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Economia e gestione della banca - Riassunti - Economia, Sintesi del corso di Economia

riassunti - riassunti

Tipologia: Sintesi del corso

2011/2012
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Caricato il 27/10/2012

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Scarica Economia e gestione della banca - Riassunti - Economia e più Sintesi del corso in PDF di Economia solo su Docsity! www.forumeconomia.com Economia e gestione della banca Prof. Tutino Anno accademico 2006/2007 A cura di Domenico Oliviero Economia e gestione della banca Indice Il sistema finanziario. L’attività bancaria.. Il sistema dei pagamenti.............. Le operazioni di impiego e raccolta. I servizi bancati....... Gli strumenti derivati. Gli strumenti del mercato mobiliare. Le operazioni in valuta... La gestione della raccolta. La gestione degli impieghi in presti La gestione dei servizi alla clientela... La gestione finanziaria Liquidità e tesoreria... La gestione del portafoglio titoli.. La gestione finanziaria in valuta I rischi finanziari. Il bilancio e l’analisi del conto economico Legislazione e vigilanza bancaria........... Legislazione e vigilanza: Basile Politica monetaria................. L La gestione valutaria delle banche italiane: quadro d’insieme.............. 25 DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com 1) Il sistema finanziario Gli elementi che costituiscono il sistema finanziario sono: - i soggetti, che scambiano disponibilità finanziarie; - gli strumenti finanziari, che incorporano trasferimenti e prestazioni di natura finanziaria definiti contrattualmente; - gli intermediari finanziari, che facilitano lo scambio tra i soggetti; - i mercati finanziari, in cui vengono negoziati strumenti finanziari; - le infrastrutture, che consentono la negoziazione e la custodia degli strumenti finanziari; - le istituzioni, che svolgono attività di indirizzo e controllo delle politiche monetarie; - le norme che regolano il funzionamento del sistema. Le funzioni 1) funzione di trasferimento e allocazione delle risorse finanziarie. Consiste nel trasferimento delle risorse finanziarie dai risparmiatori ai soggetti che hanno necessità di finanziamenti per investimenti; - trasformazione per allineare le soluzioni alle propensioni al rischio dei soggetti; - trasferimento tramite gli strumenti finanziari che consentono di negoziare le risorse finanziarie con modalità operative che dipendono dalle esigenze dei soggetti interessati. 2) funzione monetaria. Il sistema finanziario interviene fornendo strumenti e servizi di pagamento. I principali produttori di moneta sono la Banca centrale (moneta legale) e Banche (moneta bancaria). 3) funzione di gestione dei rischi. Il sistema finanziario pone a disposizione degli operatori strumenti di gestione dei rischi finanziari (swaps su tassi di interesse). Struttura del sistema finanziario All’interno del sistema finanziario operano soggetti con bisogni contrapposti: - di finanziamento di attività - di investimento di disponibilità. I soggetti che hanno saldi finanziari positivi hanno necessità di investimenti; quelli che hanno saldi negativi necessitano di finanziamenti. Nello SP abbiamo le attività, ossia gli impieghi, e le passività, cioè le fonti di finanziamento. Abbiamo vari tipi di grandezze stock: - attività reali, che consistono in impieghi tangibili; - attività finanziarie, ossia crediti (depositi presso banche); - passività finanziarie, ossia debiti; - capitale netto, ossia la differenza tra totale attività e totale passività dell’operatore. Se AF>PF si ha una posizione creditoria netta e una posizione finanziaria netta>0; se AF<PF si ha una posizione debitoria netta e PFN<0. I fattori di variazione delle consistenze iniziali sono: aumenti di CP, formazione del reddito di periodo e ricomposizione delle attività. Un risultato economico positivo accresce il PN; la posizione finanziaria netta: - cresce nel caso in cui il reddito sia impiegato in nuove attività o destinato a ridurre passività; - resta immutata se il risultato economico sia investito solo in attività reali; - aumenta meno del risultato economico nel caso in cui questo sia investito in parte in attività reali. Un risultato economico negativo porta: - a una riduzione della posizione finanziaria netta; DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com - i soggetti che partecipano al sistema dei pagamenti; - la regolamentazione del sistema che ne garantisce l'efficienza e supporta la sicurezza delle operazioni attraverso la fissazione di regole di comportamento e la definizione di standard tecnici e operativi; - la banca centrale, che svolge il ruolo di garante del sistema sorvegliando il funzionamento e contribuendo alla fissazione delle regole; interviene in fase di liquidazione dei rapporti di credito-debito fra banche e accresce o riduce nel tempo, con operazioni di politica monetaria, il livello di liquidità del sistema finanziario. Le funzioni Il sistema dei pagamenti consente il trasferimento di fondi tra i soggetti che hanno dato luogo ad uno scambio, dal debitore al creditore; offre strumenti di pagamento e fornisce informazioni circa l’esito dei pagamenti. Le attività svolte dalle banche nel sistema dei pagamenti riguardano: - la moneta bancaria; - i sevizi di incasso e di pagamento alla clientela; - i trasferimenti di fondi al dettaglio e all’ingrosso. La banca può svolgere tali funzioni se dispone di una riserva di liquidità in contanti, depositi o linee di credito a vista presso la banca centrale. Fattori di scelta Per effettuare un pagamento possiamo servirci di contanti, assegni o bonifici bancari. Si opera questa scelta tenendo presenti: - la comodità; - la sicurezza che ciascuno di essi può darci; - il loro costo. La scelta dipende dal tipo di pagamento che dobbiamo fare e dalle caratteristiche di ciascun strumento di pagamento (a/b, a/c, assegni postali, carte di pagamento bancario, vaglia postale, effetti commerciali). Gli strumenti di pagamento in Italia Moneta legale: è costituita dalle banconote emesse dalla Banca centrale. Moneta bancaria: trae origine dall’attività delle banche. E’ detta moneta scritturale, poiché la sua forma originaria è basata sull’emissione e sulla circolazione di a/b; i fondi depositati in c/c bancari consentono ai loro titolari di emettere assegni attraverso la compilazione e l'apposizione della firma di traenza in calce a essi. L'utilizzo della moneta scritturale avviene attraverso lo scambio dello strumento di pagamento (la trasmissione delle informazioni avviene tramite via telematica) tra creditore e debitore, e il regolamento tra banche delle posizioni di credito e di debito registrate sul conto bancario del creditore che ha ricevuto l'assegno e sul conto bancario del debitore che ha pagato. E° questa la differenza tra moneta legale e bancaria. Il regolamento può essere: - bilaterale, tramite scritturazione di ciascuna operazione sui c/c di corrispondenza per servizi resi dei due soggetti interessati; - multilaterale, e si divide in: - netto, con la compensazione delle partite e successiva liquidazione del saldo; - lordo, con la liquidazione in tempo reali delle transazioni. Questo metodo è meno rischioso di quello netto, perché riduce il tempo intercorrente tra il momento in cui si realizza la transazione e il regolamento delle posizioni di debito e credito (maggiore è tale intervallo e maggiore è il rischio di liqui e di credito). La moneta elettronica consiste nel trasferimento dell’informazione relativa allo spostamento di fondi dal conto bancario del debitore al conto bancario del creditore, attraverso infrastrutture elettroniche in grado di dialogare a distanza (carte di credito e di debito). La moneta si è dematerializzata: si trasferisce l'informazione. I meccanismi di pagamento Ci sono 3 fasi all’intemo dei meccanismi di pagamento: - la produzione dei mezzi di pagamento; - lo scambio; - il regolamento dello scambio. La produzione di mezzi di pagamento fa capo a soggetti diversi, come la banca centrale, le banche, le poste ed altri. Lo scambio e il regolamento hanno luogo con modalità diverse per singoli strumenti. Nel caso della moneta legale lo scambio di contanti contro beni o servizi conclude l'operazione di pagamento. Situazione diversa si presenta per assegni e bonifici, in cui distinguiamo due fasi: DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com - trasmissione di informazioni o scambio di documenti inerenti l'operazione di trasferimento fondi; - regolamento monetario delle ragioni di debito o credito tra le banche. L’impiego di strumenti bancari di pagamento richiede che siano attivate procedure interbancarie di scambio degli strumenti e regolamento di crediti e debiti che ne scaturiscono. Lo scambio riguarda i rapporti tra banche relativi alla trasmissione di documenti e alla trasmissione di informazioni relative agli strumenti di pagamento negoziati. Si fa ricorso anche a procedure di check truncation (troncamento degli assegni). Gli assegni sono trattenuti dalla banca negoziatrice che invia all'altra banca solo le informazioni relative agli assegni che ha negoziato. Lo scambio può avvenire attraverso tre tipi di canali di scambio: - corrispondenza, in cui ci si scambiano strumenti ad esempio tramite corriere 0 per posta; - per compensazione, in cui si liquida la differenza; si tratta di meccanismi multilaterali e avvengono presso le stanze di compensazione, ossia luoghi fisici dove si è avuto uno scambio di recapiti; - sistemi elettronici. Una volta scambiati i documenti e le informazioni le banche devono provvedere al regolamento dei rapporti tra di esse. Si tratta di sistemare le partite di credito è debito che si sono aperte fra noi e liquidare a favore dell'una o dell'altra banca il saldo complessivo che ne deriva. Il regolamento può avvenire attraverso il trasferimento giornaliero di fondi detenuti presso la Banca centrale, oppure attraverso l'accredito dell'addebito di conti correnti di corrispondenza reciproci. A differenza di quanto avviene nelle relazioni con corrispondenti esteri, nei rapporti interbancari interni per l'addebitamento di conti bancari di corrispondenza non è richiesta la preventiva disponibilità di fondi, essendo implicita nell'accordo la concessione reciproca di credito per l'eventuale sbilancio. Lo strumento di pagamento utilizzato dalle banche per regolare tra loro crediti e debiti non è mai la moneta legale. Sono trasferiti i fondi detenuti in conto presso la banca centrale o un'altra banca. Il trasferimento di fondi detenuti presso la Banca centrale è il sistema di regolamento più utilizzato. Il sistema di regolamento per transazioni all'ingrosso utilizzato dalle banche italiane (BI-REL, ossia Banca d'Italia per regolamenti lordi) opera nell'ambito del sistema di regole fissate a livello internazionale per esigenze di politica monetaria (TARGET). TARGET Con la nascita della Banca centrale europea e dell'euro, i paesi che hanno adottato la nuova moneta hanno dato vita ad un nuovo sistema di regolamento di pagamenti definito TARGET. Esso è stato realizzato tramite l'unione di sistemi di regolamento nazionale per consentire l'esecuzione di transazioni in euro fuori dai confini nazionali, con la stessa facilità di transazioni nazionali. Tale sistema è obbligatorio per le transazioni tra banche ed eurosistema (SEBC). BI-REL E? la componente italiana del sistema TARGET. E’ un sistema di regolamento lordo che prevede l'esecuzione di pagamenti contestualmente alla conclusione della transazione mediante movimentazione diretta del conto di gestione presso la Banca d'Italia. La partecipazione a BI-REL è consentita a banche, enti creditizi, imprese di investimento, enti del settore pubblico e soggetti che offrono servizi di compensazione e regolamento, i quali devono disporre di un conto di riserva in cui confluiscono i pagamenti giornalieri analizzati attraverso BI-REL (pagamento operazioni all'ingrosso). Il conto di gestione svolge le funzioni di conto di regolamento e comprende due punti: il conto di riserva e il conto di anticipazione infragiornaliera in conto corrente. Il è un deposito in conto corrente a gestione accentrata. Se in possesso dei requisiti richiesti, possono esseme titolari banche, enti creditizi non bancari, imprese di investimento. Gli operatori non tenuti all'obbligo di riserva che intendono partecipare direttamente al sistema di regolamento lordo possono detenere base monetaria presso la Banca d'Italia nella forma di depositi liberi denominati conto di riserva libera, qualora si tratti di enti del settore pubblico, il conto di riserva infruttifero, qualora si tratti di imprese di investimento. Tutti i soggetti titolari di un conto di riserva possono richiedere l'apertura di un conto di anticipazione infragiornaliera rappresentativo di una linea di credito in conto corrente garantita titoli, diretta ad agevolare l'esecuzione di pagamenti interbancari nel sistema di regolamento lordo BI REL. Sulle operazioni di anticipazione infragiomaliera non è prevista la corresponsione di interessi. Il conto di gestione delle banche si differenzia da quello degli altri soggetti partecipanti al sistema della presenza della riserva obbligatoria di liquidità e quindi anche della possibilità di fruire del regime di mobilizzazione ai fini della gestione dei movimenti monetari. Continuo target Ciascun pagamento transita sui conti di regolamento aperti dalle banche presso la BCN di riferimento. Quest'ultima, attraverso l'addebito e l'accredito dei conti reciproci intrattenuti con le altre BCN, agisce da intermediaria del trasferimento di fondi, il cui completamento avviene con l'accredito del conto di regolamento della banca beneficiaria. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com BI-COMP sistema italiano di compensazione e regolamento multilaterale, destinato alla compensazione di operazioni di pagamento al dettaglio. Il ruolo della Banca centrale nel nostro paese le funzioni di banca centrale inerenti il sistema dei pagamenti sono svolte dalla Banca centrale europea e dalla Banca d'Ttalia. La Banca centrale europea produce strumenti di pagamento, come moneta legale costituita da banconote e monete metalliche in euro; la Banca d'Italia gestisce l'attività delle stanze di compensazione, regolamenta l'attività delle banche che intervengono nel circuito dei pagamenti e svolge un'attività di indirizzo e coordinamento delle iniziative volte a sviluppare e a rendere più efficiente il sistema di pagamenti, e una funzione di sorveglianza che ne garantisca il buon funzionamento. L'attività svolta dalla Banca d'Italia nelle stanze di compensazione consiste nella compensazione giornaliera di recapiti, per le operazioni definite documentali, ossia che richiedono lo scambio del documento contabile rappresentativo del pagamento. L'operazione prevede lo scambio di documenti giustificativi di crediti e debiti, la determinazione dei saldi che ne emergono e il regolamento del saldo complessivo. Se il saldo della banca nei confronti del sistema è positivo il conto sarà accreditato, altrimenti sarà additato. 5)I servizi bancari Ricavi da servizi Le componenti principali di reddito delle banche sono: - gli interessi, che rappresentano la remunerazione e i costi dello svolgimento dell'attività attività tipica della banca, che è l'intermediazione creditizia (LA — IP = margine di interesse); - altri ricavi, che rappresentano la remunerazione per attività diverse da quella tipica [(LA — IP) + (commissioni attive — commissioni passive) +/- proventi/perdite da attività di negoziazione +/- proventi/perdite da altre attività finanziarie = margine di intermediazione]. Le tipologie di servizi I servizi di incasso e pagamento sono mezzi per le transazioni di tipo monetario e finanziario. Consentono la disponibilità di strumenti sostitutivi della moneta, l’efficienza e la rapidità del regolamento dei pagamenti e la solidità dei rapporti fiduciari che si vengono a definire in termini di solvibilità della banca al depositante. Questi servizi sono in continua trasformazione, in quanto le banche ricercano l'automazione dei processi di lavorazione degli strumenti cartacei e il miglioramento delle procedure interbancarie, grazie allo sviluppo tecnologico. Bisogna fare una distinzione tra strumenti di pagamento, che sono strumenti sostitutivi della moneta, e procedure di pagamento, che comportano un addebito sul conto del debitore e un accredito sul conto del beneficiario; in questo caso non nasce un rapporto creditizio. Strumenti di pagamento Assegno bancario: è un titolo di credito contenente l’ordine incondizionato ad una banca da parte di una persona che ha dei fondi disponibili presso di essa di pagare a vista una determinata somma a favore proprio o di terzi. Assegno circolare: è un titolo di credito all’ordine emesso da una banca a ciò autorizzata che si assume l'impegno di pagare a vista ad una determinata persona una certa somma disponibile presso di essa al momento dell’emissione. Traveller’s cheque: a/b a taglio fisso recante l’importo in una moneta estera, emesso da una banca nazionale su una banca estera sua corrispondente. Carta di debito: carta magnetica collegata al c/c bancario che abilita il titolare ad effettuare prelievi di contante, pagamenti presso l’esercente e richieste di informazioni sul proprio c/c. Carta di credito: carta magnetica che consente al titolare di effettuare il pagamento di beni e servizi presso gli esercenti convenzionali. Ricevuta bancaria: documento di quietanza emesso dal venditore per l’incasso di un credito relativo alla fornitura di merci o servizi con pagamento dilazionato e consegnato alla banca per la riscossione. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com 7) Gli strumenti del mercato mobiliare Il mercato monetario E? rappresentato dall’insieme delle operazioni effettuate su titoli a breve termine (12/18 mesi). Le caratteristiche: - orizzonti temporali a breve termine (non è dato né dalla durata né dalla tipologia del titolo, ma dipende dalla sua vita residua); - mercato destinato a soddisfare le esigenze di cassa degli operatori (operazioni che possono durare anche pochi giomi); - attività e passività a basso rischio (tanto più il titolo rende prospetticamente, tanto maggiore è il rischio. Questo mercato non riguarda le azioni perché le aziende sono create per perdurare nel tempo, mentre tale mercato è a breve. Il mercato finanziario E? costituito dal complesso delle operazioni di emissione, sottoscrizione e negoziazione di valori mobiliari a scadenza medio-lunga, rappresentativi di finanziamenti con vincoli di credito (titoli di stato e obbligazioni) o di capitale di rischio. Le caratteristiche: - orizzonti temporali a medio lungo termine; - mercato destinato a soddisfare le esigenze di finanziamento e di investimento di medio lungo periodo (bisogna finanziare attività a m/l con finanziamenti a m/1); - attività e passività a rischio medio alto. I titoli obbligazionari Le obbligazioni sono titoli di credito rappresentativi di prestiti contratti da una persona giuridica (stato, ente pubblico, spa, sapa) presso il pubblico. I titoli obbligazionari incorporano un diritto di credito del sottoscrittore verso l’emittente riguardante: - pagamento di una somma nominale ad una data scadenza; - pagamento degli interessi sull'importo dato a credito. Il valore nominale (vn) indica la quota del prestito obbligazionario rappresentato dal titolo. E° il valore di riferimento per il calcolo degli interessi spettanti agli obbligazionisti (le cedole sono calcolate sul vn del prestito obbligazionario), e per la restituzione del capitale a scadenza. Alla scadenza il rimborso del capitale può avvenire alla pari o sopra la pari. Il prezzo è espresso in centesimi del vn; 100 è quindi pari al vn del titolo. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Il prezzo di emissione è il prezzo pagato dal sottoscrittore dell’obbligazione per l’acquisto dei titoli. Possono essere emesse obbligazioni alla pari, sopra la pari e sotto la pari ( quest’ultimo caso è usato dalle nuove società che vogliono entrare sul mercato; emettono obbligazioni sotto la pari per rendere appetibili i titoli). Il tasso di interesse è la remunerazione offerta dagli emittenti ai sottoscrittori. Viene corrisposta sotto forma di pagamento di interessi periodici e come differenziale tra prezzo di rimborso e prezzo di emissione. Il prezzo di mercato. L'esistenza di un mercato secondario consente al possessore del titolo di venderlo prima che maturi la sua naturale scadenza. L'incontro tra la domanda e l’offerta ne determina il prezzo di mercato. C’è una relazione inversa tra tasso di interesse e prezzo. Se il tasso aumenta, affinché il titolo continui ad essere appetibile sul mercato è necessario che il prezzo diminuisca; bisogna cioè adeguare i rendimenti del titolo a quelli del mercato. Il corso del titolo esprime il valore del titolo. Il corso secco esprime il prezzo della sola parte capitale del titolo; il corso tel-quel esprime sia la parte capitale sia il valore degli interessi maturati sul titolo fino al giorno al quale esso è calcolato. La durata assume la duplice configurazione di scadenza, ossia la data alla quale sarà effettuato il rimborso del capitale, e la vita residua, ossia il tempo intercorrente tra la data di acquisto e la scadenza del titolo. In relazione agli emittenti abbiamo le obbligazioni corporate o societarie, e le obbligazioni governement o pubbliche (emesse da istituzioni pubbliche). In relazione alla presenza di flussi intermedi distinguiamo i titoli con cedola dai titoli senza cedola (zero coupon, che non prevede interessi). In relazione alla quantificabilità del rendimento a scadenza distinguiamo i titoli a reddito fisso ( si stacca sempre la stessa cedola e bisogna stabilire il rendimento a priori) dai titoli indicizzati ( il cui rendimento varia a seconda dei tassi di mercato, quindi la cedola si adeguerà al variare dei tassi. Al variare dei tassi non varia il prezzo, ma la cedola, per cui i tassi variabili hanno un basso rischio, e lo possiamo considerare sempre appartenente al mercato monetario). I BOT hanno una durata di 3, 6 o 12 mesi, mentre i CTZ 24 mesi; sono titoli zero coupon, quindi la remunerazione è data dallo scarto di emissione. I BTP hanno durata di 3, 5, 10, 15, 30 anni, mentre i CCT 7 anni. Per entrambi le cedole sono fisse, e la remunerazione è data dallo scarto di emissione. Per tutti questi titoli il rimborso avviene in un’unica soluzione. Il rendimento delle obbligazioni Interesse semplice Investo un capitale C al tempot e ottengo un capitale M al tempo T. I=M_-C, quindi I=iCt i=1/C Fattore di capitalizzazione r=M/C quindi M = C (1+it) Interesse composto M=C(1+ i)" ossian anni Attualizzazione Quanto vale oggi un certo ammontare in denaro che incasseremo nel futuro? L’atturalizzazione è il problema inverso della determinazione del montante. Quando calcoliamo M conosciamo C e la durata dell’investimeno; nel caso dell’attualizzazione conosciamo M e il momento in cui tale capitale verrà incassato. C=V(1+i)" dovev=c/(1+i)" Vèil valore attuale di un capitale C da incassare tra n anni. Se un’attività finanziaria permette di incassare un ammontare C; al tempo ti..., il valore dell’attività finanziaria è pari alla somma dei valori attuali dei singoli flussi di cassa. Quindi: V= C)_+4Cn Gt)! a+)" Il calcolo del rateo Prende in considerazione 3 componenti: - il livello di cedola da ripartire pro-tempore; - il numero di giorni del periodo sulla base del quale la cedola viene ripartita; - il numero dei giorni intercorsi tra l’incasso dell’ultima cedola e il giorno di valuta dell’operazione. Se le cedole vengono staccate il 1/1 e il 1/7 e compro il titolo il 1/3, devo calcolare gli interessi dal 1/3 che vengono staccati il 1/7, per cui devo eliminare gli interessi che vanno dal 1/1 al 1/3. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Il tasso di rendimento immediato TRIM = C_x 100 Dove C è la cedola annua in valore assoluto e P è il prezzo di mercato (corso secco). P Il tasso di rendimento istantaneo TRIS = x 100 Dove R è il rateo. P+R Il tasso di rendimento a scadenza (TIR) Pig-Ci _+...+VR Dove VR è il valore di rimborso, C sono le cedole e P è il prezzo tel quel. (+) (lr I titoli azionari Azioni ordinarie: sono capaci di modificare l’assetto proprietario dell'impresa. Conferiscono il diritto di voto sia in assemblea ordinaria che straordinaria. Azioni privilegiate: a fronte di un diritto di priorità nella ripartizione degli utili e un diritto di precedenza nella ripartizione del capitale in caso di scioglimento della società, limitano il diritto di voto alle sole assemblee straordinarie, a differenza delle azioni privilegiate. Azioni di risparmio: godono di un privilegio nella ripartizione degli utili e nel rimborso del capitale in seguito a scioglimento della società; sono tuttavia prive del diritto di voto e del diritto di intervenire in assemblea. I pronti contro termine E? un’operazione attraverso la quale una parte vende una determinata quantità di titoli a pronti e si impegna a riacquistare in una data stabilita e dalla medesima controparte, gli stessi titoli a un determinato prezzo. 4) Le operazioni di impiego e raccolta Le operazioni di raccolta E° un complesso di strumenti tecnici che consentono alla banca di dotarsi delle risorse finanziarie necessarie allo svolgimento della propria attività di intermediazione (indicate nel passivo dello SP). Con riferimento alla controparte si distingue tra: - operazioni originarie, che vengono effettuate direttamente con la clientela; - operazioni derivate, come la raccolta interbancaria; - operazioni indirette , che vengono effettuate direttamente con la clientela in collegamento con altri servizi bancari. con riferimento alla forma tecnica si distingue tra operazioni di raccolta mediante negozi giuridici e operazioni di raccolta compiute tramite strumenti di mercato (ci riferiamo alla raccolta che passa attraverso la negoziazione di titoli). con riferimento alla durata dell'operazione si distingue tra: raccolta a breve termine e a vista, con una durata massima di 18 mesi; raccolta a medio termine, fino a cinque anni; raccolta a lungo termine, oltre cinque ami. Le operazioni di raccolta mediante deposito DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com E? il contratto in base al quale una parte (mutuante) consegna all'altra (mutuatario) una determinata quantità di denaro e l'altra si impegna a restituime altrettante della stessa specie e qualità. Solitamente la somma viene erogata in un'unica soluzione e il rimborso avviene tramite versamenti periodici di rate, costituite da una quota capitale e una quota interessi, secondo un determinato piano di ammortamento (a rate crescenti, costanti o decrescenti). In base alla destinazione delle somme mutuate si distinguono diverse forme di mutuo: fondiario, agrario, peschereccio, eccetera. Lo sconto Mediante questa operazione la banca (scontante), previa deduzione dell'interesse calcolato al tasso di sconto, anticipa al cliente (scontatario) l'importo di un credito verso terzi non ancora scaduto, mediante cessione salvo buon fine del credito stesso. Così configurata l'operazione di sconto è assimilabile a un prestito monetario a breve termine economicamente garantito dalla cessione di un credito non ancora scaduto. Nella pratica l'operazione di sconto ma; rmente diffusa è lo sconto cambiario e può avere ad oggetto singole cambiali ovvero inquadrarsi in un rapporto continuativo di smobilizzo dei crediti cambiari. Per essere ammessi allo scontro tali cambiali devono avere scadenza non superiore a quattro mesi, essere pagabili su una piazza bancabile e non avere limitazioni all'esercizio dei diritti cambiari. Oltre al tasso di sconto, influiscono sul netto ricavo sconto altri elementi di costo: - il minimo sconto; se con quello effettivo non c'è remunerazione, quello minimo garantisce la remunerazione della banca; - i giorni banca aggiuntivi e il minimo di giorni sconto; - il diritto di brevità, applicato agli effetti con scadenza vicina rispetto all'anticipazione (esempio 12 giorni rispetto alla concessione sconto); - commissioni applicate all'esecuzione dell'operazione. 8) Le operazioni in valuta Mirano a soddisfare esigenze finanziarie che inducono la clientela a rivolgersi a una banca. Le operazioni in cambi riguardano pagamenti; quelle creditizie in valuta finanziamenti e investimenti; i servizi volti alla gestione del rischio di cambio e quelli di supporto alle attività estere dell’impresa in assistenza e supporto. La valuta estera è un qualsiasi mezzo di pagamento denominato in moneta estera; il mercato valutario è il luogo ideale in cui vengono scambiati gli altri strumenti finanziari, denominati in valute differenti; il mercato dei cambi è il luogo in cui avvengono le conversioni di una moneta in altre. Tale mercato rappresenta un sottoinsieme del mercato valutario. Sul mercato dei cambi operano: - importatori/esportatori: convertono la propria valuta di conto in altra valuta, per obbligazioni di pagamento oppure valuta estera nella propria valuta di conto, a seguito di incassi all’estero; - speculatori: scommettono sugli andamenti futuri di alcune valute; - hedgers: vogliono coprirsi contro il rischio che alcune loro attività o passività in una data valuta possano perdere valore a seguito di movimenti sfavorevoli del tasso di cambio; - arbitraggisti: cercano di trarre profitto da temporanei disequilibri sui mercati valutari; - banche centrali: al fine di mantenere determinate condizioni del tasso di cambio della propria valuta nei confronti di altre. Ruolo delle banche - market makers e controparti ideali per ciascuno degli operatori nel mercato dei cambi; - garanti del funzionamento del sistema di pagamenti a livello internazionale. Mediante crediti e adibiti dei conti di corrispondenza Le banche riescono a gestire pagamenti e incassi tra parti residenti in differenti paesi; - dealers, perseguendo in proprio attraverso la negoziazione di valute i propri obiettivi di redditività, liquidità e il rischio. Tecnica delle negoziazioni in cambi Le operazioni in cambi sono le negoziazioni con cui le valute vengono convertite in altre valute. Il prezzo a cui vengono chiuse queste negoziazioni è detto rapporto di cambio ed esprime il quoziente di due valute: - valuta quotata, in cui si vuole esprimere la valuta di quotazione; - valuta di quotazione, di cui si vuol conoscere il controvalore. esistono due metodi di quotazione: DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com - certo per incerto: ad una data quantità certa della valuta di quotazione corrisponde un importo variabile di valuta quotata; - incerto per certo: ad un importo variabile della valuta di quotazione corrisponde una quantità fissa della valuta quotata. L'euro quota normalmente certo per incerto come il dollaro americano e la sterlina inglese. Ciò significa che il cambio EUR/USD indica a quanti dollari (quantità incerta) corrisponde un euro (quantità certa e base di cambio). I prezzi quotati sono di due tipi: - quotazione denaro (bid), è il prezzo a cui è disposto a pagare chi decide di acquistare la valuta; - quotazione lettera (ask) è il prezzo a cui è disposto a vendere la valuta chi la detiene. Lo spread tra i due prezzi rappresenta il margine che si riserva l'operatore che quota i prezzi (market maker) per il rischio assunto. L'ampiezza di tale spread indica il grado di liquidità o rischiosità di un dato mercato. Cross rates Non sempre sono disponibili tutti i rapporti di cambio per tutte le valute. Il prezzo per la negoziazione tra due valute poco trattate è facilmente ottenibile mediante una semplice proporzione tra i cambi delle due monete oggetto dello scambio e una terza valuta di riferimento. Solitamente tutte le valute sono quotate contro il dollaro statunitense. Operazioni a pronti Un'operazione a pronti è una transazione in cambi in cui la conclusione del contratto avviene entro due giorni di valuta. Il tasso di cambio a pronti è fissata al momento della stipula. Il cambio è fortemente influenzato dalla dinamica di domanda e offerta di valuta, che riflette gli andamenti della bilancia dei pagamenti. Quindi i fattori che influenzano i tassi di cambio sono: - i saldi correnti dei flussi di incasso e pagamento nei rapporti con l'estero; - la detenzione di saldi in valuta o la conversione in moneta nazionale; - differenziali nei tassi di interesse. Operazioni a termine Operazione in cui le parti si impegnano irrevocabilmente a consegnare o ritirare a una certa data futura un determinato ammontare di valuta a un tasso di cambio fissato all'atto della stipula. Normalmente si ricorre ai cambi a termine quando si prevede un futuro fabbisogno di una certa valuta e si vuole fissare preliminarmente a quale cambio convertirla, evitando così che movimenti inattesi del tasso di cambio influenzino l'ammontare atteso in contropartita. Il tasso di cambio a termine differisce da quello a pronti (spot) in funzione dei differenziali dei tassi di interesse sulle valute quotate. L'acquirente, acquistando valuta a termine, ottiene gli interessi sulla valuta che consegnerà a termine, mentre rinuncia a quelli sulla valuta che riceverà: così il cambio a termine dovrebbe essere pari al cambio a pronti aumentato degli interessi sulla valuta venduta diminuito di quelli sulla valuta acquistata. Cambio a termine teorico Ci = (C+ Cox (ii) x giorni Dove C; è il cambio a termine; C, è il cambio a pronti; i) è il tasso di int. 360 moneta di quotazione ($); i, è il tasso di interesse moneta quotata (euro). Le banche possono svolgere la loro tipica funzione creditizia concludendo operazioni attive e passive in valuta: - sull’interno (clientela residente); - sull’estero (clientela non residente). I finanziamenti in valuta Le esigenze che possono spingere il cliente a ricorrere a un finanziamento in valuta: - operazioni commerciali di import-export con l’estero; - operazioni finanziarie durevoli (partecipazioni estere); - operazioni finanziarie speculative; - normale fabbisogno finanziario unito alla necessità di diversificare la struttura del proprio debito. La banca interviene offrendo finanziamenti sotto diverse forme, espresse in valuta estera. Il costo dei finanziamenti in valuta Il cliente che accede un finanziamento in valuta estera, a scadenza dovrà restituire lo stesso ammontare di valuta. Se il cambio tra le due valute nel frattempo è peggiorato per l’affidato (a fronte di un’unità di valuta domestica vengono proposte meno unità di valuta estera), l'operatore si troverà a dover rimborsare un controvalore in valuta domestica più alto di quanto abbia ricevuto all’inizio. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Quindi il costo complessivo del finanziamento in valuta è dato da due elementi: gli interessi sul finanziamento e il differenziale cambi a pronti e a termine. La banca fornisce alla propria clientela assistenza nelle proprie attività con l’estero, tramite l’offerta di diversi servizi, tra i quali: servizi di assistenza e supporto all’attività di esportazione; servizi informativi; servizi di supporto nella ricerca e realizzazione di investimenti produttivi all’estero; assistenza nell’attività di gestione del rischio di cambio. Questi servizi sono solitamente offerti all’interno di pacchetti che includono anche altri tipi di prodotti (credito all’esportazione). Rischio di cambio E? il rischio dovuto all’incertezza del futuro cambio di mercato che sarà applicato al momento della conversione di una moneta in un’altra. Chiunque vuole un’attività o passività in valuta estera corre il rischio che un’oscillazione sfavorevole del relativo tasso di cambio con la propria valuta incida sul suo valore finale. La banca interviene su due piani operativi: - individuando e misurando le posizioni in valuta del cliente da cui può insorgere un rischio di cambio; - strutturando e vendendo al proprio cliente strumenti che lo mettano in condizione di gestire il proprio rischio. Gli operatori esposti possono decidere di : - sopportare il rischio di cambio accettando il risultato economico derivante dai movimenti dei tassi; - neutralizzarlo, controbilanciando attività e passività per valuta, ammontare e scadenza; - gestirlo, coprendolo interamente o parzialmente. Gli strumenti di copertura sono: - operazioni in cambi a termine; - strumenti derivati su cambi (currency options, currency futures e swaps, domestic currency swaps). Currency options Conferisce all’acquirente la facoltà, ma non l’obbligo, di acquistare (opzione call) o di vendere (opzione put) un certo ammontare di valuta contro un’altra moneta a un cambio stabilito preliminarmente (prezzo di esercizio) a una certa data futura. Il diritto di scegliere se acquistare o vendere la valuta viene pagato attraverso il versamento di un premio. Il cambio netto a cui il detentore dell’opzione può completare l’operazione è dunque dato dalla somma del prezzo di esercizio più il premio pagato. Currency futures E? un contratto in cui le due controparti si obbligano a comprare e a vendere, a una data prefissata, un certo ammontare di valuta a un cambio prefissato. Si tratta di cambi a termine negoziati su dei mercati regolamentati e caratterizzati da procedure standardizzate, per quel che riguarda scadenza, prezzo e ammontare di valuta sottostante. Il rischio di cambio si copre assumendo una posizione sul mercato future opposta a quella assunta sul mercato a pronti. In caso di andamenti negativi le perdite registrate sul mercato a pronti vengono compensate dai guadagni derivanti dalla posizione future. Currency swaps Operazioni costituite da un acquisto e da una vendita di valuta contro altra valuta, stipulate contestualmente ma eseguite in due date diverse (acquisto a pronti e vendita a termine). Alla stipula del contratto vengono stabilite sia le date di esecuzione che i cambi, sia a pronti che a termine. Alla scadenza dell’operazione viene ristabilita la situazione iniziale attraverso un’operazione di segno opposto rispetto a quella eseguita inizialmente. Domestic currency swaps E? una forma particolare di swap. E’ un contratto tra due operatori entrambi residenti, con posizioni in valuta estera di uguale ammontare ma segno differente. Alla scadenza vengono solo saldate le differenze tra il cambio pattuito contrattualmente e il cambio che si manifesta effettivamente sul mercato: una sorta di cambio a termine, con la differenza che manca una movimentazione di capitale. 9) La gestione della raccolta Attraverso la raccolta diretta dalla clientela, la banca acquisisce disponibilità finanziarie su cui fonda l'attività di intermediazione creditizia; contrae debiti su parte dei quali poggia l'esercizio della funzione monetaria; pone a carico del conto economico costi per interessi passivi. L'attività di raccolta diretta dalla clientela e le relative politiche di gestione hanno per la banca una posizione di centralità nell'ambito della propria attività. Basta pensare alle DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com mercato interbancario; la stabilizzazione dei depositi riduce il grado di rischio finanziario della banca che scaturisce dai saldi quotidiani di tesoreria che richiedono coperture o investimenti specifici. La fidelizzazione della clientela Ha evidenti connessioni con gli obiettivi generali inerenti gli equilibri di gestione; accresce il grado di stabilità della raccolta bancaria; costituisce un'importante condizione strumentale per il raggiungimento di dati volumi di raccolta e quote di mercato; ha le medesime ricadute in termini competitivi. L'acquisizione di nuovi clienti ha risultati analoghi. È necessario tuttavia un maggiore impegno della Banca in termini di condizioni competitive per sottrarre clienti ad altri intermediari. La composizione della raccolta indiretta Si riflette sui ricavi da servizi, che scaturiscono dai ricavi netti unitari che la banca registra in misura diversa sui singoli servizi erogati, e dall'incidenza relativa di ciascun strumento sul totale della raccolta indiretta. Le possibilità di realizzazione di una politica di composizione della raccolta diretta e della raccolta indiretta adeguata alle esigenze della banca sono funzione delle diverse tipologie di clientela e della loro attenzione e sensibilità per determinate categorie di strumenti servizi bancari. Gli strumenti di gestione della raccolta Differenziazione delle forme tecniche e delle politiche innovazione di prodotto; estensione territoriale; price competition (politiche dei tassi di interesse, segmentazione dei mercati di raccolta, politica dei prezzi dei servizi); erogazione di servizi (gamma, qualità, prezzi), politiche e strumenti di marketing. L'espansione territoriale dello sviluppo di canali di vendita riguarda la crescita e numero dei clienti, la differenziazione della clientela, e il presidio del territorio e radicamento in esso attraverso sportelli, promotori e reti telematiche. 