo loro il benvenuto, ma non proveremo mai a manipolare o controllare i loro corpi, le loro menti, o le loro anime come gli Audisti e gli Oralisti hanno fatto a noi per anni.”^16 A dimostrazione di questo atteggiamento di cui parlano le due donne, vediamo come Giuseppe Gitti consiglia di educare i bambini attraverso il metodo orale dopo l'operazione per l'inserimento dell'impianto cocleare: “allenamento acustico sempre,anche di notte mentre il bambino dorme (Burdo,2009), magari ascoltando la musica di Mozart, tramite un iPod, otto ore filate, ogni notte,per un anno!” (Gitti, 2013, pag. 57). Le due donne continuano: “È essenziale che le persone Sorde partecipino a questo discorso e che noi collaboriamo per proteggere la nostra identità in quanto persone, per proteggere la nostra lingua e il diritto di usarla e di condividere il Deafhood con le generazioni future”^17. Un esempio pratico di questa volontà è rappresentato dalla manifestazione “Deaf president now” del marzo 1988 portata avanti dagli studenti della Gallaudet University. È stato un evento spartiacque che ha portato alla nomina del primo presidente sordo in centoventiquattro anni di università. Da allora, Deaf President Now (DPN) è diventato sinonimo di autodeterminazione e di empowerment per i Sordi di tutto il mondo. L'empowerment Sordo è un processo di crescita, individuale o di gruppo, che porta all'aumento della propria autostima, auto efficacia e delle proprie risorse. Atti di empowerment sono l'uso della propria lingua dei segni e la produzione artistica usando proprio questa per comunicare, per non accettare la sottomissione all'Audismo. Il gruppo di Sordi danesi Frontrunners, si occupa di formare persone Sorde rendendole in grado di avere successo nella società, fornendo diversi servizi come interpretariato, cure sanitarie, accesso ai servizi pubblici. Secondo loro, l'empowerment Sordo è importante per diverse ragioni: in quanto gruppo culturale minoritario, i Sordi hanno pochi leader che possano portare alla crescita della collettività e se si vuole che la comunità Sorda possa migliorarsi e giungere alle pari opportunità di tutti, c'è le necessità di trovare persone in grado di migliorare il futuro per i propri figli. È meglio che sia sempre un Sordo ad accertarsi di cosa necessiti un altro individuo Sordo per arrivare davvero allo sviluppo ed al successo, e questo può accadere solo attraverso il processo di empowerment. C'è bisogno di educare la comunità, di mostrare come cambiare le cose cercando di diventare indipendenti dagli altri gruppi, compreso quello degli udenti. È importante mostrarsi come (^16) http://www.ellasflashlight.com/?p=15 , traduzione ad opera dello scrivente (^17) http://www.ellasflashlight.com/?p=15, traduzione ad opera dello scrivente

2) Deafhood nel mondo: testimonianze da Stato in Stato. Citerò di seguito una scena dal telefilm americano “Switched at Birth”con l'intento di introdurre un nuovo concetto, quello di Deaf Gain. Contesto: lezione in una classe di soli studenti sordi, la professoressa Melody (interpretata da Marlee Matlin^19 ), decide di iniziare un discorso su come i termini usati senza prestare troppa attenzione portino con loro un carico di significato molto forte. Professoressa Melody : “Voglio parlare di linguaggio oggi: quando un bambino sordo nasce, qual è la prima cosa che si sentono dire i genitori in ospedale?” Uno studente risponde : “Vostro figlio ha fallito il test dell'udito”. Prof. Melody : “Giusto! Un bambino ha 5 ore di vita, ed ha già fallito in qualcosa? Ed il termine “perdita d'udito”? Cosa vi richiama, questo termine?”. Una studentessa : “Udente è la norma, sordo è “meno di, privo”.” Prof. Melody : “noi siamo “meno di”? Voi credete che l'essere sordi abbia dato o tolto qualcosa dalla vostra vita? Se qualcuno inventasse una pillola, e voi la poteste prendere stasera e domani svegliarvi sentendo, quanti di voi la prenderebbero?” - silenzio in classe, nessuno risponde – “Nessuno di voi. Perché no?”. Uno studente : “Perché essere Sordo ti fa avere amici ovunque vai.” Prof. Melody : “Comunità.” Altro studente : “è un modo di vedere il mondo che è diverso da chiunque altro.” Prof. Melody : “prospettiva.” Terzo studente : “I ragazzi udenti non sanno chi loro siano,noi lo sappiamo. Siamo Sordi, dall'inizio alla fine, sempre.” Prof. Melody : “Identità.” Studentessa : “Gli udenti credono di avere più di noi, che le loro vite siano migliori. Le nostre sono difficili ma non lascerei mai il mio essere Sorda per essere come chiunque altro, mai.” Professoressa Melody : “Non perdita d'udito, ma Deaf Gain.” puntata “Not Hearing Loss, Deaf Gain ” di “Switched at Birth^20 ” 19 Famosa attrice orgogliosamente Sorda statunitense, segnante ASL. (^20) https://www.youtube.com/watch?v=F5W604uSkrk, traduzione dei sottotitoli ad opera dello scrivente

