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Il Seicento, Galileo Galilei, Giovanni Battista Marino, Adone, nascita prosa scientifica, Dispense di Italiano

Il Seicento come secolo di rivoluzione scientifica e di nuovi metodi sperimentali. Si analizzano le nuove concezioni umane e l'esperienza mistica, la disputa fra antichi e moderni, la poetica della meraviglia e la vita come teatro. Si parla anche del ruolo della chiesa e delle accademie. Il Barocco è un'età sospesa fra due estremi, antico e moderno, che si attraggono e restano collegati. utile per comprendere la cultura del Seicento e l'arte barocca.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 09/04/2023

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Scarica Il Seicento, Galileo Galilei, Giovanni Battista Marino, Adone, nascita prosa scientifica e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! IL SEICENTO Il nuovo metodo scientifico e la filosofia politica) Il seicento è il secolo della Rivoluzione scientifica e riguarda il metodo sperimentale, che prevedeva la raccolta di dati dall’osservazione diretta dei fenomeni. Anche a livello letterario, si cercano nuove strade, non si vuole più guardare ai classici, ma si vuole creare qualcosa di nuovo, originale quindi non c'è più questa voglia di imitare (cosa che invece prima c'era, ad esempio con Petrarca con la nascita del petrarchismo), qui si mette in discussione tutto (cercare nuovi mondi o affogare), cercando di trovare qualcosa di originale altrimenti non si lasciava alcun segno di quest'epoca). Con questo nacquero nuovi strumenti come il telescopio e il microscopio. La rivoluzione scientifica iniziò dall’astronomia con Galilei e Keplero che confermarono la teoria copernicana. I nuovi metodi furono adottati in matematica, chimica, ottica, biologia, meteorologia ed entomologia. Oltre a questi, anche in ambito sociale e politico. Il filosofo Hobbes argomenta a favore del patto sociale nel “Il Leviantano”. Questo patto consisteva nello stato di natura comune per il quale l’uomo faceva valere i propri diritti naturali con la violenza. Il patto prevedeva la monarchia di tipo assolutistico, come il Re Sole in Francia. Locke, invece, sostiene a favore della monarchia parlamentare nel Bill of Rights. Il ruolo della chiesa) La chiesa era ancora al controllo delle attività culturali con il Tribunale dell’Inquisizione e l’Indice dei libri proibiti. Per questo, la chiesa esercitava potere anche sulle università, come nel caso di Galilei, che per questo dovette cedere alle pressioni della chiesa e annullare le proprie dottrine. Le accademie) Le accademie, invece, erano associazioni libere per intellettuali. L’Accademia dei Lincei a Roma, di cui fece parte Galilei, l’Accademia della Crusca, che pubblicò il famoso vocabolario, l’Accademia degli Incogniti e l’Accademia del Cimento sono famosi esempi italiani. In Francia e Gran Bretagna, invece, furono le stesse monarchie a formare le accademie. Nuova concezione umana e l’esperienza mistica) Il cannocchiale di Galilei apre una nuova era e trasforma la concezione del cosmo, dell’uomo e del corpo umano. In tal proposito, la scoperta dello spermatozoo e dell’ovulo. Questo causò un cambiamento nella concezione della centralità dell’uomo nell’universo. Nacque così la mistica, ovvero la ricerca di un Dio nascosto che prevede l’annullamento dell’io. Piacere erotico e divino si fondono in uno stato di estasi terrena, come l’Estasi di s.Teresa di Bernini. Disputa fra antichi e moderni) Nel 1687 si aprì una disputa, la Disputa degli Antichi e dei Moderni. I sostenitori degli antichi erano capeggiati dagli antichi greci e latini, mentre i moderni da Perrault. La disputa rappresenta la ricerca di un modello da imitare. Il Barocco è quindi un’età sospesa fra due estremi, antico e moderno, che però si attraggono e restano collegati (come nella figura retorica dell’ossimoro). L’origine del termine “Barocco” e definizione) Il termine Barocco è stato spiegato attraverso due etimologie: secondo alcuni deriva dal portoghese e indica una perla imperfetta, secondo altri deriva da “baroco” e indica un sillogismo paradossale. In entrambi i casi, il termine “barocco” indica qualcosa di irregolare, che in arte si tramuterà in qualcosa scaturito dal capriccio dell’artista. Dal campo artistico passa al campo letterario e Wolfflin lo spiega con una lettura sul passaggio dal classicismo rinascimentale al Barocco, in cui analizza l’attenzione al patetico e all’espressione degli affetti. La poetica della meraviglia, concettismo e descrizione della bellezza) Le funzioni opposte del telescopio e microscopio creano una nuova concezione di gusto per il bizzarro e lì insolito. Questo si rivede anche in poetica con la “poetica della meraviglia”. La poetica della meraviglia ha due facce: la parte razionale, ovvero l’ingegno, e la parte emotiva, ovvero la meraviglia stessa. La ricerca della meraviglia rientra nel “concettismo”, ovvero una strategia che ha come scopo quello di sorprendere continuamente il lettore. Questo veniva messo in pratica con l’aiuto della metafora, che ha tre vantaggi: brevità, novità e chiarezza. La brevità deriva dalla sintesi, la novità dal piacere di riconoscere qualcosa di originale e la chiarezza è l’effetto successivo alla meraviglia. Un effetto della poetica della meraviglia è il rinnovamento dei temi e dei generi, che si proietta nell’invenzione del poema eroico-comico. L’ampliamento dei temi coinvolse sia prosa che poesia che lirica. Per la prosa un esempio è Pona, autore del romanzo picaresco. Nella lirica, la donna, che era sempre stata rappresentata secondo uno stereotipo positivo e inverosimile, adesso è descritta con temi che comprendono anche il brutto, il basso, il prosaico e il quotidiano. Nella lirica barocca nasce così l’elogio di deformità o irregolarità del corpo femminile, che stravolge il canone di bellezza perfetto, ma astratto. In campo artistico, l’ampliamento tematico si proiettò nell’intento di trovare opere d’arte umili. Si aprì una competizione fra moderni e classici sulla ricerca della meraviglia e sperimentazione in nome dell’originalità. La sensibilità barocca è animata dalla consapevolezza che l’esistenza è posta su un fragile equilibrio e muta continuamente. Nell’arte barocca sono frequenti i giochi d’acqua, fontane come quella dei Fiumi e della Barcaccia. Simbolismo barocco e vita come teatro) Anche nelle arti del simbolismo, il barocco sceglie l’ellisse, la curva in tensione, come le orbite ellittiche dei pianeti o le piante delle basiliche. Un’altra immagine è quella della lettura di Circe e del Pavone. Circe trasformava i suoi amanti in porci, destino dell’uomo, mentre il pavone evoca una bellezza eccessiva, spettacolare. Questo senso di meraviglia lo ritroviamo in architettura con la Chiesa di sant’Ivo alla Sapienza di Borromini, in cui è presente un’illusione che ci mostra la struttura più estesa e maestosa di quanto sia realmente. Nell’arte sacra, la meraviglia è invocata dalla presenza eccessiva e raccapricciante del sangue. Una delle metafore del seicento è la vita come teatro, che si ritrova ne “Il gran teatro del mondo” di de la Barca, dove Dio assegna i ruoli e gli attori vivono una vita fondata sull’apparenza, nascondendo i sentimenti per ottenere i propri scopi. Anche il corpo deve essere sotto controllo. Secondo Campanella e Accetto, la vita è una commedia e l’uomo deve indossare costantemente la maschera della finzione. La vita dell’uomo è quindi un fragile sogno privo di certezze, come esplicitano de la Barca, Shakespeare e Cervantes. Il metodo dell’indagine filosofica e scientifica è quindi riassumibile nel dubbio, come il dubbio alla vita cosciente di Descartes, in cui spiega la difficoltà nel distinguere la veglia dal sonno. Come Descartes, anche Pascal appoggia questa teoria, concludendo che la vita è quindi un sogno e la saggezza confina con la follia. Con loro, anche Cervantes con il Don Chisciotte. Totalità, collezionismo e ossessione per la morte) La sensibilità barocca aspira alla totalità, che ha due conseguenze: la tendenza all’enciclopedismo (accumulazione del sapere) e la compenetrazione tra le varie arti, con tendenza allo sperimentalismo. Per raggiungere la totalità bisognava superare le divisioni gerarchiche, quindi l’arte doveva essere apprezzata per la sua efficienza espressiva. Marino definisce pittura e poesia come gemelle ed entrambe derivano dalla necessità di riprodurre il reale. Esso consiste nel ricercare totalità: in pittura vengono creati effetti illusionistici, mentre in musica si sviluppa la polifonia, il contrappunto e i melodrammi con Monteverdi. Lo stesso impulso alla totalità si ritrova nel collezionismo. Una delle gallerie più importanti in questo ambito fu la Wunderkammern, o “camera delle meraviglie”. Qui si raccolgono oggetti che appagano il gusto barocco dell’insolito. Questa passione per la classificazione rivela da un lato il tentativo di riprodurre unità, dall’altro la paura del vuoto e la tendenza al conservare quante più testimonianze possibile. La consapevolezza della vugacità del tempo alimenta l’ossessione per la morte, che viene rappresentata anche in arte. Un esempio è l’ossario dei Cappuccini a Roma, dove le ossa dei religiosi vengono utilizzate per creare immagini. Famoso è il dipinto di Guercino “Et in Arcadia ego”, che mostra come la morte sia sovrana anche nell’Arcadia, terra priva di sofferenza e conflitti. La riflessione sulla morte porta a riconsiderare l’esistenza umana ricorrendo a filosofia e teologia. Questo tema è presente anche nella poesia, detta “metafisica”. Nella lirica barocca italiana, la tensione tra il Tutto e il Niente è rappresentata da Campanella e di Pers. IL LIBRO DELLA NATURA E I SUOI NUOVI SIMBOLI) Questo è un libro scritto nel linguaggio matematico da Galilei, la matematica significava che solo la conoscenza di esso portava