Scarica Epistulae morales ad Lucilium e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! Epistulae morales ad Lucilium Lettere morali a Lucilio Raccolta di 124 lettere suddivise in 20 libri. Probabilmente l'ultima opera di Seneca fu un epistolario: le Epistulae morales ad Lucilium, una raccolta di 124 lettere riunite in venti libri. L'erudito Aulo Gellio cita passi tratti da un ventiduesimo libro, che non possediamo: se ne deduce che molte sono le lettere andate perdute. Come avviene in ogni epistolario, le Epistulae ad Lucilium non affrontano un solo argomento ed è quindi impossibile definire l'organizzazione interna nei contenuti dell'opera. Esse so-no, per certi versi, un 'diario privato, ma, per altri, sono un vero e proprio testamento spirituale, la sede dove Seneca raccoglie tutte le sue riflessioni su problemi di filosofia morale. Il destinatario delle lettere di Seneca era un amico, poeta e politico, Lucilio appunto, che aveva ricoperto alcune significative cariche pubbliche; in realtà, più che a lui, Seneca scrive a se stesso e, potremmo dire, al vasto pubblico dei posteri, al punto che si è persino dubitato che questo fosse un epistolario reale (anche se lo fu, dato che in alcuni passi Seneca fa riferimento alle risposte di Lucilio). Non bisogna però pensare che le Epistulae ad Lucilium siano una conversazione privati le lettere di Seneca erano ideate già in origine per la pubblicazione, o quanto meno per la diffusione presso una cerchia più o meno vasta di lettori. Del resto, il rapporto tra i due corrispondenti è squilibrato: non sono due interlocutori alla pari, perché Seneca è il maestro, Lucilio Pallievo, a cui il filosofo si rivolge come un consigliere per aiutarlo a raggiungere la saggezza a cui ogni uomo deve aspirare. Lo scopo didattico compare quasi a ogni riga, anche se i toni che Seneca assume con il suo amico non sono mai severi, bensì quelli di chi propone un percorso e lo condivide con il proprio interlocutore. La scelta della forma epistolare per la divulgazione del proprio pensiero filosofico non è senza precedenti; era stata già compiuta, infatti, da filosofi greci come Platone ed Epicuro, ma Seneca fu il primo autore latino che la adottò sistematicamente. Nelle Epistulae ad Lucilium si intrecciano episodi della vita quotidiana, come la visita a un podere di campagna, a temi morali elevati; anzi, spesso è dall'esperienza quotidiana e da piccoli eventi della vita che Seneca prende spunto per riflessioni più generali. Quando Seneca iniziò a scrivere queste lettere, erano appena iniziati gli assassini politici ordinati da Nerone e dal prefetto del pretorio Tigellino contro i senatori che si opponevano al potere imperiale. Seneca assisteva dunque al fallimento della sua opera di maestro di Nerone e, come altri senatori, anche lui era sospettato e spiato. Occorreva dunque dare un messaggio di speranza e di forza morale ed è appunto questo che emerge dalle lettere. Allontanatosi dalla vita pubblica, dalle ambizioni e dal potere, Seneca comprende a pieno che il percorso di miglioramento morale e intellettuale di un uomo non è mai concluso; la sapienza si conquista a ogni momento, a ogni ora, e viene messa alla prova soprattutto nel momento del distacco dalla vita. Il percorso di perfezionamento morale a cui Seneca invita Lucilio, dunque, si realizza pienamente solo nell'otium, cioè quando ci si allontana dai doveri politici e dalle occupazioni sociali per dedicarsi a pieno allo studio della filosofia.