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dispensa completa cuore e circolazione, Dispense di Anatomia

Dagli organi cavi alla descrizione microscopica e macroscopica del cuore, circolazione fetale, fino alla circolazione arti superiori, inferiori.

Tipologia: Dispense

2022/2023

Caricato il 17/10/2023

123bianchi
123bianchi 🇮🇹

4.5

(2)

14 documenti

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Scarica dispensa completa cuore e circolazione e più Dispense in PDF di Anatomia solo su Docsity! Organi cavi: • Tonaca mucosa: è la tonaca più interna, quella a conta6o con il lume, è cos7tuita da degli elemen7 che sono l’epitelio di rives7mento, una lamina propria che è un conne=vo e funziona da sostegno e una muscolaris mucosae, è la muscolare della mucosa ovvero dei fasci di fibre muscolari che si dispongono all’interno di questa tonaca. • Tonaca so6omucosa: è presente solo negli organi cavi dell’apparato digerente. • Tonaca muscolare: cos7tuita da fibrocellule muscolari lisce e garan7sce la peristole (contrazione tonica) e la peristalsi. • Tonaca avven7zia/sierosa: cos7tuisce lo strato più esterno che avvolge i visceri cavi e i vasi. Tramite questa gli organi contraggono rappor7 specifici con l’ambiente circostante e mantengono una posizione ben precisa, grazie a dei legamen7 che prendono conta6o dire6amente con essa. È una tonaca 7pica degli organi della cavità addominale e pelvica. I vasi: - Tonaca in7ma: è la più vicina al lume. È cos7tuita da un rives7mento de6o endotelio e da uno strato so6oendoteliale con funzione trofica e di sostegno. - Tonaca media: cambia a seconda dei distre= vascolari. - Tonaca media di 7po muscolare: lo scorrimento del sangue avviene grazie alla contrazione delle cellule muscolari (vene di propulsione, miocardio). - Tonaca media di 7po elas7co: lo scorrimento ema7co è garan7to dalla dilatazione e dal ritorno elas7co alle dimensioni originali, ricca di fibre elas7che (aorta). - Tonaca avven7zia: cos7tuisce lo strato più esterno che avvolge i vasi. Nello strato avven7ziale dei vasi troviamo anche fibre elas7che e muscolari ed anche i vasa vasorum, disposi7vi vascolari che provvedono al nutrimento della tonaca media. Organi pieni: - Disposi0vo capsulare: cos7tuito da conne=vo denso, in conta6o con il peritoneo. - Stroma: cos7tuisce l’impalcatura dell’organo ed è cos7tuito da tessuto conne=vo fibroso. Dalla capsula originano dei se= che si spingono in profondità e si diramano a formare un re7colo, cos7tuendo lobi e lobuli. Pertanto, lo stroma funziona anche da supporto e da guida dei vasi e nervi che entrano nell’organo. Alcuni organi però presentano l’ilo che è il punto di ingresso e di uscita dei vasi). - Parenchima: determina le cara6eris7che funzionali dell’organo. È cos7tuito da cellule che presentano una stessa funzione e morfologia. TERMINI DI POSIZIONE Quando descriviamo un organo dobbiamo descrivere anche la sua posizione. Itermini di posizione sono i seguen7: ♦ Piano frontale: Faccia dorsale o posteriore Faccia ventrale o anteriore ♦ Piano trasversale: Faccia craniale o superiore Faccia caudale o inferiore ♦ Piano sagi6ale: decorre in senso antero – posteriore e si divide in a. Piano sagi6ale mediano: An7mero destro, An7mero sinistro b. Piano sagi6ale paramediano: Faccia mediale, guarda verso il piano sagi6ale mediano Faccia laterale ♦ Piano superficiale o profondo: si fa riferimento alla maggiore o minore distanza dalla superficie corporea. ♦ Posizione prossimale o distale: per quanto riguarda gli ar7, in base alla maggiore o minore distanza dalla radice dell’arto. Sistema cardiocircolatorio Il sistema cardiocircolatorio è cos7tuito dal cuore, l’organo che pompa il sangue per la circolazione, circolazione che si divide in generale e polmonare. La circolazione generale è de6a anche grande circolazione mentre quella polmonare è de6a piccola