Scarica DONNE, RAZZA E CLASSE e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! DONNE, RAZZA E CLASSE Esce per la prima volta negli Stati Uniti nel 1981 Un saggio scritto in carcere nel 1971 Uno studio storico sulla condizione delle afroamericane durante lo schiavismo —> scoprire le ribellioni delle donne nere contro la schiavitù. Scopo: abbandonare l’idea di un soggetto “donna” omogeneo —> qualsiasi tentativo di liberazione per essere universalista deve considerare la storia, le esperienze, i bisogni dei diversi soggetti in gioco. Offre prospettive per il rinnovamento di teorie, linguaggi e obbiettivi del movimento femminista —> ora che la realtà è segnata dalla presenza crescente di donne migranti CAPITOLO UNO - L’eredità della schiavitù. Principi per una nuova condizione delle donne La situazione delle donne nella schiavitù non è stata considerata adeguatamente —> nemmeno negli anni ‘70, nonostante il boom delle pubblicazioni che abbracciavano il dibattito sulla schiavitù. Delle donne schiave si parla per le questioni di “promiscuità”, “matrimonio”, “sesso”. Una prima ricerca degna di nota è quella di Herbert Gutman sulla famiglia Nera —> afferma che le aspirazioni domestiche delle donne nere erano frustrate dalle esigenze del sistema schiavistico e, in generale, critica la tesi del matriarcato Nero. Riesame della storia delle donne Nere durante la schiavitù Il lavoro coatto sovrasta ogni altro aspetto della loro esistenza. Lo stereotipo della donna schiava nera è che fosse sempre una domestica, una cameriera, una bambinaia; nonostante nella realtà nella maggior parte dei casi, anche se non tutti, lavorasse nei campi, indistinta a livello di genere. Era il profitto a determinare i comportamenti del proprietario schiavista verso le schiave: quando era redditizio sfruttarle come se fossero dei maschi, erano considerate asessuate, ma quando le si poteva sfruttare e punire in forme adatte solo alle donne, allora venivano rinchiuse dentro ruoli esclusivamente femminili. Abolizione tratta nazionale degli schiavi —> l’espansione dell’industria del cotone è minacciata e la classe degli schiavisti si affida alla riproduzione naturale per l’incremento della popolazione di schiavi —> nei decenni precedenti la Guerra civile le donne vengono valutate in base alla loro fertilità. Venivano considerate riproduttrici e non madri e i loro bambini potevano essere allontanati e venduti —> un anno dopo il blocco dell’importazione di schiavi dall’Africa il tribunale della South Carolina dichiarò che le schiave non avevano alcun titolo legale sui propri bambini. Coercizione sessuale —> venivano frustate, mutilate e stuprate —> lo stupro è un’espressione esplicita della supremazia economica del proprietario. Condizione mamme schiave nere —> vengono considerate come schiavi normali, lavorano nei campi incinte e con i bambini, che devono lasciare incustoditi, agli anziani o ad altri bambini. Nel sud, durante gli anni precedenti la guerra civile, si promuovono tentativi di industrializzazione —> nelle industrie vengono usati gli schiavi. Le donne schiave erano più redditizie di operai liberi e schiavi maschi: costavano meno. Industrializzazione Stati Uniti —> si diffonde l’ideologia della femminilità tra i bianchi per cui le donne si trovano in una sfera separata dal regime del lavoro produttivo, sono madri e casalinghe —> inferiorità —> ma le relazioni maschio/femmina all’interno della comunità degli schiavi non si conformano al modello ideologico dominante —> famiglia nera come una struttura biologica matriarcale. Questo ha a che fare con gli schiavisti, che non riconoscevano i figli schiavi, per cui solo le madri apparivano sull’atto di nascita. Da qui lo studio governativo sulla “Negro Family” comunemente noto come “The Moynihan Report”, che collega i problemi sociali ed economici della comunità Nera alla struttura familiare matriarcale. La soluzione sarebbe quella di introdurre l’autorità (supremazia) maschile nella comunità. Un suo sostenitore, Rainwater, prevede invece come soluzione riforme economiche e incoraggia manifestazioni e proteste per i diritti civili. Anni ‘30, E.F Frazier —> The Negro Family dove descrive l’impatto della schiavitù sul popolo Nero. 1976, Gutman —> The Black Family in Slavery and Freedom dove sostiene che la famiglia Nera non ha una struttura matriarcale, ma una struttura dove trovano spazio tutti i componenti. Aggiunge anche che lo schiavismo ha distrutto le famiglie e apportato traumi; che gli schiavi aderivano a norme vincolanti sul funzionamento degli accordi familiari, anche se diverse da quelle dei bianchi. La maggior parte degli studi accademici ha interpretato la vita della famiglia degli schiavi elevando le donne e svalutando gli uomini. Per esempio, K. Stampp —> gli uomini schiavi venivano chiamati “boy”, questo rifletteva la loro incapacità di prendersi carico delle proprie responsabilità paterne —> forma matriarcale: la famiglia ha un significato legato alle responsabilità delle donne, quindi pulire la casa, preparare il cibo, allevare i figli; il marito risulta l’assistente, il compagno, il partner sessuale. —> la vita domestica ha un’importanza esagerata nella socialità degli schiavi perché è l’unico spazio in cui possono sentirsi esseri umani. La donna Nera non viene svilita nella propria funzione domestica come accade alla bianca. Ma sostenere che le donne dominassero gli uomini significa distorcere la realtà. Inoltre, l’uomo schiavo svolge in realtà importanti funzioni domestiche, come la caccia, nonostante i compiti non avessero gerarchia e fossero intercambiabili. Infine, i Neri hanno trasformato l’uguaglianza negativa dell’operazione della schiavitù, in un egualitarismo positivo nelle relazioni sociali. Eugene Genovese, in Roll, Jordan, Roll, sostiene una visione di supremazia maschile ma allo stesso tempo uguaglianza di genere. Analisi del ruolo delle donne nella resistenza alla schiavitù: Le donne Nere lottano contro l’oppressione, così come evidenzia Herbert Aptheker in American Negro Slave Revolts: avvelenano i propri padroni, scioperano, si uniscono alle comunità di fuggiaschi, resistono agli stupri e vengono punite con fustigazioni, come ricorda Frederick Douglass. Sarah Grimke introduce il tema della contrapposizione cristianesimo/schiavitù: una schiava che viene fustigata più volte, a cui viene estratto un incisivo e imposto un collare di ferro affinché non scappi. Così come il tema della morte meglio della schiavitù: Margaret Garner, schiava in fuga che uccide la figlia e invoca il patibolo. Comunità maroon —> formate da schiavi fuggiaschi e loro discendenti, diffuse nel sud degli Stati Uniti negli anni ‘60 dell’800. Prima di questi, episodi di guerriglia tra schiavi e schiavisti. Harriet Tubman —> operaia agricola nel Maryland istruita dal padre alla sopravvivenza nei boschi. Si oppone alla schiavitù e conduce più di trecento persone lungo la Ferrovia sotterranea per salvarle. Con lo sfruttamento indifferente dal genere delle schiave Nere si sono poste le fondamenta affinché queste proclamassero la propria uguaglianza nelle relazioni sociali. I padroni cercano di eliminare l’uguaglianza riservando alle donne una repressione speciale. Stupro —> uso terroristico della violenza sessuale per far desistere le donne, per ricordare loro la supremazia maschile. Ogni narrazione sulla schiavitù del diciannovesimo secolo contiene resoconti sulla vittimizzazione sessuale delle donne schiave a opera dei padroni. Ma il tema sugli abusi non è considerato dalla letteratura sulla schiavitù. In Roll, Jordan, Roll Genovese 2 donne che non appartengono alla classe sociale di coloro che hanno stilato la dichiarazione Condizioni delle operaie negli opifici tessili: lunghi turni di lavoro (fino a sedici ore), pochissimo tempo per mangiare, dormitori affollati, scarse condizioni igieniche dalla fine degli anni ’20 dell’Ottocento le operaie iniziano a scioperare La Lowell Female Labor Reform Association inizia a presentare delle petizioni alla Massachusetts State Legislature nel 1843 e 1844 lottando per la riduzione della giornata di lavoro a dieci ore. Quando questa istituzione accetta di tenere udienze pubbliche sul tema, le donne della Lowell Association ottengono la prima inchiesta sulle condizioni di lavoro da