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La Lirica Barocca in Italia: Giovan Battista Marino e la Rinnovazione Poetica, Dispense di Italiano

La lirica barocca in italia attraverso la figura di giovan battista marino, noto per il suo capolavoro 'adone' e la rottura con la tradizione petrarchesca. Della poetica galante di marino, la ricerca della musicalità e la novità all'interno della tradizione di chiabrera. Viene inoltre analizzata la vita avventurosa di marino e la pubblicazione di sue opere come 'dicerie sacre' e 'la galeria'. Il documento fa riferimento alla spagna e all'inghilterra e la trasformazione del tema guerresco in quello amoroso in 'adone'.

Tipologia: Dispense

2023/2024

Caricato il 01/02/2024

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Scarica La Lirica Barocca in Italia: Giovan Battista Marino e la Rinnovazione Poetica e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! LA LIRICA BAROCCA IN ITALIA Giovan Battista Marino emerge come figura di spicco nella lirica barocca, noto non solo per il capolavoro "Adone" ma anche per la raccolta "La lira" del 1614, che segna una rottura con la tradizione petrarchesca del secolo precedente. Si caratterizza per l’uso audace di un linguaggio metaforico e di iperboli con richiami di concetti e immagini eccentriche. La raccolta successiva, "La galera", si dedica alla descrizione artistica, unendo il visivo alla ricerca della musicalità che diventa una costante nell'opera di Marino. I "marinisti" intensificano l'uso di un linguaggio ricco di effetti verbali, ricco di immagini poetiche e giochi di parole. Si continua ad andare alla ricerca della meraviglia attraverso l'uso della metafora e oltre a questa vengono utilizzate altre figure retoriche come antitesi, ossimori e iperboli. Il poeta barocco inoltre tende all'uso della variazione, rifiutando il petrarchismo cinquecentesco, e soprattutto celebra una figura femminile in una gamma di aspetti più ampia e complessa, si passa infatti alla donna soggetta al trascorrere del tempo e allo sfiorire della bellezza e celebrano non solo la donna bionda, ma anche la bruna, la rossa e la brutta. Talvolta toccando il repellente. I sonetti tipici sono quelli di Giovan Battista Marino con la sua poetica galante, la poesia encomiastica di Claudio Achillini, il motivo crudele di Giovanetti, la poesia filosofica di Campanella. Gabriello Chiabrera, sebbene parte della ricerca barocca, si distingue per il suo approccio che cerca la novità all'interno della tradizione, recuperando elementi del linguaggio petrarchesco. Il suo contributo principale risiede nell'esplorazione di nuovi schemi metrici, raggiungendo risultati di suggestiva cantabilità nelle canzonette. GIOVAN BATTISTA MARINO Giovan Battista Marino, nato a Napoli nel 1569, visse una vita avventurosa, servendo vari signori e affrontando controversie. Dovette lasciare Napoli per evitare condanne legali e si trasferì successivamente a Roma, Ravenna, Torino e infine Parigi, ottenendo notevole successo letterario. Le sue opere, contraddistinte dal gusto barocco e dalla poetica della "meraviglia", superano il petrarchismo, abbracciando varietà stilistiche e sperimentando con il sublime, il comico, l'encomiastico e il satirico. Marino rifiutò le regole letterarie, privilegiando l'effetto sorpresa nel linguaggio. La sua celebrità culminò con la pubblicazione di opere come "Dicerie sacre," "La galeria," "La sampogna," e "Adone” (la sua fama raggiunse l'apice dopo il successo di quest'ultimo). Rientrato in Italia, muore a Napoli nel 1625. Una sua opera in particolare, “La Galeria”, è focalizzata sulla sperimentazione e sulla sorpresa linguistica, che rappresenta un importante contributo al gusto barocco in Italia. Con lui la parola prevale nettamente sui contenuti e utilizza analogie, assonanze, simmetrie e catene verbali sorprendenti. DONNA CHE SI PETTINA E’ una lirica appartenente alla “Lira”, una raccolta di suoi componimenti pubblicata tra il 1608 e il 1614. Il titolo indica la tematica della poesia, cioè i capelli dell’amata e l’amore non corrisposto. “Donna che si pettina” è un sonetto, formato quindi da due quartine di rima incrociata (ABBA ABBA) e due terzine di rima incatenata (CDC DCD). Le figure retoriche presenti sono: - metafore, cioè “onde dorate”, “navicella d’avorio”, “flutti tremolanti e belli”, “aureo mar”, “ricco naufragio” e “di diamante lo scoglio”; - la sineddoche “golfo d’oro”; - i latinismi “procelloso”, “rubelli” e “aureo”; - la personificazione “Amore”; - l’ossimoro “ricco naufragio”. - chiasmo all’ultimo