Scarica Discipline Demoetnoantropologiche, paniere completo di tutte le domande aperte e chiuse e più Panieri in PDF di Antropologia solo su Docsity! DISCIPLINE ANTROPOLOGICHE Lezione 1 01. Antropologia significa Studio sull'uomo 02. La ricerca antropologica italiana fino agli anni Settanta si è occupata principalmente Della cultura contadina 03. Cosa cercavano i demologi dalla cultura contadina? La ricerca di autenticità 04. Nell'Ottocento gli antropologi come venivano chiamati? Antropologi da poltrona 05. Le informazioni inviate agli antropologi alla fine dell'Ottocento da commercianti, evangelizzatori e soldati che limite aveva? Il limite era la perdita dell'oggettività perché era presenta già il punto di vista di chi scriveva 06. Con “Armchiar” identifichiamo Gli antropologi da “poltrona” 07. Il punto di vista nelle relazioni di evangelizzatori, soldati e commercianti era Quello dell'uomo bianco che si riteneva superiore 08. L'animale culturale è Quello che studia l'antropologia culturale 09. Jean de Levy studiò la popolazione Tupi 10. James Frazer ritiene Che la magia utilizzata dai selvaggi sia la prova della loro inferiorità 11. L'antropologia studia l'uomo sotto quale aspetto Culturale 12 Cosa studia l’antropologia L’antropologia è una branca scientifica sviluppatasi in particolar modo in epoca moderna che studia l'essere umano sotto diverse prospettive (sociale, culturale, morfologica, psicoevolutiva, sociologica, artistico-espressiva, filosofico-religiosa), indagando i suoi vari comportamenti all'interno della società. Nata come disciplina interna alla biologia, ha acquisito in seguito anche un importante valore umanistico Cosa studia l'antropologia 13 Commentare il racconto del cittadino americano medio Nel racconto sul cittadino americano medio si parla di quest’uomo che ringrazia di essere nato americano, perché sente essere il migliore di qualsiasi altro popolo. Eppure il cibo che mangia, gli abiti che indossa, gli oggetti che usa, tutto ciò di cui si circonda mentre continua ad autocelebrarsi per il solo fatto di essere americano, ha origini e provenienza da ogni parte del mondo. Questo mi fa pensare e capire che bisognerebbe smetterla di farsi accecare solo dal proprio ego finendo per convincersi di essere superiori solo in base a caratteristiche che si definiscono “favorevoli” rispetto ad altri. C’è bisogno di far aprire bene gli occhi e le orecchie a chi si ostina a tenerli chiusi senza voler sentir ragioni, ed è anche e soprattutto con l’apertura al dialogo da parte di questi soggetti può avvenire il vero cambiamento. 14. Esporre il pensiero di James Frazer James Frazer si colloca nel periodo vittoriano e coloniale; il suo pensiero è influenzato dall’evoluzionismo. Egli, inoltre, ritiene i fenomeni religiosi dei popoli primitivi “un retaggio, attestazione e analogia con pensieri primitivi sulla mentalità religiosa e il complesso sistema di operatività nel reale”. Chiama tutto ciò Magia; per lui religione e Magia sono antitetiche, e cioè la Magia è comparsa molto prima dell’introduzione di qualsiasi religione Lezione 2 01. Per tylor il primo tipo di forma religiosa è L'animismo 02. Il concetto di cultura di Edward Tylor è Scritto da occidentali per occidentali. Intriso di colonialismo britannico 03. Per Tylor le popolazioni erano passate per tre fasi Selvaggi, barbari e civili 04. Nel 1871 Edward Tylor scrive Primitive Culture 05. Commentare il concetto di cultura di Edward Tylor Secondo Edward Taylor la cultura, intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che racchiude le conoscenze, credenze, costumi, arte, diritti, la morale, e tutte le capacità acquisite dall’uomo come membro di una società. Questo concetto per Taylor giustificava una superiorità bianca e inglese sulle altre popolazioni, dette “primitive” perché bloccate in una fase precedente a quella della vera cultura (ossia quella occidentale). 06. Esporre il pensiero di Edward Tylor E. Taylor nella sua opera “Primitive Culture” (1871) indica tre strati differenti dell’evoluzione sociale che vanno interpretati come 3 step evolutivi della religione; per Taylor la religione è frutto di un continuo e costante sviluppo. -1°step: Animismo, ossia la concezione che ogni oggetto (piante, rocce,ecc.) possiede uno spirito interno; successivamente si è sviluppato il culto degli antenati e poi il Feticismo, ossia un’entità extra umana presente in un oggetto che poi si carica di magia. -2°step: Politeismo, cioè religione come quelle della Roma e Grecia Antica, dove si veneravano molteplici dei. -3°step: Monoteismo, per esempio il Cristianesimo, che Taylor definisce religione della vera e sola civiltà che segue un solo e unico Dio. Lezione 3 01. Henry Morgan divide le società in Tre periodi etnici: Selvaggio-Barbaro-Civilizzato 04. Cesare Lombroso scrisse La donna criminale 05. Cesare Lombroso e l'antropologia criminale Cesare Lombroso è ricordato come esponente italiano dell'antropologia criminale. La psichiatria criminale è la ricerca degli indicatori che permettono l'individuazione chiara e precisa dell'uomo e della donna criminale. I suoi scritti sono: "La donna delinquente, la prostituta e la donna normale" e "L'uomo delinquente". Lombroso basava la sua teoria sulla presunta scoperta di un carattere peculiare dei criminali: aveva esaminato il corpo di un brigante morto e aveva notato una fossetta di alcuni centimetri sulla base del cranio, e pensò fosse insolito e caratteristica del cranio dei criminali. Solo dopo un po'di tempo si scoprì l'in Lezione 6 01. Il Manifesto della Razza viene pubblicato Il 5 agosto 1938 sulla rivista: La difesa della razza 02. La razzializzazione è La rappresentazione delle differenze tra i gruppi umani come derivanti da fattori biologici 03. Il Italia non presero la tessera del Partito Fascista 12 docenti su oltre 1000, questa è la versine tradizionale 04. L'articolo 1 del Manifesto della razza inizia col sostenere che Le razze umane esistono 05. Il Manifesto della razza sostiene che Bisogna essere fieramente razzisti 06. Commentare il Manifesto della Razza fondatezza della teoria. Il Manifesto della Razza è composto da 10 punti fondamentali che cercano di dividere e differenziare le razze, e lo fa usando parole che hanno lo scopo di ammaliare chi legge, coprono il loro etnocentrismo e razzismo con belle parole e finta benevolenza; in alcuni punti si nega l'esistenza di razze superiori e inferiori ma solo razze differenti, eppure il Manifesto è colmo di parole piene di senso di superiorità, e arriva addirittura ad affermare che bisogna essere fieramente razzisti perchè le razze europee sono biologicamente più sviluppate e il sangue italiano e ormai puro da tempo e per questo considerato simbolo di nobiltà; proprio per questo il manifesto nega anche l'accoppiamento tra razze europee ed extra-europee (indiani,africani,americani). In conclusione, ritengo che tutto questo razzismo ha influenzato molto le folle, finendo per radicarsi, e per generazioni si è trascinato e continua ancora oggi a trascinarsi, e che mai come oggi deve continuare ad essere combattuto Lezione 7 01. Bronislaw Kasper Malinowski continua i suoi studi in Inghilterra 02. I dettami della teoria di ricerca sul campo di Malinowski sono Tutte le rispote sono esatte 03. La ricerca più famosa di Malinowski si svolge nelle Isole Trobriand 04. Il testo di Malinowski più importante è Argonauti del Pacifico Occidentale 05. Esporre i dettami del metodo etnografico I dettami del nuovo metodo etnografico sono 4: 1. campo prolungato nel luogo di ricerca, stare a contatto con i soggetti studiati, annotare e assimilare ogni loro azione, caratteristica, modi di fare, etc. 2. osservazione partecipante, ossia instaurare un rapporto empatico con gli abitanti del posto per entrare a far parte del gruppo e osservare partecipando, facendo sì che si fidino di te. 3.scrittura continua di un diario da campo, definibile scrittura etnografica. 4. la restituzione di una monografia alla comunità scientifica, come conclusione scientifica di un lavoro antropologico. 06. Parlare del metodo di ricerca di Bronislaw Malinowski Per Malinowski essere antropologo e fare ricerca sul campo significava andare personalmente sul campo dove risiede la popolazione che si vuole studiare,impiantare lì il proprio campo, e rimanere a contatto con i soggetti\oggetti di ricerca il più possibile, studiando e annotando dettagli della vita sociale, della famiglia, dei metodi di apprendimento, delle usanze, dei miti e dei riti, i metodi di costruzione degli oggetti Lezione 8 01. L'abitudine al ricercatore è una parte fondamentale nella ricerca di Bronisalw Malinowski 02. Un buon ricercatore per Malinowski ha Pazienza, sensibilità e riesce a far sì che gli indigeni si fidino di lui 03. Va preso in esame per Malinowski durante la ricerca Lo spaesamento del ricercatore 04. La stesura dei risultati per Malinowski deve essere imparziale e sincera 05. Delineare il processo teorico della ricerca sul campo I principi metodologici possono essere divisi in 3 la prima lo studioso deve possedere reali obiettivi scentifici,2 deve mettersi in condizione di lavorare senza la presenza di altri uomini bianchi in mezzo agli indigeni, la terza deve applicare un certo numero di metodi particolari per raccogliere le proprie testimonianze 06. Bronislaw Malinowski e l'osservazione partecipante Malinowski, durante la sua ricerca alle isole Trobriand visse insieme alla popolazione locale, partecipando alle pratiche collettive della comunità, ascoltando i loro