Scarica Esempi tracce svolte prova scritta TFA e più Appunti in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! ESEMPI DI TRACCE SVOLTE PER LA PROVA A DOMANDE APERTE DEL TFA SOSTEGNO 1. APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO L’apprendimento significativo, opposto a quello meccanico-lineare, consente di dare un significato, un senso alle conoscenze apprese, permettendo l’integrazione di nuove informazioni con quelle pregresse: sotto questo punto di vista è un apprendimento “in itinere” quindi “formativo”. La conoscenza viene costruita dall’alunno collegandosi a situazioni concrete, in un contesto di socializzazione e di collaborazione; tale operazione, ben più complessa della mera acquisizione mnemonica, è un’operazione creativa che prevede l’uso del “pensiero divergente” e la scelta del percorso intellettivo più congruente all’obiettivo. Di fondamentale importanza sarà il lavoro di mediazione e di stimolo ( nonché di supporto ) operato dal docente: egli dovrà porre il discente al centro di tale processo inserendolo in un ambiente “empaticamente rassicurante” nel quale l’alunno possa trasformare le conoscenze in competenze e raggiungere un apprendimento permanente, anche attraverso l’uso contestualizzato delle T.I.C. COLLEGAMENTI: - Bruner, scaffolding - Guilford, creatività e pensiero divergente - Pensiero laterale: De Bono - Intelligenze multiple, Gardner 2. DIDATTICA INCLUSIVA Una didattica inclusiva è un “modus educandi” diretto alle necessità cognitivo – apprenditive di ogni singolo, attraverso scelte funzionali atte ad abbattere ogni differenza, con l’obiettivo di mettere ogni alunno nelle condizioni di esprimere al massimo il proprio potenziale. Essa si basa sulla creazione di un ambiente fisico e mentale, oltre che affettivo, all’interno di situazioni collaborative, lavorando sempre sui punti di contatto tra programmazione di classe e personalizzata. Deve essere multidimensionale e multisensoriale in modo da soddisfare ogni esigenza psico-fisica dei ragazzi con disabilità; deve essere capace di favorire le relazioni tra compagni facendo apparire la diversità come un valore aggiunto. Come si è passati, costruttivamente e significativamente, dalla medicalizzazione all’integrazione, per giungere negli anni ’90 all’inclusione ( un passaggio di circa 30 anni, dalla legge 118/71 fino alla 104/92 ), allo stesso modo il docente dovrà pazientemente promuovere l’inclusione di classe muovendosi come “mediatore” empatico. COLLEGAMENTI: - Funzionamento ICF, abilità e apprendimento - Nuovo P.E.I. - Peer tutoring - Zona di sviluppo prossimale ( Vygotskij ) - Collaborative learning - T.I.C. - Excursus leggi 3. CHE COS’È L’EMPATIA? L'empatia consiste nella capacità di entrare in sintonia con gli stati emotivi e i pensieri di un'altra persona, al fine di comprenderne e le motivazioni e i comportamenti, senza dare un giudizio basato esclusivamente sul proprio punto di vista. Si tratta dunque di un’importantissima competenza, fondamentale all'interno delle relazioni, che Goleman inserisce tra gli elementi costituenti l'intelligenza emotiva. Quest'ultima è una componente intellettiva che consente di capire regolare i propri stati emotivi e quelli altrui al fine di raggiungere un obiettivo. L'empatia costituisce così un fondamentale elemento di questo tipo di intelligenza, assieme alle capacità di autoconsapevolezza, di autocontrollo, di motivarsi autonomamente e di instaurare relazioni interpersonali. Goleman ha sviluppato la sua teoria di intelligenza emotiva a partire da quella delle intelligenze multiple proposta da Gardner. Tra i nove tipi di intelligenza da lui teorizzati, Goleman si interessa a quelle interpersonale (rivolta verso le relazioni con gli altri, dunque caratterizzante persone empatiche e capaci di relazionarsi positivamente con gli altri, di riconoscerne il valore e di rispettarli) e intrapersonale (rivolta verso se stessi, dunque caratteristica di persone in grado di autovalutarsi, motivarsi, dotate di autostima e di amore verso se stesse). L'empatia è una qualità che permea sia l'intelligenza emotiva che una delle nove proposte da Gardner: ciò significa che le persone empatiche sono capaci di stare bene con se stessi e con gli altri, aiutandoli a esprimere il meglio di sé, proprio come ogni insegnante, emotivamente intelligente, dovrebbe fare con i suoi studenti, all’interno della relazione educativa. 4. DELINEARE LE PECULIARITÀ DIDATTICHE DEL COOPERATIVE LEARNING L'apprendimento cooperativo è una metodologia didattica che prevede la suddivisione della classe in piccoli gruppi al fine di raggiungere un obiettivo comune. Esso è molto sviluppato in ambito anglosassone (Fratelli Johnson, Kagan) e si sta diffondendo anche in Italia, anche grazie a Comoglio e ai suoi collaboratori. Il cooperative learning consente di raggiungere specifici obiettivi di apprendimento, di Claparède, che tenga conto delle singolarità di ogni studente, delle sue difficoltà ma anche delle sue potenzialità. “Quello che è necessario per qualcuno, finisce per essere utile per tutti”. L’UDL si basa su 3 principi fondamentali: 1) Fornire molteplici mezzi di rappresentazione (il “cosa” dell’apprendimento) 2) Fornire molteplici mezzi di azione ed espressione (il “come” dell’apprendimento) 3) Fornire molteplici mezzi di coinvolgimento (il “perché” dell’apprendimento). Le TIC (Tecnologie per l’informazione e la comunicazione) possono facilitare il lavoro di progettazione e sono un supporto significativo per la creazione di ambienti di apprendimento stimolanti, personalizzabili e, nello stesso tempo, inclusivi. In questa progettazione di curricolo inclusivo è di cruciale importanza la valutazione, che dovrà essere anch’essa inclusiva per tutti gli studenti. Dovrà quindi considerare i livelli di partenza, i loro progressi e non solo il traguardo finale da essi raggiunto, nel rispetto delle loro diversità e per valorizzarle. 