Scarica Il Visconte dimezzato e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! IL VISCONTE DIMEZZATO Ambientato in Italia e in Boemia nella metà del Settecento, presenta come tema centrale il problema dell’uomo contemporaneo (precisamente l’intellettuale) dimezzato, quindi incompleto, alienato; a tal fine, seguendo la tradizione letteraria già classica, Calvino prende spunto dallo scrittore scozzese R. L. Stevenson, decidendo così di dimezzare il protagonista del romanzo secondo la linea di frattura tra bene e male. Ruolo importante svolgono anche altri personaggi, vere esemplificazioni del suo assunto: i lebbrosi (cioè gli artisti decadenti), il dottore e il carpentiere (la scienza e la tecnica staccate dall’umanità). cap 1 Il visconte Medardo e il suo scudiero Curzio si stavano recando in Boemia presso l'accampamento dei cristiani. Durante il tragitto il visconte osservava la conseguenza della battaglia. Dappertutto c'erano cavalli morti e soldati sepolti. Arrivato all'accampamento l'imperatore lo nomina subito tenente. cap 2 La battaglia cominciò alle ore 10. Il tenente Medardo era ansioso di vedere i turchi e subito si gettò nella mischia. Il suo cavallo venne ucciso e Curzio ferito. Medardo cercò di avvicinarsi ad un cannone ma fu colpito in pieno petto da una cannonata. Quando passarono i carri per i morti e i feriti Medardo fu portato all'ospedale. I medici lo salvarono e Merardo si svegliò, ma era dimezzato perché la parte sinistra era stata polverizzata. cap 3 Il visconte ritornò a Terralba . La sera dell'arrivo tutti lo stavano aspettando. Quando arrivò era coperto da un mantello nero. Non parlò con nessuno e si rinchiuse nei suoi alloggi. Il giorno dopo il padre di Medardo morì. cap 4 Dopo la morte del padre Medardo uscì dal castello. La balia Sebastiana lo fece seguire dai servi che lo raggiunsero seguendo tutto ciò che il visconte aveva tagliato a metà. Quando lo raggiunsero si accorsero che mancava la metà dei funghi velenosi e che le aveva date al nipote. Lo stesso giorno c'era un processo e Medardo doveva essere il giudice. Condannò tutti a morte: i toscani per bracconaggio, la banda del posto per rapina e gli sbirri perché erano intervenuti tardi. cap 5 Il nipote del visconte era solito girovagare per il bosco giorno e notte con il dottor Trelawney. Nel frattempo lo la cattiveria del visconte aumentò, infatti incominciò a dar fuoco a case, persone e perfino al suo castello. Continuava a far costruire forche e oggetti per la tortura e costrinse la balia Sebastiana a ritirarsi nel paese dei lebbrosi. Tutti avevano paura di lui: gli ugonotti, i lebbrosi e gli abitanti del castello. cap 6 Medardo si innamorò di Pamela, una ragazza semplice e povera. La ragazza rifiuto di andare al castello del visconte e per sfuggirgli scappò e si nascose in una grotta. cap 7 Il nipote di Medardo si recò a Portofungo alla ricerca della Sebastiana. Il giorno dopo incontrò lo zio che aveva un comportamento diverso. Nel frattempo il comportamento del visconte era diventato contraddittorio: a volte era buono a volte cattivo. Un pomeriggio di maggio Pamela incontrò il visconte e si rese conto delle sue parole che era l'altra metà creduta dispersa in Boemia. Era la metà buona. cap 8 La vita a Terralba era cambiata dal giorno in cui comparse la metà buona del visconte. Anche gli ugonotti erano in attesa di una sua visita che avvenne poco dopo. cap 9 La parte cattiva del visconte aveva condannato a morte l'altra metà ma gli sbirri si rifiutarono di compiere una simile azione. La parte buona si recava anche a Portofungo per curare i lebbrosi, ora però la popolazione di Terralaba e anche di ugonotti cominciavano a odiare non solo il visconte cattivo ma anche quello buono cap 10 Entrambe le parti volevano sposare Pamela e questo causò un duello fra le due. Durante il duello entrambe si ferirono e il dottor Trelawney le unì. Finalmente il visconte era uno