miti e assistendo alla celebrazione dei riti. L’obiettivo era quello di conoscere a fondo la cultura presso la quale egli si trovò immerso. L’approccio fu olistico, il suo intento era quello di studiare ogni aspetto della loro cultura, intesa come un sistema composto da parti interconnesse l’una con l’altra in senso funzionale. L’antropologo attraverso l’osservazione partecipante visse tra i nativi come uno di loro e dopo un po' di tempo riuscì ad instaurare con loro un rapporto di comprensione, empatia e fiducia, e venne considerato parte integrante del gruppo di soggetti che stava studiando. Lezione 9 01. L'eredità culturale per Malinowski è L'insieme dei miti, riti, tecniche di costruzioni, saperi e tradizoni trasmesse da una generazione all'altra 02. Bronislaw Malinowski critica il pensiero di Sigmund Freud sulla teoria Edipica 03. La genealogia Per Malinowski è Una tavola dove si descrivono le relazioni parentali collegate 04. Per Malinowski per studiare le relazioni parentali Bisogna sviluppare delle tavole genealogiche 05. Lo studio della parentela di Bronislaw Malinowski Per Malinowski le tavole genealogiche sono forme concrete di una costruzione dell'indagine parentale e delle relazioni familiari. Una genealogia è una tavola sinottica di un certo numero di relazioni di parentela collegate. Il suo valore come strumento di ricerca consiste nel fatto che permette al ricercatore di porre domande che egli formula per sé "in abstracto" ma che può porre concretamente all’informatore indigeno. Come documento, il suo valore consiste nel fatto che fornisce un certo numero di dati autentici, presentati nel loro raggrupparsi naturale. Lezione 10 01. Marcell Mauss chiama il dono Fatto sociale totale 02. Gli oggetti scambiati nel Kula sono Un bracciale (soulawa), una collana (mwali) e oggetti comuni (gimwali) 03. Il Kula è un rito che si pratica Nelle Isole Trobriand 04. Il Kula è un rito che Permetteva di condividere diversi oggetti e rinsaldare le relazioni 05. Parlare del rito del Kula Il rito del Kula, praticato nelle Isole Trobriand, ha come tradizione lo scambio di due tipi di beni: i Soulava(collane di conchiglie rosse) e i mwali (bracciali di conchiglie bianche). Le prime circolavano nelle canoe sulle isole solo in senso orario, i mwali in senso antiorario, perché potevano essere scambiati solo i soulava pe mwali, e i mwali per soulava. Questo tipo di rituale permetteva, però, un altro tipo di scambio, tra i partecipanti, con oggetti di uso comune (gimwali). Lo scambio avveniva attraverso dei cerimoniali, riti, nei quali si raccontavano storie sacre e principalmente il mito di fondazione dell'eroe culturale.Il Kula, quindi, aumentava e rinsaldava le relazioni amicali e parentali dei gruppi, influenzava la possibilità di accedere a posizioni di potere, serviva come mezzo per la produzione rituale delle prue dipinte delle piroghe e delle canoe utilizzate nelle trasversate e diversi tipi di scambio: bracciali e collane solo tra di loro, gli altri beni solo dopo lo svolgimento del rito Kula. Lezione 011 Studiato anche da Freud Il Trickster rientra nel mito è un “creatore per gioco”, un “briccone”, un “turlupinatore” a volte “turlupinato”, un Truffatore che alcune volte viene truffato, uno che può indicarti la via o fartela perdere, fortemente ambivalente, né buono né cattivo. 08. Cosa è il mito? Il termine greco mythos significava, per es. in Omero, semplicemente «discorso» o «narrazione» Il mito, o storia sacra per utilizzare una definizione culturalmente corretta, fonda la realtà ovvero il mondo come lo conosciamo è formato in un certo modo perché una divinità, una entità extra-umana,un essere supremo, un signore o una signora degli animali, un dio unico ha creato un tipo di realtà il mito rende accettabile ciò che è necessario accettare (per es. la mortalità, le malattie, il lavoro, la sottomissione gerarchica, ecc.) e assicura stabilità alle istituzioni; provvede, inoltre, a modelli di comportamento Il mito, dunque, non spiega, per un bisogno intellettuale, le cose ,ma le fonda, conferendo loro valore .I miti possono essere di creazione del primo uomo, di fondazione dell'eroe culturale (l'eroe mitico che porta la cultura ad un gruppo. Un esempio può essere il mito di Enea 09. Il rito e il mito il mito fonda la realtà e il rito la attualizza. Sono elementi fondanti della realta' che tendono a spiegare effetti del mondo reale in modo continuo attraverso formule e racconti che si ripetono 10. Parlare del pesiero di Angelo Brelich Brelich è stato Ordinario di Storia delle Religioni alla Sapienza di Roma e uno dei maggiori rappresentanti della Scuola Romana di Storia delle Religioni. Secondo Brelich il mito fonda la realà e il rito la attualizza. Secondo quanto dice Brelich nei suoi scritti, i miti fondano le cose che non solo sono come sono, ma devono esser come sono, perché così sono diventate in quel lontano tempo in cui tutto si è deciso; il mito rende accettabile ciò che è necessario accettare (per es. la mortalità, le malattie, il lavoro, la sottomissione gerarchica, ecc.) e assicura stabilità alle istituzioni; provvede, inoltre, a modelli di comportamento. I miti parlano di tempi passati, spesso non specificati, con personaggi, luoghi, tradizioni e usanze distanti dalle attuali; inoltre hanno varie forme (miti di creazione, di fondazione dell'eroe culturale, cosmogonici,etc). Il rito invece attualizza la realtà perché se gli essere umani vogliono che il mondo continui a esistere e gli uomini a vivere c'è bisogno di un “dispositivo cultuale” (sinonimo di rito) che permetta al mondo e alle donne e agli uomini di continuare la loro esistenza. Per la buona riuscita il rito deve essere fatto sempre allo stesso modo, con le stesse parole, gli stessi gesti, le stesse fasi, perchè altrimenti il rito può essere nullo, ovvero mai effettuato, o nel peggiore dei casi può avere un effetto contrario da quello richiesto. Lezione 014 01. Arnold Van Gennep scrive nel 1909 I riti di passaggio 02. La prima fase dei riti di passaggio è Il distacco 03. La seconda fase dei riti di passaggio è Tutte le definizioni sono esatte 04. La terza fase dei riti di passaggio è L'aggregazione 05. Van Gennep pensa ai riti di passaggio Come qualcosa che vivono continuamente nella loro esistenza 06. Commentare le tre fasi dei riti di passaggio di Arnold Van Gennep Lo studioso di origine belga scrive il testo riti di passaggio ritiene che i riti di passaggio si formino di tre fasi: la prima è il distacco o separazione (riti preliminari), dalla comunità di appartenenza, dallo stato sociale di partenza o da una condizione propria (esempio dalla condizione di nubile o celibe) per poi stazionare, nella seconda fase, sulla “soglia” o margine (riti liminari), né di qua, né di là. In una sorta di limbo. A questo punto l'attore sociale decide se superare la soglia/margine oppure restare dove si trova. Se la supera si verifica la terza fase: aggregazione o ri-aggregazione (riti post liminari) a seconda del rito di passaggio. 07. Parlare dei riti di passaggio La fase più importante è, ovviamente la seconda: il limite, o limen, o soglia, perché è da quella condizione che l'individuo passa da uno stato all'altro oppure, in alcuni casi, resta bloccato psicologicamente, oppure, in altri casi torna nella condizione della prima fase: il distacco. Nel libro, Van Gennep, ipotizza che gli esseri umani riuniti in comunità, che in una parte del testo chiamerà con una metafora “case”, si passa da una stanza all'altra passando attraverso la soglia viviamo continuamente dei riti di passaggio. Lezione 15 01. Margaret Mead fu allieva di Franz Boas 02. L'adolescenza in Samoa è uno studio di Margaret Mead scritto nel 1928 03. i sistemi educativi samoani portano Ad un alto grado di socializzazione 04. La società samoana per Margaret Mead è Semplice e omogenea 05. Parlare del pensiero di Margaret Mead Margaret Mead (1901-1978), allieva di Franz Boas, cominciò a fare ricerca a Samoa tra il 1926 e il 1927. “L'adolescenza a Samoa” è uno dei suoi lavori scritto nel 1928, dopo la ricerca sul campo appunto, ed è uno studio che risalta lo stato adolescenziale migliore delle ragazze dell'isola di Samoa, perché fa emergere come lì i modelli educativi portavano ad esporre le ragazze a meno traumi delle loro coetanee statunitensi-Occidentali. Questo perché sull’isola non esistevano modelli produttivi capitalistici con lo scopo di indirizzare le persone al consumismo, e inoltre non c’erano alternative nelle scelte di vita in cui il giovane giunge durante fase adolescenziale. Inoltre, Margaret Mead, e a Ruth Benedict e Franz Boas, contribuiscono al concetto di "Relativismo Culturale". Portare avanti una ricerca seguendo i dettami del relativismo culturale significa considerare le esperienze "altre" cariche di dignità e possono aver senso antropologico e sociale se viste dal punto di vista culturale di chi andiamo a studiare. Il Relativismo Culturale è un concetto fluido e dinamico nel tempo e adattivo durante le ricerche sul campo. Pensare e progettare ricerche con tale approccio significa dare voce agli “Altri” per renderli partecipi degli studi e capire il loro punto di vista, comprendendo i fenomeni culturali nella loro interezza e particolarità. Lezione 16 01. La cultura incide Sul come vedere le cose e sui comportamenti di ognuno 02. Ruth Benedict studiò La disgregazione della cultura Nativo Americana 03. Nel testo Il cristianesimo e la spada Ruth Benedict analizza la società giapponese in relazione Tutte le risposte sono esatte 04. Ruth Benedict fu Allieva di Franz Boas 05. che cosa è l'identità? L’identità è un concetto pluridimensionale e politematico che contraddistingue una Costruzione Culturale che si appoggia sul sentimento di appartenenza di chi si identifica nella propria cultura. L’identità,come la cultura, è una categoria storica,dinamica e processuale. 