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I disturbi specifici dell'apprendimento, Tesine universitarie di TFA Sostegno

Breve tesina riguardante i disturbi specifici dell'apprendimento, completa di bibliografia, redatta durante il corso di specializzazione TFA sostegno. Il testo, suddiviso in 5 paragrafi, spazia dall'analisi della definizione e delle caratteristiche dei DSA alla loro classificazione, dalla didattica alla normativa nazionale in materia.

Tipologia: Tesine universitarie

2021/2022

In vendita dal 05/10/2022

SirDrakeS
SirDrakeS 🇮🇹

4.6

(5)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica I disturbi specifici dell'apprendimento e più Tesine universitarie in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! 1 TESINA I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO Sommario: 1) Definizione e Caratteristiche dei DSA. 2) Neuropsicologia dei DSA. 3) Classificazione dei DSA. 4) Didattica speciale per alunni con DSA. 5) Normativa Italiana in materia di DSA. 1) Definizione e Caratteristiche dei DSA. Per trovare una definizione di disturbi specifici dell’apprendimento1 non è necessario rovistare tra i libri impolverati di una biblioteca né tantomeno nei meandri più reconditi di Internet. Trattandosi di una tematica (purtroppo) centrale nel panorama dei disturbi che interessano i bambini in età scolastica è sufficiente una rapida ricerca sul web, anche per rendersi conto dell’impatto sociale che tali disturbi provocano. Già nel 1990, Donald Hammill aveva delineato i contorni del Learning Disability2, riferendosi ad essi come «ad un gruppo eterogeneo di disturbi manifestati da significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento e matematica, presumibilmente dovuti a disfunzioni del sistema nervoso centrale. Possono coesistere con la L.D. problemi nei comportamenti di autoregolazione, nella percezione sociale e nell’interazione sociale, ma non costituiscono di per sé una L.D. Le Learning Disabilities possono verificarsi in concomitanza con altri fattori di handicap o con influenze estrinseche (culturali, d’istruzione, ecc.), ma non sono il risultato di quelle condizioni o influenze»3. Alla luce della lungimirante definizione proposta da Hammill è pacifico come la L.D. racchiuda in sé una vasta gamma di problematiche riconducibili alla sfera dello sviluppo cognitivo, e non meno importante, all’apprendimento scolastico. Inoltre, come sottolineato da Cornoldi, le suddette problematiche «non sono imputabili primariamente a fattori di disabilità mentale grave e definibili in base al mancato raggiungimento di criteri attesi di apprendimento rispetto alle potenzialità generali del soggetto»4. L’espressione “disturbo specifico dell’apprendimento” si riferisce ad una specifica condizione accertata da un procedimento clinico, e identificata da precisi criteri diagnostici. 1 D’ora in avanti citati nel testo anche con l’acronimo DSA. 2 Spesso abbreviato in L.D. La trasposizione in lingua italiana è “Disturbo di Apprendimento”. 3 Hammill D.D., On defining learning disabilities: an emerging consensus, in Journal of Learning Disabilities, 23, pag. 74-84. 4 Cornoldi C., Difficoltà e Disturbi dell’Apprendimento. Bologna: Il Mulino, 2007. 2 Non di meno, va distinta dal più generico “difficoltà di apprendimento”, che ingloba tipologie eterogenee di difficoltà che si possono riscontrare in ambito scolastico, riconducibili a prestazioni negative dello studente, inferiori rispetto ai livelli comunemente attesi per età dello sviluppo e/o scolarità, e misurate attraverso la somministrazione di prove standardizzate. Questa discrepanza è stata a lungo dibattuta finché si è arrivati ad individuare nella specificità la caratteristica principale di questo disturbo. Semplicemente, il DSA riguarda uno specifico e circoscritto dominio di abilità, mentre rimane intatto il funzionamento intellettivo generale. Nel 2009, la Consensus Conference si è pronunciata a favore di test standardizzati per misurare l’intelligenza generale (di norma adeguata per l’età cronologica) e l’abilità specifica (deficitaria in rapporto alle attese per l’età e/o la classe frequentata). A rafforzare questa nuova tendenza nel modo di intendere i DSA sono stati enunciati due ulteriori parametri: • l’abilità specifica deve essere significativamente compromessa, nei termini di una prestazione inferiore a -2 Deviazioni Standard (Ds) dai valori normativi attesi per l’età o la classe frequentata (qualora non coincida con l’età); • il livello intellettivo deve essere nei limiti di norma; ciò significa che il Quoziente Intellettivo non deve essere inferiore a -1 Ds (equivalente di solito a un valore di 85) rispetto ai valori medi attesi per l’età. Ai fini di una corretta valutazione di merito sulla diagnosi di DSA si è iniziato a prendere in considerazione un cd. “criterio dell’esclusione”, vale a dire esclusione di tutta una serie di patologie e condizioni che possono alterare i test diagnostici. A tal proposito si vedano: • menomazioni sensoriali e neurologiche gravi; • disturbi significativi della sfera emotiva; • situazioni ambientali di svantaggio socioculturale che possono interferire con un’adeguata istruzione. I DSA rientrano nella categoria dei disturbi evolutivi dell’infanzia «e presentano differenti espressività nelle diverse fasi evolutive dell’abilità in questione. Inoltre, il carattere neurobiologico delle anomalie processuali che caratterizzano i DSA interagisce attivamente, da un lato, nel determinare la comparsa del disturbo, dall’altra con i fattori ambientali. A tal