solo, né buono, né cattivo. • Trama “Il visconte dimezzato” narra le vicende del giovane Medardo di Terralba che, arruolatosi nell’esercito cristiano per sconfiggere gli Infedeli in Boemia, viene gravemente ferito dopo poco tempo per una potente cannonata che l’aveva colpito in pieno. Di lui sembra inizialmente salvarsi solamente una metà, quella che poi verrà riconosciuta come la ‘metà cattiva di Medardo’, che riesce a tornare miracolosamente a casa con l’ausilio di una gruccia. Rientrato nel suo castello, il visconte inizia a dimostrarsi scortese e a compiere malefatte nei confronti dei suoi sudditi, e in particolare nei confronti delle persone alle quali era particolarmente legato prima di rimanere invalido in guerra. Le sue ire si scatenano soprattutto sul padre Aiolfo, che muore di crepacuore poiché Medardo gli aveva ucciso un’averla, il suo uccello prediletto, e sulla balia Sebastiana, che l’aveva cresciuto fin da piccolo e che viene spedita a Pratofungo con l’accusa infondata di avere la lebbra. Altri bersagli delle cattiverie del visconte sono il nipote (che tra l’altro rappresenta l’io narrante della storia) e il dottor Trelawney, che esercitava la professione di medico a bordo della nave di James Cook e in seguito ad un naufragio si stabili a Terralba, divenendo compagno di avventure del nipote del visconte. Le cose si complicano ulteriormente quando Medardo si invaghisce di Pamela, una giovane e povera pastorella che non vuole assolutamente sposarsi con lui nonostante le costrizioni dei genitori che avevano timore di veder distrutti tutti i loro averi dall’ira dello ‘Zoppo’. Un giorno, mentre il bambino-narratore sta pescando nel laghetto alcune anguille, gli compare davanti la sagoma dello zio, che vedendo che non aveva preso neppure un pesce, vuole compensare questa perdita regalandogli un anello. Il bambino rimane esterrefatto da tanta bontà, quando in quel momento suo zio viene punto da un velenosissimo ragno rosso su una mano. In cerca del dottor Trelawney per trovare un rimedio, il bambino ripensa al fatto, e si rende conto che la mano gonfia era la destra, mentre il visconte che lui conosceva aveva unicamente la mano sinistra. Così nasce in lui e in tutta la contea la consapevolezza che esista un altro mezzo Medardo che, a quanto pare, è estremamente buono. In breve, gli atti di generosità di quest’ultimo acquistano fama in tutto il paese, ma già dopo poco tempo, la gente si stanca di questo eccesso di prodigalità da parte del visconte, perché, come vuole del resto mettere in luce l’autore, spesso le persone troppo buone e piene di buone intenzioni diventano degli insopportabili scocciatori, al pari di quelle troppo cattive. Anche Pamela la pensa così, e quando viene obbligata dai genitori a sposare uno dei due visconti non sa davvero quale sia il peggiore. [1 giorno delle nozze non si è ancora decisa, ma la sorte sembra che le riservi come marito il Buono, dal momento che questi era riuscito ad arrivare in chiesa prima del Gramo, che invece era rotolato col suo cavallo giù da una scarpata, finendo in un fossato. Prima che la cerimonia sia finita, giunge però all’altare anche il Medardo cattivo, rivendicando il proprio diritto di sposarsi con Pamela. 11 battibecco fra le due metà termina con un furioso duello di spada fissato per l’indomani, e a mio parere, Calvino lo descrive benissimo dicendo che ‘... l’uomo s’avventava contro di sé. con entrambe le mani armate d’una spada’. Alla fine, i due rivali riescono reciprocamente a ferirsi, abbattendo ciascuno la propria spada a ridosso della piaga originaria che li aveva precedentemente dimezzati. Il dottor Trelawney riesce a bendare strettamente le due metà insieme, e dopo alcuni giorni in cui si pensava il visconte potesse anche morire, questi riesce invece a salvarsi miracolosamente ancora una volta, ritornando un uomo intero. Come però precisa l’autore, anche se il visconte era