circolazione. La circolazione generale ha origine a livello del cuore a par7re dall’aorta, vaso che distribuisce il sangue ossigenato e porta questo sangue a livello di tu6o l’organismo, fino alla periferia, dove i capillari a conta6o con i tessu7 operano degli scambi di ossigeno e anidride carbonica, si riuniscono poi in capillari venosi che confluiscono a formare un sistema di vene di calibro sempre più grande fino a formare due grosse vene: 1. La vena cava inferiore che porta all’atrio destro del cuore il sangue refluo proveniente dalla porzione so6odiaframma7ca, ovvero tu6a la porzione che sta al di so6o del diaframma. Pagina di 1 10 2. Al lato destro del cuore arriva anche il sangue refluo della parte sopradiaframma7ca per mezzo della vena cava superiore. Da questo il sangue passa al ventricolo di destra tramite l’orifizio atrio–ventricolare. All’atrio destro termina la grande circolazione. Dal ventricolo destro per mezzo dell’arteria polmonare il sangue viene trasportato ai polmoni, dove verrà ossigenato e il sangue ossigenato a7raverso le vene polmonari torna al cuore, all’atrio sinistro del cuore dove termina la piccola circolazione. Dall’atrio sinistro del cuore il sangue passa nel ventricolo sinistro per mezzo dell’orifizio atrio–ventricolare, da qua il sangue viene messo nell’aorta e riparte la grande circolazione. Abbiamo de6o che il cuore è suddiviso in 4 camere: due atri e due ventricoli. La metà sinistra è di sangue ossigenato, la metà destra è di sangue privo di ossigeno. Queste due porzioni del cuore sono separate e non comunicano mai nella vita post fetale, mentre gli atri e i ventricoli comunicano tra di loro. A destra abbiamo la valvola tricuspide e a sinistra la valvola bicuspide o mitrale. Le arterie sono quei vasi che originano dal cuore, dai ventricoli del cuore, trasportano il sangue in direzione centrifuga. Le vene sono i vasi che trasportano il sangue verso il cuore, in direzione centripeta e si aprono a livello degli atri. I vasi L’aorta è cos7tuita da una parete che ha tu6e le tonache indicate precedentemente. I rami che originano dall’aorta modificano la loro stru6ura perché ci si allontana dal cuore e la loro parete deve ada6arsi al corso che devono seguire, in quanto allontanandosi dal cuore diminuisce la pressione, il lume diventerà più piccolo e dalle arterie si passa all’arteria muscolare e alle arteriole, con calibro più piccolo e parete meno spessa. Le arteriole si dividono ulteriormente in capillari, porzione più periferica. Dai capillari arteriosi avvengono gli scambi di gas e il sangue passa nei capillari venosi, i capillari venosi confluiscono e danno origine a dei vasi di calibro maggiore, le venule, si passa poi alla vena di medio calibro e alla vena di grande calibro. Anche lo spessore della parete del vaso si modifica, l’aorta è un vaso che ha una parete molto stre6a ed è cara6erizzata all’interno della sua tonaca media da numerose fibre elas7che, dunque è un’arteria elas7ca. A mano a mano le arterie diventano di 7po muscolare, all’interno della tonaca media presenta numerose fibre muscolari e meno elas7che. Le arterie danno origine alle arteriole che sono cos7tuite da una tonaca in7ma che è l’endotelio (pavimentoso) e uno o due stra7 di cellule muscolari lisce (una specie di tonaca media) che si dispongono circolarmente intorno al vaso. I capillari sono cos7tui7 esclusivamente da endotelio. Perché l’aorta ha una natura di 7po elas7co? Per la pressione che deve sostenere, al momento della sistole il sangue viene tu6o pompato nell’aorta e ha una pressione molto elevata, se non fosse di 7po elas7co non riuscirebbe a sostenere il flusso e si romperebbe. Questa elas7cità perme6e di generare un’onda sfigmica che imprime una con7nuità al flusso sanguigno, il quale viene trasportato in maniera con7nua, anche se le sistole non sono con7nue perché si alternano le fasi