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Il cantautorato italiano, Sintesi del corso di Teoria e Analisi della Musica

Storia della musica italiana, il cantautorato italiano

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 11/03/2021

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antonella-larizza 🇮🇹

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Il cantautorato italiano
Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’90 l’Italia cambia due volte:
1. 1967-1977  scopre la partecipazione, l’egualitarismo, il femminismo, la
democratizzazione della cultura
2. 1977-1994  scopre l’individualismo, la microimprenditorialita, il diritto al consumo, la
seduzione del benessere e della moda.
Tra i due immaginari, il secondo vince sul primo.
LA NOTTE DI SANREMO
Il 26 gennaio 1967 va in onda la settima edizione del Festival di Sanremo, nella quale cantanti
italiani si alternano a cantanti stranieri.
Luigi Tenco e Dalida eseguono il brano “Ciao amore ciao”, scritto e composto dallo stesso Tenco.
Il pezzo doveva costituire una sintesi tra l’impegno sociale e culturale e la predisposizione a
incontrare i gusti del grosso pubblico.
Tenco voleva tracciare una nuova linea per la canzone italiana: voleva inserire all’interno delle
canzoni qualcosa di tipico, folcloristico, italiano. Egli voleva riavvicinare un determinato tipo di testo
e un determinato tipo di mentalita a delle linee piu semplici, piu accessibili e soprattutto piu in
comune con il pubblico.
Tenco e considerato uno dei migliori rappresentanti della scena dei “cantautori” italiani. Il termine
cantautore in origine era semplicemente un’etichetta utilizzata dagli industriali discografici per
disegnare alcuni personaggi emergenti. Era stato utilizzato per la prima volta nel 1960 (nel 1961
suggerisce il titolo a una trasmissione televisiva Il cantautore).
Il fenomeno pero nasce nel 1958 quando Domenico Modugno vince il Festival sanremese con “Nel
blu dipinto di blu” rivoluzionando tutti gli schemi e mandando in pezzi le precedenti idee sulla
canzone.
Tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’70 vi fu la nascita sulla scena musicale nazionale di autori di
testi e musiche che non immaginavano la canzone come un semplice strumento di intrattenimento
ma come un genere letterario-musicale, improntato alla sincerita espressiva e in grado di rompere
gli schemi della canzone melodica precedente sia sotto il profilo musicale, sia sotto il profilo
prettamente linguistico.
Nomi principali  Gino Paoli, Fabrizio De Andre, Enzo Jannacci, Bruno Lauzi, Bindi e Gaber e
Luigi Tenco.
Luigi Tenco aspirava ad avere un pubblico sempre piu grande che con i mezzi industriali
dell’epoca era possibile raggiungere. La sua aspirazione allo show business e simbolica del
rapporto tra impegno e industria culturale.
Tornando alla serata del 26 gennaio 1967, “Ciao amore ciao” al termine della votazione risulta
essere quart’ultima. L’unica speranza per rientrare in gara e il ripescaggio della commissione la
quale pero sceglie un altro brano: “La rivoluzione”.
La notte stessa Luigi Tenco si uccide nella sua stanza, con un colpo di pistola. Durante le
perquisizioni che seguono viene ritrovato un biglietto. Uno stralcio del messaggio recitava: “Faccio
questo non perche sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro il pubblico…”.
La macchina pubblica reagisce con cinismo: il frettoloso spostamento della salma all’obitorio e di li
la consegna al fratello, le prove e le riprese televisive continuate senza nessuna interruzione, un
rapido e anonimo cenno alla tragedia del presentatore del Festival, Mike Bongiorno, durante la
serata successiva. Tutto cio a dispetto del risalto dato dai giornali all’evento e alle osservazioni
tutt’altro che banalizzanti o consolatorie di alcuni intellettuali.
Ai funerali di Tenco, la domenica successiva, non parteciparono colleghi celebri a eccezione di due
autori/cantautori: Michele (Gianfranco Michele Maisano) e Fabrizio De Andre. Quest’ultimo
dedichera all’amico la canzone “Preghiera in gennaio”. Nel testo della canzone, De Andre da inizio
alla rielaborazione culturale del gesto di Tenco. La morte del cantautore inizia a trasformarsi in cio
che sarebbe stato retrospettivamente comprensibile: un vero e proprio trauma culturale, in grado di
ridefinire il confine tra presente e futuro. L’evento materializza la stanchezza del sistema
discografico musicale degli anni ’60, lo concretizza in una dimensione pubblica visibile,
riconoscibile. Ne proietta le conseguenze sul futuro, collaborando a plasmare il senso nel discorso
collettivo.
Il suicidio di Tenco costituisce un punto di partenza perche si configura come una frattura
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Il cantautorato italiano Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’90 l’Italia cambia due volte:

  1. 1967-1977  scopre la partecipazione, l’egualitarismo, il femminismo, la democratizzazione della cultura
  2. 1977-1994  scopre l’individualismo, la microimprenditorialita, il diritto al consumo, la seduzione del benessere e della moda. Tra i due immaginari, il secondo vince sul primo. LA NOTTE DI SANREMO Il 26 gennaio 1967 va in onda la settima edizione del Festival di Sanremo, nella quale cantanti italiani si alternano a cantanti stranieri. Luigi Tenco e Dalida eseguono il brano “ Ciao amore ciao ”, scritto e composto dallo stesso Tenco. Il pezzo doveva costituire una sintesi tra l’impegno sociale e culturale e la predisposizione a incontrare i gusti del grosso pubblico. Tenco voleva tracciare una nuova linea per la canzone italiana: voleva inserire all’interno delle canzoni qualcosa di tipico, folcloristico, italiano. Egli voleva riavvicinare un determinato tipo di testo e un determinato tipo di mentalita a delle linee piu semplici, piu accessibili e soprattutto piu in comune con il pubblico. Tenco e considerato uno dei migliori rappresentanti della scena dei “cantautori” italiani. Il termine cantautore in origine era semplicemente un’etichetta utilizzata dagli industriali discografici per disegnare alcuni personaggi emergenti. Era stato utilizzato per la prima volta nel 1960 (nel 1961 suggerisce il titolo a una trasmissione televisiva Il cantautore ). Il fenomeno pero nasce nel 1958 quando Domenico Modugno vince il Festival sanremese con “ Nel blu dipinto di blu” rivoluzionando tutti gli schemi e mandando in pezzi le precedenti idee sulla canzone. Tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’70 vi fu la nascita sulla scena musicale nazionale di autori di testi e musiche che non immaginavano la canzone come un semplice strumento di intrattenimento ma come un genere letterario-musicale, improntato alla sincerita espressiva e in grado di rompere gli schemi della canzone melodica precedente sia sotto il profilo musicale, sia sotto il profilo prettamente linguistico. Nomi principali  Gino Paoli, Fabrizio De Andre, Enzo Jannacci, Bruno Lauzi, Bindi e Gaber e Luigi Tenco. Luigi Tenco aspirava ad avere un pubblico sempre piu grande che con i mezzi industriali dell’epoca era possibile raggiungere. La sua aspirazione allo show business e simbolica del rapporto tra impegno e industria culturale. Tornando alla serata del 26 gennaio 1967, “Ciao amore ciao” al termine della votazione risulta essere quart’ultima. L’unica speranza per rientrare in gara e il ripescaggio della commissione la quale pero sceglie un altro brano: “La rivoluzione”. La notte stessa Luigi Tenco si uccide nella sua stanza, con un colpo di pistola. Durante le perquisizioni che seguono viene ritrovato un biglietto. Uno stralcio del messaggio recitava: “Faccio questo non perche sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro il pubblico…”. La macchina pubblica reagisce con cinismo: il frettoloso spostamento della salma all’obitorio e di li la consegna al fratello, le prove e le riprese televisive continuate senza nessuna interruzione, un rapido e anonimo cenno alla tragedia del presentatore del Festival, Mike Bongiorno, durante la serata successiva. Tutto cio a dispetto del risalto dato dai giornali all’evento e alle osservazioni tutt’altro che banalizzanti o consolatorie di alcuni intellettuali. Ai funerali di Tenco, la domenica successiva, non parteciparono colleghi celebri a eccezione di due autori/cantautori: Michele (Gianfranco Michele Maisano) e Fabrizio De Andre. Quest’ultimo dedichera all’amico la canzone “Preghiera in gennaio”. Nel testo della canzone, De Andre da inizio alla rielaborazione culturale del gesto di Tenco. La morte del cantautore inizia a trasformarsi in cio che sarebbe stato retrospettivamente comprensibile: un vero e proprio trauma culturale, in grado di ridefinire il confine tra presente e futuro. L’evento materializza la stanchezza del sistema discografico musicale degli anni ’60, lo concretizza in una dimensione pubblica visibile, riconoscibile. Ne proietta le conseguenze sul futuro, collaborando a plasmare il senso nel discorso collettivo. Il suicidio di Tenco costituisce un punto di partenza perche si configura come una frattura