10) La gestione degli impieghi in prestiti La funzione creditizia Riguarda il trasferimento di risorse finanziarie, la concessione di finanziamenti e l’emissione di passività aventi natura di mezzi di pagamento. Il ruolo centrale delle banche riguarda il fatto che l’attività di prestito viene svolta prevalentemente da banche o da società finanziarie di matrice bancaria. Il testo unico ha ampliato i confini dell’intermediazione bancaria, attraverso forme diverse dai tradizionali di prestiti e un’ampia gamma di intermediari creditizi. L'attività creditizia della banca comporta un collegamento tra operatori e un'attività di servizio, come la raccolta e l'analisi delle informazioni, la valutazione preventiva dell'affidato. Abbiamo quindi tre moment - l’allocazione, che riguarda la raccolta di risorse presso le unità in surplus e allocazione alle unità che ne fanno richiesta al fine di finanziare i propri progetti (imprese); - selezione, che riguarda la scelta di distribuzione di una quantità definita di prestiti su un portafoglio di progetti o di controparti, gli obiettivi di efficienza allocativa rischio rendimento, la scarsità delle risorse finanziarie, la delega al monitoraggio da parte del depositante; «trasformazione, che riguarda le caratteristiche economiche dei fondi intermediati (i crediti sono attività rischiose mentre depositi e le obbligazioni sono passività con valore di rimborso certo e rendimento positivo); le scadenze, per conciliare le diverse esigenze degli operatori; le caratteristiche del rischio (redistribuzione dei rischi ed assunzione di una quota di tali rischi). I processi allocativi realizzati dagli intermediari presentano una maggiore complessità a causa del ruolo degli intermediari nella gestione e utilizzo delle informazioni, della natura fiduciaria del rapporto di credito e delle informazioni riservate. I rischi dell'attività creditizia Il rischio di credito o di insolvenza è il rischio che l'affidato non rispetti i termini contrattuali e non rimborsi il capitale o gli interessi dovuti alle scadenze concordate, determinando perdite per la banca. Può essere causato da un'insolvenza del debitore, da inadempienze temporanee del debitore o da circostanze che obbligano la banca a una ristrutturazione delle condizioni contrattuali del prestito. Abbiamo una classificazione che i crediti: - crediti vivi in bonis: il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi avviene regolarmente; DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com - incagli: situazioni temporanee di obiettiva difficoltà dell’affidato; - crediti ristrutturati: revisione delle condizioni contrattuali (tipologia di indebitamento, costi, scadenza) al fine di adattarle alle necessità e possibilità di rientro del debitore; - sofferenze: stato di insolvenza dell'affidato o situazioni equiparabile. L'unica via per il recupero è l'azione legale; - dubbi esiti: crediti per i quali esistono ragionevoli probabilità di perdita. gli altri rischi dell'attività creditizia sono il rischio di liquidità, il rischio di tasso d'interesse, il rischio di mercato e rischi operativi. Il rischio di credito ha effetti sul bilancio: sul conto economico, in quanto il livello di rischio influenza lo spread tra tassi attivi e passivi; inoltre l'ammontare di perdite su crediti incide sull'ammontare di rettifiche di valore e accantonamenti ai fondi rischi su crediti; sullo stato patrimoniale, in quanto l'ammontare di perdite su crediti determina l'ammontare del portafoglio prestiti al netto delle svalutazioni. La politica dei prestiti individua una serie di scelte: dimensione del portafoglio prestiti, sua composizione, individuazione dei segmenti di mercato e di clientela, strategie di sviluppo, politiche di tasso, modalità di gestione del rischio. Gli obiettivi della gestione del portafoglio prestiti sono obiettivi reddituali di medio lungo periodo (massimizzazione del profitto), e ottimizzazione della combinazione tra rendimento e rischio del portafoglio prestiti. Tali obiettivi devono essere in sintonia con le strategie e le politiche commerciali della banca. Per quanto riguarda le misure di carattere economico, il tasso di interesse può essere usato come indicatore implicito dell'affidabilità dei potenziali debitori e come strumento di selezione della domanda di finanziamenti. Pericol selezione avversa e incentivo perso; le soluzioni sono la segmentazione dei tassi e le clausole contrattuali. Questi inconvenienti (inefficienze informative) riguardano sia l’eventualità di effettuare una selezione avversa in sede di valutazione dell’affidamento, sia l'assunzione dei rischi crescenti o imprevisti in seguito a comportamenti opportunistici da parte dell’affidato (moral hazard) nel corso della vita dell’affidamento stesso. Le misure di carattere gestionale riguardano le relazioni di clientela; quelle di lungo periodo offrono un triplice io: ammortizzare su più anni i costi relativi alla raccolta; incentivare l'affidato a fornire le informazioni a iggio della banca; maggiore redditività complessiva. I pericoli per la banca sono i rischi di commistione, ossia un'eccessiva concentrazione dei crediti, e una limitata autonomia operativa. Le misure di carattere tecnico riguardano la valutazione dei rischi economici e finanziari, i meccanismi di tutela inseriti nel contratto di prestito (clausole contrattuali accessorie, garanzie reali o personali). La valutazione della capacità di credito Gli elementi di indagine riguardano l'attività dell'impresa, i programmi di sviluppo, il posizionamento sul mercato; i documenti analizzati sono il bilancio e i documenti in termini di programmazione e di pianificazione, come i budget. L'istruttoria di fido Il fido è l'impegno assunto dalla banca di mettere una somma di denaro a disposizione del cliente o di assumere o garantire per suo conto un'obbligazione, sia all'importo massimo di credito che la banca è disponibile a concedere in qualsiasi forma tecnica. Il fido si differenzia dal prestito in quanto ne costituisce il suo presupposto; l'erogazione del prestito è dunque il momento logico successivo, in quanto i prestiti vengono concessi solo sulla base di un fido precedentemente accordato. Le banche possono concedere affidamenti solo su esplicita richiesta scritta da parte della clientela presentata utilizzando la modulistica predisposta dalle banche. Tale domanda deve contenere l'importo del fido richiesto, la durata, le eventuali garanzie disponibili, l'ultimo bilancio d'esercizio. I dati forniti dalla clientela devono essere verificati attraverso la centrale dei rischi, la centrale dei bilanci, gli archivi aziendali. L'analisi delle domande di fido determina una prima scrematura delle richieste, con l'eliminazione delle domande che contrastano con i vincoli esterni o scelte gestionali della banca. Sono le domande che superano questa prima fase vengono sottoposte all'istruttoria di fido, che presenta due dimensioni fondamentali: - La valutazione della capacità di credito del richiedente; - La verifica della compatibilità della richiesta di affidamento presentata con gli obiettivi della banca in termini di dimensione e composizione del portafoglio prestiti. Nella prima fase la banca verifica l'esattezza delle dichiarazioni rilasciate al momento della presentazione della domanda di fido. Presso la centrale dei rischi l'analista può controllare l'esposizione debitoria complessiva del richiedente verso tutto il sistema bancario. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Nella seconda fase la banca conduce un'analisi qualitativa riguardante la struttura, l'andamento del settore in cui opera l'impresa, le caratteristiche generali e le politiche di gestione dell'impresa stessa, nonché la fondatezza dei suoi programmi futuri. La terza fase consiste nell'effettuazione di analisi di tipo quantitativo sui bilanci opportunamente riclassificati, sia consuntive sia previsionali, in modo da ottenere indicatori sintetici della situazione economica (capacità di conseguire utili: conto economico), finanziaria (capacità di fronteggiare tempestivamente le uscite monetarie: rendiconto finanziario) e patrimoniale (capacità di garantire ai propri creditori anche in caso di cessazione dell'attività: stato patrimoniale) dell'impresa richiedente. Le analisi di tipo consuntivo si passano di norma sull'analisi per indici e sulla tecnica dei flussi finanziari, in modo di ricavare indicatori di redditività, liquidità e di indebitamento, nonché informazioni sulla gestione finanziaria dell'impresa; le analisi di tipo previsionale hanno l'obiettivo di apprezzare la capacità di rimborso futura del richiedente e si basano sulle tecniche dei bilanci preventivi di cassa e dei bilanci pro forma. La quarta fase comporta la redazione di una relazione di fido nella quale vengono sintetizzati gli aspetti favorevoli e sfavorevoli della ricchezza sottoposta valutazione e vengono suggerite la dimensione del fido ragionevole e del fido massimo da accordare. Tale relazione viene poi trasmessa agli organi competenti. Un modello di valutazione statistica riguarda il credit scoring, che è una stima della probabilità di insolenza delle controparti clienti. Il metodo riguarda la rielaborazione di elementi come relazioni tra alcune variabili finanziarie o economiche e indici di solvibilità del soggetto esaminato. Questi modelli vengono applicati anche al credito al consumo, perché individuano una serie di caratteri di tipo anagrafico, patrimoniale e reddituale del richiedente cui viene associato un punteggio, un valore numerico di sintesi (score) che esprime la capacità relativa di credito del soggetto esaminato. Il controllo del rischio di credito a livello di portafoglio prevede tecniche di limitazione del rischio e di diversificazione del portafoglio; il rischio va inteso come variabilità dei rendimenti del portafoglio intorno a un valore atteso. Da ciò consegue che la selezione deve tenere conto del rendimento atteso dei singoli prestiti e del contributo di questi al rendimento e alla rischiosità dell’intero portafoglio. I criteri di diversificazione del portafoglio prestiti avviene con riferimento a quattro direttrici: - diversificazione per importi: a parità di capitale investito, al crescere del numero di affidamenti su cui il portafoglio è ripartito, si riduce il rischio sopportato dalla banca (se il peso dei singoli importi sul totale è passo il rischio diversificatile del portafoglio viene eliminato); - diversificazione per settori: si perisce assumere posizioni in settori di cui risultati e andamenti sono poco correlati; - diversificazione per aree geografiche: consente di evitare concentrazioni di prestiti in aree influenzate dagli stessi fattori congiunturali; - diversificazione per strumenti: la forma tecnica dell'operazione influenza la capacità di rimborso del debitore e alcuni strumenti consentono alla banca di percepire subito le difficoltà del debitore (anticipi c/c). Le controindicazioni riguardano l'impossibilità di ottenere vantaggi competitivi derivanti da specializzazione in particolari settori e di concentrazione dell'offerta di prestiti verso i segmenti di clientela nei quali la banca ha specifiche competenze. La cartolarizzazione è la cessione di un portafoglio di attività a una società esterna che finanzia l'acquisto o tramite l'emissione e il collocamento di titoli per un importo equivalente al valore delle attività cedute. I vantaggi per la banca cedente riguardano il trasferimento dei rischi di credito e la raccolta di liquidità. I derivati creditizi Hanno la finalità di trasferire i rischi di credito sottostante una determinata attività (credito, obbligazione). Con il Credit default swap il possessore dell'attività rischiosa (banca) acquista protezione da un altro soggetto (intermediario finanziario), dietro pagamento di un premio. Nel caso in cui si verifichi il credit event (fallimento del debitore) il venditore della protezione dovrà compensare la banca della perdita subita, pagando il valore nozionale dell'attività sottostante e un ammontare fisso predeterminato. I vincoli normativi all'attività di impiego in prestiti Derivano dalla politica monetaria, attraverso strumenti di controllo indiretto. L'obiettivo è quello di influenzare l'evoluzione degli aggregati monetari creditizi (offerta di prestiti al sistema economico), agendo in direttamente sugli aggregati di bilancio delle banche. Questi strumenti sono: coefficienti di riserva obbligatoria (obbligo a detenere un certo ammontare di riserve a fronte della raccolta a breve termine; questo crea un limite al processo di moltiplicazione dei depositi), operazioni su iniziativa delle controparti ( si determinano le condizioni di liquidità del sistema bancario, DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Il mantenimento di condizioni di liquidità della banca è affidato alle voci dell'attivo costituite da attività liquide o liquidabili. Queste scorte di attività finanziarie prendono il nome di riserve di liquidità, il loro ammontare costituisce una misura statica della liquidità bancaria. Le riserve di liquidità sono costituite dalla base monetaria detenuta e disponibile per far fronte alle esigenze di pagamenti e alle disposizioni in materia di riserva obbligatoria. Nell'attuale contesto istituzionale comprendono la cassa contanti, il conto di riserva libera e obbligatoria, e gli altri conti di deposito accesi presso la Banca d'Italia. È quindi costituita da attività liquide disponibili o prontamente di liquidabili; dal livello del possibile indebitamento sul mercato potenziale (riserva di liquidità potenziale); dalla riserva minima ottimale, che permette di minimizzare i costi opportunità di mantenimento di attività liquide o prontamente liquidabili e di minimizzare il rischio di interventi di tesoreria più costosi; dalla riserva obbligatoria, che costituisce un vincolo di politica monetaria, che presenta caratteristiche operative di costituzione; dalla mobilizzazione. 14) La gestione del portafoglio titoli La presenza della banca nei mercati finanziari si manifesta come: - operatori in conto proprio, attraverso investimenti in titoli per la costituzione e gestione del portafoglio titoli di proprietà; - erogatore di servizi per la clientela, attraverso la pura intermediazione, consentendo alla clientela l'operatività diretta sui mercati, e attraverso operazioni in contropartita con la clientela. Le funzioni svolte dal portafoglio titoli sono: - funzione potenziale di redditività: mira a conseguire una redditività stabile nel tempo attraverso l'acquisizione di risultati economici positivi dell'investimento in titoli (interessi). I titoli in cui si investe per obiettivi di redditività sono idealmente collocati nell'area portafoglio titoli immobilizzati; - fonte di liquidità: mira a contribuire alla gestione dell'equilibrio finanziario della banca attraverso investimenti in titoli dei surplus finanziari e disinvestimenti dei titoli per dare copertura ai deficit finanziari. Il portafoglio titoli detenuto per fini di liquidità può essere idealmente definito come portafoglio di negoziazione; - negoziazioni con la clientela come contropartita: l'obiettivo è quello di consolidare i rapporti con la clientela e di conseguire ricavi da servizi di innovazione. L'attività in titoli a favore della clientela può essere svolta dalla banca come broker o come dealer. I titoli possono essere classificati per tipologia, settore economico, area geografica. La combinazione di attività finanziarie aventi caratteristiche diverse consente l'attuazione del principio di diversificazione, che è essenziale al fine di ottimizzare il profilo rendimento/ rischio del portafoglio. Per determinare il rendimento atteso di un titolo si procede per gradi: - si ipotizzano diversi scenari futuri (diverse previsioni macroeconomiche in relazione ai tassi di interesse); - si attribuisce a ciascuno scenario previsto una determinata probabilità che si realizzi; - ciascuno scenario si determina il presunto valore atteso del titolo. Il rendimento atteso è la media dei rendimenti previsti per il futuro ponderati rispetto alla probabilità che si realizzi ciascuno dei tre scenari corrispondenti. Il concetto di rischio di un titolo è legato alla dispersione dei risultati e viene misurato attraverso la varianza. Si tratta di misurare quanto i risultati possibili si discostano rispetto alla media, che è il rendimento atteso, tenendo conto della probabilità di ciascun evento. Per determinare la varianza si procede ad elevare al quadrato gli scostamenti; per ottenere la misura cercata si effettua l'operazione inversa, cioè la radice quadrata. Per determinare il rendimento atteso di un portafoglio titoli si procede come segue: - si calcolano i pesi di ogni singolo titolo sul portafoglio; - si calcola il rendimento atteso di ogni singolo titolo che compone il portafoglio; - si determina il rendimento atteso del portafoglio (quest'ultimo è pari alla media ponderata dei rendimenti attesi dei singoli titoli). I titoli registrano andamenti di mercato che non sono completamente indipendenti l'uno dall'altro: hanno cioè la tendenza a variare in misura prossima e con lo stesso segno. Il rischio di un portafoglio è minore o uguale alla media ponderata del rischio associato ai singoli strumenti che lo compongono. Questa tendenza è misurata dal coefficiente di correlazione. Se abbiamo due titoli A e B: - se al crescere delle quotazioni di A crescono le quotazioni di B tra i titoli esiste una correlazione positiva; - se al crescere delle quotazioni di A decrescono le quotazioni di B, tra i due titoli esiste una correlazione negativa; - se la quotazione di A non influenza la quotazione di B, tra i due titoli non esiste correlazione. Se i titoli sono perfettamente correlati (1) la diversificazione non permette di ottenere un rischio di portafoglio inferiore alla media ponderata del rischio dei singoli titoli; se i titoli sono perfettamente anticorrelati (-1) la diversificazione DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com permette di annullare completamente il rischio di portafoglio; se la correlazione è compresa tra 1 e -1 la diversificazione permette di ottenere un rischio di portafoglio inferiore alla media ponderata del rischio dei singoli titoli che lo compongono. 15) La gestione finanziaria in valuta Le operazioni in cambi riguarda gli acquisti e le vendite di valuta. Le operazioni creditizie i depositi, altre forme di raccolta e finanziamenti attivi e passivi; le operazioni finanziarie riguardano gli investimenti, disinvestimento e raccolta sui mercati finanziari; i derivati in valuta le coperture e aperture al rischio di cambio. Le operazioni in cambi possono essere a pronti, a termine o pronti contro termine. I momenti negoziali riguardano la stipulazione e il regolamento. Le operazioni di raccolta e di impiego in valuta delle banche possono essere a titolo di credito, come le operazioni creditizie e finanziarie in valuta, o per conversione sul mercato dei cambi, come la trasformazione a pronti, a termine, a pronti contro termine di valuta in altra valuta: raccordi finanziari tra tesorerie diverse. Le operazioni creditizie in valuta sono: - impieghi (a titolo di credito) come i depositi attivi (verso banche) e i finanziamenti (a clientela e a banche); - raccolta (a titolo di credito) come i depositi passivi (da banche o da clientela). Le operazioni finanziarie in valuta sono: - investimenti sui mercati finanziari in valuta, come gli investimenti in titoli in valuta; - disinvestimento e raccolta sui mercati finanziari in valuta, come l’emissione di proprie obbligazioni in valuta. I derivati in valuta. Mercati valutari Abbiamo: - mercato dei cambi, che riguarda acquisti e vendite per conversione di incassi e pagamenti, per coperture di posizioni di rischio, per conversione tra monete; - mercato creditizio in valuta che riguarda finanziamenti e depositi; - mercato finanziario, che riguarda investimenti e disinvestimento finanziari; - mercato dei derivati in valuta, che riguarda i raccordi con il mercato dei cambi e con i mercati creditizi e finanziari in valuta. Le operazioni con la clientela riguardano i finanziamenti e raccolta in valuta, i servizi di incassi e pagamenti, intermediazione finanziaria; le operazioni in conto proprio riguardano la gestione finanziaria della liquidità in valuta, gestione dei rischi finanziari in valuta. Impatti sugli equilibri di gestione Facciamo l’esempio di un acquisto a termine. Ci sono impatti sul CE: - i costi riguardano il prezzo di acquisto; - i ricavi riguardano il prezzo di vendita. Ci sono impatti sullo SP: - si ha una nuova attività: valuta da ricevere; - riduzione di attività ceduta in contropartita; Se le controparti sono i non residenti: - le attività in valuta sono costituite da depositi su banche estere, conti di servizi con banche estere; - le passività in valuta sono i depositi da banche estere e i conti di servizio con banche estere; - si ha una posizione netta verso l’estero positiva o negativa. Se le controparti sono i residenti: - le attività in valuta sono i finanziamenti in valuta a clientela e depositi presso banche residenti; - le passività in valuta sono i conti in valuta di clientela e depositi da banche residenti; Se le controparti sono non residenti e residenti, si avrà una posizione netta in valuta PNV, che è la posizione di rischio di cambio. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com 20) La politica monetaria La BCE, assieme alle banche centrali nazionali di tutti gli stati membri dell’UE, costituisce il sistema europeo di banche centrali. Del SEBC pertanto fanno parte anche le BCN dei paesi che non aderiscono all'unione monetaria europea. L'euro sistema sì compone della BCE e delle BCN degli Stati dell'UE. Il SEBC è governato dagli organi decisionali della BCE: il consiglio direttivo e il comitato esecutivo. il consiglio direttivo, composto da sei membri del comitato esecutivo e dai governatori delle banche centrali dei paesi che hanno adottato nell'euro, è responsabile della formulazione della politica monetaria e degli obiettivi intermedi. al comitato esecutivo spetta l'attuazione della politica monetaria secondo le decisioni e indirizzi stabiliti dal consiglio direttivo. Per quanto riguarda l'organizzazione interna del SEBC, abbiamo: - il presidente, che presiede il consiglio direttivo e il comitato esecutivo della BCE, e la rappresenta; - il vicepresidente che sostituisce il presidente; - il consiglio direttivo, il comitato esecutivo e il consiglio generale; quest'ultimo fornisce pareri alla commissione e agli Stati membri e concorre alla compilazione dei rendiconti della BCE; - infine abbiamo le banche centrali nazionali che agiscono secondo le direttive e le istruzioni della BCE. Gli obiettivi La politica monetaria, in quanto parte della politica economica, condivide con essa il sistema degli obiettivi finali che la caratterizzano. Queste riguardano l'assetto macroeconomico di un paese e si estrinsecano solitamente in targets in termini di crescita del reddito e dell'occupazione, di equilibrio dei conti con l'estero e di stabilità dei prezzi. il sistema bancario, agendo tra l'altro come canale di trasmissione degli impulsi di politica monetaria, rappresenta un elemento essenziale nella realizzazione di tali obiettivi. L'obiettivo primario dell'euro sistema è il mantenimento della stabilità dei prezzi. L'euro sistema è chiamato a sostenere le politiche economiche generali della comunità agendo in conformità del principio di un’economia di mercato, aperta e in libera concorrenza. Altro obiettivo primario è la crescita del livello generale del reddito. Al fine di perseguire l'obiettivo finale della stabilità dei prezzi, le autorità di politica monetaria (BCE e in precedenza l'istituto monetario europeo) hanno di sovente individuato un obiettivo intermedio di riferimento. La strategia del monetary targeting consiste nell'annuncio, da parte dell'autorità di politica monetaria, di un tasso di crescita relativo a un aggregato monetario ritenuto significativo; tale strategia presuppone un impegno della Banca centrale nel mantenimento del tasso di crescita prefissato dell'aggregato. L’inflation targeting si fonda invece sull'annuncio di un tasso di inflazione futuro quale obiettivo per la banca centrale; in caso di scostamenti del tasso d'inflazione effettivo dal livello desiderato la banca centrale interviene nel tentativo di correggere l'andamento del livello generale dei prezzi. Altri obiettivi intermedi riguardano i tassi di cambio e i tassi di interesse. Il consiglio direttivo della BCE ha reso noto che per stabilità dei prezzi bisogna intendere una situazione in cui il tasso di inflazione annuo è inferiore al 2%. La strategia adottata dalla Banca centrale europea, denominata strategia di politica monetaria orientata alla stabilità, prevede anche due pilastri su cui la strategia si basa per il perseguimento dell'obiettivo principale. Il primo pilastro della politica monetaria unica individua un valore di riferimento nel tasso di crescita annuo dell'aggregato monetario M3. il secondo pilastro su cui si basa la strategia di politica monetaria consiste in una previsione dell'andamento dei prezzi futuri nell'area dell'euro basato su una pluralità di indicatori macroeconomici. Gli strumenti Si tratta di operazioni di mercato aperto, le operazioni su iniziativa delle controparti e la riserva obbligatoria. I soggetti con cui l'eurosistema interagisce, denominati controparti, sono individuate nelle banche dell'area dell'euro soggette a regime di riserva obbligatoria e sottoposte a una forma di controllo previsto dalla normativa di vigilanza armonizzata dei paesi dell'Unione Europea. Tutte le operazioni di finanziamento delle controparti sono effettuate a fronte di adeguate garanzie. Le attività stanziabili di primo livello (tier 1) sono individuate dalla BCE, come gli strumenti di debito emessi o garantiti da istituzioni situate nello spazio economico europeo e ritenute finanziariamente solide dalla BCE, ammesse o quotate in un mercato regolamentato (titoli molto liquidi, con elevato standing come i titoli del debito pubblico). Le attività di secondo livello (tier 2) sono indicate invece dalle singole banche centrali nazionali: si devono trattare di strumenti di debito, negoziabili o meno, o dei titoli azionari negoziati in un mercato regolamentato, e il garante o l'emittente debitore deve essere considerato finanziariamente solido dalla BON. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com riporto è pertanto costituito da due operazioni in cambi di segno opposto: una a pronti e una a termine. Ad esempio un operatore che abbia necessità di dollari e abbia disponibilità di lire può concludere un riporto in cambi: a pronti compra dollari e vende lire; a termine vende dollari e compra lire. Le operazioni creditizie in valuta sono costituite da prestiti che assumono forme diverse secondo i soggetti che li caratterizzano. Scambi di fondi in valuta sono effettuati tra una banca e l'altra e costituiscono i depositi interbancari. I prestiti in valuta concessi dalle banche alla propria clientela per un periodo di tempo determinato costituiscono i finanziamenti in valuta a breve termine. I flussi monetari generati dagli scambi di merci, di servizi e di capitali effettuati tra operatori di paesi diversi sono regolati con l'intervento delle banche. Essi offrono strumenti, servizi e crediti necessari a pagamenti e incassi. Gli strumenti di pagamento utilizzati negli scambi internazionali sono i bonifici e gli assegni denominati nelle diverse valute. Il termine SWIFT è l'abbreviazione di Society for Worldwide Financial Telecommunication, è un consorzio che riunisce aziende di credito di più paesi. Le banche utilizzano lo SWIFT per ogni tipo di comunicazione che abbia carattere di urgenza. Messaggi, ordini di pagamento di importo elevato, estratti di conti sono spediti tramite questo sistema. Con il credito documentario le aziende di credito intervengono nel regolamento delle operazioni commerciali che vengono concluse tra soggetti di paesi diversi. Presupposto di un credito documentario è l'esistenza di un'operazione di import/export. L’importatore richiede alla propria banca presso la quale ha disponibilità di fondi, di aprire un credito a favore della propria controparte presso una banca estera. L'esportatore può utilizzare il credito presentando documenti rappresentativi delle merci stesse. L'apertura di un credito documentario si formalizza con l'invio della lettera di credito dalla banca emittente alla banca notificante. Le banche italiane ed estere intrattengono fra loro rapporti in valuta e in lire estere con diverse finalità. I conti reciproci per servizi resi assumono la particolare denominazione di conti nostro e conti loro. I “conti nostro” sono i conti in valuta aperti da banche italiane presso banche estere. Su questi conti sono effettuati i regolamenti delle operazioni in valuta delle banche e dei loro clienti. Le banche estere sono titolari di conti in lire estere aperti presso banche italiane: i “conti loro”. Più interessanti sono i depositi che le banche concludono sul mercato interbancario propriamente detto. I depositi interbancari sono scambi di fondi in valuta tra una banca e un'altra, a vista o a tempo, remunerati con il pagamento di interessi. I depositi interbancari a volte possono essere accesi anche per fini speculativi, tenuto conto del futuro andamento dei tassi d'interesse. Se una banca ad esempio ha aspettative di tassi al rialzo, può prendere valuta in deposito con l'idea di ricollocare successivamente i fondi a tassi più alti all’avverarsi della previsione. Realizza, così,un profitto per differenza positiva tra il tasso di impiego e il tasso di raccolta. Per ciascun deposito, nella contrattazione fra le due banche sono fissati la scadenza e il tasso d'interesse. Le operazioni di deposito più ricorrenti sono a vista, giorno a giorno, a scadenza fissa. Le operazioni a vista hanno durata non prefissata, ma è stabilito che il loro rimborso può essere richiesto ed effettuato con un preavviso di 24 h, o 48 h o sette giorni; le operazioni giorno a giorno durano soltanto un giorno. Un deposito effettuato dal giorno stesso di contrattazione a quello seguente si chiama overnight. Le operazioni a scadenza fissa hanno scadenze a 1,2,3 settimane e 1,2,3,6,12 mesi. La posizione in cambi (PC) di una banca è il saldo tra tutte le attività e passività denominate in qualsiasi valuta estera; indica lo sbilancio tra attività e passività in valuta. La posizione netta verso l'estero (PNE) è la differenza tra le attività e passività delle banche italiane verso non residenti. È dunque un salto che indica la liquidità che va o viene dall'estero. Una PNE negativa indica una situazione in cui le passività verso non residenti sono maggiori delle attività verso non residenti. In questo caso vi è liquidità che viene dall'estero. Una PNE positiva indica la situazione opposta: la liquidità è stata impiegata all'estero. Le voci tipiche che vanno a comporre la PNE sono: - dal lato dell’attivo i depositi effettuati presso banche estere, i prestiti a clienti esteri, investimenti in titoli emessi da non residenti; - dal lato del passivo i depositi ricevuti da banche estere, i depositi di clienti stranieri. Il centro cambi è l'ufficio della direzione centrale che, nelle banche, interviene sui mercati valutari concludendo operazioni in cambi e operazioni creditizie in valuta. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com CONCETTI IN EVIDENZA ws Le operazioni in valuta si distinguono în * operazioni in cambi * operazioni creditizie us Le operazioni in cambi. sono negoziazioni di valute contro altre valute e si dividono cc * a pronti; * a termine, * riporti. we Rapporto di cambio: prezzo di un’opera zione in cambi ww Operazioni in cambi a pronti « consegna del controvalore entro i due giorni la vorativi successivi all'accordo tra le parti; «il prezzo — cambio a pronti - è determinato dall'incontro della domanda e dell'offerta di valu ta sul mercato. uw=» Operazioni in cambi a tern + l'intervallo di tempo tra contrattazione e regola mento è superiore a due giorni lavorativi; + il prezzo — cambio a termine — è determinato aggiungendo al cambio a pronti il differenziale tra i tassi di interesse correnti per il periodo con siderato sulle due monete scambiate e w» Riporto in valuta: è costituito da un'ope razione în cambi a pronti e da un'operazione in cambi a termine di segno opposto. mu» Lo ‘operazioni Creditizie. in valuta sono pre stiti che possono assumere diverse forme tecni- che * finanziamenti in valuta a breve termine; * sconto di tratte in valuta * certificati di deposito e titoli in valuta. un Gli strumenti di pagamento bancari uti lizzati negli scambi internazionali sono: bo tratto dal cliente ® assegno in valuta n tratto dalla banca — sul conto “nostro” um Swift: si tratta di un sistema di telecomuni cazione adottato da più aziende di credito di Pae- si diversi. Viene utilizzato per ogni tipo di comunicazione: * messaggi; » ordini di pagamento * estratti di conti ‘ nostro” e “loro” #» Il credito documentario è un servizio of ferto dalle aziende di credito nell'ambito del rego. lamento di un'operazione impori/export. Con i credito documentario l'importatore è sicuro di pagare solo dopo che la merce sia stata spedita l'esportatore ha la certezza, spedita la merce, di incassare quanto gli spetta. uu Atti e passività in valuta delle ban- che: hanno diversa natura e forma tecnica, a se conda del tipo di operazione e della controparte prescelta * Attività. - finanziamenti a breve alla clientela conti “nostro” presso altre banche depositi interbancari attivi presso altre banche - investimenti in valori mobiliari esteri * Passività. deposili in c/c e vincolati della clientela - conti “loro” di altre banche - depositi interbancari in valuta «Secondo l'ordinamento valutario vigente: + le banche possono operare liberamente sia sul mercato dei cambi, sia sul mercato creditizio in valuta * le Autorità si sono riservate la possibilità di im- porre, in via lemporanea tramite provvedimenti amministrativi, alcuni obblighi in caso di tensioni valutarie o per assicurare l'equilibrio della bilancia dei pagamenti * l'Ufficio Italiano Cambi richiede alle banche di comunicare, a fini statistici, alcuni dati. In parti” colare: tà a) la posizione in cambi: saldo tra tutte le atti e le passività denominate in valute estere; b) fa posizione netta in valuta: differenza tra at tività e passività in lire e in valuta delle banche italiane verso non residenti. Il Centro Cambi di una banca: * interviene sui mercati valutari concludendo ope- razioni in cambi e operazioni creditizie in valuta; era * realizza operazioni — disposte dai clienti; - speculative per conto della banca. 19) Legislazione e vigilanza bancaria: il nuovo accordo di Basilea DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com I principali obiettivi del nuovo accordo sono: maggiore rilevanza alla gestione del rischio e potenziamento delle capacità di valutazione del rischio da parte della banca. Il nuovo accordo di Basilea rafforza la capacità valutativa del rischio da parte delle banche, facendo ricorso alle prassi operative avanzate presenti sul mercato in tema di gestione del rischio; enfatizza lo schema organizzativo in quanto allocare il capitale può non essere sufficiente. Occorre dotarsi anche di strutture adeguate e bisogna fare riferimento al ruolo dei controlli interni. I tre pilastri del nuovo accordo riguardano: i requisiti patrimoniali minimi, il controllo prudenziale e la trasparenza delle informazioni. Per quanto riguarda il requisito patrimoniale (primo pilastro), rispetto al precedente accordo esistono elementi immutati, come il coefficiente patrimoniale (rapporto tra attività ponderate per il rischio e PUV) e la definizione di patrimonio di vigilanza; muta la definizione di attività ponderata per il rischio, le metodologie impiegate per misurare i rischi in cui incorrono le banche, e occorre migliorare la valutazione della rischiosità della banca. In base al vecchio accordo, la definizione di attività ponderate fa riferimento al rischio di credito e al rischio di mercato. Oggi però si hanno mutamenti nel trattato del rischio di credito, in quanto ci sono tre opzioni per il calcolo del rischio di credito, e tre opzioni per il calcolo del rischio operativo. Per quanto riguarda il rischio di credito, abbiamo il metodo standard, il metodo IRB di base e il metodo IRB avanzato. Per il rischio operativo abbiamo il metodo dell'indicatore semplice, metodo standard e metodo avanzato di misurazione. Il metodo standard è simile al metodo attuale, e suddivide le esposizioni creditizie in classi di ratings (categorie prudenziali). Si hanno ponderazioni fisse di rischio per ciascuna classe, valutazioni esterne del merito di credito per rafforzare la sensibilità al rischio, ci sono diverse ponderazioni per esposizioni prive di rating, strumenti di mi del rischio (garanzie reali o personali), al fine di stimare il grado di alleggerimento patrimoniale in base al rischio di mercato dello strumento. C'è anche un trattamento specifico minore per esposizioni al dettaglio (mutui residenziali). Nel metodo IRB sono le banche stesse al loro interno a fornire gli input primari per determinare il rischio (valutazione interna del merito di credito). I modelli interni devono essere valicati e autorizzati dall’autorità di vigilanza. Il grado di alleggerimento dovrebbe essere minore (incentivo a usare il metodo IRB). C’è combinazione tra input intemi della banca e formule statistiche del comitato. Gli strumenti di mitigazione del rischio hanno un impatto su LGD. Gli input sono: - probabilità di default (PD): è la probabilità che il mutuatario non paghi. - nel metodo IRB di base fomito dalle banche in base a proprie stime, così come nel metodo IRB avanzato; - loss givendefault (LGD): indica quanto perde la banca in caso di mancato pagamento del mutuatario. - nel metodo IRB di base i valori prudenziali sono forniti dal comitato; - nel metodo IRB avanzato è fomito dalle banche in base a proprie stime; - exposure at default (EAD): indica a quanto ammonta l'esposizione della banca nei confronti del mutuatario insolvente. - nel metodo IRB di base i valori prudenziali sono forniti dal comitato; - nel metodo IRB avanzato è fomito dalle banche in base a proprie stime; - maturità (M): indica la scadenza economica dell'esposizione. - nel metodo IRB di base i valori prudenziali sono forniti dal comitato o a discrezione delle autorità nazionali di vigilanza è fornito dalle banche su proprie stime; - nel metodo IRB avanzato è fomito dalle banche in base a proprie stime. La funzione di ponderazione applicata a quest'input genera uno specifico requisito patrimoniale per ogni esposizione. Per quanto riguarda il controllo prudenziale (secondo pilastro ), le banche devono valutare la loro adeguatezza patrimoniale in rapporto ai loro rischi complessivi e le autorità di vigilanza devono verificare tali valutazioni e apportare le opportune correzioni. l'importanza del processo di controllo prudenziale riguarda non solo le misurazioni del rischio e l'adeguatezza patrimoniale, ma sia le banche che le autorità di vigilanza devono disporre di adeguate capacità di valutazione e bisogna tenere il passo con novità in campo bancario, affinché possano essere adeguati i modelli. Per quanto riguarda l'informazione pubblica (terzo pilastro), bisogna fare riferimento ad obblighi di trasparenza e bisogna permettere agli operatori investitori di valutare le informazioni cruciali sul profilo di rischio e sui livelli di capitalizzazione delle banche. Le banche riportano in bilancio non solo il livello di patrimonio di vigilanza ma devono anche fornire specifiche indicazioni circa la composizione del patrimonio di vigilanza. In base ai poteri dell'attività di vigilanza queste devono poter imporre alle banche di rispettare i requisiti. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com L’ambito di intervento La normativa e i principi di vigilanza perseguono le finalità indicate mediante regole generali a carattere prudenziale che rafforzino gli effetti disciplinanti del mercato e della concorrenza, senza interferire con l'autonomia decisionale del management. Il lavoro normativo svolto in questi anni a livello europeo, in particolare con l'introduzione della seconda direttiva di coordinamento bancario, ha avuto un duplice obiettivo: da un lato consentire la libertà di prestazione di servizi a tutti i paesi comunitari direttamente dalla sede d'origine dell'ente creditizio; dall'altro l'altro permettere la libertà di stabilimento, vale a dire la possibilità di creare succursali in qualunque paese della comunità secondo le regole vigenti nel paese d'origine. Tale duplice libertà poggia sul principio del mutuo riconoscimento delle singole normative nazionali da parte degli altri paesi, in presenza di un'armonizzazione minima dei principali aspetti regolamentari, dei singoli ordinamenti. Ciò significa che, in presenza di un livello di armonizzazione di base tale da eliminare le disparità più forti tra i diversi ordinamenti e al tempo stesso da garantire le condizioni minime ritenute necessarie ai fini della stabilità, l'autorizzazione all'esercizio del credito concesso in un paese vale anche negli altri paesi della comunità. Per quanto riguarda la responsabilità della funzione di vigilanza, vige il principio dell’home country control, per cui essa spetta all’autorità di controllo del paese di origine dell'intermediario. L’organismo designato per la regolamentazione dell'attività bancaria intemazionale è il comitato di Basilea nella vigilanza bancaria, istituito con l'obiettivo di avviare la cooperazione internazionale in tale campo. Di fondamentale importanza, nel segnare il passaggio alla vigilanza prudenziale, è stato l'accorto di Basilea nel 1988 sui coefficienti patrimoniali minimi per il rischio creditizio, implementato nel 1996 per il rischio di mercato. Attualmente il cosiddetto nuovo accordo di Basilea riguarda oltre al rischio creditizio e a quello di mercato, anche il rischio operativo. L'accordo individua tre pilastri che, operando congiuntamente, hanno l'obiettivo di conseguire la stabilità e la solvibilità delle banche: il primo è costituito dai coefficienti patrimoniali, riferiti al rischio di credito, al rischio di mercato, nonché al rischio operativo; il secondo consiste nell'attività di approfondimento, condotta dalle autorità di lanza, della capital adequacy delle singole situazioni, in relazione alla tipologia e al livello dei rischi sostenuti; il terzo si basa sull'operare della disciplina di mercato sulle banche medesime, attraverso una idonea trasparenza informativa pubblica. Le innovazioni degli anni 80 e 90 1) Dalla vigilanza strutturale alla vigilanza prudenziale. Sono state abbattute le barriere all’entrata, c’è stata la liberalizzazione dell’apertura degli sportelli (in precedenza era richiesta l'autorizzazione della Banca d'Italia; ora si è incentivata la concorrenzialità tra le diverse aree di mercato) e c’è stata l’introduzione delle norme di vigilanza prudenziale relative ai coefficienti patrimoniali. Con il recepimento nel 1985 della prima direttiva di coordinamento bancario è stata assicurata libertà di accesso all'attività bancaria, in subordine alla presenza dei requisiti oggettivi, relativi al capitale minimo e a condizioni di onorabilità e professionalità di amministratori e dirigenti. In precedenza la Banca d'Italia aveva regolato l'accesso in modo discrezionale e restrittivo, basandosi sul principio del bisogno economico del mercato. Con l'introduzione di coefficienti patrimoniali minimi obbligatori le autorità hanno inteso spingere le banche a considerare il patrimonio come una variabile di grande importanza nella gestione della banca; in tal modo il perseguimento dell'obiettivo della stabilità aziendale si coniuga con la concessione di ampi gradi di libertà operativa alle banche, le cui scelte strategiche, in merito alla crescita e alla composizione dell'attivo, sono subordinate alla presenza di adeguati mezzi patrimoniali. 2) Fondo interbancario di tutela dei depositi. Rivestono carattere preventivo nei confronti delle crisi, in quanto garantendo la liquidità dei depositi evitano la corsa al ritiro dei medesimi nei confronti di banche ritenute in difficoltà. In Italia opera il fondo interbancario di tutela dei depositi, costituito nella forma di consorzio volontario, che è stato reso obbligatorio dal testo unico. Adesso aderiscono tutte le banche italiane con l'esclusione delle banche di credito cooperativo, che dispongono di un loro fondo specifico: il fondo di garanzia dei depositanti del credito cooperativo. L'introduzione del fondo ha permesso di superare i precedenti meccanismi di risoluzione delle crisi che finivano per porre a carico della collettività il costo della tutela dei depositanti coinvolti. Il fondo interbancario interviene previa autorizzazione della Banca d'Italia: - nei casi di liquidazione coatta amministrativa delle banche consorziate autorizzate in Italia; - nei casi di amministrazione straordinaria delle banche autorizzate in Italia. Il limite massimo di rimborso per ciascun depositante è fissato in € 100.000. 3) Legge Amato — Carli. Il sistema bancario italiano disegnato dalla legislazione degli anni 30 vedeva la prevalenza assoluta della proprietà pubblica delle banche e della forma giuridica di ente pubblico. L'obiettivo di migliorare l'efficienza allocativa richiedeva l'introduzione di regole comuni di natura privatistica per l'esercizio del credito. Per DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com superare questi limiti, con la legge Amato — Carli il legislatore ha individuato nel modello societario la forma giuridica ottimale per l'esercizio del credito, al fine di consentire la raccolta del capitale di rischio presso i privati, di garantire un più elevato grado di trasparenza ai creditori dell'impresa bancaria e di operare con modalità semplificate. 4) Crescita dei gruppi e vigilanza consolidata. Sino agli anni 90 la specializzazione ha permesso di portar avanti il processo di diversificazione e di espansione delle banche in vari campi di attività solo con lo sviluppo di gruppi bancari polifunzionali. Tale processo si è realizzato in un contesto di assenza di una disciplina sui gruppi; è stata quindi emanata una legge intervenuta con norme speciali per i gruppi creditizi. I punti cardine delle norme sui gruppi creditizi riguardano: - la necessità di assicurare al gruppo una direzione unitaria; - la tutela della stabilità del gruppo stesso e delle sue singole componenti. 5) Integrazione tra banche e mercati. Il processo di crescita dei mercati e quello dell'attività in valori mobiliari sono stati importanti fattori che hanno contribuito a far convergere il sistema italiano, dal punto di vista si operativo sia strutturale e regolamentare, verso quelli di altri paesi europei. Al ruolo sempre più importante svolto anche in Italia dall'intermediazione finanziaria non bancaria, nel corso degli anni 80, ha fatto riscontro una regolamentazione dell'attività mobiliare inadeguata, con una scarsissima tutela degli investitori. A tale situazione si è ovviato con una legge istitutiva delle società di intermediazione mobiliare (SIM) a cui è seguito il testo unico della finanza. 6) L’assetto degli organi di controllo. Alla Banca d'talia competono generalmente i controlli di stabilità, con l'esclusione delle imprese di assicurazione (ISVAP), e dei fondi pensione (COVIP); all’antitrust competono i controlli sulla concorrenza, escluso il caso delle banche per le quali tali controlli sono assegnati alla Banca d'Italia. I controlli di trasparenza e correttezza per quanto riguarda le SIM e gli organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR), sono affidati alla CONSOB per i fondi pensione e per le assicurazioni all’ISVAP. In definitiva i controlli su sistema bancario sono affidati nella quasi totalità alla Banca d'Italia, che si trova quindi a perseguire una pluralità di obietti’ I principi della nuova legislazione 1) Autorità creditizie e funzione di vigilanza. Per quanto riguarda le autorità creditizie, l'assetto istituzionale della vigilanza rimane quale era stato definito nella vecchia normativa, e comprende: - il comitato interministeriale per il credito e risparmio (CICR), a cui è attribuita l'alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio; - al ministro del tesoro, che presiede il CICR, spettano specifici poteri di intervento, di natura prevalentemente sanzionatoria, nei confronti delle singole banche, su proposta della Banca d’Italia. Può inoltre sostituirsi al CICR quando sussistano motivi di urgenza; - alla Banca d’Italia è conferito il potere di emanare le istruzioni di vigilanza, di adottare provvedimenti di carattere particolare; essa esercita in concreto la funzione di controllo, impartisce istruzioni; - CONSOB: controlli su correttezza e trasparenza per operazioni su strumenti finanziari. 2) Attività bancaria e raccolta del risparmio. Nel titolo II il testo unico riafferma la nozione di attività bancaria come esercizio congiunto della raccolta del risparmio tra il pubblico e dell’erogazione del credito; ribadisce inoltre la natura imprenditoriale di tale attività, che viene riservata alle banche. Rimangono precluse alle banche le attività di natura finanziaria per le quali vi è riserva di legge, come la gestione collettiva del risparmio, riservata alle SGR e l’attività assicurativa, attività peraltro effettuabili attraverso società controllate, con la struttura organizzativa del gruppo polifunzionale. 3) Accesso al mercato. L'accesso al mercato è subordinato all'autorizzazione della Banca d'Italia, che verifica la sussistenza di alcune condizioni volte a garantire la sana e prudente gestione della banca. 4) Adeguatezza patrimoniale. Nell'ambito della vigilanza prudenziale lo strumento principale è dato dei cosiddetti coefficienti patrimoniali utilizzati per valutare l'adeguatezza patrimoniale a fronte dei rischi. A) Il coefficiente di solvibilità. È volto a garantire l'adeguatezza patrimoniale delle banche in relazione al rischio creditizio da esse sostenuto. È previsto un requisito minimo di patrimonializzazione pari all'8% (7% nel caso di banche ‘appartenenti a gruppi bancari). Il patrimonio di vigilanza (rappresenta il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la complessiva attività bancaria; pertanto esso costituisce il principale punto di riferimento per le valutazioni dell'organo di vigilanza ai fini della stabilità delle banche. Su di esso sono fondati i più importanti strumenti di controllo) si compone del patrimonio di base e di quello supplementare dalla cui somma vanno dedotti le partecipazioni, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e i prestiti subordinati detenuti nei confronti di banche e società finanziarie. Il denominatore è costituito dal complesso delle attività in bilancio e fuori bilancio ponderate in relazione al rischio DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com creditizio, secondo pesi definiti in base a tre fattori: la natura delle controparti debitrici , il rischio paese e le garanzie ricevute. Per quanto riguarda le attività fuori bilancio viene effettuata una ponderazione per calcolare il cosiddetto equivalente creditizio di ognuna. A tal fine si utilizzano appropriati fattori di conversione che tengono conto della probabilità che a fronte dell'operazione fuori bilancio si determini un'esposizione creditizia per cassa. Il patrimonio di base è ammesso integralmente nel calcolo del patrimonio di vigilanza, tranne gli strumenti innovativi di capitale. Gli elementi positivi sono: capitale versato, riserve, fondo per rischi bancari generali, strumenti innovativi di capitale (preference shares); gli elementi negativi sono: azioni proprie, avviamento, immobilizzazioni immateriali, perdite registrate in esercizi precedenti e in quelli in corso. Il patrimonio supplementare è ammesso nel calcolo del patrimonio di vigilanza entro un ammontare massimo pari al patrimonio di base. Gli elementi positivi sono: riserve di rivalutazione, strumenti ibridi di patrimonializzazione, passività subordinate, fondo rischi su crediti, plusvalenze nette su partecipazioni. Gli elementi negativi sono: minusvalenze nette sui titoli, minusvalenze nette sulle partecipazioni, altri elementi negativi. Si individua un requisito patrimoniale minimo che le banche e i gruppi devono rispettare a fronte del rischio di solvibilità della controparte; tale requisito è determinato come quota percentuale del complesso delle attività aziendali ponderate per il rischio: PUV individuale > 8% attività ponderate per il rischio (7% per le banche appartenenti a gruppi bancari); PUV consolidato > 8% attività ponderate. Sistema delle ponderazione: il rischio creditizio viene valutato sulla base della natura delle controparti, del rischio paese e delle garanzie ricevute. B)Irequisiti patrimoniali sui rischi di mercato. In relazione all'attività di intermediazione mobiliare svolte, le banche sono tenuti all'osservanza di requisiti patrimoniali volti a fronteggiare il rischio di oscillazioni dei prezzi di mercato dei valori mobiliari componenti il portafoglio di negoziazione, nonché il rischio di cambio relativo all'intero bilancio. I requisiti patrimoniali si basano sull'approccio a blocchi, secondo il quale si identificano requisiti di capitale separati per diversi tipi di rischio. Il requisito patrimoniale risulta dalla somma dei seguenti requisiti: a) con riferimento al portafoglio non immobilizzato: - rischio di posizione sui titoli di debito e titoli di capitale: vale a dire il rischio che deriva dall'oscillazione dei prezzi dei valori mobiliari. Esso si divide in due componenti: rischio generico, che riguarda la variazione dei prezzi collegata all'andamento del mercato, che per i titoli a reddito fisso va ricondotta all'andamento sfavorevole dei tassi d'interesse; rischio specifico determinato da fattori connessi con la situazione specifica dell'emittente; - rischio di regolamento, che si determina nelle operazioni di transazione su titoli, qualora la controparte, dopo la scadenza del contratto, non abbia adempiuto alla propria obbligazione di consegna dei titoli o degli importi dovuti; - rischio di controparte, che consiste nel rischio che la controparte non adempia alla scadenza ai propri obblighi contrattuali; - rischio di concentrazione, relativo al cumulo di posizioni nei confronti della medesima controparte. b) con riferimento all’intero bilancio sono previsti requisiti per i rischi di posizione su merci e per il rischio di cambio. 5) Vincoli all’attività. Limiti sulle partecipazioni assumibili, sulle operazioni oltre il breve termine - l'operatività a medio-lungo termine. Si tratta di vincoli finalizzati al controllo della trasformazione delle scadenze, anche in relazione ad un'adeguata dotazione patrimoniale. A tal fine la Banca d'Italia fissa delle misure volte a limitare l'utilizzo di fonti a breve per finanziare attività a più lunga durata: è previsto che gli investimenti in immobili e partecipazioni, per le banche e gruppi bancari, siano contenuti entro l'ammontare del patrimonio, nonché a limitare l'utilizzo della componente meno stabile della raccolta per il finanziamento di attività a medio-lungo termine. I finanziamenti a medio-lungo termine a soggetti diversi dalle imprese sono liberi. Quelli alle imprese in generale sono ammessi entro il 30% della raccolta complessiva; per le banche che impiegano a medio-lungo termine oltre il 30% della propria raccolta ha luogo una specifica valutazione della Banca d'Italia, che rilascia l'abilitazione a operare a medio- lungo termine alle banche che abbiano una specifica esperienza. Non necessitano dell'abilitazione le banche con struttura del passivo a medio-lungo termine, quelle con patrimonio > € 1 miliardo e quelle con patrimonio maggiore di € 25 milioni appartenenti a gruppi con patrimonio consolidato maggiore a € 1 miliardo. - norme sulla concentrazione dei rischi. E’ diretta a limitare i rischi connessi alla concessione di finanziamenti di importo rilevante rispetto al PUV; ha l'obiettivo di evitare che la banca risulti esposta in misura eccessiva nei confronti di un unico soggetto. Sono stabiliti i limiti con riferimento sia all'entità dei rischi nei confronti della singola controparte, sia all'ammontare complessivo delle esposizioni di maggiore importo. Le esposizioni sono ponderate per il rischio. I limiti alla concentrazione dei rischi per i gruppi bancari e per le banche non appartenenti a gruppi bancari rispetto al patrimonio di vigilanza possono essere: - limite globale: l'ammontare complessivo dei grandi rischi deve essere contenuto entro il limite di otto volte il patrimonio di vigilanza (per grandi rischi si intendono le posizioni di rischio di importo pari o superiore al 10% del patrimonio di vigilanza); DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Voci Significato economico ATTIVO. 10. Cassa e disponibilità presso _É la riserva liquida per eccellenza e, quit initamente ai depositi presso altre banche. bariche centrali © uffici postali è.la variabile cruciale ai fini della funzione della banca nel sistena « dei pagamenti. 20. Titoli del Tesoro e valori as- Song.i.titoli con requisiti di stanziabilità presso banche centrali e che, quindi, possono similati ammissibili al rifinanzia- garantire liquidità alla banca., mento presso banche centrali 50. Crediti verso banche Sono | saldi attivi detenuti presso altre banche al fine di gestire i rapporti di compensa: “ _ Zione nel sistema dei pagamenti e per scopi dî liquidità 0 finanziamento. La voce com: prende anche i crediti verso banche centrali, la cui parte prevalente è costituita dalle f serve obbligatorie. 40. Crediti verso clientela. Rappresentano l'attività fondamentale della. banca. La loro presenza nell'attivo del bian: Gio invia alle molivazioni di fondo dell'esistenza degli intermediari e delle condizioni chè Seteminano T'etficienza dei finanziamenti bancari rispetto a quelli che transitano attraver: so il mercato finanziario Sono indicati in bilancio al presumibile valore di realizza, quindi al netto delle svalutazio ni 50. Obbligazioni e alti titoli di È una voce importante dell'attivo bancario; si tratta di impieghi ettettuati sia per investi- debito —— 2 mento duraturo. sia per fini di liquidità. 60. Azioni, quote e altri titoli di Sono titoli.rappresentativi. di quote di capitale di rischio detenuti per scopi di negoziazio- capitale ne. 70. ioni Sela partecipazione riguarda imprese non finanziarie, e 80. Partecipazioni in imprese funzione creditizia. La partecipazione in altri intermediari, invece, è fun: nale alle Stra- del gruppo °°° tegie di estensione dell'attività operativa; 56 si trata di partecipazione di controllo. deer- qrina Ta formazione di un gruppo creditizio. 90. Immobilizzazioni. immateriali _ Si tratta, tipicamente, di,investimenti in. immobili e in informatica.i.servizi di pagamento Po ob lzzazioni maleriali © tipici della banca comportano una forte capllirità della rete di sportelli e. l'utilizzo, gre- “scente dell'elettronica. si tratta di impieghi collegati alla Rasswo. Sono i saldi passivi presso altre banche al fine di gestire i rapporti di compensazione nel sisterna dei pagamenti e per scopi di liquidità 0 finanziamento. Comprendono.i depositi. in conto corrente, tipico strumento di raccolta con funzioni me. neialie. © | depositi risparmio, strumenii di raccolta. ot finalità dì investimento. ma con un elevato grado. diliquidità.. 30. Debiti rappresantati da titoli Comprandono.le obbligazioni e | certificati di era Ò di deposito. Si tratta di forme di raccolta con maggiore rispetto ai depositi. La liquidità per l'investitore dovrebbe essere assicu ‘dal mercato finanziario. La loro presenza accresce la durata media del passivo e la loro funzione va vista all'intemo della gestione finanziaria complessiva della banca. 80. Fondi.per rischi ed onerì Sono. fondi, di varia natura, che. ‘hanno la funzione-di-assicurare la copertura di. perdite, ‘oneri, debiti probabili o certi ma indeterminati nell'ammontare. o nella data di sopra nienza. 90. Fondi rischi su.creciiti Sono fondi,. on rettficativi, destinati. a_fronteggiare rischi di oredito soltanto. eventuali, 100. Eondo per rischi.bancari | È un fondo destinato alla copertura del rischio. generale d'impresa. È assimilabile a une “generali, riserva patrimoniale. da 120 a 170. Capitale e Riser- Sono.valori-fondamentali per qualsiasi azienda, e per la banca in particolare, sia per fin ve varie di investimento sia come. presidio.a-fronte di- eventi sfavorevali. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO P ERI DICITURA www.forumeconomia.com | MATERIALE CONTENENTE LA Questo materiale non è autorizzato né dai titolari PA . _ . frutto del lavoro ci alti SEEN lai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Il bilancio sintetizza tutti gli aspetti della gestione della banca: - le attività e passività finanziarie sono una componente fondamentale dello stato patrimoniale, così come i proventi e gli oneri ad essi collegati (interessi attivi e passivi) sono la componente fondamentale del conto economico; - La banca è tipicamente creditrice netta; al contrario di quanto avviene per le imprese non finanziarie il patrimonio è investito in attività finanziarie il cui valore reale si riduce con l'inflazione; - il patrimonio rappresenta una frazione modesta del totale di bilancio. È la funzione monetaria dei depositi bancari e la combinazione di alta liquidità e basso rischio associato alle passività bancarie in genere, che consente alle banche di operare con un rapporto di indebitamento largamente superiore a quello che si registra in qualsiasi altro settore produttivo. I destinatari Poiché il bilancio è il documento con cui gli amministratori danno conto dell'attività svolta, esso è destinato innanzitutto agli azionisti, cui spetta, nel corso dell'assemblea ordinaria, di approvarlo tenendo conto anche del giudizio fornito dal collegio sindacale, organo di controllo interno, e dalla società di certificazione, organo di controllo esterno. Il bilancio approvato dei soci deve fomire all'esterno un'informazione tale da consentire di apprezzare la reale situazione economica, finanziaria e patrimoniale della banca. Come per tutte le imprese il diritto all'informazione si sposta dai soci (shareholders) ai soggetti titolari di interessi che confluiscono nell'azione (stakeholders): lavoratori, aziende clienti e fomitrici, comunità in cui l'impresa opera, interesse pubblico in generale. I destinatari della trasparenza sono poi le stesse banche, interessate a stabilire rapporti interbancari fondati anche sulla corretta valutazione del rischio di controparte. I principi generali del bilancio Poichè la finalità principale del bilancio è di fornire ai soci e ai terzi una rappresentazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell'azienda, utile a fini conoscitivi e decisionali, ne discende che tale rappresentazione deve possedere i requi della chiarezza, della verità e della correttezza. Mentre gli ultimi due requisiti fanno riferimento al contenuto del bilancio, ossia al fatto che esso riporti fedelmente gli utili conseguiti e le perdite subite dall'impresa nel corso dell'esercizio, e quindi alle necessità di adottare criteri di valutazione rispettosi di corrette regole contabili, quello della chiarezza fa riferimento a un problema di forma nella redazione del bilancio, che deve essere tale da renderlo comprensibile al lettore. Una rappresentazione chiara, veritiera e corretta della situazione aziendale permette di effettuare utili raffronti tra le condizioni attuali e prospettiche delle banche, fine a cui è indirizzato il principio della comparabilità dello spazio, oltre che nel tempo, dei bilanci. L'aderenza a tale principio comporta che fatti gestionali che presentano caratteri di similarità siano esposti in bilancio secondo gli stessi criteri, che non possono essere modificati se non al presentarsi di casi eccezionali, dei quali deve essere fomita un'adeguata motivazione e i cui effetti sul risultato economico devono essere illustrati. Un altro principio è quello della prudenza: esso non può essere inteso come lo strumento per procedere a una sottostima o a una sovrastima dei valori, ma deve rappresentare la via per giungere a una corretta determinazione dell'utile nel rispetto del principio della competenza economica, quindi abbiamo il divieto di imputare al conto economico gli utili sperati e non realizzati e bisogna tenere conto dei rischi e delle perdite di competenza dell'esercizio. Per quanto riguarda i criteri generali di redazione del bilancio delle banche sono ancora da ricordare: - l'obbligo di privilegiare la sostanza economica delle operazioni rispetto alla loro forma giuridica; - l'obbligo di privilegiare il momento del regolamento delle operazioni rispetto al momento della loro contrattazione; - il divieto di effettuare compensazioni di partite, ad eccezione dei casi in cui ciò si renda necessario per migliorare la significatività dell'informazione. Un problema che rimane aperto è quello dell'eventuale adozione di un sistema contabile a valori di mercato invece di quello tradizionale a costi storici. Mentre quest'ultimo assume come termine di riferimento il valore di acquisto dell'attività, eventualmente ridotto per tenere conto dei rischi di diminuzione di tale valore, il primo considera il valore DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com di realizzo delle attività qualora fossero cedute sul mercato. Al di là delle critiche che gli sono state mosse (le critiche riguardano la maggiore variabilità degli utili per effetto dell'elevata volatilità dei prezzi di mercato delle attività) si tratta di un sistema che consente una rappresentazione più fedele della situazione aziendale, ma la cui applicazione incontra ostacoli di natura pratica, che riguardano quelle attività per le quali è difficile giungere a una definizione del valore di mercato: titoli non quotati, prestiti che rappresentano la forma di impiego principale e caratteristica della banca. Per quanto riguarda i titoli non quotati il problema può essere superato ricorrendo alle informazioni disponibili presso società specializzate, operanti nel settore. La determinazione del valore dei prestiti comporta problemi maggiori relativi solo alla necessità di considerare sia il rischio di credito sia il rischio di interesse, la cui valutazione dipende anche dalla prospettiva di chi le effettua e sconta una forte componente di soggettività. Problemi minori si pongono per le attività immobilizzate, per le quali non è difficile pervenire alla determinazione del valore di mercato e per le poste del passivo. Per quanto riguarda la raccolta vi è una forte componente a vista, per cui valore di bilancio e valore di mercato tendono a coincidere, mentre la componente a medio-lungo termine può essere agevolmente valutata attualizzando i flussi di rimborso previsti al tasso corrisposto sulla provvista con analoghe caratteristiche. Poiché le attività finanziarie sono contratti che prevedono determinati flussi di pagamento futuri, il valore delle singole attività deve riflettere il valore attuale di quei flussi di cassa, corretto per la relativa probabilità. Il criterio in questione è un criterio economico diverso da quello del costo storico, che considera il valore nominale del finanziamento originariamente concesso. Il valore economico differisce dal valore storico se esiste una probabilità finita di inadempienza a una o più delle scadenze pattuite oppure se il tasso di interesse a cui sono attualizzati i flussi futuri è diverso da quello implicito nella struttura dei pagamenti del contratto considerato. Il principio della valorizzazione al valore di mercato è il tipico dell'attività di mercato detenute a fini di negoziazione, quindi delle attività della banca come broker e come dealer. Per quanto riguarda la correzione della divergenza: principio del ricorso al valore di mercato (market to market) la correzione al costo storico va applicata solo se il valore di mercato < costo storico (principio della prudenza); non si apporta correzione quando le attività non sono destinate a negoziazione (il valore corrente di mercato non ha significato ai fini della valutazione dell'esercizio presente in quanto l'attività non è destinata ad essere liquidata). In sintesi il criterio di valutazione standard è il costo storico; per le attività di negoziazione è necessaria la correzione (valore di mercato); per le attività di investimento non si deve effettuare la correzione. La struttura del bilancio Nella sua attuale configurazione il bilancio delle banche è composto dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa. Il bilancio è accompagnato dalla relazione degli amministratori sulla gestione, dalla relazione del collegio sindacale e solitamente dalla relazione di certificazione di una società esterna specializzata. Per ogni conto va indicato anche l'importo dell'esercizio precedente. Agli schemi è affidato il compito di fornire una visione di sintesi della situazione aziendale, lasciando alla nota integrativa quello di fornire il dettaglio analitico necessario per una migliore conoscenza dell'andamento della gestione. Tali schemi devono essere adottati da tutte le banche a prescindere dalla loro dimensione. La comparabilità viene garantita non solo attraverso l'invarianza degli schemi e del contenuto della nota integrativa, ma anche tramite l'invarianza delle modalità di rappresentazione in bilancio delle operazioni aziendali e dei criteri di valutazione delle poste patrimoniali. Le voci sono esposte in stato patrimoniale salvo rare eccezioni secondo un ordine di liquidità (attivo) ed esigibilità (passivo e netto) decrescente e sono classificate avendo riguardo alla controparte. Tale scelta rispetta l'esigenza di porre in evidenza il rischio assunto dalla banca e sottolinea come tale rischio dipenda più dalla natura delle controparti che dalla forma tecnica delle operazioni poste in essere. Ulteriore elemento caratteristico è rappresentato dall'iscrizione in bilancio dell'attività al valore netto, attraverso una loro svalutazione diretta, anziché attraverso l'iscrizione del passivo di fondi rettificativi. Lo stato patrimoniale prevede inoltre una sezione garanzie e impegni, in questo l'evidenza delle voci derivanti dalle cosiddette operazioni fuori bilancio (contratti derivati). Il conto economico è in forma scalare, ma non prevede l'evidenziazione di risultati intermedi. I proventi e gli oneri sono però suddivisi tra ordinari e straordinari, a seconda dell'area di attività della banca cui fanno riferimento. La somma algebrica dei primi due conduce alla determinazione dell'utile o perdita dell'attività ordinarie, quella dei secondi all'utile o perdita straordinaria. Nell'ambito dei proventi ed oneri ordinari sono individuabili quelli operativi, che nascono per effetto dello svolgimento delle operazioni che quotidianamente la banca pone in essere (interessi, dividendi, commissioni) e quelli valutativi, che si formano in conseguenza di valutazioni che gli amministratori effettuano alla fine dell'esercizio (rettifiche di valore, accantonamenti). L'eccezione è rappresentata dai profitti o perdite da operazioni finanziarie, che sono collocabili in entrambe le categorie a motivo della natura composita del loro valore. La nota integrativa mira a fomire ulteriori informazioni necessarie per meglio comprendere quanto esposto in stato patrimoniale e in conto economico: è attraverso questo documento che viene principalmente soddisfatta l'esigenza di DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Schema di Conto economico Conto economico riclassificato 10 Interessi attivi e proventi assimilati di cui: - su crediti verso clientela - su titoli di debito 20 Interessi passivi e oneri assimilati di cui: - su debiti verso clientela - su debiti rappresentati da titoli 30 Dividendi e altri proventi: (a) su azioni, quote e altri titoli di capitale (b) su partecipazioni 40 Commissioni attive 50 Commissioni passive 60 Profitti da operazioni finanziarie 70 Altri proventi di gestione 80 Spese amministrative: (a) spese per il personale di cui: - salari e stipendi - oneri sociali - trattamento di fine rapporto - trattamento di quiescenza e simili (b) altre spese amministrative 90 Rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali a materiali 100 Accantonamenti per rischi ed oneri 130 Riprese di valore su crediti ed accantonamenti per garanzie ed impegni 140 Accantonamenti ai fondi rischi su crediti 170 UTILE DELLE ATTIVITA' ORDINARIE 180 Proventi straordinari 190 Oneri Straordinari 200 UTILE STRAORDINARIO 220 Interessi attivi Interessi passivi Margine d'interesse lordo Accantonamento al fondo rischi su crediti per interessi di mora recuperabili Margine d'interesse netto Commissioni nette Profitti e perdite da operazioni finanziarie Dividendi Altri proventi netti Totale proventi netti Margine d'intermediazione Spese amministrative - Spese per il personale - Altre spese amministrative Rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali ed immateriali Risultato lordo di gestione Rettifiche nette di valore su crediti e accantonamenti ai fondi rischi su crediti Accantonamento per rischi ed oneri Rettifiche nette di valore su immobilizzazioni finanziarie Totale rettifiche e accantonamenti netti Utile ordinario Utile straordinario Oneri da cartolarizzazione Stanziamento prudenziale a fronte di rischi su crediti Utile lordo Imposte sul reddito del periodo Variazione del fondo per rischi bancari generali Utile netto dell'esercizio DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Imposte sul reddito dell'esercizio 230 UTILE D'ESERCIZIO DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Cassa e disponibilità presso banche centrali e uffici postali Crediti verso banche Impieghi con dientela Titoli non immobilizzati Immobilizzazioni - titoli - partecipazioni - materiali e immateriali Altre voci dell'attivo Totale dell'attivo Debiti verso banche Raccolta diretta dalla clientela di cui: - passività subordinate Altre voci del passivo Fondi a destinazione specifica Patrimonio netto Totale del passivo Stato patrimoniale riclassificato Le principali voci di bilancio Voci dell’attivo dello SP 1) crediti verso banche: tale voce comprende tutti i crediti nei confronti di altre banche, a prescindere dalla forma tecnica (depositi, finanziamenti) con la sola eccezione di quelli rappresentati da titoli. Sono previste due sottovoci, a vista e altri crediti, poiché è rilevante conoscere gli impieghi effettuati dalla banca nell'ambito della propria gestione di liquidità. 2) crediti verso clientela: comprendono tutti gli prestiti concessi dalla banca alla clientela ordinaria, ossia a tutti i soggetti diversi dagli istituti di credito, indipendentemente dalla forma tecnica. La necessità di evidenziare in bilancio i crediti al presumibile valore di realizzo comporta di procedere alla determinazione dell'importo della svalutazione. Esso corrisponde alle previsioni di perdita quantificata tenendo conto di quanto può essere recuperato attraverso il realizzo delle garanzie fornite dal debitore. La svalutazione è effettuata sia attraverso rettifiche analitiche portate alle singole posizioni in sofferenza e ad incaglio, sia attraverso rettifiche forfettaria per quanto riguarda gli impieghi vivi. La svalutazione diretta dei crediti comporta la corrispondente imputazione a conto economico delle rettifiche (rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni). Le svalutazioni non possono essere mantenute quando vengano meno le ragioni che le hanno determinate, ossia si verifichi un recupero del credito in misura superiore a quanto originariamente previsto. In tal caso, onde evitare la creazione di riserve occulte, non consentita dalla normativa vigente, occorre imputare al conto economico le riprese di valore (riprese di valore su crediti e su accantonamenti per garanzie e impegni) e variare corrispondentemente la voce crediti verso clientela dello Stato patrimoniale. In un’apposita sottovoce sono evidenziati i crediti con fondi di terzi in amministrazione, e comprendono i prestiti erogati a valere su fondi fomiti dallo Stato o da altri enti pubblici. 3) obbligazioni e altri titoli di debito: questa voce comprende tutti i titoli di debito che figurano nel portafoglio della banca ad eccezione di quelli inclusi nella voce dell'attivo titoli del Tesoro e valori assimilati ammissibili al rifinanziamento presso banche centrali. Nella nota integrativa vi è la distinzione tra i titoli immobilizzati e i titoli non immobilizzati: i primi sono quelli detenuti dalla banca a scopo di investimento stabile, i secondi detenuti a fini di tesoreria o di negoziazione. Per i titoli immobilizzati è prevista la valutazione al costo di acquisto. La svalutazione è obbligatoria nel caso di una perdita di valore derivante da un peggioramento duraturo del rischio creditizio (deterioramento delle condizioni di solvibilità dell'emittente) e di rischio paese (difficoltà nel servizio del debito da parte del paese delle mittente), mentre è facoltativa quando la perdita è legata all'andamento delle quotazioni, per i titoli quotati, o all'andamento del mercato per i titoli non quotati. Il risultato delle valutazioni è imputato al conto economico o alla voce rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie o alla voce riprese di valore su immobilizzazioni finanziarie. Per i titoli non immobilizzati quotati occorre distinguere fra titoli quotati e titoli non quotati. Per quelli quotati è possibile scegliere fra la valutazione al valore di mercato e quella al valore minore tra il valore di mercato e il costo di acquisto. Per quelli non quotati la valutazione deve essere effettuata al costo di acquisto e la svalutazione è obbligatoria in caso di aggravamento dei rischi di mercato, del rischio creditizio e del rischio paese. Il risultato delle valutazioni è imputato al conto economico alla voce profitti o perdite da operazioni finanziarie. Anche nel caso dei titoli le svalutazioni non possono essere mantenute quando vengano meno le cause che le hanno determinate, al fine di evitare la creazione di riserve occulte. 