di sistole e diastole. La parete elas7ca delle grosse arterie trasforma il flusso ema7co da discon7nuo a con7nuo seppur pulsante. Il polso arterioso è la variazione pressoria corrispondente all’onda sfigmica generata dalla sistole cardiaca, trasmessa nel sistema vascolare e percepibile sui vasi periferici so6o forma di pulsazione. I polsi sono vari: o Caro7deo o Radiale o Brachiale o Femorale o Popliteo o Tibiale posteriore o Dorsale del piede I capillari cos7tuiscono la microcircolazione. Hanno una lunghezza di 1mm, hanno un diametro che va dai 3 ai 10 micrometri e uno spessore che va da 0.3 a 0.5 micrometri. Parete senza cellule muscolari lisce. Singolo strato di cellule circondato da una membrana basale. Il flusso sanguigno nei capillari è controllato dalle arteriole che sono innervate dalle fibre del sistema simpa7co. Gli sfinteri precapillari sono generalmente non innerva7 e sono regola7 dall’a=vità metabolica locale. Il trasferimento delle sostanze a6raverso la parete avviene in quanto l’endotelio capillare è altamente permeabile. Le differenze nella permeabilità sono dovute alla stru6ura. Si dis7nguono quaCro 0pi di capillari: 1. Con0nui,SNC, polmone, cute, muscolo scheletrico, si hanno due cellule endoteliali che si uniscono mediante delle giunzioni a delimitare il capillare. I passaggi che avvengono in questo capillare sono di sostanze che a6raversano la parete del capillare. L’endotelio poggia su una membrana basale anch’essa con7nua. A livello del polmone sono con7nui ma hanno un lume molto più piccolo rispe6o al resto dei capillari con7nui, questo per o=mizzare l’ossigenazione. 2. Fenestra0, ghiandole endocrine, glomerulo renale, plesso coroideo. Presentano dei pori o delle fenestrature, ques7 pori sono degli asso=gliamen7 del citoplasma che facilita il passaggio delle sostanze tra l’interno e l’esterno. Poggia su una membrana basale con7nua. Pagina di 2 10 2. Trabecole carne di secondo ordine a ponte, hanno le estremità aderen7 alla parete del ventricolo e la parte centrale libera, una è la trabecola se6o–marginale o anche de6a del Leonardo Da Vinci, importante per il sistema di conduzione. 3. Trabecole carne di terzo ordine come bassorilievi, si sollevano dalla parete ma rimangono aderen7 alla parete per tu6o il loro decorso, sono importan7 perché danno maggior spessore alla parete del ventricolo. Le valvole cardiache La valvola tricuspide, a livello dell’orifizio atrio–ventricolare destro, non è l’unica, ve ne è una analoga a sinistra che prende il nome di valvola bicuspide o mitrale, si differenziano perché a destra presenta tre lembi mentre quella di sinistra presenta due lembi. Altre valvole a livello cardiaco sono le valvole semilunari, quelle che si trovano a livello dell’orifizio di origine dell’arteria polmonare e dell’aorta, ciascuna di queste valvole è formata da tre lembi. Lo scheletro fibroso del cuore è rappresentato da un insieme di robuste formazioni conne=vali, cos7tuite da fibre collagene e in minor parte da fibre elas7che, localizzato principalmente sul piano valvolare cardiaco. Lo scheletro fibroso ha il compito di dare a6acco ai fasci muscolari cos7tuen7 la parete degli atri e dei ventricoli, e di fornire una base d'impianto per le valvole cardiache tenendole ancorate alla massa ventricolare. Cara6eris7ca dello scheletro fibroso è quella di possedere la dinamicità e la deformabilità necessarie al corre6o funzionamento valvolare, pur cos7tuendo una stru6ura solida. Forma, inoltre, una parete divisoria tra la muscolatura atriale e quella ventricolare, tale da isolare ele6ro–fisiologicamente le due par7 dell'organo e da rendere il sistema di conduzione del cuore l'unico mezzo di comunicazione ele6rica, facendo sì che la contrazione di atri e ventricoli non sia contemporanea. I lembi valvolari hanno una forma triangolare sono cos7tui7 da endotelio, ogni cuspide è