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Donne, razza e classe - Angela Davis - Libro Riassunto, Sintesi del corso di Filosofia Politica

Donne, razza e classe - Angela Davis - Libro

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 19/04/2023

giada00002
giada00002 🇮🇹

3.6

(5)

38 documenti

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Scarica Donne, razza e classe - Angela Davis - Libro Riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia Politica solo su Docsity! LIBRO DONNE RAZZE E CLASSE. CAPITOLO 1 L'eredità della schiavitù. principi per una nuova condizione delle donne. Quando l'autorevole studioso Ulrich Philips dichiarò nel 1918 che lo schiavismo aveva impresso il glorioso timbro della civiltà di selvaggi africani e sui loro discendenti aprì la strada un lungo e appassionato dibattito. Le incessanti dispute sulla promiscuità sessuale o sulle inclinazioni matriarcali più che illuminare, oscuravano la comprensione delle condizioni delle donne nere durante la schiavitù. Durante gli anni 70 il dibattito sulla schiavitù è riemerso con rinnovato rigore. In risposta a questo rinnovato dibattito, Stanley Elkins ha deciso che fosse tempo di pubblicare una versione accresciuta del suo studio del 1959, intitolato Slavery. Chi ha atteso con ansia un serio studio sulla donna nera durante lo schiavismo è rimasto finora deluso. Tra gli studi recenti, il più illuminante e la ricerca di Herbert Gutman sulla famiglia nera, fornendo promo proprie documentarie che la vitalità della famiglia si dimostrò più forte degli Grigori disumanizzanti della schiavismo, Gutman ha detronizzato tesi del Matriarcato nero, resa popolare dal saggio di Daniel Moynihan et al. Secondo Gutman, Sebbene le norme istituzionali del sistema schiavistico concedessero alle donne un'ampia libertà sessuale prematrimoniale queste alla fine si adattavano un matrimonio stabile, costruivano delle famiglie a cui contribuivano sia la moglie che il marito. In proporzione rispetto alle loro sorelle bianche, le donne nere hanno sempre lavorato al di fuori delle proprie abitazioni domestiche. L'enorme spazio che oggi il lavoro occupa nelle vite delle donne nere, segue un modello avviato durante i primissimi tempi della schiavitù. Il sistema schiavistico classifica i neri come beni mobili, dal momento in cui le donne erano considerate entità lavorative redditizie al pari degli uomini. Dal punto di vista dello schiavista potevano anche essere prive di genere. Uno studioso, ha scritto al riguardo: La donna schiava era innanzitutto una lavoratrice a tempo pieno per il suo proprietario solo incidentalmente diveniva una moglie una madre e una casalinga. Sebbene le donne nere abbiano goduto di pochi dei dubbi benefici dell'ideologia della femminilità, si tratta avvolta per scontato che la tipica donna schiava fossimo domestica, ossia una cuoca. Una cameriera o una mammy, la bambinaia dei fanciulli del grande focolare. Alla stessa maniera dei ragazzi che venivano mandati nei campi non appena crescevano, anche le ragazze erano destinate a lavorare la terra alla raccolta del cotone o del tabacco, al taglio della canna da zucchero. L'esperienza di Jenny Proctor è tipica, lavoro duro nei campi dall'alba al tramonto, per la maggior parte delle ragazze e delle donne, per i ragazzi e gli uomini. Le donne soffrivano anche in altre maniere perché erano vittime di abusi sessuali e di altri barbari, maltrattamenti che potevano essere inflitti solo alle donne. Era in profitto determinare comportamenti del proprietario schiavista verso le schiave. Con l'abolizione della tratta internazionale degli schiavi, fu minacciato all'espansione della giovane industria del cotone. Pertanto la classe degli schiavisti fu costretta ad affidarsi alle riproduzioni, naturale come metodo più sicuro per il rifornimento e l'incremento della popolazione nazionale di schiavi. Nei decenni precedenti la guerra civile, le donne nere erano sempre più spesso valutate in base alla loro fertilità. Questo non significa però che in quanto madri, le donne nere con esse di uno status migliore di quello che avevano in quanto lavoratrici. Agli occhi del padrone, le donne non erano affatto madri. Erano semplicemente degli strumenti che garantivano la crescita della loro forza lavoro schiavizzata. Siccome le donne schiave erano considerate come animali da riproduzione e non come madri, i loro bambini potevano essere venduti e allontanati da loro come si fa coi vitelli della vacca. Voi un anno dopo il blocco delle importazioni di schiavi dall'Africa, un tribunale della South Carolina dichiarò che le schiave non avevano alcun titolo regale sui propri bambini. Di conseguenza, secondo questa legge i bambini potevano in qualsiasi momento essere venduti e allontanati dalle madri. La punizione più violenta per gli uomini consisteva in mutilazioni e fustigazioni, ma le donne venivano frustate mutilate e stuprate. Vogli speciali abusi inflitti alle donne facilitavano quindi il crudele sfruttamento economico del loro lavoro. Le esigenze di questo sfruttamento indussero gli schiavisti a mettere da parte i loro atteggiamenti conservatori e sessisti, quando non erano motivati da fini repressivi. Dato che marito e mogli, padre e figli, erano ugualmente soggette all'autorità assoluta del padrone, la promozione di una supremazia maschile tra gli schiavi. Avrebbe potuto provocare una pericolosa rottura nella catena di comando. Molti proprietari avevano fissato dei sistemi per calcolare il rendimento degli schiavi in termini di tariffe medie di produttività richiesta. Pertanto i bambini erano di solito stimati come un quarto di mani. Le donne in genere erano valutate piene mani a meno che non facessero espressamente assegnate alla categoria di riproduttrici o allattanti. In tal caso erano stimate poco meno di piene mani. Molte erano obbligate a lasciare a terra i proprio i bambini nei pressi dell'area in cui lavoravano, ma alcune rifiutavano di lasciarli privi di custodia e cercavano di lavorare ritmo ordinari con i bambini tenuti sulla schiena. Le donne incinte erano obbligate a svolgere il normale lavoro agricolo e potevano aspettarsi le frustrate che i lavoratori abitualmente dicevano quando non riuscivano a rispettare i ritmi giornalieri o si lamentavano per il trattamento ricevuto. Inoltre, in altre piantagioni e fattorie, quando le donne incinte, trattate in maniera più indulgente non veniva di certo per ragioni umanitarie, ma era solo perché il proprietario apprezzava il valore di un bambino nato schiavo allo stesso modo con cui apprezzava il valore di un puledro. Le donne non erano troppo femminili da non poter lavorare nelle miniere di carbone nelle fonderie di ferro. Come taglia legno, scavatrici di fossi. Quando il Nord Carolina fu scavato il Saint Canal, le donne schiave rappresentavano da abbondante 50% delle forze lavoro. Le donne schiave erano di gran lunga più redditizie degli operai liberi o degli schiavi maschi, costavano meno dei maschi di prima categoria in termini di costo iniziale e mantenimento obbligate dalle richieste del padrone, le nere hanno subito conseguenze profondamente deleterie e dalle loro esperienze di schiavitù. È poco probabile che queste donne provassero l'orgoglio per il loro lavoro, eseguito sotto la costante minaccia della frusta. Tuttavia, dovevano essere nondimeno consapevoli del loro enorme potere, ovvero la capacità di produrre e creare. Come scrive Marx, infatti, il lavoro è il fuoco che dà vita e forma, le cose sono transitorie e temporali. La consapevolezza di un'infinita capacità di duro lavoro può aver riscaldato la fiducia nella capacità di lottare per se stesse per la loro famiglia e la propria gente. Quando i primi incerti tentativi di strutturare il lavoro nelle fabbriche. Che dettero il posto a un'industrializzazione aggressiva degli Stati Uniti. Molte donne bianche si ritrovarono defraudate dall'esperienza di eseguire un lavoro produttivo. La strumentazione per fare le candele divenne un pezzo da un museo assieme a tanti altri utensili che in passato ne avevano assistite nella manifattura di articoli necessari alla sopravvivenza delle proprie famiglie. Mentre l'ideologia della SIM infinita diventava popolare, Le donne bianche cominciarono a essere percepite come abitanti di una sfera completamente separata dal regime del lavoro produttivo. Nel discorso pubblico, donna divenne sinonimo di madre e di casalinga, entrambe queste etichette portavano con sé uno stigma di fatale inferiorità. La definizione della famiglia nera, invece, come una struttura biologica ma trilocale ha molto a che fare con gli schiavisti. Gli atti di nascita di molte piantagioni omettevano i nomi dei padri, elencando solo le madri. Il famoso studio governativo sulla Negro family, comunemente noto come demoni The Moynihan Report, collegava in maniera diretta e attuali problemi sociali ed economici della comunità nera a una struttura familiare definita indebitamente matriarcale. L'origine dell'espressione è descritta come un groviglio patologico creato dall'essenza di un'autorità maschile tra i neri. Il finale controverso è un invito a introdurre l'autorità maschile nella famiglia nera e nella comunità nera nel suo complesso. Tra i sostenitori Liberal di Moynihan, il sociologo Lee Rainwater si dissociò dalle soluzioni raccomandate dal documento. Esso proponeva invece un'occupazione, arrivando fino al punto di incoraggiare manifestazioni e protesti per i diritti civili. Ma alla pari di tanti sociologi bianchi ha continuato a ripetere la tesi secondo cui la Frankin Frazier pensava di aver individuato nella Mescolanza razziale, la più importante conquista culturale del popolo nero durante gli anni della schiavitù. Ehm. Il padrone nella sua villa e la sua amante di colore, domiciliato in una casa speciale nei dintorni, rappresentavano il trionfo del rituale di fronte, sentimenti più profondi di solidarietà umana. Al tempo stesso, non può ignorare completamente quelle donne che non si sottomettevano senza lottare. L'autore cita la storia di una donna la cui bisnonna descriveva con entusiasmo quelle battaglie che le avevano procurato considerevoli cicatrici sul corpo. Ma C'era una cicatrice di cui con ostinazione si rifiutava di dare spiegazioni, dicendo, ogni volta che veniva interrogato al riguardo crimini bianchi sono brutti come i cani, bimba stanne lontana. Alla sua morte il mistero fu risolto, aveva ricevuto quella cicatrice dalle mani del figlio più giovane del padrone, un ragazzo che aveva 18 anni, all'epoca in cui e lei era rimasta incinta di nonna Ellen. Ehi, le attiviste dell'organizzazione femminili che lottavano contro lo schiavismo riferiscono storie di stupri brutali, di donne schiave che richiedevano alle bianche di difendere i loro sorelle nere. Le donne nere erano donne, certo, ma le loro esperienze durante la schiavitù L'avevano portata a sviluppare certi tratti della personalità che le distinguevano dalle donne bianche. La capanna dello zio Tom di Harriet stowe è uno dei più popolari di prodotti. La letteratura abolizioniste ha raccolto un vostro numero di persone a sostegno della causa Antischiavista. La figura femminile centrale è una parodia della donna nera, una trasposizione ingenuo della figura materna o maggiore dalla propaganda culturale dell'epoca, trasferita dalla società bianca alla Comunità schiava. Eliza è l'incarnazione della modernità femminile, trasferita su un volto nero. La speranza di stowe era che le elettrici bianche nel suo romanzo si identificassero in essa. Il libro potevano ammirare la sua superiore moralità cristiana, i suoi risoluti istinti materni, la sua gentilezza e fragilità, quelle stesse qualità che le donne bianche erano invitate a coltivarle in se stesse. Elisa è di fatto inconsapevole dell'ingiustizia della schiavitù, la sua sottomissione in quanto donna, la indotta dal rendersi al suo destino di schiave e alla volontà del padrone della padrona, buoni e gentili come una madre che scopre di poter sollevare un'automobile se suo figlio ci rimane incastrato sotto Eliza, sperimenta uno slancio di potere materno quando apprenderà suo figlio sarebbe stato venduto. Eliza afferra Harry, è distinto, si dà la fuga, ma l'amore era più forte di ogni sentimento e portava a un parossismo di dolore al pensiero del piccolo incombente. L'impossibilità concreta di realizzare un’impresa così melodrammatica importa poco la scrittrice perché conferisce capacità sovrumana alle brave mamme cristiane. Il punto, tuttavia, è che Snow, accettando integralmente di idolatrare, ideale materno del diciannovesimo secolo, fallisce miseramente, nel descrivere la realtà e l’autenticità della resistenza delle donne nere alla schiavitù. L'origine della loro forza non risiedeva in qualche potere mistico collegato alla maternità, ma piuttosto nella loro concreta esperienza di schiave, alcune come Margaret Garner, arrivavano appunto di uccidere i suoi figli piuttosto che vederli direttamente adulti nella brutalità della schiavitù. Da parte sua, invece, Eliza non è preoccupata della proprietà del sistema dello schiavismo e del suo complesso, se non fosse stata minacciata nella vendita del figlio, probabilmente sarebbe vissuta per sempre felice sotto la benevola tutela del padrone della padrona. Sono state quelle donne, quelle come Eliza, a passare alle proprie discendenti la tenacia e fiducia in se stesse, un'eredità di tenacia, di resistenze, di determinazione sul tema dell'uguaglianza tra i sessi, ovvero un'eredità che getta le basi per una nuova condizione delle donne. CAPITOLO 2 Il movimento