verso” Un'altra figura retorica è l'insistita presenza del suono "oro" in molti vocaboli (“amor”,”error”,”moro”,”tesor”). Il tema di questo sonetto si focalizza su una parte in particolare della donna descritta, ovvero i suoi capelli: sono così lunghi, biondi e ondulati che sembrano un mare d'oro, nel quale si muove una navicella, ovvero il pettine. Il mare assume man mano un tono minaccioso che conduce il poeta, con le 'tempestose onde d'oro' a un naufragio. ==== Si ripropone così il rapporto particolare fra amore e morte: alla fine del sonetto, la morte non viene percepita come turbamento e conclusione di ogni cosa, anzi, si ritiene come fortunato perché il suo naufragio lo definisce "ricco", dal momento che, nella sua tempesta (= la sua sofferenza d'amore), lo scoglio in cui si infrange il suo cuore è di diamante (un materiale duro e impenetrabile), e il golfo in cui si trova questo scoglio è d'oro (per il colore biondo dei capelli della donna). L'autore cita molto spesso materiali preziosi, affiancando lo splendore di questi a quello della donna, la cui bellezza viene sottolineata quasi come quella di un gioiello. CHIABRERA E CAMPANELLA Gabriello Chiabrera adotta misure e ritmi tradizionali con un tocco di sentimentalismo, mentre Tommaso Campanella si distingue per uno stile più incisivo, caratterizzato da durezze e dissonanze, riflettendo le complesse esperienze del suo pensiero filosofico. LA LIRICA IN SPAGNA E INGHILTERRA I risultati più significativi si trovano al di fuori dell'Italia. Si menzionano la Spagna, con autori come Luis de Góngora e Francisco de Quevedo, e l'Inghilterra, con John Donne e soprattuttoWilliam Shakespeare. Questi autori si distinguono per un linguaggio metaforico e immaginifico, esplorando il fluire del tempo e la percezione dell'effimero delle gioie umane, dando ai loro versi una complessità avvertita. IL DON CHISCIOTTE La pubblicazione diviso in due parti ben distinte: - la prima pubblicata nel 1605 con titolo “l’ingegnoso cavaliere Don Chisciotte della mancia” - la seconda 10 anni dopo col titolo “seconda parte dell’ingegnoso cavaliere Don Chisciotte della mancia” c’è da notare in primo luogo la sostituzione di Hidalgo con Caballero che sta indicare una sorta di promozione onorifica, in quanto Hidalgo è un grado di nobiltà inferiore a quello di Caballero. IN PIÙ fece questa distinzione (delle due parti) a causa di una continuazione non autorizzata da parte di Alonso Fernandéz de Avellaneda nel 1614. Cervantes si dichiarò l'autore originale nella seconda parte e ironizzò sulla veridicità degli eventi narrati. LA STRUTTURA coinvolge vari narratori, nessuno delle quali è onnisciente, ma intervengono spesso nella vicenda e introduce storie indipendenti dal filo principale, abbiamo ad esempio: - Cide Hamete Benengeli, uno storico arabo - L’autore del manoscritto su cui, nella finzione si basa la vicenda - Il traduttore anch’esso fittizio - Avellaneda Quindi il raccolto è spesso svolto dalla prospettiva dei personaggi o dei diversi narratori e di conseguenza sia una continua variazione dei punti di vista da cui le vicende sono osservate e nessuna delle quali risulta obiettiva, così come il linguaggio si modella sui personaggi sulle situazioni. ARGOMENTO La storia riguarda le avventure ridicole umilianti del povero Hidalgo, Alonso Quixano, che si è lasciato talmente assorbire dalla lettura dei romanzi cavallereschi da impazzire decide di partire all’avventura, vedendo dei giganti dei mulini nei mulini a vento o l’elmo in una bacinella da barbiere. Il protagonista Don Chisciotte, nonché hidalgo, un nobile di basso rango e di modesta nobiltà, Sancho Pansa si affianca lo scudiero Sancho Pansa, che ne rappresenta in un certo senso l’antitesi poiché: - Don Chisciotte è idealista è intriso di cultura libresca - Sancho Panza è un contadino incolto dotato di una grande buon senso popolare e realismo. Sul finire della storia i caratteri dei due personaggi si trasformano e tendono influenzarsi a vicenda, trasmettendo uno i valori dell’altro. LA TRATTATISTICA E LA PROSA STORICO POLITICA Di fondamentale importanza è il cannocchiale aristotelico di Emanuele Tesauro che fa della metafora uno strumento privilegiato. Favorisce lo scambio fra illusione e realtà, tipico di una percezione particolare del reale. Tra i pensatori del seicento spiccano alcune figure che hanno rappresentato diverse concezioni e ideologie. Torquato accetto È un autore meridionale del quale abbiamo poche notizie, scrisse il trattato “della dissimulazione onesta” e quest’opera nasce dalla distinzione tra la