Scarica domande aperte compilate dal paniere di neurofisiologia della prof. Ipsaro Passione Sara. e più Panieri in PDF di Neurologia solo su Docsity! 17. QUAL E' LA FUNZIONE DELLA SINAPSI? La sinapsi è una struttura fondamentale nel sistema nervoso che consente la comunicazione tra le cellule nervose, permettendo il trasferimento di segnali elettrici o chimici da un neurone all'altro. Questa comunicazione sinaptica è essenziale per il funzionamento del sistema nervoso, inclusi processi come l'apprendimento, la memoria e il controllo motorio 18. COSA SONO I MOTONEURONI? I motoneuroni sono un tipo di neuroni che trasmettono segnali dal sistema nervoso centrale ai muscoli e alle ghiandole. Questi neuroni sono responsabili del controllo e dell'attivazione della contrazione muscolare, svolgendo un ruolo cruciale nel movimento volontario e nell'espressione delle risposte motorie 19. DESCRIVERE LE FUNZIONI DELLE COMPONENTI NEURONALI Le componenti principali di un neurone includono il corpo cellulare (soma), i dendriti e l'assone. Ognuna di queste componenti svolge un ruolo specifico nel funzionamento del neurone. Il corpo cellulare (soma) contiene il nucleo e altri organuli cellulari ed è responsabile delle funzioni metaboliche e biosintetiche della cellula nervosa. I dendriti sono prolungamenti citoplasmatici del corpo cellulare che ricevono segnali elettrici e chimici da altri neuroni o da cellule sensoriali. Questi segnali vengono integrati e trasmessi al corpo cellulare per l'elaborazione. L'assone è un prolungamento citoplasmatico specializzato nel trasporto del segnale elettrico dalla cellula nervosa verso altre cellule. Alla fine dell'assone si trovano i terminali sinaptici, che sono responsabili del trasferimento del segnale a neuroni o altre cellule bersaglio attraverso la sinapsi. 20. DESCRIVERE I VARI TIPI DI NEURONI I vari tipi di neuroni includono: 1. Neuroni sensoriali: trasmettono segnali sensoriali dal corpo verso il sistema nervoso centrale. 2. Interneuroni: collegano tra loro altri neuroni all'interno del sistema nervoso centrale. 3. Motoneuroni: trasmettono segnali dal sistema nervoso centrale ai muscoli e alle ghiandole, controllando l'attività motoria. 4. Neuroni afferenti: trasmettono segnali dalla periferia verso il sistema nervoso centrale. 5. Neuroni efferenti: trasmettono segnali dal sistema nervoso centrale verso la periferia. 21. COME FUNZIONA IL NEURONE? Il funzionamento del neurone coinvolge il ricevimento di segnali attraverso i dendriti, l'integrazione di tali segnali nel corpo cellulare e la trasmissione del segnale lungo l'assone fino ai terminali sinaptici, dove avviene la comunicazione con altre cellule attraverso la sinapsi 22. QUAL E' LA FUNZIONE DELLA SINAPSI? La sinapsi è una struttura fondamentale nel sistema nervoso che consente la comunicazione tra le cellule nervose, permettendo il trasferimento di segnali elettrici o chimici da un neurone all'altro. Questa comunicazione sinaptica è essenziale per il funzionamento del sistema nervoso, inclusi processi come l'apprendimento, la memoria e il controllo motorio. 23. COSA SONO I MOTONEURONI? I motoneuroni sono un tipo di neuroni che trasmettono segnali dal sistema nervoso centrale ai muscoli e alle ghiandole. Questi neuroni sono responsabili del controllo e dell'attivazione della contrazione muscolare, svolgendo un ruolo cruciale nel movimento volontario e nell'espressione delle risposte motorie 24. DESCRIVERE LA MORFOLOGIA DEL NEURONE La morfologia del neurone è caratterizzata dalla presenza di tre componenti principali: il corpo cellulare (soma), i dendriti e l'assone. Il corpo cellulare contiene il nucleo e altri organuli cellulari ed è responsabile delle funzioni metaboliche e biosintetiche della cellula nervosa. I dendriti sono prolungamenti citoplasmatici del corpo cellulare che ricevono segnali elettrici e chimici da altri neuroni o da cellule sensoriali. L'assone è un prolungamento citoplasmatico specializzato nel trasporto del segnale elettrico dalla cellula nervosa verso altre cellule. Alla fine dell'assone si trovano i terminali sinaptici, che sono responsabili del trasferimento del segnale a neuroni o altre cellule bersaglio attraverso la sinapsi 25. DESCRIVERE LE FUNZIONI DELLE COMPONENTI NEURONALI Le funzioni delle componenti neuronali sono le seguenti: il corpo cellulare (soma) è responsabile delle funzioni metaboliche e biosintetiche della cellula nervosa; i dendriti ricevono segnali elettrici e chimici da altri neuroni o da cellule sensoriali e li integrano; l'assone trasporta il segnale elettrico dalla cellula nervosa verso altre cellule e i terminali sinaptici sono responsabili del trasferimento del segnale a neuroni o altre cellule bersaglio attraverso la sinapsi 26. DESCRIVERE I VARI TIPI DI NEURONI I vari tipi di neuroni includono: neuroni sensoriali, interneuroni, motoneuroni, neuroni afferenti e neuroni efferenti. I neuroni sensoriali trasmettono segnali sensoriali dal corpo verso il sistema nervoso centrale. Gli interneuroni collegano tra loro altri neuroni all'interno del sistema nervoso centrale. I motoneuroni trasmettono segnali dal sistema nervoso centrale ai muscoli e alle ghiandole, controllando l'attività motoria. I neuroni afferenti trasmettono segnali dalla periferia verso il sistema nervoso centrale. I neuroni efferenti trasmettono segnali dal sistema nervoso centrale verso la periferia 27. DESCRIVERE LA MORFOLOGIA DEL NEURONE La morfologia del neurone è caratterizzata dalla presenza di tre componenti principali: il corpo cellulare (soma), i dendriti e l'assone. Il corpo cellulare contiene il nucleo e altri organuli cellulari ed è responsabile delle funzioni metaboliche e biosintetiche della cellula nervosa. I dendriti sono prolungamenti citoplasmatici del corpo cellulare che ricevono segnali elettrici e chimici da altri neuroni o da cellule sensoriali. L'assone è un prolungamento citoplasmatico specializzato nel trasporto del segnale elettrico dalla cellula nervosa verso altre cellule. Alla fine dell'assone si trovano i terminali sinaptici, che sono responsabili del trasferimento del segnale a neuroni o altre cellule bersaglio attraverso la sinapsi 28. COME FUNZIONA IL NEURONE? Il neurone funziona attraverso il ricevimento di segnali attraverso i dendriti, l'integrazione di tali segnali nel corpo cellulare e la trasmissione del segnale lungo l'assone fino ai terminali sinaptici, dove avviene la comunicazione con altre cellule attraverso la sinapsi. 