Scarica Discorso finale motivazionale concorso TFA sostegno e più Dispense in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! Discorso Motivazionale Chi crede nel valore dell’educazione sa che quello di insegnante è uno dei lavori più delicati e allo stesso tempo più importanti. Agli inizi della mia professione, ho avuto l’opportunità di collaborare in un progetto educativo e formativo in un’ accademia di belle arti che favorivano l’inclusione di alunni diversamente abili, nel contesto universitario. Lavorare con il diversamente abile, infatti, è qualcosa di più profondo, di più coinvolgente ed impegnativo, che non si esaurisce con la spiegazione di contenuti, né con l’uso di particolari metodologie, ma è un qualcosa che ti porta a metterti in gioco quotidianamente e costantemente, anche quando pensi di avere la situazione sotto controllo. Credo che chi sceglie di svolgere le funzioni di docente di sostegno non deve solo saper superare dentro di sé tutte quelle forme di emarginazione nei riguardi degli altri, in modo specifico dei ragazzi diversamente abili, ma deve mettersi nella condizione di accettare, comprendere e mettersi al servizio dell’altro per proporgli gli aiuti necessari ad accrescere tutte le sue potenzialità. Nello specifico l’anno scorso mi sono stati assegnati 4 ragazzi, 2 ragazzi con la sindrome di down, un ragazzo sordo muto e un ragazzo autistico ad alto funzionamento. All’inizio non nego di essere stato in estrema difficoltà, sia perché era la prima volta che mi dovevo confrontare con una tale situazione e sia perché non capivo come poter approcciarmi a loro e interagire con loro ed includerli nel contesto classe. Ho cercato di impegnarmi nell’apprendere il più possibile le modalità per un approccio nei loro confronti. Grazie alla mia costanza, al mio impegno e soprattutto grazie alla tenacia ci sono riuscito. Infatti, ho creato un clima in classe quanto più inclusivo possibile, ho fatto in modo di adeguare gli obiettivi dei ragazzi agli obiettivi della classe, e in tal senso sono partito da un obiettivo curricolare standard destinato a tutti gli studenti e poi da lì ho avviato un percorso di adattamento che ha previsto, varie possibilità quali la facilitazione, la semplificazione e la partecipazione. Ho inoltre adeguato gli obiettivi della classe ai ragazzi disabili semplificando ed organizzando i materiali di studio, utilizzando ovviamente metodi di insegnamento alternativi, mediati da pari quali il circle time ( è un metodo educativo che stimola l’inclusione). Rappresenta un momento in cui gli allievi si siedono in cerchio con un coordinatore (l’insegnante), che ricopre un ruolo di mediatore, proponendo l’argomento. L’obiettivo principale è quello di facilitare la comunicazione tra pari e approfondire la conoscenza reciproca tra gli alunni, in modo da creare integrazione all’interno della classe e di valorizzare le competenze dei singoli e del gruppo. E il cooperative learning (è un metodo didattico in cui gli studenti lavorano insieme in piccoli gruppi per raggiungere obiettivi comuni, cercando di migliorare reciprocamente il loro apprendimento). Mi sono avvalso anche dell’appello emotivo ottenendo bei risultati. Questa esperienza mi ha fatto però ben comprendere che senza una adeguata preparazione in taluni ambiti non si può raggiungere un risultato positivo e pertanto ho ritenuto opportuno iscrivermi al corso di preparazione sul sostegno, cosciente del fatto che solo con uno studio mirato ed approfondito su alcune tematiche potrò sicuramente acquisire le dovute e necessarie competenze che mi permetteranno di poter approcciarmi senza problemi e/o difficoltà con allievi che presentano una qualche disabilità. Ritengo quindi che un educatore competente debba prima capire bene con chi si sta interfacciando e solo dopo aver concordato gli obiettivi e definito i temi da affrontare può prendere la propria personale cassetta degli attrezzi ed operare. Attuare un processo di alfabetizzazione emotiva significa insegnare allo studente a riconoscere e comprendere il proprio stato d'animo fornendogli uno strumento che lo renderà in grado di capire le proprie reazioni, sia che esse siano negative o positive. L’Intelligenza emotiva è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. Nel 1990 due psicologi, Peter Salovey e John Mayer, la definirono come: “la capacità di monitorare e dominare le Emozioni proprie e altrui e di usarle per guidare il pensiero e l'azione”. Successivamente, Goleman affermava che l’Intelligenza Emotiva era più importante del Quoziente Intellettivo per predire il successo nella vita. Egli, infatti, individuava cinque caratteristiche fondamentali dell’intelligenza emotiva: la consapevolezza di sé, il dominio di sé, la motivazione, l’empatia, l’abilità sociale. Per quanto riguarda il successo scolastico, è stato dimostrato che l’Intelligenza Emotiva modera il rapporto tra la capacità cognitiva e la prestazione scolastica. Gli studenti che sono più capaci di capire e gestire le proprie emozioni in modo efficace ottengono risultati migliori a scuola rispetto ai loro coetanei che hanno un’Intelligenza Emotiva meno sviluppata. Una buona intelligenza emotiva garantisce una corretta manifestazione e utilizzo delle emozioni nei diversi contesti sociali, favorendo lo sviluppo di relazioni funzionali. Buone relazioni possono divenire fonte di supporto nell’affrontare le difficoltà nella vita scolastica e non solo, garantendo maggior successo, soddisfazione e serenità. Come sostenuto da Joshith nel 2012, “l'intelligenza emotiva in ambito educativo dipende anche dal modo in cui gli insegnanti manifestano pubblicamente i propri stati d'animo e il loro modo di interagire con gli studenti in classe. I maestri sono il pezzo più importante del sistema educativo”. L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando “ambienti di apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale positivo, trasformano ogni