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Discipline Demoetnoantropologiche - Paniere compilato eCampus, Panieri di Antropologia

Paniere compilato Discipline Demoetnoantropologiche (risposte chiuse + risposte aperte) -Università telematica eCampus -Scienze e Tecniche Psicologiche -Prof. Mario Pesce

Tipologia: Panieri

2024/2025

In vendita dal 12/06/2023

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Scarica Discipline Demoetnoantropologiche - Paniere compilato eCampus e più Panieri in PDF di Antropologia solo su Docsity! Discipline Demoetnoantropologiche (Risposte Chiuse + Risposte Aperte) Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 001 01. Antropologia significa Studio sulle cose Studio sull'uomo Studio sui materiali Studio sull'animale 02. La ricerca antropologica italiana fino agli anni Settanta si è occupata principalmente Della cultura degli indios Della cultura contadina Della cultura nella fabbriche Della cultura terroristica 03. Cosa cercavano i demologi dalla cultura contadina? La ricerca di progresso La ricerca del selvaggio La ricerca della tecnologia La ricerca di autenticità 04. Nell'Ottocento gli antropologi come venivano chiamati? Antropologi da poltrona Antropologi regionalisti Antropologi casalinghi Antropologi nazionalisti 05. Le informazioni inviate agli antropologi alla fine dell'Ottocento da commercianti, evangelizzatori e soldati che limite aveva? Limiti nella comprensione della lingua dello scrivente Il limite era la perdita dell'oggettività perché era presenta già il punto di vista di chi scriveva Solo limiti nei tempi di trasmissione Nessun limite 06. Con “Armchiar” identifichiamo Una casa d'aste Gli antropologi da “poltrona” Un tipo di fabbrica Un negozio di design 07. Il punto di vista nelle relazioni di evangelizzatori, soldati e commercianti era Quello di chi si riteneva uguale agli altri uomini Nessuna delle risposte è esatta Quello dell'uomo bianco che si riteneva superiore Quello di chi si riteneva inferiore agli altri uomini Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 003 01. Henry Morgan divide le società in Tre periodi etnici: Troglodita-Sciocco-Grande Tre periodi etnici: Barbaro-Semi Barbaro-Acculturato Tre periodi etnici: Selvaggio-Barbaro-Civilizzato Tre periodi etnici: Selvaggio-Semi Selvaggio-Semi Civilizzato 02. Il maggio esponente del Darwinismo sociale è Edward Tylor Claude Lévi-Strauss Henry Morgan Arjun Appadurai 03. Henry Morgan divide i tre periodi etnici in Inferiore Basso-Inferiore Medio-Inferiore Alto Inferiore-Medio-Superiore Alto-Medio-Basso Inferiore-Semi Inferiore-Inferiore Superiore 04. Il Darwinismo sociale riteneva Che l'evoluzione delle diverse specie, compresa quella umana, restava un mistero Che nell'evoluzione delle diverse specie, compresa quella umana, la più debole vinceva Che nell'evoluzione delle diverse specie, compresa quella umana, la più forte vinceva Che nell'evoluzione delle diverse specie, compresa quella umana, ci si adattava all'ambiente 05. Il pensiero di Darwin sarà stravolto dalla corrente chiamata Tutte le risposte sono esatte Darwinismo culturale Darwinismo sociale Darwinismo reale 06. Per Darwin gli esseri viventi attuali sono Il frutto dell'adattamento Create da Dio così come le vediamo oggi Il frutto di una catastrofe naturale Frutto della vittoria della specie più forte su quella più debole 07. Chretien Cuvier pensava che L'evoluzione si era bloccata 10000 anni fa L'evoluzione è un caso L'evoluzione non esisteva L'evoluzione fosse dovuta a delle catastrofi naturali 08. Cosa è il Darwinismo sociale? 09. Parlare del pensiero di Charles Darwin Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE 10. Quale era il pensiero dei predecessori di Darwin Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 004 01. Il frate Bernardino de Sahagun cercò Di prendere le parti degli indios attraverso il testo: Historia General de las cosa de Nueva Espana Di aiutare i conquistadores nella pulizia etnica degli indios Di restare neutro nelle questioni tra indios e conquistadores Tutte le risposte sono sbagliate 02. Il 2 giugno del 1537 viene emanata La Bolla papale che sostiene che gli indio non vanno trattati come “animali muti La Bolla papale Veritas Ipsa La Bolla papale Sublimis Deus Tutte le risposte sono vere 03. Il vescovo domenicano Bartolomeo de Las Casas Prese a cuore la condizione degli indios Si occupò della questione degli schiavi africani Fu un feroce inquisitore degli indios Non si occupò della questione degli indios 04. Il Congo Belga prima del 1908 era un possedimento Dell'Italia Della Francia Del re Leopoldo II Del Belgio 05. La scoperta dell'America in realtà è Un tipo di ricerca sulle fonti Una svista Una conquista Una riscoperta 06. L'Imperatore Mutsuito prende il nome dinastico “Meiji” che vuol dire Governo della Tigre Governo dei Samurai Governo illuminato Governo del Drago 07. Il colonialismo: come nasce e come si sviluppa 08. Il razzismo: di cosa si tratta 09. Commentare la Sublimis Deus 10. Parlare di cosa è l'eugenetica e come si sviluppa e dove trova terreno fertile Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 007 01. Bronislaw Kasper Malinowski continua i suoi studi in Canada Australia Inghilterra Stati Uniti 02. I dettami della teoria di ricerca sul campo di Malinowski sono Un campo prolungato la scrittura di un diario di campo e la restituzione attraverso una monografia dei risultati alla comunità scientifica Tutte le rispote sono esatte l'osservazione partecipante 03. La ricerca più famosa di Malinowski si svolge nelle Isole Marchesi Isole Egadi Isole Trobriand Isole delle Filippine 04. Il testo di Malinowski più importante è Argonauti del Pacifico Occidentale Teseo e gli Argonauti Ulisse, Perseo e Teseo e gli Argonauti Argonauti del Pacifico Orientale 05. Esporre i dettami del metodo etnografico 06. Parlare del metodo di ricerca di Bronislaw Malinowski Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 008 01. L'abitudine al ricercatore è una parte fondamentale nella ricerca di Ruth Benedict Bronisalw Malinowski Franz Boas Margaret Mead 02. Un buon ricercatore per Malinowski ha Riesce a mimetizzarsi con gli indigeni Pazienza, sensibilità e riesce a far sì che gli indigeni si fidino di lui La capacità di capire la propria superiorità La comprensione dei fatti sociali attraverso l'uso dei più moderni software 03. Va preso in esame per Malinowski durante la ricerca Lo spaesamento del ricercatore La conoscenza della lingua degli oggetti di studio del ricecatore La capacità intellettuale del ricercatore La capacità fisica del ricercatore 04. La stesura dei risultati per Malinowski deve essere imparziale e sincera Diretta e congrua Falsa e falsificabile Attendibile e ragionata 05. Delineare il processo teorico della ricerca sul campo 06. Bronislaw Malinowski e l'osservazione partecipante Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 009 01. L'eredità culturale per Malinowski è L'insieme dei miti, riti, tecniche di costruzioni, saperi e tradizoni trasmesse da una generazione all'altra Per Malinowski non esiste l'eredità culturale L'insieme dei geni trasmessi con il DNA L'insieme dei racconti dei vissuti delle persone al gruppo 02. Bronislaw Malinowski critica il pensiero di Sigmund Freud sulla teoria Funzionale simbolica Strutturale Edipica 03. La genealogia Per Malinowski è Una descrizione superficiale dei genitori La sola descrizione degli zii materni Una tavola dove si descrivono le relazioni parentali collegate La descrizione su una tavole delle relazioni non parentali 04. Per Malinowski per studiare le relazioni parentali bisogna sviluppare delle registrazioni visive delle diverse famiglie Bisogna non studiare le famiglie ma concentrarsi sulla religione Bisogna sviluppare delle tavole genealogiche Bisonga analizzare solo la famiglai nucleare 05. Lo studio della parentela di Bronislaw Malinowsi Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 012 01. Per i Nativi Americani Kuakiutl il Potlatch Rappresenta un competizione positiva che permette una relazione sociale Rappresenta una capacità della comunità di redistribuire i beni Tutte le risposte sono esatte Serve come mezzo di stratificazione sociale 02. Il Potlatch è un rito di Condivisione Investimento Tutte le risposte sono esatte Ostentazione 03. George Hunt era L'informatore e aiutante di Claude Lévi-Strauss L'informatore e aiutante di Margaret Mead L'informatore e aiutante di Bronislaw Malinowski L'informatore e aiutante di Franz Boas 04. Franz Boas studia in profondità Gli Zuni Tutte le risposte sono valide I Cheyenne I Kwakiutl 05. Parlare del rito del Potlatch 06. Che cosa è il particolarismo storico 07. Franz Boas e il Potlatch Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 013 01. Il rito ha sempre Un operatore rituale in uno spazio sacro Nessuna delle risspote è esatta Una zona neutra Uno spazio comune 02. Per Angelo Brelich il rito Attualizza la realtà Non rappresenta una questione importante Attualizza il mito Rappresenta una fabula 03. Per Angelo Brelich il mito Fonda il rito Rappresenta una questione secondaria nella cultura umana Fonda la realtà Rappresenta una storia falsa 04. Il Trickster è Un creatore per gioco Un briccone Un turlupinatore a volte turlupinato Tutte le definizioni sono esatte 05. Il rito apotropaico è in rito Divinatorio Di passaggio Contro le forze del male Propiziatorio 06. cosa è il rito? 07. Cosa è il Trickster? 08. Cosa è il mito? 09. Il rito e il mito 10. Parlare del pesiero di Angelo Brelich Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 014 01. Arnold Van Gennep scrive nel 1909 I riti propiziatori I riti di passaggio I riti consolatori i riti apotropaici 02. La prima fase dei riti di passaggio è La soglia Tutte le definizioni sono esatte L'aggregazione Il distacco 03. La seconda fase dei riti di passaggio è Il margine La soglia Tutte le definizioni sono esatte Il limen 04. La terza fase dei riti di passaggio è La soglia Il margine Il distacco L'aggregazione 05. Van Gennep pensa ai riti di passaggio Un qualcosa solo della fase puberale Un qualcosa di temporaneo Come qualcosa che vivono continuamente nella loro esistenza Un qualcosa solo della fase adulta 06. Commentare le tre fasi dei riti di passaggio di Arnold Van Gennep 07. Parlare dei riti di passaggio Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 017 01. Per Clifford Geertz il suo traduttore è Un semplice oggetto di supporto Un professionista della traduzione Un traduttore, nulla di più Un esperto della propria cultura 02. Clifford Geertz studio a Princeton Harward Oxford Yale 03. Clifford Geertz Fu influenzato da Kant e Marcuse Platone e Socrate Weber e Wittgenstein Avicenna e Averroè 04. Analizzare le culture con al teoria interpretativa vuole dire spiegare i fatti sociali attraverso le statistiche spiegare i fatti sociali attraverso l'interpretazione dei sogni spiegare i fatti sociali attraverso l'analisi qualitativa spiegare i fatti sociali attraverso l'interpretazione dei significati profondi 05. Per Geertz le culture vanno analizzate con le statistiche Rappresentate con dei grafici studiate con dei mezzi audiovisivi Lette e interpretate con al descrizione densa 06. La descrizione densa è Una forma più sottile e argomentata di relativismo culturale Il mezzo per andare in profondità nell'interpretazione delle culture per cogliere i significati profondi Il mezzo cercare di capire le strutture parentali e niente altro Il mezzo per cercare di capire la religione e niente altroi 07. Per comprendere un segno e un simbolo dobbiamo comprendere i modelli tridimensionali elaborati con un software Le cornici di comportamento Le capacità lessicali Le analisi testuali 08. Che cosa è la descrizione densa? 