Simbolica CHE SARA Potrebbe sembrare una derisione raccontare la contestazione e le controspinte sociali ad essa in chiave di “canzonette” ma non c’’e nessun luogo come quelli apparentemente meno seri in cui si rendevano evidenti fenomeni che altrove sono negati o nascosti. Tornando a “La rivoluzione”, considerata indirettamente responsabile al suicidio di Tenco, fu eseguita da Gianni Pettenati e Gene Pitney. Aveva una musica orecchiabile, una struttura compositiva elementare e il testo era stato scritto da Mogol. La poetica di Mogol era meccanica e commerciale ma nel suo immaginario rivoluzionario non aveva nulla a che vedere con la politica. Si tratta infatti di un vago sentimento in salsa hippy, che evoca l’inevitabilita del cambiamento, riconosce il protagonismo dei giovani e auspica che la trasformazione avvenga in modo pacifico. La costruzione del personaggio “cantante” era molto simile a quella che puo essere osservata in qualunque talent show. Non a caso, sul finire degli anni ’70, la trasmissione di Pippo Baudo “Settevoci” costitui un esempio di questo genere televisivo. I grandi circuiti discografici erano quattro:

  1. Musica dal vivo
  2. Dischi
  3. Radio
  4. Televisione I grandi circuiti promozionali erano due: la radio e il piccolo schermo. Un’altra caratteristica della musica italiana di questi anni e la fine dell’etnocentrismo, ossia di quel fenomeno per cui la dominante essenziale era costituita dalla produzione nazionale, i cantanti stranieri erano invitati a esibirsi in italiano e la maggior parte dei loro successi all’estero arrivavano sul mercato italiano tradotti in cover. La crisi televisiva e esemplificata dal ruolo sempre meno centrale del festival di Sanremo. Tre passaggi sono significativi:
  5. Le canzoni vincitrici del festival tra il 1970 e il 1972 non rispecchiano il gusto della popolazione e non affrontano il tema della contestazione. Cio porta alla perdita di popolarita del Festival di Sanremo e alla sua trasmissione solo via radio nel 1973.
  6. Prende piede il concetto di concerto come elemento base del culto giovane. La nuova wave dei concerti in Italia risentiva di una tendenza globale che accompagnava l’ascesa del rock e che si era andata affermando gia nei pieni anni ’60. Due eventi importanti avevano fatto scoprire un mix fra esperienza musicale e utopia di convivenza giovanile:  Woodstock  il grande Concerto dell’Isola di Wight Cio venne sperimentato in Italia con il Festival del proletariato giovanile, protagonista di fatti di violenza e di problemi di ordine pubblico che segnera un’altra svolta del sistema musicale italiano.
  7. Terzo aspetto della crisi discografica e la fine della canzone come prodotto esclusivo e del 45 giri come supporto ideale. L’esibizione di un cantante o di un gruppo diventa congrua con la nuova dimensione del long playing o 33 giri. Cio che si sviluppa e una sorta di discorso musicale che presuppone un ascolto attento (collettivo nel concerto e individuale nel giradischi) da parte del pubblico e un’elaborazione piu sofisticata, un progetto piu complesso e coinvolgente da parte dell’autore. L’IMPEGNO DEL DISIMPEGNO Negli anni ’70 abbiamo assunto come episodio di svolta il suicidio di Luigi Tenco a Sanremo 1967. Arrivarono al nocciolo alcune arretratezze dell’industria musicale italiana sul piano:  dei personaggi  i cantanti melodici e i giovani “anni Settanta”  dei prodotti  la canzone da 3 minuti in versione italiana  delle istanze musicali  il crescente successo del rock e dei cantautori  di contenuto  testi sempre meno ovvi e automatici  dei consumi  decadenza dell’ascolto d’intrattenimento  del sistema industriale  la sua frammentazione era arretrata: la centralita televisiva e quella radiofonica non erano piu in grado di dettare legge, nemmeno attraverso il Festival

