Scarica Escursioni nel cuore dell'America e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Musica solo su Docsity! ESCURSIONI NEL CUORE DELL’AMERICA: ESERCIZI DI ETNOGRAFIA MUSICALE ESCURSIONI NEL CUORE DELL’AMERICA: ESERCIZI DI ETNOGRAFIA MUSICALE ESCURSIONI NEL CUORE DELL’AMERICA: Nettl pubblica nel 1995 questo saggio in un libro di Tullio Magrini, “Uomini e suoni”. L’autore è un musicologo che si occupa fino a questo momento di cultura iraniana e indiani d’America: Nettl applica il suo lavoro a ciò che vede ogni giorno all’interno di una università americana nel quale insegna, il Music Building, l’idea che si possa lavorare su qualsiasi repertorio e qualsiasi musica con prospettiva etnomusicologica. Quanto possiamo estendere le considerazioni di Nettl all’Europa e all’Italia? Alla fine del 1880, una serie di studi frutto del lavoro di Gionellis avvia lo studio comparato delle scale musicali di diverse nazioni: è datato come il momento della nascita dell’etnomusicologia e citato nell’articolo di Nettl. In quel periodo di fine 1800 ci sono due correnti: quella che studia il folklorismo interno alle nazioni e quella, più ampia, con interesse extra-europeo. L’etnomusicologia si occupa di tutti i generi musicali, come la ‘Popular music’ e della stragrande maggioranza di generi musicali a parte la musica d’arte (musica colta occidentale, cosiddetta ‘euroculta’, che si è sviluppata nel 700/800 nelle corti europee), la quale viene studiata dalla musicologia. Più del 90% della musica mondiale viene studiata da pochi. Il comparativismo musicale una delle culle dell’etnomusicologia: forme che potessero consentire di datare dei repertori di culture diverse, per potere tracciare dei repertori che portasse comunque all’occidente come espressione massima di repertorio musicale. Ki Mantle Hood scrive negli anni ‘60 ‘The ethnomusicologist’, espone un nuovo metodo: per poter dire qualcosa sulla 'musica Altra’ lo studioso deve applicare un metodo bi-musicale, diventando allievo e imparando a fare questi repertori, per poterne dire qualcosa. Non tutti condividono questo metodo. ‘La riflessività’: momento nel quale si presume che le posizioni personali dello studioso in relazione a ciò che osserva vengono messe in gioco: svolta riflessiva e dialogica nell’etnografia. Scoperta di questo bacino enorme di musica a tradizione orale, con altre regole, altri modi di trasmissione, altri significati fa emergere la nascita di una nuova disciplina che si occupa di queste culture musicali altre e popolari. L’autore cita. Pogo che è una vignetta ‘we have met the enemy and he is us’, Nettl parafrasa questa frase nell’articolo ‘abbiamo preso contatto con la cosiddetta cultura esotica senza pensare che la nostra stessa musica può apparire esotica ad altri’. Etnografia musicale può essere infinita, anche solo su un terreno piccolo come può essere il Music Building di Nettl. Egli descrive questa comunità come una ‘sottocultura’, o ‘subcultura’. Da un punto di vista etnografico c’è un’autonomia dei mezzi di produzione allora è società e se non c’è è una subcultura. Nettl dice però che questa in esame può essere considerata una subcultura autonoma. Primo episodio dell’articolo si intitola ‘il Pantheon’. Concetti che sembrano semplici non lo sono, va smontato un concetto che ha a che fare con l’identità culturale. Insegnante Blackfoot di Nettl riconosce la diversità culturale. Identità della canzone dal punto di vista formale è identica, ma se la sogni te ne appropri e diventa tua. Sognare di diventare musicisti, in tante culture musicali il sognare è fondamentale, dà l’afflato all’arte. Canzone intesa come un incontro tra l’umano e il soprannaturale, intesa come un atto di creazione. Trasformiamo gli argomenti di Nettl nell’articolo in questioni di tipo etnografico. L’atto di attribuzione di valore di un’opera non è un atto neutro, ma frutto di una collegialità di enti e autori che danno il proprio contributo a dare valore a una cosa (metterla in un museo, critici che la elogiano, … e tu come visitatore la devi trovare interessante e trovare un tuo modo per abitare questa dialettica). L’attribuzione di valore è uno dei campi di ricerca etnografica. L’altro tema grosso è il fatto che l’attribuzione di valore riguarda un sistema di potere che decide che questo è un valore. Altro tema è che ci sono momenti drammatici ciò a cui attribuiamo valore ma che insieme sembrano deturpare come la musica d’arte occidentale riemerge e ritrova valore: con la pandemia viene suonata musica da Scala e tutti la apprezzano. Rituali di restituzione di socialità come nella Nella musica d’arte contemporanea com’è rappresentato il compositore? Come viene celebrato? Dove vive e come si esprime? Quali sono i rituali di deferenza nei confronti del compositore? E che dialettica ha egli nei confronti dei musicisti? È apprezzato o disprezzato? Apprezzato formalmente e poi criticato? Lo si gratifica per mantenere viva la figura del compositore come semidio in ottemperanza ai canoni di costruzione del compositore, ma poi vi sono sacche di critica? Rituale di celebrazione della figura semidivina del