abolizionista e l'origine dei diritti delle donne. Quando sarà scritta la vera storia delle lotta contro la schiavitù in quelle pagine le donne occuperanno ampio spazio. Perché la causa degli schiavi è stata la causa delle donne. queste sono le parole di un ex schiavo, un uomo che è stato associato al movimento delle donne del XVI secolo, al punto da venire accusato di essere l'uomo dei diritti delle donne. Frederick Douglas fu nella sua epoca anche il più eminente sostenitore maschile dell'emancipazione delle donne. A causa del suo appoggio di principi, il movimento delle donne fu spesso ridicolizzato in pubblico. Frederick Douglass assunse una mirabile posizione antisessista e dichiarò di non sentirsi affatto sminuito dall'etichetta di uomo dei diritti delle donne. Sono felice di poter dire di non essermi mai vergognato di questa definizione. Ehi, adesso sapeva che anche alle donne erano indispensabili all'interno del movimento abolizionista per il loro numero e per l'efficienza con cui sostenevano la causa degli schiavi. Perché così tante donne si univano al movimento abolizionista? Se questa domanda fosse stata posta un'importante abolizionista come Harriet Beecher, Stowe avrebbe potuto sostenere che gli istinti materni delle donne formavano una base naturale alle loro simpatie antischiavista. Nella capanna dello zio Tom. Gli schiavi sono in gran parte rappresentati come bambini, dolci, amabili, indifesi e talvolta un po' disobbedienti. Il cuore gentile domestico dello zio Tom scriveva Stowe era una caratteristica tipica della sua razza. La maggior parte dei neri nel libro sono docili, addomesticati, mentre le donne sono madri e poco altro. l'ha vissuta, contrapposizione tra del contenuto reazionario e il gradimento progressista della capanna dello zio Tom. Non era tanto un difetto del punto di vista dell'autrice, quanto piuttosto un riflesso della natura contraddittoria della condizione delle donne dell'Ottocento. A partire dal terzo decennio, il diciannovesimo secolo, molte mansioni economiche delle donne furono assorbite dal sistema di produzione industriale. Di conseguenza, il loro status sociale cominciò a deteriorarsi come conseguenze ideologiche del capitalismo industriale prese forma una nozione più rigorosa dell'inferiorità femminile. Sembrava infatti che più si stringessero i margini del lavoro domestico delle donne sotto l'impatto dell'industrializzazione. Lurija divenisse l'affermazione secondo la quale la casa è il posto delle donne. voi adesso il posto delle donne, non solo perché sono una cavolo, allenavano i figli o provvediamo nei bisogni dei mariti. All'interno dell'economia domestica erano tutte lavoratrici produttive e loro lavoro non era meno rispettoso quello degli uomini. Igor, bollenti anni 30 del diciannovesimo secolo, furono anni di intensa resistenza. La rivolta di Nat Turner all'inizio del decennio annunciò in maniera inequivocabile che gli uomini e le donne neri erano profondamente scontenti del loro destino di schiavi ed erano più che mai determinati a resistere. Le donne bianche del Nord invocavano spesso la metafora della schiavitù, quando cercavamo di denunciare la propria oppressione, le prime denunciavano la propria insoddisfazione domestica, definendo il matrimonio una schiavitù, le altre, le lavoratrici, dicevano che l'oppressione economica che pativano sul lavoro assomigliava allo schiavismo. Tra le famiglie di classe media erano sicuramente le operaie quelle che avevano più diritto a fare confronti con lo schiavismo. tuttavia, furono le donne abbienti a invocare nella maniera più letterale l'analogia schiavista, nel tentativo di esprimere la natura oppressiva del matrimonio. Durante la prima metà del diciannovesimo secolo. L'idea che la secolare e consolidate istituzioni del matrimonio potesse essere oppressiva era in qualche modo insolita. Ad ogni modo, le implicazioni più importanti di questo confronto fu che le donne bianche di classe media sentivano una certa affinità con le donne e gli uomini neri, per i quali la schiavitù voleva dire sfruttate e catene. Quando nel 1833 nacque la Filadelphia fanti Slavery Society, sull'onda del Congresso delle dette origini dell'America Anti- Slavery Society Un discreto numero di donne bianche manifestò il proprio sostegno alla causa del popolo nero, fissando le basi per un legame tra due gruppi oppressi. Quell'anno una giovane donna emerse come modello esemplare di coraggio femminile di militanza antirazzista: Prudence Crandall era un'insegnante che sfidò gli abitanti bianchi della sua città, Canterbury, nel Connecticut, accettando nella propria scuola una ragazza nera. il territorio della ragazzi biondi che frequentiamo, spada di Prudence Crandall, espressero la loro unanime opposizione alla presenza della studentessa nera e organizzare un boicottaggio ben pubblicizzato, ma l'insegnante del Connecticut rifiutò di capitolare di fronte alle loro richieste razziste. all'inclusione di altri ragazzi neri i treni di Canterbury si opposero facendo passare una risoluzione contro i suoi progetti secondo la quale il governo degli Stati Uniti, la nazione con tutte le sue Istituzioni di diritto, appartengono agli uomini bianchi. la scuola, continuerà a funzionare fino a quando le autorità del Connecticut. Ordinarono il suo arresto, ma a quel punto, Prudence Crandall aveva ormai lasciato un segno nella sua epoca, appunto, che nell'apparente sconfitta emerse come un simbolo di vittoria. La salsa difesa del diritto allo studio anche per i neri da parte di Prudence Crandall è stato un drammatico esempio per quelle donne bianche che stavano soffrendo il travaglio di una nuova consapevolezza politica. In maniera lucida ed eloquente, le sue azioni illuminavano ampi spazi di possibilità per la lotta di liberazione se le donne bianche avessero soldato in massa con le proprie sorelle nere. Cioè nel 1833, molte delle donne della classe media avevano probabilmente iniziato a rendersi conto che qualcosa nelle loro vite era andato storto come casalinghe in una nuova era di capitalismo industriale. Avevano perso ogni importanza nelle loro stesse case e il loro status sociale, in quanto donne aveva patito una conseguente svalutazione. Nel frattempo avevano però guadagnato tempo libero da dedicare alla lettura che consentiva loro di diventare riformisti sociali o le organizzatrici attive della campagna abolizionista. Solo quattro donne furono invitate a partecipare all'Assemblea di Fondazione dell'American Anti- Slavery Society Lovers Society. Gli organizzatori maschi di questo meeting di Philadelphia Decretarono inoltre che potessero partecipare solo nelle vesti di ascoltatrici e spettatrici, senza quindi una piena partecipazione. Questo non impedì a Lucrezia Mont di rivolgersi coraggiosamente agli uomini dell'Assemblea in almeno due occasioni. Quest'ultima subì quel pubblico maschile perché in quei giorni le donne non prendevano parola negli incontri pubblici. Nonostante gli applausi del pubblico che aprivi i lavori seguendo la sua proposta in chiusura dell'Assemblea nel lei, nelle altre donne furono invitate a firmare la Declaration of Sentiments and Purposes. Lucretia Mont organizza l'Assemblea inaugurale del Filadelfia Female Anti-Slavery Society. Nei giorni successivi al Congresso maschile. Era destinata a diventare una figura pubblica di primo piano del movimento Antischiavista, una donna ammirato ovunque per il suo coraggio e per la sua tenacia di fronte alla furiosa tappa razzista. Come Lucretia Mont, molte altre donne bianche senza una precedente esperienza politica si unirono un movimento abolizionista e furono letteralmente battezzato col fuoco della lotta. Una delle paia schiavista, fece irruzione in un meeting diretto a Maria Chapman Weston e Trascinò per le strade di Boston L'oratore William Lloyd Garrison. Lavorando all'interno del movimento abolizionista, le donne bianche approfondirono la conoscenza della natura, dell'oppressione a volte, apertamente, altre volte in maniera implicita contro la propria esclusione dell'arena politica. Non riuscivano ancora a denunciare in maniera collettiva le proprie sofferenze, ma almeno potevano perorare la causa di un popolo che era allo stesso modo oppresso. Il movimento abolizionista offriva alle donne della classe media l'opportunità di provare il proprio valore secondo criteri che non erano legati al ruolo di mogli o madri. In tal senso nella campagna contro la schiavitù le donne erano stimate per la loro attività concreta. Essi impararono a sfidare la supremazia maschile all'interno del movimento contro la schiavitù e scoprirono che il sessismo Poteva essere messa in discussione e combattuto nell'ordine della lotta politica. Tale prime donne abolizioniste, le sorelle Sarah e Angelina Grimke della South Carolina, hanno collegato meglio di chiunque il tema della schiavitù all'oppressione delle donne. Nato in una famiglia di proprietari di schiavi della South Carolina, le sorelle Grimke coltivarono una fervente ripugnanza della peculiare istituzione, Ehm, e decisero da adulti di spostarsi nel nord. Dopo l'adesione nel 1838 all'abolizione, cominciarono a tenere conferenze nel New England sulla propria vita e sui loro incontri quotidiani con le inaudite perversioni dello schiavitù. Queste assemblee non avevano precedenti perché nessuna donna era mai riuscita a rivolgersi regolarmente un pubblico misto senza trovarsi davanti urla di disprezzo e forma di derisione, volte a interromperle nel loro discorso, lanciate da uomini che consideravano un privilegio maschile prendere la parola in pubblico. Ehi, gli uomini che prendevano parte a queste assemblee desideravano senza alcun dubbio imparare delle esperienze delle donne, ma altri li attaccavano in modo vendicativo. Quello più devastante arrivo dalle autorità religiose cominciarono il primato di aver ottenuto la prima inchiesta sulle condizioni di lavoro da parte di un organo governativo nella storia degli Stati Uniti. A giudicare dalle lotte, le operaie bianche hanno decisamente ottenuto il diritto di essere considerate delle pioniere del movimento. Ma questo per la chiara guardia, fu ignorata dalle figure di spicco che avevano lanciato il nuovo movimento, che non compresero che le operaie epatico delle sfidavano la supremazia maschilista in una loro maniera specifica. Come per rimettere a posto le cose, la storia in partito, un'ironica lezionario evento iniziato nel 1848 di tutte le donne che parteciparono al Congresso di Seneca Falls, l'unica che visse così a lungo da poter effettivamente esercitare il proprio diritto di voto. Settant'anni dopo, fu un'operaia che si chiamava Charlotte Wonderworld. Le ragioni per cui Charlotte aveva firmato la dichiarazione di Seneca Falls erano diverse da quelle delle donne più ricche. Aveva partecipato a quell'incontro per cercare consigli per migliorare la propria condizione di lavoratrice come realizzatrice di guanti il suo impiego non era ancora industrializzato, lavorava a casa e ricevendo un salario di cui secondo la legge avevano il controllo degli uomini della sua famiglia. Per Charlotte e altre operaie presenti alla Convention e non. Terminate i diritti delle donne erano la cosa più importante della loro vita. Le sorelle grinch avevano già criticato alcune associazioni antischiavista femminili perché ignoravano le condizioni delle nere e veramente talvolta manifestato pregiudizi manifestamente razzisti. Dal momento che nessuno, neanche Lucrezia Mont, si decideva a preparare quel discorso, dovette farsene carico, Sarah la sorella di Angelina. L'assenza delle nera Congresso di Seneca Falls era anche più evidente alla luce dei precedenti contributi alla lotta per i diritti delle donne. Più di un decennio prima di questo meeting, Maria Stewart aveva risposto a chi la criticava per le sue conferenze e ribattendo con forza, “sono da donna, e allora?”