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Il Visconte Dimezzato, Appunti di Letteratura Italiana

Appunti riguardanti la lezione "visibilità" (da Lezioni Americane - 6 proposte per il prossimo millennio) e analisi del libro "il Visconte Dimezzato" di Italo Calvino.

Tipologia: Appunti

2018/2019
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Caricato il 21/01/2019

Claudia1204
Claudia1204 🇮🇹

4.8

(5)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Il Visconte Dimezzato e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! ITALO CALVINO Lezioni Americane – sei proposte per il prossimo millennio • Opera saggistica preparata da Calvino in occasione di lezioni di tipo letterario che avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard nel 1985. Purtroppo però, Calvino non riuscì ad andarci, perché mentre stava completando l’ultima lezione, morì. • Calvino dedica questi scritti alle generazioni del terzo millennio, che siamo noi, infatti la prima lezione si conclude con un’esortazione. • Le lezioni, che dovevano essere sei ma una non è stata completata, costituiscono un bilancio che fa Calvino del suo modo di vedere la letteratura. • Le 5 lezioni completate, che hanno tutte argomenti diversi e titoli particolari sono: • leggerezza • rapidità • esattezza • visibilità • molteplicità • L’ultima lezione si sarebbe dovuta chiamare “Come cominciare e come finire”. • Dopo la morte di Calvino, la moglie pubblicò le lezioni. • Evidente è la grande fiducia di Calvino nei confronti della letteratura, infatti all’inizio del suo scritto dice: “La mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la letteratura può̀ dare coi suoi mezzi specifici.”, come dire che la letteratura ha una funzione di salvezza per Calvino -> può insegnare agli esseri umani a vivere. • Calvino dice infatti che la letteratura è la mappa del mondo, ovvero la spiegazione del mondo, ma dice anche che la letteratura è “l’adeguamento tra il mondo scritto ed il mondo non scritto”: ci sono sentimenti positivi o negativi che proviamo giornalmente ma che non riusciamo ad esprimere, e la letteratura ci aiuta a farlo. • Le lezioni hanno tutte una struttura simile perché Calvino argomenta le sue idee basate sull’antitesi, sull’analogia e sugli elenchi. • Non utilizza un linguaggio burocratico o alto, ma comunicativo. • Per convincerci della bontà delle sue idee, Calvino cita scrittori che amava, come Dante, e che considera come dei modelli. Dice inoltre che questi modelli del passato sono modelli universali, ovvero modelli che aiutano il lettore e il possibile autore di un nuovo testo a far scaturire le sue capacità inventive. -> alla base della produzione letteraria abbiamo infatti la tradizione da un lato e l’invenzione dall’altro. • Il compito dello scrittore è quello di ricordare il passato: “scriviamo per non dimenticare” ma deve fare anche in modo che alcune cose vadano dimenticate: le idee, le parole, le immagini ricevute che ci impediscono di pensare a qualcosa di nuovo. Visibilità • Il punto di partenza di questo saggio è Dante: la lezione inizia con una citazione tratta dal Purgatorio -> “Poi piovve dentro, dall’alta fantasia” -> interpretata da Calvino come “la fantasia è un posto dove ci piove dentro”. • Questa lezione può essere divisa in punti, in momenti: 1. Calvino è convinto che le visioni di Dante diventino per noi immagini mentali. Le immagini mentali si dividono in due percorsi, due tipi di processi immaginativi: • uno va dalla parola all’immagine • l’altro va dall’immagine alla parola Calvino per chiarire questa idea fa l’esempio degli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola: in questi esercizi, l’azione di vedere qualcosa che non esiste, che non c’è, si unisce alla vista dell’immaginazione che da vita alle cose da contemplare e il passaggio dalla parola all’immaginazione è il modo per raggiungere la conoscenza. Queste sono le 5 nozioni e qualità senza le quali, secondo Calvino, non si può parlare di letteratura e del mondo. 2. L’esercizio spirituale di Loyola per arrivare alla conoscenza si svolge su 3 passaggi: • si parte dalla parola • si passa poi all’immagine • si arriva infine alla conoscenza Esempio del cinema: prima c’è un testo scritto, poi c’è la visione mentale del regista e poi la visione-conoscenza di noi spettatori. 