09. Esporre il pensiero di Clifford Geertz Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 018 01. Nell'esposizione del 1911 Lamberto Loria mette in mostra La cultura italiana con l'ambivalenza dei manichini e delle persone vere in mostra La cultura italiana con l'ambivalenza della cultura egemone e di quelal subalterna La cultura italiana con l'ambivalenza della finzione e della autenticità La cultura italiana con l'ambivalenza del sacro e del profano 02. Lamberto Loria è Il fondatore del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma Il fondatore del Museo della Civiltà Romana di Roma Il fondatore del Museo Etnografico Pigorinii di Roma Il fondatore del Museo delle Culture di Milano 03. Lamberto Loria fece ricerca in Tutte le risposte sono esatte Lapponia e nelle Isole Trobriand Eritrea Turkestan 04. Il cinquantenario dell'Unità d'Italia si è celebrato nel 1950 1911 1920 1998 05. L'Esposizione Universale del 1911 Raccoglie delle manifestazioni itineranti per tutta Italia Tutte le risposte sono sbagliate Raccoglie i padiglioni di diversi paesi del mondo. Quello Giapponese sorgeva dove ora c'è la facoltà di architettura della Sapienza di Roma Raccoglie gli oggetti dei diversi paesi del mondo presso il museo di Arte Moderna e Contemporanea 06. Lamberto Loria e l'esposizione universale del 1911 Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 019 01. Ernesto De Martino si Laurea con una tesi in Filosofia della religione Antropologia sociale Antropologia culturale Etnologia 02. Benedetto Croce fu Allievo di Ernesto De Martino Maestro di Vinigio Grottanelli Maestro di Vittorio Lanternari Maestro di Ernesto De Martino 03. Ernesto De Martino cerca con le sue ricerche Cerca di far carriera nel mondo universitario Cerca di analizzare la cultura Trobriandese Di dare voce e dignità al Sud Italia Cerca di sviluppare una analisi quantitativa sullo stato della nazione italiana 04. Il pianto rituale serve A far superare ad un individuo il prezzo economico del funerale A far superare ad una comunità il momento di crisi dovuto alla perdita di un suo appartenente A far superare ad un individuo la questione sanitaria A far comprender la finalità della vita 05. La perdita della presenza è L'incapacità dell'essere umano di vivere e agire il mondo fenomenico con le proprie categorie storiche, sociali e psicologiche L'incapacità dell'essere umano di vivere e agire il mondo fenomenico senza l'ausilio dei Social Network L'incapacità dell'essere umano di vivere le istituzioni come scuola o famiglia con la propria presenza fisica L'incapacità dell'essere umano di vivere e agire una relazione sentimentale senza essere affetto dal complesso di Edipo 06. La jettatura sopravvive nel Sud Italia Perché l'illuminismo non prese piede nel Sud Italia per l'assenza di una borghesia consolidata Perché il Sud Italia è figlio di tradizioni arabe e Ostrogote Perché è nella natura della gente del Sud Italia Perché la jettatura esiste 07. La crisi della presenza e la natura opprimente nel pensiero di De Martino 08. Parlare del pensiero di Ernesto De Martino Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 021 01. I Tabù sono Regole che non possono essere infrante Forme di cultura materiale Sono espressioni di una mentalità primitiva Sono pura superstizione 02. Etico per Marvin Harris significa Guardare i fatti sociali attraverso le rappresentazioni del mondo dal punto di vista del soggetto studiato Guardare i fatti sociali con l'ausilio dei media Guardare i fatti sociali dal punto di vista del ricercatore Guardare i fatti sociali con un pregiudizio iniziale 03. Marvin Harris è uno dei maggiori esponenti del Materialismo storico Funzionalismo Strutturalismo Marxismo-leninismo 04. Emico per Marvin Harris significa Guardare ai fatti sociali che prendono in esame solo le teorie giuridiche Guardare i fatti sociali dal punto di vista del ricercatore Guardare i fatti sociali attraverso le rappresentazioni del mondo dal punto di vista del soggetto studiato Guardare i fatti sociali con la lente degli studi economici 05. Marvin Harris e il materialismo culturale Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 022 01. La persona transgender migrante Si trova escluso dal gruppo di appartenenza e dal gruppo del paese di approdo è perfettamente integrato Si trova escluso solo dal gruppo di appartenenza Si trova escluso solo dal gruppo del paese di approdo 02. L'identità sessuale e l'identità di genere Sono due percorsi simili Sono la stessa cosa Sono due percorsi differenti Tutte le risposte sono sbagliate 03. Il primo autore che si occupò di fenomeno transessuale fu Magnus Hirschfeld Clifford Geertz James Clifford Lamberto Loria 04. FTM significa Chi transita dal genere maschile a quello femminile Chi ha un indirizzo sessuale diverso dal genere Chi sviluppa l'interesse per la letteratura di genere Chi transita dal genere femminile al genere maschile 05. MTF significa Chi transita dal genere maschile a quello femminile Chi transita dal genere femminile al genere maschile chi si definisce omosessuale Chi ha un indirizzo sessuale diverso dal genere 06. Parlare del fenomeno transessuale 07. Decostruire l'identità sessuale e di genere Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 023 01. Appadurai elabora La categoria di mimesi due panorami culturali Quattro panorami culturali Cinque panorami culturali 02. Per Etnorama intendiamo Il panorama dei media e delle rappresentazioni dello spettacolo come Bollywood Il movimento di persone, volontario o meno, che danno vita a diaspore o turismo con nuovi tipi di relazioni Il panorama della finanza globale sempre connessa Il panorama delle ideologie politiche che si reificano in modo diverso da paese apaese 03. La deterritorializzazione rappresenta Uno dei presupposti della diaspora La forma primordiale di cataclisma La conquista dello spazio vitale L'intreccio di culture 04. Arjun Appadurai rielabora Il concetto di mimesi Il concetto di cultura La categoria di struttura Il concetto di sovra-struttura 05. Arjun Appadurai è uno dei massimi esponenti della corrente degli studi funzionalisti Post-coloniali Struttural-Funzionalisti Strutturalisti 06. Arjun Appadurai antropologo post-coloniale 07. Arjun Appadurai 08. Commentare i panorami culturali di Arjun Appadurai Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 026 01. Un modo per reperire informazioni in una ricerca sul campo è Quello di leggere solo la letteratura di riferimento Quello di restare ad aspettare che i soggetti vengano a parlare con il ricercatore Quello di ascoltare i telegiornali Quello di raccogliere le fonti scritte dei soggetti come diari, lettere e fotografie 02. Nei colloqui cerchiamo di Raccogliere notizie sulla vita scolastica dell'intervistato Raccogliere i brandelli di vita delle persone Raccogliere solo dati tassonomici farci raccontare solo la loro vita familiare 03. I colloqui sul campo hanno per Olivier de Sardan Due assi portanti: consulenza e racconto Due assi portanti: analisi e sintesi Due assi portanti: concordanza e svilppo Due assi portanti: condivisione e sviluppo 04. I colloqui li possiamo chiamare Situazione comune Situazione intervista Situazione azione Situazione relazionale 05. I colloqui nella politica del campo di Olivier de Sardan Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 027 01. Ammalarsi di esotismo significa Tutte le risposte sono esatte Restituire un'analisi dei dati distorta Perdere l'oggettività Ritenere la cultura altra che si studia la migliore che c'è 02. Definiamo saturi i nostri dati quando quando risultano evidenti degli errori nella raccolta dati Non esiste saturazione Quando cominciamo a raccogliere gli stessi dati Quando le persone con cui parliamo si non stancate di risponderci 03. Lo studio di caso è L'analisi di un fenomeno sociale circoscritto in un dato tempo intorno ad una situazione particolare L'analisi di un fenomeno sociale circoscritto in un dato spazio intorno ad una situazione particolare L'analisi di un fenomeno sociale circoscritto in un dato tempo e in un dato spazio intorno ad una situazione generale L'analisi di un fenomeno sociale circoscritto in un dato tempo e in un dato spazio intorno ad una situazione particolare 04. Un tipo di raccordo dei dati è Lo sviluppo di una matrice dei dati L'analisi dei dati con SPSS L'analisi con un software per le concordanze lessicali Lo studio di caso 05. La combinazione dei dati nella politica del campo di Olivier de Sardan Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 028 01. L'etnografia contemporanea pone l'accento su Attivismo Impegno Tutte le definizioni sono esatte Etica 02. George E. Marcus ha una formazione Nel campo dell'economia e del diritto Medica e psichiatrica Archeologica e biologica Filosofica e storica 03. Per George E. Marcus le ansie metodologiche sono I limiti di una ricerca in un solo campo e dell'etnografia Solo una questione accademica I limiti della capacità umana Tutte le risposte sono sbagliate 04. I campi di interesse di George E. Marcus si indirizzano Sulla parentela e sulla genealogia Sul sistema globale e sul sistema politico capitalista Sulla religione e sulla secolarizzazione Sul concetto di razza e anti-razza 05. Commentare le ansie metodologiche nella ricerca multisituata 06. George E. Marcus e la ricerca multisituata Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 031 01. La repatriation è La richiesta di alcune culture, come gli aborigeni australiani o i mahori neo zelandesi, della restituzione dei loro oggetti o parti di corpi conservati nei musei sparsi nel mondo La richiesta di alcune culture, come gli aborigeni australiani o i mahori neo zelandesi, della restituzione dei beni economici sparsi in alcune banche del mondo La richiesta di alcune culture, come gli aborigeni australiani o i mahori neo zelandesi, del ritorno dei migranti dei loro gruppi dispersi nella diaspora La richiesta di alcune culture, come gli aborigeni australiani o i mahori neo zelandesi, della restituzione delle oper d'arte di Picasso di loro proprietà 02. Giovanni Pinna chiama le culture che richiedono la repatriation Victim countries Fall countries Kill countries Thief countries 03. La dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni delle Nazioni Unite all'art. 13 comma 1 Sottolinea la possibilità dei popoli indigeni di utilizzare e sviluppare la propria cultura Sottolinea la possibilità dei popoli indigeni di rivitalizzare la propria cultura Tutte le definizioni sono esatte Sottolinea la possibilità dei popoli indigeni di trasmettere la propria cultura 04. La dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni delle Nazioni Unite all'art. 13 comma 2 La possibilità di essere partecipi delle decisioni politiche La possibilità di essere partecipi delle decisioni sulle politiche finanziarie La possibilità di essere partecipi delle decisioni sulle politiche scolastiche La possibilità di essere compresi nei procedimenti politici e giuridici e quando necessario la possibilità di utilizzare un interprete o altri mezzi adeguati 05. Cosa è la repatriation? Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 032 01. L'antropologia permette alle professioni L'aumento delle competenze culturale L'aumento della conoscenza della storia dell'antropologia Il depauperamento delle conoscenze Lo sviluppo dell'empatia 02. L'intervento dell'antropologia significa Mettere da parte le professioni legali Utilizzare le competenze dell'antropologia e dell'antropologo per risolvere un problema o rispondere ad un bisogno della comunità Utilizzare le competenze dell'antropologia e dell'antropologo per comprendere Supportare solo le forze di polizia 03. L'antropologia può essere utile all'assistente sociale per il superamento Della propria autonomia professionale Dei pregiudizi Delle sicurezze della propria professione Degli stereotipi culturali 04. L'antropologia può essere utile all'assistente sociale per perdere l'etnocentrismo Nessuna delle risposte è esatta L'etnocentrismo e l'egocentrismo nel comprendere gli altri L'egocentrismo 05. Antropologia e servizio sociale Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 033 01. La religione è Uno sfogo della società Un bisogno della società Una struttura della società Un culto esistente per ragioni politiche 02. Bisogna mettere a conoscenza una comunità della nostra volontà di studiarla? No, perché così si fa prima sia nella raccolta dati che nell'analisi No, perché non bisogna condividere tutto di una ricerca Sì, per avere uno scambio franco e leale Si, però senza condividere informazioni 03. I risultati di una ricerca vanno condivisi. Perché? Perché siano motivo di scontro Perché siano motivo di ricerca di fondi per altre ricerche Perché siano motivo di autoesaltazione Perché siano motivo di dibattito e confronto 04. Non nuocere alla cultura/comunità che si studia significa Semplicemente cercare di finire tutto il prima possibile e non condividere i risultati Evitare di parlare con i responsabili per non entrare in beghe politiche Non chiedergli fondi per continuare la ricerca Portare avanti uno studio senza recar danni a quelle persone 05. Etica nella ricerca sociale Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 036 01. La diaspora è una forma sociale perché Rappresenta il vissuto di un popolo Rappresenta il vissuto di un popolo durante il tempo, in senso negativo e traumatico Non rappresenta un gruppo ma tutta l'umanità è la rappresentazione simbolica e non reale di un trauma 02. La diaspora è anche per Vertovec La connessione solo con i diasporici Solo un viaggio senza implicazioni sociali e culturali Una modalità di produzione e riproduzione di fenomeni culturali e sociali La visione di un mondo senza patria 03. Steven Vertovec spiega il concetto di diaspora Con la sola sociologia Con diverse discipline scientifiche e accademiche Con la sola antropologia Con la sola psicologia 04. Avere coscienza della diaspora significa anche Essere contemporaneamente “a casa e lontani da casa” tutte le risposte sono esatte Essere contemporaneamente “qui e là” Abitare qui ed essere qui assume delle connessioni con