cos7tuita da due facce che si dis7nguono tra di loro nel seguente modo: quando la valvola è chiusa una faccia è rivolta verso l’atrio, e prende il nome di faccia atriale, mentre quando è aperta guarda la direzione del flusso del sangue; dunque, prende il nome di faccia assiale, l’altra faccia guarda sempre verso il ventricolo e prende il nome di ventricolare o parietale. Il lembo ha due margini, uno è il margine aderente, un margine con cui aderisce allo scheletro fibroso, e un margine libero che quando la valvola è aperta si apre e proie6a nel ventricolo. Lungo il margine libero e la faccia ventricolare si vanno ad aCaccare delle struCure che prendono il nome di corde tendinee. Le corde tendinee vanno a inserirsi all’apice dei muscoli papillari, sono inserite da una parte sulla faccia ventricolare delle valvole atrio–ventricolari e dall’altra all’apice dei muscoli papillari. La loro funzione è quella di impedire il reflusso di sangue dal ventricolo verso l’atrio durante la sistole ventricolare, cioè la contrazione del ventricolo e l’immissione del sangue verso l’arteria polmonare. Quando non funziona bene si crea la patologia che è indicata come soffio al cuore. Durante l’afflusso del sangue esso arriva all’atrio destro riempiendolo, se aumenta il sangue all’atrio destro aumenta la pressione; quindi, la pressione nell’atrio è maggiore di quella nel ventricolo. Per questo aumento di pressione passa dall’atrio destro al ventricolo destro, una volta riempito il ventricolo aumenta la pressione in esso e diminuisce nell’atrio destro. L’aumento della pressione nel ventricolo spinge i lembi valvolari ad aprirsi. Quando il ventricolo destro è pieno di sangue si ha una contrazione, la sistole, che fa aumentare ancora di più la pressione, questo potrebbe far ribaltare i lembi valvolari. Nella contrazione del ventricolo si contraggono anche i muscoli papillari che me7ono in tensione le corde tendinee e questo perme7e ai lembi valvolari di restare chiusi e gli impediscono di ribaltarsi, impedendo il reflusso. Tu6o ciò è completato dalle valvole semilunari. Queste valvole vengono anche de6e a nido di rondine e si trovano a livello dell’orifizio aor0co e dell’arteria polmonare. Sono cos7tuite ciascuna da tre lembi valvolari e hanno una faccia concava che guarda verso il lume del vaso e una faccia convessa che guarda verso il ventricolo. Le valvole presentano un margine aderente e un margine libero. Sul margine libero vi è un rilievo che prende il nome diverso in base all’arteria: nell’aorta prende il nome di nodulo dell’Aranzio e in quella polmonare prende il nome di nodulo del Morgagni. Come funziona questa valvola? Quando la valvola è aperta i lembi valvolari guardano verso il lume perme6endo il passaggio del flusso sanguigno. Il flusso del sangue viene spinto verso l’alto ma tende a ritornare verso il basso per effe6o della forza di gravità. Quindi scendendo il sangue abbassa i lembi e la valvola si chiude, ma come fa ad abbassarli? Questo perché lungo le pare7 del vaso vi sono dei seni, come dei rigonfiamen7, che perme6ono lo scivolamento del sangue lungo le pare7 e perme6e ai lembi valvolari di abbassarsi. Il nodulo fibroso presente sul margine libero perme6e una chiusura maggiore e questo impedisce il reflusso di sangue dal vaso al ventricolo. Nel ventricolo il volume si può suddividere in una parte in cui c’è afflusso e una parte in cui c’è reflusso, scende giù dal ventricolo e torna su verso l’arteria, per questo si chiama parte di afflusso (venosa) e parte di efflusso (arteriosa), questo rende la camera di afflusso più liscia. I ventricoli non sono uguali tra loro, la prima differenza è che i due ventricoli hanno forma differente, quello destro è più piccolo rispe6o a quello sinistro, ma perché? Il ventricolo destro pompa il sangue nell’arteria polmonare e quindi è deputato alla piccola circolazione, mentre