. Questa donna nera era la prima conferenza era femmina, nata negli Stati Uniti a rivolgersi a un pubblico di uomini e donne. La sua lettera comparve su questo pionieristico giornale di New York l'anno prima che Frances Wright, di origini scozzesi, cominciasse a dare conferenze sul diritto delle donne e un'educazione uguale a quella degli uomini. Molto prima di questo Congresso delle donne, le bianche di classe media avevano combattuto per il diritto allo studio. Le parole di Matilda così come si faceva chiamare Maria, Dimostravano che le bianche e le nere erano unite da un forte desiderio di istruzione. Il mancato riconoscimento del potenziale di un movimento abolizionista che integrasse bianco e nere, si rivelò drammaticamente in un episodio avvenuto durante la cruciale estate del 1848. Per il ironia della sorte, l'episodio coinvolse la figlia di Frederick Douglas, dopo la sua ammissione ufficiale in un Istituto femminile di nello Stato di New York, venne formalmente vietato alla figlia di Douglas di partecipare alle lezioni assieme alle ragazze bianche. E la preside che aveva emesso l'ordine era un’abolizionista. Quando Douglas e sua moglie Protestarono contro questa politica segregazionista, la preside Chiesa, ogni ragazza bianca di votare sull'argomento, precisando che anche una sola obiezione sarebbe stata sufficiente a motivarne l'esclusione. Dopo che tutte le ragazze bianche a votarono a favore dell'ammissione della figlia di Douglas in classe, la preside si rivolse ai genitori e usò un voto contrario come motivo per escluderla. Il fatto che nel nord, loro bianca associato al movimento abolizionista, potesse assumere un atteggiamento razzista verso una ragazza nera, indicava una profonda debolezza del movimento anti schiavista. Per quanto le prime attiviste per i diritti delle donne fossero sorde e i lamenti delle sorelle nere, l'eco del nuovo movimento si faceva sentire nelle organizzazioni per la liberazione dei neri. La National Convention of Colored Friedman nel 1948 aveva fatto passare una risoluzione sull'alleanza delle donne. Su iniziativa di Frederick Douglas questo incontro di Cleveland aveva deciso che per le donne dovessero essere elette come delegate alla pari degli uomini. Due anni dopo il Congresso di Seneca Falls a Winchester, nel mass success, si svolge la prima Convention nazionale sui diritti delle donne. Sojorner Truth era tra i partecipanti, la sua presenza e i suoi interventi nei meeting successivi rappresentavano alla solidità delle nere con la sua nuova causa. Da sola, salvò il meeting delle donne di Akron dall'ironia distruttiva di un gruppo di maschi ostili, tra tutte le donne presenti, fu la sua capace di rispondere in maniera aggressiva, i ragionamenti suprematisti maschili di un gruppo turbolento, di provocatori, dotato di innegabile. Sisma di notevoli capacità, essa spazio via con logica irrefrenabile, le pretese secondo cui la debolezza femminile era incomparabile con il suffragio. Era l'unica nera presente al Congresso di Akron, ma aveva fatto qualcosa che nessuna delle sue timide sorelle bianche sarebbe mai stata capace di fare. Avrei impartito una pesante sconfitta alla tesi maschilista del sesso debole, respingendo anche l'idea che il suprematismo maschile fosse un principio cristiano. Non poche delle donne. C'erano contrari al fatto che le nere potessero parlare durante il Congresso e chi si opponeva ai diritti delle donne. Cerco di trarre vantaggio da questo razzismo. Frances Dana Gage scrive: Le leader del movimento Tremavano Vedendo questa donna nera, alta e magra con un vestito grigio e un turbante bianco sormontato da un graziato cappello a cuffia. Marciare decise dentro la Chiesa, camminare con l'aria di una regina fino alla navata laterale per sedersi per poi sui gradini del pulpito. Risuonò un brusio di disapprovazione e cominciarono a udirsi certe voci. Al secondo giorno del Congresso, quando essa si alzò per rispondere all'assalto di un maschio suprematista, alcune delle donne bianche più in vista del movimento cercarono di convincere Gage a proibirle di parlare. Essa però non cedette alle prestazioni razziste delle sue compagne. Quando questa donna nera si alzò per parlare, le sue risposte ai maschi suprematisti diedero una profonda lezione anche alle donne bianche. Non tutte le donne erano bianche, non tutte le donne godevano dei beni materiali della classe media della borghesia. Sojorner Truth era nera, ma non era di meno, era una donna come le sue sorelle bianche presenti al Congresso. Erano diverse per rozze, per ceto economico, ma questo non l'aveva la loro condizione di donne. Nel frattempo un vasto numero di nere stava manifestando il proprio impegno verso la libertà e l'uguaglianza, in maniere meno direttamente connesse con il nuovo movimento per i diritti e le donne. La ferrovia sotterranea assorbiva l'energie di numerose nere del nord. Jane Lewis, ad esempio, residente a New Lebanon, nell’Ohio percorreva regolarmente il fiume olio con la sua barca, salvando molti schiavi fuggitivi. Charlotte Fortin, che divenne un'eminente educatrice nera durante gli anni successivi alla guerra civile, era anche lei un'attivista abolizionista. Sarah Remond, che tende conferenze contro la schiavitù in Inghilterra, Irlanda e Scozia, esercitato una vasta influenza sull'opinione pubblica, evito che i tori intervenissero a favore della Confederazione. Di norma gli abolizionisti bianchi o difendevano i capitalisti industriali, oppure non esprimevano alcuna consapevole appartenenza di classe. Questa eccitazione priva di dubbi del sistema economico capitalista era evidente anche nel programma del movimento per i diritti delle donne. Le leader del movimento per i diritti delle donne non avevano il sospetto che ci potesse essere un legame sistemico tra la schiavitù dei neri al sud o lo sfruttamento economico degli operai al Nord e l'oppressione sociale delle donne. Allo scoppio della guerra civile, leader del movimento delle donne, decisero di rivolgere le proprie energie a sostegno della causa unionista. Interrompendo le proprie attività e favore dell'uguaglianza di genere, compresero quanto il razzismo fosse radicato sul suolo statunitense. La violenta rivolta del 1863 dimostrava che i sentimenti contro le persone nere erano profondi, diffusi e potenzialmente omicidi anche nel nord, anche se prima di allora queste infezioni e razzista, non era stata riconosciuta. Elizabeth Candy Stanton e Susan Anthony concordavano con i radicali abolizionisti che la guerra civile sarebbe potuta rapidamente terminare, manipolando gli schiavi e reclutandoli nell'esercito unionista. Ehi, al meeting di Fondazione della Lega centinaia di donne si dichiararono concordi nel sostegno all'impiego bellico, diffondendo petizioni. Per l'emancipazione degli schiavi. Non ci fu però troppa unanimità in risposta alla petizione di Susan e Anthony che collegava i diritti delle donne alla liberazione dei neri. La risoluzione sosteneva che non poteva esserci vera pace nella Repubblica fino a quando non fossero stati di fatto riconosciuti i diritti civili e politici di tutti i cittadini di origine africana e delle donne. Angelina Gricke propose una difesa di principio dell'unità tra la liberazione dei neri e quella delle donne.” Voglio essere anticata con il Negro” Sosteneva “fino a quando lui non avrà i propri diritti. Noi non avremmo mai nostri” CAPITOLO 4 Il razzismo nel movimento per il suffragio femminile. Questa lettera era firmata da Elizabeth Cady Stanton. Essa era destinata a impedire ulteriori progressi per i neri, se quel progresso non avesse procurato immediati benefici alle donne bianche. La lettera di stanton allo standard, opportunista golf e razzista solleva serie questioni sulla proposta di amalgamare le cause delle donne con quella dei neri avanzata nei primi meeting per i diritti delle donne alla vigilia della guerra civile. Ciao, molte delegate sentirono il forte bisogno di unità, quel tipo di unità che sarebbe stata mutualmente benefica sia per i neri che per le donne. Voi l'influencer razzista nei lavori del Congresso era evidente in uno dei più importanti discorsi dell'Assemblea. Il noto abolizionista Henry World Beacher sostenne che le donne bianche, colte, nate negli Stati Uniti avevano più diritto a votare. Gli immigrati e dei neri che ritraeva in maniera degradante. Cioè le parole di quest'ultimo rivelarono i profondi legami ideologici tra razzismo. Classismo e suprematismo maschile e le donne bianche che tanto elogia sono descritte con linguaggio degli stereotipi sessisti dell'epoca. L'argomento principale di questo Congresso fu l'imminente concessione del diritto al voto dei neri. L'altro punto è da valutare se le suffragista, se volessero appoggiare il voto dei neri, anche nel caso in cui le donne non avessero potuto ottenerlo nella stessa occasione. Elizabeth Cady Stanton si opponeva Con ogni forza al suffragio maschile dei neri, perché questo è loro, occhi li avrebbe resi superiori. Dato che abby Kelley Foster dissentiva da stenton le pose questa domanda: Se chiedessimo di posporre la sicurezza del nero di fronte alle affiliazioni del presente e alla futura schiavitù, fino a quel momento in cui anche la donna otterrà diritti politici, potremmo dire di possedere ancora un vero senso della giustizia? Non sarebbe morta la nostra umanità? Allo scoppio della guerra civile Elizabeth Cady Stanton aveva spinto le sue colleghe femministe a dedicare la propria energia durante gli anni di guerra alla campagna contro la schiavitù. Secondo Elizabeth, la morale che le donne dovevano trarre dalle esperienze della guerra civile era che non dovessero mai lavorare per assecondare gli sforzi dell'uomo e mai esaltare il sesso maschile a svantaggio di quello femminile. Non appena l'esercito unionista trionfo sui federati, lei e le sue collaboratrici chiesero al partito repubblicano di essere ricompensate per il proprio impegno bellico. La ricompensa che chiedevano era il suffragio femminile. Quasi come se avessero fatto un patto. Il repubblicani, in un contesto, il loro sostegno al suffragio femminile dopo la vittoria unionista. Ma non perché fossero maschi, piuttosto perché guardavano gli interessi economici dominanti del periodo. I capitalisti del nord volevano il controllo economico dell'intera nazione, la loro lotta contro la Schiavocrazia del Sud non implicava che fossero interessati a sostenere la liberazione delle persone Nere e delle donne in quanto esseri umani. Cioè il suffragio femminile non fu incluso nell'agenda del partito repubblicano del dopoguerra, ma nemmeno i diritti politici dei neri interessarono realmente i politici reduci della vittoria nella guerra. Il suffragio maschile dei neri era una mossa tattica finalizzata ad assicurare l’egemonia politica del partito repubblicano nel caos postbellico del Sud. Il senatore repubblicano Charles Summer era stato un appassionato sostenitore del La vera tragedia della controversia attorno al suffragio all'interno della EQUAL Rights Association, è che la visione di Douglas del voto come panacea di tutti i mali del popolo nero può aver incoraggiato la rigidità razzista e la posizione alle femministe sul suffragio delle donne. CAPITOLO 5 Il significato dell'emancipazione secondo le donne nere. Dopo un quarto di secolo di libertà, un gran numero di onde nere lavorava ancora nei campi. Solo un numero infinitesimale di nere era riuscito a fuggire dai campi, dalle cucine e dalle lavanderie. Durante la schiavitù queste donne che lavoravano nell'agricoltura non erano meno oppresse degli uomini con cui faticavano nel corso della giornata spesso si ritrovavano costrette a firmare contratti con proprietari terrieri che volevano replicare le condizioni precedenti alla guerra. Dopo l'emancipazione, le masse di neri, uomini e donne si ritrovavano in un definito Stato di peonaggio. Con la richiesta di un 30% di interessi, i proprietari terrieri e i mercanti fissavano delle ipoteche sui raccolti. Attraverso un sistema di lavori forzati, inserirono obbligati a stare dentro ai soliti ruoli scolpiti negli anni della schiavitù. Uomini e donne erano arrestati e imprigionati col minimo pretesto per poi essere dati in affitto dalle autorità come lavoratori forzati. Usando la schiavitù come modello, il sistema dei lavori forzati non faceva differenze tra lavoro maschile e lavoro femminile. Uomini e donne erano spesso ospitati insieme nella stessa prigione militare e costretti, con un giogo o una catena a lavorare assieme di giorno. Alcuni latifondisti arrivarono a utilizzare una forza lavoro di centinaia di prigionieri Neri. Di conseguenza, sia i latifondisti che le autorità statali acquisirono un arrestabile interesse economico nell'incrementare la popolazione penitenziaria. Questa perversione del sistema della giustizia criminale era oppressiva. Per gli ex schiavi nel loro complesso, ma le donne erano più esposte alle brutali violenze del sistema giudiziario. Di fatto è ancora vero che le donne nere erano considerate una legittima pretesa degli uomini bianchi e se resistevano alle aggressioni sessuali dei bianchi erano spesso gettate in prigione dopo diventavano vittime di un sistema che rappresentava un ritorno a un'altra forma di schiavitù. La realtà era che la schiavitù veniva chiamata in maniera eufemistica istituzione domestica e gli schiavi erano stati designati come innocui servitori domestici. Mentre le donne nere lavoravano come cuochi e bambinaie, cameriere dell'albergo domestiche, le donne bianche del Sud rifiutavano di occuparsi di questi mestieri. L'equazione lavorativa tra donne nere e servizi domestici non era tuttavia un semplice vestigio della schiavitù, destinato a scomparire col passare del tempo. La storia di una domestica della Georgia racconta da un raccontata da una giornalista di New York nel 1912 riflette la condizione economica delle nere, decenni presentati come per gli anni a venire. Per più di trent'anni questa donna aveva vissuto contro la propria volontà, nelle stesse strutture in cui era impiegata, lavorando 14 ore al giorno, aveva diritto a far visita alla propria famiglia solo un pomeriggio ogni due settimane. Era, secondo le sue parole, la schiava, corpo e anima dei suoi datori di lavoro bianchi. La chiamavano sempre col nome di battesimo, mai usando l'appellativo di Mister e il cognome e spesso la indicavano come la NEGRA, ossia la schiava. Dalla ricostruzione fino ai nostri giorni, le donne nere che lavoravano in casa consideravano l'abuso spirituale perpetuato dall'uomo di casa come uno dei principali rischi professionali. La donna della George nell'articolo del 1912 perse un lavoro perché ho rifiutato di farmi baciare dal marito della signora. Come durante la schiavitù, il nero che protestava contro questi trattamenti inflitti alla propria sorella, moglie o figlia, poteva sempre aspettarsi di essere punito. << Quando mio marito andò dall'uomo che mi aveva insultata quel bianco inveì contro di lui, lo schiaffeggio e lo fece arrestare, la polizia fece a mio marito una multa di 25 $.