Rivediamo il termine di Deafhood, questa volta esposto dal Dr. Donald Grushkin, professore associato di Deaf Studies alla California State University. Secondo lui: “Da sempre, fino ad oggi, noi persone sorde abbiamo sempre avuto gli occhi puntati addosso per quali motivi? Il parlare ed il sentire. Ai noi sordi è proibito scrivere, leggere, è proibito, proibito, proibito, proibito, proibito, sono proibito in quanto persona sorda, con tutte le etichette che mi vengono affibbiate. Tutto questo è negativo, e questa negatività prende il nome di sordità. Questo nome porta con sé tutti i problemi connessi ed è quindi il momento di cambiare: Deafhood! […] Possedendo questa parola dentro di noi, possiamo capire chi siamo, e tutta la negatività ed tutti i problemi connessi all'oppressione degli udenti nei nostri confronti possono finire, possiamo dire basta! […] Il concetto di Deafhood ha un futuro? Sì, certo, e sarà positivo. Per primo grazie alla scuola, poi noi Sordi come gruppo culturale dobbiamo andare avanti, segnare bene la nostra lingua. Inoltre, fino ad adesso, l'economia connessa ai Sordi era poca, povera mentre invece deve essere in crescita. Deve esserci più politica, leggi, rispetto, pari opportunità, e tutto questo, insieme, è positivo. Bisogna smettere di sognare il futuro, bisogna concretizzarlo veramente, oggi, lavorare per raggiungere l'obiettivo e non sempre e solo immaginarlo!^21 ” Collegati a questo concetto ne esistono altri che hanno lo scopo di mostrare la sordità non come una mancanza, ma come un beneficio ed aspetto vitale della diversità umana.

Deaf Gain: perché il mondo ha bisogno delle persone Sorde

Affrontiamo l'espressione “Deaf Gain”, ovvero il vedere l'essere sordo come un modo distinto di essere, quello che apre percezioni, prospettive e intuizioni meno comuni alla maggior parte delle persone udenti. Per inquadrare la sordità in termini di benefici intellettuali, creativi, e culturali, il Deaf Gain riconosce la differenza fisica e cognitiva come vitale per la diversità umana. Dunque, l'individuo Sordo porta contributi significativi alla società. Questo termine nasce nella primavera del 2005 grazie ad Aaron Williamson, un artista^22 sordo inglese. Tenendo un discorso ad una classe di Dirksen Bauman^23 , Williamson racconta come mentre iniziava a sentire meno (ha iniziato a diventare sordo a sette anni), consultando molti medici, ottenesse sempre lo stesso esito: “Stai perdendo l'udito.”, e mai nessuno che gli dicesse che stava guadagnando la propria sordità (ovvero, il proprio “Deaf Gain”). La nozione di Deaf Gain sfida e cambia quello che comunemente sono le nozioni riguardo la normalità, disabilità e diversità umana. Il commento di Williamson capovolge il modello secondo il quale la maggioranza delle persone è solita concepire le differenze fisiche. La comprensione delle diversità fisiche è largamente basata su un modello che stabilisce delle nome costruite socialmente. Dirksen Bauman e Joseph J. Murray, entrambi membri del dipartimento di ASL e Deaf Studies alla Gallaudet University, affermano: “Troviamo che sia normale un uomo bianco neurotipico udente, alto circa un metro e ottanta con un peso proporzionato che indossa la taglia L di maglia e 44 di numero di scarpe. Le devianze da questa normalità sono trattate con un crescente grado di costernazione il più lontano si va dal solito. Una ragazza da cui ci si aspetta che raggiunga l'altezza di un metro e cinquantadue centimetri è bassa ma può andare, ma se è più bassa di così, sarà classificata come avente un deficit d'altezza e riceverà la cura con l'ormone della crescita. Questi standard di diversità sono applicati a innumerevoli aree dell'esperienza umana, dai test standardizzati alle misurazioni di quasi ogni aspetto del corpo umano. Basandosi su questi standard di diversità, la perdita d'udito risulta veramente una questione grave. Per migliaia di anni si è pensato che il linguaggio fosse solo quello parlato, mentre adesso si sa che (^21) http://www.deafhoodfoundation.org, traduzione ad opera dello scrivente (^22) musicista e poeta (^23) professore di ASL e studi sui Sordi alla Gallaudet University