parte di un organo governativo nella storia degli Stati Uniti. Charlotte Woodward è l’unica donna ad aver partecipato al congresso di Seneca Falls che ha potuto esercitare effettivamente il diritto di voto, settant’anni dopo. Questa era un’operaia che lavorava in casa, il cui stipendio veniva controllato dagli uomini della sua famiglia. Nell’ultima sessione del congresso, Lucretia Mott propone una soluzione finale chiedendo che venga depodestata l’egemonia maschile e che alle donne venga assicurata una partecipazione uguale agli uomini nel lavoro. Al congresso tuttavia non era presente neanche una donna nera. Durante i preparativi al congresso che fondò la National Female Anti-Slavery Society, Angelina Grimke deve prendere l’iniziativa per garantire alle nere più di una presenza simbolica. Sarah, sua sorella, si occupa del discorso per gli uomini liberi di colore del nord. Mancato riconoscimento del potenziale di un movimento abolizionista che integrasse bianche e nere. Ne è esempio l’esclusione della figlia di Douglass dalle lezioni, per parte di una preside sostenitrice del movimento abolizionista. L’eco per il movimento dei diritti delle donne si fa sentire nelle organizzazioni per la liberazione dei Neri la National Convention of Colored Freedman nel 1848 fa passare una risoluzione sull’uguaglianza delle donne. Su iniziativa di Frederick Douglass l’incontro di Cleveland decide che le donne devono essere elette alla pari degli uomini. Poco dopo, a Philadelphia, un congresso di Neri invita a partecipare donne nere e bianche (tra queste, Lucretia Mott. Due anni dopo il congresso di Seneca Falls, a Worchester, nel Massachusetts, si svolge la prima convention nazionale sui diritti delle donne Sojourner Truth era presente uno degli slogan più citati del movimento delle donne delle donne del diciannovesimo secolo è il suo “non sono una donna?” pronunciato al congresso delle donne a Akron, dove sfida gli oppositori maschilisti affermando che non è mai stata aiutata da un uomo nel fare qualcosa. Il suo discorso a difesa del proprio sesso sottolinea la forza delle donne e la loro presenza anche nella storia cristiana. Inizialmente, alcune donne bianche si oppongono alla parola di una donna Nera durante il congresso. Tuttavia, le sue parole intelligenti e forti mettono tutte d’accordo e riuniscono tutte le voci per la lotta contro la discriminazione. Anche i più radicali abolizionisti bianchi non riuscivano a capire che il capitalismo del nord era un sistema oppressivo. Allo stesso modo, le leader del movimento per i diritti delle donne non riconoscevano il legame tra la schiavitù dei neri al sud, lo sfruttamento degli operai al nord e l’oppressione sociale delle donne. Allo scoppio della guerra civile le leader del movimento delle donne decisero di rivolgere le proprie energie a sostegno della causa uninionista. Elizabeth Cady Stanton, Lucretia Mott e Susan B. Anthony attraversano lo stato di New York per tenere conferenze a favore dell’Unione e chiedere l’emancipazione femminile. Tuttavia, il sud non ha il controllo del razzismo e a New York nel 1863 dei teppisti si rivoltano e uccidono e feriscono diversi neri. ECS e SBA concordano con i radicali abolizionisti che la guerra civile possa terminare emancipando gli schiavi e “reclutandoli” nel movimento abolizionista. Lanciano un appello per organizzare una Women Loyal League. Non c’è tuttavia unanimità nel collegamento tra diritti dei neri e delle donne, aspetto sostenuto da Susan B. Anthony e Angelina Grimke. Quest’ultima, all’assemblea inaugurale, descrive la guerra come una “seconda rivoluzione” le vittime della guerra sono l’uomo nero e l’operaio, per cui ci si deve battere se si crede nei diritti umani e sul lavoro le lotte democratiche devono essere combattute insieme alla lotta per la liberazione dei neri. CAPITOLO QUATTRO – Il razzismo nel movimento per il suffragio femminile Elizabeth Cady Stanton nel 1865 scrive una lettera razzista alla redazione del New York Standard, dimostrando che la sua comprensione della relazione lotta per i diritti delle donne/abolizionismo è superficiale sostiene che l’uomo nero, una volta