>> Dopo che la donna riportò la propria testimonianza sotto giuramento del mio forte, il vecchio giudice alzo gli occhi e disse, questa Corte non prenderà mai per buona la parola di una negra contro quella di un uomo bianco. Dalla schiavitù, la condizione vulnerabile lavoratrici domestiche ha continuato ad alimentare persistenti. Tutti sull'innocuità dell'ENEL. In questa classica posizione paradossale, da Comma 22. Il lavoro domestico è considerato degradante perché viene svolto in maniera massiccia da donne nere che sono a loro volta viste come inette e promiscue. Quando i neri cominciarono a migrare verso nord, scoprirono, fuori dal sud verso gli schiavi appena liberati, un atteggiamento sostanzialmente diverso da quello dei precedenti proprietari. Entra 32 Stati su 48. Il servizio domestico era l'occupazione dominante per gli uomini e donne nere in 7 Stati su 10, i neri che lavoravano come domestici superavano la somma di quelli che lavoravano nelle altre occupazioni. Quando erano emigrate al Nord, in fuga dalla vecchia schiavitù, avevano scoperto che non c'erano altre occupazioni disponibili per loro. Nel corso delle ricerche per il suo studio, Eaton aveva intervistato svariate donne che in precedenza, con un insegnato a scuola, ma che erano state licenziate a causa di pregiudizi. Nei 55 datori di lavoro intervistati da Eaton solo uno diceva di preferire i domestici bianchi a quelli neri. Un altro datore di lavoro descrive la propria cuoca come molti industriosa e attenta, scrupolosa è una creatura buona, fedele e molto riconoscente. Ovviamente il buon servitore è sempre fedele, affidabile e riconoscente. Razzismo e sessismo frequentemente convergono, la condizione delle donne lavoratrici bianche e spesso legate allo status oppressivo delle donne di colore. Le donne migranti obbligate ad accettare un'occupazione domestica guadagnavano poco più delle loro omologhe nere. Mentre le donne bianche si rassegnavano al lavoro domestico, a meno di non trovare niente di meglio, le donne nere sono state intrappolate in queste mansioni almeno fino all'arrivo della Seconda guerra mondiale. Il lavoro domestico era anche più difficile da sindacalizzare agli inizi del 1881. Domestiche erano tra le donne che aderirono al Knights of Labor. Quando questa associazione sindacale tolse il vetro al tesseramento femminile. Dora Jones fondò e diresse la New York Domestic workers Unions durante gli anni 30 del 900, nel 1939 in quello Stato si erano sindacalizzate solo 350 domestiche su 100.000. Le donne bianche hanno manifestato una storica riluttanza a riconoscere le lotte delle domestiche. Di rado si sono rese partecipi dei danni, tentativi di migliorare le condizioni del lavoro domestico. L'omissione interessata di questi problemi dal programma delle femministe di classe media di ieri e di oggi altro non era se non una vera giustificazione del loro trattamento vessatorio nei confronti delle proprie domestiche. VW nel 1902 l'autrice di un articolo intitolato Una giornata lavorativa di 9 ore. Con le domestiche descriveva una conversazione con un'amica femminista che le aveva chiesto di firmare una petizione per obbligare i datori di lavoro a fornire delle sedi alle commesse. Questa attivista femminista stava alimentando la stessa oppressione contro cui protestava il suo comportamento contraddittorio e la sua scarsa e disordinata sensibilità hanno comunque una spiegazione: Le persone che lavoravano come servitrici sono generalmente viste come subumane. La commessa a cui si riferiva questa conversazione era una lavoratrice salariata un essere umano che possedeva almeno un briciolo di indipendenza dal suo datore di lavoro e dalla sua occupazione. La servitrice d'altro canto lavorava solo allo scopo di soddisfare i bisogni della signora, considerando probabilmente la serva come una mera estensione di se stessa, la femminista non era consapevole del proprio ruolo, attivo come agente di oppressione. La disperata situazione economica delle donne nere non mostrò segni di cambiamento fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Anche quelle che erano entrate nell'industria o nel lavoro professionale, avevano poco di cui vantarsi, perché di regole in quelle occupazioni erano assunte nelle mansioni pagate peggio. All'apice della guerra, il loro numero dell'industria era più raddoppiato, ma anche così, alla fine degli anni 60 del 900 almeno 1/3 delle donne nere che lavoravano rimaneva incantato ai soliti impieghi domestici. mentre un altro quinto si occupava di lavori di servitù in ambito non domestico. I cambiamenti prodotti dalla Seconda guerra mondiale fornirono solo una spinta al progresso, dopo 8 lunghi decenni di emancipazione, i segni della libertà rimanevano ombre vaghe e distanti. CAPITOLO 6 Educazione e liberazione, le prospettive delle donne nere. Milioni di donne e uomini neri pensavano che l'emancipazione sarebbe stata la venuta del Signore. Quando arrivò l'emancipazione, il popolo nero ebbe difficoltà a celebrare i principi astratti della libertà. Come Frederick Douglas, quando ero un bambino schiavo puoi quattro milioni di esseri umani che celebravano l'emancipazione, si erano resi conto che la conoscenza rende un bambino inadatto essere uno schiavo. La cultura può rovinare il miglior Negro al mondo. Nonostante il divieto del padrone Frederick douglass continuo in segreto la propria istruzione. Certamente esso non era un essere umano eccezionale che divenne un brillante pensatore, scrittore, oratore, ma il suo desiderio di conoscenza non era un'eccezione fra i neri che avevano sempre manifestato una profonda passione per la cultura. I neri impararono che l'emancipazione con 40 acri di terra e un mulo era crudele illusione. Per avere la terra dovevano combattere, così come il potere politico. I motori mistificanti del razzismo si irradiavano a partire dalla sua illogica, irrazionale e capovolta. Secondo l'ideologia prevalente, i neri erano considerati incapaci di progressi intellettuali. La voglia di sapere era sempre stata forte. Già nel 1787 i neri presentarono delle predizioni presso lo Stato del Massachusetts per il diritto a frequentare le scuole libere di Boston. Ovviamente i pregiudizi razziali erano cose forti, che la logica e l'eloquenza di Lucy Prince non potranno influenzare gli amministratori di queste istituzioni del Vermont. Tuttavia, questa donna riuscii a difendere il diritto e il desiderio di istruzione della sua gente. Nello stesso anno un ex schiava che aveva riconquistato la propria libertà, fondò una scuola nella città di New York, conosciuta con il nome di Katie furgone School for the Poor. I suoi studenti erano sia bianchi che neri, maschi e femmine assieme. Quindi, dopo Prudence Crandall, giovane insegnante bianca difese naturalmente il diritto delle ragazze nere di frequentare la sua scuola a Canterbury, nel Connecticut. Come Prudence Crandall e Margaret Douglas Mirtilla Miner, rischio letteralmente la propria vita mentre cercava di garantire l'istruzione ad alcune giovani donne nere. Nel 1851 lasciò lanciò il progetto di fondare una scuola superiore per la formazione di insegnanti di colore a Washington. Dopo la sua morte, Frederick Douglass racconto l'incredulità che aveva provato quando lei annunciò per la prima volta il suo progetto. Nei loro primi incontri si era posto delle domande sulla ragionevolezza di queste donna, ma poi si rese conto che l'entusiasmo illuminava i suoi occhi e lo spirito di una vera martire fiammeggiava nella sua anima. Secondo il parere di Douglas, solo pochi bianchi fuori dalla cerchia degli attivisti abolizionisti avrebbero simpatizzato con la causa di Mirtilla Miner e l'avrebbero difese nelle squadracce razziste. Col senno di poi, Douglas confesso di non avere veramente compreso la profondità del coraggio di questa donna bianca, nonostante i gravi rischi cui si esponeva, aprì la sua scuola nell'autunno, nel 1851 e dopo pochi mesi sui primi studenti erano già diventati 40. Mentre Mirtilla Miner lottava per insegnare ai suoi studenti per imparare tutti loro combattevano contro sfratti, tentativi di incendi e altri crimini di un'aggressiva tappa razzista. Al loro fianco c'erano le famiglie di queste giovani donne e abolizionisti come Harriet Beecher Stowe che donò una parte della royalties ricevuto nella vendita della capanna dello zio Tom. La sorellanza tra donne bianche e nere. Era possibile quando aveva basi solide, poteva dar luogo a conquiste che avrebbero fatto tremare la terra. Mirtilla Miner continuò ad alimentare questa fiamma che anche prima di lei, come le sorelle Grinch, Prudence Crandall, avevano lasciato come formidabile eredità. In aerei che avevano ricevuto un'istruzione scolastica associavano il sapere alla battaglia collettiva del proprio popolo per la libertà. L'insaziabile sete di conoscenza era forte tra gli schiavi del Sud come tra le sorelle e i fratelli liberi dal Nord. Non c'è bisogno di dire che le restrizioni contro la l’alfabetizzazione erano più rigidi negli Stati schiavisti che nel nord. Non cerco di nascondere la propria rabbia, ma venne fuori in seguito. Non era arrabbiata per le nuove conquiste territoriali. Era stata sommersa dalla rabbia per la proposta di inserire delle forme di governo semi barbariche su Hawaii e sui nuovi possedimenti. Di conseguenza, non solo con tutte le proprie forze la richiesta di dare il diritto di voto alle donne dei nuovi possedimenti e alle stesse condizioni degli uomini, come se le donne delle Hawaii o di Portorico dovessero rivendicare il diritto di essere vittime dell'imperialismo statunitense, tanto quanto i propri uomini. La Suffragista nera Lottie Wilson Jackson era stata sommersa a Congresso perché lo Stato ospite era il Michigan, una delle proprie sezioni che dava il benvenuto alle nere. Durante il viaggio in treno verso il Congresso Lottie Jackson aveva patito le indegne politiche segregazioniste delle ferrovie. La sua rivoluzione era semplice, le donne di colore non dovrebbero essere obbligate a viaggiare nelle carrozze per fumatori, dovrebbero avere accesso a veri e propri vagoni. Il significato di questo periodo era più profondo delle necessità o meno di inviare un Elettra ufficiale di proteste contro le politiche razziste di una società ferroviaria. Rifiutando di difendere quella sorella nera, la National American Woman Suffrage Association, abbandonava simbolicamente l'intero popolo nero nel momento della sua intensa sofferenza dell'epoca dell'emancipazione. Il rifiuto di affrontare la questione del razzismo posto dalla rivoluzione di Lottie Jackson avrebbe anche incoraggiato le espressioni di pregiudizi con generi all'interno dell'organizzazione. Nel migliore dei casi, un atteggiamento evasivo sulla lotta per l'uguaglianza dei neri, rappresentava una forma di subordinazione al razzismo, mentre nel peggiore dei casi era un deliberato incentivo da parte di un influente organizzazione di massa alla violenza e alla devastazione prodotte dalle forze suprematiste bianche dell'epoca. Se Anthony avesse seriamente riflettuto sulle ricerche della sua amica Ida Wells si sarebbe resa conto che una posizione evasiva sul razzismo significava restare neutrali, anche di fronte all'inatteso e l'assassinio di migliaia di neri. Nel 1899 Wells aveva ormai completato un'enorme lavoro di ricerca sui linciaggi, ne aveva pubblicato i tragici risultati. Nei precedenti 10 anni, erano stati ufficialmente certificati circa 100-200 lignaggi l'anno. Nel 1899, quando Susan Anthony appoggio la bocciatura della risoluzione contro le leggi di Jim Crow i Neri denunciarono il mouse. Il sostegno del Presidente McKinley al suprematismo bianco. Ciao, innumerevoli documenti storici confermano l'atmosfera di aggressioni razziste e al tempo stesso registrano le potenti sfide lanciate dai neri nel 1899. Un documento particolarmente simbolico e l'appello lanciato ai neri del National Afro American Council per osservare il 2 giugno, un giorno di preghiera e digiuno. Col nuovo secolo, un profondo matrimonio ideologico aveva legato una nuova Foggia, razzismo e sessismo, il Suprematismo bianco e il maschilismo che si danno sempre corteggiati. Per consolidare la propria relazione. Durante i primi anni del XV secolo, l'influenza delle idee razziste fu più forte che mai, il clima intellettuale sembrava fatalmente infetto da nozioni irrazionali sulla superiorità della razza anglosassone. Voi, mentre le persone di colore negli Stati Uniti all'estero erano dipinte come barbari incompetenti, le donne bianche erano rigorosamente rappresentate come figure materne, la cui fondamentale ragion d'essere era di allevare i maschi della loro specie. Mentre il razzismo sviluppava radici durature all'interno delle organizzazioni femminili e bianche anche il culto sessista della maternità si infiltrava in quel movimento che pretendeva di eliminare la supremazia maschilista. Il convegno del 1901 della National American Woman Suffrage Association fu il primo a non essere posseduto da Susan Anthony. Anche se si era ritirata la palla in carico l'anno precedente nondimeno era Presidente all'Assemblea e fu presentata dalla nuova Presidente, Carrie Chapman. per leggere il messaggio di benvenuto. Nel 1903 la National American Woman Suffrage Association Ciò fu testimone di un'esplosione di argomentazioni razziste e dimostrazioni del fatto che le Ehi propugnatrice della supremazia bianca erano decise a prendere il controllo dell'organizzazione. Le parole della delegata del mostro Sibylle Kurtney Confermarono nella maniera più evidente la pericolosa alleanza tra razzismo e sessismo. Riferendosi con durezza alla popolazione nera del Sud, come a quei quattro milioni e mezzo di ex schiavi analfabeti e semi barbari. E avevo poco in maniera istrionica Il loro voto come un peso mortale contro cui il sud ha combattuto per quasi quarant'anni, con coraggio e magnanimità. Ovviamente la lotta dei lavoratori bianchi e neri è inevitabile. Quasi nello stesso momento in cui Kearney parlava al Congresso di New Orleans, un identico allarme era lanciato dal Senato degli Stati Uniti il 24 Febbraio. 