06. Parlare del pensiero di Ruth Benedict Ruth Benedict (1887-1948) è una delle grandi antropologhe che insieme a Margaret Mead e Mary Douglas aggiunsero diverse nuove teorie allo studio della cultura e della società. R. Benedict si interessò principalmente della disgregazione culturale nei Nativi Americani. Nel suo importante studio “Modelli di Cultura” (1934), porta avanti la tesi che in ogni società, e quindi in ogni cultura, sono presenti uno o più modelli, lei ne teorizza quattro, ma mai tutti insieme. In un altro testo famoso, “Il Cristianesimo e la Spada” (1949), prende in esame, durante la Seconda Guerra Mondiale, la cultura giapponese, ma non si reca in Giappone, bensì interrogò i prigionieri di guerra giapponesi (e questo le fu criticato in seguito). Il paese è analizzato in relazione a delle categorie: famiglia, onore, tradizione, culto degli antenati, cambiamento culturale, e rappresenta un esempio importantissimo degli studi comparati. 07. Che cosa è la cultura? La Cultura incide sia sul modo di “vedere le cose” che sul comportamento di ciascuno. È ovvio che se tale processo, prima di apprendimento e poi di azione, si svolge all’interno di un villaggio o di una comunità sostanzialmente omogenea, i problemi di convivenza sociale sono attutiti siccome la collettività è coesa, e quindi condivide regole e riti che le forniscono un’identità e la differenziano dalle comunità circostanti. La Cultura si cristallizza in simboli, concetti e parole che vengono condivisi in una società (interazionismo simbolico) e attraverso i quali una società prende consapevolezza di sé. Grazie a questo “codice” di parole e immagini ciascun individuo all’interno di un dato contesto sociale prende coscienza della realtà in cui è immerso e di sé stesso; la cultura svolge perciò una funzione fondamentale nella definizione della propria identità. Lezione 17 01. Per Clifford Geertz il suo traduttore è Un esperto della propria cultura 02. Clifford Geertz studio a Harward 03. Clifford Geertz Fu influenzato da Weber e Wittgenstein 04. Analizzare le culture con al teoria interpretativa vuole dire spiegare i fatti sociali attraverso l'interpretazione dei significati profondi 05. Per Geertz le culture vanno Lette e interpretate con al descrizione densa 06. La descrizione densa è 05. Le società calde sono Società dinamiche e che accettano il cambiamento dei loro membri 06. Il tabù dell'incesto rappresenta Una modalità culturale di aumentare le relazioni 07. Le famiglie possono essere Unilaterali e bilaterali 08. I sistemi familiari unilineari possono essere Matrilineari e patrilineari 09. Claude Lévi-Strauss divide le società in Società fredde e società calde 10. Parlare del pensiero di Claude Lévi-Strauss Claude Lévi-Strauss (1908-2009), antropologo di origine francese, è stato il più importante e massimo teorico della teoria strutturalista applicata all'antropologia. La teoria strutturalista ci porta a cercare di capire le strutture profonde, universali e metastoriche, che sono alla base dell'agire degli uomini. Claude Lévi-Strauss ipotizza che le culture umane sono formate da strutture comuni, come se fossero dei tasselli che si uniscono in modo differente o simile tra di loro, mantenendo comunque una struttura comune. La sua teoria, ancora, si forma di categorie binarie, che al posto dello zero e dell'uno, il sistema binario classico, utilizza categorie contrastive/oppositive per rappresentare i tratti culturali degli individui così da permettere a Levi-Strauss di controllare, ordinare e categorizzare le forme culturali umane. Egli ad esempio dà una rappresentazione simbolica alle società per differenziarle; ne distingue due: le società calde verso le città fredde. Le società calde sono società dinamiche nella misura in cui sono capaci di accettare e sottolineare in modo dinamico gli eventi umani e il cambiamento; le società fredde sono bloccate, quasi congelate, della loro condizione e rimangono statiche allo scorrere degli eventi sociali e storici. 11. Parlare della parentela e del'atomo di parentela nel pensiero di Lévi-Straus Nel saggio del 1945, “L’atomo di parentela”, Lévi-Strauss chiama l'unione di quattro individui (una donna e suo figlio, il marito e il fratello della donna) atomo di parentela, proprio per la loro unione complementare e indivisibile. L’antropologo di origine francese lo considera assolutamente primario e elemento fondamentale delle relazioni esogamiche e parentali, claniche e relazionali. La figura principale è il fratello della madre (lo zio materno), da qui la definizione società o clan Matrilineare, proprio perché la linea di discendenza deriva dalla figura materna, e significa che il gruppo sociale della donna/madre è controllore della stessa donna e della prole. 12. Parlare della famiglia e delle strutture parentali bilaterali Nel saggio sulla famiglia Claude Lévi-Strauss sostiene che la famiglia Occidentale non è né la più complessa né la più comune. La famiglia può essere: Monogamica, ovvero formata da un uomo e una donna; Poligamica, ovvero quando un dei due partner ha altri e diversi partente dell’altro sesso. Si parla di Poligenia ovvero una famiglia formata da un uomo che ha più mogli e di Poliandria quando una donna ha più mariti. Inoltre le famiglie possono essere: Bilaterali: quel tipo di famiglia, specialmente di tipo Occidentale, dove sono parenti sia gli ascendenti del lato materno che quelli del lato paterno; Unilaterale: quel tipo di famiglia, per lo più nelle società di Africa, Asia e America, dove sono parte della parentela solo un lato della famiglia, ovvero quello materno o quello paterno. Lezione 21 01. I Tabù sono Regole che non possono essere infrante 02. Etico per Marvin Harris significa Guardare i fatti sociali dal punto di vista del ricercatore 03. Marvin Harris è uno dei maggiori esponenti del Materialismo storico 04, Emico per Marvin Harris significa Guardare i fatti sociali attraverso le rappresentazioni del mondo dal punto di vista del soggetto studiato 05. Marvin Harris e il materialismo culturale arvin Harris (1927-2001) è uno dei maggiori esponenti della corrente chiamata: Materialismo Culturale da lui definito “una scienza della cultura”. Si contrappone alla teoria interpretativa portata avanti da Clifford Geertz. Per Harris il Materialismo Culturale serve a dare delle risposte o spiegazioni causali delle differenze e delle uguaglianze esistenti nei sistemi culturali, di pensiero e di comportamento, dei vari gruppi umani. L’antropologo americano insiste sul fatto che bisogna guardare i fatti sociali e quindi i fatti umani da un punto di vista proprio del ricercatore, etico, e da un punto di vista che prenda in esame la rappresentazione del mondo del soggetto studiato, emico Lezione 22 01. La persona transgender migrante Si trova escluso dal gruppo di appartenenza e dal gruppo del paese di approdo 02. L'identità sessuale e l'identità di genere Sono due percorsi differenti 03. Il primo autore che si occupò di fenomeno transessuale fu Magnus Hirschfeld 04. FTM significa Chi transita dal genere femminile al genere maschile 05. MTF significa Chi transita dal genere maschile a quello femminile 06. Parlare del fenomeno transessuale Per transessuale indichiamo l’individuo che ha iniziato un percorso che lo/a porterà al cambio di genere, verso il genere percepito, da quello di partenza sessuale. Il fenomeno delle persone transgender rientra nella problematica del genere. Il genere, inteso come differenza maschile e femminile, per molto tempo è stato identificato con la differenza sessuale, rappresentato dal genere maschile e dal genere femminile. Per natura si pensava solo a due generi definiti. La realtà psicologica e sociale ha presentato anche altre ipotesi. I trans non appartenendo ad un genere definito, maschio o femmina, sono percepiti come un elemento di disturbo nel gruppo sociale: la discriminazione è totale. Perciò gli individui trans tendono a isolarsi e autoescludersi perché si sentono “anormali” rispetto ai canoni di normalità imposti dalla società. 07. Decostruire l'identità sessuale e di genere Identità sessuale e identità di genere sono due percorsi differenti. La prima naturale e la seconda culturale. L’identità sessuale, assegnata alla nascita dalla presenza o assenza del membro maschile è qualcosa di dato, attribuito dai così detti “normali” all’individuo appena nato. L’identità di genere invece è la percezione che l’individuo ha di sé stesso, il senso di appartenenza ad un determinato genere, a prescindere dal sesso biologico Lezione 23 01. Appadurai elabora Cinque panorami culturali 02. Per Etnorama intendiamo Il movimento di persone, volontario o meno, che danno vita a diaspore o turismo con nuovi tipi di relazioni 03. La deterritorializzazione rappresenta Uno dei presupposti della diaspora 04. Arjun Appadurai rielabora Il concetto di cultura 05. Arjun Appadurai è uno dei massimi esponenti della corrente degli studi Post-coloniali 06./07 Arjun Appadurai antropologo post-coloniale Arjun Appadurai è un antropologo di origine indiana, di religione musulmana, ha studiato in Inghilterra e attualmente vive e insegna all'Università di New York. È uno dei massimi esponenti degli studi Post-Coloniali. Secondo Appadurai gli scambi e gli intrecci culturali portano a ciò che lui chiama “deterritorializzazione” ovvero l’abbandono del territorio, la migrazione e la diaspora, che porta le persone che viaggiano molto a ricostruire e rinegoziare l'identità, che si trasforma in nuove identità. 