l'altrove 05. La diaspora: analizzare il termine e descrivere le diversi teorie 06. La diaspora secondo Steven Vertovec Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 037 01. Fanon eredita da Lacan L'idea di relazione di comprensione e di intenzionalità L'idea di archetipo e modello L'idea di ambivalenza e gerarchia L'idea di impulso e pulsione 02. L'autore preferito da Fanon è Jung Lacan Freud Reich 03. Frantz Fanon lavorerà principalmente nel manicomio di Parigi Lione Blida Port au Prince 04. La sindrome Nord Africana per Fanon è Una tara ereditaria Una malattia sociale Una sindrome causata da virus Una patologia cronica 05. Frantz Fanon nasce In Belgio In Francia Nella Martinica francese Nella Guiana francese 06. Per Fanon la lingua imposta a lui come ad altri è Nulla che un tipo di linguaggio Una forma di colonialismo Un mezzo di integrazione Un mezzo di esclusione 07. Frantz Fanon 08. Franz Fanon e Lacan Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 038 01. Fanon critica il Prof. Porot per le affermazioni Sull'apparato medico dell'epoca Sugli algerini poco inclini a farsi curare Sui musulmani che sono quasi dei primitivi Sulla condizione della classe medica dell'epoca 02. Con la critica al Prof. Porot Fanon critica L'università La classe medica dell'epoca Lo Stato francese Tutta la teoria etnopsichaitrica dell'epoca 03. Per Fanon bisogna utilizzare la psichiatria e La pediatria La sociologia La psicologia L'antropologia e la fenomenologia 04. Il fallimento del test TAT sulle donne musulmane per Fanon è dovuto A non capire che i modelli di domande sono tarate per gli occidentali e quindi non nell'universo di senso delle donne musulmane La vita immaginaria non può essere slegata da quella reale Tutte le definizioni sono esatte A non capire che ci sono implicazioni religiose, indicate sul corano, che le bloccano 05. Per Fanon il lavoro competente con un'altra cultura significa Ignorarla Studiarla ma non praticare la sua conoscenza Sapere poco per non farsi influenzare Conoscerla 06. La critica post-coloniale di Frantz Fanon Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 041 01. Negli anni Settanta dello scorso secolo i Sud America si fa largo un movimento chiamato La teologia marxista-leninista La teologia marxista La teologia socialista La teologia della Liberazione 02. La pedagogia critica ha come punto fondamentale La de-instituzionalizzazione La de-scolarizzazione La de-compatercipazione La de-costruzione 03. Paulo Freire è stato profondamente influenzato dalla Sua voglia di migliorarsi Sua fede musulmana Sua forte capacità deduttiva Sua fede cristiana 04. Per Freire pedagogia significa Verità Carità Libertà Potere 05. I movimenti di alfabetizzazione in Brasile all'epoca di Paulo Freire Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 042 01. Per i teologi della liberazione c'è bisogno di Una educazione diffusa una cittadinanza attiva formata dall'alfabetizzazione creare un uomo solidale e creativo Tutte le definizioni sono esatte 02. La teologia della liberazione tutte le definizioni sono errate Prende in considerazione la salvezza dell’essere umano con il supporto del marxismo leninismo Prende in considerazione l'educazione dell'essere umano con strumenti pedagogici moderni Prende in considerazione la salvezza dell’essere umano dal punto di vista cristiano e della sua dignità attraverso la rivendicazione della democrazia 03. La teologia della liberazione è Una rivoluzione sociale Una questione interna alla Chiesa Poco importante nel pensiero di Freire Uno dei tanti esempi di teologia morale 04. Nella teologia della liberazione la povertà Rappresenta un peccato mortale è colpa degli individui Non è un peccato sociale dell'uomo Non interessa 05. La democrazia è fondamentale Per far arricchire le persone Per far restare le persone attive Per l'educazione delle persone Per far lavorare le persone 06. La coscientizzazione significa Essere capaci di intendere e volere Avere la coscienza libera e in ordine Essere soggetti liberi, consapevoli e risvegliati essere cittadini che votano 07. La teologia della liberazione 08. L'evoluzione del pensiero di Paulo Freire Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 043 01. Durante l'epoca coloniale l'educazione in Brasile era in mano Ai francescani Ai carmelitani Ai domenicani Ai gesuiti 02. Le prime missioni in Brasile si formano grazie a Il vescovo Bartolomeo de las Casa Frate Bernardino da Sahagun Frate Agostino Gemelli Padre Manuel de Nobrega 03. La cacciata dei Gesuiti dal Brasile si deve a Herman Cortez Amerigo Vespucci Marchese di Pombal Francisco Pizarro 04. I Gesuiti vengono scacciati dal Brasile nel 1759 1739 1769 1749 05. La cultura pedagogica brasiliana Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 046 01. Il Potlatch è un momento Un momento che oggi non ha valore Centrale per la comunità Un momento non importante per la comunità Un evidente retaggio del passato 02. La collezione Potlatch è divisa tra Museo Pigorini, British Museum e Quay Branly museè Museo di Boston, Museo delle Tradizioni Popolari di Roma e Museo di Antropologia di Madrid Museo di Washington, Museo di Berlino e Museo di Vienna Museo di New York, Ottawa e Toronto 03. Possiamo parlare di collezione Potlatch Da quando Franz Boas studia con George Hunt questo rito e ne fa delle fotografie Da quando presso la casa d'aste Sotherbys nel 1990 mete in vendita diversi oggetti dei Nativi Americani Kuakiutl Da quando nel 1921 l'agente indiano William Holliday li sequestra e li mette in mostra a pagamento Non esistono oggetti Potlatch 04. La richiesta di restituzione da parte dei Nativi Kuakiutl degli oggetti del Potlatch avviene Nel 1951 Tutte le definizioni sono esatte Con la modifica dell'Indian Act Grazie a una presa di coscienza dei gruppi Nativi Americani canadesi e con il New Museum Act 05. I beni immateriali Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 047 01. La discriminazione è Un comportamento che cosniste nell'accettare le differenze e limare le diseguaglianze Un comportamento che consiste nel recepire i dettami della legge internzaionale in materia di xenofobia Un comportamento che consiste nel trattare allo stesso modo persone o gruppi in relazione alla razza, al sesso, alle caratteristiche fisiche e cultruali Un comportamento che consiste nel non trattare allo stesso modo persone o gruppi in relazione a razza, sesso, caratteristiche fisiche e culturali 02. L'etnocentrismo è Ritenere se stessi e la propria cultura uguale agli gruppi etnici. Rappresentazioen grafica delle dislocazioni geograficeh dei popoli della Terra Pensare al mondo unito da diversi centri etnici, da qui etnocentrismo Ritenere se stessi e la propria cultura unici e superiori. È una condizioni di tutte le culture 03. L'etnicizzazione è L'idea che alcuni contrasti possono essere spiegati in chiave razziale e non con altre chiavi di lettura come quella economica o sociale tutte le definizioni sono errate L'idea che alcuni contrasti possono essere spiegati in chiave etnica e non con altre chiavi di lettura come quella economica o sociale L'idea che alcuni contrasti possono essere spiegati in chiave omofobica e non con altre chiavi di lettura come quella economica o sociale 04. La cinesica studia I pregiudizi Il movimento di un corpo nello spazio Le religioni Lo spazio 05. Parlare dell'Etnia, dell'Etnicizzazione ed dell'Etnico facendo anche degli esempi 06. Parlare dell'Acculturazione e dell'Assimilazione facendo anche degli esempi 07. Parlare del pregiudizio facendo degli esempi 08. Razza, Razzializzazione e Razzialismo 09. Razzismo e razzializzazione 10. Parlare delle razze. Esistono? E se sì o no argomentare la risposta 11. Parlare delal Cinesica e della Prossemica facendo anche degli esempi Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE Lezione 048 01. La moralità americana è in pericolo da Tutte le definizioni sono esatte L'invasione degli italiani L'invasione degli irlandesi L'invasione dei polacchi 02. Il report dell'ispettorato per l'immigrazione al congresso degli Stati Uniti nel 1919 sostiene che Gli italiani puzzano, rubano, vivono in almeno 10 in ogni casa e sono dediti al furto e all'elemosina Gli italiani sono brava gente ed è un mito quello della loro disonestà Gli italiani sono brava gente Gli italiani non sono più delinquenti degli altri gruppi di immigrati negli Stati Uniti 03. Richard Nixon sosteneva che Non si trovava un comunista onesto Non si trovava un democratico onesto Non si trovava un italiano onesto Non si trovava un repubblicano onesto 04. Richard Nixon è stato Presidente (repubblicano) degli Stati Uniti dal 1969 al 1974 Segretario di Stato (repubblicano) degli Stati Uniti dal 1969 al 1974 Vice Presidente (repubblicano) degli Stati Uniti dal 1969 al 1974 Governatore dello Stato della Florida 05. Pensare all'utilizzo delle categorie di Fanon oggi 06. Quali sono i malintesi dell'etnopsichiatria secondo Roberto Beneduce 07. Fanon e le radici dell'etnopsichiatria 08. La violenza in Fanon/Beneduce: esporre la questione coloniale tra Francia e Algeria 09. Cosa intende Roberto Beneduce con la categoria corpo razziale? 10. La libertà in Freire e la libertà in Fanon 11. Comparare Il pensiero di Freire e di Fanon 12. La follia e il magrebino: analisi post-coloniale di Frantz Fanon 13. Fallimento della terapia occidentale sui pazienti arabi: il caso del test TAT 14. Commentare la sindrome Nord-Africana nella critica di Fanon 15. Parlare della critica di Fanon al Prof. Porot e a tutta l'etnopsichiatria dell'epoca 16. La libertà e la democrazia nel pensiero di Freire 17. La critica alla pedagogia degli oppressi di Freire Discipline Demoetnoantropologiche RISPOSTE CHIUSE + RISPOSTE APERTE 14) Esporre il pensiero di James Frazer La disciplina vera e propria Antropologica nasce fra il XIX e XX secolo e possiamo ritenere padri nobili dell’antropologia quegli intellettuali che prima del tempo cominciarono ad interessarsi delle popolazioni Altre, sotto l’aspetto della curiosità, cercando di far emergere gli usi e i costumi; parliamo di antropologi come De Montaigne o Lafiteau (fra il 500-600-700) che pubblicarono testi (come di Lafiteau “i costumi dei selvaggi americani comparati agli usi e costumi dei primi tempi”); o Rousseau che consigliava agli amici di viaggiare e guardare coi propri occhi le culture altre, prima di pregiudicare. I primi antropologi “da poltrona”, sono James Frazer e Taylor. Frazer prende in esame quelle che sono più popolazioni, più tratti culturali di diverse popolazioni per metterli in comparazione e vederne uguaglianze e differenze. Anche Frazer, figlio dell’evoluzionismo ed epoca Vittoriana. Egli ritiene i fenomeni religiosi dei popoli primitivi come una mentalità primitiva, non monoteista ma una struttura di magia. La magia per Frazer compare in un momento precedente all’arrivo dell’idea dell’uomo sul concetto di religione; come se la magia fosse un concetto ancor più primitivo alla religione delle popolazioni primitive. James Frazer appartiene alla categoria dei primi “antropologi” che si occupò di analizzare usi, costumi e pratiche culturali e religiose di popolazioni altre (l’analisi comparata di Frazer). Il suo metodo consisteva in una disamina antropologica come fosse un’analisi comparata. Frazer nacque nell’era vittoriana e coloniale, periodo in cui l’evoluzionismo (scienza) si radicò e riteneva che fenomeni religiosi dei popoli primitivi fossero dovuti ade una mentalità primitiva ancor prima della religione, chiamata magia. Egli, dopo lunghe ricerche, giunge alla conclusione che magia e religione sono antitetiche in quanto il concetto di magia sarebbe un precursore di ciò che poi si svilupperebbe in vera e propria religione. Gli step sono: magia, religione e infine si giunge alla scienza. Un’antropologa moderna Mary Douglas, metterà in discussione l’idea di evoluzione dei fenomeni religiosi ma primitivi ad avanzati, metterà in evidenza che questa è un’idea razzista che forma delle differenze e si avvale dello schema Hegeliano per spiegare la differenza e fare una feroce critica al pensiero Occidentale: etnocentrico e razzista: Prendendo in considerazione la magia, la religione e la scienza in tesi (la religione animista o politeista), antitesi (magia) e sintesi (scienza). Le popolazioni “superiori” Occidentali erano arrivate alla scienza e si erano distaccate dal concetto primitivo di religione come magia. Scrive Di Martino, le popolazioni del sud Italia non si sono mai staccate dalla magia ma sono restati Cristiani Cattolici, questo per dimostrare come alcune indicazioni possono essere controverse. LEZIONE 2 5) Commentare il concetto di cultura di Edward Tylor Tylor si discosta dalla definizione classica di cultura, sottolineando che essa è accessibile a tutta l’umanità, e non sono al “sapere elevato” di un’élite che si pensava prima. La cultura è quindi l’insieme di saperi, di pratiche, di abitudini che ogni