1903, il senatore Tom Tilman, della South Carolina, avvertiva: I college e le scuole per neri e il sud dovrebbero inevitabilmente condotto a conflitto razziale. Contrariamente alla logica di Kearney e Tilman, il conflitto razziale non emergeva spontaneamente. Per la pianificato coscientemente dei rappresentanti delle classi economiche in ascesa. Le rivolte razziali di Atlanta, Brownsville e Springfield come massacri di Wilmington e Promix, erano orchestrati proprio al fine di incrementare le tensioni e l'antagonismo all'interno della working class multiculturale. Belle Kearney, informo le proprie sorelle del Congresso di New Orleans di aver scoperto in modo sicuro per contenere agli antagonismi razziali, all'interno di limiti accettabili. Il tono orribile del discorso di Kearney non dovrebbe celare il fatto che invocava teorie che stavano diventando abbastanza popolari all'interno del movimento per il suffragio femminile. L'argomentazione statistiche e l'appello per i requisiti di voto basati sull'istruzione erano già risuonati molte volte nelle precedenti assemblee dell'associazione. Proponendo la proprietà come elemento discriminante per il voto, Keeney rifletteva le idee contrarie alla working class che sfortunatamente stavano guadagnando forza nel movimento. Per anni e anni leader suffragista avevano giustificato l'indifferenza dall'associazione alla causa dell'uguaglianza razziale, invocandolo l'argomento onnicomprensivo della scelta tattica. Adesso però il suffragio alle donne era rappresentato come una scelta tattica per conquistare la supremazia razziale. La National American Woman Suffrage Association era caduta involontariamente nella propria stessa trappola, quella della scelta tipica che avrebbe garantito il voto. CAPITOLO 8 Le donne nere e in movimento dei club. Nel 1900 la General Federation of Human Clubs avrebbe potuto celebrare il suo decimo compleanno con una netta complessa presa di posizione contro il razzismo all'interno della propria organizzazione. Tra le decine di club rappresentanti all'interno della Federazione l'unico ritenuto inammissibile si distingueva per meriti, Che sono altri due gruppi di donne bianche, potevano vantare. Il Women's era club attivo da 5 anni era il frutto dei primi tentativi delle donne nere di organizzarsi all'interno del movimento. La sua rappresentante, Josephine Pierre Raffin, era conosciuta negli ambienti dei club bianchi di Boston come una donna curata. Come le fu comunicato dalla Commissione preliminare Raffin, sarebbe stata accolta al Congresso solo come rappresentante di un altro Club bianco quale faceva parte. La sua partecipazione avrebbe chiaramente costituito la necessità, necessaria eccezione del che confermava la regola: La segregazione razziale all'interno della General Federation of Women's Clubs. Poco tempo dopo il caso Ruffin , la Federazione riporto nel proprio bollettino una notizia del tutto falsa, che fece spaventare le donne bianche che avevano protestato contro l’esplicito razzismo dell’organizzazione. La presidente di questo club, non ho mai identificato avrebbe inviato una nera della quale lei stessa era mica ad aderire. Questo gruppo ma, ahimè, la figlia della Presidente si era innamorata del figlio della nera e lo aveva sposato. Il ragazzo, come la madre, era così chiaro di carnagione da risultare difficilmente identificabile come nero, eppure rivelava, dall'articolo aveva una goccia invisibile di sangue nero. Quando la giovane moglie bianca diede alla luce un bambino nerissimo, lo sciocco fu talmente grande che la giovane si girò verso in muro e morì. Qualsiasi persona nera si sarebbe resa conto che la storia era inventata di sana pianta, eppure i quotidiani la ripresero e diffusero la notizia che i club misti avrebbero deturpato l'immagine delle donne bianche. Le prime esperienze di organizzazione della guerra civile, come le loro sorelle bianche, avevano preso parte a società letterarie, organizzazioni di beneficenza. A quell'epoca i loro sforzi principali erano legati alla lotta contro la schiavitù. In seguito all'abolizione della schiavitù, gli anni 90 dell'Ottocento furono più difficili per la popolazione nera e le donne si sentirono in dovere di unirsi alla lotta di resistenza della loro gente. Fu in risposta a un'ondata furiosa di linciaggi e violenze sessuali indiscriminato nei confronti di mele, che venne fondato il primo club delle donne nere. Al Nord come al sud, le donne nere che lavoravano al di fuori delle loro case erano molte più numerose rispetto alle loro omologhe bianche. La maggior parte delle nere non doveva neanche lontanamente affrontare il vuoto della vita domestica che affliggeva le loro sorelle bianche di classe. Vediamo. Tuttavia, le leader dei movimenti dei club neri non provenivano dalle masse di donne lavoratrici. Josephine Pierre Ruffini, per esempio, era la moglie di un giudice del Massachusetts. Prima della nascita del movimento dei Club, il primo importante incontro organizzato in modo indipendente dalle donne nere fu promossa in seguito all'aggressione razzista della giornalista Ida Wells. Come riporta lei stessa nella propria autobiografia due donne furono profondamente toccate nel leggere gli articoli che hai pubblico nel New York Age con cui denunciò il linciaggio di tre suoi amici, e la distruzione del giornale. Victoria Metthewa e Maritcha Lions inizia a organizzare una serie di incontri insieme alle loro conoscenti e qualche tempo dopo, un comitato di 250 donne si diede il compito di risvegliare l'intera opinione pubblica delle due città. New York e Brooklyn. In Wales, ricevente una copia qua, somma di denaro per poter fondare un altro giornale. È un fermaglio d'oro a forma di penna, segno della relativa agiatezza delle leader della campagna. In seguito a questa manifestazione le donne che avevano curato l'organizzazione, incoraggiato dal successo, decisero di creare delle organizzazioni permanenti a Brooklyn e a New York, cui dietro nel nome di Women Loyal Union. Ida Wells fu molto più di una carta vincente per le donne nere che parteciparono al movimento dei Club. Fu anche un'organizzatrice dinamica nonché fondatrice del primo club di nere a Chicago di cui ricoprì la carica di Presidente dopo il suo primo tour internazionale contro gli inglesi, viaggio Wells affiancò, Frederick Douglas nell'organizzazione della protesta contro l'esposizione universale del 1893. Poco dopo l'esposizione universale di Chicago, Wells convinse le donne del comitato a creare un club permanente come avevano fatto le nere nelle altre città del Nord. Alcune delle donne che Wells aveva coinvolto venivano dalle famiglie nere e più abbienti di Chicago. John Jones, per esempio, eravamo io dell'uomo di colore più ricco dell'epoca a Chicago. Oltre alle rappresentanti della nascente borghesia nera e alle più illustri donne della Chiesa e delle società segrete, tra le quali 300 associate alla Chicago Women's Club, c'erano anche insegnanti, casalinghe e studentesse. Il pioneristico Women's era club di Boston, continuava la strenua difesa delle persone nere che Ida Wells aveva sollecitato in occasione del loro primo incontro. Voi quando la conferenza nazionale della Chiesa unitaria li fumo rifiutò di approvare una risoluzione contro il linciaggio le componenti del New Era protestarono vigorosamente, pubblicarono una lettera aperta destinata a una delle donne a capo della chiesa: Nel 1895 fu indetta Bolton, la First National Conference of Colored Woman. Non si trattò semplicemente di un atto di emulazione della controparte bianca. Il club delle donne nere si erano riuniti per decidere una strategia Comune di resistenza alle aggressioni propagandistiche contro le nere e al dispotismo della legge sul potente arma per la lotta di classe in seguito al tragico incendio. e a New York triangle. Shitwaist Company, che costerà la vita a 146 donne la necessità di una regolamentazione delle condizioni di lavoro emersi con evidenza drammatica. La Women Trade Union League promosse la creazione della Wag Earner’s suffragio League. Voi una dirigente della New York Suffrage League, Leonora Onrally difese con solidi argomenti il diritto di voto per le donne da una prospettiva working class. Come proclamato da quest'ultima, è già. Le sorelle working class, le donne operaie erano disposte a lottare per il voto, ma in realtà se ne sarebbero servite per rimuovere dal loro incarico tutti quei legislatori le cui simpatie andavano al mondo degli affari. Nel primo decennio del ventesimo secolo, tra gli 8 milioni di donne nel mercato del lavoro, più di due milioni erano nere in quanto donne che subivano l'oppressione, combinata di sesso, classe e razza. Possedevano un potente argomento a sostegno del diritto di voto. Ma il razzismo era così radicato nel movimento Suffragista che le sue porte non furono mai veramente aperte alle donne nere. Margaret Murray Washington, che era una figura leader della National Association of Colored Woman. Confesso che personalmente il pensiero del suffragio femminile non mi ha mai tenuto sveglia di notte. Questa indifferenza disinvolta fu probabilmente una reazione all'atteggiamento razzista della National American Woman Suffrage Association, tant'è che Washington aggiungeva che: Le donne di colore tanto quanto gli uomini di colore sanno bene che se ci saranno mai uguale giustizia e tutela in tutti i tribunali e per tutte le razze, allora dovrà esserci anche uguale opportunità per le donne e per gli uomini di esprimere la loro preferenza attraverso il voto. L'intero movimento dei club delle donne nere aveva una profonda anima suffragista e, nonostante il rifiuto ricevuto dalla nascita ad American Woman, suffragio Association continuarono a sostenere il diritto di voto alle donne. Quando nel 1919 la Black NorthEstern Federation of Clubs fece la domanda di adesione alla National American Woman, Suffrage Association la risposta da parte della direzione fu una replica del rifiuto delle suffragette nere che aveva dato Susan Anthony, un quarto di secolo prima. A differenza delle sorelle bianche, le surfiste nere ricevettero il supporto di molti dei loro uomini. Se un uomo nero era stato il più grande sostenitore dell'uguaglianza delle donne durante il diciannovesimo secolo, allo stesso modo Dubois, nel ventesimo secolo, si distinse come il più grande difensore di sesso maschile del diritto di voto alle donne. Dubois conclude il suo articolo con una seria, citando le parole di una manifestante bianca che testimoniava a favore della rispettabilità degli uomini neri, delle migliaia di persone che assistettero alla parata. Non uno di loro fu chiassoso o volgare. La differenza tra loro e quei bianchi, insolenti e sfrontati era abissale. Come sostenitore di sesso maschile del suffragio alle donne Dubois non aveva pari tra i neri così come tra i bianchi. La sua militanza, la sua eloquenza e la solidità dei suoi numerosi appelli, e scritti indussero, molti contemporanei e considerarlo il più eccezionale difensore dell'uguaglianza politica delle donne in Europa. Nei suoi discorsi e negli scritti sostenne l'aumento degli nei ruoli di direzione politica delle donne nere che lentamente e con energia si sono messe in moto verso la direzione intellettuale della nostra razza. Nel 1915, Dubois pubblico su de Crisi, un articolo intitolato voto alle donne, un simposio dei grandi pensatori dell'America di colore. Si trattava della trasmissione di un convegno, tra cui i partecipanti si annoveravano giudici, ministri, professori universitari, funzionari pubblici, leader religiosi, educatori. La maggioranza delle donne che partecipò al convegno era iscritta alla National Association of Colored Woman. Sorprende che nei loro interventi ci fossero pochi riferimenti alla tesi, molto diffuse tra le suffragiste bianche che la natura speciale delle donne, ovvero l'attitudine della vita domestica ed innata modalità. Ci fu tuttavia una lampante eccezione, Nannie Burroughts, educatrice leader religiosa, sostenne la tesi della moralità femminile, fino ad affermare l'assoluta superiorità delle nere sui propri uomini. Delle dozzine di donne partecipanti, soltanto quest'ultima sostenne l'argomentazione contorta di una superiorità morale delle donne. Mary Church Terrell, parlò del suffragio femminile e il Quindicesimo emendamento. Hannah Jones ha il suffragio femminile e le riforme sociali e Josephine Pierre Ruffin descrisse le proprie memorabili esperienze nella campagna per il suffragio. Nel concludere il suo intervento sulle donne e le donne di colore Merry Tarbet, sintetizzò l'ammirazione per le nere emersa durante il tutto il simposio. Con le loro evidenti capacità di osservazione e giudizio, le donne nere erano state più che disponibili a contribuire alla creazione di un movimento multirazziale per i diritti politici delle donne. Per le suffragista, così come per le donne dei club, le nere erano l'entità sacrificabili quanto arrivava il momento di fare la corte alle donne della carnagione chiara del Sud per avere il loro supporto. Dopo una vittoria attesa da tanto tempo, invece, le donne nere del Sud furono violentemente ostacolate nell'esercizio del loro nuovo diritto. L'irruzione della violenza del Ku Klux Klan in luoghi come Orange County In Florida portò morte e ferite alle nere ai loro bambini. CAPITOLO 10 Le donne comuniste. Nel 