17. COSA SI INTENDE PER MEMBRANA ECCITABILE? Per membrana eccitabile si intende una membrana cellulare che è in grado di generare e propagare segnali elettrici, come nel caso dei neuroni e delle cellule muscolari 18. CHE COSA E' UN CANALE IONICO? Un canale ionico è una proteina transmembrana che forma un poro nella membrana cellulare, permettendo il passaggio selettivo di ioni attraverso di esso. Questi canali sono fondamentali per la regolazione del potenziale di membrana e per la trasmissione del segnale elettrico nelle cellule eccitabili come i neuroni e le cellule muscolari 19. COSA SI INTENDE PER ECCITABILITA' NEURONALE L'eccitabilità neuronale è la proprietà biofisica dei neuroni che consente loro di generare e propagare segnali elettrici, grazie alla presenza di canali ionici voltaggio-dipendenti nella loro membrana plasmatica 20. DESCRIVERE IL FUNZIONAMENTO DEI CANALE IONICI I canali ionici funzionano attraverso un meccanismo di apertura e chiusura controllato dal potenziale di membrana. Quando il potenziale di membrana raggiunge un certo valore soglia, i canali ionici si aprono, permettendo il passaggio selettivo di ioni attraverso di essi. Questo causa una variazione del potenziale di membrana, che può propagarsi lungo la membrana cellulare e generare un potenziale d'azione 21. CHE COSA E' UN CANALE IONICO? Un canale ionico è una proteina transmembrana che forma un poro nella membrana cellulare, permettendo il passaggio selettivo di ioni attraverso di esso. Questi canali sono fondamentali per la regolazione del potenziale di membrana e per la trasmissione del segnale elettrico nelle cellule eccitabili come i neuroni e le cellule muscolari 22. COSA SI INTENDE PER MEMBRANA ECCITABILE? Per membrana eccitabile si intende una membrana cellulare che è in grado di generare e propagare segnali elettrici, come nel caso dei neuroni e delle cellule muscolari 23. COSA SI INTENDE PER ECCITABILITA' NEURONALE L'eccitabilità neuronale è la proprietà biofisica dei neuroni che consente loro di generare e propagare segnali elettrici, grazie alla presenza di canali ionici voltaggio-dipendenti nella loro membrana plasmatica 24. DESCRIVERE IL FUNZIONAMENTO DEI CANALE IONICI I canali ionici funzionano attraverso un meccanismo di apertura e chiusura controllato dal potenziale di membrana. Quando il potenziale di membrana raggiunge un certo valore soglia, i canali ionici si aprono, permettendo il passaggio selettivo di ioni attraverso di essi. Questo causa una variazione del potenziale di membrana, che può propagarsi lungo la membrana cellulare e generare un potenziale d'azione 23. INDICARE CON PRECISIONE LA DIFFERENZA DI POTENZIALE La differenza di potenziale è la differenza di carica elettrica tra due punti, in questo caso tra i due lati della membrana cellulare. In condizioni di riposo, la differenza di potenziale è di circa -70 mV, con il lato interno della membrana carico negativamente rispetto al lato esterno. neuronale. I principali neurotrasmettitori includono l'acetilcolina, la dopamina, la serotonina, il GABA (acido gamma-aminobutirrico), il glutammato, l'adrenalina e la noradrenalina. Ognuno di questi neurotrasmettitori ha caratteristiche specifiche e svolge ruoli distinti nel sistema nervoso 34. INDICARE LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA LA SINAPSI ELETTRICA E LA SINAPSI CHIMICA Le sinapsi elettriche e chimiche sono due tipi di connessioni tra le cellule nervose. Le sinapsi elettriche permettono al segnale elettrico di passare direttamente da un neurone all'altro attraverso connessioni ioniche, consentendo una trasmissione rapida e sincronizzata. D'altra parte, le sinapsi chimiche coinvolgono il rilascio di neurotrasmettitori nella fessura sinaptica tra due neuroni, il che porta a una trasmissione più lenta ma più versatile dei segnali. 17. DESCRIVERE I VARI TIPI DI RECETTORI PER I NEUROTRASMETTITORI I recettori per i neurotrasmettitori sono proteine specializzate presenti sulla membrana delle cellule bersaglio. Essi riconoscono specifici neurotrasmettitori e avviano una risposta cellulare quando si legano a essi. I recettori possono essere classificati in recettori ionotropici, che formano canali ionici direttamente attivati dal legame del neurotrasmettitore, e recettori metabotropici, che attivano indirettamente i canali ionici attraverso una cascata di segnali intracellulari. Ogni tipo di recettore per neurotrasmettitori ha caratteristiche specifiche che influenzano la trasmissione del segnale neuronale. 18. INDICARE LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA I RECETTORI IONOTROPICI ED I RECETTORI METABOTROPICI Le principali differenze tra i recettori ionotropici e i recettori metabotropici sono le seguenti: - I recettori ionotropici sono costituiti da canali ionici che si aprono direttamente in risposta al legame del neurotrasmettitore, causando un rapido flusso ionico attraverso la membrana cellulare. D'altra parte, i recettori metabotropici attivano indirettamente i canali ionici attraverso una cascata di secondi messaggeri, che può richiedere più tempo per produrre una risposta 19. DESCRIVERE BREVEMENTE LE CARATTERISTICHE DELLA PLASTICITA' SINAPTICA La plasticità sinaptica si riferisce al processo di continuo rimodellamento della connettività tra i neuroni. Questo processo è fondamentale per l'apprendimento e la memoria, nonché per il recupero funzionale dopo lesioni neuronali. La plasticità sinaptica può avvenire a breve termine, come nel caso della potenziazione a lungo termine (LTP) e della depressione a lungo termine (LTD), o a lungo termine, come nel caso della sinaptogenesi durante lo sviluppo del sistema nervoso 20. COSA SI INTENDE PER RECETTORE A CANALE IONICO? Un recettore a canale ionico è un tipo di recettore ionotropico che funziona come un canale ionico controllato da un ligando. Quando il neurotrasmettitore si lega al recettore a canale ionico, il canale si apre e consente il flusso di ioni attraverso la membrana cellulare, influenzando il potenziale di membrana e la trasmissione del segnale 21. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DI UN RECETTORE ACCOPPIATO A PROTEINA G? Un recettore accoppiato a proteina G è caratterizzato dalla presenza di sette domini transmembrana e attiva indirettamente i canali ionici attraverso una cascata di segnali intracellulari mediati dalle proteine G. Questi recettori sono coinvolti in una vasta gamma di processi cellulari e possono modulare l'attività cellulare in risposta a segnali chimici 22. QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA RECETTORE CANALE E RECETTORE ACCOPPIATO A PROTEINA G? Le principali differenze tra un recettore canale e un recettore accoppiato a proteina G sono: - I recettori canale sono costituiti da un canale ionico che si apre direttamente in risposta al legame del neurotrasmettitore, causando un rapido flusso ionico attraverso la membrana cellulare. D'altra parte, i recettori accoppiati a proteina G attivano indirettamente i canali ionici attraverso una cascata di segnali intracellulari mediati dalle proteine G, che può richiedere più tempo per produrre una risposta 32. DESCRIVERE LE CARATTERISTICHE DEL GABA Il GABA (acido gamma-aminobutirrico) è il principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale. Viene sintetizzato a partire dall'acido glutammico e svolge un ruolo chiave nell'inibizione delle cellule neuronali, inducendo iperpolarizzazione di membrana attraverso l'apertura di recettori permeabili al cloro. Questo porta all'inibizione dell'insorgenza di un potenziale d'azione nelle cellule neuronali 33. DESCRIVERE LE CARATTERISTICHE DELLA DOPAMINA ED IL SISTEMA DOPAMINERGICO La dopamina è un neurotrasmettitore coinvolto in una vasta gamma di funzioni cerebrali, inclusi il controllo del movimento, la motivazione, il piacere e la ricompensa. Il sistema dopaminergico è costituito da neuroni che rilasciano dopamina in varie aree del cervello, incluso il sistema di ricompensa. La dopamina è coinvolta anche nella regolazione dell'umore, dell'attenzione e delle funzioni cognitive 34. QUALI SONO LE PRINCIPALI FUNZIONI DELL'ACETILCOLINA L'acetilcolina svolge diverse funzioni nel sistema nervoso, inclusi il controllo del movimento muscolare, la trasmissione del segnale nervoso nei gangli autonomi e nel sistema nervoso centrale, nonché il coinvolgimento nella memoria e nell'apprendimento. È il neurotrasmettitore principale nel sistema nervoso periferico e svolge un ruolo chiave nella trasmissione del segnale tra i neuroni e le cellule muscolari 35. QUALI SONO LE PRINCIPALI FUNZIONI DELLA SEROTONINA La serotonina è coinvolta in una vasta gamma di funzioni biologiche e neurologiche, inclusi il controllo dell'umore, del sonno, dell'appetito, della temperatura corporea, nonché la regolazione delle funzioni cognitive e motorie. La serotonina svolge un ruolo chiave nella regolazione dell'eccitazione e dell'inibizione della trasmissione sinaptica in varie aree del cervello 36. QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA IL GABA E IL GLUTAMMATO? Il GABA è il principale neurotrasmettitore inibitorio, mentre il glutammato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale. Mentre il GABA induce iperpolarizzazione di membrana attraverso l'apertura di recettori permeabili al cloro, il glutammato agisce su recettori ionotropici per eccitare direttamente i neuroni postsinaptici o inibire a livello presinaptico il rilascio del neurotrasmettitore 38. QUAL E' LA DIFFERENZA TRA NMDA E AMPA? Le principali differenze tra i recettori NMDA e AMPA riguardano le loro caratteristiche funzionali. I recettori NMDA legano il glutammato ad alta affinità e richiedono concentrazioni minori rispetto a quelle necessarie per l'attivazione dei recettori AMPA. Inoltre, i recettori NMDA sono canali a cinetica lenta, mentre i recettori AMPA hanno una cinetica di attivazione e inattivazione rapida 44. QUALI SONO LE PRINCIPALI FUNZIONI DELLA NORADRENALINA La noradrenalina è un neurotrasmettitore che svolge diverse funzioni nel sistema nervoso centrale e periferico. Tra le sue principali funzioni ci sono il controllo dell'attenzione, la regolazione del ritmo sonno-veglia, la modulazione del dolore e la regolazione dell'umore e dello stress 15. DESCRIVERE BREVEMENTE LE CARATTERISTICHE DELL'EPILESSIA L'epilessia è una patologia caratterizzata da scariche sincrone anomale di gruppi di neuroni che possono causare convulsioni, alterazioni del comportamento e momenti di assenza. La diagnosi viene effettuata tramite l'elettroencefalogramma, che mostra la comparsa di onde anomale e depolarizzazioni parossistiche. Gli accessi epilettici possono essere classificati in due categorie generali: gli accessi parziali, che si originano da un piccolo gruppo di neuroni, e gli accessi generalizzati, che coinvolgono l'intero cervello 16. QUALI SONO LE FUNZIONI DEL SONNO? Il sonno svolge diverse funzioni essenziali per la salute e il benessere dell'organismo, tra cui il riposo e il recupero fisico e mentale, la consolidazione della memoria e dell'apprendimento, la regolazione del metabolismo e del sistema immunitario, e la modulazione dell'umore e dello stress 17. DESCRIVERE LE VARIE FASI DEL SONNO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL TRACCIATO EEG Durante il sonno si possono distinguere diverse fasi, che si alternano in modo ciclico. La fase di sonno non-REM è caratterizzata da un'attività elettrica lenta e sincronizzata, divisa in tre stadi di profondità crescente. La fase di sonno REM, invece, è caratterizzata da un'attività elettrica rapida e desincronizzata, simile a quella della veglia, e da movimenti oculari rapidi. Durante il sonno REM si verificano anche i sogni 18. DESCRIVERE BREVEMENTE LE CARATTERISTICHE DELL'EPILESSIA L'epilessia è una patologia caratterizzata da scariche sincrone anomale di gruppi di neuroni che possono causare convulsioni, alterazioni del comportamento e momenti di assenza. La diagnosi viene effettuata tramite l'elettroencefalogramma, che mostra la comparsa di onde anomale e depolarizzazioni parossistiche. Gli accessi epilettici possono essere classificati in due categorie generali: gli accessi parziali, che si originano da un piccolo gruppo di neuroni, e gli accessi generalizzati, che coinvolgono l'intero cervello 19. QUALI SONO LE FUNZIONI DEL SONNO? Il sonno svolge diverse funzioni essenziali per la salute e il benessere dell'organismo, tra cui il riposo e il recupero fisico e mentale, la consolidazione della memoria e dell'apprendimento, la regolazione del metabolismo e del sistema immunitario, e la modulazione dell'umore e dello stress 13. COSA SI INTENDE PER SOMESTESIA? La somestesia si riferisce alla capacità di percepire e comprendere le sensazioni tattili, termiche, dolorifiche e propriocettive provenienti dal corpo e dall'ambiente circostante. 14. QUALI SONO I RECETTORI SENSIORALI E QUALI SONO LE LORO FUNZIONI? I recettori sensoriali sono specializzati nell'individuare stimoli provenienti dall'ambiente esterno o interno al corpo e trasformarli in segnali elettrici che possono essere interpretati dal sistema nervoso. Questi recettori includono meccanocettori (percepiscono il tatto e la pressione), termocettori (percepiscono il calore e il freddo), nocicettori (percepiscono il dolore) e propriocettori (percepiscono la posizione e il movimento del corpo). 