il ventricolo sinistro è deputato alla grande circolazione. La parete del ventricolo destro è più so=le rispe6o a quella del sinistro. Il ventricolo destro ha una forma a piramide mentre quello sinistro ha una forma a cono. A destra abbiamo tre muscoli capillari mentre a sinistra ne abbiamo due. Il lembo anteriore nella valvola tricuspide ha entrambe le facce lisce, questo perché il lembo si trova a confine tra il flusso di sangue che scende dall’atrio e quello che sale per andare verso l’arteria. Pagina di 5 10 Ventricolo sx Stru6uralmente è analogo al ventricolo destro, dove vi ritroviamo una parete cos7tuita da muscoli o trabecole carnee (di 1°, 2° e 3° ordine), ma si differenzia per la sua forma conica. L’apice corrisponde all’apice del cuore; la base è rivolta verso l’alto e guarda verso l’atrio; le pare7 sono molto più spesse rispe6o a quelle del ventricolo destro e questo è legato alla sua funzione, cioè di pompare il sangue nella grande circolazione. Atrio sx Ha una forma ovale. Vi arrivano le qua6ro vene polmonari, riceve sangue arterioso e presenta una stru6ura principalmente liscia tranne che per la porzione dell’auricola sinistra che presenta i muscoli pe=na7 (come l’atrio destro). StruCura del cuore La parete del cuore è cos7tuita da tre componen7: • Endocardio: parte più interna, cos7tuito da cellule endoteliali e una lamina subendocardica di tessuto conne=vo • Miocardio: è la parte muscolare del cuore che si divide in due par7, il miocardio comune (de6o anche di lavoro, è la parte che si contrae) e il miocardio specifico (non si contrae, deputata a generare e condurre gli impulsi, queste sono cellule che hanno perso la capacità di contrazione e hanno acquistato la capacità di s7molazione). • Epicardio: rappresenta un foglie6o viscerale del pericardio sieroso, cos7tuito da cellule mesoteliali, cioè pavimentose che hanno il compito di sinte7zzare un liquido tra i due foglie=. Il pericardio è il sacco (rives7mento esterno) che avvolge il cuore e si con7nua all’origine dei grossi vasi, la sua funzione è quella di proteggere il cuore. Il pericardio si divide in: 1. Pericardio fibroso: strato più esterno di tessuto conne=vo e con7ene delle fibre di elas7na, non può aumentare troppo il suo volume. Da esso si vengono a formare dei legamen7 di natura conne=vale che perme6ono fissità e si trovano: - A livello del diaframma: legamen7 freno – pericardici, a6accano il pericardio al diaframma - A livello dello sterno: legamento sterno – pericardico - A livello della colonna vertebrale: legamen7 vertebro – pericardici 2. Pericardio sieroso: strato più interno, formato da due foglie= - Foglie6o parietale, è più esterno e aderisce al pericardio fibroso - Foglie6o viscerale, corrisponde all’epicardio, aderisce alla parete del cuore. Tra ques7 due foglie= è presente uno spazio chiamato cavità pericardica che con7ene un liquido sieroso, secreto dalle cellule mesoteliali che serve a ridurre gli a6ri7. Sistema di conduzione È quel sistema che perme6e al cuore di generare i suoi ba=7 e di condurla a tu6e le camere cardiache in modo che ci sia contrazione in atri e ventricoli. Le contrazioni del cuore avvengono tramite gli impulsi genera7 dalle fibre del miocardio specifico. 1. Nodo seno–atriale (pacemaker del cuore): posto nella parete superiore dell’atrio destro, in vicinanza dello sbocco della vena cava superiore 2. Nodo atrio–ventricolare: posto nella parete mediale dell’atrio destro, in vicinanza dello sbocco del seno coronario 3. Fascio atrio–ventricolare o fascio comune di His: si divide in due branche, una destra e una sinistra che si portano verso l’apice dei ventricoli. La destra si imme6e nella trabecola se6o – marginale. Risalgono lungo i ventricoli suddividendosi in una rete di fibre. 