presenza di acqua nella sentina (la parte posta più in basso nello scafo di un'imbarcazione^30 ) o le altre imbarcazioni che potrebbero essere pericolosamente vicine. Di seguito vediamo Helen Brooke Taussig (Cambridge, 24 maggio 1898 – 20 maggio 1986), che è stata una cardiologa importantissima. Uno dei suoi maggiori contributi è quello di aver scoperto come curare i bambini colpiti da una particolare sindrome, la Blue Baby syndrome. Questa sindrome è presente quando i neonati nascono cianotici (uno stato di colorazione bluastro della pelle^31 ) per diverse cause cardiache (ad esempio, la trasposizione dei grossi vasi o la atresia della tricuspide)^32. Non potendo utilizzare lo stetofonendoscopio (il classico strumento usato per auscultare gli organi), la Taussig imparò a svolgere questa operazione con le dita, distinguendo i ritmi di cuori normali o danneggiati solamente dal tocco. Questa sensibilità affinata, combinata con il suo acuto potere di osservazione, l'ha guidata ad una delle più importanti scoperte nella cura cardiaca del 20esimo secolo^33. Ho scelto poi la storia di Sue Thomas (Boardman, 24 maggio 1950). Il suo primo incarico è stato quello di classificare le impronte digitali per l'FBI ma qualche mese dopo, il suo aiuto viene richiesto in un altro campo. Da una registrazione di una telecamera di sorveglianza mancava l'audio a causa di un guasto e lei, con la sua capacità di leggere il labiale, è stata in grado di indicare cosa ogni individuo dicesse. Sue Thomas è stata la prima donna americana a lavorare come investigatrice sotto copertura leggendo il labiale dei sospetti per il Federal Bureau of Investigation. Da questo avvenimento, è stato anche creato un telefilm dal titolo F.B.Eye^34. Per ultimo, ma non per importanza, Malcolm Norwood (Hartford, 16 marzo 1927 - 23 marzo 198935 ), il padre dei sottotitoli^36 ”. Il suo lavoro non ha portato benefici solo ai sordi rendendo accessibili le informazioni veicolate oralmente, ma anche, per esempio, agli udenti che vogliono guardare un film,un programma televisivo ecc. in lingua originale (diversa dalla propria) con l'appoggio del sottotitoli.

Sordi nel mondo

Abbiamo visto che l'ideatore del termine Deafhood è stato Paddy Ladd, un uomo sordo inglese. Il concetto ha preso sempre più piede in ogni comunità Sorda nel mondo, e di conseguenza sono presenti diverse sfaccettature e modi in cui la Cultura Sorda viene vissuta. Vediamo solo alcuni stati. Cina Secondo Jun Hui Yang (2011)^37 è una sfida per molti sordi e udenti capire la nozione di cultura Sorda nel contesto Cinese, dove le minoranze etniche e le persone con disabilità sono state tradizionalmente messe ai margini e dove sono spesso in svantaggio socioeconomico. La Cina ha la più vasta popolazione al mondo (intorno ai 1,3 miliardi di persone, che è un quinto della popolazione mondiale) ed è stimato che 20.57 milioni di individui siano sordi, la più grande popolazione di sordi e sordastri, un quarto del mondo. Nel corso del tempo, i media hanno mostrato un'immagine sempre più positiva dei Sordi e dei loro talenti nelle arti performative e visuali. (^30) http://it.wikipedia.org/wiki/Sentina (^31) http://it.wikipedia.org/wiki/Cianosi (^32) http://en.wikipedia.org/wiki/Blue_baby_syndrome, traduzione ad opera dello scrivente. (^33) http://www.workersforjesus.com/dfi/956.htm traduzione ad opera dello scrivente. (^34) http://www.workersforjesus.com/dfi/918.htm traduzione ad opera dello scrivente. (^35) http://www.dcmp.org/caai/nadh95.pdf (^36) http://www.dcmp.org/caai/nadh87.pdf traduzione ad opera dello scrivente. (^37) Dal capitolo “Social situations and the Education of Deaf Children in China” nel libro “Deaf around the world – the impact of language” (2011) Oxford University press, New York