08. Commentare i panorami culturali di Arjun Appadurai L'antropologo di origine indiana sistematizza Cinque Panorami Culturali:1.Etnorama o panorama etnico (ethnoscapes): è dato dal moviemento delle persone, sia volontario che obbligato: turisti, rifugiati, diasporici che ricostruiscono nuove forme di relazione sicuramente meno stabili di quelle del paese di partenza; 2.Tecnorama o panorama tecnologico (technoscapes): la “configurazione globale” della tecnologia, dinamica e fluida che supera le nazioni e i confini; 3.Finanziorama o panorama finanziario (financescapes): riguarda l’economia ormai sempre più globale e globalizzata: i flussi di denaro, azioni, cmpravendita di immobili e tutto quello che concerne l'economia nei vari stati. 4.Mediorama o panorama mediatico (mediascapes): costituito dai mass media come: giornali, libri, radio, cinema, televisione. La loro accessibilità è ormai completa e comune e contribuisce a dare nuove immagini, anche ad un pubblico transnazionale, che permettono di veicolare notizie di diverso tipo: politico, economico o di cronaca, narrazioni e immagini che aiutano alla volontà e al desiderio di muoversi. 5.Ideorama o panorama ideologico (ideoscapes): è il panorama dove politica, ideologia e potere si uniscono. Le istanze di libertà, sicurezza, diritto, welfare state, sovranità, e, soprattutto la democrazia vengono rielaborate e immesse di nuovo per rispondere ai tratti culturali dello spettatore/elettore/cittadino. A questo punto elementi di cultura locale diventano forme fondamentali di questo cambiamento. Lezione 24 01. Arjun Appadurai, S. J. Tambiah e D. Gupta criticano 03. Per George E. Marcus le ansie metodologiche sono Tutte le risposte sono sbagliate 04. I campi di interesse di George E. Marcus si indirizzano Sul sistema globale e sul sistema politico capitalista 05. Commentare le ansie metodologiche nella ricerca multisituata La nuova forma di etnografia può portare a quelle che George Marcus chiama Ansie Metodologiche: 1. Limiti dell'Etnografia; studia la formazione culturale di varie località e non con una prospettiva macro; ciò vuol dire che nel progetto di ricerca e nella seguente analisi del terreno, i siti e i luoghi divenuti campo fanno parte del percorso di ricerca. 2. Limiti e Ridimensionamento del Lavoro; nella scrittura etnografica si riannodano analisi lasciate in sospeso e congiungendo materiali diversi non esiste più l'idea dualistica Noi\Loro, ma solo diversi "loro" e diversi luoghi dove questi "loro" interagiscono. 3. Perdita del Subalterno; significa anche perdita dell'idea di " Buon Selvaggio". è lo studio di uno spazio riconfigurato dove l'antropologo trova il suo posizionamento politico e metodologico sul campo. In tal caso la ricerca è comparativa perchè collega e connette relazioni, diversi luoghi e le strutture che emergono durante l'analisi etnografica. 06. George E. Marcus e la ricerca multisituata Marcus indirizza la sue ricerche etnografiche, fin dagli anni '80, su due direttrici di ricerca nel sistema globale e della politica economica capitalista: 1. una ricerca su un solo sito, o campo, diretta a far emergere i metodi di resistenza e adattamento dei soggetti studiati elaborando analisi che facessero emergere i “ritratti sociali” degli individui. 2. una ricerca che prende in esame più campi o luoghi e mette in relazioni “oggetti, identità, significati culturali in uno spazio-tempo più ampio.” È una etnografia mobile (Etnografia Multisituata) che mette in relazioni vari siti e vari campi per sviluppare associazioni e collegamenti tra di loro e alle trasformazioni delle produzioni culturali. Lezione 29 01. Le rotte migratorie sono Un tipico esempio di nuovo sviluppo di studi 02. Le questioni biomediche sono Un tipico esempio di studio culturale sulla tecnologia 03. Moi, le noir di Jean Rouche è Un tipico esempio di studio dei media 04. Le arene disciplinari sono per George E. Marcus Le correnti teoriche e gli studi non riconducibili direttamente all'antropologia 05. I soggetti di studio e le arene disciplinari nella ricerca multisituata Per arene disciplinari possiamo identificare gli studi e le correnti teoriche non riconducibili direttamente all’antropologia ma che per diverse ragioni concettuali possono essere di interesse etnografico. Sono 3 gli ambiti in cui Marcus ritiene che le richerche multi-situate possono dialogare con diversi metodi e ambiti. 1. Studio dei mediarappresentano un tipo di studi sui media. 2.Lo studio culturale e sociale della Scienza e della Tecnologia. 3. I nuovi studi sullo Sviluppo. Lezione 30 01. La tecnica multisituata di seguire la gente significa stare insieme alle persone solo nei riti quotidiani 02. L'etnografia multisituata è una etnografia Mobile 03. La tecnica multisituata di seguire la cosa significa Seguire la circolazione degli oggetti come ad esempio le opere d'arte 04. Nell'etnografia multisituata gli oggetti di studio sono rappresentati per mezzo di Diverse tecniche 05. Come si costruisce una ricerca multisituata? Ci sono diverse tecniche per svolgere una ricerca multisituata: a. Seguire la gente: è il modo che ha l'etnografo per partecipare alla quotidianità dei soggetti di studio; bisogna starci più tempo possibile, anche i momenti che possono sembrare inutili sono ricchi di informazioni utili all'etnografo. b. Seguire la cosa: significa seguire la circolazione di un certo tipo di oggetto materiale, un bene come il denaro, i doni o le opere d'arte nei vari contesti. È il concetto di “catena di merci” di Wallerstein. c. Seguire la metafora: significa seguire segni, simboli e metafore; è la capacità di comprendere le modalità di diffusione di un modo di dire, di pensare o di atteggiamenti. d. Seguire la trama, la storia o l'allegoria: è un tipo di ricerca che segue la cosiddetta “memoria sociale” delle persone e delle comunità. Questo tipo di ricerche mettono in relazione miti e realtà, oppure memoria e dimenticanza e. Seguire la vita, o la biografia: seguire la vita o la biografia di una persona significa raccogliere la storia di vita di un individuo, il suo vissuto, le sue narrazioni. Tale tecnica permette di progettare ricerche multisituate in base alle storie raccontate. f. Seguire il conflitto: questa tecnica si utilizza per questioni di tipo medico, come l'aborto, questuoni bioetiche o giuridiche, questioni sull'uso del copyright e quelle sull'uso di materiale genetico (es. DNA) Lezione 31 01. La repatriation è La richiesta di alcune culture, come gli aborigeni australiani o i mahori neo zelandesi, della restituzione dei loro oggetti o parti di corpi conservati nei musei sparsi nel mondo 02. Giovanni Pinna chiama le culture che richiedono la repatriation Victim countries 03. La dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni delle Nazioni Unite all'art. 13 comma 1 Tutte le definizioni sono esatte 04. La dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni delle Nazioni Unite all'art. 13 comma 2 La possibilità di essere compresi nei procedimenti politici e giuridici e quando necessario la possibilità di utilizzare un interprete o altri mezzi adeguati 05. Cosa è la repatriation? La repatriation, ossia il rimpatrio, è la richiesta da parte di comunità native della restituzione delle collezioni museali storiche, soprattutto se contenenti resti umani. Le nazioni maggiormente interessate a tale dibattito sono l'Australia, la Nuova Zelanda, il Canada e gli Stati Uniti, ovvero tutti quei paesi che hanno vissuto un violento periodo di colonizzazione nel passato. Lezione 32 01. L'antropologia permette alle professioni L'aumento delle competenze culturale 02. L'intervento dell'antropologia significa Utilizzare le competenze dell'antropologia e dell'antropologo per risolvere un problema o rispondere ad un bisogno della comunità 03. L'antropologia può essere utile all'assistente sociale per il superamento Degli stereotipi culturali 04. L'antropologia può essere utile all'assistente sociale per perdere Nessuna delle risposte è esatta 05. Antropologia e servizio sociale Ci sono 4 aspetti dell'antropologia riconducibili al servizio sociale: 1. si parte dal concetto di conoscenza, che permette di acquisire nozioni e informazioni utili per migliorare il lavor dell'assistente sociale. 2. c'è un continuo stimolo all'evoluzione culturale, per distaccarsi dall'egocentrismo e dall'etnocentrismo per riuscire a comprendere gli altri, così da poter poi aiutare altri nel processo di liberazione individuale. L'aiuto dell'antropologia al servizio sociale comprende anche il superamento degli stereotipi culturali. 3. gli assistenti sociali devono aumentare le competenze culturali, accrescendo le conoscenze antropologiche relative alle diverse rappresentazioni della persona, del legame sociale. 