1348, l'anno in cui Carlo Marx e Friedrich Engels. Pubblicarono il loro manifesto del partito comunista, l'Europa fu teatro di continue insurrezioni, rivoluzioni miste. Uno dei principali, è la rivoluzione del 1828. Joseph Waydemayer emigrò negli Stati Uniti e fondò la prima organizzazione marxista della storia del paese. Voi quando diede ha vita al proletaria League nel 1852, non risulta che nessuna donna appartenesse all'organizzazione. Nei decenni a seguire, le donne continuarono a essere attive nelle proprie organizzazioni sindacali, nel movimento contro la schiavitù e nella campagna per il suffragio femminile. Eppure, sembra che non abbiano fatto parte del movimento socialista marxista. Ehi, dal momento in cui ho fondato il Socialit Party nel 1900, la composizione del movimento iniziò a cambiare. Iniziarono a fermare il proprio diritto di partecipare alla lotta contro le strutture oppressive della società. Dal 1900 in avanti, la sinistra marxista avrebbe compreso l'importanza delle donne militanti. Grazie alle donne socialiste del calibro di Paulin, Neymar e rose, Schneiderman si costituì un movimento della classe operaia per il diritto di voto alle donne, Rompendo il decennale predominio delle donne di classe medie nella campagna di massa per il voto. Nel 1919 fu fondato il Como Beast Party. Le sue prime dirigenti, attiviste, donne, furono ex militanti del Socialist party. Gli Industrial workers of the World, comunemente conosciuti come i Wobblies, furono fondati nel giugno del 1905, definendosi come un sindacato del settore industriale. Sostenevano che non ci sarebbero mai potute essere relazioni serene tra capitalisti, lavoratori. L'obiettivo ultimo che perseguivano era il socialismo e la loro strategia era la lotta di classe senza tregua. Sia il Socialst Party che gli Industrial workers of the World ammettevano le donne nelle loro strutture e le incoraggiavano a divenire leader o agitatrici, ma soltanto i secondi abbracciarono un'esplicita politica di lotta contro il razzismo. Il brillante leader Eugene Debs sostenne che i neri non avessero bisogno di alcuna difesa specifica dei loro diritti per ottenere la libertà e l'uguaglianza del loro gruppo sociale, poiché la principale preoccupazione per i socialisti era la lotta tra capitale e lavoro, Debs sostenne che non abbiano niente di particolare da offrire ai Negri. Così come per gli Industrial workers il principale obiettivo dei socialisti era l'organizzazione della classe lavoratrice e lo sviluppo di una coscienza di classe rivoluzionaria e socialista. A differenza del Socialist party, gli Industrial workers of the World focalizzarono un'attenzione specifica sui problemi delle persone nere. Secondo Mary White Ovington: in questo paese ci sono due organizzazioni che hanno mostrato di avere a cuore i pieni diritti dei Negri. La prima è la National Association Ford e Advancement of Colored People. La seconda organizzazione che combatte la segregazione negra e quella degli Industrial workers of the World. I Woobies si sono sollevati assieme ai Negri. Secondo William Foster, storico e dirigente del Communist Party, all'inizio degli anni 20 del 900 il partito fu negligente nei confronti delle necessità specifiche dei lavoratori dei neri nell'industria. Helen Holman fu una socialista nera in prima fila come portavoce della campagna per la liberazione di Kate, Richard o’Hare, una dirigente del suo partito che si trova in prigione essa e rappresentò uno dei rari casi di nere all’interno del Socialist Party. L'atteggiamento di chi pensa dei socialisti nei confronti delle nere fu una delle infelici eredità Lucy Parsons Lucy Parsons è ancora oggi una di quelle poche donne nere. Di cui si fa menzione nelle cronache del movimento operaio statunitense. E però quasi sempre identificate in modo riduttivo, come la devota moglie di Albert person, La partecipazione degli Lucy persons ha le lotte operaie, ebbe inizio quasi 10 anni prima del massacro di. E continuino in seguito per i 55 anni a seguire il suo percorso politico, oscillo dalle posizioni anarchiche della gioventù, all'adesione della Communist Party in età adulta. Essa è nata nel 1853 e aderì al Socialist Labour Party nel 1877. negli anni a seguire pubblico molti articoli e poesie per il socialist il giornale di queste organizzazioni anarchica e iniziò a militare nella Chicago working women’s Union. Viaggiando per tutto il paese divenne una nota leader del movimento operaio e grande sostenitrice dell'anarchismo. La sua reputazione ne fece un bersaglio fin troppo frequente della repressione a Colombes in Ohio, per esempio, il sindaco vietò, un suo intervento in città programmato per il mese di Marzo e poiché lei si rifiutò di rispettare il divieto, venne sbattuto in prigione dalla polizia. Persino il giorno dell'esecuzione del marito Lucy person e suoi bambini furono arrestati dalla polizia di Chicago. Mentre la traevano in arresto uno dei poliziotti. Commento, dobbiamo temere quella donna più di 1000 rivoltosi. Poiché i neri e le donne diceva Parsons subivano lo sfruttamento capitalistico non meno dei bianchi e degli uomini, tutte le energie dovevano essere dedicate alla lotta di classe. Dal suo punto di vista i Neri, e le donne non subivano alcuna forma specifica di oppressione e non esisteva, a suo parere, la necessità di un movimento di massa delle persone oppresse dal razzismo e dal sessismo. Il sesso, la razza nell'analisi di Lucy persons erano solamente delle circostanze esistenziali strumentalizzate dal padronato per giustificare un maggiore sfruttamento delle donne e delle persone di colore. Lucy persons e Mother Mary Johns furono le prime due donne a unirsi nell'organizzazione radicale operaia degli Industrial workers of the World, altamente rispettate nel movimento operaio. Durante il Congresso di Fondazione dei Wobbles. Nel 1905 furono entrambe invitate a sedersi in direzione al fianco di Eugen Deps e Big Bill Haywood. Nel discorso che Lucy person, stando al Congresso davanti ai delegati, rivelò la sua particolare. Visibilità per l'oppressione delle donne lavoratrici che erano strumentalizzate dai capitalisti al fine di ridurre i salari nell'intera classe operaia. Durante gli anni 20 del 900, Lucy persons inizio a, sentirsi sempre più vicina alle lotte del neonato Communist Party. Quando i comunisti, insieme ad altre forze progressiste, fondarono nel 1925 l'International Labor Defense, person decide di. Aderire come lavoratrice a questa nuova organizzazione sindacale. Lotto poi per la liberazione di Tom Money in California per gli Scottsboro Nine in Alabama e per il giovane comunista nero Angelo Herndon. mercatismo Flynn fu arrestata a New York insieme ad altre tre donne e denunciata per insegnamento di esortazione al rovesciamento violento delle istituzioni. Il sole, episodio piacevole che illumina la nostra permanenza, fu la festa di compleanno che Elizabeth Betty e Claudia organizzarono per una delle detenute. I problemi di salute di Marianne Vaccher, che era un'altra delle donne arrestate insieme a ad Elizabeth Indusse il giudice a separare il suo caso da quello delle altre prigioniere. Dove il processo per violazioni dello Smith Act le tre donne furono condannate a scontare la loro pena nel Federal Riformatory Woman ad Alderson in Virginia. Le nere continuavano a essere assegnate ai lavori più duri, alla fattoria, al conservificio e ai lavori di manutenzione nella porcilaia. Come leader del Communist Party, Elizabeth Flynn aveva maturato un profondo impegno nella lotta per la liberazione dei neri ed era arrivata realizzare che la loro esistenza non era sempre coscientemente politica. Elizabeth, in prigione, fece amicizia più facilmente con le nere che quelle bianche. Francamente mi fidavo più delle Negre che delle bianche erano più disciplinate, ma ero isteriche, meno viziate e più mature, disse. Claudia Jones. Essa nacque nell'isola di Trinidad quando ancora faceva parte delle Indie occidentali britanniche, esse in immigrò, negli Stati Uniti, da ragazzino insieme ai suoi genitori. Fu grazie al suo attivismo nello scooter boro difensive committee con cui fece conoscenza con alcuni membri della Community Party a cui decisi di reperire con entusiasmo da lì a poco. Tra i tanti articoli che pubblico nel giornale Political Affairs, uno dei più notevoli, fu un pezzo del giugno del 1949 dal titolo per la fine dell'indifferenza verso i problemi delle donne nere. La sua visione delle nere in questo saggio intendeva rifiutare il classico stereotipo maschilista sul ruolo delle donne. La centralità delle nere era sempre stata indispensabile, la lotta per la libertà della sua gente. Claudia rimprovero ai progressisti e soprattutto i sindacalisti di non aver riconosciuto gli sforzi di organizzazione delle lavoratrici domestiche nere, poiché la maggioranza della lavoratrici nere erano ancora impiegate nel lavoro domestico, argomentava gli atteggiamenti paternalistici nei confronti delle donne. Servizio influenzavano, la definizione delle nere come gruppo sociale. Johnson non aveva paura di ricordare alle sue amiche compagne bianche che ha troppi progressisti e persino alcuni comunisti, sono ancora responsabili dello sfruttamento delle lavoratrici domestiche nere. Essa era profondamente comunista, una comunista impegnata che credeva nel socialismo come via di liberazione delle donne nere, così come di tutti i neri e dell'intera classe lavoratrice multirazziale. Come diverse nere prima di lei, Claudia e Jones, sosteneva che le bianche, nel movimento progressiste e soprattutto le comuniste, dovessero assumersi una specifica responsabilità nei confronti delle donne nere. Dopo la condanna per la violazione dello Smith Act e la reclusione dell'Under Son Federal Reform for Women, Claudio Jones scoprì in carcere un vero e proprio microcosmo della società razzista che aveva conosciuto fuori. Nonostante la prigione avesse ricevuto il mandato di abolire la segregazione razziale, Claudia fu assegnata a una struttura di colore, cosa che la isolò dalle sue compagne bianche. Elizabeth Gunley soffri molto questa separazione, poiché lei e Claudia erano compagni, ma anche amiche insieme. Quando Claudia fu rilasciata nell'ottobre del 1955, 10 mesi dopo il loro arrivo alla Anderson, Elisabetta era felice per la sua amica, nonostante sapesse che avrebbe patito la sua assenza. Il giorno in cui Claudia lascio l'argon Federal Riformatori for Women, Elizabeth Hurley Flynn scrisse una poesia intitolata Addio a Claudia. CAPITOLO 11 Stupro, razzismo e il mito dello stupratore nero. Lo stupro è uno dei crimini violenti che negli Stati Uniti al giorno d'oggi cresce con maggiore rapidità nelle statistiche ufficiali. Dopo anni di silenzio, sofferenza e colpe taciute, la violenza sessuale sta emergendo in maniera esplosiva come emblema delle disfunzioni della società capitalistica contemporanea. Negli Stati Uniti e in altri paesi capitalisti le leggi sullo stupro come di norma, erano strutturate in origine a tutela degli uomini delle classi superiori, le cui figlie o mogli rischiavano di estragga dite? Ciò che accade alle donne nella working class ha suscitato di rado l'attenzione dei tribunali, di conseguenza il numero irrisolto di uomini bianchi ha subito un processo per violenza sessuale nei confronti di queste donne. Nella storia degli Stati Uniti la falsa accusa di stupro emerge come uno degli strumenti più terribili forgiati dal razzismo. Il mito dell'osservatore nero è stato metodicamente evocato ogni volta che era necessario fornire giustificazioni convincenti alle ordinate di violenza e terrore contro la comunità nera. Ehi, troppi innocenti sono stati vittime delle camere a gas e del carcere a vita perché nere potessero unirsi a loro, che rincorrono i giudici alla polizia per ottenere protezione. Dopo aver subito loro stessa violenza sessuale. Inoltre, mai o quasi mai hanno trovato supporto dei due uomini in uniforme e toga. All'inizio del movimento contro lo stupro, poche teorie femministe hanno analizzato seriamente la condizione specifica del genere, rischio di violenza. Solo che recente. Genere abusate e stuprate dagli uomini bianchi ai neri mulatti e uccisi a causa di false accuse di stupro, ha iniziato a essere riconosciuta. Giarda werden è una delle poche donne bianche che ha scritto sul tema dello stupro durante i primi anni 70, esaminando in profondità l'effetto combinato di razzismo e sessismo sulle donne nere. Il caso di John Little ne illustra la tesi portata a processo. L'omicidio nell'estate del 1975 la giovane nera fu accusata di aver ucciso una guardia bianca nella prigione del Nord Carolina, dove era l'unica detenuta donna. Quando John Little andò al banco degli imputati testimoniano di essere stata stuprata nella sua stessa cella dal secondino e di averlo ucciso per autodifesa con il rompighiaccio da lui stesso avevo usato per minacciarla. In tutto il paese, le sue ragioni vennero sostenute da singoli, dalle organizzazioni delle comunità nere del movimento delle donne. La sua assoluzione fu salutata come un'importante vittoria, è resa possibile da una campagna di massa subito dopo l'esecuzione Little fece numerose e toccanti appelli a sostegno di un uomo nero di nome Delbert tibs, che stava per essere giustiziato in Florida, perché falsamente accusato di stupido una donna bianca. Neanche l'annuncio di Gary Paul, l'avvocato difensore di Little, di voler rappresentare delbert tips. Porto le donne a schierarsi in sua difesa. Il fatto che le nere non abbiano aderito in massa al movimento contro lo stupro non significa tuttavia che queste