15. DESCRIVERE L'ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI SENSORIALI L'organizzazione dei sistemi sensoriali coinvolge la ricezione di informazioni dall'ambiente attraverso recettori disposti in periferia, la trasmissione di queste informazioni al sistema nervoso centrale e l'elaborazione di tali informazioni per destare sensazioni, controllare il movimento e mantenere lo stato di vigilanza. Le informazioni sensoriali possono essere rilevate da esterocettori (recettori sensoriali per stimoli esterni) e da enterocettori (recettori sensoriali per stimoli interni). 16. COSA SI INTENDE PER SOMESTESIA? La somestesia si riferisce alla capacità di percepire e comprendere le sensazioni tattili, termiche, dolorifiche e propriocettive provenienti dal corpo e dall'ambiente circostante. 17. QUALI SONO I RECETTORI SENSIORALI E QUALI SONO LE LORO FUNZIONI? . I recettori sensoriali sono specializzati nell'individuare stimoli provenienti dall'ambiente esterno o interno al corpo e trasformarli in segnali elettrici che possono essere interpretati dal sistema nervoso. Questi recettori includono meccanocettori (percepiscono il tatto e la pressione), termocettori (percepiscono il calore e il freddo), nocicettori (percepiscono il dolore) e propriocettori (percepiscono la posizione e il movimento del corpo). 18. DESCRIVERE L'ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI SENSORIALI L'organizzazione dei sistemi sensoriali coinvolge la ricezione di informazioni dall'ambiente attraverso recettori disposti in periferia, la trasmissione di queste informazioni al sistema nervoso centrale e l'elaborazione di tali informazioni per destare sensazioni, controllare il movimento e mantenere lo stato di vigilanza. Le informazioni sensoriali possono essere rilevate da esterocettori (recettori sensoriali per stimoli esterni) e da enterocettori (recettori sensoriali per stimoli interni). 13. COSA SI INTENDE PER CONTROLLO DEL DOLORE Il controllo del dolore si riferisce ai meccanismi fisiologici e neurologici coinvolti nella regolazione della percezione del dolore. Questi meccanismi includono sia processi periferici che centrali che influenzano la trasmissione e la percezione del dolore. 14. DESCRIVERE IL MECCANISMO DI ELABORAZIONE CORTICALE DEL DOLORE Il meccanismo di elaborazione corticale del dolore coinvolge l'interpretazione e l'elaborazione delle sensazioni dolorifiche da parte della corteccia cerebrale. Questo processo comprende l'analisi e l'attribuzione di significato alle esperienze dolorose, nonché la regolazione delle risposte emotive e cognitive associate al dolore. 15. COSA SI INTENDE PER MODULAZIONE CENTRALE DEL DOLORE? La modulazione centrale del dolore si riferisce alla capacità del sistema nervoso centrale di regolare la percezione del dolore attraverso meccanismi di soppressione o potenziamento delle vie del dolore. Questi meccanismi possono influenzare la trasmissione del segnale doloroso e la risposta del cervello al dolore. 16. COSA SI INTENDE PER SENSIBILIZZAZIONE? La sensibilizzazione si riferisce a un aumento della sensibilità al dolore, spesso associato a condizioni di dolore cronico o persistente. La sensibilizzazione può verificarsi a livello periferico o centrale e comporta un'iperattività delle vie del dolore, rendendo il sistema nervoso più sensibile ai segnali dolorosi. 17. QUALI SONO I TIPI DI DOLORE E LE LORO FUNZIONI? I tipi di dolore includono il dolore nocicettivo (associato a danni tissutali), il dolore neuropatico (causato da lesioni o disfunzioni del sistema nervoso), il dolore cronico (persistente nel tempo) e il dolore urente (sensazione di bruciore). Ognuno di questi tipi di dolore può svolgere funzioni protettive o segnalare danni o disfunzioni nel corpo. 18. COSA SI INTENDE PER CONTROLLO DEL DOLORE Il controllo del dolore si riferisce ai meccanismi fisiologici e neurologici coinvolti nella regolazione della percezione del dolore. Questi meccanismi includono sia processi periferici che centrali che influenzano la trasmissione e la percezione del dolore. coinvolta nella pianificazione e nella coordinazione dei movimenti complessi. Inoltre, la corteccia cerebrale riceve informazioni sensoriali e motorie dal midollo spinale e dal tronco encefalico, integrando queste informazioni per coordinare e regolare il movimento volontario. 28. COSA SI INTENDE PER CONTROLLO A FEEDBACK? Il controllo a feedback si riferisce a un meccanismo attraverso il quale il sistema nervoso riceve costantemente informazioni sensoriali riguardo allo stato del corpo e dell'ambiente esterno, e utilizza queste informazioni per regolare e correggere l'attività motoria in corso. Questo processo consente al sistema nervoso di monitorare e adattare costantemente il movimento in risposta alle variazioni dell'ambiente e alle esigenze del compito. 29. COSA SI INTENDE PER MOVIMENTI VOLONTARI? I movimenti volontari sono azioni motorie intenzionali e consapevoli che vengono eseguite in risposta a un obiettivo specifico. Questi movimenti sono pianificati e controllati dalla corteccia cerebrale e coinvolgono l'attivazione di circuiti neurali complessi per produrre movimenti precisi e adattabili. 30. DESCRIVERE LA REGOLAZIONE PSICOFISICA DEL MOVIMENTO VOLONTARIO La regolazione psicofisica del movimento volontario si riferisce alla capacità del sistema nervoso di adattare il movimento in base alle esigenze del compito e alle variazioni dell'ambiente. Questo processo coinvolge l'integrazione di informazioni sensoriali e motorie, nonché la pianificazione e l'esecuzione del movimento attraverso l'attivazione di circuiti neurali complessi. Inoltre, la regolazione psicofisica del movimento volontario richiede la capacità di monitorare e correggere l'attività motoria in corso, utilizzando sia il controllo a feedback che il controllo a feedforward. 35. DESCRIVERE IL FUNZIONAMENTO DEI SISTEMI MOTORI I sistemi motori sono responsabili del controllo e dell'esecuzione del movimento nel corpo. Questi sistemi coinvolgono l'integrazione di informazioni sensoriali, la pianificazione e l'esecuzione del movimento volontario, nonché la regolazione dei riflessi e dei movimenti automatici. Il funzionamento dei sistemi motori coinvolge l'attivazione di circuiti neurali complessi che trasmettono segnali motori dai centri superiori del cervello al midollo spinale e ai muscoli, consentendo il controllo preciso e coordinato del movimento. 36. COSA SI INTENDE PER MOVIMENTI RIFLESSI E RITMICI I movimenti riflessi sono risposte motorie rapide e stereotipate a determinati stimoli sensoriali, che avvengono in modo involontario e automatico. I movimenti ritmici sono atti motori che presentano caratteristiche sia volontarie che involontarie, e sono controllati da circuiti neurali nel midollo spinale e nel tronco encefalico. 17. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEL MOVIMENTO VOLONTARIO? Le caratteristiche del movimento volontario includono la pianificazione e l'esecuzione di un movimento intenzionale e consapevole, la capacità di raggiungere uno scopo specifico, la modulazione del movimento in base alle esigenze del compito, la generazione di istruzioni interne per il movimento e la capacità di monitorare e correggere l'attività motoria in corso. 18. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEL MOVIMENTO PREPARATORIO Le caratteristiche del movimento preparatorio includono la generazione di istruzioni interne per il movimento, la preparazione del corpo per l'esecuzione del movimento, la modulazione del movimento in base alle esigenze del compito, la capacità di monitorare e correggere l'attività motoria in corso e la regolazione del tono muscolare per preparare il corpo al movimento. Il movimento preparatorio è fondamentale per l'esecuzione del movimento volontario preciso e coordinato. 19. CHE COSA E' LA CORTECCIA MOTRICE PRIMARIA E CHE RUOLO SVOLGE La corteccia motrice primaria è una regione della corteccia cerebrale situata nel lobo frontale, che è responsabile della pianificazione e dell'esecuzione del movimento volontario. Questa regione cerebrale riceve informazioni sensoriali e motorie del midollo spinale e del tronco encefalico, e invia segnali motori ai muscoli scheletrici attraverso i neuroni corticospinali. La corteccia motrice primaria è organizzata in modo somatotopico, con aree specifiche che controllano le diverse parti del corpo. 23. DESCRIVERE LE DUE CATEGORIE DEI DISTURBI CINETICI I disturbi cinetici possono essere suddivisi in due categorie principali: i disturbi ipercinetici e i disturbi ipocinetici. I disturbi ipercinetici sono caratterizzati da movimenti involontari e anormali, come tremori, tic, corea e distonia. Questi disturbi sono causati da un'iperattività dei circuiti motori nel cervello, che possono essere influenzati da fattori genetici, ambientali o farmacologici. 24. COSA SI INTENDE PER DISTURBI IPOCINETICI? I disturbi ipocinetici sono caratterizzati da una riduzione del movimento volontario e della capacità di generare movimenti spontanei. Questi disturbi sono associati a una riduzione dell'attività dei circuiti motori nel cervello, in particolare nella corteccia motrice primaria e nella corteccia premotoria. I disturbi ipocinetici includono la malattia di Parkinson e l'atrofia multisistemica, e sono causati da una perdita di neuroni dopaminergici nella substantia nigra del cervello. 25. COSA SI INTENDE PER DISTURBI IPERCINETICI? I disturbi ipercinetici sono caratterizzati da movimenti involontari e anormali, come tremori, tic, corea e distonia. Questi movimenti possono essere rapidi, irregolari e incontrollabili, e sono causati da un'iperattività dei circuiti motori nel cervello. I disturbi ipercinetici possono essere causati da condizioni genetiche, lesioni cerebrali, disfunzioni dei gangli della base o effetti collaterali di farmaci. 26. DARE UNA DEFINIZIONE PRECISA DEL MORBO DI PARKINSON Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa cronica del sistema nervoso centrale che colpisce principalmente il controllo del movimento. È caratterizzato da sintomi motori come tremore a riposo, bradicinesia (lentezza nei movimenti), rigidità muscolare e instabilità posturale. Questi sintomi sono causati dalla perdita di neuroni dopaminergici nella substantia nigra del cervello, che porta a un deficit di dopamina nel cervello. 27. DARE UNA DEFINIZIONE PRECISA DEL MORBO DI HUNTINGTON Il morbo di Huntington è una malattia genetica ereditaria che colpisce il sistema nervoso, causando disturbi del movimento, problemi cognitivi e psichiatrici. È caratterizzato da movimenti involontari, deterioramento cognitivo progressivo e cambiamenti nella personalità. La malattia è causata da una mutazione genetica che porta a un'eccessiva ripetizione di un tratto di DNA nel gene della huntingtina. 29. DESCRIVERE LE DISFUNZIONI COGNITIVE DOVUTE ALLA DEGENERAZIONE DEI NUCLEI DELLA BASE La degenerazione dei nuclei della base può causare disfunzioni cognitive come la riduzione della capacità di apprendimento, la difficoltà di pianificazione e di esecuzione di compiti complessi, la riduzione della flessibilità mentale e la diminuzione della memoria a breve termine. Questi sintomi possono essere associati a malattie come la malattia di Parkinson, la malattia di Huntington e la distonia. 19. DESCRIVERE LE REGIONI ANATOMICHE CONTROLLATE DALLA COMPONENTE SIMPATICA E DA QUELLA PARASIMPATICA La componente simpatica e quella parasimpatica del sistema nervoso autonomo controllano diverse regioni anatomiche. La componente simpatica controlla le ghiandole sudoripare, il cuore, i polmoni, il fegato, lo stomaco, l'intestino tenue, il colon, la vescica e i genitali. La componente parasimpatica controlla il cuore, i polmoni, lo stomaco, l'intestino tenue, il colon, la vescica e i genitali. 20. DESCRIVERE I TIPI DI RIFLESSI MEDIATI DAL SNA Il sistema nervoso autonomo controlla diversi tipi di riflessi, tra cui i riflessi pupillari, i riflessi cardiovascolari, i riflessi respiratori e i riflessi gastrointestinali. Questi riflessi sono mediati da neuroni sensoriali che inviano informazioni al midollo spinale o al tronco cerebrale, dove vengono elaborate e inviate ai neuroni motori che controllano la risposta. 21. QUALI SONO LE FUNZIONI PRINCIPALI DEL SNA? Il sistema nervoso autonomo ha diverse funzioni principali, tra cui il controllo dell'omeostasi del corpo, la regolazione della frequenza cardiaca, la regolazione della pressione sanguigna, la regolazione della respirazione, la regolazione della digestione e l'adattamento del corpo allo stress. 22. QUALI SONO LE DIFFERENZE PRINCIPALI TRA L'ORTOSIMPATICO E IL PARASIMPATICO? Il sistema nervoso ortosimpatico e parasimpatico differiscono principalmente nella loro attivazione e nella loro funzione. Il sistema nervoso ortosimpatico è attivato in situazioni di stress e di emergenza e prepara il corpo per la lotta o la fuga. La sua attivazione aumenta la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e la glicemia. Il sistema nervoso parasimpatico, invece, è attivato in situazioni di riposo e di rilassamento e favorisce la digestione, la riduzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna e la conservazione dell'energia. 