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Donne, razza e classe. DAVIS, Schemi e mappe concettuali di Antropologia Culturale

Schemi su un saggio scritto in carcere nel 1971 dalla scrittrice e attivista della lotta degli afroamericani contro il razzismo fin dagli anni Sessanta, Angela Davis. Con questo saggio l'autrice vuole sfatare il mito del matriarcato nero in base al quale le donne avrebbero beneficiato di un potere relativo rispetto agli uomini durante lo schiavismo e vuole mettere in luce il ruolo dimenticato delle donne nere nelle ribellioni contro lo schiavismo e nel movimento abolizionista.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020
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Caricato il 29/04/2020

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clara-amicone 🇮🇹

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Scarica Donne, razza e classe. DAVIS e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Antropologia Culturale solo su Docsity! SCHEMI: “Donne, razza e classe”, Angela Davis Prefazione Libro che sviluppa un saggio scritto in carcere nel 1971 dalla scrittrice e attivista della lotta degli afroamericani contro il razzismo fin dagli anni Sessanta, Angela Davis. Nel saggio duplice obiettivo della Davis: 1. Sfatare il mito del matriarcato nero in base al quale le donne avrebbero beneficiato di un potere relativo rispetto agli uomini durante lo schiavismo. 2. Mettere in luce il ruolo dimenticato delle donne nere nelle ribellioni contro lo schiavismo e nel movimento abolizionista, sfatando il mito corollario a quello del matriarcato nero in base al quale le donne sarebbero più arrendevoli degli uomini e meno propense alla resistenza e alla lotta.  I primi capitoli: riprendono temi del saggio del 1971 e sviluppano ulteriormente la critica del mito del matriarcato nero.  I capitoli successivi: volti alla critica dei limiti fondamentali del movimento femminista americano. Capitolo 1: L’eredità della schiavitù. Principi per una nuova condizione della donna Si dà per scontato che la donna schiava fosse una domestica, in realtà come gli uomini le donne nere lavoravano nelle piantagioni  l’oppressione delle donne era identica a quella degli uomini. Con l’abolizione della tratta internazionale degli schiavi  la donna nera diventa “animale da riproduzione” pe l’incremento della popolazione degli schiavi. Donne nere  vittime di stupri, fustigate anche da incinte, nessun diritto legale sui figli che potevano essere venduti, sfruttate allo stesso modo degli uomini, nelle industrie la domanda di uomini donne e bambini era la stessa. Con avvento dell’industrializzazione, le donne bianche diventano “madri” e “casalinghe”, società statunitense a struttura patrilocale  ma per le donne nere non fu così. Definizione della famiglia nera come struttura biologica matrilocale ha a che fare con gli schiavisti  rifiuto del padrone di riconoscere la paternità tra i propri schiavi (gli atti di nascita portavano solo il nome della madre). Alcuni sostenevano che l’origine dell’oppressione è creata dall’assenza di un’autorità maschile tra i neri. Gutman conferma che molti nuclei familiari di schiavi furono distrutti con la forza, attraverso la vendita di mariti, mogli e figli. Egli dimostrando l’esistenza di una complessa vita familiare che comprendeva alla stessa maniera marito e moglie, ha distrutto uno dei principali pilastri su cui si basava la tesi del matriarcato. Ma non ha messo in discussione l’assunto complementare secondo il quale, laddove vi fossero famiglie con due genitori, la donna dominasse l’uomo. La vita domestica aveva una importanza grande per gli schiavi, perché era l’unico posto in cui potevano sentirsi esseri umani. Le donne nere per questo non furono svilite nelle proprie funzioni domestiche come le donne bianche. Ma ciò non significa che le donne nere dominassero i propri uomini. Sia il lavoro dell’uomo sia quello della donna in casa erano necessari  uguaglianza di genere del lavoro