3. Rappresentato dalla domanda: “Da dove <<piovono>> le immagini nella fantasia? Qualche riga sotto Calvino ci da la risposta: possono provenire dall’inconscio (sia individuale che collettivo), da sensazioni, dalla concentrazione di essere fermo in un solo istante (ovvero il momento in cui un essere umano immagina in quell’istante qualcosa che fondamentalmente non c’è) 4. Centrale per la lettura del Visconte Dimezzato -> in questo punto Calvino dice che la prima cosa che gli viene in mente quando scrive è un’immagine che per qualche ragione per lui è carica di significato (prima di scrivere il visconte, lo ha immaginato). Prima ancora del contenuto egli pensa alle immagini. Appena l’immagine è abbastanza netta, egli sviluppa la storia. L’immagine può nascere anche da un testo pre-esistente -> Cosmicomiche (testo scientifico) -> Calvino vuole dimostrare come il discorso per immagini possa nascere da qualsiasi tipo di testo. Calvino continua dicendo che l’immaginazione si identifica con l’anima del mondo. Al centro dell’immaginazione c’è l’occhio perché è solo attraverso l’occhio che i pensieri sono visualizzabili e l’immagine diventa chiara. Tutto viene giocato attraverso l’occhio che è il legame tra l’individuo e il mondo -> i pensieri devono essere visualizzabili attraverso la visione diretta e la trasfigurazione della fantasia in modo da dare vita a una creazione letteraria -> per chiarire questa frase, fa un esempio di lui come lettore per il “Corriere dei Piccoli” [Negli anni Venti il “Corriere dei Piccoli” pubblicava i più noti comics americani del tempo ma i balloons originali venivano sostituiti da due o quattro versi rimati sotto ogni cartoon. Calvino, che non sapeva leggere, si limitava ad osservare le figure e si raccontava mentalmente le scene interpretandole in modi diverse. Anche quando imparò a leggere, preferì comunque continuare ad immaginare la storia non curandosi delle scritte.] 5. Riferendoci all’interpretazione data da Calvino al verso di Dante in apertura di questa lezione, possiamo dire che la fantasia è un deposito di immagini, e quindi, è uno strumento di conoscenza -> la mente è come una macchina elettronica che raccoglie immagini che possono avere un fine ma possono anche essere indipendenti. 6. Parla della questione dell’invasione delle immagini -> Siamo bombardati da così tante immagini che non riusciamo più a distinguere l’esperienza diretta da ciò che abbiamo visto per pochi secondi in TV. 7. La visibilità è per Calvino uno dei valori da salvare per il prossimo millennio perché teme che l’essere umano stia perdendo uno dei valori fondamentali ovvero la facoltà di pensare tramite le immagini. 8. La fantasia è per Calvino il luogo da dove l’immaginazione attinge le sue storie -> lo sguardo verso il mondo deve essere obliquo: esempio dello sguardo di Perseo verso la Medusa -> non poteva guardarla in faccia -> creando una storia fantastica come quella del visconte, diventa poi una storia che parla del mondo al quale Calvino ha dato uno sguardo di sbieco, una visione obliqua. Ma la visione del mondo, qualunque essa sia, deve essere sempre mediata dalla scrittura. 9. Alla fine della lezione, Calvino conclude dicendo che comunque “tutte le fantasie possono prendere forma solo attraverso la scrittura”. Serve un personaggio che dica ‘io’ perché rende più credibile un romanzo inverosimile e fantastico come questo. Ne “il visconte dimezzato” il narratore è il giovane nipote di 8 anni quando il visconte viene dimezzato e adolescente quando viene riunito. Il punto di vista è quindi il modo in cui il nipote percepisce queste cose, quello che quindi il narratore vede, essendo testimone dei fatti. Il racconto è narrato in terza persona per dare un punto di vista oggettivo della storia e per fare in modo che anche i punti di vista degli altri personaggi si inseriscano nella narrazione. Il tempo: • C’è un tempo storico reale: Guerra contro i Turchi a fine 600. • Ci sono precise espressioni temporali (“la battaglia cominciò alle 10 del mattino”) • Apertura in medias res (“c’era una guerra contro i turchi”) • Esiste un parallelismo tra apertura e chiusura dei capitoli -> alla fine di ogni capitolo, la narrazione diventa più veloce • Analessi e prolessi (in ing. Flashback e Flashforward) -> momenti