Scarica La Crisi dell'Energia: Petrolio, Nucleare, Fonti Rinnovabili e più Temi in PDF di Italiano solo su Docsity! Energia. Crisi petrolifera, energia nucleare, fonti rinnovabili "Dammi un litro di oro nero" cantava l'ironico Rino Gaetano negli anni Settanta. Era l'epoca della prima violenta crisi petrolifera, con il prezzo del greggio alle stelle, che obbligava gli italiani alle domeniche a piedi, non per finalità ecologiche, ma per necessità di risparmio energetico. Il rischio di nuove impennate del prezzo del petrolio sembrava negli anni successivi definitivamente scongiurato e, invece, oggi il prezzo al barile ha superato abbondantemente i cento dollari, costringendo i paesi sviluppati a interrogarsi sul proprio futuro economico e a ricercare fonti energetiche alternative. Il tema dell'energia è strategico per lo sviluppo economico e sociale di tutti i Paesi. Avere accesso a quantità elevate di energia a prezzi convenienti è un fattore fondamentale per alimentare la produzione industriale, diffondere e far funzionare una rete elettrica adeguata, promuovere l'aumento del PIL (Prodotto Interno Lordo), il benessere economico e il miglioramento della qualità di vita dei cittadini. Rispetto agli anni Settanta lo scenario internazionale è cambiato. Molte nazioni, un tempo arretrate, stanno diventando protagoniste della ribalta mondiale e conoscono una crescita economica incredibile. È il caso, per esempio, della Cina e dell'India, paesi che assommano miliardi di abitanti e le cui economie crescono negli ultimi anni a ritmi vertiginosi. Per poter continuare a crescere e raggiungere in qualche decennio un tenore di vita simile a quello occidentale, cinesi e indiani abbisognano di poter disporre di molta energia per sostenere le loro economie, ancora basate sulla produzione industriale e non dematerializzate e ormai basate su servizi e conoscenza come quelle occidentali. Inoltre, cinesi e indiani hanno un drammatico bisogno di energia per far funzionare illuminazione domestica, televisori, computer, lavatrici, frigoriferi e automobili, comodità cui mai noi rinunceremmo. L'energia disponibile per gli impieghi economici è nel mondo in gran parte ancora fornita da fonti fossili: petrolio, carbone e gas naturale (metano). Sono prodotti formatisi sulla Terra, durante milioni di anni, in seguito alla sedimentazione e trasformazione di materiale organico, in gran parte di origine vegetale. Si tratta di materie prime soggette quindi ad esaurimento, anche se tale eventualità è tutt'altro che prossima. C'è poi l'energia nucleare che si produce a partire dalla fissione del nucleo di atomi di uranio o di altri elementi. Si tratta di un'energia "pulita", la cui scoperta si deve proprio all' italiano Enrico Fermi, artefice nel 1942 della prima pila atomica, ma il cui impiego è tuttavia ancora controverso ed osteggiato. Infine esistono le cosiddette "fonti rinnovabili": l'energia solare, quella ricavata dalle biomasse, l'idroelettrica, l'eolica (l'energia che si ricava dal vento), la geotermica. Un economista americano, Jeremy Rikfin, caldeggia l'utilizzo universale dell'idrogeno quale fonte energetica rinnovabile e non inquinante e le prime applicazioni in tal senso sono incoraggianti. Promettente, ma in prospettiva futura, sembra l'impiego dell'energia legata alle maree. In una congiuntura dominata dall'aumento mondiale della domanda di energia, legato all'aspirazione di miliardi di uomini di uscire dalla povertà e di godere degli agi del benessere, fermo restando che ancora per decenni le fonti fossili (petrolio, carbone e gas) continueranno ad essere le principali fornitrici di energia, occorre un ripensamento della politica energetica. Principalmente in Italia, completamente dipendente sotto l'aspetto energetico da Paesi stranieri e dove il dibattito sull'energia, come del resto in altri ambiti, è dominato da pregiudizi ideologici, aspettative irrazionali e scarsa concretezza. Il possibile ricorso all''impiego, economicamente vantaggioso, di energia nucleare determina, per esempio, ancora una pregiudiziale e ingiustificata avversione in gran parte dell'opinione pubblica, spesso disinformata. Eppure si tratta di un'energia "pulita", che non contribuisce all'inquinamento dell'atmosfera, non produce, cioè, emissioni tossiche di quel biossido di carbonio (CO2), ritenuto responsabile di aumentare il cosiddetto effetto serra e quindi il riscaldamento della Terra, cui molti esperti attribuiscono effetti climatici catastrofici.