Questo ha gradualmente cambiato il comportamento degli udenti nei confronti dei sordi e della loro lingua portando ad un miglioramento significativo nelle vite dei bambini ed adulti sordi. Per esempio, alla vigilia del festival cinese di primavera del 2005, il più popolare dei programmi TV in Cina ha chiamato dei ballerini sordi a mostrare il loro spettacolo “one-thousand handed kwan-yin” ed in questa occasione, una ragazza sorda ha insegnato una frase in lingua segnata al pubblico che significava:“Amore è il nostro linguaggio comune”. Altri media hanno seguito l'esempio facendo interviste e reportage sui sordi e le lingue dei segni. Come risultato, sempre più giovani sono stati stimolati ad imparare le lingue segnate e ad entrare nelle comunità locali sorde come volontari. Ma cosa significa sordo nel contesto cinese? “Il carattere per Sordo o sordità nella forma scritta cinese è una combinazione di due caratteri: “dragone” in alto e “orecchio” in basso” (Yang, 2011, pag.342). Così scritto, il carattere significa: “Drago non può sentire” o “orecchio di drago”, dipende dall'interpretazione. La pronuncia della parola che significa “sordo” in cinese ha lo stesso suono e tono della parola che significa “dragone”. Proprio per questo, nella comunità Sorda cinese, i Sordi si riferiscono a loro stessi come “gente del dragone” invece che “persone sorde” come modo per mostrare il loro orgoglio. Inoltre, non è possibile distinguere tra Sordo con la s maiuscola e la lettera minuscola nei caratteri cinesi. Possiamo, comunque, indicare l'idea di S maiuscola con concetti come un “sordo culturalmente” opposto al “patologicamente sordo”. Quello di “cultura sorda” è un concetto nuovo per la Cina ed è solito essere tradotto come l'equivalente di “La cultura della gente sorda”. Diverse organizzazioni non governative, come Amity Foundation o Save the Children, hanno organizzato workshop anche con lettori provenienti dall'Occidente facendo aumentare la partecipazione dei sordi nell'insegnamento, ed allo stesso modo il concetto di cultura Sorda è stato accettato dalle comunità Sorde in Cina. Lo status della lingua dei segni è migliorato, e sempre più lezioni vengono proposte dalle università e comunità locali. Nonostante questo, la lingua dei segni è vista come un sistema comunicativo e trattato al pari del braille, ma non come una lingua naturale. Inoltre Sordi e sordastri sono categorizzati come gruppo di disabili dell'udito. India Ci addentreremo nella situazione della cultura Sorda in questo stato e della lingua dei segni indiana attraverso la testimonianza di Madan M. Vasishta, nato in India e diventato sordo all'età di undici anni. Dopo aver svolto diversi lavori collabora con la All India Federation of the Deaf, diventa sovrintendente alla New Mexico School for the Deaf ed inizia ad insegnare alla Gallaudet University. In questo momento continua ad insegnare alla Gallaudet University ed è direttore del Indian Sign Language Research & Training Centre (ISLRTC)^38. Nel 2011, gli abitanti dell'India risultavano essere 1.266.084.834, rendendo questo stato secondo solo alla Cina per popolazione^39. “Stando al censimento nazionale del 2000, in India ci sarebbero un milione e ventiseimila sordi (UNESCO Institute for Statistics n.d.). Di questi, 200.000 sono bambini in età scolare e solo un numero ristretto frequenta la scuola. […] Data la tendenza indiana a nascondere i figli con disabilità, credo che il numero di sordi in India sia molto più alto. L'India ha una popolazione tre volte più grande degli Stati Uniti dove si stimano quattro milioni di sordi (Statistics for Country by Deafness n.d.). Potremmo tranquillamente dire che l'India ha circa quindici milioni di sordi”. (Vasishta, 2011, pag. 353) Esistono due associazioni nel territorio indiano che non collaborano fra di loro: la prima, nata nel 1955, affiliata anche con la Federazione Mondiale dei Sordi, è la All Indian Federation of the Deaf (^38) http://www.discoveringdeafworlds.org/index.php? option=com_content&view=article&id=111&ml=3&mlt=yoo_royalplaza&tmpl=component&Itemid= (^39) http://it.wikipedia.org/wiki/India