tornato perfettamente normale e a Terralba si pensava che si aprisse un’epoca felice e fiorente, ‘è chiaro che non basta un visconte completo perché diventi completo tutto il mondo’. Comunque Medardo si sposa finalmente con Pamela, da cui ha molti figli, mentre il dottor Trelawney torna a bordo della nave del capitano Cook in cerca di nuove avventure, lasciando solo ai suoi giochi infantili il bambino-narratore del racconto. • Spazio e tempo La vicenda è ambientata geograficamente a Terralba, all’epoca una piccola contea situata nei pressi del golfo di Oristano in Sardegna. Come racconta l’autore, dal castello era possibile vedere il mare e le navi in arrivo, mentre nei dintorni della cittadina si stendevano ampi prati con stagni e ruscelli e anche dei boschetti. Una parte de “Il visconte dimezzato” si svolge anche in un altro paesino (se così si può definire) sempre vicino a Terralba. Si tratta di Pratofungo, il cosiddetto ‘paese dei lebbrosi’, dove tutti coloro che avevano contratto la malattia dovevano andare a vivere. In realtà, pare che gli abitanti di Pratofungo si dessero alla pazza gioia, organizzando per ogni nuovo arrivato delle feste con musiche e danze molto spesso a carattere orgiastico. E proprio a Pratofungo che viene spedita anche la vecchia balia Sebastiana, che Medardo voleva assolutamente mandare via dal castello per attuare i propri progetti. Per quanto riguarda invece la collocazione temporale, l’autore non dice esplicitamente quando abbiano avuto luogo le vicende narrate, ma lo lascia trasparire attraverso alcuni elementi. Per esempio, questi cita più volte il capitano Cook, presso il quale era al servizio il dottor Trelawney: questo grande navigatore ed esploratore inglese era vissuto tra il 1728 e il 1779, e “Il visconte dimezzato” si colloca sicuramente in questo intervallo temporale. Un altro elemento dal quale si può dedurre l’epoca riguarda il fatto che, come racconta Calvino, nei pressi di Terralba viveva una piccola comunità di ugonotti, termine col quale si identificano i protestanti francesi di tendenza calvinista tra il 1560 e il 1629. Dopo vicende alterne, che hanno visto questa minoranza religiosa sostenuta o perseguitata, accadde che, con l’editto di Nantes emanato nel 1685 da Luigi XIV, tutti gli ugonotti dovettero emigrare dalla Francia per trovare rifugio in altri paesi, e forse una parte di essi si era stabilita proprio in Sardegna. • Personaggi VISCONTE DI TERRALBA: - “malvagio”: è la metà destra del visconte, si comporta solo in modo crudele e spietato; è violento, vendicativo e non rispetta i sentimenti degli altri. È un solitario che si aggira per la camna con il suo cavallo, provocando distruzione e panico nella popolazione. Per questo motivo viene odiato da tutti e soprannominato il “ Gramo”. - “ buono”: è la parte sinistra del visconte. È dolce, disponibile, sempre pronto ad aiutare tutti, anche se non gli viene chiesto nulla. La sua bontà, però, dopo qualche tempo, diventa insopportabile e le buone intenzioni di Medardo sono temute quanto le cattive. Le due metà del visconte concentrano la loro energia in direzioni opposte; entrambi, però sono eccessivi: l’uno troppo cattivo e l’altro troppo buono. NIPOTE DI MEDARDO: è un ragazzino orfano che viene ospitato al castello di Terralba, ma fin da piccolo a potuto godere di grandi libertà poiché nessuno si prendeva cura di lui. Passa le sue giornate nel bosco, a volte in solitudine, a volte in comnia del dottor Trelawney, alla ricerca di nuove avventure. SEBASTIANA: è la balia di casa Terralba, ha cresciuto tutti i li della famiglia, compresi Medardo e il nipote. È una donna energica, saggia, concreta, affezionata al Visconte. PAMELA: è una pastorella di cui entrambe le metà del Visconte s’innamorano; è una ragazza semplice, ma astuta: infatti, riesce ad evitare la persecuzione di uno e le eccessive gentilezze dell’altro. DOTTOR TRELAWNEY: è un medico