24. DESCRIVERE I TIPI DI RIFLESSI MEDIATI DAL SNA Il sistema nervoso autonomo (SNA) controlla molte funzioni involontarie del corpo, tra cui la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna, la respirazione e la digestione. I riflessi mediati dal SNA possono essere divisi in due categorie principali: riflessi simpatici e riflessi parasimpatici. I riflessi simpatici sono attivati in situazioni di stress o pericolo e causano un aumento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna e della glicemia. I riflessi parasimpatici sono attivati in situazioni di riposo e causano una diminuzione della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna e della glicemia. 25. DESCRIVERE LE REGIONI ANATOMICHE CONTROLLATE DALLA COMPONENTE SIMPATICA E DA QUELLA PARASIMPATICA La componente simpatica del SNA controlla principalmente le funzioni del corpo durante situazioni di stress o pericolo, come la lotta o la fuga. Questa componente controlla la dilatazione delle pupille, l'aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, la broncodilatazione e la diminuzione della motilità intestinale. La componente parasimpatica del SNA controlla principalmente le funzioni del corpo durante il riposo e la digestione. Questa componente controlla la costrizione delle pupille, la diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, la broncocostrizione e l'aumento della motilità intestinale. 26. DESCRIVERE LE TRE SEZIONI DEL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO Il sistema nervoso autonomo è diviso in tre sezioni principali: il sistema nervoso enterico, il sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso parasimpatico. Il sistema nervoso enterico controlla le funzioni digestive del corpo e si trova interamente nel tratto gastrointestinale. Il sistema nervoso simpatico e parasimpatico controllano le funzioni del corpo durante situazioni di stress o pericolo e durante il riposo e la digestione, rispettivamente. Queste due sezioni del SNA sono controllate dal midollo spinale e dal tronco encefalico e si estendono in tutto il corpo. 09. INDICARE I RIFLESSI REGOLATI DALL'IPOTALAMO L'ipotalamo regola molti riflessi importanti per il controllo dell'omeostasi del corpo, tra cui il riflesso della sete, il riflesso della fame e il riflesso della sazietà. L'ipotalamo regola anche il riflesso della termoregolazione, che aiuta a mantenere la temperatura corporea a un livello costante. 13. QUALI SONO LE PRINCIPALI FUNZIONI SVOLTE DALL'IPOTALAMO? L'ipotalamo svolge molte funzioni importanti nel corpo, tra cui il controllo dell'omeostasi, la regolazione del sistema endocrino, la regolazione del ciclo sonno-veglia, la regolazione della temperatura corporea e la regolazione dell'appetito e della sete. 14. DESCRIVERE SINTETICAMENTE LA SUDDIVISIONE FUNZIONALE DELL'IPOTALAMO L'ipotalamo può essere suddiviso in diverse regioni funzionali, tra cui l'area preottica, l'area media e l'area posteriore. L'area preottica è coinvolta nella regolazione della temperatura corporea e del ciclo sonno-veglia. L'area media è coinvolta nella regolazione dell'appetito e della sete, mentre l'area posteriore è coinvolta nella regolazione del sistema endocrino e della riproduzione. 09. QUALI SONO LE DUE FUNZIONI DELLE COMPONENTI PERIFERICHE DELLE EMOZIONI Le componenti periferiche delle emozioni svolgono due funzioni principali: preparare il corpo per l'azione e comunicare lo stato emotivo agli altri. (SNC CONTROLLA LE PRINCPALI FUNZIONI DI CONTROLLO ED ELABORAZIONE DEI DATI; SNP SI OCCUPA DI GESTIRE LA TRASMISSIONE DEI DATI SENSITIVI/MOTORI DELLA PERIFERIA AL SNC E VICEVERSA.) 10. QUALI SONO LE AREE CORTICALI IMPLICATE NELLE EMOZIONI Le aree corticali coinvolte nelle emozioni includono la corteccia prefrontale, la corteccia del giro del cingolo, l'amigdala e l'ippocampo. 11. QUAL E' IL RUOLO DELL'IPOTALAMO NEL SISTEMA LIMBICO L'ipotalamo è una parte importante del sistema limbico, che è coinvolto nella regolazione delle emozioni e del comportamento. L'ipotalamo regola le manifestazioni periferiche dello stato emotivo e coordina le risposte comportamentali per mantenere l'omeostasi dell'ambiente interno. 13. DESCRIVERE I PROCESSI CHE DANNO ORIGINE ALLA MEMORIA ESPLICITA La memoria esplicita, anche chiamata memoria dichiarativa, è il tipo di memoria che ci permette di ricordare fatti, eventi e informazioni specifiche. Questo tipo di memoria si forma attraverso un processo di codifica, consolidamento e recupero. Durante la codifica, le informazioni vengono elaborate e organizzate in modo da poter essere memorizzate. Durante il consolidamento, le informazioni vengono trasferite dalla memoria a breve termine alla memoria a lungo termine. Infine, durante il recupero, le informazioni vengono richiamate dalla memoria a lungo termine e riportate alla memoria a breve termine per essere utilizzate. 14. DESCRIVERE I VARI TIPI DI MEMORIA Ci sono diversi tipi di memoria, tra cui la memoria a breve termine, la memoria a lungo termine, la memoria procedurale, la memoria semantica e la memoria episodica. La memoria a breve termine è la memoria che ci permette di mantenere informazioni per un breve periodo di tempo, mentre la memoria a lungo termine è la memoria che ci permette di memorizzare informazioni per un periodo di tempo più lungo. La memoria 24. QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA DISTURBI FONETICI E DISARTRIA? I disturbi fonetici sono problemi nella produzione dei suoni del linguaggio, mentre la disartria è un disturbo della coordinazione muscolare che può influire sulla pronuncia delle parole. I disturbi fonetici possono essere causati da problemi nella formazione dei suoni, come la dislocazione della lingua o la malformazione delle labbra, mentre la disartria può essere causata da lesioni cerebrali o da malattie neuromuscolari che influiscono sulla capacità di controllare i muscoli coinvolti nella pronuncia delle parole. 25. QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA L'AFASIA DI BROCA E QUELLA DI WERNICKE L'afasia di Broca e quella di Wernicke sono due tipi di afasia che si verificano a seguito di lesioni cerebrali. L'afasia di Broca è caratterizzata da difficoltà nella produzione del linguaggio parlato, con una grammatica semplificata e una pronuncia distorta. L'area di Broca, situata nella parte anteriore della corteccia cerebrale sinistra, è responsabile della produzione del linguaggio parlato. L'afasia di Wernicke, d'altra parte, è caratterizzata da difficoltà nella comprensione del linguaggio parlato, con una produzione fluente ma spesso incomprensibile. L'area di Wernicke, situata nella parte posteriore della corteccia cerebrale sinistra, è responsabile della comprensione del linguaggio parlato. 