all’interpretazione del mondo. E’ tratto dal Saggiatore. In questo testo Orazio Grassi è indicato con Sarsi perché quest’uomo scrisse la propria opera con uno pseudonimo, quello di Sarsi. Le posizioni sono completamente diverse: Grassi sostiene che le proprie idee vadano sostenute dalle affermazioni di personaggi autorevoli, mentre Galilei sostiene che le proprie idee vadano sostenute dall’osservazione diretta del fenomeno. Mi sembra che questo Sarsi sostenga che le proprie teorie debbano essere supportate dal discorso di un’autorità per essere vere, altrimenti il ragionamento è sterile ed infecondo (non porta a niente). La verità delle cose non le puoi scoprire andandole a trovare nei libri di qualcun altro che non è uno scienziato, ma solo perché lo ha detto un personaggio famoso ed importante allora è vero. GIOVAN BATTISTA MARINO ) E’ considerato il poeta che riassume lo sperimentalismo letterario. Della sua vita abbiamo poche notizie e sono tutte ricavabili dal vasto epistolario. Marino si mostra come personaggio dinamico e ricerca il successo di pubblico. Nato a Napoli nel 1569, ebbe ambizioni letterarie e, dopo aver rinunciato agli studi giuridici, entra sotto la protezione dei Conca e coltiva la lirica. A causa di problemi giudiziari scappa a Roma e passa al servizio di Aldobrandini, seguendolo poi a Ravenna. Dopo due anni diventa poeta di corte a Torino e nemico di Murtola, con il quale scambia sonetti polemici in cui enuncia la formula “del poeta è il fin la meraviglia”. Marino venne poi arrestato e rimase in carcere per un anno. A causa dei contenuti delle sue opere eretiche aveva provocato l’Inquisizione, che voleva sottoporlo a processo, ma lui si trasferì a Parigi e lavorò al suo nuovo progetto “l’Adone” nel 1623, poema mitologico dato successivamente alle stampe, ma che finì nei libri proibiti. Morì a Napoli nel 1625. Sperimentalismo di Marino e l’ecfrasi ) Marino utilizza lo sperimentalismo sia nelle tematiche che nello stile “artificioso” con lo scopo di meravigliare. La sua produzione si può dividere in due periodi. Del primo periodo fanno parte “le Rime”, suddivise in tre parti. A differenza del Canzoniere di Petrarca, le Rime di Marino riguardano un repertorio tematico più ampio e mettono insieme parti autonome distinte da un criterio tematico. Marino lavorò anche ad un libro di liriche contenenti l’ecfrasi (descrizione di un’opera d’arte) di quadri e sculture celebri. La raccolta di liriche prende il nome di “La Galeria”, in cui critica le opere d’arte tramite i versi della poesia. Un pittore di interesse fu Caravaggio (“La testa di Medusa di Caravaggio” dove Marino omaggia il suo caro amico Caravaggio, esprimendo in versi la sua opera, ma nello stesso tempo celebra Ferdinando de’ Medici, il granduca di Toscana). Marinismo e antimarinismo ) L’Adone assicurò molti seguaci (marinisti). Il marinista è affascinato dalla scienza moderna e il mondo del mito, creando un conflitto fra tradizione e modernità. Tramite il concettismo, Marino anticipa correnti successive come l’800 e matura un ideale nuovo di poesia. Il classicismo era invece rappresentato dagli antimarinisti. Ci furono dei retrattori, esponenti della linea antimarinista, che volevano tornare alla classicità. Ciampoli, ad esempio, canonizzò l’eredità petrarchesca alla luce del moralismo, mentre Chiabrera cercò di reintrodurre la poesia antica. Le innovazioni si basavano sul generare stupore nel verso tramite il bizzarro, l’insolito, il disarmonico, soprattutto nella bellezza femminile, in contrasto con la descrizione donna effimera di Petrarca. L’ADONE ) E’ un’opera di argomento mitologico, data alle stampe nel 1623 e censurata dall’Indice nel 1627. Fu dedicata al re di Francia Luigi 13. L’opera presenta una sproporzione tra la mole del poema e l’esilità della trama, ma ricorre alla tensione dinamica, ovvero utilizza la suspence per mantenere l’interesse del lettore. Questo è un approccio illusionistico e la narrazione delle vicende è incentrata sull’inganno. L’Adone ci mostra come ogni cosa è apparenza e si può rovesciare: tutto dipende dal punto di vista dal quale osserviamo un evento. L’Adone mostra il trionfo del relativo sull’assoluto: all’inizio suscita amore, mentre alla fine prevale la morte. Nell’opera il principio femminile (Venere) prevale su quello maschile, come quello amoroso prevale su quello guerresco-cavalleresco. Al contrario, il tema principale è quello del piacere, rappresentato da iperbole (smoderatezza) e antitesi (piacere-dolore). Nell’Adone il corpo umano è visto come una macchina, esaltando il cannocchiale di Galileo. Per Marino, Galileo era colui che aveva esplorato l’incognito attraverso il cannocchiale che permetteva un viaggio oltre i confini terrestri. L’Adone, infine, presenta una riscrittura del sacro su base profana, come si può capire alla morte di Adone, descritta come quella di Cristo. Fu proprio per questo che l’opera fu censurata dall’Indice.