simulazione (volgare menzogna) e la dissimulazione (bugie bianche). Dove da un lato la dissimulazione può favorire l’ipocrisia, ma anche dall’altro, difendere l’individuo e le offese dei potenti. Paolo Sarpi Prese parte ai contrasti con la curia pontificia raccogliendo negli scritti relativi a questo nella “storia particolare dell’interdetto”. Ai vertici della sua passione storiografica e della testimonianza del suo impegno politico si colloca “ Historia del concilio tridentino“ , racconta la lunga storia del concilio, che condanna la ragion di Stato che aveva messo prima gli interessi del potere ad uno spirito evangelico volto a ristabilire la pace. Traiano Boccalini Nasce a Loreto e poi passo da Roma a Venezia, dove fu vicino alla battaglia politica di Paolo Sarpi. Esso era animato dai sentimenti antichi spagnoli. La sua morte improvvisa lasciò il sospetto che la Spagna l’avesse fatto avvelenare. Quando morì stava ultimando la revisione delle “osservazioni sopra Cornelio tacito” e nel 1612 uscirono le due “centurie” dei “ragguagli di Parnaso”, una sorta di bollettini giornalistici e questo rese immediatamente noto il nome dell’autore poiche l'opera contiene una satirica e corrosiva rappresentanza del costume politico, smascherando ipocrisie e pregiudizi. Danielle Bartoli Appartenente all’ordine dei gesuiti, fu autore di numerose opere dal carattere religioso. Ebbe soprattutto l’incarico di diventare storiografo della compagnia di Gesù. Di lui restano solamente alcuni volumi a carattere storico geografico. IL TEATRO Il seicento si può considerare il secolo eccellenza per il teatro europeo. Teatro in Italia Il teatro in Italia si sviluppa grazie la nascita del melodramma e alle tragedie di Federico della Valle. La sua attenzione si sofferma sugli effetti dolenti della vita e sulla sofferenza dei vinti a cui si contrappone l’esultanza dei vincitori. Federico Della Valle Nasce intorno al 1560 e vista Torino alla corte della duchessa Caterina. Dopo la morte della duchessa compì un viaggio in Spagna e si stabilì poi a Milano dove morì nel 1628-29. Delle sue opere si erano perse le tracce fin quando non le scoprire 1929 Benedetto croce. Oltre alla tragicommedia “Adele onda in frigio”, compose 2 tragedie di argomento biblico “Judith ed Ester” a cui si deve aggiungere la “Reina di Scotia”, che animata da un forte sentimento religioso e narra la vicenda della prigionia della Reina Maria Stuart, fatta giustizia Elisabetta I d’Inghilterra. Teatro in Spagna I più grandi esponenti del teatro spagnolo e Pedro Calderón de la barca. Nasce nel 1600 a Madrid dal funzionario imperiale e frequentò le scuole dei gesuiti. Andò a combattere in Italia nelle Fiandre e tornato a Madrid si dedicò al teatro componendo commedie e auto sacramentaces. Nel 1650 entra nell’ordine francescano e nel 1651 divenne sacerdote e poi cappellano onorario del re di Spagna dove visse fino alla morte nel 1681. I suoi testi sono sottoposti ispirazione morale e religiosa e tra le sue opere spicca “la vita è sogno”, il cui titolo allude alla precarietà della condizione umana che induce il protagonista a dubitare della propria identità in uno scambio tra illusione e realtà. Teatro in Francia La storia del teatro tragico francese del seicento ruota attorno alla rivalità tra Pierre Cornelle divenuto famoso per “il Cid” e Jean Racine. Jean Racine Nasce nel 1639 a La Fetr Milion in una famiglia modesta, educato al convento Gianseista dove approfondì la conoscenza della cultura classica. Nel 1677 scrisse il suo capolavoro “la Fedra” che, riferendosi agli esempi di Euripide e di Seneca, tratteggia la passione insana della protagonista per il figliastro Ippolito. Racine fa emergere gli stinchi oscuri che si nascondono le profonde pieghe della natura umana che sfuggono al controllo della ragione. Molière Nasce nel 1622 figlio di un ricco tappezziere. Nel 1643 fondò una compagnia teatrale e per debiti abbandonò Parigi nel 1646. Maturò successivamente un’esperienza che lo porto a Parigi dove entrò nelle grazie del fratello del re, il duca dorland. Nelle sue commedie Molière a toccato argomenti scomodi che così nascono le opere come il tartufo, dongiovanni, il misantropo, l’avaro e il malato immaginario, in cui l’impegno di meccanismi comici non offusca la moralità dei testi che conservano una validità che ti rende ancora attuali. Il teatro in Inghilterra In Inghilterra domina la personalità di Shakespeare. William Shakespeare La sua grandezza si capisce inserendolo nel teatro elisabettiano, così chiamato perché c’è lì sotto il regime Elisabetta I.