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Giuseppe Parini: Vita, Pensiero e Poetica, Dispense di Italiano

Una dettagliata biografia di giuseppe parini, poeta e intellettuale italiano del xviii secolo. Parini nacque in brianza nel 1729 da una famiglia modesta e, dopo aver studiato, si trasferì a milano dove iniziò a coltivare la sua passione per le lettere. Nel 1752 pubblicò le sue prime poesie, ottenendo un buon successo che gli permise di entrare a far parte dell'accademia dei trasformati. Negli anni successivi parini divenne precettore dei figli del duca gabrio serbelloni, ruolo che gli consentì di osservare da vicino la vita e i costumi della nobiltà. Nel 1759 iniziò a scrivere la sua opera più importante, il poema satirico 'il giorno', in cui denuncia il parassitismo e la frivolezza della classe aristocratica. Parini si distinse anche per il suo pensiero moderato, che lo portò a sostenere il riformismo promosso dal governo austriaco durante il regno di maria teresa.

Tipologia: Dispense

2023/2024

In vendita dal 21/08/2024

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pietro-soardo 🇮🇹

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Scarica Giuseppe Parini: Vita, Pensiero e Poetica e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! GIUSEPPE PARINI La vita Giuseppe Parini nacque in Brianza nel 1729 da una famiglia modesta. Da giovane studiò presso il parroco del paese, successivamente si trasferì a Milano da una sua prozia che morì pochi anni dopo lasciandogli una piccola eredità. Le difficoltà economiche spinsero Parini a impartire lezioni private e a lavorare come copista per alcuni giudici. Parini iniziò ad appassionarsi alle lettere e, nel 1752, pubblicò “Alcune poesie di Ripano Eupilino”. Grazie al successo ottenuto, nel 1753 fù ammesso all’Accademia dei Trasformati, di stampo illuministico, frequentata anche da Cesare Beccaria e Pietro Verri. Nel 1754 Parini divenne sacerdote ed entrò al servizio del duca Gabrio Serbelloni in qualità di precettore dei figli. Qui ebbe modo di conoscere la vita della nobiltà e di osservarne i costumi e i vizi. Nel 1759 iniziò a scrivere la sua opera maggiore: Il Giorno. Grazie al successo che ottennero le prime due parti, Mattino e Mezzogiorno, Parini si guadagnò la stima sia degli intellettuali illuministi, sia dei funzionari dell’amministrazione austriaca. Così venne nominato poeta del Regio Ducale Teatro e divenne direttore della “Gazzetta di Milano”. Parini rimase deluso dall’amministrazione austriaca dopo l’ascesa al trono di Giuseppe II, così i suoi rapporti con gli austriaci iniziarono a deteriorarsi e Parini abbandonò gran parte dei suoi incarichi ufficiali. Nel 1796 alla discesa di Napoleone venne nominato membro della Municipalità dalla quale si allontanò a causa delle angherie compiute dai francesi. Quando nel 1799 gli austriaci entrarono a Milano, Parini li accolse a braccia aperte. Parini morì il 15 agosto 1799 e nel testamento chiese di “essere trattato come il più umile dei cittadini". Il pensiero Nelle sue opere Parini rivela molti punti di contatto con le dottrine politiche e sociali dell’Illuminismo ( in particolare l’umanitarismo e la rivendicazione dell’uguaglianza tra gli uomini). Parini non prospettò l’eliminazione della nobiltà bensì un suo rifacimento. Secondo lui la divisione in classi era necessaria al funzionamento della società; tuttavia egli denuncia il vivere parassitario della nobiltà e il suo distacco dal resto della società. Respinge inolte gli eccessi causati dall’economia capitalistica, la schiavitù dei popoli e ripudia la guerra da lui considerata un inutile spreco di vite umane. Parini respinge qualsiasi principio radicale o estremista rendendo così la sua posizione molto moderata. Proprio per questo appoggiò il riformismo promosso dal governo austriaco durante il regno di Maria Teresa (sovrano assoluto ma allo stesso tempo illuminista). Inoltre, i suoi principi morali lo spinsero a denunciare le prepotenze e i soprusi dei francesi durante il periodo del Terrore e delle campagne napoleoniche in Italia. La poetica La poesia di Parini è caratterizzata da uno stampo illuministico e allo stesso tempo neoclassico. Le sue poesie hanno lo scopo di educare la società e condannare il decadimento della nobiltà. Il suo stile sprigiona compostezza e armonia, una sintassi più fluida e un lessico ricercato. Il Giorno È un poema satirico e didascalico, scritto in endecasillabi sciolti, che riprende l’impianto di numerose opere classiche, incentrate sulla trasmissione di caratteri formativi. Il poeta si rivolge a un “giovin signore”, un nobile ozioso e corrotto, con l’intento di suggerirgli regole di comportamento. L’intento è chiaramente ironico: l’autore finge di fornire ammaestramenti allo scopo di mettere a nudo la vita frivola e gli atteggiamenti da cicisbeo del giovane. (corteggiatore pagato dal signore per intrattenere la propria moglie). L’opera è divisa in 4 parti: ● Il Mattino: la giornata inizia con il risveglio del “giovin signore” che deve affrontare la difficile scelta della colazione ● Il Mezzogiorno: viene descritto il pranzo e la dama ricorda l’episodio della “vergine cuccia” dove un servo viene punito severamente per aver tirato un calcio alla sua cagnolina dopo essere stato morso ● Il Vespro: alla sera il “giovin signore” incontra vari personaggi ciascuno rappresentante una condizione sociale diversa ● La Notte: il “giovin signore” vanno ad una serata di ballo e l’autore fa notare come i nobili in quell’occasione rappresentino un quadro desolante di “imbecilli” per via delle lore stupide manie