uomo acquisisce in quanto membro di una determinata società. Tylor in “culture primitive” in inglese Primitive Culture del 1871 egli introdusse tre stadi dell’evoluzione sociale da leggere come steps evolutivi della religione. Il primo stadio è quello dell’animismo, il politeismo poi più evoluto e lo step più alto del concetto di religione: il monoteismo. In culture primitive, Tylor formulò il suo concetto di cultura, il primo tra i più importanti: la cultura è intesa nel suo ampio senso etnografico, include la conoscenza, la credenza, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società. È un concetto chiaramente intriso di colonialismo Britannico, essendo in pieno periodo Vittoriano, che presume una superiorità bianca e inglese sulle altre popolazioni del mondo primitive proprio perché bloccate prima di arrivare alla religione monoteista ed evidentemente cristiana. Nel concetto di cultura di Tylor si notano parole e categorie eminentemente Occidentali (morale, diritto, costume) che denotano da parte dello studioso inglese, uno sguardo verso sé stesso e la sua appartenenza e dall’altra parte una giustificazione alla presunta superiorità bianca e alla possibilità che altre culture siano regredite o possano regredire da uno stato superiore a uno inferiore. (mancanza di oggettività, bisognerebbe denudarsi dei propri credo per credere a quello delle altre culture. Tylor in questa fase non si denuda e l’antropologo legge le altre culture ma le legge sulla base dei propri schemi mentali, non se ne libera perché pensa l’uomo occidentale bianco è superiore, seguendo la teoria evoluzionista). Tylor è uno dei massimi esponenti dell’antropologia che ha come dettame l’evoluzione sociale della specie di tipo lineare: le società meno sviluppate definite primitive e più sviluppate definite complesse. Qui il suo concetto di cultura è un concetto statico è come se fosse bloccata in una scatola dove si inseriscono vari oggetti ma non c’è relazione fra una cultura superiore bianca e quelle inferiori Altre, negre, rosse, gialle. Da selvaggi, barbari a civili verso il progresso. Questa era la forma di direzione verso la civiltà progresso. L’idea dell’evoluzione delle culture viene traslata dallo studioso britannico all’analisi della religione: per Tylor la religione è il frutto di un continuo e costante sviluppo che va dallo stadio iniziale “animismo” (la concezione che tutti gli oggetti posseggono uno spirito interno), segue nella scala evolutiva di Tylor i gruppi umani hanno sviluppato il culto degli antenati e sempre evolvendosi, il feticismo. 1 fase ANEMISTA FETICISTA In antropologia, il feticismo non ha a che fare con qualcosa di psicologo alla Freud o Jung, ma si intende la traslitterazione della parola feticcio (feticio), entità ed energia per cambiare la realtà e usufruirne come “stregoni” in modo disprezzativo- dei popoli primitivi. Animismo e feticismo spesso li vediamo insieme, come fossero sinonimi perché il feticcio rimanda a un entità extraumana. L’animismo è l’ideologia che ci dice ogni entità presente sulla Terra ha uno spirito. E solo lo stregone poteva far uscire fuori lo spirito e usarne anche beneficamente il suo potere. La 2 fase segue col politeismo romano e greco delle società premoderne 3 fase monoteista, bianca e cristiana della Civilità moderna vera e propria. Per Tylor le civiltà primitive sono bloccate in questo stadio iniziale, si sono fermate allo stadio primordiale che è un ideologia dove si pensa che ogni oggetto sia posseduto da uno spirito. 6) Esporre il pensiero di Edward Tylor L’epoca in cui E. Tylor nacque (età vittoriana) fu caratterizzante del suo pensiero di superiorità bianca e inglese sulle altre popolazioni mondiali, da lui definite “bloccate”. Nella sua ideologia si notano termini e concetti prettamente occidentali, con i quali egli giustifica la presunta superiorità bianca e il suo sguardo verso sé stesso. Tylor fu uno dei massimi esponenti dell’antropologia che ha come principi l’evoluzione delle specie di tipo unilaterale: da società meno sviluppate e primitive a civiltà più sviluppate definite complesse. Da qui il suo concetto di cultura “statica”, bloccata come fosse una scatola in cui inserire oggetti. Non vi è alcuna relazione tra culture superiori (occidentale, bianca) e culture inferiori (negre, rosse, gialle). LEZIONE 3 8) Cos’è il Darwinismo sociale? In questo periodo si fanno degli studi per cercare di capire come il mondo sia arrivato ad essere quel che è, evoluto. Dato che prima si pensava che il mondo fosse sempre stato cosi! Darwin conclude uno studio ventennale nelle isole Galapagos e scrive nel 1859 “l’origine della specie”, questo testo rivoluzionario in cui si distacca dalla teoria Creazionista in cui si pensava che l’uomo fosse stato creato da Dio ed è sempre stato così. Ognuno di questi periodi etnici aveva tre sottoperiodi: inferiore-intermedio-superiore. Si passa da un periodo all’altro superando grandi periodi storici e per mezzo di scoperte e teorie scientifiche. Le scoperte moderne nel campo della genetica hanno dimostrato che l’umanità è una e le teorie scientifiche e sociali si esprimono su questioni in cui il momento storico decide come siano sviluppate e quindi il pensiero sociale sui primitivi e civilizzati dell’epoca, sono il frutto del pensiero razzista del XIX e XX secolo. Siamo diversi invece solo da un punto di vista culturale. 10) Quale era il pensiero dei predecessori di Darwin? In questo periodo si fanno degli studi per cercare di capire come il mondo sia arrivato ad essere quel che è, evoluto. Dato che prima si pensava che il mondo fosse sempre stato cosi! Studiosi furono Darwin, Lamarck, Cuvier ritengono che il mondo non sia sempre stato cosi ma secondo Lamarck ad esempio, gli organismi si modificano, si evolvono nel momento in cui devono adattarsi all’ambiente per vivere= è l’ambiente a decidere l’evoluzione di una specie, ad esempio utilizzando o meno un arto può portare al potenziamento o addirittura la scomparsa di quest’arto se non serve. Secondo Cuvier ciò che determina l’evoluzione non è l’ambiente ma piuttosto le catastrofi naturali (glaciazioni esempio). Tra la fine del 1700 e inizio del 1800 i predecessori di Darwin come Lamarck e Cuvier giungono a comprendere, con dubbi ed errori, che l’uomo è frutto di un’evoluzione. Lamarck svilupperà la teoria degli organismi, attraverso l’adattamento all’ambiente (l’uso/non uso di un determinato arto o organo lo svilupperà/farà scomparire) e Cuvier riterrà che la Terra avesse vissuto delle catastrofi e quindi le specie presenti tuttora sarebbero quelle sopravvissute ad esse Tra la fine del 1700-1800 i predecessori di Darwin, pensiamo alla Lamarck e a Cuvier, arrivano con dei dubbi e degli errori a comprendere che l’uomo è frutto di un’evoluzione. Lamarck svilupperà una teoria, Lamarckismo, che individua nella modifica degli individui attraverso l’adattamento all’ambiente. Egli sostiene inoltre che l’uso o il non uso di un arto possa portare nelle generazioni successive ad un indebolimento o potenziamento di esso. Per Cuvier, la Terra ha vissuto millenni di catastrofi naturali con l’eliminazione di numerose specie e quelle sopravvissute sono coloro che popolano oggi la Terra. La chiama Teoria delle Catastrofi naturali. LEZIONE 4 7) Il colonialismo: come nasce e come si sviluppa Per colonialismo intendiamo in epoca contemporanea, lo sfruttamento che possiamo definire come una rapina o un tipo di violenza assoluta delle Nazioni Europee ma anche del Giappone (con l’imperatore Mutsuito sul trono del Giappone, Meiji letteralmente Governo illuminato che diverrà una nazione imperialista e colonialista, egemone in quella parte del mondo). Dalla scoperta dell’America in 1492, tendenzialmente è una conquista perche le Americhe erano già li ed esistevano, si può iniziare a parlare di sfruttamento delle popolazione Altre da parte delle Nazioni Europee. Una delle conquiste piu illuminanti sullo sfruttamento è il Congo Belga in Africa Centrale, costituito in stato indipendente restò una riserva di caccia personale di Re Leopoldo III, possedendolo nel 1908 per sua volontà. Viene scoperta l’America, inizia una serie di viaggi verso nuove terre scoperte. L’Asia viene colonizzata. Tra il 700-800 assistiamo ad una vera e propria colonizzazione da parte della Gran Bretagna, Francia e Belgio nei paesi bassi che si dirigono in queste nuove zone per trarne sempre piu profitto dalle risorse minerarie, alimenti e prodotti che c’erano lì. Tutto questo ha portato ad una serie di conseguenze negative: lo sfruttamento delle popolazioni che vivevano li (le popolazioni indigene distrutte aggressivamente dai conquistadores). C’era un atteggiamento profondamente aggressivo verso le popolazioni Altre perché presentavano usi e costumi diversi da quelli dell’uomo Europeo, considerandosi tant’è vero “selvaggi”. Gli europei non commercializzavano solo prodotti ma anche evangelizzavano perché il Cristianesimo doveva essere diffuso, per questo vediamo sacerdoti che partono verso nuove popolazioni per diffondere il messaggio cristiano. Il colonialismo viene definito come l’estensione della sovranità di una nazione sui territori e popolo all’esterno dei suoi confini. Esso indica anche il dominio coloniale tenuto dai diversi stati europei su altri territori extraeuropei, durante l’epoca moderna e periodo delle esplorazioni geografiche (fine XX secolo). Le scoperte geografiche ebbero conseguenze enormi: furono il passo decisivo verso l’unificazione del mondo. I primi imperi coloniali furono Portogallo e Spagna: il Portogallo sviluppò una rete commerciale in Africa e in Asia mentre la Spagna diede vita ad un impero amministrato da un governo centralizzato in America Centrale, con una struttura burocratica e un esercito. 8) Il razzismo: di cosa si tratta? Il concetto di razza si diffonde in questo periodo e si ritiene ci sia una differenza biologica tra le razze e questo portava a pensare che alcune di esse fossero destinate ad esser conquistate ed altre a governarle, la bianca europea. Cosi si installa un rapporto di egemonia fra popoli bianchi europei che si considerano portatori dell’unica sola e vera e propria civiltà e religione quella cattolica. Si pensava che le popolazioni fossero destinate ad essere conquistate perché praticavano i sacrifici umani, il cannibalismo e la sodomia. A questo punto fu inviata una lettera dagli spagnoli a Papa III Farnese, per chiedere se gli Indios fossero umani quindi destinati alla salvezza o fossero come animali e quindi senz’anima. Papa III Farnese il 2 giugno 1537 emana la Bolla papae Veritas Ipsa / Sublimis Deus dove sottolinea che gli abitanti delle Americhe sono essere umani e non animali muti e considera gli stessi indiani come veri uomini non solo capaci di ricevere la fede cristiana ma pronti ad accorrere alla stessa fede. Il papa aveva paura dei mussulmani nel medio oriente e la loro forte fede che avanzavano e aumentava ma questo non riduceva la fede cristiana e la voglia di difendere gli indios. Ricordiamo il vescovo Bartolomeo de las casas che difese gli indios contro le angherie dei conquistadores o il frate francescano Bernardino de Sahagun che prese a cuore la condizione degli indios a cui scrisse parte delle sue storie. Il razzismo è una dottrina che porta alla concezione di superiorità di una razza sulle altre. La scienza nega la superiorità o l’inferiorità intellettuale di una razza rispetto ad un’altra poiché nessuna razza è rimasta con le caratteristiche originarie. Il razzismo è creato dal colore della pelle. Dalla religione, da minoranze etniche e dall’emigrazione. Fanno parte del razzismo passato la tratta dei negri e le persecuzioni degli ebrei. Il nuovo razzismo esplode nelle aree dell’Europa occidentale, dovuto a migrazioni da est e da sud del mondo ma anche grazie al nazionalismo. Un particolare tipo di razzismo è l’antisemitismo: il razzismo verso gli ebrei. Lombroso come antropologo criminale, studia la fisionomia degli individui. A suo avviso un criminale è tale perché nella sua natura, non può essere diverso da cosi e presenta dei tratti fisiologici che permettono di distinguerlo. Egli cerca caratteristiche e caratteri universali utili per la ricerca di un criminale: dopo la carcerazione e morte di un criminale calabrese, Vilella, questo brigante venne analizzato da Lombroso che presentò un bozzetto sul cranio. A suo avviso, questo era sintomatico della criminalità perché confrontato con non- criminali. Pubblica una serie di opere come “la donna criminale” in cui analizza vari tipi di criminalità. Per Lombroso “criminale” è un fatto innato ed è legato ad un fattore biologico fisiologico. È qualcosa di atavico= qualcosa che è stato scritto nella notte dei tempi, antichissimo a cui tu non puoi andare a ripercorrere (ATAVISMO). Lombroso individua nel tatuaggio, pratica di adornamento del corpo che tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento si diffonde soprattutto in ambiente carcerario, una prova della primitività del delinquente O molti serial killers da piccoli hanno avuto l’esperienza di essere caduti spesso. Molte furono le attività di indagine di Cesare Lombroso come medico, psichiatra e antropologo. Studiò forme di isteria e la psichiatria criminale per cercare indicatori chiari e precisi della donna criminale e dell’uomo criminale. Lombroso era convinto che il criminale e la criminalità fosse una fosse una forma patologica dell’uomo e frutto fondamentale della sua teoria sull’atavismo nella scoperta di una fossetta di alcuni cm presenti alla base del cranio, vicino l’osso occipitale di un famoso brigante calabrese, scoperta dopo la sua morte. L’errore di Lombroso è quello di ritenere una variabile unica e personale quella del cranio di Vilella, fondatore di un tipo di atteggiamento comune, quello criminale. In questo modo Cesare Lombroso credeva di aver trovato un dato comune a tutti i criminali, invece dimostrò nel tempo che non si poteva trovare un gene che potesse distinguere chi è criminale e chi no. Questo ritrovamento valeva solo per Vilella e non era una fossetta il motivo. Si parla di atavismo, cioè la comparsa di caratteristiche non sono generate da genitori né dagli immediati ascendenti ma condizioni che esistevano in lontanissimi antenati, che era presente poi si è perso ma e comunque lì. LEZIONE 6 6) Commentare il Manifesto della Razza Quella che è l’idea comune dell’epoca, sviluppa un tipo di razzismo biologico che ha la sua massima espressione nella Germania nazista e nell’italia Fascista. Il manifesto degli scienziati razzisti o manifesto della razza, anticipa di poche settimane la promulgazione di quelle che sono le leggi razziali. Firmato principalmente da antropologi fisici, neuropsichiatri, pediatri, zoologi, demografi e medici. Il Manifesto della Razza (5 ago 1938), è la risposta italiana alla Germania antisemita, fattore che fluiva in tutta Europa. Il Manifesto venne redatto e firmato anche da Lidio Cipriani, capo redattore della rivista “La difesa della razza”. L’articolo 1 del manifesto della razza inizia col sostenere che le razze umane esistono. Articolo 2 esistono razze superiori e inferiori. Articolo 4 La popolazione italiana è nella maggioranza ariana e la sua razza è ariana. (l’istituto di biologia di Berlino considerò che i veri ariani erano i rom, perché endogamico (ci si sposa solo con altri della stessa tribu) e mai mischiati con altre razze. Art 9 gli ebrei non appartengono alla razza italiana ma rappresentano una razza non europea, mai esaminata in italia, diversa in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli italiani. Ultimo articolo, i caratteri fisici e psicologici puramente europei italiani non devono essere alterati se non tra razze europee. (non si parla di ibridismo perché appartengono ad uno stesso ceppo europeo). Questo testo mostra la posizione politica italiana nel panorama del razzismo fisiologico. Recita “L’Italia è fieramente razzista”, sottolineando l’esistenza, quindi, delle diverse razze umane e che la scienza ne è la prova. È necessario quindi mantenere una razza “pura”, far sì che le differenti etnie non si mischino tra loro. LEZIONE 7 5) Esporre i dettami del metodo etnografico Il lavoro sul campo, cioè l’etnografia inizia con Malinowski, padre della moderna antropologia britannica. L’applicazione dei suoi studi sul campo, rivoluzioneranno la sua disciplina. Il lavoro del ricercatore sul campo consisteva sul vivere per più di un anno in una comunità piuttosto grande, per studiare i diversi ambiti della vita sociale e culturale per arrivare a conoscere quasi tutti i membri della società. Malinowski scrisse una monografia, Argonauti del Pacifico Orientale dopo la sua ricerca piu famosa svolta nelle isole Trobriand in Malesia. Una ricerca sul campo di un antropologo significava vivere in quella popolazione che si voleva studiare, impiantare il proprio campo rimanendo a contatto con gli oggetti della ricerca il piu possibile, si studia e si annotano i dettagli della vita sociale, le strutture familiari, i modi di apprendimento, i metodi di costruzione degli oggetti e ci si fa raccontare i riti e i miti. Scrive nella sua monografia i dati indispensabili alla ricerca: un campo prolungato nel luogo della ricerca (vivere a contatto con gli oggetti studiati); l’osservazione partecipante (rendendosi empatici con gli altri oggetti d’indagine, cercando di emergere nella quotidianità, far fidare il nativo di me); la scrittura di un diario di campo (monografia) e la sua restituzione alla comunità scientifica. Malinowski scattò molte fotografie etnografiche che rappresentano l’inizio dell antropologia visiva e sono un essenziale supporto alla monografia. Metodo dell’osservazione partecipante- chiamato cosi il metodo di ricerca di Malinowski. La monografia etnografica è uno studio esclusivo: si pone come obiettivo quello di fornire un quadro esaustivo di tutti gli aspetti di una determinata cultura. La monografia è quindi da valutare con un punto d’appoggio per sviluppare successivi lavori e non come un qualcosa di conclusivo. Infatti da qui il pensiero che il lavoro dell’antropologo non si ferma alla ricerca sul campo ma continua con l’elaborazione teorica e con l’approfondimento di ciò che è stato osservato. 6) Parlare del metodo di ricerca di Bronislaw Malinowski Va sottolineato che il lavoro scientifico sul terreno è naturalmente superiore. Quando Malinowski parla di “dilettante” è colui che non ha un metodo scientifico e il suo calarsi sul campo non ha dignità di ricerca. Malinowski parla di una prima ricognizione, un lavoro che deve essere fatto in precedenza per poi arrivare in profondità sui fatti sociali e avere un eccellenze scheletro di quella che è la struttura e le funzioni di una società. Malinowski vuole conoscere la costruzione di un tipo di società tribale (proprio delle tribu, la sua organizzazione e tradizioni, religioni) se non si va in profondità a conoscere, manca la “carne e il sangue di quella comunità” ovvero le interpretazioni profonde, prive di pregiudizi di missionari, sacerdoti, medici. Se un indigeno vive nel villaggio, va considerato i suoi usi, costumi, cerimonie, feste e recuperare da quello scheletro la “linfa” la “carne e il sangue”, la realtà dei fatti che non puo essere esaminata attraverso documenti ma solo stando sul campo (quello che lui chiama l’imponderabilità della vita reale”). Gli osservatori scientificamente preparati, che hanno un metodo e una preparazione, prima hanno una letteratura di riferimento e poi vanno sul campo, questo produrranno per Malinowski dei risultati con altissimo valore scientifico poiché si va ad investigare le comunità come vivono e reagiscono a determinati fenomeni. (ad esempio i riti non si svolgevano se non c’era musica e movimento). Sarebbe folle per Malinowski perdere delle sfumature, fenomeni che l’osservatore scientifico nota nell’individuo: la struttura familiare, la magia, gli aspetti economici, i riti, le ritualità che sono facili da 3- L’interrogazione di testimoni privilegiati su temi circoscritti, attraverso interviste tematizzate; 4- La raccolta di oggetti di uso comune, con registrazione delle info sui loro processi costruttivi e sui processi d’uso. 6) Bronislaw Malinowski e l’osservazione partecipante (metodo etnografico) Questa pratica partecipante è attribuita solitamente all’antropologo polacco Malinowski, teorizzata e sperimentata negli anni ’20 del 900. L’osservazione partecipante è molto importante per la ricerca etnografica dato che permette all’antropologo/etnografo di trascorrere un lungo periodo di tempo a contatto diretto e costante con la comunità presa in studio, così da partecipare alla loro quotidianità studiando direttamente sul campo. La popolazione del caso viene studiata attraverso la prospettiva emica, ossia la cultura comprensibile solamente dal suo interno e non dall’osservazione esterna e distaccata. Rende anche il punto di vista della cultura, della comunità e dei soggetti, non solo il proprio. Attraverso la pratica dell’osservazione partecipante cessa di esistere la separazione tra osservatore e oggetto osservato, dato che in questo modo i due soggetti interagiscono, instaurano una relazione. Per Malinowski e importante provare la sensazione dello spaesamento perché si tratta di un’iniziazione, una fase di passaggio che il ricercatore subisce e un passaggio necessario per potersi distaccare dalla propria cultura e rapportarsi ad una nuova, in maniera più libera possibile. Lo spaesamento potrebbe bloccare il ricercatore che vorrebbe ritornare a casa e non finire la sua ricerca, non creando un rapporto con gli indigeni che è la seconda fase, dell’empatia. E importante per Malinowski che non ci siano altri uomini bianchi che potrebbero influenzare quel popolo con gli schemi mentali dell’uomo bianco. Malinowski ha cercato di conoscere i popoli indigeni senza un atteggiamento superiore ma con sincerità. Per malinowski bisogna lineare l’anatomia della cultura indigena e andare in profondità a comprendere i fatti sociali e tutte queste cose cristallizzate nella cultura, non vengono quasi mai formulate perché scontate, automatiche. I codici tribali per questo spesso vengono compresi ma non assimilati (come guidare senza pensare ai meccanismi, lo fa in autonomia) Le strutture parentali, la magia ecc sono queste questioni automatiche, che sembrano ovvie e le troveremo sul territorio ed è importante sistematizzare e studiare CON I METODI SCIENTIFICI. l’interprete puo aiutare il ricercatore a intendere e comunicare col linguaggio degli indigeni. La “fertilizzazione del campo” cioe i ritorni sul campo, grazie ad amicizie ad esempio producono un lavoro che permette ai dati di essere lavorati. M. scrive che per il rito del kula ha riscritto ed elaborato molte volte le note una dozzina di volte, ritornando sul campo e aggiungendo i fili mancanti. Malinowski si dedicherà anche all’antropologia visiva. Egli vuole entrare in contatto con i popoli Altri per far si che essi si fidino di lui. Il momento di spaesamento è il momento di lavoro sul terreno, di abitare ed entrare con gli indigeni che non hanno mai inteso per esteso il mondo bianco. Gli indigeni, come li chiama Malinowski, entrano in contatto ad esempio scambiandosi il tabacco che M. portava sempre con sé o cercando di conversare per eliminare i pregiudizi dei missionari bianchi pregni di un punto di vista bianco, razzista, occidentale. M. CON GRANDE PAZIENZA E SISTEMATICITà RACCOGLIE I DATI SUL CAMPO. I PRINCIPI METODOLOGICI DEVONO ESSERE CONDIVISI IN TRE CATEGORIE: 1) LO STUDIOSO DEVE AVERE DEI PRECISI OBIETTIVI SCIENTIFICI, NON SI VA SUL CAMPO A MANI VUOTE 2) BISOGNA CREARSI LA CONDIZIONE PER LAVORARE, ESEMP SENZA UOMINI BIANCHI E SOLO IN MEZZO AGLI INDIGENI 3) DEVE APPLICARE DEI METODI PER DEFINIRE E CREARE LE PROPRIE TESTIMONIANZE. (GENIALOGIE, INTERVISTE, OSSERVAZIONE PARTECIPANTE). LEZIONE 9 5) Lo studio della parentela di Bronislaw Malinowski Ognuno di noi nella nostra famiglia ha una sua funzione, svolge un ruolo e porta avanti l’equilibrio della famiglia che potrebbe essere alterato se non si segue il proprio ruolo. Malinowski va ad analizzare ogni elemento che funzione ha nel sistema culturale, nei riti, nei miti… bisogna studiare in maniera FUNZIONALE= che funzione hai nella società? Dato che Malinowski pensa la cultura attraverso l’analisi delle funzioni sociali in un gruppo, si avvicina al padre della psicoanalisi Freud con il complesso edipico ad esempio ma se ne distanzia per la lettura della sessualità. Malinowski e Freud condividono l’importanza dei legami sociali, delle strutture sociali e gruppi essenziali in una società ma si distaccano per l’interpretazione della sessualità. Per Malinowski la ricerca empirica e scientifica ha bisogno di una “carta mentale” poi di conseguenza con altro materiale raccolto durante la ricerca, essa diventa “carta reale” che vuol dire trasformare il materiale in diagrammi, schemi, tavole sinottiche e quindi in forma grafica ed esplicativa. Le tavole genealogiche sono usate per studiare le relazioni parentali. Il concetto di cultura di Malinowski prende in esame l’eredità culturale cioe tutto cio che viene trasmesso, nei riti, miti, saperi, tecniche di costruzione sono forme di trasmissione sociale da una generazione all’altra. L’antropologo polacco comprese che la società sia pervasa da un insieme di funzioni sociali che, dall’esterno sembra irrilevante ma la funzione di un membro nella società ne spiega la rilevanza e l’utilità. L’idea di comprendere una cultura attraverso le funzioni sociali, porta l’antropologo polacco al pensiero di Sigmund Freud; Malinowski non è d’accordo con Freud con l’idea di parricidio originale ma attraverso le sue ricerche, capisce che il complesso di Edipo non è una struttura universale fondante della cultura ma è un pensiero prodotto