9. RAV Il sistema nazionale di valutazione(SNV),introdotto dal DPR80/2013, è composto dall’INVALSI, dall’INDIRE e dal contingenta ispettivo. Esso prevede che annualmente ciascuna scuola si sottoponga ad un’attenta autovalutazione, al fine di puntare verso un costante miglioramento del SISTEMA DI ISTRUZIONE NAZIONALE e concreti benefici alle comunità locali. Il dirigente scolastico insieme ad alcuni docenti con specifiche competenze compila il RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE(RAV), sulla base di un modello digitale proposto dall’INVALSI, che ciascuna scuola può adattare e integrare alle sue esigenze. Tale documento si pone come obiettivo principale quello di mettere in evidenza i punti di forza e di debolezza dell’istituto, attraverso l’analisi di diversi elementi. In seguito alla stesura del RAV, viene definito un Piano di Miglioramento(PDM),sulla base delle criticità emerse verso le quali la scuola vuole indirizzare i suoi interventi nel corso del successivo anno scolastico. RAV e PDM sono parte integrante del Piano triennale dell’offerta formativa. 10. LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI COME PROCESSO FORMATIVO Con la scuola dell’autonomia ( DPR 275/1999 e Legge 107/2015) cambia il modello della valutazione, da strumento di selezione al momento di formazione dell’alunno, che promuove il suo successo formativo life long learning. La valutazione rappresenta, quindi, una dimensione importante dell’insegnamento perché incide sulla formazione della persona, contribuisce a determinare la costruzione dell’identità nei ragazzi, può far crescere la fiducia in sé quale presupposto della realizzazione e della riuscita nella scuola e nella vita. La valutazione è un processo che si realizza in diverse fasi. -La valutazione diagnostica o in ingresso che accerta i prerequisiti, per verificare il livello iniziale delle conoscenze ed eventualmente avviare una fase di recupero. -La valutazione formativa che monitora e verifica step by step il percorso di apprendimento dell’alunno. -La valutazione sommativa o finale, come esito trimestrale/quadrimestrale ed annuale. Gli strumenti della valutazione sono le verifiche che consistono nella raccolta di informazioni attraverso la somministrazione di prove. La verifica presuppone la previa definizione di obiettivi specifici che lo studente deve dimostrare di sapere e saper fare. Le prove consistono in test, colloqui e prove scritte. -I test sono prove oggettive di profitto. Sono utili perché somministrano lo stesso stimolo nello stesso momento a tutti gli alunni. I test possono essere prove strutturate ossia a stimolo chiuso e risposta chiusa, ( vero\falso, risposta multipla). Prove semistrutturate del tipo a stimolo chiuso e risposta aperta. Infine i test a stimolo aperto e risposta aperta. -Colloqui orali e relazioni scritte o REPORT, che sono utili al fine di valutare la qualità dell’apprendimento e capire come l’alunno organizza il suo pensiero. Fondamentale è la promozione da parte dell’insegnante della capacità di autovalutazione dell’alunno per promuovere capacità di metacognizione, l’imparare ad imparare che è una delle 8 competenze chiave promosse dal Parlamento Europeo nel 2006 e riviste nel 2018. Un altro modello di valutazione è quella comparata delle prove INVALSI. Nel caso dei DVA se la disabilità è lieve per le verifiche si utilizzano strumenti compensativi e misure dispensative. Per i DVA certificati dal comma 3 si attua una valutazione differenziata prevista dal PEI con prove differenziate e calibrate su misura. A livello normativo per la valutazione si fa riferimento al D.lgs 62/2017. Il decreto attuativo della legge 107 pone particolare attenzione sulle modalità di valutazione per gli alunni con BES. Per questi alunni la valutazione viene fatta in relazione al PDP o al PEI, che prevede adeguate forme di verifica e valutazione in riferimento all’individualizzazione alla personalizzazione, all’utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative. Per gli alunni con BES nel caso di una programmazione didattica per obiettivi minimi equivalenti, nei casi meno gravi, consente l’acquisizione del diploma di I grado, o per obiettivi differenziati equipollenti (nella scuola secondaria di secondo grado) con il conseguimento di un attestato di frequenza. Nell’ambito della valutazione un momento fondamentale è la certificazione delle competenze al termine della scuola primaria, secondaria di primo grado, al termine dell’obbligo di istruzione (secondo anno scuola secondaria di secondo grado), alla fine del secondo ciclo. Con DM 254 del 2012 sono state emanate le linee guida per la certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione. La certificazione è intesa come valutazione complessiva in ordine alla capacità degli allievi di utilizzare le conoscenze acquisite per affrontare compiti e problemi, complessi e nuovi, reali o simulati.