Scarica Educazione alla libertà e alla legalità - Prof. Costa e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! 1 EDUCARE ALLA LEGALITÀ Il termine usato nel Krizia è mettersi nell’ottica dell’altro, situarsi nei suoi presupposti e fare lo stesso percorso. Il tenore del percorso è dunque dato dall’intento e dalla volontà di tornare al fondamento, ossia al cominciamento non del solo processo logico, ma all’innescarsi di una qualche particella della dialettica fondante del soggetto (tessuto vivo). Bisogna: - Considerare il problema per quello che realmente è: un’urgenza vitale un compito grave incombente - Anteporre la serietà alla scientificità - Direttamente a piene mani al deposito di saggezza e di energie del passato in genere in particolare del cristianesimo. - Preferire il mare aperto ai sistemi tradizionali Educazione alla legalità: educazione al rispetto e alla pratica della legge, educare al sano rapporto alla legge e al giusto rapporto alle leggi. Come funzionari dell’educativo ci incombono altre responsabilità tra cui le dimensioni metafisiche de catastrofi umane. Metafora della peste: 1 sfrenatezza di fronte alla legge 2 ed un Smau incontrollato 3 recisione dei legami con gli dei e con gli uomini 4 smarrimento della misura umana. La metafora della peste mostra il senso discontinuo della legalità, ora la mancanza del senso della misura, l’aver consentito alle leggi economiche e del profitto di soverchiare la legge. Il cuore umano resta un guazza buio, lì permangono gli enigmi della radice cattiva e dei grandi slanci della magnanimità. L’educazione è una forza debole, ma è pur sempre da lei che passa l’umanazione il senso di lei la disumana nazione dilaga. Passare il dopo peste può essere inteso come il superamento di un punto morto o meglio di una soglia. Sull’educativo nell’orizzonte umano cristiano è certa la decisione di uscire verso l’essere, verso il bene in sé, e di tendere dal fenomenico verso l’essenziale cioè dal mostruoso al bello. Il ritorno a un fondamento al singolare, che però è multiforme e variegato come l’essere è come la vita. I tre fondamenti sono: 1. Trascendenza ed eterno 2. L’emergere l'ontologia della persona umana 3. Valori e posizioni gerarchiche Le proposte dell’educativo sono mosse dal principio “l’io posto” cioè la partecipazione e la relazione che è all’inizio, (finito - infinito) fecondando il rapporto io-molti. Il metodo qualitativo è l’esigenza prima dell’educativo e serve a esprimere lo “specifico umano”. Per imparare con la libertà, con l’intreccio di politica e morale, di giustizia e ingiustizia, il senso pieno della convivenza umana viene espresso dalla relazione qualificata tra le persone libere e con la felicità che un tempo si riteneva il fine dell’uomo e lo scopo del bello del vivere. Lo spessore e la peculiarità dell’educativo sono in proporzione diretta con il senso dell’uomo in generale e con quanto concerne l’umano. Gli insuccessi dolorosi del nostro tempo, inducono a rivedere l’educativo, per dirlo nel modo giusto quando lo si congiunge alla legalità. Si rivedono 2 aspetti: 1 affrontare il tema assegnatomi; 2 riflettere su ciò che è per me, affrontando il tema specifico. L’educativo passa da anima ad anima, ed essere iniziati alla educativo è cosa diversa dall’essere educato, dal gestire buone e utili prassi educative, dallo scrivere su temi e questioni pedagogiche. L’educativo significa entrare nel regno della libertà dalla porta principale. Parlare di necessità dall’iniziazione ha in sé due processi: 1 iniziazione in se; 2 iniziazione in cui esserci non è ovvio. Talvolta il problema è che si resta inesorabilmente esecutori, esecutori Perfetti alla quale sfugge l’anima. la mancanza di vita, la mancanza di anima pesa sulle prassi educativa, bisogna esprimere quanto vi splendido e tremendo nell’umano. L’ineludibilità colui che produce l’agire sia fuoco che divampa, bisogna educare al sano rapporto alla legge e al giusto rapporto alle leggi tanto da essere fuoco che divampando accende. L’educativo leggi precise e sfumate, il rapporto soggetto legge: libertà e liberazioni, il concentrarsi della soggettività, la convivenza umana monte, libertà legge leggi. Bisogna individuare il senso della legge: 1 senso per la legge: aut aut cioè l’io del singolo (Kierkegaard Dostoevskij e Nietzsche). Bisogna considerare il senso della legge come la mossa prima dell'educazione alla legalità ed è tenuta in linea dritta dall’io posto. 