Scarica Deriva dei continenti e più Appunti in PDF di Scienze della Terra solo su Docsity! Teoria dell’estensione dei fondi oceanici La guerra e la nuova economia avevano dimostrato che tutto si regge sulle materie prime, in particolare il petrolio. La grande domanda di petrolio spinse le università americane a consociarsi con le compagnie petrolifere e ciò fece partire il DSDP (deep sea drilling project). Durante il secondo dopoguerra il progresso consentì di portare l’oceanografia all’avanguardia tra le moderne scienze della Terra. Tra le scoperte più importanti sono da annoverare l'estensione globale delle dorsali oceaniche, le grandi fratture che le tagliano e spostano, l'elevato flusso di calore presente lungo i loro assi, le anomalie magnetiche disposte a strisce da una parte e dall'altra delle dorsali stesse, la differenza in composizione e densità tra rocce continentali e oceaniche e, infine, l'età relativamente giovane dei sedimenti che si trovano adagiati sul fondo degli oceani. La conoscenza delle profondità oceaniche, sino ad allora molto scarsa, porto ad una nuova teoria basata sulla scoperta di nuovi elementi morfologici. Si capì che i continenti avanzano negli oceani in media per 200 m. Segue poi uno sprofondamento chiamato scarpata, lungo il quale precipitano nelle profondità oceaniche i sedimenti accumulati sulla piattaforma. Lungo la scarpata avvengono gigantesche frane sottomarine, che spostano i sedimenti della piattaforma verso la piana abissale. Quest’ultima è il “pavimento” degli oceani che però al loro centro presentano un elemento morfologico di fondamentale importanza: la dorsale oceanica. Essa rappresenta la più estesa catena montuosa del pianeta, alta anche due chilometri, costituite in realtà da vulcani in perenne eruzione, di lava scura basaltica. Le alte temperature e la chimica del luogo danno origine anche ad una complessa catena alimentare, con specie di profondità (tra esse, i batteri chemiotrofi). Analizzando gli imponenti risultati del DSDP , il geologo americano HH Hess propose una nuova teoria in grado di spiegare anche il comportamento della lava ai lati della dorsale, infatti, la dorsale presenta una particolare: simmetricamente ai lati di essa, compaiono delle bande ad uguale età, chimismo e polarizzazione magnetica, Hess interpreto questa evidenza come il continuo allontanamento dalla dorsale delle lave emesse e quindi reputo che fosse propio la dorsale a spingere verso lati opposti, la crosta oceanica. Non esiste in alcun luogo crosta oceanica più vecchia di 180 milioni di anni, il che fa supporre che la crosta prodotta viene consumata da qualche altra parte visto che il volume della terra non aumenta. Nel 1984 è iniziato un altro programma internazionale, detto Ocean Drilling Program (ODP), che sfrutta le potenzialità tecnologiche di un'altra nave oceanografica, la Joides Resolution. Nonostante ciò, ad oggi, geologi e oceanografi hanno analizzato non più del 15% del fondo oceanico, per cui, tenendo presente che il 60% della superficie solida della Terra è costituito da sottile crosta oceanica, si può ben dire che la metà circa della crosta terrestre attende di essere esplorata. Altre teorie da sapere TEORIA DELLA CONTRAZIONE (o della "mela raggrinzita") La prima teoria spiega su scala globale i fenomeni geologici di livello planetario. Enunciata alla fine dell'Ottocento ma ancora profondamente fissista, evita di proporre movimenti in senso orizzontale dei continenti e spiega l'esistenza di montagne, pianure, profondità oceaniche con l'esempio della mela raggrinzita -> man mano che la Terra si è raffreddata, la sua parte interna si è quindi contratta e la sua superficie si è corrugata, come la buccia di una mela che avvizzisce quando secca e si contrae, formando così le catene montuose, i continenti e gli oceani attraverso inarcamenti o sprofondamenti della crosta. Questa teoria presuppone un rapido raffreddamento della terra e una diminuzione del volume che in realtà non sono mai avvenuti. Non spiega inoltre perché le montagne non siamo diffuse ovunque. Negli anni che precedono la prima guerra mondiale la teoria della contrazione era ormai in completo abbandono. TEORIA DELLA DERIVA DEI CONTINENTI Tra il 1912 e il 1915 Wegener propose una nuova, rivoluzionaria teoria passata alla storia come la deriva dei continenti. Secondo la teoria è esistito un super continente chiamato Pangea, circondato da un unico grande oceano chiamato Panthalassa. Circa 250 milioni di anni fa la Pangea ha iniziato a frazionarsi, distanziando i continenti fino a portarli nella posizione attuale. Lo scienziato addusse tre tipi di prove: 1. prove paleontologiche: sul bordo di continenti oggi 2. lontani esistono resti fossili di viventi che milioni di anni fa vivevano nella stessa zona. Ciò fa supporre che i continenti un tempo fossero uniti e oggi appaiono distanti; 3. prove geologiche: numerosi affioramenti di rocce mostrano similitudini tra continenti 4. separati. Anche questo autorizza pensare che un tempo questi affioramenti fossero un unico blocco; 5. prove paleoclimatiche: alcune rocce di ambiente glaciale compaiono in luoghi oggi tropicali o equatoriali. Anziché supporre un pianeta completamente ghiacciato si può ammettere che quei depositi glaciali un tempo si trovassero in area polare ed oggi si siano spostati a più basse latitudini. TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE Nel corso degli anni 70 del Novecento un nuovo modo di interpretare le conoscenze derivate dall'esplorazione oceanica darà origine alla teoria tuttora valida per la spiegazione del mobilismo: la tettonica a zolle (plates tectonic). Questa teoria, proposta in vari articoli da Wilson e altri studiosi, si basa su alcuni assunti derivanti anche dalle conoscenze della teoria che l'ha preceduta: 1.La litosfera terrestre (i primi 100 km dell'interno del pianeta, costituiti da tutta la crosta più la parte più alta del mantello superiore) ha un comportamento rigido e forma 12 placche o zolle principali è una decina di zolle minori. Al di sotto di essa si estende Vastanostara, uno strato a comportamento più fluido-elastico nel quale si registrano ancora terremoti fino a 700 km di profondità ma si possono instaurare anche moti convettivi. La litosfera è suddivisa in placche che hanno contatto tra loro attraverso margini, che possono essere di tre tipi: • convergenti, • divergenti, • Trascorrenti. Il primo tipo di margine è detto convergente, di tipo compressivo e per questo anche distruttivo. Infatti, i moti convettivi sottostanti alle zolle convergono e le fanno scontrare. Se la densità delle due zolle è uguale, cioè si incontrano zolle simili, può accadere che si formino due dei fenomeni più spettacolari della geologia: l'orogenesi (formazione delle montagne) e la subduzione. Quando collidono due croste continentali (India- Asia) si formano le catene montuose; quando collidono due croste oceaniche tende a subdurre quella di maggiore dimensione, formando gli archi vulcanici (Giappone, Filippine, ecc), infine, sempre nei margini convergenti può accadere l'incontro tra crosta oceanica e crosta continentale (zolla pacifica sotto il Sud America, conformazione delle Ande). Il secondo tipo di margine è quello divergente, detto anche distensivo o costruttivo perché produce nuova crosta. L'esempio più classico è quello della dorsale, preceduta dalla Rift Valley.