compositore se il compositore è in sala: lo si fa alzare e lo sì, inneggia, ma sta in disparte. Prima del concerto occupa il posto dei musicisti ma quando inizia la sua stessa opera si siede dove siede il pubblico, apparentemente ha qui un ruolo ‘normale’ ma in realtà specialissimo. Appena compositore sparisce si esprime apprezzamento o meno verso l’opera del compositore nonostante dopo davanti al pubblico lo si osannerà. Da un punto di vista antropologico sono cose strutturali e quindi passibili di analisi. Foto di Elliot Goldenthal, immagine di un compositore hollywoodiano. Tiene in mano l’architettura orchestrale, cosa significa una foto del genere? Foglio che testimonia gli attrezzi del mestiere. Immagine di Bach che anche lui tiene in mano la partitura: musica è vissuta come ‘esoterica’, ci tiene a distanza in quanto è vista come un’arte esoterica appunto. Per i Kaluli l’accesso al mondo musicale è per tutti, per noi invece non è per tutti. Musicista come creatura semidivina. Nettl cerca di portare all’emersione che esistono dei tratti di cultura che si propagano nel tempo come caratteristiche inconsapevoli, senza che le persone ne siano a conoscenza. Nettl parla del ruolo del compositore come ‘una figura soprannaturale’, tratti che troviamo come costanti nella costruzione dell’immagine che il compositore propaganda di sé stesso all’esterno. Capacità di leggere attraverso identità del musicista la sua stessa esistenza non è oggetto solo della musica d’arte. Tratti che resistono a partire da pratiche religiose che sopravvivono all’interno di un sistema e che sono inconsapevolmente riprodotte: Mozart è vivente, non è morto, si presentifica la sua immanente presenza nel nostro mondo e si prevedono le sue reazioni…. Esattamente come per le divinità. Idea di celebrare i centenari sono forme di prostrazione religiosa, come rituale di devozione. Prostrazione esibita come musicisti come una forma parareligiose. Wagner viene eseguito per 5 ore, per esempio, con direttore di orchestra prostrato. Forme di prostrazione di tipo religioso. Idea di vedere costanti iconografiche e Pattern che sopravvivono nell’espressività corporea musicale in relazione a una semiotica corporea della religione. Considerare l’esistenza ancora oggi nei musicisti dell’idea di pantheon, capire se ancora oggi esista, cosa è toccabile di Mozart e cosa di Ravel, per esempio? Prescrizione e attenzione eccessiva per un compositore rispetto a un altro significa forse che quel pantheon è ancora prevalente e permea la cultura attuale. Indagine del sistema musicale come sistema religioso è feconda, come ci suggerisce Nettl. Esiste una forma in cui l’opera prende forma nel testo, all’interno della costruzione della testualità della musica vi sono statuti di presenza diversi l’uno dall’altra. Le partiture non devono essere fatte cadere per terra, ad esempio. Etnografia della religione e sua simbologia è terreno fecondo per analizzare come la musica esista. Società americana di quegli anni per Nettl: qual’è il repertorio centrale musicale? Quello non sarà il repertorio che si trova nel Music Building. Alcuni tipi di musica vengono assolutizzati e perdono la sua originaria funzione. Abitudini musicali in cui musica è vivissima ma quella assurge a una funzione. Quella che si è defunzionalizzata si è impoverita, rimanendone solo un mantra ma priva dell’afflato vitale. Valore della musica è dato anche dalla sua funzionalità! Nel recupero di essa c’è la possibilità di una riattribuzione di senso per repertori che lo hanno perso. Musica con funzione viva, e musica che ne ha meno. Hollywood prende, trasforma e usa un certo tipo di musica, socializzandola. Einaudi ammicca all’immaginario cinematografico e per questo ha le sue sale di concerto piene. Rituale aggregativo funzionale nei cori, anche. Perdita di funzione nell’idea di revival per altre sale da concerto. Nettl rileva che esista uno scollamento tra i rituali centrali di musica e ciò che il Music Building pensa di sé stesso. Uno dei veicoli maggiori della fruizione musicale è il cinema o la televisione, c’è musica sinfonica che non esiste, perché è analogica. Se noi dovessimo chiederci quale sia il repertorio centrale Nettl sbaglia a non nominarlo, in quanto attraverso i media fruiamo maggiormente la musica come rituale quotidiano. Se chiedessimo agli esponenti del Music Building quale sia la musica più importante ancora oggi rileveremmo uno scollamento totale tra musica che si ascolta tutti i giorni e quella considerata + importante. Perdita di funzionalità della musica d’arte, non basta + dire che sia una musica importante in cui vi sono le basi della nostra società, la significazione musicale ci propone un eccesso di senso, parla anche attraverso l’associazione a una funzionalità. Semiotica della musica, eccesso di senso? O senso dissipato, che svanisce lentamente. Covid ha accelerato il processo di ‘diluizione del senso’, nelle sale di musica da camera non c’è + pubblico. Nella fruizione della musica vi è stato cambiamento: opacità, verità che la musica sembra sempre raccontarci non è + vera. ‘Non si fai mai abbastanza per la musica’