Nel 2009 era conosciuta da circa cento persone anziane, mentre adesso è praticamente estinta. L'ASL che viene segnata nelle isole Maritimes presenta qualche influenza lessicale dalla MSL. Catalogna La lingua dei segni catalana (LSC), è utilizzata da circa venticinque mila persone fra sordi ed udenti che si relazionano con loro come familiari, amici, insegnanti ed interpreti^53. Viene riconosciuta in Spagna, insieme alla Lingua dei segni spagnola, il 23 ottobre 2007 e nel 2010 viene approvata la “Legge della lingua dei Segni Catalana” che la definisce come “sistema linguistico proprio delle persone segnanti della Catalogna”^54. Si stima che fra Lingua dei segni Catalana, Spagnola (LSE) e Valenzana (LSCV o LSPV) ci sia una percentuale del 70% di intelligibilità^55. In Lingua dei Segni Catalana, esistono concetti che sono propri esclusivamente della cultura catalana, non traducibili nelle altre lingue. Un esempio è il segno per “Pa amb tomàquet”, una ricetta tipica di questa regione. (Muñoz, 2010) In Catalogna, il concetto di Sordo con la maiuscola viene espresso come “Sord” o “persona Sorda”. Secondo Jordi Serrat Manén^56 , “i Sordi in generale rifiutano tutti gli eufemismi e pensano che la loro condizione differenziata costituisca un elemento fondamentale della propria identità senza connotazioni negative che sia necessario nascondere o sminuire. Ad esempio, i membri della comunità Sorda usano i termini di “cultura Sorda”, “teatro Sordo”, “cinema Sordo”, “università Sorda” e rivendicano il proprio “orgoglio Sordo” e la “nazione Sorda” in maniera del tutto naturale” (Serrat Manén, 2011, pag. 16^57 ). Nuova Zelanda È stimato che in Nuova Zelanda ci siano circa quattromilatrecentoventi persone sorde (McKee,

  1. su 4.414.100 abitanti^58. Il 90% dei bambini frequenta scuole con metodo tradizionale, e dunque sviluppano e scoprono la propria Identità Sorda solo più avanti, quando hanno la possibilità di incontrare compagni sordi o conoscere modelli di comportamento sordi nei club specifici o nei gruppi sportivi. La situazione in Nuova Zelanda è complessa dal punto di vista geografico: rispetto al territorio la popolazione è scarsa, ed ancora di più per gli individui sordi è complicato incontrare altre persone sorde e formare quindi una comunità” (McKee, 2002, pag. 31). La Lingua dei Segni neozelandese (NZSL) è una lingua ufficiale della Nuova Zelanda ed è usata da ventottomila persone^59. Questa lingua segnata viene usata anche dalla popolazione Māori, con l'aggiunta di specifici segni propri per concetti esclusivamente Māori^60. Questa popolazione sente di avere una doppia identità: non è solo Sorda, ma anche appunto Māori ed entrambi gli aspetti rivestono ruoli fondamentali nella vita di ogni individuo. Un membro fondamentale di questa comunità è stato Patrick Thompson (nome in Māori: Te Wikiriwhi Pokaitara), morto nel 2014. Te Wikiriwhi Pokaitara ha rivestito un ruolo importante all'interno del “Ko Wai Au? Who am I? See my voice?”, un gruppo di Sordi Māori che porta in tour spettacoli per portare una più ampia conoscenza della propria cultura Sorda^61. Inoltre, è stato fondamentale per i rangatahi (“giovani Māori”) avere un modello tale come punto di riferimento (Matthews et al., 2014, pag. 42). (^53) http://llengua.gencat.cat/permalink/6704109d-5386-11e4-8f3f-000c29cdf219, traduzione ad opera dello scrivente (^54) http://www.upf.edu/factii/lsc/leslsc.html, traduzione ad opera dello scrivente (^55) http://ca.wikipedia.org/wiki/Llengua_de_signes_catalana (^56) Dottore in Giornalismo e Scienze della Comunicazione alla Universitat Autònoma de Barcelona. (^57) Traduzione ad opera dello scrivente (^58) http://it.wikipedia.org/wiki/Nuova_Zelanda (^59) http://www.deafradio.co.nz/ (^60) https://nzsl.tki.org.nz/Introduction/Deaf-culture (^61) https://www.youtube.com/watch?v=_4Zk4WDJkhs