dalla società stessa. Le tavole genealogiche sono una forma concreta di ciò che è stato ricostruito dalle indagini parentali e delle relazioni familiari. Una genealogia è una carta sinottica, riassuntiva ed esplicativa di un insieme di relazioni parentali interconnesse. Attraverso determinate strutture sociali, secondo Malinowski, si può comprendere l’idea di cultura, il che lo porta ad avvicinarsi al pensiero di Freud. Discorde, però, dell’idea di parricidio originario: nel suo testo “Sesso e Repressione Sessuale tra i Selvaggi” egli racconta che nelle società matrilineari le “pulsioni ostili” sono dirette dal padre allo zio materno e le pulsioni sessuali di tipo incestuoso son indirizzate verso la sorella. Quindi Malinowski giunge a conclusione che il complesso di Edipo non è universale, non una struttura fondante della cultura ma un prodotto della cultura stessa. LEZIONE 10 5) Parlare del rito del Kula È una ritualità che Malinowski ha studiato durante le sue ricerche nelle isole Trobriand, ovvero il rito del Kula-ring, letteralmente anello del Kula. I bracciali e le collane che vengono scambiati attraverso un tipo di ritualità dove una canoa va verso est e tocca le isole verso est e una canoa va verso ovest e ne tocca le isole, le collane (soulawa) fatte di conchiglie, denti ed ossa animali e i bracciali (mwali) sono ricavati da un cono di ossa animale lucidato e adornato con perline in similvetro colorate e oggetti comuni (gimwali). I bracciali e collane venivano tenute durante lo scambio rituale ma solo il tempo necessario per poter essere poi scambiati di nuovo con l’arrivo di un importante membro di un’altra isola che avrebbe scambiato anche lui altri oggetti. Questo aumentava il prestigio di chi possedeva quegli oggetti cioe di chi li scambiava. Boas fu anche un esperto di antropologia museale a NY, come Malinowski che fu uno dei padri della fotografia etnografica nelle isole trobiand. Boas studiò nelle sue ricerche sui nativi americani è lo studio del Potlatch Secondo Boas, le differenze fra i vari gruppi umani non sono da scrivere a delle caratteristiche biologiche, quindi razziali ma sono solo differenze storiche e geografiche: proprio per questo nel suo studio sul campo prende in esame lingue, religioni, costumi che rappresentano il mezzo per intendere lo sviluppo culturale di un gruppo. Boas mette in discussione tutta la teoria evoluzionistica sociale che si fondava sulla differenza delle razze e sull’evoluzione della razza come se potesse esistere una razza migliore perché piu evoluta. Boas la rifiuta questa versione e capisce che le culture sono diverse perche hanno una storia diversa non perche hanno capacità cognitive intellettive diverse! Boas sostiene che la convinzione per cui noi saremmo la popolazione migliore è un problema di etnocentrismo cioè una persona che è totalmente centrata sulla propria cultura che la ritiene superiore alle Altre. ETNO CENTRICO, la tua cultura è al centro. Egli si distacca fortemente da Tylor che struttura il passaggio da salvaggi-barbari a civilizzati ed è fortemente razzista, cioe l’idea evoluzionistica sociale. Boas sostiene la sua teoria attraverso l’analisi del Totemismo, esso è un culto comune ai nativi americani e venera gli antenati o gli spiriti guida/ animali. Totemismo= venerazione di spiriti/ antenati che avrebbero fondato e ancora accompagnano la civiltà. (di cui si raccontano le storie e miti durante il mito Kula). Si inizia a segnare con Boas da un punto di vista antropologo scientifico la linea che va verso la negazione del razzismo e quindi della differenza tra le razze, verrà seguita la sua linea di pensiero da altri allievi/e come Margaret Mead. Egli aveva origini tedesche, studiò in Germania e in seguito ad una spedizione in Canada si avvicinò alle scienze umane. A fine 800 si trasferì negli USA dove studio particolarmente i Pueblòs, gli indiani della costa Nord Ovest. Boas operò in merito alle lingue dei nativi, ne parlava molte, e raccolse per poi pubblicare delle regole grammaticali di circa una decina di popolazioni. Boas è il rappresentate del metodo induttivo. Le sue ricerche erano ispirate a quelle delle scienze naturali attraverso tre punti fondamentali: - Osservazione diretta di fatti concreti; - Raccolta e analisi dei dati; - Elaborazione di teorie e leggi. Boas studiò le società dell’America Nord-ovest: identificò nel Potlatch (cerimonia tipica) significati sia economici sia sociali. Secondo Boas ogni cultura possiede caratteristiche proprie che non possono essere sintetizzate nei vari stati evolutivi. Questa visione è detta particolarismo culturale, un punto di vista secondo cui ogni cultura deve essere considerata singolarmente e studiata in base all’ambiente nel quale si sviluppa, e alle esigenze da affrontare. Da questa concezione, definita particolarista culturale, subentra il “relativismo culturale”. LEZIONE 12 5) Parlare del rito del Potlatch È uno studio condotto da Franz Boas sui nativi americani. Importante nelle ricerche è il nativo americano George Hunt, informatore e aiutate di Franz. Il potlatch è un rito di condivisione, investimento e ostentazione perché come nel rito di kula si ostenta la possibilità di condividere oggetti di grande prestigio perché erano oggetti non di uso comune, sempre sulla logica di poter restituire il dono per non restare in debito ed essere visto male socialmente. È una sorta di sfida delle classi sociali, del proprio status sociale per definire chi ha un prestigio maggiore all’interno della società. Quando c’è lo scambio e qualcuno che riceve il dono non può restituirne un altro (classe inferiore), allora vengono definite le gerarchie sociali. Per Boas, con questo rito il dono ha anche il compito di distribuire la ricchezza e di farla sempre circolare dato che è un dono che deve essere restituito con stesso valore e tutti cercheranno di restituirlo per non essere inferiori nella gerarchia. Piu si dona, piu si dimostra il proprio prestigio. (RITO DI INVESTIMENTO). Il rito rappresenta una competizione positiva che permette una relazione sociale poiché serve a redistribuire legami sociali dato che tutti vorranno ritornare il dono per essere superiori e forti nella gerarchia, quindi un mezzo d stratificazione sociale per decidere chi è al top e al bottom della gerarchia e una capacità della comunità di redistribuire beni, che dovranno circolare o si crea una differenza tra chi può e chi non può. //////// Nel testo “L’organizzazione sociale e le società segrete degli indiani Kwakiutl” la monografia racconta l’etnografia del rito Potlatch. Sono rituali comuni tra la Columbia Britannica e l’isola di Vancouver (Canada) e vengono definiti come rituali di “ostentazione” con la condivisione di diversi oggetti e beni considerati di grande prestigio e non di uso comune. Un individuo condivide un oggetto o un bene e chi riceve, per non risultare un debito (dominato da chi fa il dono), deve restituire. È una sfida tra individui dello stesso rango sociale. Così uno dei partecipanti acquista un livello sociale superiore perché l’altro non può restituire, o riacquista il proprio status perduto in precedenza, oppure afferma il proprio rango pubblicamente davanti alla tribù. Questo rito genera una “competizione positiva”, in quanto possiede una funziona sociale per la vita comunitaria dei Kwakiutl. 6) Che cosa è il particolarismo storico? Il particolarismo storico fu concepito dall’antropologo tedesco Franz Boas, deciso oppositore dell’evoluzionismo. Secondo lui ogni cultura ha una sua storia unica e una sua ben definita durata; per comprendere una civiltà è indispensabile ricostruirne l’iter storico e particolare. Al particolarismo è collegata anche la convinzione che non esistano forme più o meno elevate di cultura. 7) Franz Boas e il Potlatch Boas studiò i nativi americani Kuakiutl e il loro rito Potlatch negli Stati Uniti e ha avuto un informatore e aiutante statunitense, George Hunt che gli ha permesso di entrare nella cultura. Boas studia le rappresentazioni simboliche del rito del Potlatch. Si tratta di rituali comuni tra le coste britanniche e Canada. Sono rituali di ostentazione, investimento e condivisione di diversi oggetti di grande prestigio che vanno da oggetti DI USO NON COMUNE, collane, maschere etc… Nel villaggio, un individuo condivide per mezzo di un dono, oggetti e beni, questo è il potlatch. Chi riceve, per non risultare in debito da chi fa il dono, ossia dominato da egli , deve restituirlo. È un tipo di gara, di ostentazione fra uomini dello stesso rango sociale. A questo punto uno dei due partecipanti o acquista un livello superiore nella gerarchia perché l’altro non puo restituire o riacquista il proprio status che aveva perduto in precedenza oppure afferma il suo rango pubblicamente davanti la tribu. Il potlatch è un investimento per chi istituisce il primo dono ma permette anche una condivisione col gruppo e una competizione positiva, per cercare di fare il proprio meglio e migliorare il proprio ruolo. Il potlatch ha un grande valore sotto l’aspetto museale poiché molti oggetti del Potlatch sono patrimonio di diversi musei che hanno questioni irrisolte con le comunità. È fatto di feste, danze, distribuzioni di doni in diversi periodi dell’anno. Alcune volte per le questioni delle distribuzioni del cibo, dipende dalla carenza di un tipo di nutrimento. Si genera la competizione positiva per poter redistribuire il cibo ad esempio. Il “fatto sociale” di Marcel Mauss nel Kula, è identificato pure per il Potlatch: ti do a finche tu mi dia. Possiamo dire che la natura sociale degli scambi di doni per noi occidentale avrebbe un gran valore economico ma per queste tribu, l’economia non ha un gran valore. Queste società funzionano sul gruppo, sul benessere della tribu diversamente dalla società moderna in cui si pensa al singolo e al proprio benessere personale. Le ritualita (accompagnano la vita dell’invidividuo e fanno parte della quotidità) sia del potlatch che del kula sono fondamentali per la comprensione di quella che è la cultura Altra in cui se c’è un problema all’individuo, la tribu se ne fa carico per risolverla. Il mito, o storia sacra, fonda la realtà ovvero il mondo come lo conosciamo. È formato in un certo modo perché una divinità, un’entità extra-umana, essere supremo, signore o signora degli animali: un dio unico ha creato un tipo di realtà o ha creato l’essere umano o ha dato vita agli animali con cui gli esseri umani si cibano. Il mito quindi fonda la realtà. I miti possono essere: del primo uomo che porta la cultura ad un gruppo, miti dell’antenato mitico primo che ha dato il nome a tutto quanto il gruppo, i miti di creazione degli animali ad esempio, miti con un protagonista trickster. I miti li collochiamo nell’antica Grecia, Roma e ci raccontano spesso di eroi fondatori della città poiché serve a raccontare la storia della città e a dare un senso riconosciuto da tutti. I miti dei fondatori della città per dargli anche importanza alla città stessa. Ovviamente il mito serve anche a definire delle regole da rispettare perché se trasgredite si va in contro ad una punizione. Generalmente alla figura dell’eroe o del fondatore della città viene sovrapposta a quella del trickster, un antieroe, un furbo, un birbantello che con furbizia tenta di sopraffare l’eroe che ovviamente avrà la meglio. È un turpinatore a volte turpinato dato che è l’eroe a vincere, non ha la meglio. 9) Il rito e il mito. Rito e mito sembrano non avere niente in comune, ma nella realtà si caratterizzano per essere due prodotti culturali che presentano analogie. Entrambi questi elementi fondano la realtà, tendono a spiegare aspetti del reale in modo continuo, attraverso racconti o formule che si ripetono. Rito e mito coinvolgono la collettività, rivolti ad un’intera comunità che diventa protagonista di episodi e azioni che la riguardano specificatamente. Il mito sembrerebbe essere rivolto al passato remoto, ma in realtà si tratta di un passato attualizzato, che colloca il frutto degli eventi in un corso continuo e rappresenta un esempio valido anche nel presente e al di là di ogni limite temporale. 