4. Rete del Purkinje: si trova nella parete dei ventricoli Il miocardio specifico ha la funzione di dare inizio agli impulsi che controllano la contrazione ritmica del cuore e di condurre tali impulsi dagli atri ai ventricoli. È cos7tuito da una serie di cellule capaci di creare e condurre l’impulso: le cellule P, sprovviste della striatura e sono dis7nguibili al microscopio come cellule più chiare, che compongono i nodi, le cellule di transizione, poste alla periferia dei nodi, e le cellule di Purkinje, cioè le cellule diramate e filamentose che rappresentano la parte terminale del sistema di conduzione cardiaco. Gli impulsi vengono genera7 a livello del nodo seno-atriale, definito pacemaker (segna passi) perché in esso si originano gli s7moli per la contrazione del cuore. Da questo nodo si originano dei fasci (i fasci internodali) che si distribuiscono lungo le pare7 dell’atrio destro che si riuniscono a livello del nodo atrio-ventricolare. Dal nodo atrio ventricolare si origina il fascio comune di His che abbandona l’atrio destro per dirigersi verso i ventricoli e si imme6e nella prima porzione del se6o interventricolare. La prima porzione del se6o interventricolare è chiamata parte membranacea che non con7ene muscolo, è rives7ta da endotelio. Quando poi questa porzione raggiunge la parte muscolare, il fascio comune di His si divide in due branche, destra e sinistra, che decorrono sempre nel se6o interventricolare. Ciascuna branca decorre nel se6o interventricolare verso l’apice dei ventricoli per poi risalire nei muscoli papillari. La branca destra raggiunta la trabecola seCo marginale vi entra dentro e tramite essa si porta alla base dei muscoli papillari, la branca sinistra Pagina di 6 10 arriva all’apice del cuore e si porta alla base dei muscoli papillari. Le branche del sistema atrioventricolare si risolvono anche in una serie di piccoli fasci che, intrecciandosi fra loro, risalgono verso la base dei ventricoli, formando le re0 di Purkinje, una per ventricolo. La circolazione fetale Perché si hanno delle modificazioni nella circolazione fetale? Perché manca la respirazione, i polmoni non essendo funzionan7 non c’è la possibilità di ossigenare il sangue da parte dei polmoni, cosa che viene fa6a dalla madre. La circolazione ha un altro andamento. Se l’ossigenazione del sangue avviene a6raverso la madre la placenta è il punto centrale della circolazione. A6raverso i vasi placentari si viene a cos7tuire un vaso consistente che è la vena ombelicale che trasporta un sangue ricco di ossigeno. Questa vena arriva a livello dell’addome del feto, entra all’interno del feto e li trova il fegato, una parte del sangue ossigenato entra nel fegato a6raverso il ramo portale, e la maggior parte del sangue dovrà arrivare al cuore a6raverso la vena cava inferiore e lo fa a6raverso un condo6o che è chiamato doCo venoso di Aranzio. All’orifizio della vena cava inferiore troviamo un lembo valvolare che è la valvola di Eustachio, questo lembo indirizza il sangue dall’atrio destro all’atrio sinistro, quindi nella circolazione fetale il sangue dell’atrio destro passa nell’atrio di sinistra. Come passa? Ci passa a6raverso un orifizio nel se6o interatriale che è il foro ovale de6o anche foro di Botallo, questo foro si chiude dopo la nascita. In corrispondenza di questo orifizio troviamo la fossa ovale. Nell’atrio sinistro il sangue finisce nel ventricolo sinistro perché da li andrà poi nell’aorta ed entrerà nella grande circolazione, andando in tu6a la periferia. Il sangue che si porta nella grande circolazione a6raverso l’aorta è violaceo perché non è ossigenato al 100%, in quanto all’atrio destro arriva anche il sangue proveniente dalla vena cava superiore che è un sangue refluo e va nel ventricolo destro e dopo nell’arteria polmonare. Dall’arteria polmonare questo sangue va a finire nell’aorta aCraverso un condoCo che prende il nome di doCo arterioso. Il do6o arterioso si apre nell’aorta appena ha formato il suo