proposito è importante sottolineare che il disturbo specifico non è un semplice ostacolo nel processo di apprendimento ma comporta un impatto significativamente negativo con 5 ricorda l’ortografia o quelle molto lunghe. Così facendo, del proprio pensiero alla fine non rimane nient’altro che un elaborato minimo e scarno. Questa è un’importantissima e grave conseguenza della disortografia. È fondamentale che l’obiettivo della scuola sia condurre gli studenti ad imparare a compiere percorsi d’ideazione e progettazione del testo lasciando in secondo piano l’errore ortografico e grammaticale che potrà essere preso in considerazione in un secondo momento. • La discalculia evolutiva è un disturbo caratterizzato da una ridotta capacità di apprendimento numerico e del calcolo in rapporto alla classe frequentata. Si tratta di un disturbo a prognosi organica, geneticamente determinato, espressione di disfunzione cerebrale. Riguarda la parte esecutiva della matematica ed ostacola quelle operazioni che normalmente, dopo un certo periodo di esercizio, tutti i bambini svolgono automaticamente. Anche questo disturbo è caratterizzato dalla mancanza di automatismi che, a volte, ostacola l’efficienza del ragionamento. Impedisce a soggetti normodotati di raggiungere adeguati livelli di rapidità e correttezza in operazioni di calcolo e processamento numerico. Le caratteristiche peculiari sono l’incapacità di svolgere calcoli a mente anche se molto facili oppure a imparare a memoria le tabelline. 4) Didattica speciale per alunni con DSA. Gli studi condotti negli ultimi anni hanno evidenziato un dato piuttosto allarmante: si stima che almeno il 10% della popolazione scolastica presenta problemi di apprendimento che influiscono in maniera rilevante sul rendimento nelle varie discipline, causando spesso situazioni di disadattamento. Le difficoltà ad apprendere possono derivare da fattori ambientali e/o esterni all’alunno (si veda a tal proposito l’arretratezza culturale, gli scarsi stimoli, il degrado sociale, ecc.) oppure da fattori individuali (deficit visuo-uditivi, scarse capacità di linguaggio, lettura, memoria, ecc.). Date le enormi difficoltà a leggere, scrivere e contare, gli alunni con DSA non riescono a eseguire in maniera corretta compiti che per gli altri studenti sono assolutamente normali, come il ricopiare dalla lavagna o da un libro di testo, il produrre un elaborato o il segnare sul diario i compiti da svolgere a casa. Le difficoltà si estendono anche alla memorizzazione delle tabelline e a quei processi che prevedono la comprensione di concetti astratti messi in sequenza (giorni, mesi, anni). Non di meno, anche lo studio della storia e della geografia risulta compromesso non riuscendo a memorizzare nomi, date, luoghi. Il punto è che i tempi di esecuzione di cui necessitano sono lunghi e, inoltre, non riescono a mantenere la 6 concentrazione per troppo tempo: per questo motivo hanno diritto ad una riduzione del lavoro scritto e dei compiti a casa. Devono poter disporre di più tempo per lo svolgimento delle prove orali e potersi avvalere di metodi compensativi, come l’uso del pc, del registratore e di tabelle o schemi già preparati così da facilitare il lavoro. Inoltre i casi conclamati di DSA hanno il diritto di avere percorsi didattici personalizzati concordati con genitori e specialisti. 5) Normativa Italiana in materia di DSA. Il quadro normativo italiano è stato recentemente arricchito da alcuni importanti provvedimenti di legge: • la Legge dell’8 ottobre 2010, n. 170 (e successive Linee Guida) recante “nuove norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento in ambito scolastico”, che garantisce il diritto allo studio agli alunni con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia; • Linee Guida sui DSA (allegate al Decreto n. 5669 del 12 luglio 2011); • la direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012, recante “strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. La Legge 170/2010 in soli sette articoli regola la materia in esame riconoscendo e prevedendo una definizione della sindrome, stabilendo le condizioni per la diagnosi e l’individuazione precoce, prevedendo la specifica formazione dei docenti e delle misure educative scolastiche. Nella Legge vengono dichiarate le finalità ad essa sottese. Muove dal riconoscimento del diritto allo studio degli alunni con DSA, ai quali devono essere garantiti il successo scolastico, una formazione adeguata, il pieno sviluppo delle potenzialità e, infine, eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale. Rilevante è l’art. 3 che prevede la diagnosi precoce, affidata al Servizio Sanitario Nazionale. Questa è richiesta dalla famiglia, che la comunica alla scuola, ma a invitare la famiglia a sottoporre a esame diagnostico l’alunno è la scuola, la quale, di fronte a studenti che continuino a presentare difficoltà dopo adeguate attività di recupero didattico mirato, trasmette apposita comunicazione alla famiglia. 7 BIBLIOGRAFIA • Corcella P. R., Disturbi specifici e difficoltà dell’apprendimento scolastico. Un questionario osservativo per l’analisi dei prerequisiti e l’identificazione precoce del rischio (Doctoral dissertation, Università degli Studi di Milano-Bicocca), 2011. • Cornoldi C., Difficoltà e Disturbi dell’Apprendimento. Bologna: Il Mulino, 2007. • Hammill D.D., On defining learning disabilities: an emerging consensus, in Journal of Learning Disabilities, 23, pag. 74-84. • Stella G., Libro Bianco. Dislessia e Diritti Negati. Testimonianze di genitori e figli, Firenze, Libri Liberi, 2008.