10) Parlare del pensiero di Angelo Brelich Egli è stato professore universitario di storia delle religioni, uno dei più importanti esponenti che abbiamo in Italia assieme a Ernesto De Martino, che è napoletano e scrive Sud e Magia. Angelo Brelich mette in contrapposizione due termini greci: il primo è mythos (discorso o narrazione), utilizzato ai tempi di Omero e successivamente dai filosofi greci per indicare un “discorso fantastico” o “falso” e il secondo è logos (discorso). Nella seconda metà del secolo scorso c’era chi, come Tyler, pensava che i miti rappresentassero rozzi tentativi di spiegare i fatti della natura o vita umana. Più anticamente, i filosofi si posero domande sul senso dei miti: le due soluzioni da loro trovate erano l’allegorismo (i miti, sottoforma velata, conterrebbero verità naturali o morali) e l’evemerismo (i miti conserverebbero ricordi di vicende antiche, esagerati e deformati dai posteri). Brelich sostiene che non si possa comprendere i miti senza prima conoscere i dettagli delle istituzioni, dei costumi e in generale della cultura dei singoli popoli che li raccontano. Come anche non sia possibile comprendere un singolo mito se non è inserito nell’intera mitologia del popolo. Ogni mito si svolge nel passato, ma non in un passato qualsiasi bensì in un tempo diverso da quello presente. Ma non è la distanza cronologica a fare del mito la sua caratteristica, ma proprio la sua diversità rispetto al tempo attuale. Il mito racconta l’origine di ciò che è ritenuto importante. Solo nelle civiltà “superiori” si cominciò a scrivere il mito quando prima la trasmissione avveniva solo oralmente. I miti variano e non solo perché la trasmissione orale non può conservarsi costante e uguale, ma anche perché i vari narratori vi apportano modifiche ritenute da loro opportune LEZIONE 14 6) Commentare le tre fasi dei riti di passaggio di Arnolds Van Gennep Egli parla in particolare dei riti di passaggio in cui individua 3 fasi. La 1 è quella del distacco, cioe quando il distacco che prende parte al rito, si distacca dal suo gruppo di appartenenza sociale familiare. La 2° fase è quella del limen, della soglia, del limbo perché si è distaccato ma non ha ancora progredito alla fase successiva quindi è in bilico al centro. L’ultima fase è quella della ri-aggregazione quando supera questo limbo e ritorna nel gruppo ma in una nuova veste, avendo fatto il passaggio. La fase piu difficile è la seconda del limbo, dove non si è n’è carne n’è pesce. Puo succede che il soggetto possa rimanere bloccato in quella fase perché si è distaccato ma non è ancora pronto a fare il prossimo passo o si puo progredire alla fase precedente del distacco, ma è comunque una fase negativa perche ormai si è distaccato dal nucleo familiare sociale e non ci puoi piu ritornare. (come la soglia dei 30 anni in cui ci si aspetta di essersi creato la vita bella e fatta, perfetta dove non puoi tornare indietro perché gli altri ci chiamano ad essere qualcosa di diverso. Non ci si aspetta da un bambino delle elementari che si comporti come uno delle medie). Lo studioso belga ritiene che i riti si compongano di tre fasi : 1- Il distacco o separazione (riti preliminari) dalla comunità di appartenenza, da stato sociale o condizione propria; 2- Stazionare sulla “soglia” o margine (riti liminari), né di qua né di là, una sorta di limbo. A questo punto l’attore sociale decide se superare la soglia oppure restare dove si trova. 3- Se supera, allora si avrà la fase dell’aggregazione o ri-aggregazione (riti postliminari). 7) Parlare dei riti di passaggio Quando pensiamo ai riti di passaggio, pensiamo in antropologia ad Arnold Van Gennep che scrive il saggio “i riti di passaggio”. Quando pensiamo ai riti di passaggio ci viene in mente il matrimonio, i funerali, il battesimo: tutti riti che ci trasportano da uno stadio ad un altro. All’interno di ogni rito di passaggio Arnold Van Gennep individua tre fasi, ciascuna caratterizzata da rituali specifici. Riti di separazione o distacco (riti preliminari); riti di soglia, margine, limen fase di margine (riti liminali); riti post liminali quindi riti di riaggregazione. O si supera il limen o rimani nella fase di distacco. L’importanza della liminalità centrale deriva dal fatto che essa consente di attenuare il carattere traumatico dalla prima parte di distacco che determina una condizione iniziale e una condizione sociale quindi determina anche quella fase in cui viene superata la fase liminale, un nuovo status. La fase di margine è quella piu delicata perché è una fase di sospensione sociale, culturale, fisica, corporale, psicologica dell’individuo che si sottopone al rito, è considerata portatrice di forze pericolose per la società (un ragazzo nell’età puberale che viene mandato lontano, nel deserto a trovare il proprio spirito libero e ne sarebbe uscito uno sciamano, un guerriero o un grande cacciatore, tornato ad aggregarsi sarà utile alla società) L’accettazione del rito di passaggio emerge un'altra opera di Van Gennep in cui egli critica autori come Marcel Muss secondo cui la prima versione di religione Totemismo animismo che è indicata primitiva poi media politeismo e avanzata monoteismo. Quindi c’è un’evoluzione anche della religione, idea di Mauss e altri che per Van Gennep rifiuta perché c’era per egli uno sviluppo umano non un tipo di evoluzione religiosa. La persona che migra parte dal suo paese, c’è un distacco dalla sua famiglia, gruppo amicale, madrepatria e sicurezze e quando arriva nel paese di approdo vive uno stato di margine, una liminalità, una soglia che deve superare integrandosi e includendosi socialmente, superando la soglia e aggregandosi nella società che affronta. Per Van Gennep noi viviamo tutta la vita dei riti di passaggio, ovvero delle fasi in cui c’è una tripartizione della nostra vita: superiori- università- magistrale/lavoro. Bambini-adolescenti-adulti. È un ciclo continuo, è qualcosa di quotidiano distacco-limen-aggregazione. Van Gennep fa un bellissimo esempio per comprendere come le persone vivono i riti di passaggio sotto l’aspetto simbolico: egli identifica le culture come una casa con diverse stanze; il passaggio da una stanza all’altra ne identifica il distacco e superando la soglia ci si aggrega, si passa in un’altra stanza. Il rito, in antropologia, è un atto compiuto secondo una determinata procedura in un dato momento e luogo, con intrinseco profondi valori simbolici per una popolazione. Se non vi è un significato simbolico, l’azione diventa semplicemente un’abitudine. I riti di passaggio definiscono l’accesso ad un nuovo ruolo nel mondo: dalla giovinezza all’età adulta mettendo, ad esempio, alla prova il proprio coraggio e la capacità di sopportare sofferenze. È stato riscontrato un alto numero di riti di passaggio violenti e dolorosi per i giovani adulti nelle popolazioni amazzoniche, africane o della Nuova Guinea. Nelle società contemporanee difficilmente vi sono veri e propri riti. Ruth Benedict si interessò e studiò la disgregazione della cultura Nativo Americana, cioè la perdita della loro identità anche a causa dell’irruzione degli Europei, schiavizzandoli e impedendogli di avere una loro cultura. Nel testo IL CRISTIANESIMO E LA SPADA, l’antropologa analizzò e prese in esame durante la 2° guerra mondiale, la cultura nipponica del Sol Levante cioè la società giapponese in relazione alle categorie di famiglia, culto degli antenati, cambiamenti culturali, alla tradizione e all’onore. La società giapponese rappresenta uno degli studi comparati di Benedict anche se una critica che le si mosse fu che non visse in Giappone sul campo ma intervistò solo i prigionieri di guerra giapponesi. 7) Che cosa è la cultura? La cultura determina sia il modo di vedere le cose sia sul comportamento di ciascun individuo. Se questo processo avviene all’interno di un villaggio o di una comunità omogenea, allora “i problemi di convivenza sociale sono attutiti. La collettività è coesa, condivide regole e riti che le forniscono identità e la differenziano dalle comunità circostanti.” (U. Fanietti). La cultura, poi, si cristallizza in simboli, concetti e parole condivisi in una società (interazionismo simbolico) e attraverso cui una società prende consapevolezza di sé. Grazie a questo codice ogni individuo in un dato contesto sociale prende coscienza della realtà in cui è immerso sia di sé stesso. La cultura svolge una funzione fondamentale nella definizione della propria identità La cultura incide sul come vedere le cose e sui comportamenti di ognuno, pensando che il mondo in cui cresciamo influenza il modo di vedere il mondo, dovuto alla cultura o alla religione. A volte si giustificano dei comportamenti sbagliati grazie alla religione (la poca libertà delle donne afghane o iraniane; l’infibulazione in africa Subsahariana come simbolo della superiorità maschile “perché cosi scritto nel Corano”. LEZIONE 17 8) Che cosa è la descrizione densa? La descrizione densa è un metodo di indagine e di organizzazione dei dati. In antropologia questa (thick) si contrappone alla descrizione esigua o superficiale (thin). Come suggerisce il termine, questa metodologia cerca di andare in profondità ai fatti sociali, cercando di comprendere i significativi relativi al contesto e cercando di far emergere il punto di vista dell’altro per poi rielaborarlo al momento della scrittura interpretativa. Soltanto la descrizione densa, secondo i sostenitori di questa metodologia, se correttamente usata ha il potere di produrre dati analiticamente rilevanti e deontologicamente corretti, evitando classici errori come quelli etnocentristi. MALINOWSKI parlava di oggetti di studio per la piena oggettività della monografia, Geertz parla di soggetti di studio perché sono persone di cui studiamo la loro cultura, pratiche rituali, valori, cosa fanno, come mangiano, scrivendone come fosse un testo. Egli usa una descrizione densa in cui non si sofferma alla superficie ma si usano anche interviste fatte con storie di vita, liberee e ogni seno, simbolo deve essere contestualizzato dalle cornici di comportamento. Un azione, un fenomeno che avviene spesso in una società puo avere un significato in un momento, una cultura, un luogo ma averne un altro in uno diverso!! Come nel rito kula pensiamo di star scambiando solo doni, invece è un segno di integrazione, un fatto sociale totale come diceva Marcel Mauss o come l’interpretazione dei sogni di Freud. Stringere la mano con due mani, avere lo sguardo fisso, il sorridere, fare rumore quando si mangia Giappone. Egli studiò il combattimento dei galli nell’isola di Bali. È convinto che quel rito è la metafora della vita sociale e culturale dei balinesi dove fece le ricerche sul campo, cercando la fiducia e il bene della società, facendogli capire che si sta facendo qualcosa di importante per quella comunità. 9) Esporre il pensiero di Clifford Geertz Non possiamo dimenticare il supporto di Clifford Geertz, uno dei piu importanti antropologi americani che ha portato l’antropologia verso la modernità. Ci fu a fine anni 70 un grandissimo complesso in cui si doveva decidere se l’antropologia contemporanea potesse continuare a fare quelli che sono le sue ricerche e studi; o decidere che tutti gli studi gia fatti sulle comunita Altre, potesse terminare. In realta lo studio e le metodologie delle culture si è pensato di poterlo traslare con quelle che oggi sono oggi le culture urbane con altri tipi di studiosi (sociologi, psicologi sociali, urbanisti e demografi). Clifford Geertz e i suoi studi hanno portato conoscenza e metodologie nuove per l’analisi sociale. Nel 73 esce “INTERPRETAZIONE DI CULTURE”. Che costituisce un aspetto fondamentale per interpretare le culture dato che Clifford Geertz ne da una teoria interpretativa: per Greezt è indispensabile studiare una cultura attraverso i simboli, studiando i suoi significati profondi con la descrizione densa cioè= il mezzo per andare in profondità all’interpretazione delle culture per cogliere i significati piu profondi. (come il significato dei simboli e sogni in Freud). L’immagine rappresentativa metaforica puo essere un iceberg dove se ci fermiamo all apparenza dei simboli, rimaniamo alla punta dell’iceberg. Noi dobbiamo andare in profondità per vedere i tratti culturali. Per Clifford Geertz il suo traduttore è un esperto della propria cultura che esso stesso ci racconterà qualcosa e non è piu solo un traduttore di quello che dicono gli Altri (come succedeva con Malinowski o Franz Boas). Quindi noi dovremmo essere bravi attraverso quello che lui chiama il CIRCOLO ERMENEUTICO a rinterpretare quello che il nostro traduttore ci interpreta. (INTERPRETAZIONE DELL’INTERPRETAZIONE). ///////////////// Secondo Geertz i soggetti, più che gli oggetti di studio, sono gli individui e le modalità della vota quotidiana: il vissuto delle persone, modelli di comportamento, pratica rituali, valori. Per un antropologo, capire questo, significa “scriverle e descriverle” in un testo. Geertz afferma che la cultura va analizzata con nuovi metodi, non più con scienze quantitative che intendono trovare leggi o modelli, ma devono andare nella via dell’interpretazione. Le persone si esprimono per simboli, quotidianamente. Sono proprio i simboli e i valori attribuiti a loro che determinano la visione del mondo di un gruppo e del suo modo di organizzare la vita. Geertz dice che per interpretare una cultura, partendo dai suoi simboli, bisogna isolare gli elementi fondamentale di quella cultura e poi successivamente si comprendono e delineano le relazioni tra loro, interne ed esterne, e in ultimo di passa a generalizzare il sistema culturale delimitando i tratti principali che lo delimitano prendendo come punti fermi i simboli più importanti di quella certa cultura. Così i simboli perdono significato dalla loro funzione che hanno all’interno delle cornici di comportamento. Si usavano le formule latine cristiane per insegnare alle persone le preghiere, ecco perché il sacerdote accettava la magia. Secondo De Martino, la presenza in senso antropologico, è la capacità di conservare nella coscienza le memorie e le esperienze necessarie per rispondere adeguatamente ad una certa situazione storica, partecipandovi attivamente attraverso l’iniziativa personale e andandovi oltre attraverso l’azione. Significa quindi esserci come persone dotate di senso in un contesto dotato di senso. Il rito aiuta l’uomo a sopportare una sorta di “crisi della presenza” avvertita di fronte alla natura, sentendosi minacciato. I comportamenti stereotipati dei riti offrono rassicurazioni, costruendo modelli che verrà poi chiamata “tradizione”. 