si opponessero alle misure contro il fenomeno prima della fine del diciannovesimo secolo. I club delle donne nere condussero una delle primissime proteste pubbliche contro gli abusi sessuali. La schiavitù si basava sul ricorso sistematico allo stupro. Quanto alla frusta, le pulsioni sessuali irrefrenabili degli uomini bianchi, presunte o reali che fossero, non hanno niente a che vedere con queste istituzionalizzazioni degli abusi. Lo stupro delle donne nere ad opera di uomini bianchi si è radicato a tal punto nelle dinamiche sociali da riuscire a sopravvivere all'abolizione della schiavitù. Nel periodo successivo alla guerra civile, lo stupro di gruppo fu faticato dal Ku Klux Klan ed alcune organizzazioni terroristiche come arma politica, con l'obiettivo esplicito di osteggiare il movimento per l'uguaglianza dei neri. Lo stupro delle donne nere non è sempre stato praticato in forma, così manifesta la tragedia del razzismo quotidiano ha significato anche un'infinità di aggressioni da parte di uomini bianchi senza nome, uomini convinti che loro atti semplicemente naturali atti di questo tipo sono stati sdoganati ideologicamente da tutti quei politici, intellettuali, giornalisti e scrittori che hanno ritratto le nere come promiscue e immorali. L'esperienza della guerra del Vietnam ha fornire un'ulteriore esempio di come il razzismo possa servire da legittimazione degli abusi. Stuprare le donne vietnamite era un compito militare necessario. Furono anche istruiti a perquisire le donne con i loro peni. Purtroppo alcuni intellettuali del movimento contro lo stupro, ignorando il ruolo del razzismo nella sua legittimazione, non esitano a terrorizzare degli uomini di colore, siano particolarmente propensi a commettere violenze sessuali contro le donne. Nel suo eccezionale studio Susan Brownmiller sostiene che l'espressione storica degli uomini neri abbia reso loro inaccessibili molte delle espressioni legittime di maschilismo e che per questo ricorrono ad atti manifesti di violenza sessuale. Nell'opera di brownmiller è senza dubbio un contributo d'avanguardia alle ricerche contemporanee sulla questione della violenza, ma molte delle sue Tele si sono pervase dall'ideologia razzista Peculiare è la reinterpretazione che si fa in questo saggio del caso di Emmett till linciato nel 1953 a 14 anni, che il ragazzo aveva fischiato diretto da una donna bianca del Mississipi. Poco tempo dopo il suo cadavere martoriato fu ritrovato vicino alla sorgente del fiume. Secondo Brown Miller questo suo gesto era stato più di una ragazzata. Brown Miller non è la sola studiosa contemporanea della questione dello stupro che abbia subito l'influenza dell'ideologia razzista. Secondo Jean mcter, nel suo libro rape the beat of the Trap. I neri cresciuti nella dura vita del ghetto e imparano che possono ottenere ciò che vogliono, basta impossessarsene. Mckellar è stata così ipnotizzata dalla propaganda razzista che arrivava ad affermare che il 90% degli stupidi enunciati negli Stati Uniti sono commessi da uomini neri. Studi più recenti sullo stupro degli Stati Uniti hanno riconosciuto la disparità tra le effettive incidenti dell'aggressione sessuali e quelle che sono denunciate alla polizia. In buona parte della letteratura contemporanea sugli abusi permane tuttavia una tendenza a confondere le violenze registrate dalla polizia con gli stupri effettivamente commessi. Se questo schema persiste, sarà praticamente impossibile individuare le reali cause sociali del fenomeno. Politics of rape di Diana Russell rinforza il senso comune secondo cui lo stupratore tipo sia un uomo di colore, oppure se bianco, povero appartenente alla working class. Dei 22 casi che descrive 12, ovvero più della metà riguardano donne stuprate da uomini neri, chicani o indiani, nativi americani. È significativo che solo i 26% delle 95 interviste effettivamente svolte al riguardo di uomini di colore. Brown, Miller, Mckellar e Russell sono sicuramente più sottili rispetto ai primi di elogi del razzismo, ma le loro conclusioni sono purtroppo le stesse dei teorici universali del razzismo come Wilfred Collins, autore del testo del 1918 The Truth. About linking and the Negro in the South. Uno dei primi studi teorici emersi dal movimento femminista contemporaneo sul nesso tra razze e stupro e la dialettica dei sessi. Autoritarismo maschile e società tardo capitalista di Shulamith Firestone Ciao, riprendendo il passo biblico secondo cui le razze non sono altro che i vari genitori e fratelli della famiglia e dell'uomo, l'autrice ridefinisce l'uomo bianco come il padre, la donna bianca come moglie e madre e i neri come i figli. Anche firestone cede al vecchio sofismo razzista della nostra delle colpe alla vittima. Le loro affermazioni hanno contribuito alla ripresa del vecchio mito dello stupratore nero. La miopia storica delle autrici impedisce inoltre di comprendere che l'idea del nero come stupratore rinforza ulteriormente la legittimità degli uomini bianchi e disporre dei corpi delle nere come oggetti sessuali. Dal momento in cui si accetta l'idea che i neri covino desideri sessuali, irritabili, animaleschi, l'intera razza è investita di bestialità. Eventi del 901, nodo politico sudista dichiarò che non c'era niente di meglio di una Virtus. Torre sopra i 14 anni. Walter White, un'eccezionale attivista contro in charge, nonché Segretario esecutivo della National Association for The Advancement of Colored people, accusò giustamente questo uomo di spiegare, giustificare le sue stesse inadempienze morali sparse, sbandierando in modalità delle donne della razza inferiore. Anche un'altro studioso nero contemporaneo, Calvin Heaton, purtroppo è stato sopraffatto dal peso delle calunnie sulle donne nere. L'analisi di Hearton non ammettono mai in discussione l'ideologia con cui sono minimizzate le violenze sessuali sulle nere. L'autore cade nella trappola del dare la colpa alla vittima per la funzione feroce che le è stata storicamente inflitta. Nel corso della storia di questo paese, le nere hanno manifestato una consapevole collettiva della propria condizione di vittime, di violenza sessuale e hanno anche compreso che non potevano resistere alle aggressioni sessuali senza attaccare. Allo stesso tempo, la falsa accusa dello stupro come alibi per i linciaggi durante la alcuni nasi equiparano senza esitazione il controllo delle nascite a un genocidio, fu una reazione esagerata se non paranoica. Ma le attiviste bianche per l'aborto ignorare un argomento centrale, queste accuse di genocidio erano importanti sintomi delle modalità di sviluppo del movimento che per esempio aveva difeso la sterilizzazione forzata, una forma razzista di controllo di massa delle nascite. Le donne di colore non avrebbero mai potuto ignorare l'importanza della campagna per il diritto all'aborto rispetto alle loro sorelle bianche aveva una volta più familiarità con i bisturi, che spesso nelle mani di incapace e la ricerca di profitti clandestini ne provocavano maldestramente la morte. Subito dopo l'introduzione della nuova legge, circa la metà degli aborti legali fu predicata, a nere se nella campagna per il diritto all'aborto dei primi anni 70 sarebbe stato necessario ricordarsi che le donne di colore volevano disperatamente sfuggire alla retrobottega degli abortisti ciarlatani sarebbe stato fondamentale anche accorgersi che queste donne non erano pronte a esprimersi a favore dell'aborto. Le donne nere hanno sempre abortito da sole sin dai primi tempi della schiavitù, molte schiave rifiutavano di mettere al mondo figli destinati a un'esistenza di interminabile lavoro forzato, dove le catene, la fustigazione, lo stupro. Sono condizione quotidiana. Un medico della Georgia intorno alla metà del secolo scorso, noto che le interruzioni di gravidanza e gli aborti spontanei erano molto più comuni tra le sue pazienti schiave che tra le bianche. Scioccato dal fatto che tantissime donne non riescono ad avere bambini, questo dottore non si fermò a considerare quanto fosse invece innaturale crescere dei bambini sotto un sistema schiavistico. Nelle fasi iniziali della campagna per il diritto all'aborto, troppo spesso si affermò che la sua legalizzazione avrebbe fornito da parte alternativa alla miriade di problemi posti dalla povertà. Come si avere meno bambini poteste creare più lavoro, salari più alti e scuole migliori. La campagna spesso non riuscì a dar voce alle donne che volevano che questo diritto fosse regale, ma si lamentavano delle condizioni sociali che proibivano loro di mettere al mondo dei bambini. A partire dal 1977, l'approvazione dell'emendamento Hyde al Congresso impose la sospensione dei finanziamenti federali alle interruzioni di gravidanza, inducendo molte legislature statali a seguire l'esempio. Le donne nere portoricane, chicane e nativo americane insieme alle loro sorelle bianche impoverite, furono così effettivamente espropriati dal diritto dell'aborto legale. Il desiderio di controllare il proprio sistema riproduttivo è probabilmente vecchio quanto la storia umana. Nel 1844 lo United States pratical Recip Book conteneva tra tante ricette alimentari, delle ricette di lozioni per prevenire le nascite. Per esempio, per fare la lozione preventiva di Anna si dovevano prendere una parte di potassio e sei di acqua, mescolare e filtrare. Conservare le bottiglie chiuse e usare con o senza sapone. Immediatamente dopo il rapporto. Mentre le donne hanno probabilmente sempre sognato mettiti contraccettivi infallibili fu soltanto a partire dal movimento per diritti riproduttivi che questa rivendicazione acquisto legittimità. In un saggio intitolato matrimonio scritto durante gli anni 50 dell'Ottocento, Sarah Grink sostenne che il diritto della donna di decidere quando diventerò madre quanto spesso e in quali circostanze. Essa difendeva il diritto all'astinenza sessuale, nello stesso periodo si tenne il famoso matrimonio emancipato di Lucy Stones e Henry Blackwell. Questi abolizionisti, attivisti per l'emancipazione femminile, si sposarono con una cerimonia che metteva in discussione la completa rinuncia da parte delle donne loro diritti. Individuali a loro nome e alla proprietà. L'idea che le donne potessero rifiutarsi di sottomettersi alla richiesta dei loro mariti. Nel tempo divenne l'idea centrale dell'appello per una maternità consapevole. A partire dagli anni 70 dell'Ottocento, le femministe difesero pubblicamente la modernità come libera scelta in un discorso tenuto nel 1877 Victoria Woodhall, rivendicò che la moglie che si sottomette a rapporti sessuali contro la propria volontà o il proprio desiderio commette un suicidio virtuale. Il marito che la obbliga, invece, commette un assassinio e merita di essere punito, come se avesse strangolato la moglie per essersi rifiutata. La rivendicazione della modernità scelta non si confaceva alla situazione delle donne della classe lavoratrice, impegnate come erano nella lotta per la sopravvivenza economica, poiché questo primo appello al controllo delle nascite. Associato a obiettivi perseguibili delle benestanti, molte donne povere lavoratrici trovarono difficile identificarsi con questo movimento embrionale. Poiché nessuna innovazione contraccettiva era ancora stata ufficialmente introdotta, la diminuzione delle nascite sottintendeva il fatto che le donne stavano limitando la loro attività sessuale. La vita di campagna richiedeva famiglie numerose che non erano adatte alla vita in città, eppure questo fenomeno fu pubblicamente interpretato in chiave razzista e antioperaia dagli ideologi del capitalismo monopolistico. Poiché le donne bianche statunitensi stavano mettendo al mondo sempre meno bambini, negli ambienti ufficiali iniziò ad aggirarsi lo spettro del suicidio della razza. Nel 1905 il Presidente Theodore Roosevelt. Concluso il suo discorso alla cena del Lincoln Day, proclamando che la purezza della razza deve essere salvaguardata. Nel suo messaggio gli Stati dell'Unione. No Roosevelt ammonì le donne bianche in buona condizione economica, che si ostinavano alla sterilità volontaria. Inoltre, stava cercando di guadagnare sostegno al tentativo di conquista delle Filippine, ovvero l'ultima avventura imperialista degli Stati Uniti. Il sostegno alla tesi del suicidio della razza da parte di persone come Julia Ward Howe e Ida Husted Harper rifletteva la condizione di un movimento che avevo ormai ceduto alle posizioni razziste delle sudiste. Mentre le suffragista tolleravano le tesi dell'estensione del voto alle donne come arma per la salvaguardia delle supremazia bianca, Le fautrici della contraccezione acconsentivano, o almeno tolleravano il controllo delle nascite come mezzo per prevenire la proliferazione delle classi inferiori e come antidoto al suicidio della carrozza che poteva essere aiutato attraverso l'introduzione del controllo delle nascite tra le persone nere, immigrate e povere in generale. Progressivamente, negli ambienti del movimento si inizia a sostenere che le donne povere, nere e immigrate, avessero il dovere morale di ridurre la grandezza delle loro famiglie. Quando Margaret Sanger diede inizio alla sua lunga crociata per il diritto al controllo delle nascite, sembrava che i toni razzisti e classisti del passato potessero essere lasciati alle spalle. Le sue eccessive memorie sulle difficoltà familiari ne confermavano la convinzione che le donne della classe operaia avessero diritto a pianificare e distanziare in autonomia le proprie gravidanze. La sua adesione al movimento socialista fu ulteriore ragione per sperare che la campagna per il controllo delle nascite prendesse