straniero, approdato per caso a Terralba da una nave inglese. Non si occupa tuttavia delle cure dei malati, ma preferisce dedicarsi allo studio della biologia. Nonostante ciò, sarà proprio lui a ricomporre il visconte. I personaggi principali del romanzo sono sicuramente le due metà contrapposte di Medardo, sul cui tema ruota tutto il libro. Calvino descrive la cosiddetta ‘metà cattiva’ del visconte come un figuro ‘vestito di un mantello nero col cappuccio che gli scendeva dal capo fino a terra; dalla parte destra era buttato all’indietro, scoprendo metà del viso e della persona stretta alla stampella, mentre sulla 1 La trama è impostata tutta sul visconte Medardo di Terralba. La storia, narrata da suo nipote, figlio illegittimo della sorella, comincia quando Medardo in Palestina si dirige col cavallo verso i crociati; è la prima battaglia a cui partecipa a recargli la ferita fatale: una cannonata lo divide in due esatte metà, di cui una viene salvata dai medici dell’esercito, l’altra viene scovata ancor viva in mezzo a un cumulo di cadaveri e rinsanata da un gruppo di eremiti. Il Medardo messo in salvo dai suoi soldati arriva a Terralba e si dimostra perfido e privo di scrupoli. L’altra metà, che giunge a casa dopo un lungo peregrinaggio, è sconfinatamente buona. I due visconti (quello cattivo, arrivato per primo, si è accaparrato il feudo) convivono a Terralba, il primo arrecando danni e dolore, l’altro aggiustando le cose e predicando il bene; per questo vengono soprannominati il Gramo e il Buono. Il Gramo suscita ostilità nella corte; anche il Buono, che al suo arrivo è ben voluto da tutti per il suo altruismo, con le sue buone azioni protratte all’esagerazione che arrivano perfino a provacare disagi, alla fine risulta sgradevole e quasi insopportabile. Anche Pamela, la contadinella di cui i due visconti a metà sono innamorati,ad un certo punto non riesce a tollerarli. Ma sarà proprio lei, oggetto dell’amore di entrambi, a promuovere la loro riunificazione: acconsentendo alla proposta di matrimonio del Gramo e chiedendo lei stessa al Buono di sposarla, accade che il giorno delle nozze entrambi i visconti siano all’altare; il Gramo sfida a singolar tenzone la metà buona, che si vede costretta ad accettare: nel duello le enormi cicatrici che ognuno di loro aveva dove l’altra metà mancava si riaprono. I Medardi cadono a terra svenuti; il dottor Trelawney, di cui poi parlerò ampiamente, prende i due corpi, e con le sue abilità chirurgiche ricuce le due parti staccate: il visconte finalmente completo torna a diventare una persona integra, sia pure con cicatrice, eterno simbolo della sua straordinaria esperienza, e sposa Pamela, che diventa viscontessa, moglie di un uomo capace di amarla seriamente. La problematica del doppio ricorda molto il dottor Jekyll e il signor Hyde: infatti la dualità del protagonista riguarda la divisione tra bene e male, il conflitto interiore (e in questo caso anche esteriore) ad essa legato. Nel libro di Stevenson è solo il male a incarnarsi puro in un altro corpo; Calvino invece divide Medardo in modo che anche il bene si trovi da solo. Il risultato è che entrambi i mezzi uomini suscitano ostilità, diffidenza e talvolta rabbia. L’autore dunque introduce un concetto che Stevenson non aveva considerato: non è solo la parte malvagia ad essere peggiore del visconte intero, ma anche la parte buona, che apparentemente potrebbe sembrare migliore, non è invece all’altezza dell’individuo completo. Inoltre nel duello finale tra i due Medardi, nessuno dei due esce vittorioso, ma anzi proprio grazie a questo scontro diretto il visconte torna ad essere intero. Il duello descritto da Calvino è emblematico: l’uomo non è completo se non è turbato dal conflitto tra bene e male, ed è anzi proprio questo a renderlo una persona. Ci sono anche altri temi, che si possono abbinare ad uno o ad un gruppo di personaggi: l’amore per la scienza è