8) Parlare del pensiero di Ernesto De Martino De Martino si rifà alla filosofia Benedetto Croce da cui ereditò l’indirizzo storicista, fu suo maestro. Ernesto de Martino cerca con le sue ricerche di dare voce e dignità al Sud Italia, infatti uno dei suoi testi si chiama “sud e magia” perche lui parla di indagare tutti quei riti considerati atavici, superstizioni e antichi… che in realtà si vedono ancora fare, per chi è scaramantico. Scaramantico è creduto da alcuni come chi è stupido e credulone, non acculturato. De martino vuole dare una dignità a questo essere ancorati alla magia, perché fa parte della nostra cultura, servivano a raggiungere qualcosa come fortuna o come rito apotropaico. Bisogna quindi conservare un sapere atavico, come il pianto funebre rituale che fa parte della cultura Siciliana e non può essere eliminato o dimenticato o considerato inutile, bisogna rispettarli. La jettatura, potenza del negativo, ne è un esempio. Essa sopravvisse nel sud italia per ragioni storiche geografiche= il sud italia era un centro di vita per il commercio via mare ma con la caduta dell’impero romano e l’arrivo delle popolazioni barbariche, la potenza si trasferisce al centro Europa (Francia; Germania) vicino al nord italia che fu maggiormente incluso nei progetti di rivoluzione e cambiamento, mentre il sud italia rimaneva isolato ancorato alle vecchie tradizioni, riti, senza possibilità di evolversi. Napoli non cambiò modo di pensare, l’illuminismo e i borghesi illuministi che credevano nella luce della ragione non la intaccarono. ////////////////////////////////// Egli pensa non sia possibile ridurre l’esperienza umana ad un’indagine scientifica: se le scienze sono “pseudoconoscenze” destinate ad avere semplici applicazioni pratiche ed utilitaristiche, la vera conoscenza è solo storica ossia una conquista di livelli di autoconsapevolezza sempre maggiori. De Martino estende la filosofia crociana alla religione e all’etnologia, diventa più critico nei confronti del naturalismo dell’antropologia francese e britannica: esse sono incapaci di rendere l’idea della dimensione storica dei fenomeni culturali tipici dei popoli primitivi. Il filosofo e antropologo si discosta dal progetto di Croce: si rende conto che una realtà storica come quella del mondo magico non può essere compresa “dall’esterno e dall’alto” ma solo “dall’interno”. È quindi centrale, per comprendere l’universo magico, analizzare la costruzione della realtà magica la quale ruota intorno al concetto di presenza: “esserci nel mondo”, stato da cui l’uomo fugge per l’insopportabilità del non-esserci. La crisi della presenza ed il riscatto dalla crisi si supera attraverso il rituale magico-religioso. LEZIONE 20 10) Parlare del pensiero di Claude Lévi-Strauss Antropologo di origine francese, nasce nel 1908 e morirà a 101 anni, fu uno dei piu importanti teorici della teoria strutturalista dell’antropologia. Per Levi-Strauss le culture umane sono formate da strutture comuni, come tasselli che si uniscono e conformano in modo differente ma mantenendo una struttura/ conformazione comune (la struttura familiare, il taboo dell’incesto) La società si basa su categorie binarie e contrastive dette anche oppositive per comprendono le culture umane che hanno una struttura comune ma in modo diverso. I sistemi binari permettono di comporre le varie forme culturali per analogia e contrasto: cotto vs crudo; caldo (società calde occidente) vs freddo (società fredde oriente-extra europee). Levi-strauss cosi dimostra la sua idea di contrasto all’etnocentrismo occidentale e all’idea positivista 800esca che la società altra sia fatta di primitivi e che siano solo le società occidentali quelle civilizzate al centro del mondo e cultura. Le società calde sono di tipo dinamiche nell’accettare il mondo umano e il cambiamento; quelle fredde sono bloccate congelate nella loro condizione rimangono statiche allo scorrere degli eventi storici. ////////////7 Secondo Strauss l’organizzazione della vita sociale è un insieme di sistemi a carattere linguistico, basati su livelli di attuazione dei processi si scambio. Per lui il compito della sociologia è indagare i codici sulla base di quelli si costruiscono delle norme sociali. Strauss diede il suo più grande contributo antropologico nella concezione dei rapporti di parentela. Ritenne necessario costruire sulla base dello scambio matrimoniale la trama essenziale del tessuto che dà forma alla società che rappresenta il principio fondamentale grazie a cui è possibile comprendere il funzionamento di molti sistemi di parentela. Questi sistemi infatti possono essere interpretati come il risultato di combinazioni differenti di alcuni ben definiti modelli elementari destinati a regolare la comunicazione fra i vari gruppi. 11) Parlare della parentela e dell’atomo di parentela nel pensiero di Lévi-Strauss Alla luce della TEORIA STRUTTURALISTA DI LEVI-STRAUSS ha cercato di comprendere le corde sottese della cultura umana e analizzarne i sistemi parentali. Il matrimonio ( fra cugini ) è un elemento centrale della vita sociale relazionale dei gruppi, il matrimonio serve a creare nuove relazioni e gruppi. I tabu se vengono scritti come regole da non essere infrante, soprattutto sotto l’aspetto religioso, cancella il bene dall’utilizzo di tutti! Oppure non verrebbe seguita come regola. La loro “infrazione” porta tutta la comunità, e non solo l'individuo, ad essere impuro e, quindi, per tornare puri bisogna attivare un complesso sistema di riti di purificazione che ricadono su tutti gli individui. LEZIONE 22 6) Parlare del fenomeno transessuale Le questioni di genere e transgender sono uno studio di caso in profondità inerenti alla realtà fenomenica che viviamo, la quotidianità che abbiamo qui fuori. Il fenomeno transessuale rientra nelle problematiche di genere. Il Genere per molto tempo è stato inteso come sola differenza maschile o femminile, per natura si pensava esistessero solo questi due generi. Ma la natura sociale psicologica del mondo che viviamo ha presentato nuove ipotesi. Dagli anni 70 tutto cio che si presentava in maniera assoluta, definita a priori è stato posto sotto “processo di decostruzione”, prendendo le categorie sociali come oggetti e poi decostruirli per capire come si sono formati per capire come si sono costruite le categorie di genere. L’analisi di “decostruzione” degli anni 70 ha condotto al risultato che il genere è una COSTRUZIONE CULTURALE. Il transgender rientra in questa decostruzione culturale. Si pone il problema della legittimità culturale del transgender. La sua identità è co-costruita e negoziata tra individuo e società. Hirschfeld sostiene che il fatto che esistano solo uomini o donne sia una catena sociale, una convinzione sociale culturale. Dato che è stata una costruzione sociale quella di pensare di appartenere ad un singolo genere specifico e quindi figure come il transgender o l’omosessuale sono una decostruzione di questa convinzione sociale culturale, sono figure diverse dalla convinzione binaria MF radicata nel tempo, quindi viene decostruita perché si insidiano tra il maschio e la femmina e si insinuano di essere qualcosa che è ALTRO poiché non tutti rinunciano alla loro fisicità. Per questo questa transizione può durare per tutta la vita, senza un operazione ormonale chirurgica, dato che un uomo puo sentirsi donna ma senza rinunciare alla propria fisicità, sono degli IBRIDI. L’identità sessuale e di genere sono due percorsi differenti. Sessuale= si è donna o uomo per le proprie caratteristiche fisiche, assegnata alla nascita. Di genere= è culturale, gli spazi, posture, modi fanno parte della finzione o decostruzione. Quest’identità è costruita, come si nasce femmina e si diventa donna e come si nasce maschio e si diventa uomo, così gli “anormali” non si riconoscono nella condizione binaria M/F e diventano FTM o MTF. Il gruppo transgender quando non accettato dalla società di appartenenza e approdo arriva alla liminalità (Van Gennep) ai margini in un luogo dove non si è ne da una parte ne dall’altra. Questo perché il gruppo lo ritiene diverso, estraneo, anormale come succede nei clan o caste indiane per paura della contaminazione, alterità che escludono chi non è riconosciuto socialmente nel gruppo. Si sentono nel limen perché emarginati dalla società da cui si auto escludono. I transgender (coloro che vanno oltre l’identità sessuale) sono a realtà tra due realtà e messi ai limiti della società perché non capiti e produttori di conflitti sociali: invadono sia gli spazzi neutri sia quelli delimitati tra di essi M o F. Il termine “transessualità” indica la condizione di chi, pur essendo nato con un sesso anatomicamente certo, si considera apparentemente dell’altro sesso e vuole assumerne le caratteristiche fisiche tramite terapie ormonali e chirurgia. Vi è una distinzione da fare tra due termini: l’identità di genere si riferisce alla percezione si sé che ha la persona, mentre l’identità sessuale corrisponde a quella naturale con cui si nasce, M o F, con o senza attributo maschile. Il termine “transgender” viene attribuito agli individui che non si sentono nel sesso giusto, e non riescono, solitamente, ad identificarsi nel binarismo classico “maschile” e/o “femminile”. Dagli anni 70 si pose sotto processo l’assolutezza dell’esistenza di solo due generi: la ricostruzione analitica conduce al concetto che il genere sia una costruzione culturale. I trans, non appartenendo ad un genere preciso, sono portatori di stigma sociali e perciò creano un elemento di disturbo nella popolazione. L’individuo transessuale non è accettato dalla sua società di provenienza e questo provoca un rifiuto anche dalla società del paese di approdo, dal gruppo di appartenenza. Così la persona è in completa solitudine, doppia esclusione. 7) Decostruire l’identità sessuale e di genere L’identità di genere non va confusa con l’orientamento sessuale: l’identità di genere infatti si riferisce esclusivamente alla percezione di sé che ha la persona, mentre l’orientamento sessuale si riferisce all’attrazione verso uno, l’altro o entrambi i sessi, l’identità sessuale il genere con cui nasci normalmente. Il termine transgender include invece tutte quelle persone che hanno un’identità di genere diversa rispetto al proprio sesso biologico e in generale chi non riesce a identificarsi nel classico binarismo “maschile” e “femminile”. Il fenomeno delle persone transgender rientra nella problematica del genere. Per natura si pensava solo a due generi definiti. La realtà psicologica e sociale ha presentato anche altre ipotesi. In psichiatria fino agli anni 70-80-90 l’omosessualità/ transgender era una questione patologica. Il tema transgender si complica nel momento in cui ad esso si somma la problematica migratoria. Nel processo di marginalizzazione (esclusione) dove non si è ne qui ne li per i migranti, ne maschio ne donna, diviene piu preoccupante nel paese di approdo se mancante di legami di gruppo. Il loro essere ai margini della società gia nel paese di origine, porterà la discriminazione anche in quello di approdo dal gruppo di appartenenza, sentendosi escluso doppiamente quindi nullo. (meno si sa piu si autoesclude una persona) Spesso questi individui transgender si autoescludono per superare ed evitare le esclusioni del mondo esterno o si ritrovano a vivere tra loro simili. Il primo autore che si occupò di fenomeno transessuale fu Hirschfeld, psichiatra tedesco durante la scesa del nazismo, direttore dell’istituto di scienze sessuali a berlino in germania, questo distrutto dai nazisti. Negli schedari si trovarono fascicoli di ex pazienti di Hirschfeld, considerati una minaccia costante per il regime. Da transessuale venne chiamato “disforia di genere”, come un disturbo. Il transessuale transita da donna a maschio, con definizione FTM (usato in chirurgia) La transessuale transita da maschio a donna, con definizione MTF (oggi usato in chirurgia) L’individuo trans è in transito per un percorso che puo durare tutta la vita o fino al momento dell’operazione