domestico negli alloggi. Le donne nere hanno anche rivendicato aggressivamente quell’uguaglianza sfidando l’istituzione disumana della schiavitù  resistenza alle aggressioni sessuali, rivolte, fughe. Capitolo 2: Il movimento abolizionista e l’origine dei diritti delle donne La capanna dello zio Tom, di Harriet Stowe (padroni degli schiavi “buoni”, schiava felice fino a quando vogliono vendere il figlio)  Paradossalmente il più famoso esempio di letteratura abolizionista dell’epoca perpetuava l’idea razzista che giustificava la schiavitù e le concezioni sessiste che alimentavano l’esclusione delle donne dall’arena politica dove si combatteva la battaglia contro l’oppressione. Le donne bianche con l’industrializzazione diventano mogli e madri e basta  le donne bianche di classe media sentivano una certa affinità con le donne e gli uomini neri.  nel terzo decennio del diciannovesimo secolo le donne bianche furono attivamente coinvolte nel movimento abolizionista. 1833 molti eventi anti-razzisti e abolizionisti che annunciarono l’avvento di un’epoca di intense lotte sociali. Lucretia Mott e molte donne bianche si uniscono al movimento abolizionista  nasce la Philadelphia Female Anti-Slavery Society e a seguire molte altre organizzazioni femminili: - Il movimento abolizionista offriva alle donne della classe media l’opportunità di provare il proprio valore secondo criteri che non erano legati all’essere madri o mogli - Erano stimate per la loro attività concreta - Alternativa alla propria vita domestica, resistevano ad un’oppressione che in certa misura assomigliava alla loro - Impararono anche a sfidare la supremazia maschile all’interno del movimento. - Accumulano un’esperienza politica inestimabile (es. competenze nell’ambito della raccolta fondi, apprendono uso della petizione) - Le sorelle Grimke hanno collegato meglio di chiunque il tema della schiavitù all’oppressione delle donne  la loro priorità era mettere in luce la disumanità della schiavitù, ma dopo gli attacchi dei maschi (soprattutto quello dei protestanti), si resero conto che se non si fossero difese in quanto donne sarebbero state escluse per sempre dalla campagna di liberazione degli schiavi  legame tra lotta per la liberazione dei neri e lotta per la liberazione delle donne. Capitolo 3: Classe e razza agli albori della lotta per i diritti delle donne World Anti-Slavery Convention 1840  movimento per i diritti delle donne originariamente ispirato da un’intollerabile supremazia maschile all’interno del movimento antischiavista. In questo congresso le donne vennero escluse dal voto della maggioranza, erano silenziose ascoltatrici in galleria. Elizabeth Cady Stanton, moglie di un uomo abolizionista. Incontro con Lucretia Mott per il congresso.  la Stanton propose l’introduzione di una risoluzione sul suffragio femminile, ma solo Douglass la appoggiò  egli introdusse ufficialmente il tema dei diritti delle donne nel movimento Capitolo 6: Educazione e liberazione: le prospettive delle donne nere L’emancipazione con poca terra e un mulo era una crudele illusione  dopo secoli di deprivazione educativa rivendicavano con forza il diritto a soddisfare quel profondo desiderio di istruzione. Ex schiave nere fondano scuole per difendere diritto di istruzione della propria gente. Bianche imprigionate per aver diretto scuole per bambini neri  Sorellanza solidale tra donne bianche e nere. Le bianche dovevano aver compreso l’urgenza con cui le nere avevano bisogno di ottenere l’istruzione: una lampada per illuminare i passi del popolo e una luce sul sentiero verso la libertà  neri e nere associavano il sapere alla battaglia per la libertà. Dopo la rivolta del 1831 negli stati del sud fu proibita l’istruzione degli schiavi. Durante la Ricostruzione dopo la Guerra civile molte donne bianche del nord andarono al sud per assistere le sorelle nere, determinate a spazzar via l’analfabetismo di milioni di ex schiavi. Capitolo 7: Il suffragio femminile tra Ottocento e Novecento: l’influenza crescente