tipico di Trelawney, ma anche del narratore allora bambino; l’amore materno della balia Bastianina, rivolto ai Medardi (nonostante il Gramo l’avesse rinchiusa nel villaggio dei lebbrosi) e al narratore; gli ugonotti rappresentano l’amore per la religione, nonostante sia questa monca proprio come i visconti (avevano infatti perso da generazioni i loro testi sacri); i lebbrosi di Pratofungo infine rappresentano l’amore per il divertimento, unico sentimento rimasto nei loro ultimi anni di vita, votati allo spasso senza limiti. L'amore per Pamela è l’unico sentimento che hanno in comune il Gramo e il Buono ed è proprio questo a far esplodere il conflitto tra le due parti, rimaste per tanto tempo separate; ma è ancora l’amore per Pamela la ragione della loro riunificazione. Siamo sicuramente vicini al fantastico. L’ambientazione e le vicende di contorno sono però abbastanza veritiere: Calvino descrive un medioevo vero e spietato, con le crociate, le esecuzioni di massa, il villaggio dei lebbrosi, inserendo nel suo stile di narrazione molto semplice e lineare sprazzi di macabro barocco, come i cumuli di carcasse umane fuse con quelle degli uccelli, o i destrieriche si chinavano per non perdere le budella una volta colpiti dalla sciabola turca. Il continuo cambiamento di registro dal secco al barocco è una delle cose che mi è piaciuto di più nel leggere questo libro; un’altra cosa che mi ha stimolato è stata individuare il doppio, vedere come alla fine tutto quadra alla perfezione: la duplicità del visconte che si ripercuote sul resto dei personaggi (sul dottore ad esempio), il fatto che tutto è intrecciato con l’amore in qualche modo e che è proprio l’amore la soluzione di tutto. Infine mi ha divertito molto che Calvino per il personaggio del dottore abbia usato un nome de ‘L’isola del tesoro’ di Stevenson citando l’autore de ‘Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde’ a cui si ispira evidentemente, e che abbia nominato il capitano Cook, scopritore dell’Australia, appartenente non certo al medioevo ma al ‘700, seccolo in cui è ambientato anche ‘L’isola del tesoro Analisi del testo: Calvino si presenta come autore onnisciente. Ci espone l’immagine del visconte come un uomo tagliato in due, con una parte buona ed una cattiva, facendo riferimento agli uomini contemporanei che sviluppano parti di loro, lasciandone in disparte altre. Anche in quest'opera, come per ‘Il barone rampante’, e per ‘Il cavaliere inesistente’ , è raccontato da un narratore interno, diretto testimone della vicenda e protagonista secondario, che consente allo scrittore di osservare dall’esterno i protagonisti ed, al tempo stesso, di commentare la vicenda senza intervenire di persona. Il luogo in cui si svolge il romanzo si può dividere in due parti, dapprima vi è il campo di battaglia, ambientato in luoghi lontani, quali la Boemia; poi il paese del visconte, Terralba, ed i suoi dintorni. Calvino molto spesso ambienta i suoi romanzi in Liguria, luogo in cui è vissuto, e per questo, conosciuto in ogni particolare “…il visconte di Terralba, d’una delle più nobili famiglie del Genovesato.” Il tempo in cui si svolge la vicenda è un lontano seicento, ambientato durante le guerre contro i turchi. Il romanzo è un racconto d’avventura e di fantasia, mantiene le caratteristiche della fabula anche se, ogni tanto, si discosta per metterci in luce gli altri personaggi. Il modo di parlare è semplice e scorrevole, inoltre, il costante accento ironico, impedisce a Calvino d’essere macabro di fronte alle malignità del Medardo cattivo, o troppo lagnoso e lacrimevole, quando racconta di quello buono. Non vi sono molte figure retoriche ma la presenza di qualche similitudine rende più piacevole la lettura STRUTTURA DI BASE DEL TESTO 1) ESPOSIZIONE: Medardo combatte contro i Turchi. 2) ESORDIO: Medardo viene colpito da una cannonata che lo divide in due metà verticalmente. 