4) partecipazioni e partecipazioni in imprese del gruppo: confluiscono in tali voci i titoli rappresentativi di quote parti del capitale di rischio di imprese che la banca ha assunto nel proprio portafoglio allo scopo di mantenere un legame durevole con queste imprese o a fini di stabile investimento. La valutazione è effettuata al costo di acquisto eventualmente rettificato per tenere conto di perdite di valore che si siano manifestate. Il risultato delle valutazioni è imputato a conto economico alla voce rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie oppure alla voce riprese di valore su immobilizzazioni finanziarie. Voci del passivo dello SP DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com valore su immobilizzazioni finanziare, consente di pervenire dapprima all’utile delle attività ordinarie, quindi all’utile ‘ante imposte e infine all'utile d'esercizio. Lo schema ne evidenza il valore, ai fini delle successive analisi, sia al lordo sia al netto della variazione del fondo per rischi bancari generali. Gli indicatori di bilancio I valori assunti dagli indicatori acquistano significato nel momento in cui hanno termini di raffronto. Solo osservando il loro andamento nel tempo e nello spazio è possibile esprimere giudizi fondati. Gli indicatori costituiscono la premessa per eventuali indagini più approfondite. L'analisi della domanda e dell'offerta di prodotti e servizi bancari dei mercati in cui la banca opera, il grado di rischio che essi presentano, rappresentano le premesse indispensabili a qualsiasi analisi fondata sui dati di bilancio. Solo la conoscenza degli elementi suddetti e la corretta scelta delle banche con cui esercitare i confronti, che devono presentare caratteristiche di omogeneità dal punto di vista della tipologia di intermediazione, consentono di formulare ipotesi attendibili circa le cause che hanno dato origine ai fenomeni che gli indicatori di bilancio pongono in evidenza. Gli aspetti della gestione più meritevoli di particolare attenzione sono la redditività, l'efficienza economica, la struttura finanziaria, i rischi. Gli indicatori di redditività e di efficienza economica I modelli proposti utilizzano il reddito netto dopo le imposte, anche se questo comporta problemi in sede di confronti e interaziendali per chi risente delle politiche di bilancio adottate dalle singole banche. Il punto di avvio è rappresentato da rapporto tra l'utile d'esercizio (UE) e il patrimonio (P), che misura il rendimento dei capitali direttamente investiti dalla proprietà nell'azienda (ROE). ROE=UE=UA0 x TA x UPIx UE UAO=utile delle attività ordinarie TA = totale attivo UPI = utile prima delle P__TA P UAO UPI imposte TA/P=leva finanziaria La scomposizione consente di isolare l'effetto prodotto sulla redditività del patrimonio dall'attività ordinaria, dalla leva finanziaria, dall'attività straordinaria e dall'imposizione fiscale. Inoltre pone in evidenza l'influsso esercitato da due aree particolarmente rilevanti: quella delle scelte relative all'attività caratteristica della banca e quella delle scelte relative alla struttura finanziaria. Analisi dell’attività ordinaria UAO =UAO x RG x TAN TA RG TAN TA Il valore del totale attivo netto è determinato sottraendo al totale dell’attivo I crediti verso banche, di cui si tiene conto solo per la parte eventualmente eccedente I debiti verso banche esposti nel passive. RG = MINTM x RG = ROA (redditività dell’attività svolta) MINTM (margine di intermediazione) TAN TAN MINTM a) Una prima area di indagine è rappresentata dal differenziale tra il rendimento medio delle attività fiuttifere e il costo medio delle passività onerose. (spread = rendimento medio delle attività fruttifere — costo medio delle passività onerose) CCN= AF - PO Un valore positivo segnala la capacità di sostenere investimenti in attività fruttifere anche attraverso passività non onerose, generatrici di effetti di segno positivo sul risultato economico, mentre un valore negativo è indicativo di una situazione opposta. b) Un secondo aspetto interessante è rappresentato dall’analisi dei rendimenti e costi medi delle varie categorie di attività e passività fruttifere. Spread clientela =IAC —IPC_ CC = crediti verso la clientele DC = debiti verso la clientele IAC = interessi su crediti Cc DC verso la clientela IPC = interessi su debiti verso la clientela. Gli indicatori di rischio e solvibilità Incidenza dei crediti dubbi rispetto ai prestiti concessi alla clientela: DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com CDC = SOF + INC CDC = crediti dubbi verso la clientele SOF = crediti in sofferenza INC = crediti incagliati cc CC Cc P_e P consentono di valutare la maggiore o minore capacità della banca di sostenere adeguatamente I Cc CDC livelli di attività creditizia raggiunti e di far fronte alle difficoltà di rimborso dei finanziati. Un buon indicatore di solidità patrimoniale è dato da: PL / TA (patrimonio libero della banca). Poiché il patrimonio libero è rappresentato dalla differenza tra i mezzi propri e le immobilizzazioni reali e finanziarie, il rapporto in parola è indicativo non solo della capacità della banca di coprire adeguatamente nuovi rischi che dovessero insorgere ma anche della possibilità di sostenere politiche di scelta. Gli indicatori di composizione e di tendenza CC/TA TD/TA DEP/TA PNI/TA I primi due evidenziano il peso degli impieghi in prestiti alla clientela e in titoli all’interno degli investimenti complessivi realizzati dalla banca, il terzo quello dei depositi, l’ultimo l'incidenza, sottoforma di impiego o di raccolta, della posizione netta sul mercato. PNI = crediti verso banche — debiti verso banche TD =titoli di debito DEP = debiti verso la clientela — debiti verso banche 16) I rischi finanziari Tassonomia dei rischi 1) Rischio di credito: legati all'attività di intermediazione creditizia. Possibilità che il debitore non adempia agli obblighi derivanti dal contratto. La banca è soggetta a tale rischio quando eroga un prestito o sottoscrive un'attività finanziaria. E’ il rischio tipico della banca. I rischi di controparte possono essere ricondotti ai rischi creditizi, ma sono più specifici se la controparte non adempie. 2) Rischi finanziari (legati all’attività di intermediazione finanziaria) Rischio di mercato: rischio che il valore delle attività detenute dalla banca possano perdere valore per effetto di variazioni nelle condizioni di mercato. Riguarda soprattutto il portafoglio di negoziazione. Rischio di tasso di interesse: rischio che variazioni nei tassi possano incidere sul margine d'interesse riducendolo e che possono influire sul valore attuale dei flussi di cassa futuri di attività e passività. Rischio di cambio: rischio che una variazione avversa dei tassi di cambio riduca sia i profitti derivanti da attività in valuta sia il valore di attività e passività in valuta. Rischio paese: rischio collegato all'attività di intermediazione intemazionale nei mercati che riguarda la possibilità che la controparte non adempia ai propri obblighi per motivi legati a scelte politiche del suo paese, scarsità di riserve di valuta eccetera. Rischio di liquidità: rischio che la banca non riesca a far fronte tempestivamente a richieste da parte dei depositati di restituzione dei propri depositi e che per farvi fronte debba ricorrere a prestiti molto costosi o smobilizzo di attività a condizioni non favorevoli. 3) Rischio operativo: legato a inadeguatezza di processi, comportamenti umani illegali, carenze tecnologiche e fattori esteri che possono ridurre i profitti (rischi legali, organizzativi) . DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Quale che sia l'origine dei rischi (e di conseguenza quali che siano le classificazioni dei rischi che gravano sulla gestione delle banche) gli impatti sono sempre di natura economica. Gli impatti economici dei rischi finanziari sono rilevati a due livelli: sul conto economico della banca (approccio degli utili correnti); sul valore del capitale della banca (approccio del valore economico del capitale). Per quanto riguarda le modalità di approccio ai rischi, abbiamo tre fasi: - individuazione dei fattori di rischio e delle posizioni esposte; - misurazione della posizione netta esposta e dell'impatto economico potenziale; - monitoraggio e gestione delle singole posizioni di rischio e della posizione complessiva netta, tenendo conto del livello di propensione al rischio attraverso interventi di gestione (limitazione delle posizioni nette). I principali fattori specifici del rischio finanziario sono: la variazione dei tassi di interesse, la variazione di rapporti di cambio e gli impatti delle variazioni dei tassi e delle variazioni dei rapporti di cambio sui risultati della gestione della tesoreria e della liquidità (per il rischio di tasso si tratta dei tassi attivi e passivi; per il rischio di cambio si tratta del rapporto di cambio tra valute diverse; per il rischio di liquidità si tratta: delle variazioni inattese dei tassi da pagare (riscuotere) per riequilibrare i flussi finanziari di tesoreria; delle perdite (o utili) in conto capitale registrate a fronte di disinvestimento effettuati per riequilibrare i flussi finanziari di tesoreria). I fattori comuni alle diverse tipologie del rischio finanziario sono: l'ammontare del capitale esposto al rischio (Per il rischio di tasso si tratta delle attività fruttifere meno le passività onerose alle singole scadenze; per il rischio di cambio si tratta delle attività in valuta meno le passività in valuta alle singole scadenze; per il rischio di liquidità si tratta delle attività liquide o liquidabili meno le passi: liquide alle singole scadenze) e il tempo di esposizione al rischio (per il rischio di tasso si tratta del tempo di negoziazione e delle scadenze; per il rischio di cambio si tratta delle scadenze di attività e passività in valuta e delle conversioni in altre monete; per il rischio di liquidità si tratta degli incassi e dei pagamenti). I rischi finanziari e non scaturiscono da variazioni inattese e negative dei fattori specifici di rischio: - nel presupposto che con riguardo alle variazioni attese, cioè previste, siano stati posti già in essere interventi per gestire, coprire e sopportare economicamente gli effetti dei rischi; - e considerato che da variazioni inattese positive dei fattori specifici di rischio traggono origine risultati economici positivi. Le metodologie di misurazione dei rischi finanziari sono: - GAP ANALISYS; - DURATION ANALISYS; - VAR (value at risk). La quantificazione del rischio in termini di massima perdita che può essere conseguita a un certo livello di probabilità rappresenta un approccio utilizzato per quantificare l’esposizione alle diverse tipologie di rischio e per determinare l’ammontare di capitale proprio necessario ad assorbire le perdite potenziali da tali rischi. La misura del rischio in termini di VAR è spesso definita anche capitale a rischio CAR o capitale economico CE. Indicatori di sensivity Stimano la variazione di una variabile obiettivo al variare di un parametro di mercato. Si tratta ad esempio della duration modificata, che consente di approssimare l’entità delle variazioni nel valore di un’obbligazione a fronte di una data variazione nella curva dei tassi di mercato; l’indicatore beta misura la variazione del valore di un’azione al variare dei tassi di mercato; il parametro delta misura di quanto varia il valore di un'opzione al variare del valore dell’attività sottostante. Abbiamo poi il maturity gap, che indica come varia il margine di interesse al variare dei tassi d’interesse; la duration gap, che indica come varia il valore economico dell’attivo e passivo della banca al variare dei tassi di interesse. Indicatori di volatilità Stimano la variazione di una variabile obiettivo attorno al suo valore medio (volatilità: misura statistica di dispersione attorno al valore medio di una generica variabile casuale, che può riferirsi alle condizioni di mercato (tassi di interesse, di cambio) o a variabili obiettivo come il margine di interesse). Misure di downside risk DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com creditizie sia di bilancio sia fuori bilancio. Per quanto riguarda le operazioni di bilancio il requisito di capitale è calcolato attraverso il sistema di ponderazione delle attività che considera la rischiosità teorica di ciascun esposizione in funzione di due elementi: settore di appartenenza del debitore e l'area geografica di origine del debitore stesso (paesei appartenenti all'area OCSE e non appartenenti). In base a tale criterio le attività di bilancio sono classificate in 5 categorie: rischio nullo (0%; crediti verso i govemi centrali); rischio basso (20%; crediti nei confronti di banche multilaterali di sviluppo appartenenti all'area OCSE); rischio medio (50%; mutui garantiti da ipoteche); rischio pieno (100%; crediti verso imprese del settore privato); rischio molto alto (200%; partecipazioni in imprese non finanziarie con risultati di bilancio negativi negli ultimi due esercizi). RCnn, = EWA; Dove RC è l'aggregato che misura i rischi dell'operazione di bilancio, w è il coefficiente di ponderazione applicato alla i-esima attività di bilancio (A). Per quanto riguarda la categoria delle operazioni di fuori bilancio, la metodologia di calcolo dell'indicatore di rischio prevede due fasi: nella prima l'obiettivo è trasformare il valore nominale di ciascuna operazione fuori bilancio in una posizione creditizia equivalente; nella seconda fase si procede a una ponderazione delle posizioni creditizie equivalenti. RCry = Ew; PCE; Dove RC è l'aggregato che misura il rischio delle operazioni fuori bilancio, w è il coefficiente di ponderazione applicato alla i-esima posizione creditizia equivalente (PCE). L’accordo di Basilea provvede a definire il patrimonio e stabilisce che questo non debba essere inferiore all'8% del aggregato a rischio precedentemente definito. Tra le varie critiche, la principale attiene al sistema di determinazione del requisito di capitale che non prevede una differenziazione degli emittenti in relazione alla loro rischiosità relativa. Crediti ad imprese con livelli significativamente diversi di rischiosità danno luogo al medesimo requisito patrimoniale. Per i rischi di credito la nuova proposta di accordo prevede due metodi principali di calcolo: metodo standard, metodi basati sui rating interni ((RB). Il metodo standard si basa sulla possibilità di differenziare il coefficiente di ponderazione dei crediti appartenenti al portafoglio bancario in base al rating e messo dalle principali agenzie di valutazione ritenuto rappresentativo del merito creditizio dei prenditori di fondi. Per le esposizioni prive di rating esterno, il metodo standard prescrive nella maggior parte dei casi l'applicazione di una ponderazione di rischio del 100%, che implica un requisito patrimoniale pari all'8% così come nell'accordo vigente. Il metodo basato sui rating interni si discosta in misura sostanziale da quello standard in quanto le variabili di input per il calcolo dei requi patrimoniali derivano da valutazioni interne delle banche. Tale metodo dovrebbe fomire valutazioni del rischio aderenti al merito creditizio dei debitori. Tuttavia questo metodo non consente alle istituzioni di determinare automaticamente la totalità degli elementi necessari a calcolare propri coefficienti patrimoniali. Il sistema di calcolo delle attività ponderate per il rischio si avvale del medesimo approccio di base per i crediti verso governi, banche o entità societarie. Si fonda su quattro variabili di tipo quantitativo: la probabilità di inadempienza, la perdita in caso di inadempienza, l'esposizione in caso di inadempienza e la durata. Questo metodo comprende 2 varianti: una versione di base e una versione avanzata. Le differenze tra i due metodi consistono nel numero e nel tipo di variabili quantitative che le banche possono fornire in base a proprie stime interne: più ristretto per il metodo di base e più esteso per il metodo avanzato. I rischi di mercato Secondo questo approccio la banca decide di investire in titoli per ragioni di redditività e di liquidità. Il rischio di mercato si manifesta quando variazioni nei prezzi di mercato (tassi di interesse, cambio, quotazioni azionarie, prezzi delle merci) fanno variare il valore delle posizioni in portafoglio che la banca detiene. Attraverso il VAR è possibile calcolare l'ammontare che con una certa probabilità si può perdere in un determinato orizzonte temporale. Si basa sulla valutazione delle posizioni al valore di mercato. Bisogna scegliere l'intervallo di confidenza: si consideri ad esempio una posizione in un titolo azionario per il valore di € 1000, la banca è esposta al rischio di riduzioni di valore della posizione per effetto di una diminuzione nella quotazione di mercato del titolo. Misurato con riferimento a un orizzonte di investimento di un giomo, e con un livello di probabilità del 99%, un VAR pari a 50 segnala che, per ogni 100 giomi di negoziazione, in 99 giorni l'ammontare delle perdite giornaliere potrà al massimo risultare pari al 50, mentre solo in un giorno su 100 la perdita potrà risultare superiore a quella definita dal VAR, pari a 50. E? possibile utilizzare due metodi per calcolare il VAR: - approccio parametrico: VAR;;= VMiò;;do;lA, Dove VM è il valore di mercato della posizione i-esima; è è l'indicatore di sensibilità del valore della posizione i-esima al variare del fattore di rischio j-esima, @ è la costante che individua l'intervallo di confidenza di una distribuzione DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com normale standardizzata, o è la deviazione standard giornaliera del fattore di rischio e A misura la durata dell'orizzonte di valutazione; - approccio di simulazione: utilizza due metodi di simulazione (dati storici, tutti i possibili scenari circa variazioni nei prezzi degli strumenti in portafoglio) per ottenere una distribuzione di profitti e perdite in base alla quale una volta stabilito un intervallo di confidenza è possibile calcolare il valore del VAR. Rischio di tasso di interesse Le modalità con cui la banca risulta esposta al rischio di interesse sono numerose. Tra queste le principali sono: - rischio di apprezzamento, che si origina dalle differenze nelle scadenze e nel riprezzamento delle attività, passività e degli strumenti fuori bilancio della banca. Si consideri ad esempio una banca che emette una passività con una scadenza semestrale (certificato di deposito) per finanziare l'acquisto di una attività con una scadenza annuale; la banca è esposta a un rischio di repricing nella forma di rischio di rifinanziamento, in quanto nell'ipotesi di un aumento dei tassi di interesse di mercato la banca sarà costretta a rifinanziare la propria attività emettendo alla fine del primo semestre un altro certificato di deposito semestrale a un tasso d'interesse più elevato con effetti negativi sia sul margine di interesse sia sul valore netto delle attività e delle passività sottostanti. Al contrario la banca è esposta a un rischio di repricing nella forma di rischio di reinvestimento, quando la scadenza delle proprie attività è inferiore a quella delle passività. È il caso di una banca che finanzia con l'emissione di una passività con scadenza a un anno l'investimento in un'attività a sei mesi; nell'eventualità di una riduzione dei tassi di mercato alla scadenza dei primi sei mesi la banca potrà reinvestire i fondi a un tasso di interesse più basso di quello ottenuto dal primo investimento; - rischio di curva, che è il rischio che variazioni inattese nell'inclinazione della curva dei rendimenti possono avere un impatto negativo sia sul livello di profitti correnti della banca sia sul valore netto delle attività, passività e degli strumenti fuori bilancio; - rischio di base, è il rischio di una non perfetta correlazione tra gli aggiustamenti dei tassi di interesse sulle attività rispetto a quelli delle passività; - rischio di opzione. Una opzione conferisce al suo sottoscrittorie il diritto ma non l'obbligo di acquistare vendere o modificare il cash flow di uno strumento finanziario. Un esempio di opzione implicita è quella contenuta in un contratto di mutuo, nel quale in genere è concessa la facoltà al sottoscrittore di rimborsare anticipatamente il mutuo prima della scadenza a fronte del pagamento di una commissione. Ci si può trovare in una situazione di mercato in cui una riduzione significativa dei tassi d'interesse rende convenienti di rimborso anticipato del mutuo o la rinegoziazione delle condizioni. Questo ha un impatto inatteso sia sul margine d'interesse corrente sia sul valore netto del patrimonio. La misurazione, il controllo e la gestione del rischio di interesse ha rappresentato il principale obiettivo di primi approcci alla gestione finanziaria integrata, conosciuta anche come asset-liability management. Il compito era duplice: in primo luogo quello di quantificare gli effetti di una variazione dei tassi di interesse sulla redditività attesa e in secondo luogo indicare alla banca le azioni da intraprendere per neutralizzare tale impatto e mantenere il livello dell'esposizione al rischio di interesse nell’intorno dei livelli desiderati. Sono due le principali tecniche di misurazione di gestione del rischio di interesse: maturity gap analysis (prospettiva degli utili correnti) in cui l'attenzione è concentrata sulla variabilità del margine d'interesse in un orizzonte temporale di breve periodo; duration gap analysis, che ha l'obiettivo di quantificare gli effetti di variazioni nei tassi di interesse sul valore economico del patrimonio netto (prospettiva del valore economico). Il modello di matutity gap In base alle caratteristiche di revisione dei tassi di interesse di ciascuna attività e passività è possibile riaggregare tutte le poste di bilancio in quattro gruppi: due di attività e passività sensibili alle variazioni dei tassi di interesse e due di poste non sensibili a tali variazioni. Le poste attive sensibili sono definite rate sensitive asset RSA, mentre quelle passive rate sensitive liability RSL; le attività e le passività non sensibili sono definite rispettivamente non sensitive asset NSA e non ive liability NSL. La classificazione tra poste sensibili e insensibili alle variazioni dei tassi richiede in primo luogo di individuare l'orizzonte temporale o anche periodo di gap (gapping period) a cui di riferire la misurazione dell'esposizione al rischio. Ne consegue che la definizione di rate sensitive può cambiare in funzione dei diversi orizzonti decisionali (ad esempio con riferimento a un orizzonte temporale di tre mesi una banca potrebbe individuare tra le attività sensibili i titoli e prestiti a tasso fisso con vita residua inferiore ai tre mesi; le attività e passività con scadenza il periodo di riprezzamento superiore ai tre mesi appartengono all'aggregato delle poste insensibili). Il modello base di gap management generalmente classifica le attività e le passività con riferimento a un orizzonte temporale di un anno; tutte le poste attive e passive che scadono o subiscono una revisione contrattuale del tasso di interesse entro sen DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com l'anno sono classificate come sensibili, mentre tutte le poste che scadono o subiscono un riprezzamento nei periodi successivi sono classificate come insensibili. Gap = RSA - RSL (posizione netta esposta) Un’attività può essere fruttifera ma non sensibile alle variazioni di tasso che si registrano nel periodo: ad esempio un'attività investita a tasso fisso per un periodo superiore al gap period considerato. L'esposizione al rischio di tasso è funzione di tre fattori: atti e passività sensibili alle variazioni dei tassi d'interesse, variabilità dei tassi nel tempo, scadenze o tempi di rinegoziazione delle attività, passività. La gap analysis si effettua attraverso: 1) un’analisi delle attività e delle passività sensibili (esposte al rischio di tasso): - da tutte le A / P; - alle sole A / P fruttifere / onerose (quindi sensibili ai rischi di tasso); - alle sole A /P in scadenza / rinegoziabili nel periodo considerato per l’analisi. 