4. l'intervento dell'antropologia, di cui si parla quando le conoscenze su questa disciplina sono usate per risolvere un problema o per rispondere ai bisogni della comunità. Lezione 33 01. La religione è Una struttura della società 02. Bisogna mettere a conoscenza una comunità della nostra volontà di studiarla? Sì, per avere uno scambio franco e leale 03. I risultati di una ricerca vanno condivisi. Perché? Perché siano motivo di dibattito e confronto 04. Non nuocere alla cultura/comunità che si studia significa Portare avanti uno studio senza recar danni a quelle persone 05. Etica nella ricerca sociale L'antropologia dipende da una etica che le fornisce l'apparato epistemologico e che gli permette di attivarsi. Attivazione o comprensione che dipende da un'etica consapevole. L’elaborazione di un codice di comportamento etico nella ricerca sociale è stato formalizzato e istituzionalizzato alla fine della seconda guerra mondiale, e prevede 3 punti: 1. La prima regola, secondo il dettame di Ippocrate, è non nuocere. Non nuocere all’individuo o al gruppo che si intende studiare. 2. La seconda regola è il consenso dell’individuo o del gruppo che si va a studiare, così da instaurare fin da subito un rapporto leale e sincero. 3.La terza norma è che i risultati vengano restituiti alla comunità soggetto dello studio per una condivisione delle interpretazioni e che i risultati possano essere, poi, diffusi in tutto il mondo, perché siano occasione di confronto e dibattito. Diaspora e definendo i concetti di diaspora lavorativa, diaspora coloniale, diaspora per commercio e deterritorializzazione. Steven Vertovec trasmette a tre significati di diaspora: diaspora come forma sociale (esilio traumatico, forzato), diaspora come tipo di coscienza (senso di identità) e diaspora come modalità di produzione culturale (globalizzazione). 06. La diaspora secondo Steven Vertovec Steven Vertovec teorizza il significato di diaspora all'interno di una varietà di discipline accademiche, trasmettendo ad almeno tre significati riconoscibili del concetto: - diaspora come forma sociale: esilio da una patria storica e dispersione, associata a uno spostamento forzato, traumatico; Insieme a questo archetipo è sviluppato il sogno del ritorno. - diaspora come tipo di coscienza: fa riferimento al senso di identità e alla consapevolezza che si genera tra comunità transnazionali contemporanee. È costituita negativamente da esperienze di discriminazione ed esclusione e positivamente dall'identificazione con un patrimonio storico o mondo culturale contemporaneo o forze politiche; - diaspora come modalità di produzione culturale: fa riferimento alla globalizzazione; coinvolge la produzione e la ri-produzione dei fenomeni transnazionali sociali e culturali. Lezione 37 01. Fanon eredita da Lacan L'idea di ambivalenza e gerarchia 02. L'autore preferito da Fanon è Lacan 03. Frantz Fanon lavorerà principalmente nel manicomio di Blida 04. La sindrome Nord Africana per Fanon è Una malattia sociale 05. Frantz Fanon nasce Nella Martinica francese 06. Per Fanon la lingua imposta a lui come ad altri è Una forma di colonialismo 07. Frantz Fanon La psichiatria di Franz Fanon deriva dal suo essere autore post-coloniale, ovvero di aver vissuto il passaggio della Martinica, dove nasce nel 1925, come colonia francese e la sua decolonizzazione. Durante la Seconda guerra mondiale comincia a comprendere come si trasforma e si dilaga il razzismo. Laureato in medicina in Francia nel 1951, torna nella Martinica a fare il medico, toccando con mano la povertà economica derivata da problemi politici dei suoi connazionali. Comprende che i mali dei suoi compatrioti, e neri come lui, sono malattie di ordine psicologico e sociale; perciò, torna in Francia a studiare psichiatria. Al termine dei suoi studi pubblica vari articoli scientifici ed esprime un9accusa profonda di razzismo nelle istituzioni manicomiali francesi sostenendo che le sindromi psicologiche acute e psichiatriche delle persone provenienti dal Nord Africa sono delle vere e proprie malattie sociali e sindromi psicosomatiche istituzionalizzate e profondamente iscritte nelle forme più profonde di razzismo e oppressione coloniale. 08. Franz Fanon e Lacan a psichiatria di Franz Fanon deriva dal suo essere autore post-coloniale, ovvero di aver vissuto il passaggio della Martinica come colonia francese e la sua decolonizzazione. Comprende che i mali dei suoi compatrioti, e neri come lui, sono malattie di ordine psicologico e sociale. Pubblica vari articoli scientifici ed esprime un9accusa profonda di razzismo nelle istituzioni manicomiali francesi sostenendo che le sindromi psicologiche acute e psichiatriche delle persone provenienti dal Nord Africa sono delle vere e proprie malattie sociali e sindromi psicosomatiche istituzionalizzate e profondamente iscritte nelle forme più profonde di razzismo e oppressione coloniale. Lo psicologo francese Jaques Lacan è un autore al limite, al confine fra psicologia, psichiatria e linguistica, e sostiene che la follia, o la cosiddetta follia, sia in realtà un qualcosa di piuttosto dinamico e mobile. Questioni centrali nell9idea di Lacan sono le relazioni di comprensione, criteri per comprendere nell9analisi la psicologia e la psicopatologia dell9individuo, e l9intenzionalità, capacità umana di sviluppare delle manifestazioni, delle attività nella realtà. La questione fondamentale nel pensiero di Lacan che Franz Fanon riprende è il concetto di appagamento del desiderio nell9esperienza della vita e come il non appagamento provochi conflitti e psicosi. In Lacan possiamo identificare tre caratteri fondamentali: un significato umanamente comprensibile delle potenzialità dialettiche di sviluppo, la partecipazione sociale dell9individuo, grazie a una comprensione dialettica ovvero linguistica dell9individuo, e il concetto di follia come forma di disordine della persona nel mondo. Lezione 38 01. Fanon critica il Prof. Porot per le affermazioni Sull'apparato medico dell'epoca 02. Con la critica al Prof. Porot Fanon critica La classe medica dell'epoca 03. Per Fanon bisogna utilizzare la psichiatria e L'antropologia e la fenomenologia 04. Il fallimento del test TAT sulle donne musulmane per Fanon è dovuto A non capire che i modelli di domande sono tarate per gli occidentali e quindi non nell'universo di senso delle donne musulmane 05. Per Fanon il lavoro competente con un'altra cultura significa Conoscerla 06. La critica post-coloniale di Frantz Fanon Fanon critica lo psichiatra francese Porot, che sosteneva che la malattia mentale musulmana fosse dovuta all'immaturità dell'individuo, formata da un primitivismo psichiatrico per cui l'individuo non riesce ad evolversi. Fanon critica l'assenza di basi scientifiche di questa teoria e soprattutto rende noto il fatto che i metodi che lui stesso utilizza per gli Occidentali (come il TAT), sui pazienti musulmani non hanno alcun valore siccome l’immaginazione e l’immaginario sono possibili solo nella misura in cui il reale ci appartiene; quindi nelle figure che non appartengono al nostro mondo culturale queste rimangono estranee e non vengono nominate nella narrazione. Fanon conclude sottolineando che per lavorare in modo competente con popoli di diverse culture bisogna prima conoscere la cultura e le usanze di quei popoli. Lezione 39 01. Nei vecchi manuali di psichiatria i musulmani Nord Africani erano considerati Una razza di sfaticati 02. Nelle culture altre la follia è vista Nessuna delle risposte è esatta 03. Per Fanon bisogna avere rispetto del folle perché Tutte le definizioni sono esatte 04. Avere fame di umanità... Era la condizione e voglia del malato mentale musulmano per il trattamento disumano che sopportava 05. Definire la malattia sociale nel pensiero di Frantz Fanon Fanon sostiene che bisogna avere rispetto del "folle" perché egli rimane un uomo e la sua follia è parte della sua rappresentazione del mondo: quello che per alcune culture è una follia per altre potrebbe essere una relazione molto forte con le entità extra umana o con una divinità. La questione importante è la dignità e la centralità dell’essere umano. Fanon sostiene che se si continua a non considerare la variabile culturale, religiosa, geografica, linguistica, di genere e sessuale dei pazienti, il fallimento è degli psichiatri, sia come scenziati che come uomini. Bisogna quindi creare una terapia ad hoc per entrare in contatto con individui di diverse culture, e bisogna iniziare a vederli come uomini che hanno una dignità, e non giudicarli solo in base alla patologia o alla religione. Lezione 40 01. Il musulmano Nord Africano non riconosce la legge Occidentale perché Significa accettare e abbracciare un tipo di cultura non suo 02. Per Fanon uno dei motivi dei fallimenti delle terapie è dovuto All'analfabetismo dei Musulmani, da qui una critica al governo coloniale 03. Per un individuo della tribù dei Kabila confessare un crimine ha Connotazioni sociali, cultruali e religiose 04. Per Fanon per curare una persona bisogna Comprendere in profondità la cultura del paziente 05. Frantz Fanon e la terapia sociale Per Fanon la lingua ancestrale del colonizzato ha una rilevanza fondamentale e nasconde quella "coscienza di sè" che il colonizzatore cerca di estirpare, così da poterlo sottomettere; così come la lingua, anche la giustizia e le usanze e tradizioni altrui, per il musulmano sono difficili da assimilare perchè significherebbe abbracciare una cultura non sua. Fanon sostiene che è necessario un atteggiamento rivoluzionario perché bisogna superare i pregiudizi occidentali e comprendere in profondità la Cultura del Paziente. È ovvio che alcune malattie o alcune dissociazioni siano dovute allo shock culturale dello scontro con la cultura bianca e occidentale e a questo punto bisogna sviluppare un tipo di terapia che rimetta insieme la tradizione e la modernità. Lezione 41 01. Negli anni Settanta dello scorso secolo i Sud America si fa largo un movimento chiamato La teologia della