3) PERIPEZIA: le due metà si ritrovano una contro l’altra. 4) SPANNUNG: il momento di massima attenzione è il duello. 5) SCIOGLIMETO: alla fine Medardo ritorna un uomo intero. RITMO NARRATIVO Le sequenze che sono quasi del tutto assenti in questo romanzo sono quelle riflessive , mentre quelle più frequenti sono quelle narrative quando narrano la vita del visconte, descrittive quando il narratore parla dei posti attorno alla contea di Terralba e dialogate quando il protagonista parla con gli altri personaggi. VERIFICA CON DOMANDE E RISPOSTE: 1) Coordinate spaziali e temporali: a) Dov'è ambientato il racconto? Nella prima parte, che ricopre un ruolo quasi esclusivamente introduttivo, il racconto è ambientato in Boemia, durante una guerra tra Turchi e cristiani. Nella seconda parte il racconto si sposta invece in Italia, nel genovese dove il visconte, protagonista del libro, possiede il territorio di Terralba. I luoghi in cui si sposta la scena sono appunto Terralba, il paese di Pratofungo, luogo misterioso abitato unicamente da lebbrosi, e Col Gerbido, la collina dove alcuni ugonotti hanno posto la propria dimora. b) Quando si svolge? Per collocare nel tempo il racconto è necessario osservare gli elementi storici realmente accaduti che sono presenti all'interno dell'opera di contenuto fantastico. E' possibile quindi datare la vicenda intorno alla seconda metà del 1700 basandosi soprattutto sulla presenza, alla fine del libro, del famoso capitano Cook, il quale visse ed operò proprio in quel periodo. c) Tempo e luogo sono espliciti o devono essere dedotti dal lettore? Mentre il luogo viene chiaramente comunicato dall'autore ogni volta che la scena si sposta, il tempo non viene comunicato e deve essere dedotto dal lettore facendo riferimento ad alcuni cenni di carattere storico. d) Ci sono molte descrizioni dell'ambiente? Quali sono le più significative? Le descrizioni dell'ambiente, nel libro di Calvino, sono particolarmente numerose; il loro svolgimento, però, è compiuto in maniera non particolarmente dettagliata sebbene l'autore faccia uso di una fortissima aggettivazione. La tendenza dell'autore, durante le descrizioni, a sorvolare su dettagli troppo particolareggiati, rende la narrazione più scorrevole e lascia maggiore spazio alla fantasia del lettore. Le descrizioni più significative sono quella del campo di battaglia, nella quale si nota come l'autore descriva situazioni drammatiche con grande semplicità ed ironia pur usando termini crudi e forti, e quella di Pratofungo, nella quale si nota la grande fantasia di Calvino atta a sdrammatizzare la situazione dei lebbrosi facendone comunque comprendere le reali difficoltà fisiche e psicologiche date dalla loro situazione. 2) Personaggi: a) Costruisci il sistema dei personaggi secondo le seguenti indicazioni (Propp): protagonista/i, antagonista/i, aiutanti, oggetto del desiderio. Per costruire un adeguato schema dei personaggi, è necessario dividere la storia nelle due parti che la compongono ed analizzarle separatamente. Nella prima parte, che va dall'inizio del libro fino al momento in cui il visconte viene colpito dalla palla di cannone, si può considerare Medardo il protagonista, i Turchi gli antagonisti, Curzio (lo scudiero di Medardo) l'aiutante e la vittoria della guerra l'oggetto del desiderio. La seconda parte, quella che va dalla divisione del visconte alla fine del libro, ha invece uno svolgimento maggiormente intricato: è infatti complicato individuare lo stesso protagonista dal momento che Medardo, che era il personaggio principale, si divide in due metà, le quali sono entrambe protagoniste ma nello stesso tempo antagoniste tra di loro. E' comunque possibile considerare il 'Gramo' come protagonista (anche se le due parti di Medardo hanno la stessa rilevanza, la personalità malvagia è quella con cui gli abitanti di Terralba vengono prima a conoscenza) e il 'Buono' come antagonista; inoltre, mentre gli