arco, quindi nell’arco dell’aorta. Va poi nella grande circolazione fino a formare due vasi che sono le arterie ombelicali e a6raverso esse ritornano poi alla placenta per ricominciare il ciclo. Al momento della nascita con il taglio del cordone ombelicale si crea ipossia che s7mola i centri del respiro nel tronco encefalico. Sono in grado di captare se siamo in carenza di ossigeno o no e modulare il respiro, i centri del respiro inviano s7moli ai muscoli respiratori che si espandono e di conseguenza si espandono i polmoni. Questo è il primo a6o respiratorio. Il sangue viene portato ai polmoni a6raverso le arterie polmonari e così inizia la piccola circolazione. Nell’atrio di sinistra aumenta la pressione, come conseguenza del sangue portato dalle vene polmonari al cuore, fa chiudere il foro di Botallo e quindi si chiude il passaggio tra atrio destro e sinistro. Anche il sangue che passava dal do6o arterioso non vi passa più, quindi questo do6o arterioso si chiude. Tagliando il cordone ombelicale recidiamo i vasi, non passa più sangue dalla vena ombelicale che si trasforma in un legamento, il legamento rotondo, che resta in rapporto con la faccia viscerale del fegato. Il do6o di Aranzio si trasforma nel legamento venoso di Aranzio. La valvola di Eustachio diventa incon7nente. L’ul7ma modificazione è a livello delle arterie ombelicali, in parte diventano arterie vescicali superiori che vascolarizzano parte della vescica, mentre la parte distale si chiude e diventano legamen7 ombelicali laterali. LA CIRCOLAZIONE L’aorta è l’arteria più grande che abbiamo nel nostro corpo e dalla quale originano mol7 vasi che si occupano di vascolarizzare tu6o il nostro corpo. Origina dal ventricolo di sinistra a livello dell’orifizio aor7co munito delle valvole semilunari. Il primo tra6o dell’aorta è breve 5/6 cm e prende il nome di aorta ascendente, successivamente si piega verso sinistra e posteriormente e forma l’arco dell’aorta, il tra6o successivo è l’aorta discendente, fino al termine che avviene a livello della quarta vertebra lombare. Il tra6o discendente si divide in due porzioni: 1. Aorta toracica, perché decorre a livello del torace, raggiunge il diaframma, lo passa a6raverso l’orifizio aor7co del diaframma 2. Aorta addominale Queste due porzioni sono molto profonde. Arrivata alla quarta vertebra lombare si divide dando origine a due rami collaterali che sono le arterie iliache comuni destra e sinistra, e con un piccolo ramo posteriore che è l’arteria sacrale media, questo è un ramo terminale. Dai rami terminali non origina nessun 7po di circolazione, i rami collaterali sono così chiama7 perché da essi si origineranno altri vasi. Le arterie iliache si dividono poi in arteria iliaca interna che vascolarizza gli organi della cavità pelvica ed esterna che vascolarizza gli ar7 inferiori. Ogni tra6o dell’aorta dà origine a dei rami, dei collaterali che vanno a vascolarizzare visceri o pare7: Aorta ascendente ♦ Arterie coronarie che prendono origine dall’aorta ascendente, quei vasi che irrorano le pare7 del cuore, si originano in corrispondenza dei seni di Valsalva e decorrono nel solco coronario. Sono due, dx e sx. Si chiamano così perché dalla loro origine si portano subito a decorrere nel solco coronario, sulla superficie esterna del cuore tra gli atri e i ventricoli. La coronaria dx è più lunga perché dalla sua origine raggiunge il solco coronario, lo percorre fino a raggiungere il margine acuto del cuore, a questo punto stacca un ramo che si porta verso i ventricoli, il ramo marginale dx, mentre l’arteria coronaria si porta posteriormente, sulla faccia diaframma7ca, e raggiunge il solco longitudinale posteriore che corrisponde all’interno al se6o interventricolare. Raggiunto il solco eme6e un ramo, il ramo interventricolare posteriore, con cui vascolarizza la faccia posteriore dei ventricoli e il Pagina di 7 10