26. COSA SI INTENDE PER PARAFASIE Le parafasie sono errori nella produzione del linguaggio parlato in cui una parola viene sostituita con un'altra parola simile in suono o significato. Le parafasie possono essere fonemiche, in cui il suono della parola viene sostituito con un suono simile, o semantiche, in cui il significato della parola viene sostituito con un'altra parola simile in significato. 28. QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA L'AFASIA DI BROCA E QUELLA DI WERNICKE L'afasia di Broca e quella di Wernicke sono due tipi di afasia che si verificano a seguito di lesioni cerebrali. L'afasia di Broca è caratterizzata da difficoltà nella produzione del linguaggio parlato, con una grammatica semplificata e una pronuncia distorta. L'area di Broca, situata nella parte anteriore della corteccia cerebrale sinistra, è responsabile della produzione del linguaggio parlato. L'afasia di Wernicke, d'altra parte, è caratterizzata da difficoltà nella comprensione del linguaggio parlato, con una produzione fluente ma spesso incomprensibile. L'area di Wernicke, situata nella parte posteriore della corteccia cerebrale sinistra, è responsabile della comprensione del linguaggio parlato. 29. DESCRIVERE LE CARATTERISTICHE DELL'AFASIA GLOBALE L'afasia globale è un tipo di afasia grave in cui il paziente ha difficoltà sia nella produzione che nella comprensione del linguaggio parlato. I pazienti con afasia globale possono avere difficoltà a pronunciare le parole, a formare frasi grammaticalmente corrette e a comprendere il linguaggio parlato. Questo tipo di afasia è spesso causato da lesioni cerebrali estese che coinvolgono molte aree cerebrali coinvolte nella produzione e nella comprensione del linguaggio. 30. DESCRIVERE L'AFASIA DI CONDUZIONE L'afasia di conduzione è un tipo di afasia in cui il paziente ha difficoltà nella ripetizione del linguaggio parlato, nonostante la comprensione e la produzione del linguaggio parlato siano relativamente intatte. Questo tipo di afasia è spesso causato da lesioni nella parte posteriore della corteccia cerebrale sinistra, coinvolgendo le connessioni tra l'area di Wernicke e l'area di Broca. I pazienti con afasia di conduzione possono produrre discorsi fluenti e comprensibili, ma hanno difficoltà a ripetere frasi o parole udite. 31. COSA SI INTENDE PER ANOMIE? Le anomalie si riferiscono all'incapacità di ricordare o recuperare i nomi di oggetti o concetti specifici. Le persone con anomalie possono avere difficoltà a trovare le parole giuste per descrivere oggetti comuni o a nominare persone familiari. Questo tipo di disturbo è spesso associato a lesioni cerebrali e può essere una caratteristica dell'afasia. 32. COSA SI INTENDE PER AFASIA DI BROCA? L'afasia di Broca è un tipo di afasia caratterizzato da difficoltà nella produzione del linguaggio parlato. I pazienti con afasia di Broca possono avere un linguaggio telegrafico, con frasi brevi e grammaticalmente semplificate, e possono avere difficoltà nella produzione di suoni e parole. Questo tipo di afasia è spesso associato a lesioni nell'area di Broca, situata nella parte anteriore della corteccia cerebrale sinistra. 33. COSA SI INTENDE PER AFASIA DI WERNICKE? L'afasia di Wernicke è un tipo di afasia caratterizzato da difficoltà nella comprensione del linguaggio parlato e dalla produzione di discorsi fluenti ma spesso incoerenti. I pazienti con afasia di Wernicke possono produrre frasi grammaticalmente corrette ma prive di significato, e possono avere difficoltà a comprendere il linguaggio parlato. Questo tipo di afasia è spesso associato a lesioni nell'area di Wernicke, situata nella parte posteriore della corteccia cerebrale sinistra. 19. COSA SI INTENDE PER DISLESSIA ATTENZIONALE La dislessia attenzionale è un tipo di dislessia in cui il paziente ha difficoltà a leggere parole o frasi quando sono presentate in una serie di parole o di lettere. I pazienti con dislessia attenzionale possono leggere parole e lettere presentate singolarmente, ma hanno difficoltà a leggerle quando sono presentate in una serie. 20. QUALI SONO LE DIFFERENZA TRA DISLESSIE CENTRALI E PERIFERICHE? Le dislessie periferiche sono disturbi della forma visiva della parola, in cui il paziente ha difficoltà a riconoscere le parole a causa di problemi nella percezione visiva. Le dislessie centrali, d'altra parte, riflettono il disturbo nell'analisi successiva all'elaborazione visiva della parola stampata, e sembrano indicare la perdita delle componenti centrali del sistema normale di lettura. 21. COSA SI INTENDE PER ALESSI SENZA AGRAFIA? L'alessia senza agrafia è un tipo di dislessia in cui il paziente ha difficoltà a leggere, ma la scrittura rimane intatta. In altre parole, il paziente non è in grado di leggere le parole, ma è in grado di scrivere correttamente. 22. COSA SI INTENDE PER DISLESSIA DA LETTURA LETTERA PER LETTERA La dislessia da lettura lettera per lettera è un tipo di dislessia in cui il paziente legge le parole lettera per lettera, invece di riconoscere la parola come un'unità globale. Questo tipo di dislessia è spesso associato a lesioni cerebrali che coinvolgono l'area visiva della corteccia cerebrale sinistra. I pazienti con dislessia da lettura lettera per lettera possono avere difficoltà a leggere parole irregolari o non familiari. 23. QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA DISLESSIA E DISGRAFIA La dislessia e la disgrafia sono entrambi disturbi dell'apprendimento che riguardano la scrittura e la lettura, ma si differenziano per il tipo di difficoltà che causano. La dislessia riguarda la difficoltà nella lettura, mentre la disgrafia riguarda la difficoltà nella scrittura. La dislessia può essere causata da problemi nella percezione visiva o nell'elaborazione del linguaggio, mentre la disgrafia può essere causata da problemi motori o di coordinazione. 24. DESCRIVERE LE PRINCIPALI DISLESSIE CENTRALI Le principali dislessie centrali includono la dislessia fonologica, in cui il paziente ha difficoltà a decodificare le parole utilizzando la procedura fonologica, e la dislessia superficiale, in cui il paziente ha difficoltà a leggere parole irregolari o non familiari utilizzando la rappresentazione grafica globale della parola. Altre dislessie centrali includono la dislessia profonda, in cui il paziente ha difficoltà a leggere parole e non parole, e la dislessia da neglect, in cui il paziente commette errori nella lettura delle parti iniziali o finali della parola. 