aiutanti del 'Buono' sono Pamela, che lo aiuta a lavare i panni degli ammalati, il dottor Trelawney, che lo cura dalla puntura di ragno e lo aiuta nelle sue opere di bene verso i malati, e gli sbirri, che a causa della sua eccessiva bontà vengono condannati a morte, il malvagio non ha alcun aiutante. L'oggetto del desiderio risulta comune ad entrambi e consiste nel prevaricare sull'altro: il 'Gramo' cerca di raggiungere tale oggetto del desiderio uccidendo il 'Buono', mentre quest'ultimo cerca di portare il suo 'alter ego' sulla retta via facendo ricorso alla bontà e alla dolcezza. b) I personaggi vengono presentati direttamente (tramite descrizioni fatte dal narratore) o indirettamente (tramite il loro comportamento) o per mezzo di una combinazione tra le succitate tecniche? Tutti i personaggi di maggior rilievo sono presentati tramite una descrizione fornita dall'autore ma si comprende il loro carattere grazie alla descrizione del loro comportamento; i personaggi meno importanti non sono introdotti da descrizioni dirette e si possono determinare solo attraverso il loro comportamento. E' dunque possibile affermare che i personaggi sono presentati tramite una combinazione tra la descrizione diretta e quella indiretta. 1 c) Descrivi i personaggi secondo i seguenti fasci di caratterizzazione (ove sono presenti) fisiognomica, sociale, culturale, psicologica,religiosa, simbolica. F 0 B 7 Il visconte Medardo di Terralba: é un giovane nobile genovese dalle idee non particolarmente chiare e dalle limitate conoscenze che, arruolato nella guerra contro i Turchi in Boemia, a causa della sua sventatezza, viene colpito da una palla di cannone nemica e viene diviso in due metà perfettamente speculari ma di carattere opposto. Le due metà del visconte Medardo concentrano dunque la loro energia in direzioni opposte; entrambi, però sono eccessivi: l'uno troppo cattivo e l' altro troppo buono e per questo entrambi non hanno un giusto equilibrio. Tale equilibrio verrà ritrovato solo quando il visconte ritornerà intero.Medardo è il simbolo dell'uomo, combattuto tra le sue opposte caratteristiche interiori, che, soltanto dopo un confronto aperto tra tali caratteristiche, riesce a recuperare la sua interezza e la sua stabilità. F 0 B 7 ' Malvagio ': é la metà destra del visconte, si comporta solo in modo crudele e spietato; è violento, vendicativo e non rispetta i sentimenti degli altri. É un solitario che si aggira per la campagna con il suo cavallo, provocando distruzione e panico nella popolazione. Per questo motivo viene odiato da tutti e soprannominato ' Il Gramo '. F 0 B 7 ' Buono ': é la parte sinistra del visconte. É dolce, disponibile, sempre pronto a dispensare consigli e ad aiutare tutti,anche se non gli viene chiesto nulla. La sua bontà, però, dopo qualche tempo, diventa insopportabile e le buone intenzioni di Medardo sono temute quanto le cattive. F 0 B 7 Il nipote: è colui che narra in prima persona la storia, con gli occhi falsamente ingenui di bambino; è orfano di genitori ed è cresciuto all’aria aperta e senza un’educazione, a parte gli insegnamenti scientificamente ambigui del dottor Trelawney. Nel libro racconta ben poco di sé stesso, dedicandosi più che altro alla narrazione della storia. Trascorre il suo tempo assieme allo stesso dottor Trelawney oppure alla ricerca di nuove avventure. F 0 B 7 Sebastiana: é la balia di casa Terralba, ha cresciuto tutti i figli della famiglia, compresi Medardo ed il nipote. É una donna energica, saggia, concreta, affezionata al visconte. Per i suoi rimproveri e le sue critiche verso Medardo, viene da lui confinata a Pratofungo, il paese dei lebbrosi, ma non si ammalerà poiché conosce la ricetta di decotti segreti che immunizzano dalla malattia. F 0 B 7 Pamela: é la pastorella di cui entrambe le metà del visconte s' innamorano; é una ragazza semplice, ma astuta: infatti riesce ad evitare la persecuzione di uno e le