2 senso per la legge: la legge può trovarsi in contrasto con talune leggi, e per la quale viene rivendicata la funzione di parametro, essa stabilisce il valore della soggettività. Impone genericamente di trattare le cose da cose. il senso di sinergia tocca il suo apice, la legge scritta nel cuore comprende: libertà, fedeltà, sacrificio, obbedienza, disobbedienza e infinite altre sfumature. L’attivarsi dell’ordine inferiore e il direzionarsi verso la padronanza danno la capacità di provare l’attrazione del “bene” e salvaguardano una schiavitù di attrazioni che abbassano il prezzo del soggetto e ritardano l’attuazione. 2 FILOSOFIA DELL’EDUCAZIONE E FILOSOFIA MORALE C’è una realtà propria dell’essere umano, di ognuno che la si può dire perfettibilità o più semplicemente capacità e bisogno di educazione. Oggi ci sono delle distanze si può rilevarle: ● si parla di inutilità e di morte della pedagogia ● Si festeggia o si asseconda la riduzione parziale o integrale di educazione a istruzione ● C’è un richiamo polifonico all’Athos o il puro riconoscimento dell’esigenza di rifarsi esso ● Sembra quasi che non sia in questione la realtà uomo e la sua qualità la realtà stessa di chi compie gli altri Il problema educativo ossia della risposta perché l’uomo nella sua dimensione di perfettibilità possiede due atteggiamenti: ● Ufficialmente: indicando e giustificando l’avvio soluzioni mediante il collegamento o il dialogo con altri saperi ● Realmente: cercare la soluzione nella sua ideologia o nel confronto coraggioso anche con la vita reale La filosofia dell’educazione rappresenta una mediazione insostituibile tra filosofia morale e realtà educativa globale (esempio: occhio che nell’anima il sole che ne alloggia ultimo), cioè chi ha il compito di stabilire i parametri individuali circa la potenzialità visibile e c’è chi ha il compito di eliminarli guidato dalla conoscenza dei parametri. Atropine significa sapienza umana, c’è un sapere dell’uomo intorno a ciò ciò che è umano, e tale sapere ha un potere di emanazione. Antropico Sofia: ipotesi di un potere umano ante di cui potrebbe essere dotato un particolare sapere sull’uomo. c’è qualcosa di vitale per la realtà educativa ma è qualcosa che va fondato nel profondo. La filosofia morale può aiutare chi si occupa di educazione e retrocedere a un ordine di realtà ultime, senza sconfinare nelle temporalità, realtà ultime meramente logiche ma reali, radicali nel senso primario e bello, la filosofia morale a fronte i problemi umani dalla parte dell’uomo, concreto, storico, non eccezionale, per non perdere il giusto equilibrio fra la sua dialettica di realizzazione è sostanzialmente l'acquisita e sempre accresciuta capacità di rapporto con l'Assoluto e con gli altri. 7 CONOSCENZA DI SE La conoscenza che, per esercitare la propria libertà, l'io deve avere di sé non è conoscenza puramente psicologica. Per indicare questa autoconoscenza ci si può ricollegare alla conoscenza dialogica: l'io acquisisce l'autoconoscenza non mediante la chiusura in sé e l'isolamento, ma mediante l'apertura e lo specchiarsi nella soggettività dell'altro, si conosce conoscendo e in quanto è conosciuto, e il percepire l'altro come soggetto lo porta a percepire e a conoscere a mo' di soggetto. 