del razzismo La Anthony fino al 1900 si rifiuta di sostenere gli sforzi delle nere per entrare nell’associazione suffragista, per ragioni tattiche  non voleva che le associate bianche del sud si ritirassero dall’organizzazione per la presenza di nere  in questo modo stava legittimando la deriva delle donne del sud verso la segregazione. Inoltre in quel periodo il razzismo stava crescendo e i diritti e le vite del popolo nero erano in pericolo. Alcuni stati emanarono normative che legalizzavano la segregazione razziale e privavano i neri del diritto di voto. Si diffusero omicidi squadristi negli stati del sud. La posizione neutrale che la leadership (Anthony) della National American Woman Suffrage Association adottò sulla questione razziale in realtà incoraggiò la proliferazione di idee esplicitamente razziste nelle fila del movimento suffragista. Nel 1893 il movimento approvò una risoluzione che respingeva in maniera elegante i diritti delle nere e dei neri  nella logica di questa risoluzione vi era un attacco alla classe lavoratrice nel suo complesso e la volontà di fare causa comune con i nuovi capitalisti  le donne col voto avrebbero soggiogato i 3 elementi principali della working class: - Neri - Immigrati - Operai bianchi analfabeti Sempre nel 1893 la corte suprema annullò il Civil Rights Act del 1875 e i modelli di schiavismo razzista vennero ratificati.  ultimo decennio: momento critico nello sviluppo del razzismo moderno, sia per il rilevante sostegno istituzionale che per le sue giustificazioni ideologiche. L’organizzazione stava abbandonando l’intero popolo nero nel momento della sua più intensa sofferenza dall’epoca dell’emancipazione  era pronta ad andare incontro alle richieste dei suprematisti bianchi. Col nuovo secolo razzismo e sessismo, suprematismo bianco e maschilismo andarono a legarsi sempre di più, si fortificavano a vicenda anche all’interno delle organizzazioni femminili bianche. Gli apologeti del nuovo monopolio capitalista volevano provocare una guerra razziale tra il lavoratori, dovevano impedire l’unità delle classi lavoratrici in modo da facilitare i propri progetti di sfruttamento  rivolte razziali e massacri orchestrati proprio al fine di incrementare le tensioni all’interno della working class multiculturale. Per anni le leader suffragiste avevano giustificato l’indifferenza dell’associazione alla causa dell’uguaglianza razziale invocando l’argomento della “scelta tattica”.  ora però il suffragio alle donne era una “scelta tattica” per conquistare la supremazia razziale. Capitolo 8: Le donne Nere e il movimento dei club Le prime esperienze di organizzazione delle nere risalgono a prima della Guerra civile. Poi dopo la guerra fu in risposta a un’ondata furiosa di linciaggi e violenze sessuali nei confronti di nere che venne fondato il primo club delle donne nere. Il primo importante incontro fu organizzato dopo l’aggressione razzista alla sede del giornale di Ida Wells (scriveva dei linciaggi e delle stragi dei neri). Nascono delle organizzazioni a New York e a Brooklyn dal nome Women’s Loyal Union  primi club fondati e guidati esclusivamente da nere. Molti incontri della Wells in giro per gli stati portarono alla formazione di nuovi club permanenti. Mary Terrell altra donna nera eccezionale di quel tempo. Capitolo 9: Lavoratrici, donne nere, e la storia del movimento suffragista In tutte le più importanti città le lavoratrici del tessile iniziarono ad organizzarsi e il clima di sindacalizzazione si diffuse, 1866 fu fondata la National Labor Union e i suoi delegati furono obbligati a riconoscere gli sforzi organizzativi delle lavoratrici del tessile  dopo un po’ ad un congresso parteciparono anche molte delegate donne tra cui la Stanton e la Anthony. Al congresso di fondazione della National Colored Labor Union nel 1869 le donne invece furono accolte fin da subito  erano maggiormente impegnati verso i diritti delle lavoratrici rispetto alle organizzazioni bianche. Il giornale Revolution della Anthony ebbe un ruolo molto importante nelle lotte delle lavoratrici. Ma lei, la Stanton e le altre collaboratrici non abbracciarono mai del tutto i principi del sindacalismo, i principi dell’unità e della solidarietà di classe  per loro la donna aveva la priorità. Ma le donne lavoratrici erano troppo preoccupate dai loro problemi immediati – salario, orario, condizioni di lavoro – per mettersi a lottare per una causa che sembrava così astratta.  