libero, potrebbe forse imporsi sul bianco per diventare una forza superiore. Sarebbe più ignorante e degradato e per questo non permetterebbe i diritti di chi può essergli inferiore. non avrebbe permesso progressi per gli uomini neri, se questi non avrebbero a loro volta significato progresso per le donne bianche. Parliamo di influenza razzista sui lavori del congresso. Elizabeth Cady Stanton al primo meeting annuale della Equal Rights Association richiama la tesi di Henry Ward Beecher per cui le donne bianche (di origine anglosassone) hanno più diritto di ottenere il diritto di voto degli uomini Neri. Argomenti del congresso: • Imminente concessione del diritto di voto ai Neri • Le suffragiste vogliono o meno appoggiare il voto dei Neri nel caso in cui le donne non possano ottenerlo nella stessa occasione? ECS e altri, che credono che l’emancipazione ha reso i Neri “uguali” alle donne bianche, si oppongono al suffragio maschile dei Neri, che li renderebbe superiori. Altri, capiscono che l’abolizione della schiavitù non abolisce l’oppressione economica dei neri, che hanno bisogno di potere politico Secondo la Stanton le femministe, durante la guerra civile, avevano dedicato le proprie energie alla campagna contro la schiavitù. In seguito, non vengono considerate. È quindi un errore “esaltare il sesso maschile a sfavore di quello femminile”. Questa visione semplicistica sottintende il suffragio femminile come ricompensa per l’impegno bellico nella guerra. I repubblicani, infatti, non concedono il sostegno al suffragio femminile dopo la vittoria unionista. I giovani industriali del nord volevano rovesciare gli schiavisti del sud e non erano interessati tanto alla liberazione umana degli schiavi in sé. Il suffragio maschile dei neri, inoltre, era una mossa volta ad assicurare l’egemonia politica del partito repubblicano negli anni successivi alla guerra i repubblicani ortodossi usavano lo slogan “È l’ora del Negro” perché davano molta importanza ai voti dei Neri al loro partito. Elisabeth Cady Stanton e le sue seguaci credevano che si sarebbe estesa la supremazia maschile ai maschi Neri. La Equal Rights Association indicava un percorso unitario, tuttavia quando questa si mobilita per il XIV e XV emendamento (il secondo proibisce il riferimento a razza, colore e schiavitù precedente come base per rifiutare ai cittadini il diritto di voto) si produce una lotta ideologica. Frederick Douglass vedeva il voto come un’arma indispensabile per completare la dissoluzione della schiavitù. Senza il diritto di voto il popolo Nero del sud non avrebbe raggiunto nessun progresso economico, quindi questo non si tratta di una situazione di sessismo. 6 A Memphis e New Orleans massacri di neri e bianchi progressisti nel 1866 il bisogno del potere elettivo è più urgente per le persone Nere che per le donne bianche. Le donne di classe media, i cui interessi erano rappresentati da Elizabeth Cady Stanton e Susan B. Anthony, non potevano affermare che le loro vite fossero fisicamente in pericolo. Il partito democratico, invece, cercava di ostacolare l’estensione del diritto di voto alla popolazione maschile Nera del sud. Stanton e Anthony elogiavano qualsiasi democratico sostenesse la loro causa, anche se razzista, e anche se in fondo si muoveva solo per il proprio interesse. Nell’assemblea della Equal Rights Association del 1869 Frederick Douglass sottolinea che l’oppressione degli ex schiavi è qualitativamente e brutalmente differente dalla situazione delle donne di classe media. FD tuttavia desiderava il suffragio universale anche femminile e credeva che l’emendamento sarebbe stato un passo avanti anche verso di quest’ultimo. Frances E. W. Harper e Sojourner Truth condividevano l’appello di unità di Frederick Douglass ma Elizabeth Cady Stanton e Susan B. Anthony, insieme alle attiviste numericamente superiori dalla loro parte, appoggiarono lo scioglimento della Equal Rights Association lo scioglimento mette fine all’alleanza tra il movimento di liberazione dei neri e quello di liberazione delle donne. Stanton, Anthony e altre fondarono la National Woman Suffrage Association. CAPITOLO CINQUE – Il significato dell’emancipazione secondo le donne Nere Nel 1890 le masse di Neri emancipati si trovavano in uno stato indefinito di peonaggio (lavoro forzato determinato anche dalla razza). Il sistema dei lavori forzati usava la schiavitù come modello. I Neri venivano trattati di fatto come schiavi, venivano incarcerati e obbligati ai lavori forzati per la minima cosa manodopera prigioniera. La virtù della donna nera non viene considerata: se lavora in casa di bianchi viene sottoposta a violenze senza avere possibilità di protesta. National Association of Colored Woman in cima alle lamentele ci sono quelle riguardanti le condizioni del lavoro domestico. La maggior parte dei neri in questi anni lavorava come domestico. Si creavano anche dei “mercati di schiave”: le Nere si raccoglievano e venivano scelte. Il lavoro domestico è anche il più difficile da sindacalizzare (ma le domestiche aderiscono, per esempio, alla Knights of Labor). Le donne bianche e/o femministe hanno difficoltà a schierarsi dalla parte delle domestiche (che esse stesse effettivamente sfruttano). Angelina Grimke in Appeal to the Christian women of the South e la Domestic Workers Union sottolineano il ruolo attivo delle casalinghe bianche di classe media nell’oppressione delle lavoratrici domestiche Nere. Solo con la Seconda Guerra Mondiale la situazione cambia. All’apice della guerra la presenza delle donne Nere nell’industria raddoppia. Tuttavia, alla fine degli anni Sessanta del Novecento molte di loro, anche se non come in passato, rimangono incatenate ai lavori domestici. La seconda guerra mondiale dà una spinta, ma il Nero è ancora lontano dalla vera libertà e sempre “marchiato” come schiavo. CAPITOLO SEI – Educazione e liberazione: le prospettive delle donne Nere Gli schiavi Neri studiavano di nascosto contro il volere dei padroni, perché la conoscenza li rendeva in effetti inadatti ad essere schiavi. Molti di loro, dopo l’illusoria emancipazione, si batterono per l’istruzione e si organizzarono per studiare. Esempi: • Nel 1787 i Neri presentarono delle petizioni presso lo stato del Massachusetts per il diritto a frequentare le scuole libere di Boston. Quando la petizione fu • L’origine della General Federation delle donne Bianche risale al 1868, con l’organizzazione di un Press Club di sole donne determinata dall’esclusione dall’originale • Da qui ha inizio la proliferazione di club a New York e a Boston: le occupazioni domestiche e religiose non soddisfavano più le donne di classe media. • Le donne Nere che lavoravano al di fuori delle loro case erano molte di più. Nonostante le leader del movimento dei club Neri non appartenessero alla working class, la loro lotta contro il razzismo le avvicinava • Prima della nascita del movimento dei club il primo importante incontro organizzato in modo indipendente dalle donne Nere fu promosso a causa dell’aggressione alla giornalista Ida B. Wells. Victoria Matthews e Maritcha Lyons iniziarono a organizzare una serie di incontri e nel giro di qualche mese organizzarono un incontro di dimensioni sorprendenti nell’ottobre del 1892. Si decise quindi di creare delle organizzazioni permanenti a Brooklyn e New York, le Women’s Loyal Union. Ida B. Wells contribuì alla formazione di diversi club, tra cui il Chicago Women’s Club, del quale facevano parte John Jones e altre rappresentanti della borghesia Nera nascente, illustri donne della chiesa e delle società segrete, ma anche casalinghe, insegnanti e studentesse. Uno dei primi impegni del club fu quello di fare causa a un poliziotto che aveva ucciso un uomo Nero. • Nel 1895 fu indetta la First National Conference of Colored Women. In quell’anno viene fondata la National Federation of Afro-American Women che riunisce più di trenta club. Nel 1896 fu fondata la National League of Colored Women con Mary Church Terrell come presidente. Le due organizzazioni si fondono nella National Association of Women’s Club, con Terrell nella carica più alta. Terrell avrebbe escluso Wells dall’associazione. La loro faida personale non permette loro di fare grandi cose • Mary Church Terrell era figlia di uno schiavo che dopo