una direzione progressista. La sua familiarità con i quartieri popolari di New York derivava dalle sue numerose visite come infermiera professionale nelle zone più povere della città. Nella sua autobiografia racconta che durante queste visite incontro tantissime donne che chiedevano disperatamente come controllare le nascite. Racconta anche di come decisi di intraprendere una crociata personale per il diritto al controllo delle nascite. Le fasi a una delle sue vittime di routine venne a conoscenza della storia di Sadie Sachs, una ragazza di 28 anni che aveva cercato di provocarsi un aborto una volta rientrata l'emergenza, alla giovane aveva chiesto al medico di turno di darle qualche consiglio per non rimanere più incinta, come riferisce Sanger il dottore, le consiglio di dire a suo marito jacks di dormire sul divano. Tre mesi più tardi Sadie Sachs morì per un altro aborto autoindotto quella notte Margaret Sanger, giuro di dedicare tutte le proprie energie alla diffusione legale delle misure contraccettive. Durante la prima fase della sua crociata per il controllo delle nascite, si è iscritta al Socialist Party. La campagna fu strettamente associata al partito. Tra i suoi più tenaci sostenitori si avvereranno Eugen Deps, Elizabeth Hurley, Ain ed Emma Goldman, che rappresentavano rispettivamente il socialista Party, gli Industrial workers of the World e il movimento anarchico. L'Alleanza della campagna per il controllo delle nascite e il movimento operaio radicale non durò a lungo, i socialisti e gli altri attivisti della classe lavoratrice continuavano a rivendicare questo diritto, ma non occupava una posizione centrale nella loro strategia. Quando Margaret ruppe i rapporti col Social Party, al fine di costruire una campagna indipendente per il controllo delle nascite, si trovò a esposta come non mai alla propaganda anti neri e anti immigrati dell'epoca. Durante i primi decenni del XX secolo, la crescente popolarità dell’eugenetica non fu affatto fortuita. Quelle teorie che erano perfettamente compatibili con le decisioni ideologiche del nuovo capitalismo monopolistico. Nel 1919 l'eugenetica aveva ormai influenzato innegabile sul movimento per il controllo delle nascite il nuovo articolo pubblicato nel giornale dell'American Birth Control League, Margaret Sanger sostenne che l'obiettivo principale fosse di avere più bambini da chi è adatto meno da chi è inadatto. In questo periodo l'American Beard Control League accolse a braccia aperte nella direzione Lothtop Stoddard, professore di Harvard. Margaret Sanger in un programma radiofonico sostenne che menomati psichici, ritardati, mentali, epilettici. Analfabeti, poveri, disoccupati, criminali, prostitute e tossici dovessero essere sterilizzati chirurgicamente. Ma non voleva essere così intransigente da lasciarli senza alcuna possibilità di scelta al riguardo. Se lo desideravano, disse, avrebbero potuto optare per la segregazione a vita nei campi di lavoro. Ehi, la American Birth Control League lancia un invito al controllo delle nascite tra le persone nere che erano l'artista tanto quanto l'appello alla sterilizzazione obbligatoria. La Federazione domando e reclutamento di sacerdoti neri perché dirigessero i comitati locali per il controllo delle nascite e propose una campagna di sensibilizzazione dei neri. Questo episodio confermo la vittoria teologica del razzismo, delle teorie eugenetiche del movimento per il controllo delle nascite era stato definitivamente spogliato del suo potenziale Progressista, raccomandando per le persone di colore non il diritto individuale al controllo delle nascite, ma una strategia razzista di controllo della popolazione. Soltanto quando i timidi arriveranno, lo scandalo dell'attualizzazione di due ragazze nere al Montgomery, in Alabama, si aprì il vaso di Pandora della stabilizzazione forzata. Ma il caso delle sorelle Relf interruppe troppo tardi per influenzare la cognitiva del movimento per il diritto all'aborto. Era l'estate del 1973 e la legalizzazione dell'aborto era già stata decretata in gennaio della Corte Suprema. Minnie Lee, di 12 anni e Marie Alice di 14 anni erano state portate in sala operatoria senza che sospettassero alcunché. Una volta dentro i chirurghi avevano sterilizzate. L'operazione era stata ordinata dal Montgomery Community Action Committe. Il Souter Poverty Law center decise di sostenere legalmente le sorelle Relf, la madre delle ragazze che erano analfabete e rivelò di aver inconsapevolmente acconsentito all'operazione, essendo stata raggirata dagli assistenti sociali che si vivono le figlie che le avevano chiesto di mettere una X su un documento senza informarla del contenuto. La diffusione mediatica del caso fece emergere molte altre vicende. La campagna di informazioni sugli abusi della sterilizzazione portò alla luce che la piacente Stato del South Carolina era stato teatro di casi ancora più gravi, 18 donne di Aiken del South Carolina. E non c'erano di essere state sterilizzate dal dottore Clovis Pierce nei primi anni 70. Secondo la testimonianza di un'infermiera del suo studio, insisteva che le donne incinte che ricevevano sussidi pubblici dovessero sottomettersi alla sterilizzazione volontaria, se volevano che lui li aiutasse a partorire. Durante il suo processo fu difeso dalla South Carolina Association, i cui membri dichiararono che i medici hanno il diritto morale e legale di chiedere la sterilizzazione dei propri pazienti prima di accettare di prenderseli in cura. Queste rivelazioni portarono allo scoperto la complicità per il governo federale. All'inizio il Department of Health Education and welfare dichiaro che nel 1972 circa 16.000 donne a 8000 uomini erano stati sterilizzati nel quadro del programma federale. Nella Germania di Hitler, per inciso, furono praticate 250.000, sterilizzazioni, ma entrerà in vigore la legge nazista della salute ereditaria. Dopo il genocidio della popolazione nativa degli Stati Uniti, si potrebbe pensare che gli indenni nativi americani fossero stati esentati. La campagna governativa di sterilizzazione. Le indiane native americane erano un obiettivo speciale, la propaganda di governo sulla sterilizzazione in un opuscolo diffuso dal Department of Health Education and Welfare rivolta alla popolazione indiana, fu realizzata una vignetta raffigurante una famiglia con 10 bambini a un cavallo e accanto una seconda vignetta di una famiglia con un bambino di 10 cavalli. I disegni facevano intendere che più bambini significa più povertà e meno bambini, significa ricchezza. Cioè le politiche demografiche del governo degli Stati Uniti hanno innegabile aspetto razzista. Le donne native americane di chicane, Porto di cane e nere continuano a essere sterilizzate in numero spropositato. Il numero impressionante di portoricane sterilizzate riflette una specifica volontà politica del governo. Nel 1939 il relativa indipendenza di cui hanno goduto. Di rado sono state soltanto delle casalinghe, ma hanno anche sempre svolto lavori domestici. Affianco dei loro uomini, le donne nere hanno lavorato fino allo sfinimento. Qualità come la determinazione e la fiducia in sé, che non sono convenzionali per una donna, sono il riflesso del lavoro e delle lotte per la sopravvivenza. Vediamo al di fuori della casa. Tuttavia, a differenza delle casalinghe bianche, le mogli e madri nere hanno impiegato di rado tempo ed energie per diventare esperti di faccende domestiche. La carenza, se non l'assenza di un dibattito pubblico sulle modalità di questa trasformazione, è un sintomo delle capacità dell'ideologia borghese di occultare la realtà. A partire dall'assunto che il lavoro domestico è innanzitutto degradante, oppressivo, perché il lavoro non pagato, questi movimenti hanno avanzato delle rivendicazioni salariali. Secondo le promotrici di un assegno statale settimanale, sarebbe la chiave per migliorare lo status delle casalinghe e la posizione delle date nel suo complesso. Il movimento per il lavoro domestico salariato, ha avuto origine in Italia, dove la sua prima manifestazione pubblica si è tenuta nel Marzo del 1974. Nella strategia di questo movimento i salari sono la chiave per l'emancipazione delle casalinghe e la rivendicazione è portata avanti come focus centrale delle lotte per la liberazione delle donne in generale. La rivendicazione del salario per le lavoratrici domestiche si basa dunque sull'assunto che queste producono una merce fondamentale che avvalora quanto le merci che produce il marito. Nella sua prospettiva teorica, il movimento per il salario al lavoro domestico definisce le casalinghe come produttrici della forza lavoro, successivamente venduta come merce dai membri delle loro famiglie sul mercato capitalista. Se la rivoluzione industriale ha prodotto una separazione strutturale dell'economia domestica dall'economia pubblica, allora la casalinga non può essere definita come un componente integrale della produzione capitalistica e piuttosto connessa alla produzione in quanto precondizione. Il datore di lavoro non si preoccupa di come la forza lavoro venga prodotta e rigenerata. Egli è interessato solamente la disponibilità e la capacità di generare profitto. Nella società sudafricana, dove il razzismo ha spinto lo sfruttamento economico fino all'estremo, l'economia capitalista mostra la propria netta separazione strutturale dalla vita domestica attraverso mezzi particolarmente violenti. Gli uomini neri sono intesi come unità lavorative il cui potenziale produttivo ha un valore per la classe capitalista. La definizione delle donne africane come appendici superflue non è affatto una metafora, in conformità con la legge sudafricana, le donne nere disoccupate sono bandite dalle aree bianche. Nella maggior parte dai casi persino dalle città in cui lavoravano, e vivevano i loro mariti. La versione sudafricana del capitalismo mostra le estreme conseguenze della separazione dell'economia privata domestica nel processo di produzione pubblica che caratterizza la società capitalista in generale. Pur assumendo che la strategia della rivendicazione dei salari sia di per sé imperfetta, ci si potrebbe domandare se non possa essere comunque utile sostenerla. Piano politico. Gli stipendi statali e alle casalinghe rischierebbero di legittimare ulteriormente questa forma di schiavitù domestica. Il fatto che le donne che ricevono sussidi non abbiano quasi mai rivendicato un'indennità per il lavoro che svolgono in casa non rappresenta una critica implicita al movimento per il salario al lavoro domestico. La natura problematica del salario per il lavoro domestico emerge anche dalle esperienze in un'altro settore femminile, le lavoratrici delle pulizie e le donne di servizio, le cameriere sono le donne che conoscono meglio di chiunque altro cosa significhi ricevere un salario per il lavoro domestico. Negli Stati Uniti le donne di colore ricevono da decenni un salario per il lavoro domestico nel 1910, quando più della metà delle donne nere lavorava fuori di casa, 1/3 di queste erano lavoratrici domestiche retribuite. Il mutamento radicale dell'occupazione femminile durante la Seconda guerra mondiale provocò un felice declino del tasso di lavoratrici domestiche nere. Tuttavia, ancora nel 1963 donne nere del paese era ancora confinato in questa occupazione. Nel corso di più di cinquant'anni, le lavoratrici domestiche hanno provato a organizzarsi per definire il loro lavoro e rifiutare il lavoro di casalinghe surrogate. I compiti della casalinga sono infiniti e indefiniti. Le lavoratrici domestiche salariate hanno rivendicato innanzitutto una definizione, chiara delle proprie mansioni. Il movimento per il salario al lavoro domestico, sostiene che se le donne fossero pagate per fare le casalinghe, godrebbero di uno status sociale più elevato. Ma le lunghe lotte delle lavoratrici domestiche retribuite raccontano una storia ben diversa del capitalismo. La loro è la condizione più miserabile di ogni altro settore professionale. Il movimento per il salario, le casalinghe è disincentivo alle donne e a cercare un lavoro al di fuori della casa, sostenendo che la schiavitù alla catena di montaggio non è la liberazione dalla schiavitù del lavandino di cucina. Una volta che le donne avranno conquistato il diritto a essere pagate per il loro lavoro, allora potranno rivendicare dei salari più alti e quindi costringere i capitalisti e industrializzare. Se la strategia del salario le casalinghe non riesce a fornire una soluzione a lungo termine al problema dell'oppressione delle donne, tantomeno riesce a rispondere in maniera convincente al profondo malcontento delle casalinghe di oggi. La conseguenza psicologica più frequente è un disturbo della personalità caratterizzato da sentimenti ossessivi di inferiorità. La liberazione psicologica si raggiunge difficilmente attraverso la remunerazione del lavoro domestico. La donna che si lamentava del fatto che sarà a casa tutto il giorno, è come stare in prigione, sentirebbe di abbattere le mura della prigione se fosse retribuita? Probabilmente è vero che la schiavitù alla catena di montaggio non significa di per sé liberazione del lavandino di cucina, ma la candela di montaggio è senza dubbio più potente. Incentivo per le donne a lottare per le eliminazioni del loro storico stabilimento domestico. Le donne lavoratrici hanno uno specifico vitale interesse a lottare per il socialismo e sotto il capitalismo le campagne a favore di condizioni di lavoro egualitarie fra i generi, combinate con la rivendicazione di un servizio pubblico per l'infanzia, contengono un potenziale rivoluzionario esplosivo.