Liberazione 02. La pedagogia critica ha come punto fondamentale La de-scolarizzazione 03. Paulo Freire è stato profondamente influenzato dalla Sua fede cristiana 04. Per Freire pedagogia significa 01. Nell'educazione bancaria Si reificano i meccanismi della società ovvero una società anti-democratica 02. Pe Freire la pedagogia è Un atto politico 03. Freire rifiuta la vecchia pedagogia e la chiama Educazione bancaria 04. Il fine ultimo di Freire è La presa di coscienza dell'individuo che diviene produttore di cultura 05. Freire recupera La superstizione come forma di sapere tradizione e fonte di dialogo 06. Analizzare la pedagogia degli oppressi in relazione alla vita di Paulo Freire Paulo Freire nasce nel 1921 e trascorre la propria gioventù nel Nord-Est del Brasile, la parte più povera del paese, sperimentando in prima persona la povertà. La pedagogia degli oppressi, il testo fra i più importanti di Paolo Freire, viene scritto durante il suo esilio in Cile ed è un9opera piuttosto eterogenea e complessa. Quello che l9autore vuole sviluppare nel suo metodo pedagogico, che potremmo definire pedagogia politica, è la coscientizzazione, tanto sociale quanto in termini di Polis, dell9individuo finalizzata al coinvolgimento del soggetto in un9azione che lo trasformerà. Si vuole innestare nell9individuo una forma di curiosità permanente che gli permetta di sviluppare emozioni che lo porteranno a razionalizzare quella che è la sua presa di coscienza. L9educazione è concepita come una forma di umanizzazione e una forma dialogica i cui punti fondamentali sono curiosità, confronto fra il mondo reale e il mondo delle letture delle idee delle persone, e sviluppo di un criterio di verità improntato alla solidarietà e all9inclusione. Quindi la pedagogia degli oppressi e anche una pedagogia che esprime un mezzo di rifiuto di quella che è la forma pedagogica brasiliana dell9epoca che Paolo Freire chiama educazione bancaria: una forma burocratizzata di operazioni di deposito di informazioni, specchio di una società antidemocratica nella quale subisce un9educazione strutturata in senso gerarchico e unidirezionale. Secondo Freire l9educazione deve superare l9autoritarismo tradizionale ed essere fatta con le persone, in modalità dinamica e dialogica, attraverso una relazione di scambio di domande e risposte tra docente e discente Lezione 46 01. Il Potlatch è un momento Centrale per la comunità 02. La collezione Potlatch è divisa tra Museo di New York , Ottawa e Toronto 03. Possiamo parlare di collezione Potlatch Da quando nel 1921 l'agente indiano William Holliday li sequestra e li mette in mostra a pagamento 04. La richiesta di restituzione da parte dei Nativi Kuakiutl degli oggetti del Potlatch avviene Tutte le definizioni sono esatte 05. I beni immateriali L’espressione patrimonio culturale immateriale è entrata di recente far parte del linguaggio corrente e il suo contenuto, non chiaramente definito, è divenuto oggetto di particolare e allargato interesse. Gran parte dei beni di immaterialità sono canti, letteratura orale, riti, feste, saperi, e possono essere osservati, rilevati, e documentati solo durante l'esecuzione. Anche nei beni materiali c'è la componente immateriale, che è un elemento costitutivo senza il quale non sarebbe possibile avere una reale conoscenza degli oggetti.Le attività di individuazione dei beni culturali immateriali producono documentazioni che incrementano gli archivi multimediali, i quali diventano luoghi di conoscenza dei patrimoni e del territorio. Lezione 47 01. La discriminazione è Un comportamento che consiste nel non trattare allo stesso modo persone o gruppi in relazione a razza, sesso, caratteristiche fisiche e culturali. 02. L'etnocentrismo è Ritenere se stessi e la propria cultura unici e superiori. È una condizioni di tutte le culture 03. L'etnicizzazione è tutte le definizioni sono errate 04. La cinesica studia Il movimento di un corpo nello spazio 05. Parlare dell'Etnia, dell'Etnicizzazione ed dell'Etnico facendo anche degli esempi Etnia è un raggruppamento umano fondato su comuni caratteri morfologici, culturali e linguistici. In antropologia è usato per indicare un gruppo di popolazione cui manca qualcosa di decisivo (ad esempio la compiutezza delle istituzioni politiche) in rapporto alla società cui appartiene l'osservatore. Il termine etnia è ripreso nell'800 da Gobineau come sinonimo di razza e designa anche il processo di mescolanza delle razze. Diventa poi centrale nel XXI sec, con la perdita di sovranità degli stati nazionali: etnia è un concetto intrinsecamente relazionale, che presuppone il riferimento a una realtà ritenuta normale, universale, cui si contrappongono le altre culture particolari. (es: in Sicilia: greci di Messina, lombardi, siciliani, albanesi di Sicilia, camminanti, siculo-normanni). Gli etnici sono gli altri, che si discostano dalle norme della società dominante. Il termine "etnico" nel linguaggio comune si riverisce a una pluralità di referenti: gruppi di popolazione immigrata e minoranze, culture <esotiche=, espressioni e pratiche culturali. Viene utilizzato per menzionare la diversità in modo politicamente più corretto di razza o tribù. L9etnicizzazione è la tendenza a interpretare in chiave etnica tensioni, conflitti e in generale eventi che sono spiegabili su altre basi (sociali, economiche, politiche). 06. Parlare dell'Acculturazione e dell'Assimilazione facendo anche degli esempi Acculturazione: termine usato dagli antropologi per indicare una situazione di contatto tra culture diverse dotate di diverso potere, con i cambiamenti che ne derivano e che consistono generalmente nel fatto che la cultura meno potente è socializzata ai tratti culturali di quella dominante, pur mantenendo aspetti della propria. (es: la colonizzazione in America o in Oceania) Assimilazione: L'assimilazione culturale è un tipo particolare di acculturazione. Con questa espressione si intende quel processo per cui un individuo o un gruppo abbandona la propria cultura e cerca di assumere quella dominante. Solitamente, i soggetti dell'assimilazione culturale sono gruppi etnico-linguistici di origine esterna rispetto ai paesi in cui sono residenti; pur tuttavia, il termine è impiegato anche in riferimento all'assorbimento di specifici gruppi autoctoni (portatori ugualmente di distinte culture e subculture minoritarie) in una comunità statale largamente istituzionalizzata, la cui cultura è ritenuta dal suddetto gruppo etnico minoritario come più sofisticata o prestigiosa rispetto alla propria. In ogni caso, questo processo porta alla perdita di tutte o molte delle caratteristiche culturali che rendevano il gruppo differente e distinguibile. (es: adolescenti figli di immigrati per i quali è più importante avere rapporti con gli altri gruppi che mantenere la propria identità culturale e la propria tradizione 07. Parlare del pregiudizio facendo degli esempi l pregiudizio culturale si manifesta quando persone di una certa cultura giudicano e interpretano cose, fenomeni, avvenimenti, problemi, opportunità, prese di posizione, ma anche convenzioni, simboli, prove e dimostrazioni logiche basandosi unicamente sui propri riferimenti culturali e scambiando questi per leggi. Un pregiudizio culturale può anche essere legato a un pregiudizio facente parte di una cultura. Ad esempio, un pregiudizio riguardante le donne può far parte di una cultura che degrada la donna. Questo tipo di pregiudizio può essere messo in atto da un gruppo contro un individuo, o da un individuo contro un gruppo 08. Razza, Razzializzazione e Razzialismo Razza: Raggruppamento di individui che presentano un insieme di caratteri fisici ereditari comuni. Nel caso dell9uomo, tali caratteri si riferiscono a caratteristiche somatiche (colore della pelle, tipo di capelli, forma del viso, del naso, degli occhi ecc.), indipendentemente da nazionalità, lingua, costumi. Il concetto di razza, privo di fondamento sul piano dell9analisi genetica, è stato spesso utilizzato in senso politico per operare arbitrarie differenziazioni sul piano delle relazioni sociali e politiche. Razzializzazione è il processo attraverso cui un gruppo dominante attribuisce caratteristiche razziali, disumanizzanti e inferiorizzanti, a un gruppo dominato, attraverso forme di violenza diretta e/o istituzionale che producono una condizione di sfruttamento ed esclusione materiale e simbolica. La parola razzializzata/o ci consente di vedere come la razza, che non esiste biologicamente, serva a mantenere rapporti di potere. Razzialismo è un'ideologia europea, prosperata tra la metà del XVIII secolo e la metà del XX secolo, che vede nella razza umana il motore della storia.