8 VOLIZIONE DI SE L'autocoscienza dell'io rappresenta un momento dell'atto libero concretantesi nella scelta. La volizione-scelta che l'io opera su se stesso e autentica modificazione dell'io se riscattata dal formalismo o dal monismo di una volontà che vuole la volontà volente. La descrizione della scelta e della volizione che l'io fa di sé per il concretarsi della libertà esige l'accenno a un altro elemento; non potendo essere una vuota auto-scelta, bensì un relazionarsi concreto. Per l'autovolizione come per l'autoconoscenza l'io deve inserirsi vitalmente nella relazione intersoggettiva per far emergere la propria intenzionalità e stimolare il proprio potere decisionale. La decisione, non giunge come conclusione necessaria di un ragionamento o di una concordanza di conoscenze, deve superare ostacoli insiti profondamente nell'io e non rimovibili con il puro conoscere o con la volizione immediata. 9 DECISIONE COME UNIFICAZIONE DELLA PERSONA L'uomo è libero dopo che ha deciso, dopo che ha preso la deliberazione di rispondere, in maniera adeguata, alle proprie esigenze essenziali per realizzarsi e concretarsi: quando l'esigenza è stata confrontata con l'oggetto che poteva soddisfarla, l'oggetto è stato scelto e la scelta ha modificato il modo di essere dell'io. Formazione alla libertà, secondo il dato acquisito da ogni posizione pedagogica, è formazione integrale e unificante della persona, e la variante è rappresentata dalle differenti accezioni del termine persona. La formazione integrale e unificantesi sarà realizzata come formazione all'interiorità, formazione alla convinzione, formazione all'impegno-compito che nella decisione vede il passaggio dal conoscere al fare. 10 ELEMENTI DEL VIVERE E DELL’AGIRE LIBERO a) Interiorità: E la presa di possesso da parte dell’io della propria soggettività in rapporto a tutto ciò che è non-io, oggetto. La posizione centrale dell'interiorità nell'agire libero rende stringente l'interrogativo sulla possibilità e i limiti di una formazione ad essa. b) Convinzione: si voglia riscattare l'essere e l'agire umano dall'improvvisazione e dal totalmente condizionato. La persona-relazione: con tutte le implicazioni che il binomio comporta, è la sorgente prima delle idee-forza che rendono possibile la convinzione e consentono al soggetto convinto di essere capace di libertà. c) Impegno-compito: inteso come libertà intesa quale essenza di una persona-relazione il significato della vita non è dato, né si coglie sulla via della conoscenza o lo si può comprendere dall'esteriorità dell'accadere. Il vero significato della vita lo si crea e lo si afferma nella relazione, perché solo nella relazione il tu devi, rivela la sua autentica dimensione e la sua valenza concreta. 11 EDUCATORE PER LA FORMAZIONE ALLA LIBERTÀ Il tu, cioè, esprime l'ambiente libertà in cui è possibile formare alla libertà. Il tu deve vivere la situazione di libertà per comunicare esistenzialmente con l'io. La formazione alla libertà dell'io, si fa appello al nucleo originario della persona. Il discorso ritorna alla centralità del rapporto, in cui uno dei due interlocutori dimostra di dover avere un'identità precisa perché il rapporto instaurato sia edificante. 12 FORMAZIONE ALLA LIBERTÀ E RELAZIONE INTERSOGGETTIVA Nella realtà di una formazione alla libertà radicale il rapporto è instaurato dall'educatore con la propria identità soggettiva, non perché essa rappresenti un parametro di valutazione o un punto stabile di riferimento, ma perché quasi si trasforma in facoltà, o meglio, in puntualizzazione focale di capacità conoscitive e operative. Qui risulta evidente la differenza tra il formare a questa libertà radicale e il formare, per es., alla libertà di scelta. L'attenzione e l'attesa devono sostanziarsi di certezza della potenziale ma reale irreperibilità dell'altro. È fuori dubbio che una formazione alla libertà intesa in senso radicale non ha una sua propria modalità di essere, ma si incarna e si concretizza nella libertà di scelta e nelle diverse libertà a cui si è accennato all'inizio. La formazione alla libertà, senza altre qualificazioni, ha motivo e diritto di esserci, solo in una concezione che affermi l'emergere della persona sul reale, una persona in cui si radica il momento relazionale e la responsabilità-compito dell'autorealizzazione.