la Anthony non riuscì a rendersi conto che le lavoratrici e le nere erano profondamente legate ai propri uomini dallo sfruttamento di classe e dall’oppressione razzista da non poter fare distinzioni di sesso.  il vero nemico era il padrone, il capitalista. Le lavoratrici non rivendicarono il suffragio fino agli inizi del ventesimo secolo  esso sarebbe servito come potente arma per la lotta di classe, per regolamentare le condizioni di lavoro. A differenza degli uomini bianchi, gli uomini neri sostenevano le donne nere nella loro battaglia per il diritto di votare. Uno dei sostenitori neri di questo secolo fu DuBois, che fu il più eccezionale difensore dell’uguaglianza politica delle donne. I suoi discorsi colpivano anche per la relativa assenza di allusioni alla superiorità maschile. Capitolo 10: Le donne comuniste Weydemeyer, stretto collaboratore di Marx ed Engels, emigrò negli Stati Uniti e fondò la prima organizzazione marxista della storia del paese, ma le donne sembra che non abbiano fatto parte del movimento socialista marxista. Quando fu fondato il Socialist Party nel 1900, più forte diventava la rivendicazione dell’uguaglianza delle donne, più donne erano attratte dalle lotte per il cambiamento sociale. La sinistra quindi avrebbe compreso l’importanza delle donne militanti. Si costituì un movimento della classe operaia per il diritto di voto alle donne grazie a importanti donne socialiste. All’inizio il Communist Party fu indifferente nei confronti delle nere, ma poi arrivarono a riconoscere, durante gli anni ’30, la centralità del razzismo e svilupparono una solida teoria della liberazione dei neri e formarono un numero notevole di militanti attivi nella lotta contro il razzismo. Lucy Parsons  benché fosse nera, sostenne che razzismo e sessismo fossero questioni di secondo ordine rispetto allo sfruttamento capitalista della classe lavoratrice: tutte le energie dovevano essere dedicate alla lotta di classe. Secondo lei i linciaggi dei neri avvenivano perché erano poveri e non perché erano neri. Lei e la Jones furono le prime due donne ad unirsi all’organizzazione radicale operaia degli Industrial Workers of the World. Nel discorso che tenne al congresso, la Parson disse che le donne erano strumentalizzate dai capitalisti per ridurre i salari dell’intera classe operaia. Ella Reeve Bloor  Socialist e Communist Party. Da socialista la sua coscienza di classe non teneva conto dell’oppressione specifica dei neri. Da comunista invece lottò contro le tante espressioni del razzismo. Alleata bianca del movimento di liberazione dei neri. Anita Whitney  nonostante le posizioni di relativa indifferenza del Socialist Party verso le lotte dei neri, appoggiò con convinzione molte lotte antirazziste. Denunciò tutti i linciaggi avvenuti nei confronti dei neri dal 1890. 1919 lei era tra le poche persone che non si fece annebbiare dalla propaganda razzista generalizzata e dalla diffusione del mito dello stupratore nero. Divenne poi presidente della sezione californiana del Communist Party. Elizabeth Gurley Flynn  a neanche 16 anni iniziò a tenere comizi per strada e la sua carriera come agitatrice in difesa dei diritti della classe operaia era già iniziata. Divenne una militante dei Wobblies (Industrial Workers of the World). Molti scioperi e scontri con polizia. Fin dai primi tempi di attivismo era consapevole dell’oppressione specifica subita dai neri. Nel 1937 entrò nel Communist Party e sviluppò una nuova lettura della centralità della liberazione dei neri nella battaglia per l’emancipazione della classe lavoratrice.