Il segno per “sordo” è composto dalla configurazione “H^62 ” o “D^63 ” (sono presenti entrambe le varianti) sull'orecchio^64. Diverso invece il segno che significa “culturalmente Sordo”: le due mani con configurazione “B^65 ”, orientamento del palmo verso il basso, metacarpo per la mano destra verso sinistra mentre verso destra per la sinistra, nello spazio neutro^66 unito al segno per “sordo”^67. Brasile La Lingua dei Segni Brasiliana (LIBRAS) è segnata da più di cinque milioni di persone^68 e, come ogni Lingua dei Segni non è una trasposizione segnica della lingua orale parlata nello stesso territorio, così quella brasiliana non è una semplice gesticolazione della lingua portoghese, infatti è una lingua a parte come prova il fatto che il Portogallo usi una lingua dei segni diversa, la Lingua dei segni Portoghese (LGP)^69. La LIBRAS è stata legalmente riconosciuta nel 2002; la legge è stata regolata nel 2005. Scuole e servizi sanitari devono garantire l'accesso alle persone sorde. In particolare, esiste in segni la possibilità di distinguere fra Sordo con la minuscola o meno. Quando si parla di persone Sorde, il segno è composto dalla configurazione “D” che si sposta dall'orecchio alla bocca, mentre nel caso di “sordo”, la configurazione è la “R^70 ” che si ferma semplicemente sull'orecchio. Le comunità sorde sono sparse per il paese, e dato che il Brasile è molto grande e ha molte differenze da zona a zona, le persone possono trovare differenze regionali nelle abitudini alimentari, nel vestire, nella situazione socio-economica, ed altre ancora. Questi fattori generano anche alcune variazioni linguistiche regionali^71. “Per gli individui che sono sordi, la sordità non è solamente avere una “malattia dell'udito”. I Sordi si sentono una comunità, una cultura. In questo senso, la sordità è unica nei tipi di disabilità. Il senso di cultura è più forte quando la lingua dei segni è la via di comunicazione principale^72 ”. È questo vincolo linguistico, a volte più degli altri fattori, che lega i membri della comunità. In molti aspetti, il carattere sociale della cultura Sorda può essere comparato alla cultura Afroamericana. Esiste un forte sentimento di orgoglio dello stesso tipo di quello degli afroamericani per il rispetto del proprio patrimonio culturale e della propria società, esiste un sentimento di orgoglio tra i Sordi, ed essi godono dello statuto di minoranza culturale e linguistica. La sordità è molto più di un fenomeno fisiologico. È uno stile di vita”^73. Il professore brasiliano Leland Emerson McCleary^74 afferma: “dire che si è orgogliosi di essere Sordi è un atto politico. Così, si comincia a bilanciare il mondo dell'udente che inizia ad avere meno controllo. E quando questa accade, comincia ad esserci spazio per il cambiamento. […] Inoltre, essere Sordi orgogliosi è un atto di affermazione personale, di autostima. Il mondo udente non protegge i sordi da ogni tipo di umiliazione, anche quando dice che ci vuole aiutare” (2003, pag. 375 ). 3) Deafhood in Italia: il concetto e proposte di traduzione (^62) La configurazione “H” consiste nell'unire il dito indice e medio abbassando le altre tre dita. (^63) La configurazione “D” è rappresentata dal dito indice allungato. (^64) http://nzsl.vuw.ac.nz/signs/ (^65) In questo caso tutte le dita della mano, stese, vengono unite. (^66) Si intende per “spazio neutro” lo spazio davanti al segnante. (^67) http://nzsl.vuw.ac.nz/signs/ (^68) http://pt.wikipedia.org/wiki/Língua_brasileira_de_sinais (^69) http://pt.wikipedia.org/wiki/Língua_brasileira_de_sinais (^70) In questo caso, si incrociano il dito indice ed il medio. (^71) https://repositorio.ufsc.br/bitstream/handle/123456789/116977/Educa%C3%A7%C3%A3o%20-%20LIBRAS %20CONHECER%20A%20CULTURA%20SURDA.pdf?sequence=1, traduzione ad opera dello scrivente (^72) http://www.brasilmedia.com/cultura.html traduzione ad opera dello scrivente (^73) http://www.brasilmedia.com/cultura.html, traduzione ad opera dello scrivente (^74) professore presso il Dipartimento di Lingue Moderne all'università di San Paolo, ricercatore all'interno del gruppo di ricerca Estudos da Comunidade Surda. (^75) Traduzione ad opera dello scrivente