Scarica Giovan Battista Marino e il Marinismo - Prof. Giulio e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! Giovan Battista Marino e il Marinismo. La poetica di Marino e del secolo seicentesco è caratterizzata da: Ricerca del concetto arguto e dell’elocuzione ornata, entrambe modalità utilizzate da Marino per sorprendere il lettore. Vi è l’esasperazione di tutti i motivi ingegnosi e dei concetti che l’autore utilizzava, d’altra parte è attento ad utilizzare gli espedienti stilistici e formali che fanno assumere al testo un aspetto lussuoso. L’elocuzione ornata è lo strumento stilistico-retorico attraverso il quale si esprime il concettismo ovvero l’accostamento inedito di tematiche diverse tra loro, vi è un abuso di metafore, antitesi e l’utilizzo di un linguaggio molto articolato. I temi principali che vengono trattati sono: - Rappresentazione di temi inediti (dame brutte e deformi , poesie per pulci e pidocchi che adornavano il capo della donna amata; viene celebrata una materia modernistica fatta di mine, artiglieria). - Uso di stravaganze morfosintattiche, metafore e antitesi. - Antipetrarchismo: utilizzo di un linguaggio non selezionato, umile e fortemente realistico. Per comprendere il ruolo storico e le caratteristiche delle opere di Marino possiamo prendere come punto di riferimento le lettere di Angelo Grillo; in esse utilizza vari termini per compiacersi del modo di fare poesia di Marino soprattutto vista la sua giovane età ed utilizza l’avverbio “graziosamente” per descrivere la graziosità dei suoi versi. Il bisogno di una “nuova letteratura” di Marino ben presto lo portò ad avere problemi con il tribunale dell’Inquisizione. Biografia: Non abbiamo molte notizie sulla vita di Marino ma sappiamo che nacque nel 1569 e iniziò la sua prima formazione a Napoli presso Matteo di Capua, principe di Conca. Quest’ultimo possedeva collezioni d’arte che alimentarono la passione artistica in Marino, infatti, vengono citate nei suoi poemi più importanti. A Napoli conobbe Gian Battista Manso scrittore della biografia di Tasso; in quest’ambiente sperimentò la scrittura in endecasillabi e settenari attraverso la Canzone dei Baci in cui viene trattato l’amore in tutte le sue sfaccettature; a tratti anche sessuali. Prima di elaborare la poesia predetta tenne una lezione filosofica da Bernardino Telesio, approfondita poi nell’Accademia degli Svegliati. Marino tra il 1598 e il 1600 viene condannato due volte al carcere una volta per falsificazione di documenti ed un’altra per reati sessuali. La reclusione del ‘600 riesce ad evitarla spostandosi da Napoli a Roma. A Roma iniziò un’attività di auto promozione presso alcune famiglie importanti dell’epoca. Scrisse Le rime pubblicate a Venezia nel 1602 e dedicate a Crescenzi ottennero uno straordinario successo. Si presentavano come un Canzoniere diviso per capi le cui tematiche erano: 1) Amorose 2) Lugubri 3) Marittime 4) Heroiche 5) Boscherecce 6) Morali 7) Sacre 8) Varie Nelle Rime accosta tre sonetti su un usignolo: quattro dedicate al vento che soffia nel bosco e molte ai momenti d’amore tra ninfe e pastori. Ottenne particolari riconoscimenti anche da Chiabrera il quale ritenne che le rime avessero una “vivacità incredibile”. Marino scrisse nel 1602 anche un poema epico dal titolo “La Gerusalemme Distrutta” che si rifà alla distruzione di Gerusalemme ad opera di Tito nel 70 d.c. . In una lettera all’artista Castello dice di aver pronti 5 poemetti (l’Adone e la Strage degli innocenti compaiono) Dopo Roma si spostò a Ravenna, Genova, Bologna e Torino. A Torino ottenne l’appoggio della casata dei Savoia alla quale offrì omaggi letterari importanti. In occasione delle nozze delle due figlie di Carlo Emanuele di Savoia con le casate D’Este e Gonzaga produsse due testi encomiastici: “Il balletto delle muse” ed “Il letto” (sono fantastici). Nel frattempo tutto questo assetto positivo fu contrastato dal comportamento che adottò nei confronti di Gasparo Murtola con l’intento di scalzarlo dalla posizione di poeta di Corte. Cominciò criticando il 1 al 4 canto: Cupido per vendicarsi della madre Venere che lo ha battuto la induce ad innamorarsi del mortale Adone, approdato all’isola di Cipro. Venere vede Adone innamorato e si innamora, successivamente Adone la aiuta perché si è ferita con delle spine delle rose e si innamora. Cupido, Clizio e Mercurio cominciano l’iniziazione di Adone mostrandogli favole e rappresentazioni sceniche. 4 al 11esimo: Racconta come Adone venga iniziato alle delizie dei cinque sensi nel giardino del piacere e, successivamente, a quello dell’arte e dell’intelletto. Adone apprende i primi elementi della scienza moderna. Mercurio congiunge i due amanti in matrimonio. 12 al 16esimo:Adone inizia una serie di prove di iniziazione: per difendersi dagli agguati di Marte, gelosa di Venere, è costretto a fuggire da Cipro. Torna poi a Cipro e ottiene la signoria dell’isola dopo una partita a scacchi. Adone rifiuta di esercitare il potere anche dopo aver vinto un concorso di bellezza per il quale era stato definito Re dell’Isola. 16esimo al 20esimo: partente di Venere dall’Isola, Adone viene ucciso dal cinghiale inviatogli da Marte e reso fuorioso dall’amore (Adone lo aveva colpito con una freccia di cupido), il cinghiale viene assolto perché mosso dall’amore. Infine vi è la sepoltura del defunto accompagnata da giochi e spettacoli indetti da Venere in suo onore. Il ritorno in Italia Dopo 8 anni trascorsi in Francia avendo pagato con la pubblicazione dell’Adone la protezione di Luigi 14esimo, torna in Italia nella primavera nel 1623. È convinto di aver ormai superato i problemi con il Sant’Uffizio e l’elezione di Maffeo Barberini al pontificato lo illude di poter contare sulla sua amicizia ma cosi non fu; gli venne proibita una ristampa italiana dell’Adone e affronta anche una condanna pubblica dal Sant’Uffizio. Decide di allontanarsi da Roma e tornare a Napoli pensando di costruire una casa museo con tutti i libri e le opere d’arte accumulate in tutta la sua vita. Nel ‘624 Marino si ammala e la leggenda vuole che in punto di morte 26 marzo 1625 abbia deciso di dare alle fiamme le opere in edite che conservava manoscritte. Nel 627 l’Adone venne inserito nel codice dei libri proibiti. L’Adone ha avuto revisioni consistenti e l’opera non ha una tradizione manoscritta significativa ad eccezione dei due codici conservati nella Bibliotheque National de France e alla Biblioteca Nacional di Madrid , riportano il poema con quattro canti diversi che sembra non essere dedicati a Luigi XIII. successivamente dedica un’edizione elaborata al re il quale sostiene economicamente le spese. Prima della stampa francese pensa di spedire una copia a Venezia Giacomo Scaglia contenente tutte le correzioni relative alla censura. Altre correzioni le fece a Roma ma vi fu anche la proibizione formale ad altre edizioni dell’Adone. Il poema venne scritto insieme ad altre opere di Marino nell’indice dei libri proibiti.