l’emancipazione aveva ricevuto una considerevole eredità dal padrone. Per questo motivo gode di opportunità di studio eccezionali, diviene la terza donna Nera diplomata del paese e diventa insegnante di liceo e universitaria. Dedica tutta la sua vita alla liberazione dei Neri. ragionamento logico e persuasione • Ida B. Wells arriva da una famiglia di ex schiavi. I suoi genitori muoiono e lei cresce cinque fratelli mentre intraprende il percorso di attivismo antirazzista. Intenta una causa contro il servizio ferroviario e fonda il suo quotidiano. Dopo l’assassinio di tre suoi amici a opera di razzisti inizia a viaggiare di città in città. Conduce anche un’indagine su un’aggressione razzista. tattiche di agitazione e conflitto CAPITOLO NOVE – Lavoratrici, donne Nere, e la storia del movimento suffragista Durante la guerra civile moltissime donne bianche vanno a lavorare al di fuori delle proprie abitazioni. Nel 1870 diventano la maggioranza nell’industria dell’abbigliamento. Il movimento operaio si stava sviluppando e contava una trentina di organizzazioni sindacali nazionali. Tuttavia all’interno del movimento il maschilismo predominava e non molti facevano entrare le donne nelle organizzazioni. Durante la guerra civile e nel dopo guerra le lavoratrici del tessile iniziarono a organizzarsi. Nel 1866 viene fondata la National Labor Union e grazie al presidente Sylvis si vollero sostenere le lavoratrici e parteciparono delegate donne come Elizabeth Cady Stanton e Susan B. Anthony. Al congresso di fondazione della National Colored Labour Union del 1869 le donne parteciparono fin da subito. Questa era maggiormente impegnata verso i diritti delle lavoratrici ed elesse infatti una donna nel comitato politico ed esecutivo. 10 Revolution = giornale di Anthony e del partito democratico, finanziato dal razzista Train, volto alla lotta per il diritto di voto. Dal 1868 al 1870 le lavoratrici lo usano per comunicare scioperi e strategie. Anthony organizzò anche la National Typographers. Tuttavia Anthony, Stanton e le loro college non accettarono mai che la liberazione dei Neri potesse temporaneamente avere la priorità sugli interessi delle donne bianche. Le donne Nere in particolare restavano invisibili ai loro occhi. Ma anche la classe lavoratrice viene considerata addirittura nemica del suffragio femminile. Allo stesso modo però, le dirigenti del movimento operaio erano più interessate ai problemi immediati (salario, orario, condizioni di lavoro) che alla causa astratta delle femministe bianche. La Anthony, purtroppo, era tra quelle che considerava che l’uguaglianza politica andasse di paripasso con quella economica. Le lavoratrici stesse si ritirarono dalla Working Women’s Association che non faceva niente di concreto per migliorare la loro condizione. Le lavoratrici rivendicarono in massa il suffragio agli inizi del 20esimo secolo. Le leader del movimento operaio sostengono che le lavoratrici possono utilizzare il voto per rivendicare salari più alti e migliori condizioni di lavoro. Suffragio = arma per la lotta di classe Nascono la Women’s Trade Union League, la Wage Earner’s Suffrage League, la New York Suffrage League – Leonora O’Reilly. Nonostante il movimento suffragista non avesse aperto le porte alle donne Nere, queste continuarono a portare avanti la rivendicazione del voto. Tra le più note suffragiste nere: Ida B. Wells, Mary Church Terrell, Mary McCleod Bethune. Per le suffragiste e le donne dei club, Le Nere erano sacrificabili. Vennero fatte moltissime concessioni alle donne del sud nella campagna per il suffragio femminile. Ma non fece differenza perché nel momento del voto al XIX emendamento gli stati del sud si schierarono contro. Nonostante il XIX emendamento venne approvato, alcune donne Nere del sud si scontrarono con il Ku Klux Klan e il linciaggio e altre non poterono in ogni caso esercitare il diritto di voto. CAPITOLO DIECI – Donne comuniste Dal 1900, le donne vogliono partecipare al comunismo. Il Socialist Party sostiene la battaglia per l’uguaglianza delle donne. 