25. DESCRIVERE LE PRINCIPALI DISLESSIE PERIFERICHE Le principali dislessie periferiche includono la dislessia da lettura lettera per lettera, in cui il paziente legge le parole lettera per lettera invece di riconoscere la parola come un'unità globale, e la dislessia attenzionale, in cui il paziente ha difficoltà a leggere parole o frasi quando sono presentate in una serie di parole o di lettere. Altre dislessie periferiche includono la dislessia da neglect, in cui il paziente commette errori nella lettura delle parti iniziali o finali della parola, e la dislessia attenzionale, in cui il paziente ha difficoltà a leggere parole o frasi quando sono presentate in una serie di parole o di lettere. 27. COSA SI INTENDE PER DISLESSIA DA NEGLECT? La dislessia da neglect è un tipo di dislessia in cui il paziente compie errori nella lettura delle parti iniziali o finali della parola. Gli errori possono essere di omissione o sostituzione di lettere. Questo tipo di dislessia è associato a difficoltà nell'attenzione e nell'elaborazione visiva delle parole. 32. COSA SI INTENDE PER DISLESSIA ATTENZIONALE La dislessia attenzionale è un tipo di dislessia in cui il paziente ha difficoltà a leggere parole o frasi quando sono presentate in una serie di parole o di lettere. I pazienti con dislessia attenzionale possono leggere parole e lettere presentate singolarmente, ma hanno difficoltà a leggerle quando sono presentate in una serie. 12. DESCRIVERE I SEGNI ED I SINTOMI DELLA SCHIZOFRENIA I segni e sintomi della schizofrenia includono episodi psicotici, perdita del senso della realtà, idee deliranti, allucinazioni, isolamento sociale, incapacità di svolgere le normali attività quotidiane, comportamenti stravaganti, trascuratezza dell'igiene personale e appiattimento dei rapporti affettivi. Questi sintomi possono essere preceduti da segni prodromici come isolamento sociale, cambiamenti nel comportamento e nelle abitudini, e difficoltà nel mantenere relazioni interpersonali. 07. DESCRIVERE L'IPOTESI DELLA "MIGRAZIONE NEURONICA" NELLA PATOGENESI DELLA SCHIZOFRENIA L'ipotesi della "migrazione neuronica" nella patogenesi della schizofrenia suggerisce che durante lo sviluppo, i neuroni potrebbero migrare in modo anomalo, portando alla formazione di connessioni corticali anomale nei lobi frontali e parietali, che sono aree coinvolte nella schizofrenia. Alcune ricerche suggeriscono che l'esposizione a infezioni influenzali durante la gestazione potrebbe aumentare il rischio di sviluppare schizofrenia, poiché potrebbe influenzare la migrazione neuronale. Inoltre, alterazioni genetiche potrebbero influenzare l'espressione dei geni necessari per il corretto processo di migrazione neuronale durante lo sviluppo, contribuendo così alla patogenesi della schizofrenia. 13. DESCRIVERE LE TURBE DEPRESSIVE BIPOLARI Le turbe depressive bipolari, anche conosciute come disturbo bipolare dell'umore, coinvolgono episodi sia depressivi che maniacali. Questi pazienti sperimentano sia stati di depressione grave che episodi di esaltazione e umore espansivo, accompagnati da sintomi come iperattività, loquacità, aumento delle forze della libido, fuga delle idee, senso di grandiosità e altri. (pag 53) 14. DESCRIVERE LE TERAPIE DELLE FORME DEPRESSIVE Le terapie per le forme depressive includono la terapia elettroconvulsiva, i farmaci antidepressivi, il litio e gli anticonvulsivanti. La terapia elettroconvulsiva è efficace nel trattamento della depressione grave, mentre i farmaci antidepressivi, come gli inibitori della monoamino-ossidasi, i composti triciclici e gli inibitori specifici della riassunzione della serotonina, sono ampiamente utilizzati. Il litio e gli anticonvulsivanti sono anche impiegati nel trattamento delle forme depressive (Page 54), (Page 53). 15. COSA E' LA DEPRESSIONE MELANCONICA? La depressione melanconica è un sottogruppo di depressione grave caratterizzato da sintomi come stato depressivo di andamento variabile, insonnia con risveglio nelle prime ore del mattino, anoressia con calo di peso, agitazione psicomotoria, perdita di interesse per qualsiasi cosa, assenza di capacità di provare gioia e alterazioni caratteristiche del sonno. I pazienti con depressione melanconica rispondono bene alla terapia elettroconvulsivante e ai trattamenti con antidepressivi triciclici e inibitori selettivi della riassunzione della serotonina (Page 53). 16. COSA E' LA DISTIMIA? La distimia è un disturbo dell'umore caratterizzato da umore depresso per la maggior parte del giorno, per la maggior parte dei giorni, per almeno due anni. Durante questo periodo, i pazienti con distimia sperimentano sintomi come cambiamenti nell'appetito, disturbi del sonno, bassa autostima, scarsa concentrazione o indecisione, stanchezza e sentimenti di disperazione. La distimia è considerata una forma di depressione cronica di basso grado (Page 53). 17. COSA E' IL DISTURBO BIPOLARE? Il disturbo bipolare, noto anche come disturbo dell'umore bipolare, è una condizione caratterizzata da episodi alternati di depressione e mania. Durante gli episodi depressivi, i pazienti sperimentano sentimenti di tristezza, disperazione, perdita di interesse e piacere, mentre durante gli episodi maniacali mostrano un umore euforico, irrequietezza, impulsività e comportamenti ad alto rischio. Il disturbo bipolare può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana e sul funzionamento sociale e lavorativo (Page 54). 18. COSA SI INTENDE PER TURBE DELL'UMORE? Le turbe dell'umore si riferiscono a condizioni caratterizzate da alterazioni persistenti dello stato d'animo, come depressione, mania o ipomania. Queste condizioni possono influenzare significativamente il benessere emotivo, comportamentale e cognitivo di un individuo (Page 53). 19. DESCRIVERE GLI ASPETTI BIOLOGICI DELLE TURBE DELL'UMORE Gli aspetti biologici delle turbe dell'umore includono fattori genetici, anomalie anatomiche della corteccia prefrontale, ridotta attività di alcune regioni cerebrali e possibili squilibri neurochimici. I fattori genetici giocano un ruolo significativo nelle turbe dell'umore, con evidenze di poligenicità e coinvolgimento di diversi geni. Inoltre, alcune condizioni come la depressione unipolare e bipolare possono essere associate a anomalie anatomiche e funzionali del cervello, come la ridotta attività della corteccia prefrontale (Page 54). 21. DESCRIVERE LE TURBE DEPRESSIVE UNIPOLARI Le turbe depressive unipolari includono diversi sottogruppi di disturbi depressivi, tra cui la depressione melanconica e la depressione atipica. La depressione melanconica è caratterizzata da sintomi quali stato depressivo di andamento variabile, insonnia, anoressia, agitazione psicomotoria e perdita di