eccessive gentilezze dell'altro. La sua figura è molto importante anche in quanto Pamela è colei che riesce a scatenare il confronto diretto tra le due parti di Medardo. F 0 B 7 La comunità degli Ugonotti: si tratta di persone scappate dalla Francia in seguito a persecuzioni religiose. Si sono stabiliti su una collina sopra il paese. Seguono regole di vita molto rigide: infatti vivono di duro lavoro agricolo e non hanno svaghi. Il loro capo Ezechiele, é un vecchio severo ed esigente, e con valori morali piuttosto confusi: basti pensare che essi, non ricordando gli insegnamenti della loro religione, per paura di andare contro i precetti di tale religione, quando non lavorano, trascorrono il loro tempo guardandosi negli occhi. F 0 B 7 Il dottor Trelawney: è un medico straniero, approdato per caso a Terralba da una nave inglese nella quale era stato imbarcato non tanto per le sue doti di medico, quanto invece per le sue doti di abile giocatore di tressette. Non si occupa infatti in un primo momento delle cura dei malati, ma preferisce dedicarsi allo studio della biologia animale e vegetale. Nonostante ciò sarà proprio lui a ricomporre il visconte. F 0 B 7 La comunità dei lebbrosi: é un gruppo di persone confinate nel paese di Pratofungo, per via della malattia contagiosa. Nessuno ha mai visto realmente Pratofungo fino al momento in cui il nipote di Medardo si reca lì per trovare la balia Sebastiana, ma già da prima si favoleggiava che lì la gente fosse allegra e libera molto più di quanto lo fossero i sani. Quando il bambino si reca lì possiamo constatare che la gente è veramente allegra e libera ma anche che segue una vita eccessivamente dissoluta, una condotta di vita che il 'Buono' si riproporrà di correggere causando però maggiori problemi. F 0 B 7 I genitori di Pamela: sono due persone tanto povere quanto ingenue in quanto non riescono a capire, a differenza della figlia che dimostra più intelligenza di quanta ne abbiano loro, quanto grande sia la minaccia rappresentata da Medardo, persona alla quale essi volevano concedere la figlia in sposa. E' comunque probabile che questo comportamento sia causato, più che dall'ingenuità, dalla loro povertà. F 0 B 7 Mastro Pietrochiodo: è un bastaio e carpentiere che lavora seguendo gli ordini di Medardo e costruendo delle maestose macchine volte però all'uccisione delle altre persone. La sua figura, pur non essendo di grande importanza ai fini della trama del racconto, risulta di importante valore simbolico: Pietrochiodo è il simbolo della tecnologia che potendo sia fare del bene che fare del male riesce meglio, nel racconto come nella realtà, a ricoprire il secondo ruolo. d) I personaggi sono statici o dinamici? Nella maggior parte dei personaggi si nota una sostanziale staticità mentre soltanto due sono i personaggi che dimostrano di essere dinamici nello svolgimento del racconto: Medardo ed il dottor Trelawney. Come osserva lo stesso narratore, Medardo non dimostra di essere cambiato in maniera eccessiva:<<Così mio zio Medardo ritornò uomo intero, nè cattivo nè buono, un miscuglio di cattiveria e bontà, cioè apparentemente non dissimile da quello ch'era prima di esser dimezzato. Ma aveva l'esperienza dell'una e l'altra metà rifuse insieme, perciò doveva essere ben saggio>>, più profondamente mutato risulta invece il dottor Trelawney, il quale, in un primo tempo assolutamente disinteressato alla cura degli uomini, nel corso del racconto si sensibilizza profondamente, grazie soprattutto all'aiuto del 'Buono', e giunge addirittura a trovare il modo di compiere un'operazione medica così complicata come la 'riunione' dei due Medardi. 3) Il narratore e il narratario: a) Il narratore è interno o esterno alla storia? Il narratore è interno alla storia ed è omodiegetico in quanto si tratta di uno dei personaggi: il nipote di Medardo. b) C'è un solo narratore? Nel racconto si ha la presenza di un solo narratore.