1905: Industrial Workers of the World, sindacato del settore industriale, si interessa specificatamente al razzismo. Communist Party: riesce invece a capire più avanti le difficoltà delle Nere. Figure femminili di spicco: 1. LUCY PARSONS 1.a. Attiva nella campagna in difesa del marito e sua sostenitrice 1.b. Attività giornalistica e militante in difesa della classe operaia 1.c. Per lei, la cosa più importante è lo sfruttamento capitalista della classe lavoratrice sesso e razza sono solo circostanze strumentalizzate dal padrone per giustificare lo sfruttamento. 2. ELLA REEVE BLOOR (MADRE BLOOR) 1.d. Entra nel Socialist Party subito dopo la sua fondazione 1.e. Quando entra nel Communist Party, inizia a lottare per i diritti dei Neri 3. ANITA WHITNEY 1.f.Presidente del Communist Party 1.g. Antirazzista e in prima linea per la liberazione dei Neri 1.h. Viene arrestata perché parla del linciaggio in un club femminile 4. ELIZABETH GURLEY FLYNN (bianca) 1.i.Lotta per la causa socialista e comunista per circa 60anni 1.j.Femminista e agitatrice per la difesa dei diritti degli operai 1.k. Fece parte del Socialist Party e degli Industrial Workers of the World 1.l.Quando entra nel Communist Party si impegna ancora più fortemente nella lotta antirazzista considera le condizioni delle donne Nere molto peggiori di quelle degli uomini 1.m. Viene incarcerata e anche in prigione lotta per l’eguaglianza 5. CLAUDIA JONES (nera) 1.n. Entra nel Communist Party e sostiene il ruolo fondamentale delle Nere nella lotta per la libertà della sua gente 1.o. Per lei, le comuniste bianche hanno un ruolo fondamentale nel determinare la situazione delle Nere a causa del rapporto padrona-serva 1.p. Viene incarcerata insieme alla sua amica Elizabeth Gurley Flynn, ma viene portata poi in una struttura riservata a donne di colore 1.q. Muore di malattia CAPITOLO UNDICI – Stupro, razzismo e mito dello stupratore Nero • Gli uomini bianchi non venivano quasi mai accusati di stupro nei confronti di donne delle classi meno abbienti i Neri, invece, venivano spesso accusati di stupro, colpevoli o meno FALSA ACCUSA DI STUPRO = uno degli elementi più terribili del razzismo MITO DELLO STUPRATORE NERO usato per giustificare i linciaggi e l’emarginazione. Questo, insieme alla teoria della “Nera cattiva e promiscua” che seduce volutamente l’uomo bianco. • Gli stupri delle Nere da parte della polizia bianca sono tantissimi Lo STUPRO DI NERE DA PARTE DI UOMINI BIANCHI è uno strascico del rapporto padrone- schiava/serva per cui egli possiede il suo corpo talmente radicato da esistere dopo l’abolizione • Lo stupratore Nero nella letteratura: • Brownmiller: Against our Will. Men, Women and Rape Alcuni considerano quest’opera un lavoro femminista rigoroso e provocatorio, ma in realtà è pervasa dall’ideologia razzista. Per esempio, Emmett Till, un ragazzino linciato a 14 anni per aver fischiato a una bianca, secondo Brownmiller l’aveva aggredita: la voleva possedere. • Anche Mackellar in Rape. The Bait and the Trap considera che i Neri sono convinti di poter ottenere sempre ciò che vogliono. • Russel in Politics of Rape sostiene che lo stupratore tipo è l’uomo di colore. • Fireston sostiene la teoria per cui l’uomo e la donna bianchi sono i genitori e i Neri invece i figli: vogliono uccidere il padre per giacere con la madre. • Ne segue la figura della Nera promiscua che può ricevere attenzioni sessuali dal bianco perché di natura facile. • Ida B. Wells fu il cuore della campagna contro il linciaggio nel 1892 tre suoi conoscenti vengono linciati e lei denunciò l’accaduto sulle pagine del suo giornale The Free Speech. I locali del giornale furono incendiati. • 1922: Anti-lyncing crusaders obbiettivo: creare un movimento non segregazionista di donne contro il linciaggio. • 1930: Association of Southern Women for the Prevention of Lynching nell’assemblea di inaugurazione si sostiene la tesi per cui anche le donne bianche hanno ruolo nei linciaggi: molte di loro guardano, molte di loro partecipano. • Gli uomini della classe capitalista media commettono molti stupri: il potere economico li rende quasi autorizzati e sicuramente inaccusabili la struttura di classe generata dal capitalismo incentiva in un certo modo questi uomini 12