in cui vengono raccontati fatti successi prima o dopo, strategie per movimentare il racconto e attirare l’attenzione del lettore • Digressioni: parti del discorso narrativo che hanno una loro logica interna e che possono essere estrapolate dal romanzo e avere comunque un senso • Ellissi: taglio di periodi temporali perché inutili, il lettore comunque immagina ciò che è successo • Inferenze: supposizioni del lettore, spinto dal narratore stesso che pone le condizioni. Figure retoriche: Similitudini -> sono le figure retoriche più visive. Esempio: “gli uccelli erano tutti posati sul suo letto come un tronco in mezzo al mare” p.17 Antitesi -> sono numerosissime. Esempi: • Nel cap. 7 l’antitesi è usata per sottolineare la differenza enorme tra i due visconti (“buia risata”; “dolce incompleto sorriso” “uno rompe e l’altro medica”) • Nel cap. 8 “scorreva carità e terrore” -> è evidente che queste due caratteristiche sono una contraria all’altra • Durante il duello -> da un lato “rabbiosa ferocia” e dall’altro “corretta maestria” Chiasmo -> al momento del risveglio del visconte appena “unito” -> “alla fine Medardo chiuse gli occhi, le labbra … i denti” -> sono stati uniti ma risultano ancora separati -> corrugata si oppone a serena, la bocca sorrideva da un angolo e dall’altro digrignava i denti. Codice visivo: P.27 -> “in queste tragiche congiunture … forche” -> struttura della frase: utilizza l’elenco per fare una successione dei vari pezzi del macchinario (forche, cavalletti, argani, travi, corde ecc.). p.27 -> “osservavo QUELLE architetture, QUEL saliscendi” -> utilizzo dell’aggettivo dimostrativo per far immergere meglio il lettore nel discorso -> caratteristica tipica dell’italiano contemporaneo. Il Medardo innamorato lascia segni visivi, un po’ crudi: • p.42-43 -> fiori tagliati a metà, farfalla con un’ala schiacciata -> segnali che non hanno significato • p44-45 -> metà pipistrello e metà medusa / gallo legato all’albero -> segnali che hanno significato Anche il Medardo buono lascia dei segnali: p.63-64 -> il melograno, le tre galline legate e la fila di lumache -> segnali che hanno significato p.54 -> descrizione del Medardo buono -> aggettivazione è la componente letteraria per dare un’immagine visiva. Reduplicazione intensiva: intensifica l’immagine che ci vuole dare -> “mi feci piccino piccino” (p.52) o parlando di Pamela “zitta zitta” (p.52). In questo romanzo non si può parlare dell’uso del dialetto (come per esempio nel Barone rampante) però ci sono molte espressioni colloquiali, nei dialoghi, che provengono dal dialetto e che sono state trasportate nella lingua comune -> “attaccava a raccontare” (p.26) / “aveva fatto subito la bocca al vino” (p.22) / “dov’è che è che sono” (p.24). p.13 -> inizio capitolo 3 -> uso di paratassi -> c’è una sola subordinata, ci sono tanti punto e virgola, le frasi sono brevi e allineate, alcune volte i verbi non sono coniugati. p.10 -> “li vide i turchi PUNTO ne arrivavano due proprio lì PUNTO coi cavalli intabarrati VIRGOLA il piccolo scudo tondo VIRGOLA di cuoio VIRGOLA la veste a righe nere e zafferano” - > frase nominale -> non c’è un verbo coniugato in questa frase. L’unico verbo è nella prima frase “li vide”, che poi tralaltro “li vide” è un’espressione dell’italiano popolare, avrebbe dovuto usare solo “vide”. p.52-53 -> epanalessi -> ripetizione della stessa espressione all’inizio, al centro o alla fine della frase. p.46 -> epanadiplosi -> ripetizione della stessa espressione all’inizio e alla fine della frase. Uso dei pronomi personali semplificali -> lui/ lei -> italiano contemporaneo. Presenti numerosissime dislocazioni a sinistra e a destra. p.21 -> concordanza di sensum -> il soggetto è singolare ma con valore plurale “ci si poteva impiccare più persone” p.13 -> frase scissa -> viene usata nell’italiano medio per marcare quello di cui si sta parlando (in questo libro si trovano soprattutto nei primi capitoli). p.53 -> CHE polivalente -> non ha solo significato relativo ma anche valori temporali o causali ecc. “vieni qui da me CHE ti faccio bere le mie tisane” -> “che” ha valore finale (affinchè). Uso polisemico del verbo fare -> “fare” può assumere più significati -> p.36 -> “mio zio ammazza e fa ammazzare per gusto -FECI io” -> “fare” con significato di “dire”.