2) un’analisi delle scadenze / tempi di rinegoziazione: - ampiezza del periodo considerato; - composizione delle A / P in scadenza o in rinegoziazione nel periodo (compensazione tra variazioni di segno opposte (attività — passività), posizioni nette). Dal valore della posizione di che si individuano tre possibili situazioni per l'intermediario. 1) RSA = RSL (posizione nulla di gap): questa condizione pone la banca in una situazione di completa indifferenza alle variazioni dei tassi d'interesse; nell'ipotesi infatti che i tassi di interesse delle attività e delle passività subiscano le stesse variazioni di quelli di mercato, una qualunque variazione di questi ultimi determinerà lo stesso impatto sulle poste attive e passive sensibili ai tassi di interesse e quindi sul flusso netto degli interessi; 2) RSA > RSL (gap positiva): in questo caso l'intermediario è esposto alle variazioni dei tassi di interesse dal lato dell'attivo (asset sensitive), in quanto una parte delle attività sensibili, pari al valore del gap, è finanziata da passività non sensibili, e quindi, nel caso di una variazione dei tassi di interesse, solamente le attività subiranno un riprezzamento alle nuove condizioni dei tassi di mercato; 3) RSA < RSL (gap negativa): (liability sensitive) in questo caso una quota di attività non sensibili è finanziata da passività sensibili ai tassi di interesse, quindi l'impatto sul flusso netto di interessi sarà negativo nel caso di un aumento dei tassi di interesse e positivo nel caso di una diminuzione. Un indicatore molto utilizzato nei modelli di maturità gap è quello ottenuto dal rapporto tra il valore nominale delle attività sensibili e quello delle passività sensibili (gap ratio RSA / RSL). Una gap ratio uguale a 1 identifica una posizione di perfetto bilanciamento tra le attività e le passività sensibili ai tassi di interesse, mentre rapporti maggiori o minori dell'unità indicano una sensibilità rispettivamente delle attività e delle passività ai tassi di interesse. L'ammontare della posizione di gap consente di quantificare nell’ipotesi che i tassi delle attività e delle passività sensibili subiscano la stessa variazione attesa del tasso di interesse di mercato, l'impatto sul margine di interesse mediante la relazione: E (AMI) = RSA E (Ar) - RSL E (Ar) = gap E (Ar) Dove E (AMI) rappresenta la variazione attesa del flusso netto di interessi e E (Ar) la variazione attesa nei tassi di interesse. Dal segno, positivo o negativo, si può quantificare l'effetto atteso sul margine di interesse di una variazione attesa del tasso di interesse di mercato. Una banca con una posizione di gap positiva potrà attendersi un miglioramento del margine di interesse nel caso di una variazione attesa positiva del tasso di mercato, mentre subirà un peggi del margine d'interesse a fronte di una riduzione attesa dei tassi. Il contrario avverrà nel caso di una posizione di gap negativa. Tre sono le principali varianti del gap di base: - modello di gap incrementale: consente una più accurata rappresentazione dei tempi di revisione dei tassi di interesse delle poste attive e passive e una valutazione dell’esposizione al rischio riferita a diversi orizzonti periodali; - modello di gap standardizzato: consente di quantificare i rischi della curva dei rendimenti (yield curve risk) e il rischio di base attraverso la possibilità di rappresentare le variazioni dei tassi di mercato con più fattori di rischio di quantificare il loro legame con i tassi attivi e passivi della banca e infine di quantificare la correlazione tra le variazioni attese dei fattori di rischio; DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com possano venire i fondi necessari per rimborsare i debitori. La completa contrapposizione delle scadenze delle attività con quelle delle passività configura un bilancio che è in grado di generare internamente la liquidità. La presenza nel bilancio delle banche di forme di erogazione del credito e di raccolta dei depositi a scadenza indeterminata non consente però una piena efficacia delle strategie di gestione della liquidità basate sul criterio della sincronizzazione delle scadenze. È quindi necessario ricorrere ad altre modalità di gestione per conseguire la liquidità necessaria: tra queste la detenzione di attività liquide e l'accesso a mercati in cui prendere a prestito i fondi liquidi che si rendono necessari. Le strategie di asset management si pongono come primo obiettivo quello di assicurare la liquidità complessiva della banca grazie alla disponibilità di attività che possono essere facilmente convertite, all'occorrenza, in moneta. La banca ha la possibilità di convertire in moneta le proprie attività in modo discrezionale senza attendere la scadenza delle stesse, e questo ha contribuito a migliorare la gestione della liquidità. La possibilità di anticipare i flussi di liquidità in entrata delle attività attraverso l'azione discrezionale di vendita o di prestito delle stesse, espone tuttavia la banca a un rischio collegato alla possibilità di trasferire tali attività a un prezzo inferiore al proprio valore nominale. Sono in genere definite liquide quelle attività che possono essere trasformate in moneta rapidamente a bassi costi di transazione e senza incorrere in perdite in conto capitale (bot, CCT, che presentando un rischio creditizio e di mercato molto contenuto, possono essere vendute a condizioni non particolarmente penalizzanti per la banca). La scelta della banca di mantenere attività finanziarie a breve termine e negoziati in mercati secondari e efficienti, se da un lato riduce il rischio di liquidità, dall'altro diminuisce anche il rendimento atteso dell'attivo, con la conseguente diminuzione del profitto atteso della banca. Quindi nelle scelte di composizione delle attività, tra le componenti più liquide, come i tioli a breve termine, e quelle di liquide come i prestiti, la banca deve tenere conto e valutare con attenzione il trade off tra rendimento atteso e liquidità. Le strategie di liability management ricercano la liquidità dall'emissione di nuove passività. Tali strategie hanno avuto impulso dallo sviluppo dei mercati monetari, in seguito al quale le banche hanno iniziato a considerare la possibilità di acquisire su tali mercati la liquidità necessaria per fronteggiare sia i fabbisogni improvvisi di liquidità sia la possibilità di finanziare permanentemente l'espansione del proprio bilancio. Anche in questo caso le decisioni di composizione del passivo devono tener conto di un trade off tra rendimento e rischio. Infatti, se da un lato la raccolta di fondi mediante strumenti diversi dai depositi a vista consente di ridurre la probabilità di deflussi improvvisi dei fondi, dall'altro il loro costo è superiore a quello dei fondi ottenuti dall'emissione dei depositi a vista. L'emissione di depositi con caratteristiche a vista avviene a un costo inferiore a quello dei tassi di interesse di mercato, mentre il costo dei certificati di deposito è prossimo a quello dei tassi di interesse di mercato degli strumenti privi di rischio e di scadenza corrispondente. Queste strategie presentano però un limite: quando tutte le banche chiedono simultaneamente i fondi al mercato il costo di tali fondi può aumentare molto rapidamente e con esso anche la possibilità di non trovare la disponibilità completa dei fondi stessi. Le strategie di asset liability management hanno costituito una spinta al coordinamento delle decisioni di composizione dell'attivo con quelle del passivo. La scelta sull'ammontare delle attività liquide non è indipendente dalla composizione del passivo e dal peso degli strumenti ad alto rischio di liquidità, come i depositi a vista rispetto ai rimanenti strumenti di raccolta a scadenza determinata. Allo stesso modo il costo dell'emissione delle passi’ sui mercati aperti dipende dal grado di rischiosità dell'attivo della banca e quindi dalle scelte di composizione tra attività di prestito e attività in titoli. Il coordinamento delle scelte di gestione dell'attivo e di quelle del passivo è reso ancor più necessario in una situazione di progressiva ricomposizione dell'intermediazione delle banche verso gli strumenti a medio e a lungo termine, in cui assumono maggiore importanza decisioni in merito al bilanciamento dei flussi di cassa in entrata e in uscita generati dalle poste attive e passive. Nessun obbligo di capitale è previsto per il rischio di liquidità. I rischi operativi Il rischio operativo è caratteristico di qualunque impresa e attività imprenditoriale ed è riconducibile alla possibilità che inadeguatezze nei processi, comportamenti umani illegali o inappropriati, carenze tecnologiche possano generare una riduzione dei ricavi o un incremento inatteso nei costi con una conseguente inattesa riduzione del livello dei profitti: dai rischi connessi all'adeguatezza del proprio processo organizzativo ai rischi indotti dal comportamento del proprio personale, ai rischi tecnologici connessi al funzionamento del sistema informativo. Il rischio operativo appartiene alla più ampia gamma dei rischi puri che si differenziano dai rischi speculativi perché individuano le situazioni che possono risolversi in una perdita, ma non anche un guadagno per il soggetto che vi è esposto. Inoltre il rischio operativo non rispetta la logica rischio — rendimento atteso, ossia il principio secondo il quale un maggiore grado di rischio è associato a un maggiore rendimento atteso. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Il comitato di Basilea definisce il rischio operativo come il rischi di perdite derivanti da disfunzioni a livello di procedure, personale e sistemi interi, oppure da eventi esogeni. Tale definizione include il rischio giuridico, ma non quelli strategico e di reputazione. Il rischio operativo è dunque riconducibile a quattro cause: - processi intemi (rischio di processo). Riguarda gli errori associati all'inadeguata attribuzione di ruoli e responsabilità; - risorse umane (rischio umano). Riguarda il comportamento del personale che può esporre la banca a perdite per ragioni riconducibili a incompetenza, negligenza o frodi; - sistemi tecnologici (rischio tecnologico). Un insieme di perdite rilevanti è quello causato da malfunzionamento dei sistemi tecnologici e delle telecomunicazioni, da errori di programmazione nelle applicazioni, nonché da possibilità di violazione dei sistemi di sicurezza (rischi informatici); - fattori esterni (rischio da fattori esterni). Questa tipologia di rischio riguarda fattori estemi sui quali l'impresa detiene un limitato controllo, come il rischio politico e legislativo, il rischio fiscale, atti di terrorismo, calamità naturali. Per quanto riguarda la regolamentazione del rischio operativo, nell'ambito del processo di revisione dell'accordo sul capitale del 1988, il comitato di Basilea ha previsto l'adozione di un requisito minimo di capitale anche per i rischi operativi. Il comitato di Basilea ha individuato tre diverse modalità di calcolo per i requisito di capitale: l'approccio dell'indicatore semplice, l'approccio standard e l'approccio di misurazione avanzato. Per quanto riguarda l'approccio dell'indicatore semplice, le banche devono detenere, a fronte del rischio operativo, un ammontare di capitale pari a una percentuale fissa del reddito lordo medio annuo riferito ai tre esercizi precedenti: R, = aRI Dove R, è il requisito patrimoniale per il rischio operativo; RI è il reddito lordo medio annuo definito come somma del reddito netto da interessi più reddito netto non da interessi riferito ai tre esercizi precedenti; a è 15%. Per quanto riguarda il metodo standard Le attività bancarie sono suddivise in otto linee operative. All'interno di ogni linea operativa il capitale da accantonare a titolo di rischio operativo è ottenuto moltiplicando il reddito lordo per il fattore detto B assegnato a ciascuna linea, che rappresenta una proxy per le relazioni tra perdite per rischi operativi riscontrate in una determinata linea e il livello aggregato di reddito lordo per quella stessa linea. Per quanto riguarda i metodi avanzati di misurazione, questo prevede che il requisito patrimoniale minimo sia calcolato in base a criteri quantitativi e qualitativi generati dal sistema interno della banca a condizione che rispettino i requisiti prestabiliti dall’organo di vigilanza. Abbiamo l'approccio della distribuzione delle perdite, il quale perviene a una stima della distribuzione delle perdite che tenga conto anche della componente inattesa definita come misura della variabilità media della perdita attesa. Sulla base di tali distribuzioni di probabilità si costruisce un fattore moltipliicativo da applicare alla perdita inattesa per ottenere il capitale a rischio connesso a un determinato livello di confidenza e relativo a un certo orizzonte temporale. Approfondimenti sui fattori di rischio Per quanto riguarda l'incidenza del patrimonio o capitale proprio sulla posizione netta sensibile, quanto maggiore è l'ammontare del capitale (compreso tra le passività non sensibili) tanto minore è l'effetto (reddito) diretto del rischio di tasso sul margine d'interesse. Un ammontare di capitale relativamente più elevato consente di contenere gli effetti delle variazioni dei tassi nella misura in cui la remunerazione del capitale non risente dell'andamento dei rendimenti di mercato; esporsi maggiormente a rischi di tasso nella misura in cui il capitale possa fronteggiare gli effetti economici dei rischi; il capitale proprio può essere utilizzato per finanziare attività non fruttifere, o meglio il cui rendimento non è legato immediatamente all'andamento dei tassi, come gli immobili; anche l'investimento del patrimonio ha riflessi sulla redditività: i rischi finanziari nascono da attività finanziate con mezzi propri, la cui redditività varia in modo diverso dal variare del costo del capitale. Le attività e passività a tasso fisso non sono esenti dai rischi di tasso. - un'attività investita a tasso fisso da origine a posizioni di rischio, quindi a minori risultati economici positivi in presenza di variazioni al rialzo dei tassi nel periodo di detenzione; la posizione di rischio può essere neutralizzato soltanto da una passività allo stesso tasso fisso per la stessa scadenza o tempo di rinegoziazione: si opera per posizioni nette. - un'attività investita a tasso fisso che sia disinvestita prima della fine dell'originario periodo di detenzione dà origine a plusvalenze in conto capitale immediatamente e a posizioni a rischio di reinvestimento successivamente per la durata residua fino alla scadenza originaria, e quindi a minori risultati economici positivi in presenza di variazioni al ribasso dei tassi nel periodo di detenzione. Il risultato economico netto è funzione dell'effettivo andamento dei tassi nel periodo di durata originaria residua, rispetto al previsto andamento dei tassi al momento del disinvestimento o reinvestimento. DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità. www.forumeconomia.com Per quanto riguarda il fattore tempo, il rischio può derivare non solo dai tempi non coincidenti per scadenza, ma anche dalla forza contrattuale della clientela. Le variazioni dei tassi di mercato si discostano da quelle attese perché sono inattese. L'esposizione al rischio di tasso a impatti inattesi sui risultati economici. L'area di rischio ha dimensioni diverse da quelle corrispondenti al proprio profilo di rischio, quindi occorre considerare come gestire le nuove posizioni. Le variazioni dei tassi hanno effetti sul margine d'interesse, sul capitale e sul margine di intermediazione. Per quanto riguarda gli esempi di effetti diretti, ad esempio abbiamo per le obbligazioni che la variazione del tasso modifica il valore capitale (Corso); il rischio impatta diversamente a seconda che siano cedute sul mercato o siano mantenute in bilancio. Analisi del gap - misurazione posizione netta esposta al rischio; - misurazione dell'impatto sul margine di interesse; - 2 ipotesi essenziali: 1) rischio di tasso e quindi non coincidenza dei tempi di rinegoziazione tassi attivi e passivi; 2) variazione tassi: si scarica per intero sulle A /P rinegoziabili. - il gapping period in genere è di un anno. - misurazione A / P sensibili al rischio (RSA e RSL); - determinazione del gap (posizione netta) RSA — RSL; - tre casi (RSA > RSL; RSL = RSA; RSA < RSL); - associazione di ciascuno dei due casi diversi da quello in cui RSA = RSL con due casi di variazione dei tassi: al rialzo e al ribasso e determinazione della variazione del MINT. - Segno del gap negativo: intervenire per neutralizzare g positivi. effetti negativi; segno del gap positivo: realizzare gli effetti Il gap management ha come obiettivi l’immunizzazione e il mantenimento; gli strumenti sono rappresentati da derivati, ridefinizione di contratti con la clientela. VAR E? un indicatore statistico di sintesi: stima della massima perdita probabile (MPP) per un dato intervallo di confidenza e ipotizzata una distribuzione normale di valori in un determinato arco temporale. Per il suo calcolo occorre definire: - fattori quantitativi: periodo di detenzione o holding period delle posizioni in portafoglio; l'intervallo di confidenza o grado di probabilità desiderata; - disporre di informazioni: sulle posizioni in portafoglio e sull'andamento di mercato dei fattori di rischio; - determinare i modelli da applicare: ad esempio alle sensib. delle proprie posizioni alle variazioni di mercato. Abbiamo due diversi modelli: parametrici, che sono basati su distribuzioni di probabilità di tipo normale o gaussiana (indici come media, varianza, deviazione standard), e simulativi. Il procedimento di determinazione del VAR prevede: - la determinazione delle attività e passività in e fuori bilancio dalle proprie posizioni finanziarie esposte a rischi; - si importano da un provider esterno i dati storici aggiornati degli andamenti delle variabili che costituiscono i fattori di rischio e i dati storici degli indici di volatilità e di correlazione (costituiti per un periodo di osservazione di un anno di serie storiche); - si calcola quali valori massimi di perdita si possono registrare (nel 99% dei casi) con riferimento alle singole attività e passività in e fuori bilancio, considerata la volatilità dei prezzi registrati sulla base degli andamenti storici rilevati; - si determina l'ammontare della MPP considerando i valori massimi di variazione di valore (perdita o utile) delle singole attività e passività; sommandoli in una visione di portafoglio in modo da tenere conto delle correlazioni tra andamenti di fattori di rischio diversi (cambi di valute). Alcune osservazioni sul VAR - nello 0,5% dei casi [(100% - 99%) / 2] la MPP può essere superiore; - la distribuzione può non essere normale; DIFFIDATE DA CHIUNQUE PRETENDA DENARO PER IL MATERIALE CONTENENTE LA DICITURA www.forumeconomia.com Questo materiale non è autorizzato né dai titolari delle cattedre né dai loro collaboratori (salvo diversa indicazione) ma è frutto del lavoro di altri studenti. Chi studia su appunti altrui lo fa a proprio rischio e pericolo e sotto la propria personale responsabilità.