A. mostrano una forte letteralita, sia nella composizione dei versi che nel lessico utilizzato.

  1. Fabrizio De André  Genova, 1940, poeta e uomo di lettere Il primo successo di De Andre, “La canzone di Marinella”, mostra la sua cultura letteraria con una citazione raffinata nascosta in versi e in una struttura musicale apparentemente semplici, resi L’attivita di De Andre e cruciale per la musica italiana, in particolar modo per la definitiva consacrazione del concept album come prodotto discografico. Negli anni ’70 De Andre mette a fuoco la sua figura di cantautore con una trilogia fondamentale: “La buona novella”, “Non al denaro non all’amore né al cielo” e “Storia di un impiegato”. Quest’ultima e una riflessione sul terrorismo, bombe e crisi borghese. 3) Giorgio Gaber  Milano, 1939, chitarrista e cantautore Anche Gaber, durante gli anni ’70, deve fare i conti con la societa borghese, i suoi modelli di vita, i suoi tic nevrotici e la sua congenita stanchezza. E un ottimo chitarrista, amante e conoscitore Jazz. Suona dapprima con Jannacci e Celentano, in seguito con Tenco. Nei primi anni ’60 arriva al successo con dei motivi orecchiabili e fortunati che gli assicurano diverse presenze televisive. Nel frattempo, allarga le sue conoscenze musicali in direzione degli chansoniers e per un certo periodo abbina il proprio impegno colto alla carriera televisiva dove si esibisce anche come conduttore. Poi arrivo la svolta ovvero la decisione di far nascere un vero e proprio genere spettacolare: il teatro-canzone (porta in scena il Signor G insieme a Sandro Luporini). Lui stesso definisce il teatro come un mezzo che gli consentisse di dire cio che pensava tramite il suo mestiere. Lo spettacolo durava due ore. Per tutta la prima meta degli anni ’70 i lavori di Gaber e Luporini mostrano affinita con le tematiche A. della contestazione e della spinta all’innovazione sociale
  2. Francesco De Gregori  Roma, 1951, cantautore E di una generazione successiva a Guccini, De Andre e Gaber quindi si affaccia alla scena pubblica direttamente negli anni ’70. Lavora dapprima con Giorgio Lo Cascio, poi con Antonello Venditti. Nel 1973 partecipa al Disco per l’Estate e pubblica il suo primo album da solita intitolato “Alice non lo sa”. La critica rileva un certo grado di ermetismo (chiusura e difficile interpretazione) nei suoi testi. La struttura musicale dei brani e complessa e solo a tratti orecchiabile. In ogni caso De Gregori si A. impone sul pubblico giovanile come una personalita da seguire. BACK TO SANREMO Tornando al punto di partenza, l’edizione del Festival di Sanremo del 1967 fu terribilmente segnata dal suicidio di Luigi Tenco, considerato successivamente trauma culturale. Un trauma culturale e una svolta che, a partire da un evento anche individuale, innesta la radicalizzazione di un processo sotterraneo gia in atto e gli da finalmente corso anche nell’immaginario collettivo. La musica italiana, dopo quell’evento, non fu piu la stessa cosi come non lo furono piu il mercato, i gusti del pubblico, i supporti, i prodotti, gli stili e neppure il Festival che ebbe un sussulto di modernizzazione e poi ando incontro a una crisi progressiva e apparentemente irreversibile. Il sussulto avvenne nel:  1968  vittoria di “Canzone per te” di Sergio Endrigo  1969  unica apparizione di Lucio Battisti A.  1970  vittoria di “Chi non lavora non fa l’amore” di Adriano Celentano