[1] Tale ideologia non coincide necessariamente con il razzismo, ovvero il comportamento violentemente irrazionale di disprezzo, esclusione o espulsione nei confronti del diverso, ma attribuisce alla segregazione razziale la necessaria condizione per la sopravvivenza e la prosperità dell'uomo civilizzato (caucasico) rispetto a quella dell'uomo selvaggio (nero) 09. Razzismo e razzializzazione Il termine razzismo nella sua definizione più semplice si riferisce ad un'idea, preconcetta[1] e scientificamente errata, come dimostrato dalla genetica delle popolazioni e da molti altri approcci metodologici, che la specie umana possa essere suddivisibile in razze biologicamente distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali, etiche e/o morali, con la conseguente convinzione che sia possibile determinare una gerarchia secondo cui un particolare, ipotetico, raggruppamento razzialmente definito possa essere considerato superiore o inferiore a un altro. In "senso stretto" il razzismo, come teoria della divisione biologica dell'umanità in razze superiori e inferiori, è un fenomeno relativamente recente. In senso più ampio invece si tratta di una generale antica tendenza a discriminare i 'diversi' (nazioni, culture, classi sociali inferiori), e la principale funzione del razzismo, in tutte le varianti, fu sempre di giustificare qualche forma di discriminazione o oppressione. Razzializzazione è il processo attraverso cui un gruppo dominante attribuisce caratteristiche razziali, disumanizzanti e inferiorizzanti, a un gruppo dominato, attraverso forme di violenza diretta e/o istituzionale che producono una condizione di sfruttamento ed esclusione materiale e simbolica. La parola razzializzata/o ci consente di vedere come la razza, che non esiste biologicamente, serva a mantenere rapporti di potere. 10. Parlare delle razze. Esistono? E se sì o no argomentare la risposta Il concetto di razza dal punto di vista biologico, rappresenta una aggregazione di esseri umani o, un insieme di popolazioni appartenenti alla medesima specie, che hanno in comune caratteristiche peculiari tipiche, che possono essere: morfologiche, genetiche, ecologiche o fisiologiche dissimili da quelle di altre popolazioni relative della stessa specie. A partire dalla metà del XX secolo vari studi scientifici sulla genetica, hanno dimostrato che le diverse popolazioni della specie umana, non possono caratterizzare la razza basandosi esclusivamente sulla diversità genetica; essa infatti può essere molto simile anche all'interno della stessa popolazione e tra gruppi etnici diversi. Nel linguaggio comune, la razza identifica l'appartenenza degli esseri umani a determinati raggruppamenti in base ai loro tratti fisici, alla discendenza, alla genetica, o alle relazioni tra tali caratteristiche. È comunemente accettato che le categorie razziali siano dei costrutti sociali di uso comune pur non risultando concettualmente corrette e che dunque i gruppi razziali non possano essere definiti biologicamente. Dal punto di vista genetico la specie umana è unica e per definire i gruppi umani caratterizzati da determinati fattori comuni o tratti somatici peculiari, ritengo estremamente più corretto parlare di etnie. 11. Parlare delal Cinesica e della Prossemica facendo anche degli esempi questa analisi è, ad esempio, l9analisi del corpo della donna algerina; sono pagine veramente celebri per conoscere come Fanon abbia capito che i simboli culturali vengono giocati a seconda di quello che permettono di ottenere. In tal senso oggi Fanon potrebbe essere ripreso per leggere e diagnosticare in modo sensato ed intelligente tutto il dibattito, spesso avvitato su se stesso, sulla questione del velo delle donne musulmane in Europa e in Francia. Fanon ci svela l9Algeria, fotografa il dinamismo che conduce la donna algerina a indossare il velo quando la Francia chiede alle donne di svelarsi come segno di libertà, come atto di distacco dal potere maschile. Ma quelle donne che si velano, e si velano in modo insistente, sono donne e corpi infagottati perché portano lettere ai militanti del Fronte di Liberazione Nazionale, pistole o bombe. Il velo serve per coprire la lotta anticoloniale e quando i corpi devono invece essere non sospetti quelle donne si svelano, diventano occidentali, si tagliano i capelli, sono corpi che devono ingannare i militari dei check point, devono quindi essere analoghi ai corpi delle donne francesi. Quella di Fanon è una prasseologia estremamente vigorosa, dettagliata e profetica per far capire come il corpo culturale delle donne algerine si copra e si scopra a seconda delle finalità, dei contesti e quei corpi ingessati, goffi, quei corpi che ancora non sono pienamente governati, sono la cifra dell9attenzione politica che li attraversa. Ecco allora la cultura di cui abbiamo bisogno: una cultura in movimento, dinamica, che non perda di vista gli interlocutori e le definizioni di sé. 09. Cosa intende Roberto Beneduce con la categoria corpo razziale? Dal 1951 al 1961 Frantz Fanon prepara la sua tesi di laurea, i suoi interventi ai convegni in psichiatria, scrive libri e articoli. I suoi testi sono scritti sugli effetti psichici della colonizzazione e sulle diseguaglianze istituzionali, che hanno l9obiettivo di sferzare le coscienze: il pensiero degli avversari deve essere svelato nelle sue ipocrisie, nelle sue menzogne, la maschera della scienza deve essere strappata via dal volto del razzismo. L9obiettivo di Fanon è quello di liberare l9uomo nero da se stesso che, nel mondo bianco, risulta alienato. Tale processo deve portare all9abolizione del concetto di bianco o nero: Fanon sa che il nero abita una zona di non essere= da quando la schiavitù è stata la più violenta espressione di globalizzazione mai sperimentata, in grado di fabbricare corpi-senza-mondo. Questo processo di disalienazione comincia con l9analisi della parola fra i colonizzati: parlare è esistere; quindi, parlare la propria lingua corrisponde a mantenere la propria identità e la propria memoria. Privilegio che al colonizzato non è garantito, nel rapportarsi al colonizzatore. Espressione questa di potere esercitato dal bianco, che piega il nero, inducendolo ad un9esperienza di nevrosi, privazione, osservabile in corpi perennemente incerti, nervosi, caratterizzati da paure che si curvano nel segno della violenza e della devianza. 10. La libertà in Freire e la libertà in Fanon 11. Comparare Il pensiero di Freire e di Fanon Il pensiero di Paulo Freire ha influenzato innumerevoli studiosi, insegnanti, studenti e organizzazioni in tutto il mondo: a cento anni dalla sua nascita e più di cinquanta anni dalla pubblicazione dei suoi primi lavori, l9eredità della proposta pedagogica freiriana – basata su valori quali umiltà, empatia, amore, speranza e dialogo – è quanto mai attuale nei contesti più disparati. Le applicazioni vanno ben oltre la didattica, toccando in particolare il campo della comunicazione, elemento chiave nel suo modello di insegnamento e apprendimento. Per Paulo Freire una rivoluzione sociale deve essere improntata principalmente all9amore per il prossimo e quindi alla carità, alla solidarietà, alla creazione di reti di relazioni per la trasformazione dell9individuo, all9accettazione della dottrina evangelica e in contrasto al pensiero capitalistico ovvero consumistico. Il motore di cambiamento della vita sociale culturale ed economica del paese è l9uomo solidale e creativo: c9è bisogno di un9educazione diffusa perché ognuno possa sviluppare la creatività a vantaggio di se stesso e di tutto il paese. La cittadinanza, forma essenziale di libertà, parte dall9alfabetizzazione e quindi da un9educazione diffusa. Questo permette un risveglio spirituale e razionale dell9essere umano. Freire sostiene, infatti, che la <coscientizzazione= degli oppressi e quindi la loro formazione come soggetti, protagonisti consapevoli di un movimento politico e democratico, porta l9educazione personale ad una forma superiore di coscienza democratica per far rinascere quella persona come uomo libero. L9aspetto fondamentale dell9atto educativo è la realtà concreta, la vita delle persone coinvolte nel processo educativo. Un9educazione intesa come prassi trasformatrice della realtà, anziché come mera riproposizione di elementi già conosciuti, implica l9immersione nella rete di relazioni che costituisce il mondo, integrando sfera razionale e sentimentale, ragione strumentale e comunicativa. Frantz Fanon è stato una figura chiave della lotta contro il colonialismo europeo. Il suo pensiero innovativo sul razzismo e sul suo rapporto con l9oppressione di classe è ancora estremamente attuale. La grande intuizione di Fanon in Pelle nera, maschere bianche fu di analizzare il razzismo in termini «sociogenetici», negandone qualsiasi origine naturale. Per Fanon la razza è un costrutto sociale; ne consegue che a essere responsabili della sua nascita e della sua prosecuzione sono specifiche relazioni sociali e scopi economici. Il razzismo ha avuto un suo sviluppo indipendente e ha definito gli orizzonti mentali degli individui anche dopo l9uscita di scena di alcuni dei suoi imperativi economici. Fanon insiste che «l9uomo nero deve lottare su due piani», oggettivo e soggettivo: sul piano oggettivo socioeconomico, e a livello dell9esperienza soggettiva, d9identità. Per Fanon, l9affermazione positiva della propria identità è un momento cruciale nello sviluppo dell9autocoscienza; Provare orgoglio per gli attributi razziali denigrati dalla società in persone di colore era un passo fondamentale per sfidare la naturalizzazione delle relazioni sociali alla base del razzismo. Fanon sosteneva che il riconoscimento reciproco era impossibile in una società definita dallo sguardo razziale, in cui le persone di colore erano viste come cose, deumanizzate e depersonalizzate. Fanon non nutriva alcuna speranza di poter superare il razzismo con dichiarazioni di uguaglianza formale poiché, per lui, le persone di colore non erano percepite come integralmente umane ed erano dunque escluse dal contratto sociale. Criticava quanti cercavano il riconoscimento della società già esistente e puntava a un tipo di riconoscimento molto più profondo, capace di ammettere la piena umanità, in termini di desideri e dignità, dei marginalizzati e degli oppressi 12. La follia e il magrebino: analisi post-coloniale di Frantz Fanon Frantz Fanon muove una critica profonda e radicale al concetto di Etnopsichiatria degli anni 950, di concezione razzista, che sosteneva che la questione della malattia mentale musulmana era dovuta a un9immaturità dell9individuo, a un tipo di primitivismo psichiatrico che è una condizione sociale giunta perché l9individuo non riesce ad evolversi. La critica che Fanon rivolge riguarda l9aspetto inerente al razzismo biologico del pensiero psichiatrico scientifico esteso ai risultati del lavoro quantitativo psichiatrico. Fanon esprime una accusa profonda di razzismo alle istituzioni manicomiali francesi e afferma che le sindromi psicologiche acute e psichiatriche delle persone provenienti dal Nord Africa, sono delle vere e proprie malattie sociali e sindromi psicosomatiche, non dovute a tare psichiatriche o malfunzionamenti del cervello, ma istituzionalizzate e profondamente iscritte nelle forme più profonde di razzismo e oppressione coloniale. Questa natura spettrale dei sintomi appare con maggiore evidenza quando si guarda ai dominati, agli esclusi, a coloro che vivono la sofferenza e la follia dentro il contesto di altre perdite o violenze – quelle connesse per esempio alla loro condizione di immigrati, allo sfruttamento, al razzismo o alle quotidiane esperienze della marginalità. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è "impossibile guarire" in un contesto di oppressione e di arbitrio, è invitata a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l'enigma politico della differenza, della malattia e della cura. Fanon illustra le difficoltà che i periti medico-legali incontrano quando devono effettuare perizie psichiatriche su imputati musulmani. Al medico si chiede di accertare se l'imputato fosse in grado di intendere e di volere nel momento dell'atto. In questa pratica i fatti dal punto di vista dell'accusato sono sempre importanti. La confessione dell'atto diventa per il suo autore il prezzo da pagare per il reinserimento in società. Questa dinamica, per Fanon, può esistere solo se vi è un reciproco riconoscimento tra società e individuo. Nel caso dei musulmani algerini autori di delitti, Fanon spiega come si presenti spesso un determinato atteggiamento: mentre i primi inquirenti ottengono spesso una confessione integrale da parte dell'autore del delitto, in una fase successiva l'imputato tende a ritrattare tutto. Questa dinamica lascia gli inquirenti perplessi e complica il lavoro dei medici. Spesso si tende a spiegare tale situazione ricorrendo allo stereotipo del nordafricano bugiardo, come se il mentire facesse parte della cultura di queste popolazioni. Al contrario Fanon cerca di dare una spiegazione analizzando il problema alla radice. Egli considera la situazione in cui si trovano gli Algerini nel momento in cui scrive: è una realtà coloniale, essi sono assoggettati dal Governo francese che ha imposto sul territorio la propria legislazione ed il proprio potere. Si è detto che ammettere la propria colpa è il primo passo per il reinserimento in società, ma il nordafricano si trova in una previa situazione di non integrazione e quindi è, a priori, fuori da tale società che, in questo caso, lo sta giudicando. Egli quindi rifiuta, negando le sue colpe davanti ad un giudice, di riconoscere l'autorità, la validità di tale società dalla quale egli si sente rifiutato. 13. Fallimento della terapia occidentale sui pazienti arabi: il caso del test TAT Fanon parte dalla considerazione che tutto quello che viene fatto con le terapie per gli occidentali, il più delle volte non ha valore né significato per persone che hanno bisogno di supporto psichiatrico di tipo etnico; supporto che deve essere pensato ed elaborato in modalità assolutamente personali e identificative del gruppo etnico di appartenenza. Molti insuccessi sono dovuti anche al personale infermieristico o medico non formato alle questioni etniche, non formato linguisticamente, e non comprensivo delle questioni di relazione tra paziente e medico o psichiatra o infermiere. Fanon sostiene che è necessario superare i pregiudizi occidentali e comprendere in profondità la cultura del paziente affinchè la cura funzioni e sviluppare un tipo di terapia rivoluzionaria, che tenga conto della mentalità, della lingua, dell9alfabetizzazione, della religione, della cultura del paziente. Un aspetto importante di quella che è la questione dialogica nel lavoro di Fanon è quella in relazione a un tipo di test per immagini, il TAT, che sulle donne musulmane non dava gli stessi risultati che dava con le donne occidentali. Quello che emerge è che il solo utilizzo del lavoro quantitativo psichiatrico non ha valore se non supportato da questioni antropologiche e fenomenologiche. Il metodo del test non funziona con i pazienti musulmani e principalmente con le donne musulmane, perché la vita immaginaria non può essere isolata da quella reale: la vita immaginaria che viene richiamata con uno stimolo <culturalmente sconosciuto= non può essere equiparabile a quella determinata da uno stimolo noto. Nel dialogo tra psichiatra e paziente, le figure mostrate nel test devono essere coerenti con la vita sociale e quotidiana dei soggetti: se il test è tarato per donne occidentali le immagini che vengono visualizzate sono riconosciute culturalmente dalle donne occidentali, ma non dalle donne musulmane che sotto l9aspetto religioso hanno anche le questioni e le esigenze molto precise della prospettiva di significato date dal Corano. Ancora la vita immaginaria non può essere isolata da quella reale: il mondo oggettivo può permettere di legittimare e fondare l9immaginario e l9immaginazione è possibile solo nella misura in cui il reale ci appartiene (quindi le figure che non appartengono al nostro mondo culturale rimangono aliene e non possono essere rappresentate nel dialogo). Fanon sottolinea che il modo culturalmente competente di lavorare con le persone di altre culture deve essere sviluppato attraverso una conoscenza di quella cultura e di conseguenza con parole, simbolo e significati propri a quella cultura e immediatamente riconoscibile 14. Commentare la sindrome Nord-Africana nella critica di Fanon Fanon sostiene che bisogna avere rispetto del cosiddetto folle perché egli malgrado tutto rimane un uomo e la sua follia è parte della sua rappresentazione del mondo; rappresentazione del mondo dei musulmani nordafricani che per gli psichiatri aveva un nome: la sindrome nordafricana. Lo psichiatra francese sottolinea come queste persone abbiano <fame di umanità" proprio perché il trattamento nei loro confronti era un trattamento disumano. Quello che dicevano e sostenevano i vecchi manuali di psichiatria che il nordafricano era lento, aveva sempre mal di testa, mal di schiena, non ha voglia di lavorare, entrava e usciva da diversi ospedali o manicomi, senza avere una risposta precisa erano forme di colonialismo medico. Delle volte questa sindrome era considerata come una forma di pigrizia, un modo per non lavorare del musulmano e di cercare di sottrarsi a quelli che sono i lavori più pesanti. Alcuni medici considerano i musulmani Nord africani una <razza di sfaticati=. Il dolore del Nordafricano è giudicato inconsistente sostiene Fanon. E ancora tutte le sue azioni saranno giudicate a partire da degli a priori ovvero che il nordafricano è uno che finge la malattia. Un9altra forma di palese razzismo, sempre nella sindrome nordafricana, è nel dare del tu all9ammalato invece di usare il classico lei che si utilizza per le persone occidentali o europee. Una cosa che troviamo anche oggi in un qualsiasi pronto soccorso di una qualsiasi ospedale dove un migrante è trattato in un certo modo e il bianco occidentale in un modo migliore. Va sottolineato che lo stesso lavoro di psichiatria e di psicanalisi sviluppato nel manicomio algerino di Blida rappresenta un qualcosa di nuovo per la psichiatria contemporanea. Fanon, infatti, sostiene questo: se noi continuiamo a non considerare la variabile culturale, religiosa, geografica, linguistica, di genere e sessuale dei nostri pazienti noi falliamo come psichiatri e come scienziati ma sopratutto come uomini. A questo punto saremo noi a creare una terapia ad hoc per poter entrare in contatto sotto l9aspetto linguistico e sotto l9aspetto culturale con un paziente che ha i tratti culturali diversi dai nostri. Le sue esperienze con pazienti non francofoni, nordafricani e le barriere alla comprensione delle loro visioni del mondo a causa dell'incapacità di impegnarsi con loro in lingua volgare, hanno anche introdotto l'importanza del linguaggio come caratteristica centrale della rivitalizzazione. Essere compresi attraverso la propria lingua madre è fondamentale per il benessere mentale. Non solo il linguaggio struttura la psiche, ma crea un significato. Fanon diresse la sua critica alle rozze interpretazioni coloniali delle malattie psicosomatiche. Questi suggerivano che i popoli colonizzati erano primitivi perché sperimentavano malattie mentali attraverso i loro sintomi corporei. Fanon inoltre non considerò il corpo come un sito per il funzionamento psicologico regredito, suggerendo invece che il corpo svolge un ruolo fondamentale nell'espressione e nella strutturazione della mente e aiuta a costituirci come esseri umani. Infine, considerava l'assistenza istituzionalizzata come una modalità di potere disciplinare nella regolamentazione delle persone: lo vedeva come un meccanismo di controllo indiretto diretto a coloro che mostravano l'incapacità di gestire la natura del doppio legame dei contesti oppressivi coloniali.